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Autore: Sia_    14/08/2023    10 recensioni
“Per quanto dovremmo far finta di stare insieme?”
Fred le si è seduto a fianco, imita la stessa posizione della strega. “Quanto vuoi.”
“Ma è possibile che tu non abbia pensato a niente?”
Il gemello si mette a ridere, guarda il soffitto. “Sei tu quella brava con i dettagli, la mia parte era riuscire a convincerti.”
(Questa storia nasce dalla challenge "Il mio finto fidanzato!" indetta da Rosmary sul Forum della Penna.)
(Questa storia ha vinto il premio come "Miglior film romantico" agli Oscar della Penna 2024 indetti sul forum Ferisce la penna)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cormac McLaggen, Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
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Tu lo detesti e io lo detesto, non è già una buona ragione?

 

La fiamma della candela illumina alla perfezione i fogli di pergamena sulla scrivania, mentre lascia in penombra il resto del magazzino. Fred sta pensando che dovrebbe accendere un altro paio di lanterne, ma l’idea viene accantonata quando la porta alle sue spalle si apre prima del previsto. Non si è nemmeno degnato di bussare

“Benvenuto.” C’è una strana tensione nell’aria. Il gemello tamburella le dita su un barattolo di polvere da sparo, il vetro è freddo contro i suoi polpastrelli. 

“Scusa l’anticipo.” 

Fred si volta a guardare McLaggen, il metro e ottanta di mago che ha appena fatto irruzione nel retrobottega del suo negozio di scherzi. Alza l’angolo della bocca verso sinistra e adagia la schiena al ripiano di legno dietro di lui. “Non preoccuparti.” 

Cormac raggiunge il tavolo al centro della stanza. Sta nascondendo un’espressione disgustata: frequenta numerose botteghe per lavoro, ma trova che quella dei Weasley sia caotica, sopravvalutata, povera

“Ti ho portato gli ingredienti.” McLaggen ha abbandonato l’ambizione di diventare giocatore di Quidditch a livello professionale durante il suo ultimo anno, nel giro di qualche mese è finito a lavorare nell’azienda di famiglia di sua madre. Così adesso si occupa di smerciare ingredienti alle botteghe di Diagon Alley – riempie scaffali di pozionisti, bancarelle, farmacie e negozi di ogni sorta. 

La mano di Fred è lasciata a mezz’aria, sta aspettando i rendiconti che Cormac tiene nella tasca del lungo mantello di prima qualità. “C’è tutto?” 

L'altro alza un sopracciglio, sul viso gli si dipinge un’espressione seccata: non si fida? “C’è tutto.” Recupera le pergamene, le tiene tra l’indice e il medio e poi le lancia verso l’altro. È solo grazie a un Wingardium Leviosa castato dal gemello che i fogli non cadono a terra. Alla ricerca di un po' di luce, Fred dà nuovamente le spalle a Cormac, che ora si concede il diritto di sorridere soddisfatto. Farebbe bene a non fidarsi. Fred Weasley, come tutti gli altri clienti che passano sotto la sua penna, si trova sul conto un sovrapprezzo di almeno dodici falci per ogni ordine. Quanto sa essere stupida, la gente. 

“Vedi la Granger in questi giorni?” Cormac sta guardando verso gli scaffali alla sua sinistra, dove sono stipati gli ingredienti per le pozioni d’amore. Se guardasse a destra, troverebbe invece una montagna di oggetti babbani pronti per essere stregati. 

Il rumore della carta è l’unico suono che riempie il magazzino per quaranta secondi. Fred è curvo sulle pergamene, un ghigno gli è dipinto sul volto, “Hermione? Siamo entrambi alla Tana stasera.” 

Sul tavolo da lavoro compare d’improvviso un sacchetto di monete. “La tua paga.” Fred fa aderire i palmi delle mani al marmo, gli hanno detto che è la superficie migliore quando si ha a che fare con la polvere da sparo. “C’è tutto.” 

