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Autore: luvsam    19/08/2023    3 recensioni
“Quei poveri ragazzi, povere mamme”
“Tutta la comprensione di questo mondo, Brenda, ma io non ho mai voluto mandare i miei figli a Camp Oljato, quel posto è marcio fino al midollo”
“Lily, non mi dire che credi alle sciocchezze raccontate da quel pazzo?”
“Non le ha raccontate solo lui, negli anni altri hanno visto”
“Ma per favore, è una storia inventata”
“Sarà, ma i due bambini sono scomparsi proprio nella capanna dei ritratti, e poi sai come si dice, vox populi, vox dei”
L’istinto di cacciatore cominciò a vibrare e il giovane Winchester ebbe la sensazione che qualcosa non quadrasse in quella storia.
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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Il giorno dopo Sam si svegliò intorno alle tredici, ma non aprì subito gli occhi perché aveva notato con sollievo che il dolore era andato via. Voleva godersi la pace dopo il nuovo attacco di emicrania, soprattutto perché, anche se aveva evitato di dirlo a Dean, stava diventando sempre peggio: più chiare erano le visioni, più intensa era la sofferenza.
Apprezzò anche il fatto che non ci fossero particolari rumori nella stanza, anzi non ce n’era nessuno, così si voltò istintivamente verso il letto accanto al suo e lo vide vuoto. Si tirò sui gomiti e perlustrò senza risultato la stanza alla ricerca di suo fratello.
“Dean”-chiamò.
Nessuno rispose al suo richiamo dandogli la conferma di esserne l'unico occupante e solo allora guardò la sveglia sul comodino. Rimase sorpreso per l’orario, aveva smesso di dormire per tante ore in maniera continuativa da quando era tornato sulla strada, poi si rese conto che non era anomalo che crollasse dopo una visione, piuttosto che Dean lo avesse lasciato solo. Era abituato a incrociare appena sveglio il suo sguardo apprensivo perché per il suo custode non era molto differente vegliarlo durante una febbre infantile, o dopo aver ricucito uno squarcio, souvenir di qualche mostro, non si schiodava dal suo fianco fin quando non stava bene.
L’assenza era per questo piuttosto strana, così Sam prese il cellulare dal comodino e stava per selezionare il numero di suo fratello quando Dean fece la sua comparsa.
“Ehi, sei sveglio. Come ti senti?”-chiese appoggiando le chiavi dell’Impala sul tavolino accanto alla porta.
“Bene, credo. Dove sei stato?”
“Qualcuno deve pur lavorare in questa famiglia”-rispose il cacciatore sfilandosi la cravatta e fiondandosi a recuperare una birra dal minifrigo.
“Spiritoso. Dove sei stato?”
“L’agente Johnson è andato a parlare con Alice e ha bussato a casa di Thomas"
“Senza di me? Perché non mi hai chiamato, io…”
“Avevi bisogno di riposare, stavi da schifo ieri sera”
“Non lo nego, ma è passata, potevo farcela”
“Ho preferito non rischiare, non sarebbe stato un bel biglietto da visita un tuffo sul tappeto di casa di quella brava gente”
“So controllarmi e non ricordo di averci messo nei guai svenendo all’improvviso”
“Normalmente sì, ma non ti sei visto ieri”
Sam cercò di mandare giù la sgradevole sensazione che quella potesse essere solo la prima volta in cui sarebbe stato lasciato indietro a causa delle sue visioni, ma si impose di fare buon viso a cattivo gioco:
“Almeno la tua missione in solitaria è stata produttiva?”
“Abbastanza. Se sua maestà ha finito di oziare, avrà tutti i particolari mentre pranziamo, ma non ti porto in pubblico in quello stato. Vai a fare una doccia e renditi presentabile, ho una reputazione da difendere”
Sam scosse la testa e accennò ad un sorriso.
“Aspetta, resta così “
Dean mimò con pollice e indice di entrambe le mani l’obiettivo di una macchina fotografica e imitò il suono di uno scatto.
“Ah, perfetta, un capolavoro”
“Ma che diavolo stai facendo?”
“Ho fatto un’istantanea di un tuo sorriso, merce molto, molto rara”
Sam guardò interdetto il fratello, poi si mise in piedi per andare in bagno, mentre “l’agente Johnson” tornava ad indossare jeans e maglietta.
