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Autore: Sleepesleep    10/08/2023    0 recensioni
Dean (di Supernatural) e Crowley (di Good Omens) si incontrano per uno strano caso in un vecchio pub, entrambi stanno cercando di ignorare il vuoto che l'angelo che amavano a lasciato.
Piccolo chiarimento: Non dovete aver visto entrambe le serie per leggere questa fanfiction, infatti essa è composta di due capitoli, il primo tratta l'incontro dalla prospettiva di Crowley (Good Omens) mentre il secondo quella di Dean (Supernatural)
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Castiel, dove sei? Perché stai impiegando così tanto tempo per trovarmi? Ti sto chiamando da mesi, ti prego di venire da me, non mi importa se apparirai mentre sto dormendo o nel momento peggiore, voglio solo che tu lo faccia. La mia coscienza mi ricorda però che non può accadere, anche Sam a volte me lo dice, lo fa sembrare un’affermazione casuale ma so che lui lo sa, sa che sto ancora sperando che torni da me come le volte precedenti. Ieri sono andato a bere di nuovo, era un pub logorato ma credo che ti sarebbe piaciuto, infondo tu trovi la bellezza in ogni cosa. Mi sono seduto facendo un leggero segno al barista, non mi ha neppure chiesto cosa volessi, deve averlo letto tra le mie occhiaie che non era un buon periodo per me, mi ha versato silenzioso da bere lasciando la bottiglia sul tavolo. I baristi dovrebbero essere pagati di più, l’ho sempre detto. Qualche bicchiere dopo, credo fosse passata più o meno un’ora si sedette al mio fianco un tipo magro, aveva un aspetto buffo sembrava esausto, ripiegato sul bancone. Mi voltai a fissarlo confuso, così mi ritrovai a scrutare due lenti scure, chi diavolo indossa gli occhiali da sole al chiuso? Avrei voluto dirglielo, ma c’era qualcosa in lui che mi sembrava uguale, un dolore nascosto tra le rughe della sua fronte. << Amare fa schifo >> dissi alzando il bicchiere verso lo sconosciuto, non ero certo se mi avrebbe risposto e se anche lui come me avesse una ferita aperta ancora sanguinante. Lui fece scontrare i nostri bicchieri rispondendo << Non puoi immaginare quanto >> . << Dovrebbe esistere un avvertimento >> ho ribattuto dopo aver svuotato il bicchiere, sai l’ironia rende più facile sopportare questo dolore, scherzandoci sopra fingendo che non bruci ancora. << Come un cartello? >> mi chiese scuotendo la testa. Immaginai esattamente la scena, il giorno in cui ci siamo conosciuti, in cui ho visto per la prima volta le tue ali librarsi, probabilmente se avessi avuto un cartello con su scritto ‘Dean Winchester non amarmi’ le cose sarebbero finite in modo diverso? Credo di aver riso per questa immagine mentre il mio interlocutore continuò << Anche se ci fosse stato, temo che non l’avrei ascoltato >>. << Hai ragione, temo che non sarebbe servito a nulla >> dovetti ammetterlo, infondo anche se avessi indossato una fottuta insegna a neon con scritto ‘non amarmi’ sospetto che l’avrei ignorata finendo solo per cadere ancora per te, notai infastidito che il mio bicchiere era vuoto così lo riempì << Immagino che sia solo una delle tante deboli scuse che sto rincorrendo per evitare la realtà >> dissi. Oh, solo la mia Impala può sapere quante io ne abbia trovare di scuse per la tua assenza, forse eri di nuovo finito immischiato in qualche affare celeste o prigioniero di qualche demone bastardo, tutte erano meglio di saperti perso nel vento, non sai quante volte ho urlato il tuo nome fino a perdere la voce lontano da Sam, da chiunque potesse scorgere il mio dolore. << Nessuna di esse però rende meno dolorosa la sua assenza >> disse l’uomo al mio fianco stringendo il bicchiere quasi rischiando di romperlo, percepivo la rabbia in quelle parole, ma non la comprendevo. Avevo smesso di essere arrabbiato con te mesi fa, infondo era scontato