Cormac fa saltare la busta tra le mani. Lo irrita a dismisura il fatto che Fred Weasley abbia abbastanza confidenza per chiamarla per nome. “Di' alla Granger di accettare il mio invito per la festa, è una settimana che sto aspettando la sua risposta.” 

Il gemello sorride – è bravo a fingersi amichevole quando vuole. “Sarà fatto, McLaggen.” 

 

La bocca di Hermione rimane spalancata per dieci secondi. Fred si piega di qualche centimetro: che cosa uscirà di lì? Una fattura? 

Sono chiusi nella vecchia stanza dei gemelli, lei è seduta sul letto di George, mentre il mago è appoggiato al muro vicino alla finestra. Se lei lanciasse una maledizione, il mago finirebbe di certo per planare sull’albero di limoni del prato.

“Spero che tu non gli abbia detto che accetterò l’invito, sai benissimo quanto lo detesto.” 

“Non l’ho fatto.” Fred torna dritto, guarda fuori dalla finestra. Al piano di sotto la sua famiglia sta aprendo l’ennesima bottiglia di vino – alla Tana, i festeggiamenti sono iniziati ancora prima che nel Mondo Magico. “Gli ho detto che avrei riferito il messaggio.” 

Tra una settimana precisa è l’anniversario della morte del Signore Oscuro e la scuola per l’occasione sta organizzando una festa in Sala Grande. A Hermione sarebbe anche piaciuto andarci da sola, ma da quando ha ricevuto l’invito di Cormac via gufo è alla disperata ricerca di un accompagnatore. Ha pensato di chiedere a Ron o a Harry, ma è stata battuta sul tempo sia da Lavanda che da Ginny. 

Sorride, appoggia il viso al palmo della mano e decide che è meglio affrontare un problema alla volta. “C’è qualcosa che non mi stai dicendo.” Era da un po’ che Fred non le stringeva il polso con leggerezza, o che non si abbassava a sussurrarle di venire via con lui. Sono soliti essere molto meno furtivi, mentre battibeccano davanti alla famiglia Weasley. 

Fred incrocia le braccia al petto, il tessuto della camicia si fa teso all’altezza delle spalle. “Sono sette mesi che McLaggen aggiunge un leggero sovrapprezzo ai miei ordini, la cosa mi infastidisce parecchio.” 

“Smettila di rifornirti da lui.” 

“Mi piacerebbe, se non avesse tra le mani i migliori ingredienti sul mercato.” Fred e George sanno bene quanto sia difficile procurarsi alcuni dei prodotti che usano e, prima ancora di affidarsi ai McLaggen, si sono assicurati che la ricerca e la raccolta dei materiali fosse fatta a opera d’arte. “Sarebbe spiacevole cambiare fornitore.” 

Le labbra di Hermione diventano una linea sul volto. “Non accetterò il suo invito per sistemare un tuo problema.” 

Scrolla il capo, i capelli rossi vanno da tutte le parti. “Se c’è una cosa che voglio, è che non accetti il suo invito.” 

Hermione alza un sopracciglio, sistema i palmi delle mani sul letto e inclina la schiena verso la parete.

“Cormac è ossessionato da due cose: dai soldi e da te.” Si stacca dal muro con un colpo di schiena, in tre passi le è davanti. La strega non distoglie lo sguardo, nemmeno quando lui si piega sulla ginocchia per essere quasi alla stessa altezza. “Gli ho messo una Caccabomba nella tasca questo pomeriggio, spero gli sia esplosa in camera.” 

“Normalmente ti direi che trovo la cosa estremamente immatura, ma stiamo pur sempre parlando di McLaggen.” 

Fred sorride e inclina il collo per guardarla bene: pensa che Hermione sia bella, i lineamenti si sono fatti fini con l’età. “Ti va di far finta di essere la mia ragazza? Mi piacerebbe andare con te alla festa, sempre che tu non abbia già piani con qualcun altro.” Quando una leggera sfumatura rossastra fa capolino sulle guance della strega, Fred prova una piacevole sensazione allo stomaco e un ghigno malandrino gli spacca il volto a metà: si era dimenticato di quanto fosse appagante.  

