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Autore: Michelena    21/08/2023    6 recensioni
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1982 – In una villa al sud dell’Inghilterra, Athena McGonagall porta avanti quello che è il Rifugio Vittoria, una struttura che ospita tutti i giovani maghi e giovani streghe che non sono accettati dalle loro famiglie o che sono stati abbandonati. È riconosciuto dal Ministero della Magia come un orfanotrofio, ma Athena non ha intenzione di riconoscere il Rifugio Vittoria come tale.
Assieme a lei lavora anche suo marito, Joel McKinnon, fratello maggiore della defunta Marlene McKinnon. Con la fine della Prima Guerra Magica, Athena si ritroverà un compito importante da sua sorella.
Siete pronti a far parte del Rifugio Vittoria?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 Luglio 1982
“Amato Animo Animato Animagus” e con un movimento rapido della bacchetta, si sentì il fruscio di piume venire arruffate velocemente, e la bacchetta cadde vicino alle grandi ali aperte dell’aquila. Joel si chinò e la recuperò, per poi riporla tra le foglie di un cespuglio. L’aquila prese subito il volo verso il cielo ancora scuro, e l’uomo sbuffò. 
 
“Sempre in fuga…” mormorò, riponendo la sua bacchetta in una tasca all’interno del suo cappotto. Fece un grosso respiro, e con un battito di ciglia il suo corpo mutò rapidamente. Il suo cappotto marrone divenne un manto peloso, e il suo cappello si appiattì sul suo capo allungandosi al centro in due tonde orecchie. Joel divenne quindi un alto e grosso orso, che ruggì richiamando l’attenzione dell’aquila che volava tra gli alberi vicini. Prese a correre quindi tra gli alberi della foresta, cercando di nascondersi e giocare a nascondino con l’aquila. 
 
Il vento tra le piume lo faceva sentire libero, anche se in sé continuava a sentire il battito del suo cuore da umano. Per Tobias quella era la sua terza trasformazione da neo-animagus, e di certo stava riscontrando un certo successo. Era riuscito a trasformarsi da vestito, e sperava di avere ancora quei vestiti al suo ritorno da umano. 
Da predatore si sentiva potente, agile, libero appunto. I suoi istinti gli comandavano di cercare e cacciare Joel, anche se nella sua mente ora l’uomo era semplicemente un orso selvaggio, un altro predatore come lui. Volò per altri cinque minuti prima che i suoi istinti prendessero il controllo e si abbattesse in picchiata verso la massa pelosa che era ora Joel. 
 
In un attimo gli riuscì a graffiare la schiena di striscio, e l’orso urlò e si buttò a pancia in su sull’erba. Tobias scese di nuovo in picchiata, ma questa volta Joel lo acchiappò e velocemente si ritrasformò in umano, bloccando contro il suolo l’aquila con il suo corpo. Un lampo blu fece ritrasformare Tobias nella sua forma umana. Aveva ancora i vestiti, ma erano malandati. Era visibilmente arrabbiato da sé stesso, e Joel lo era con lui. 
 
“Devi mantenerti lucido, Tobias!” la voce tuonante del grande uomo risuonava tra gli alberi. “Cosa ti passa per la testa, eh? Se risuccede, ci sarà uno studente al posto mio probabilmente!”
 
Tobias si alzò non appena l’altro si levò di dosso, e incominciò a camminare verso la tenuta, non rispondendo. Il ragazzo sapeva benissimo cosa significasse non domare alla svelta gli istinti del suo essere animale. Ci lavorava ad ogni trasformazione, e comunque non riusciva. Sbuffando e con passi pesanti tornò al Rifugio, Joel qualche metro dietro di lui domandandosi se non avesse esagerato con i toni. 
 

L’alba troneggiava tra le colline mentre tre ragazzi sbocconcellavano velocemente la loro colazione. Tobias la sera precedente li aveva intimati che alle prime luci dell’alba avrebbe iniziato l’allenamento di Quidditch, e chi non era in giardino con la propria scopa poteva “scordarsi i suoi consigli sul volo”. Emily fu la prima ad arrivare sul manto di erba stracolmo di rugiada, la sua fedele scopa nella mano destra, la sinistra poggiata sul fianco. 
 
Il pomeriggio prima si era messa a cercare in biblioteca un buon libro da proporre come prima lettura per il club, quando improvvisamente aveva ritrovato un annuario del Rifugio stesso di tre anni prima. In una delle pagine c’era un giovane Tobias tutto sorridente, con delle enormi fossette al lato della sua bocca che mostrava quella che sembrava una nuova scopa da un lato e dall’altro la coppa del campionato di Hogwarts di quell’anno. Addosso aveva curiosamente una divisa di Quidditch dei Tassorosso. Emily lo aveva piuttosto inquadrato come un ex Grifondoro per via del suo carattere scottante. 
 
Da quella scoperta il suo entusiasmo per gli allenamenti raddoppiò, e ora non voleva far altro che volare e scoprire di più su come si vincesse un campionato. Si aggiunsero a suo lato Cal e Mistral. Romulus aveva accennato di voler guardare gli allenamenti, ma quando Cal provò a svegliarlo, Romi disse che si sarebbe alzato in un secondo, ma tornando in camera Cal lo ritrovò ancora a dormire. 
Emily si presentò solo a Cal, in quanto Mistral lo conosceva già. Lei era Cacciatrice dei Grifondoro, lui il loro feroce Portiere. Cal lo avevano visto solo di sfuggita in vari scontri sul campo e a varie lezioni, essendo dello stesso anno; quindi, era contenta di potersi allenare con facce conosciute. 
 
