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Autore: Nemesis01    17/08/2023    0 recensioni
Benjamin Lockhart si è da poco trasferito ad Aberdeen per andare a vivere con suo padre. Ispirato da sua madre, sacerdotessa wiccan, con cui ha vissuto fino a pochi mesi prima, Benjamin cerca sempre di essere in pace con se stesso e la natura. È, però, un ragazzino schivo che fatica a fare nuove amicizie e a cui non piace parlare. Preferisce di gran lunga la cucina, che trova una scienza affidabile e curativa alla pari dell'esoterismo che gli è stato insegnato dalla madre. Ismael MacGairbheith, invece, è nato e cresciuto ad Aberdeen. Dichiaratamente gay, va alla ricerca di relazioni amorose complicate perché ha imparato a gestire solo i drammi. Chissà, però, come saranno le loro vite quando inizieranno a intrecciarsi...
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 02.
La festa



- Ecco, mi ha dato buca. Me lo sentivo troppo, - borbottò un ragazzo seduto al bancone dello Slains Castle. Il locale era pieno zeppo di teenagers vestiti di nero che se la spassavano ballando al ritmo di musica elettronica ad altissimo volume. - Un altro coca e rum... -
- Ssshh, attento che ti sentono, -  rispose l'amica seduta accanto a lui al bancone. - Poi Kelly viene a saperlo e buonanotte! -

- Sono £6.50, - disse un ragazzo dai capelli rossi, lo stesso di quella mattina. A differenza di tutti gli altri, che erano mascherati per mantenere viva l'ambientazione horror del locale, indossava dei semplicissimi abiti scuri e un panciotto gessato abbinato alle converse. Non aveva l'aria di uno della famiglia Addams, ma poteva passare per una vittima innocente senza alcun problema. Benji aveva gli occhi piantati sulla macchinetta del chip&pin dopo che il ragazzo gli aveva dato una carta, Lui lì nemmeno ci voleva andare, era colpa di suo padre: per favore, vieni, ti diverti, conosci qualche bella ragazza, poi di quello nuovo non mi fido ancora, se si prende i soldi, mica posso fare tutto io... e allora si era lasciato convincere, come sempre, e, sorridendo di circostanza, restituì al ragazzo la carta con lo scontrino.

- Bah, Kelly, - commentò il biondo nel pagare poi, tutt'a un tratto, la persona che lo stava facendo penare comparve dietro di lui, dandogli una pacca sulla spalla.
- Ehi! - esclamo Ismael, proprio lui, stavolta senza cappellino e coi capelli corvini sistemati in maniera completamente casuale.  - Scusa per il ritardo, ho avuto un contrattempo! -

Anche Benjamin ricordò la voce del ragazzo appena arrivato e trattenne uno sbuffo mentre prendeva un altro ordine, sperando di non essere notato dallo stalker del bagno.