“Non ho piani con nessuno, ma...” 

“Tu lo detesti e io lo detesto, non è già una buona ragione per accettare?” 

“Capisco andare alla festa, ma perché fingere di essere fidanzati?” Hermione arriccia il naso, sta stringendo le lenzuola tra le dita.

Le braccia di Fred penzolano tra le gambe. “Mi ha detto di spronarti ad accettare, se dovessimo andare insieme alla festa tanto per, si accorgerebbe subito che c'è qualcosa che non va: non ti lascerebbe mai in pace e io finirei sul lastrico. Non pensi che sarebbe peggio?” 

La strega scuote il capo, “Se vuoi tornare a pagare i suoi ingredienti al prezzo di mercato, dubito fortemente che stare insieme possa aiutarti.” 

Lui alza le spalle, si trattiene dal dirle che i Tiri Vispi sono uno dei negozi più fruttuosi di tutta Diagon Alley e che ha messo da parte abbastanza galeoni da non doversi momentaneamente preoccupare – potrebbe venirle un colpo a immaginare quante Merendine Marinare sono in giro per la scuola ora che lei non perlustra i corridoi. “Per cifre così, il prezzo conta poco.” 

Un’espressione confusa le si dipinge in volto.

“Può arricchirsi a dismisura.” Fred si dà una spinta con le ginocchia e torna in piedi. Infila le mani nelle tasche dei pantaloni neri: Hermione pensa che sia bello. “Cormac mi crede molto più stupido di lui, immagina come si sentirebbe a sapere che la ragazza con cui vuole stare ha scelto me.”  

Lei sospira, guarda il pavimento di legno. Le sta davvero regalando l’occasione perfetta, “Non sono una brava bugiarda.” 

Fred si è preso una sbandata per poche donne nella sua vita: Angelina è stata la prima, poi ne sono venute altre. Per esempio Hermione gli si è conficcata nel petto l’ultimo mese di scuola: non le ha mai detto niente, convinto che a non vederla più i sentimenti sarebbero semplicemente scomparsi. Per un po’ è stato così, ma ora è più difficile tenere a freno il cuore se lei risponde a ogni sua provocazione. Se lei gli tiene testa come nessuno mai, se lei a volte gli sorride e gli dà ragione. Se lei profuma di giglio quando si abbassa per sussurrarle all’orecchio. 

Si inclina in avanti, si ferma giusto a qualche centimetro dal suo volto. Aspetta che sia la strega a far aderire le loro fronti. Avvicinati. “Abbiamo un’intera settimana per essere convincenti.” 

“Credi che sia sufficiente?” I capelli del gemello le solleticano la pelle, si affretta ad annullare la distanza. 

Il naso di Fred sfiora quello di Hermione, la risposta che le dà è una firma sulle sue labbra. “Tanto vale tentare.” 

 

“Per quanto dovremmo far finta di stare insieme?”

Fred le si è seduto a fianco, imita la stessa posizione della strega. “Quanto vuoi.”  

“Ma è possibile che tu non abbia pensato a niente?”

Il gemello si mette a ridere, guarda il soffitto. “Sei tu quella brava con i dettagli, la mia parte era riuscire a convincerti.”

 

Hermione ha baciato svariate persone nella sua vita, ma non si è mai sentita così. Sono passate tre ore da quando Fred le si è avvicinato, mani in tasca e ghigno malandrino sul volto, e le ha rubato le labbra. Allora perché non riesce a mandar via quel piacevole dolore alla bocca dello stomaco? 

Sente gli occhi di Fred addosso, ricambia lo sguardo. Sono seduti a tavola col resto della famiglia Weasley, davanti a loro il piatto del dolce è ancora mezzo pieno. Lui le sorride e la fossetta sulla guancia mangia almeno undici lentiggini. 

 

“Dovremmo trattarci meglio.” Hermione ha allungato le gambe e accavallato le caviglie.

“D’accordo.” 

La strega alza gli occhi al cielo e sbuffa. “Non sto scherzando, dobbiamo sembrare innamorati.”