Ci mise pochi minuti per lavarsi e cambiarsi e in breve i due si avviarono verso la vicina tavola calda, il classico locale di provincia con brutti divanetti in pelle finta, ma dove probabilmente si mangiava in modo decente.
Scelsero, come al solito, dei posti appartati con una buona visuale e ordinarono a Wendy il loro pranzo.
Non appena la cameriera si allontanò, Dean tentò di iniziare l’ennesima ramanzina sulla scarsa quantità di cibo che Sam mandava giù, ma il giovane lo stoppò dicendo:
“Lo so, tu hai ordinato cibo vero e io da conigli, mangio troppo poco, e ti domandi ogni santo giorno come faccio a vivere di aria”
“Veramente ad un certo punto se lo sono domandati anche mamma e papà, erano sconcertati dal fatto che ti potevano offrire qualsiasi pappina, ma tu serravi le labbra e li congedavi. Erano abituati a quattro anni con uno squalo e non sapevano che fare con un pesciolino rosso”
“Come fai a ricordare una cosa del genere? Eri troppo piccolo”
“Me lo ha raccontato papà durante un viaggio verso l’Alabama, mentre eri a Stanford. Ci eravamo fermati in una tavola calda e per tutto il tempo un marmocchio urlante ha fatto disperare i suoi genitori, perché non voleva mangiare. Quando siamo tornati in macchina, ho commentato che, se mai avessi avuto a che fare con un mostro simile, lo avrei soppresso e a quel punto lui scoppiò a ridere. Gli chiesi il perché e mi raccontò delle avventure di John e Mary Winchester contro il testardo Sammy. E’ stato così buffo immaginare un ex marine e una tosta come la mamma messi fuorigioco da un poppante di pochi mesi, ma la cosa più bella di quel racconto fu per me capire che, nonostante il suo aspetto da duro, non ti aveva cancellato davvero dalla sua vita”
“Papà mi manca e vorrei che le cose fossero andate diversamente tra di noi”-confessò Sam con un filo di voce.
“Lo so e manca tanto anche a me, ma rendiamo onore alla sua memoria continuando il suo lavoro”
“Sì, giusto.-fece il minore dei Winchester schiarendosi la voce-Dunque, che cosa hai scoperto?”
“Non mi fai nemmeno iniziare a mangiare? Racconto meglio a stomaco pieno”
L'occhiataccia in risposta convinse il maggiore dei Winchester a vuotare il sacco e disse:
“Okay, come vuoi. Ti dico subito che a casa Reynolds non c'era nessuno, pare che siano andati via per sfuggire alla stampa. Ho incontrato invece Alice,che ha più o meno ripetuto quello che c’era scritto sul giornale, ma ad un certo punto ha detto qualcosa di particolare”
“Del tipo?”
“Del tipo che ha sentito un odore strano uscire dalla casa”
“Strano come?”
“Ha detto che gli ricordava l’ora di disegno a scuola, quando usano le tempere”
“E questo ci interessa perché?”
“Perché nella capanna ci sono ritratti che vanno e vengono, ecco perché ”
Sam stava per ribattere, ma tacque quando Wendy , stretta nel suo completino a scacchi bianchi e rossi, tornò per versare loro del caffè.
“Ecco a voi, agenti, tra poco arrivano anche le vostre ordinazioni”
“Così evidente?”
“In realtà no, ma questo è un piccolo centro e le voci girano, soprattutto quando c’è di mezzo la signorina Stuart”
“E chi sarebbe la signorina Stuart?”
“La vicina di casa della famiglia Reynolds, non le sfugge niente. Ha visto l’auto nera e un giovane affascinante parcheggiare davanti casa loro, direi che tutto torna”
Dean sorrise e rispose:
“Beccato”
“Servizio speciale per gli agenti dell’FBI, ordini del capo”
“Accettiamo molto volentieri, Wendy, sono affamato”-rispose Dean iniziando a flirtare apertamente.
“Davvero?”
“Sì, sono un ragazzo in crescita”
Lei sorrise accettando il gioco di seduzione dell’uomo davanti a lui e rispose:
“In servizio h24?”