che saresti morto per me, Castiel, da quando ti conosco non hai fatto altro che darmi tutto ciò che avevi, la tua vita era l’ultima cosa che ti rimaneva da consacrare a me. << Già >> dissi piano inudibile << Immagino però che non potesse funzionare già dall’inizio >>. Ed era vero ai miei occhi, un umano ed un angelo? Pura follia. << Non me lo dire >> disse lo sconosciuto ridendo sguaiato. << Anche voi? >> chiesi voltandosi a fissarlo, che anche lui avesse un angelo amato? Che anche lui avesse amato qualcuno come te? << Due mondi opposti >> ammise senza guardami e mi chiese curioso << Com’era? >>. Ottima domanda, tu com’eri Castiel? Non credo che sia possibile descriverti, eri simile ad un bambino che scopriva il mondo, curioso ed entusiasta per ogni cosa che ti mostravo quasi fosse un’invenzione magica, speciale. Titubante dissi << Lui era stupido, ingenuo a tratti arrogante, però era sempre al mio fianco, lui tornava sempre da me. Nella mia vita ho perso molta gente, morti per l’egoismo altrui, ma lui trovava sempre il modo di incontrarmi, di trovarmi >> non presi mai fiato mentre parlavo temevo di non riuscire a fargli capire quanto tu fossi unico, angelo, così luminoso come una stella rinchiusa in un barattolo. << Anche per me è lo stesso >> mi disse << Lui è sempre stato al mio fianco sin da quando ne ho memoria, la sua figura ha sempre occupato le mie giornate, a volte senza che io la cercassi appariva, altre volte lo ammetto sono stato io ad andare da lui, a voler trovarlo. Siamo stati insieme per così tanto tempo che non credevo fosse possibile separarci, non c’era un me o lui solo un noi, la nostra libreria, la nostra macchina, la nostra fazione >>. << Suona bello >> dissi appena termino, gli sorrisi debolmente versandogli da bere << Però le cose belle non durano mai molto >> aggiunsi. Per me quella era un’assoluta verità, tutta la mia intera vita era stata costellata da queste felicità effimere, come mia madre o Lisa e Ben. Sai tu non eri in questa lista prima, tu eri una costante, non gli ho mentito, sono sempre stato convinto che saresti sempre tornato da me, riapparendo al suono del tuo nome e se vuoi la verità una parte di me ancora lo crede, quanto posso essere stupido? << La prima volta che lo vidi pensai che non sarei mai riuscito a sopportarlo, credeva cecamente in qualcosa a cui io mi opponevo >> gli rivelai nostalgico, inconsciamente portai la mano sulla spalla dove avevi lasciato la tua impronta, quanto vorrei poter ancora disegnare i suoi contorni << L’ho odiato in quel periodo, ho desiderato che sparisse, nonostante mi avesse salvato, volevo solo liberarmi di lui. Anche tu? >> gli dissi sperando che quello sconosciuto capisse quanto odio mi sia servito per amarti. << Ucciderlo? No, non ci ho mai pensato, la prima volta suppongo sia stata strana ma non l’ho mai odiato davvero, ero solo curioso quando lo vidi, sai era diverso tutto all’epoca, e lui sembrava così delicato, così brillante >> disse sconsolato, ovviamente lui non capiva, nessuno poteva se non te, Castiel. << La tua storia d’amore è iniziata meglio della mia allora >> dissi annuendo leggermente << Però sai più tempo passavamo insieme più lui cambiava e anche io, la sua presenza mi rendeva più sicuro, più potente, anche se in realtà nella maggior parte dei casi era lui a salvare me, ho smesso di contare le volte in cui si è ferito al mio posto. Lui però non si è mai lamentato, mi ha sempre guardato con ammirazione, con venerazione, quasi fossi la creatura più intrigante e incantevole del creato >>. E lo vedo ancora quello sguardo nei miei sogni, la tua figura infesta la mia mente rendendomi difficile fingere di non amarti. << Probabilmente lo eri ai suoi occhi >> asserì con una sicurezza che non gli poteva appartenere, infondo cosa poteva saperne lui di te che eri