“Nemmeno io sto scherzando.”

 

George non è sorpreso quando la sua brutta copia si alza dal tavolo e segue Hermione verso l’appendiabiti. Trova la cosa sorprendente naturale, probabilmente perché non è nuovo al fatto che i due siano in grado di andare d’accordo per più di dieci minuti. Ricorda ancora quando rientravano in Sala Comune a notte fonda e Hermione era lì ad aspettarli con un cipiglio arrabbiato: incredibile come i punti sottratti fossero sempre meno di quelli previsti, suo fratello era (è) bravo a trattare con lei. 

“Vai via anche tu, Freddie?” Molly ha la bacchetta in mano, sta incantando le stoviglie che volano una a una verso il lavatoio in cucina. 

“Accompagno Hermione a casa.” 

“Oh, certo.” La signora Weasley non ci dà subito peso, è solo quando ripete a mente le parole del figlio che si gira verso la porta, dove Fred sta aiutando Hermione a mettersi il cappotto. “Come?” 

La strega sente che la mano del gemello le si posa intorno alla vita, la stringe a sé. “Ci siamo dimenticati di dirlo, vero?” Domanda, “Io e Hermione ci stiamo frequentando.” 

 

“Dobbiamo proprio?” 

“Possiamo anche non dirglielo, ma alla festa dovremmo vedercela con quel viscido di Cormac e con la mia amorevole madre.” Per il resto la sua famiglia è innocua.

“Non è un pensiero particolarmente piacevole.” 

 

Fred va a farle compagnia in pausa pranzo per tutta la settimana, dice che hanno bisogno di abituarsi uno alla presenza dell’altro e che tanto il negozio lo guarda George. La prima volta che se lo ritrova fuori dall’ufficio, Hermione ha un colpo al cuore: la voglia di umiliare Cormac può arrivare a tanto? Non gli chiede niente, si limita a lanciare uno sguardo alle scartoffie ministeriali che ha sulla scrivania e a decidere che per una volta può prendersi il lusso di posticiparle. 

Il secondo giorno, percorrendo i corridoi del Ministero, Hermione si mette a studiare la camminata del gemello. Sorride al pensiero che non è cambiata così tanto da quando andavano a scuola. 

“Cosa ti va di mangiare oggi?” Le domanda, è davanti a lei di pochi passi e ha le mani nelle tasche della mantella.

Hermione trova che si sia fatto molto più bello, deve essersi alzato di qualche centimetro. È in quel momento che lui si gira: gli occhi ambrati di Fred si scontrano con quelli nocciola della strega. Arrossisce e distoglie lo sguardo. “Ho scelto io ieri, fai tu.”

Fred mugugna, ci pensa su mentre sorpassano la nuova fontana di marmo. “Ti va di passare da me? Preparo qualcosa di veloce.” Le allunga una mano prima di inclinarsi verso le fiamme verdi di uno dei caminetti. Le offre la possibilità di scegliere se rimanere o meno, si teletrasporta solo quando le dita di lei sono strette alle sue. 

 

Caro Cormac McLaggen, 

Sono lusingata di aver ricevuto il tuo invito alla festa. Sfortunatamente sono costretta a declinarlo, quella sera sarò accompagnata dal mio fidanzato. 

Ti auguro una buona settimana, 

Hermione Granger

 

L’aria primaverile di quella sera è resa più fresca dalla pioggia. La finestra dell’appartamento di Hermione è aperta, il rumore della penna contro il foglio si confonde a quello delle gocce che cadono sul balcone. 

Fred le posa la tazza di tè accanto. “Lusingata? Sfortunatamente?

Mentre lui si slancia in avanti, con una mano aggrappata allo schienale della sedia, gli occhi di Hermione cadono sulla manica del largo maglione indossato dal gemello: si sforza di non arrossire, per quanto mantenere un certo contegno si stia rivelando di ora in ora più difficile. Non è certo la prima volta che lo vede in abiti comodi, ma il pensiero che li stia indossando a casa sua, di sera, le toglie il fiato. “Se hai tanto da ridire, puoi scriverla tu.”