- Oh, eccoti! Sapevo saresti arrivato amico, figurati, ero qui ad aspettare, - rispose il ragazzo biondo e l'amica scosse la testa, dato che fino a due secondi fa si stava disperando.
Ismael gli cinse le spalle con un braccio e rise. - Bella festa, eh? - chiese, mentre il biondo sembrava imbarazzato e si guardava intorno preoccupato.
- Non qui, - bisbigliò.
Tuttavia, Ismael non si mosse e sorrise dolcemente in direzione del barista, riconoscendolo. - Ah, ecco, quindi lavori qui! Scommetto che nessuno t'aveva detto niente. -
Benjamin scrollò le spalle e fece cenno di "no" con la testa, poi riprese a ignorarlo mentre prendeva le ordinazioni dei drink. Aveva il suo fascino, soprattutto vestito in quel modo, e non erano poche quelle che lo fissavano da lontano sperando di esser guardate. Ma Ben sorrideva di circostanza quando restituiva le carte o dava il resto, e soffriva nel non potersi grattare gli occhi per non far sbavare il kajal.
- E quando finisci di lavorare? - chiese Ismael, fissandolo a sua volta mentre il biondo sembrava seccato per un paio di validi motivi. Lo smanicato di pelle che indossava era costellato di borchie che scintillavano sotto i fari colorati.
- A orario di chiusura, - rispose, con tono d'ovvietà, il ragazzo che sussultò quando un collega fece cadere un bicchiere per terra.
- Scusa Benji, io... -
- Tranquillo, non fa niente! -
- Allora c'è tempo! - rispose Ismael sorridendo ancora in quel modo anche se il barista non lo calcolava nemmeno di striscio, poi osservò la sua reazione tranquilla e gentile al piccolo disastro del collega. Chissà, forse era proprio lui a stargli sulle scatole e perciò l'ignorava così anche se cercava di fare conoscenza.
- Tempo per cosa? - domandò Benjamin. Poi si chinò a raccogliere i cocci del bicchiere, con Arnold che gli diceva di prestare attenzione.
- Per una chiacchierata? - propose Ismael con aria ovvia e innocente, sporgendosi oltre il bancone per guardarlo. - Dato che sei qua, pur involontariamente... -
Benjamin roteò gli occhi e buttò i cocci nella pattumiera, per poi sciacquarsi le mani sotto l'acqua bollente.  - Non sono un tipo da chiacchierata. -
Ismael fece spallucce e si rivolse al biondo che gli stava accanto. - Tutti così, voi finti etero. Scorbutici e repressi. -
- Finti etero? - domandò Benjamin, guardandolo stranito. Ma cosa voleva quel ragazzo da lui? E che cosa poteva mai saperne, lui, del suo orientamento sessuale?
- Finti etero gnorri, - si corresse il ragazzo ridendo, poi poggiò i gomiti sul bancone. - Un Jaeger, bellino! -
- Sono £8.00, bellino, - rispose l'altro facendogli il verso, poi fece segno ad Arnold di preparare il drink.
- Oh, che dolce, - rispose genuinamente Ismael, trattandolo un po' da ragazzino dato che era comunque più giovane di lui di un paio d'anni. Cercò il portafogli nella tasca del giubbotto e gli porse la carta. Ben gli rivolse un sorrisino acido, poi afferrò la carta di lui e la inserì nella macchinetta che porse all'altro.
- Sei carino quando fai le faccette! - esclamò Ismael, ammiccandogli, e rimase a guardarlo mentre terminava la transazione restituendogli il terminale. Il biondo attendeva pazientemente e intanto teneva il braccio attorno alla vita di Ismael con discrezione, nascosto dal bordo inferiore della giacca di quest'ultimo, ad accarezzargli piano un fianco. Benjamin tolse poi la carta dal terminale e gliela restituì insieme allo scontrino. - Tieni, tra due secondi avrai il tuo drink, - disse, e bisbigliò qualcosa all'orecchio di Arnold prima di uscire dal bancone e dirigersi verso la porta d'ingresso del locale.