un essere celeste << Anche per me lui era la creatura più adorabile del creato, era forte ma allo stesso tempo ha sempre avuto bisogno di me, era troppo accondiscendete, non so quante volte è finito nei guai e sono dovuto andare a salvarlo. Lo hanno persino incarcerato, pensa, e sono dovuto volare fino a Parigi per liberarlo. >> mi disse. Parigi? Non ci sono mai stato, dicono sia la città dell’amore, forse se fossimo stati persone qualunque, banali umani ti ci avrei portato Castiel, l’avremmo visitata insieme magari anche mano nella mano, avremmo potuto cenare insieme in un bel ristorante come fanno le coppie, godendoci una buona birra promettendoci di amarci ancora domani. Se solo fossimo state persone banali. << Però era piacevole, vero? >> gli chiesi conoscendo già la risposta e continuai << Era solo un modo per passare ancora del tempo con lui, non importa quanto ora mi sgoli, quanto preghi il suo nome, lui non verrà, nonostante io desideri intensamente solo poterlo vedere >>. << Manca anche a me >> mi dissi placido << Ogni giorno più del precedente, ma neanche lui tornerà >>. Come lo capivo, infondo era egoistico pensare di essere l’unico a sanguinare per amore, quel povero diavolo era messo come me, amare è davvero una dannata fregatura << Non vuole o non può? >> gli chiesi curioso, volevo saper fin dove fossero simili i nostri dolori. << Fa differenza? >> mi chiese svuotando il bicchiere. << Si, il mio lui non può tornare, lui è esploso nel vento, distrutto nella sua essenza e io non posso far nulla per riportarlo da me >> dissi infastidito da quella domanda, davvero non riusciva a capirne la differenza, ogni volta che tornavi io ero il tuo primo pensiero, la prima persona che cercavi e a cui ti affidavi, solo la morte poteva tenerti lontano da me. << Mi dispiace >> disse. << Non è vero >> grugni, quello stronzo mi stava di nuovo propinando le solite stupide scuse, le stesse che mi aveva fatto Sam, le stesse di Garth. Non volevo la loro pietà come non voglio la sua pietà, voglio solo poterti portare indietro da me ma non posso << Non sparare cazzare proprio ora >> dissi duro. << Il mio lui non vuole >> mi disse rompendo il silenzio teso che si era creato. << Non ti ricambia? >> gli chiesi di nuovo interessato. << Già, immagino. L’ho baciato, volevo farlo da così tanto tempo, era il mio ultimo disperato tentativo per farlo restare con me. Quel giorno ero disposto a essere sincero con lui, a dirgli che l’ho amavo nonostante la sua insofferente bontà, anzi forse lo amavo anche per quella >> disse nervoso come se stesse rivelando un segreto così grande che avrebbe potuto spezzarmi << Questo però non è bastato, mi ha abbandonato comunque. Io l’ho aspettato, ho aspettato che tornasse o forse ho sperato ardentemente che lo facesse ma non è accaduto come ben puoi immaginare >>. Si erano baciati quindi? Quello sconosciuto allora era stato molto più fortunato di me, non ho mai avuto la possibilità di assaggiare le tue labbra, sai alcune volte mi ritrovavo a fissarle durante i pochi momenti di pace che avevamo, ero curioso di sapere che sapore avesse un angelo, immagino che non lo scoprirò mai ora. << Sei stato più coraggioso di me, allora, io non sono mai riuscito a dichiararmi, non era mai il momento giusto, ho rimandato sperando che questi ingombranti sentimenti sparissero. Però non se ne sono andati mai, sono cresciuti, famelici, lui li ha alimentati inconsapevole tutte le volte che mi veniva a cercare disorientato, tutte le volte che mi ripeteva che ero la sua famiglia, e le volte in cui ha scelto me sopra ogni cosa, sopra il suo ideale, sopra sé stesso. Lui è caduto a causa mia, voleva essere libero per me, per capirmi >> gli rivelai, forse dissi anche troppo, ma immagino che non sia importante, quell’uomo era ubriaco quasi quanto me difficilmente