Fred le sta studiando l’incavo del collo: non le è mai stato così vicino da quella prospettiva. Chissà com’è toccarla lì. “Io non scrivo lettere” dice alla fine, allontanandosi a recuperare la sua tazza.  

“Lo so.” C’è una punta di amarezza nel tono di Hermione, ma non dà il tempo al gemello di ribattere. “Per questo non dovresti mettere il naso nella mia posta.” Si ruota sulla sedia per guardarlo meglio, sta bevendo un sorso di tè. 

Per un secondo pensa che non risponderà alla sua provocazione, perché lui distoglie lo sguardo e lo lascia cadere nel liquido marrone. “Dammi la piuma” annuncia invece. 

“Come?” 

“La scrivo io.” 

Lei alza un sopracciglio, è piuttosto divertita. “Tu odi….” 

Fred scrolla il capo, appoggia la tazza al bancone della cucina. “Non è vero che odio scrivere lettere, è che faccio fatica a mettere su carta quello che penso, ho sempre la sensazione che non arrivi come dovrebbe. Fortunatamente per Cormac, l’odio che provo nei suoi confronti è molto concreto.” 

 

McLaggen, 

Davvero pensi che io possa farmi vedere in giro con uno come te? 

“Sei andata a una festa di Lumacorno con lui?” Hermione annuisce senza pensiero, ha lo sguardo perso a studiare le vene sulla mano del gemello. 

Ho commesso l’errore di uscire con te una volta, è stato molto stupido da parte mia. Ripenso a quel giorno come il più brutto che abbia mai vissuto.

Nel caso lo volessi sapere comunque, ho intenzione di venire col mio ragazzo che è molto più bello, intelligente e simpatico di te.

Granger 

 

“Non gli spedirò mai questa lettera.”

“Sei antipatica.” Fred però si è messo a ridere, contagia anche lei. 

 

Buongiorno Cormac, 

Ti ringrazio per l’invito, ma devo rifiutare. Quella sera sarò accompagnata dal mio ragazzo. 

Ti auguro una buona settimana, 

Hermione Granger

 

Cormac ci mette ventisette minuti a trovarla. Si accorge di lei in un breve momento di tranquillità, probabilmente dovuto al fatto che suo padre si è allontanato per parlare di lavoro con un vecchio collega. Hermione è in piedi a fianco a una delle colonne del salone, è sola

“Granger.” 

Gli occhi nocciola della strega gli sono subito addosso, si sente improvvisamente teso. Ci mette un attimo a ritrovare il suo coraggio, visto che ha tutta l'intenzione di comportarsi come se non avesse mai ricevuto una lettera di risposta. “Sei molto bella stasera.” Hermione sorrideè un buon inizio. Si fa più dritto, liscia la giacca su misura comprata per la serata: crede che così riceverà un complimento di rimando. Invece a riempire il silenzio è la voce fastidiosa di qualcun altro. 

“Vero?” Fred Weasley si sta avvicinando con due calici, uno finisce in mano alla strega. “È la prima cosa che le ho detto quando sono andato a prenderla.” Concentra la sua attenzione su di lei, “Il vino è fermo, va bene lo stesso?”

Andato a prenderla?! Cormac mantiene la calma, si schiarisce la gola. Non può certo essere che il fidanzato della lettera sia… Ma no. “Grazie per esserti disturbato, sarebbe stato un peccato non incontrarla stasera.” 

Il gemello annuisce, cerca di non scoppiare a ridere e si gode l’espressione accigliata di Hermione. 

“Mi fa molto piacere vederti, Cormac.”

“Sembra di essere a una festa di Lumacorno, ti ricordi quando ci siamo andati insieme?” 

Oh, per Merlino. “È stata una bella serata.” Più che altro, è stato un buon allenamento per i tornei mondiali di nascondino. 

“Era quella in cui hai mangiato palle di drago? Dicono siano buonissime.” Fred si porta il calice alle labbra, nasconde il ghigno malandrino dietro al bicchiere. 