Ismael sbuffò vagamente per non essere stato considerato dopo il complimento, poi lo seguì con lo sguardo e domandò all'altro barista: - Ma che fa? -
Arnold rise piano porgendogli il bicchiere con il drink, e gli si rivolse un tono gentile. - È andato a fumare! -
- Aaahh, quasi quasi mi faccio una sigaretta anche io! - Ismael sorrise e si liberò dalla presa del biondo che fece per protestare ma lui gli posò un dito sulle labbra. - Un attimino! È una questione di principio, - gli disse, e si allontanò verso l'uscita dimenticandosi dello Jaeger.
Benjamin era poggiato contro un muretto, con una mano nella tasca e l'altra a reggere una sigaretta che aveva appena allontanato dalle labbra per cacciare via il fumo. Ismael lo osservò un istante e pensò che se solo fosse stato un poco più avvicinabile sarebbe stato proprio carino passare un po' di tempo con lui. Con quell'aria da etero convinto. Sì, lui proprio non aveva dubbi a riguardo del fatto che fingesse.
- Mi offri una sigaretta, bellino? - gli chiese con un sorriso, poggiandosi proprio accanto a lui.
- Se te la offro, la smetti di seguirmi? - domandò di rimando Benjamin, allungandogli il pacchetto.
- Forse, - concesse il ragazzo ridendo, pensando che scherzasse, o forse perché ne aveva visti tanti di scorbutici come lui. Gli sorrise e prese una sigaretta, mettendosela tra le labbra per poi sporgersi verso di lui per farsela accendere.
- Pure! - esclamò Benjamin roteando gli occhi, per poi avvicinare l'accendino alla sigaretta di Ismael, per accendergliela.
- E dai, non fare lo stronzetto, - gli intimò Ismael fingendosi minaccioso, ma in realtà sembrava solo un ragazzino irriverente. - Perché fai sempre l'antipatico? È per salvare le apparenze? - chiese. Sembrava farsi serio.
- Oh ma sei fissato, tu, le apparenze, il fingersi etero! Ma che problema hai? - domandò Benjamin facendo un altro tiro alla sigaretta.
- Quindi mi sono sbagliato? -  chiese suonando innocente e genuino. - È che mi sembri proprio il tipico finto etero, e di solito ci prendo! Senza offesa, eh, non ho niente contro gli etero, - specificò, in uno strano paradosso, facendo anellini di fumo.
- Perché non dovrei essere etero? - domandò Benjamin che, in fondo, si era sempre immaginato etero, anzi aveva dato per scontato di esserlo, ma non si era mai davvero interrogato sulla propria sessualità. Una volta era uscito con una ragazza, si erano dati un bacio, gli era piaciuto, lei gli aveva anche fatto una sega, e andava bene così. 
- Non lo so, è che il mio gaydar è impazzito appena ti ho visto! - rise l'altro gesticolando teatralmente con la mano che teneva la sigaretta. - Forse è il mio subconscio che spera vivamente tu sia gay davvero, boh! -
- Quindi ci vuoi provare con me? - domandò Benjamin con curiosità, sollevando un sopracciglio.
- Se mi fai questa faccina scazzata come faccio a dire di no? - rispose Ismael, e gli soffiò il fumo in faccia prima di fare un altro tiro. Benjamin spostò via il fumo smuovendolo con la mano, poi scrollò le spalle.
- Mi dispiace per te, ma non sono interessato, - rispose Benjamin. Fece poi l'ultimo tiro, gettando il mozzicone in un cestino lì vicino.
- Ma non può essere! Il mio gaydar non sbaglia mai! - Ismael si si avvicinò al ragazzo e poggiò il mento sulla sua spalla, guardandolo da vicino. - Scommettiamo? -
- Fa un po' come ti pare... - disse Benji, scrollando le spalle mentre lo guardava di sottecchi. Sbuffò e poi si staccò da lui. - Ora torno a lavorare. Goditi la tua festa. -
Ismael non gli diede il tempo di allontanarsi che lo attirò per la nuca e lo accostò a sé per pressare le proprie labbra contro le sue. Provò una violenta scarica elettrica nel farlo e perciò sgranò gli occhi per un istante, poi sorrise e lo lasciò con uno schiocco.
- Ma che fai? - domandò Benjamin, che sembrava mantenere una certa calma, o meglio, non mutare affatto quel fare scostante di sempre. Scosse la testa, perché non voleva neanche parlare di quel bacio che lui gli aveva rubato e tornò al bancone del bar. Era la prima volta che un ragazzo lo baciava.

Ismael rimase a osservare il ragazzo andare via in silenzio mentre gli ultimi millimetri di sigaretta prima del filtro si fumavano da soli. Anche se Benjamin aveva reagito in quella maniera fredda e indifferente, magari anche un po' schifata, lui sorrise tra sé e sé perché era proprio bello ed era contento di averlo baciato. Spense il mozzicone contro il muretto e lo gettò oltre quest'ultimo. Chissà, forse si era sbagliato davvero.

Tornò in sala e si avvicinò al ragazzo che l'aveva atteso tutta la sera.

 


*
ndA
Spoiler-non spoiler: non sono riuscita a disegnare, ma questo ce lo aspettavamo tutti.  
Nel frattempo, vi ringrazio per aver letto fino a qui e vi ricordo che la storia verrà aggiornata ogni mercoledì su wattpad e ogni giovedì su efp. 
Un abbraccio a tutti <3

   
 
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