avrebbe capito di che tipo di caduta stavo parlando. << Sembra ti amasse >> disse accigliato << Almeno sei fortunato, l’uomo che ami ha scelto te >>. << Io però non l’ho fatto >> dissi con rimpianto << Io ho scelto mio fratello, la mia famiglia, il mio lavoro >>. Ho sempre scelto loro sopra ogni cosa, anche sopra di te. Mentre tu, angelo, invece sei stato l’unico a scegliere sempre me, l’unico a non avermi mai abbandonato, non mi hai mai lasciato indietro come ha fatto Sam, non mi hai mai sottovalutato come faceva mio padre. << Codardo >> sussurro a denti stretti lo sconosciuto << Non è forse opera dell’uomo il motto dell’amore che vince sopra ogni cosa? Eppure, guardati, hai rifiutato l’uomo che dici di amare tanto >>. << Non è andata così >> mi giustificai scattando in piedi, cosa poteva sapere lui della mia vita da cacciatore? Della paura che domani non ci potrei più essere, ucciso da chissà quale mostro << L’amore non è come nei film, a volte non basta amare qualcuno, la famiglia o i nostri ideali si mettono in mezzo costringendo a scegliere, è in questi casi o sei abbastanza forte da ribellarti al ruolo in cui sei incastrato oppure rimani bloccato sotto il peso dei tuoi doveri >>. << Io invece credo che tu abbia solo scelto la via più semplice, quella conosciuta >> mi rimproverò serio. E aveva ragione, dannazione, come se aveva ragione, ma era difficile accettarlo.  << Ti sbagli >> dissi << Io ho scelto lui alla fine, ma era tardi, troppo tardi >>. Quelle parole ricaddero sulla mia testa rischiando di schiacciarmi, di bloccarsi nella gola e soffocarmi, mi sentivo così vulnerabile, così nudo davanti allo sguardo di un uomo che era come te, un amante respinto da un altro codardo come me. Così pieno di rimorsi barcollai fino all’uscio, ero così ubriaco che persi l’equilibrio dovendo così appoggiarmi allo stipite della porta, titubante dissi << Vai da lui o scrivigli un’ultima volta, ricordagli quanto valeva il vostro ‘noi’, non lasciare che sia troppo tardi >>. Avrei voluto aggiungere ‘come lo è per me’ ma non ci sono riuscito, la voce mi è mancata. Forse quell’uomo aveva ancora una possibilità per avere il suo felici e contenti, non osai voltarmi per scrutarlo per confermare se mi avesse sentito o meno, infondo era solo un consiglio di uno sconosciuto incontrato per caso in un pub, nulla a cui dare davvero peso. Quella notte crollai nel Impala, non so neppure dirti come ci arrivai in realtà ma appena toccai i sedili scomodi, la mente si stacco crollando nel vuoto. Al mattino mi sono messo a scrivere questa lettera seguendo il mio stesso consiglio, però sono consapevole che per me è troppo tardi, forse un giorno riuscirò ad accettare la tua morte e ascendere a patti con il tuo fantasma, o molto più probabilmente morirò prima. Castiel, mi dispiace, perdonami per averti amato quando era troppo tardi, per non essere mai riuscito a ripagare quella tua enorme bontà. Credimi se potessi darei la mia anima per la tua, ti darei il mio corpo come contenitore della tua grazia e morirei felice sapendoti con me.
 
Dean
 
Nessuno lesse mai questa lettera, Dean la seppellì insieme al trench dell’angelo in un luogo segreto, dove solo lui o Castiel l’avrebbero potuta trovare. Se l’angelo fosse tornato ancora una volta, resuscitato da chissà quale forza superiore l’avrebbe trovata lì ad attenderlo, anche se Dean per allora fosse morto, quella lettera sarebbe rimasta lì per l’angelo. Come però ho già accennato, nessuno la lesse mai, Castiel non torno mai indietro dalla morte, e quella lettera ancora oggi è in quel luogo seppellita dimenticata ora che anche Dean non è più su questa terra, chissà forse è stato fortunato e nella morte a potuto rivedere il suo angelo, ma questo a noi non è concesso saperlo.
   
 
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