 

Fred l’ha invitata a ballare, l’ha baciata cinque volte, le si è seduto a fianco durante il buffet, si è messo a parlare con i suoi colleghi – è bravo pure nel fare conversazioni impegnate. È un finto fidanzato talmente bravo che ha convinto anche McLaggen. 

“Da quanto esci con Weasley?” Cormac si è aperto la giacca, trova che cominci a far caldo lì in Sala Grande. 

Sono seduti da soli a un tavolo circolare, il gemello è andato a chiacchierare con Lee e George in giardino – una festa del genere non sarebbe la stessa senza fuochi artificiali. “Da febbraio, più o meno.” 

La gamba sinistra del mago fa su e giù con impazienza, è probabile che dovrà lisciare la pelle della scarpa con un incantesimo per togliere la piega di quel movimento. “Non ti facevo una in grado di uscire con un sempliciotto come lui.” 

Cormac si è preso una sbandata per la Granger durante l’ultimo anno. Lei era tornata a scuola diversa, più matura. Aveva perso per strada la goffaggine e camminava per i corridoi con decisione e sicurezza. Che fosse la migliore amica di Harry Potter e che fosse talmente intelligente da poter ambire al Ministero, erano solo motivi in più per convincerlo a provarci. Lo manda in bestia l’idea di non essere mai riuscito a ottenere la sua completa attenzione. Come fa a non rendersi conto che potrebbe puntare più in alto? Fred è solo un piantagrane di prima categoria. 

Le labbra di Hermione si distendono in un sorriso. 

“Sono sette mesi che mi sta pagando più del previsto, non se n’è mai accorto.” Cormac lancia un’occhiata ai suoi genitori: è probabile che stiano cercando nuovi acquirenti. Sono stati i contatti dello zio Tiberius al Ministero ad aver reso l’azienda di sua madre ancora più fruttuosa, ma non fa male tentare di espandere la clientela. “Solo uno stupido può farsi truffare così facilmente,”

“Dici?” Hermione accavalla le gambe, lo spacco la scopre fino alle cosce. A Fred importa poco del prezzo che paga, è invece turbato all'idea di non sembrare una persona intelligente. Eppure lei, da prefetto-perfetto, ritiene che anche la truffa sia fastidiosa. “Dopotutto siete i migliori fornitori sul mercato, dubito che abbia voglia di vendere prodotti più scadenti solo perché gli ingredienti costano un po’ più del previsto.” 

Cormac rimane spaesato, smette di muovere il piede. E se tutti quelli che rifornisce se ne fossero ugualmente accorti senza dire niente? Se fosse lui il sempliciotto? Sbuffa divertito. “Non ho speranze, eh?” 

La strega si stringe nelle spalle. Come dirgli che nessuno ha mai avuto speranza con lei, al di fuori di Fred? Le scombussola l’anima da quando ha sedici anni. 
 

1995

A notte fonda solitamente la Sala Comune è immersa nel silenzio. Quel giorno però la calma viene rotta da un tenue rumore di pagine: Hermione è seduta sulla poltrona del piano ammezzato a leggere un libro. Si è fatta piccola, ha stretto le gambe al petto e appoggiato Storia di Hogwarts sulle ginocchia. Il fuoco del caminetto davanti a lei sta scoppiettando senza sosta.

È lì da almeno mezz’ora, quando sente il ritratto della Signora Grassa che si apre e dei passi rimbombare nel cunicolo di entrata. Lascia il libro sul tavolo, si avvicina alla balconata e guarda giù: Fred Weasley è fermo al centro della stanza, ha le mani nelle tasche dei pantaloni della divisa, mentre la cravatta è allentata e i primi due bottoni della camicia sono aperti.

“È tardi.” Lo sguardo del gemello si sposta dalla finestra che dà sul lago a lei, quando la mette a fuoco sorride maliziosamente. 