Dean si sporse in avanti e le sussurrò qualcosa di buffo, almeno così sembrò a Sam viste le risatine della cameriera. Si sentì di troppo, così scivolò lungo il divanetto e decise di trovare rifugio in bagno.
Suo fratello notò divertito l’imbarazzo dell’altro occupante del tavolo, ma non se ne preoccupò più di tanto e continuò la conversazione con la cameriera, che non mollava l’osso.
Sam attraversò parte del locale ed entrò nella toilet sperando in un po’ di privacy. Per fortuna nessuno altro aveva bisogno del bagno in quel momento e sorrise al pensiero di aver fatto conto sulla vescica vuota degli altri uomini del diner per un po' di pace, poi il dolore gli squarciò il cervello. Fu un attimo e si ritrovò in ginocchio.
“Louis, Louis, dove sei?”
“Rispondi, Louis, mammina, ti chiama”
Che diavolo stava succedendo? Non aveva mai avuto una visione così. Avevano sempre riguardato eventi futuri, mai cose accadute nel passato.
“Smettila di prenderlo in giro, Frankie. Dai, Louis, torniamo al campo. Scommetto che non si sono accorti che siamo usciti, nessuno saprà che non abbiamo rispettato il coprifuoco”
“Sì, perdente, corri nel lettino mentre gli adulti sfidano la capanna maledetta”
“Se tu resti, io resto”
Sam strinse gli occhi e pur soffrendo molto, pensò che il ragazzino aveva fegato. Se avesse potuto interagire con quello che si stava svolgendo nella sua testa, avrebbe volentieri dato una lezione a quel bullo, ma non poteva, era solo uno spettatore non pagante.
Ancora flash, ancora dolore.
Freddo, il camino acceso all’improvviso, fiamme nere, la parete, i ritratti.
Cazzo, stava per svenire in questo cesso di merda, mentre suo fratello stava probabilmente prendendo accordi sul dopo turno di Wendy.
No, non doveva, doveva rimanere in quella capanna, doveva vedere. Forse i bambini erano ancora vivi, forse poteva vederli e poi sarebbe andato a prenderli con Dean.
“Louis, usciamo di qui, ora”
“No, lasciatemi”
Ancora urla, poi Sam vide decine di mani uscire dalla parete, o almeno così gli sembrò prima di non capire più nulla. Il dolore era troppo forte e il buio iniziò a reclamarlo. Cercò con tutte le sue forze di non perdere conoscenza, ma i suoi sforzi non furono premiati e l’ultima cosa che sentì fu il cigolio della porta, che si apriva.
Nel frattempo Dean aveva ottenuto il numero di Wendy e si stava godendo la strepitosa tagliata di carne arrivata dalla cucina. Stava per addentare una patatina quando sentì una voce chiedere aiuto perché c’era un tizio svenuto in bagno. Fu un attimo e si precipitò verso la toilet, dove si era già radunata una piccola folla, tra cui un uomo, che stava cercando di far rinvenire Sam.
“Lasciategli un po' d’aria-urlò-non c’è nulla da vedere”
Dean si fece largo e disse gettando una rapida occhiata al fratello:
“Avete sentito? Fuori di qui”
Pochi secondi e il pubblico era sparito.
“Vale anche per lei, sono un medico”
“E io sono il suo collega”
“Soffre di qualcosa?”
“Niente in particolare, solo emicranie”
“Al punto di farlo svenire? Mi sembra un po' troppo”
“Come sta?”
Fu Sam a dare una parziale risposta alla domanda del fratello, muovendosi leggermente e spalancando gli occhi.
“Stia calmo e non provi ad alzarsi”
“Sì, non muoverti, il dottore ha ragione”
“Dean”
“Che mi combini, collega, non posso lasciarti un attimo solo?”
Il giovane disteso recepì il messaggio e resse il gioco rispondendo alle domande del medico, che, dopo aver incassato il rifiuto a fare un salto in ospedale, lasciò da soli i Winchester.
“Che cazzo è successo?”
“Possiamo parlarne fuori di qui?”
“Certo! Ce la fai a camminare?”
“Sì, ma mi risparmierei volentieri la passerella attraverso il locale”
“Chiederò a Wendy di farci uscire dal retro”
Pochi minuti e i fratelli si rintanarono nella loro stanza.
“Okay, Sammy-boy, sputa l’osso”
   
 
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