“Anche tu dovresti essere a dormire.” È difficile addormentarsi se pensa che domani lui se ne va da Hogwarts. Stringe la presa sul corrimano: odia Fred Weasley, sente che è stata la miccia di una spietata guerra civile tra i suoi sentimenti e la sua razionalità. 

Il gemello inclina il collo, ha i capelli lunghi e alcuni ciuffi di capelli rossastri adesso penzolano a mezz’aria. Trova che Hermione sia insopportabilmente carina. È tentato di dirglielo, poi si ricorda che è troppo tardi. “Salgo da te” dice alla fine.

La Sala Comune si riempie del rumore che gli stivaletti di Fred fanno contro il legno delle scale. La strega lo aspetta, si tiene alla balconata con una sola mano, l’altra l’ha sul fianco. 

“Che stavi facendo?” 

“Leggevo.” 

Fred ghigna. Importa davvero che sia troppo tardi? Certo, perché il gemello non scrive lettere e Hermione non è così sicura di sopportarlo abbastanza. “Tipico di una So-tutto-io.” 

Lei arrossisce, ma alza gli occhi al cielo. “Eri fuori a far danni?” 

Annuisce, si inclina in avanti. “È un problema?” Si ferma prima di far aderire le loro fronti: vuole che sia lei a scegliere se è il caso di andare avanti. 

Le pupille nocciola di Hermione lo guardano con innocenza, allo stesso tempo sono piene di paura e di desiderio. Vorrebbe avvicinarsi, affondare le mani nei suoi capelli rossastri e firmare un armistizio per quel conflitto. Ma non ci riesce. “Domani mi toccherà togliere un sacco di punti ai Grifondoro.” Si allontana a prendere Storia di Hogwarts

Il gemello torna dritto, pensa che domani non avranno il tempo di vedersi. “Non vedo l’ora.” 

“Buonanotte, Fred.”

“Notte.” 
 

 

“Mi hanno riferito che McLaggen è battuto in ritirata.” 

Hermione è piegata sulla balconata di pietra del giardino, sotto di lei una delle numerose fontane della scuola fa zampillare fiotti di acqua colorata. Il cuore del gemello ha un mancamento: si era accorto di quanto fosse elegante, ma a vederla così non riesce a non pensare che sia estremamente bella. 

Si gira a guardarlo, la schiena aderisce al corrimano. “Chi te l’ha detto?” 

“McLaggen.” Fred tiene la giacca sulla spalla con due dita, l’altra mano è nascosta nella tasca dei pantaloni. In sette passi le è davanti. “Si è avvicinato con talmente tanta prepotenza che credevo  mi volesse dare un pugno, invece si è scusato." 

“Cormac?” 

Lui annuisce, “Che gli hai detto?” 

“È ininfluente.” Hermione inclina il capo, sta sorridendo. 

Fred appoggia prima la giacca e poi i palmi alla pietra. La strega adesso è intrappolata tra le sue braccia, l’aria che respira prende il sapore dell’erba tagliata. “A me sembra che sia importante.” 

Le dita della strega si aggrappano alla camicia del mago, quelle della mano sinistra salgono fino alla scapola, mentre quella della destra vanno a solleticargli il collo. Fred prende un lungo respiro prima di abbassarsi a baciarla. Le labbra di lei sono sottili, ma soffici. Hermione socchiude la bocca, la lingua del gemello si fa spazio e incontra quella di lei. È un contatto pungente, sa di vino bianco. Qualche attimo dopo il gemello si allontana, la bacia a stampo due volte e comincia a imprimere le labbra sul sentiero che va dalla sua guancia al collo. È un piacere sentirla sospirare a ogni movimento. Si ferma all’altezza della clavicola. “Che gli hai detto?” 

Lei apre gli occhi e il nocciola si fonde col colore ambrato di quelli del gemello. “Che sei insopportabilmente intelligente.”

“Ah sì?” Le voci di qualcuno in prossimità della fontana costringono il gemello a farsi indietro. “Allora credo che McLaggen non sia più un problema.” 

Hermione annuisce con un movimento del capo, lascia cadere le mani lungo i fianchi. “Quindi…” quindi in fondo possiamo chiuderla qui, no? Io ho sistemato il problema, tu hai sistemato il problema. 

“Quindi?” Fred si mette dritto, la pelle gratta al contatto con la pietra. Ci sono due motivi per cui ci teneva a far finta di essere il suo ragazzo: dimostrare di essere molto più furbo e intelligente di Cormac e… e dimostrare a Hermione che valeva la pena stare insieme. 

“Non credi che sarebbe strano se ci lasciassimo subito dopo la festa?” 

Il gemello si mette a ridere, copre il viso con il palmo della mano. “Hermione.”

“Mh?” Lei ha incrociato le braccia al petto, il rossore che le imporpora le guance è nascosto sotto un’espressione infastidita: come può mettersi a ridere in un momento del genere? 

 “Tu mi piaci, fa paura quanto io… ” Le parole del gemello si spezzano a metà: fa paura come davanti a lei, Fred si faccia più morbido, come le si aggiusti a fianco. Come il suo modo di fare cambi in relazione al fatto che lei sia o meno presente nella stanza. Fa paura come abbia sempre voglia di provocarla. 

La strega socchiude le labbra, la presa delle braccia si è affievolita. 

 “... tenga a te.” Sbuffa divertito, poi sorride e la fossetta mangia undici lentiggini. “Sei piuttosto tonta, per essere una So-tutto-io.” 

“Fingerò di non aver sentito l’ultima parte.” Con molta probabilità il cuore finirà per romperle le costole. Invece a scoppiare è un fuoco artificiale alle sue spalle, si spande nel cielo e copre la luce delle stelle. Hermione si gira ad ammirare lo spettacolo.

Fred le si mette vicino e le cinge la vita. “Che mi dici della prima?” Le sussurra all’orecchio, provocandole un brivido lungo la schiena. 

“Che nonostante la tua insopportabile intelligenza, sei piuttosto tonto.” Il capo di Hermione si sistema meglio sulla spalla di lui. “Mi piaci anche tu, Weasley.”

Il gemello ghigna, la stringe a sé. 

 

Cormac rimane sulla soglia del magazzino. Il sacchetto che tiene tra le mani è più povero di dodici falci: non ha intenzione di ridare indietro un solo galeone, ma gli sta bene essere un po’ più onesto di prima. “Senti, Weasley.”

Fred lo guarda, abbassa la bacchetta che stava incantando il mestolo di un calderone. “Sì?”

“Temo che l’ultima volta che sono stato qui mi sia caduta una Caccabomba in tasca… sai per caso come far andare via l’odore?” 

Le labbra del gemello diventano una linea sul suo volto, cerca in tutti i modi di non scoppiare a ridere. “Da dove ti serve togliere la puzza?” 

Cormac sbatte a terra il piede, incrocia le braccia al petto. Che differenza fa? “Da camera mia, non riesco ancora a dormirci”  gli risponde comunque, infastidito. 

Fred si volta in fretta, solo quando è di spalle il viso gli si dipinge con un ghigno malizioso. “Dovrei aver qualcosa, aspetta.” Tira fuori dal cassetto della scrivania un piccolo cubo aspira odori. “Offre la casa.”


 



Questa storia nasce dalla challenge Il mio finto fidanzato! indetta da Rosmary sul Forum della Penna.

Onestamento ho amato cimentarmi con questa trama: trovare un espediente che mettesse insieme Fred e Hermione non è stato semplice, ma Cormac mi ha agevolato molto il lavoro. Spero di aver reso tutti e tre i personaggi abbastanza IC, specialmente McLaggen che tratto poco. Riguardo a lui, sappiamo solo che la sua famiglia è molto influente, grazie allo zio Tiberius che lavora al Ministero. Così mi sono chiesta: ma dalla parte di mamma, invece? E così è nata l'idea di una azienda di famiglia che fornisce ingredienti un po' a tutti i negozi di magia. 

Prendo un paio di righe per ringraziare chi ha letto questo storia. Vi mando un abbraccio, 
Sia 
❤ 

   
 
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