“Notizie di Tobias?” chiese Mistral, facendo un po’ di stretching preparatorio sul posto. Emily scosse la testa, ma improvvisamente da sopra di loro scese il ragazzo appena nominato. 
“Siete proprio impazienti, seguitemi” disse velocemente, per poi sfrecciare via. Il primo a partire fu Mistral senza battere ciglio, poi Cal e infine Emily con un sorrisino sulle sue labbra. Era cercatrice per un motivo, ovvero la sua velocità. Lasciò un attimo di vantaggio agli altri e poi partì sfrecciando, superando velocemente Mistral e Cal, e con un po’ più di fatica anche Tobias. Lei non lo sapeva, ma venir superato scaturì un sorrisino a Tobias. 
 
L’ex Tassorosso suonò un fischietto che aveva legato al collo, e tutti si radunarono attorno a lui. I tre potevano ora notare il fatto che in spalla aveva una sacca con delle Pluffe. Ne prese una e legò poi la sacca al manico della scopa. 
 
“Mi sono stati detti i vostri ruoli, ma per me un buon giocatore di Quidditch sa bene cosa significa giocare in altre posizioni”, parlava sedendo dritto e fermo sulla sua scopa, senza tenersi e lanciando la Pluffa da una mano all’altra con agilità. “Per questo d’ora in poi vi cambierò a turno i ruoli. Devo ancora recuperare i bolidi, quindi per oggi ci alleneremo solo con questa e con il boccino”. 
 
Mistral non era tanto convinto di questo approccio agli allenamenti di Quidditch, infatti sbuffava un po’. Decise comunque di stare a vedere, almeno finché non si fosse annoiato. Tobias assegnò i ruoli per quell’allenamento. 
Mistral invece di Portiere si sarebbe allenato come Cercatore, quindi Tobias rilasciò il boccino e gli diede dieci minuti per ritrovarlo. Ovviamente, commettere degli errori significava subire delle penitenze, come ad esempio pulire assieme a Penny le stalle. Mistral partì sfrecciando, mentre borbottava chiedendosi l’utilità di quell’esercizio. 
Diede ad Emily il ruolo di Cacciatrice e a Cal quello di Portiere, e fece apparire dietro le spalle di Cal l’illusione visiva di quelli che dovevano essere i canestri. Diede la Pluffa a Emily e lasciò i due iniziare ad allenarsi. 
 
Cal ed Emily mentre si tiravano la Pluffa l’un l’altro e facevano qualche tiro di prova sul serio, si chiedevano se si fossero già visti a lezione. 
“Forse mi avrai notato a Pozioni! Sono abbastanza disastroso per non essere notato…” ridacchiò Cal mentre caricava dietro la testa la Pluffa per ridarla alla sua avversaria, o compagna, dipende come si osservavano i ruoli in quel momento. 
“Forse!” rispose Emily, afferrando la Pluffa e facendosela saltare tra le mani. “Ma mi pare che ad Erbologia sei tra quelli che ricevono i migliori complimenti da parte della professoressa Sprite!” 
“Lo so! Strano, vero?” rise ancora lui, ma improvvisamente si fermò quando nella sua mente sentì quello che riconosceva come un brutto presentimento per Emily. Improvvisamente gli venne l’istinto di urlarle un “vai giù” e la ragazza si abbassò giusto in tempo prima che il boccino seguito da Mistral le sfrecciarono a qualche centimetro dalla testa. Tobias gli urlò dietro e prese a inseguirlo per rimproverarlo di non attaccare i suoi compagni mentre è alla ricerca del boccino. 
Emily intanto osservava Cal sbalordita. “Lo avevi visto?!” gli chiese con occhi ancora sgranati. Cal scosse la testa con un sorrisino. “Sono i miei presentimenti, questo significa essere un Cooman” disse alzando le spalle continuando a sorridere. “Che figata!” urlò Emily, e i due ripresero a lanciarsi la Pluffa. 
 
Tobias osservava tutti e tutto, tenendo anche sorprendentemente un occhio su Mistral, che ancora sfrecciava tra le nuvole o rimaneva fermo a guardarsi in giro perso e a insultare Tobias per quell’esercizio. A Emily venne insegnata la tecnica del “Sloth Grip Roll”, che all’inizio non riusciva in quanto si rigirava dritta sulla scopa troppo velocemente, ricevendo i colpi di Pluffa da Tobias o lasciando la sua Pluffa in volo. Cal invece imparò abbastanza velocemente la “Starfish and Stick”, anche se Mistral velocemente commentò alle loro spalle che l’esecuzione di quella mossa potesse definirsi accettabile. Ovviamente ricevette una lunga e stridula fischiata di rimprovero dal fischietto di Tobias. Mistral, invece, riuscì a recuperare il boccino giusto in tempo. Tobias gli disse dove poteva migliorare e come rendersi più veloce sulla scopa.  
 
Tutti ascoltarono attentamente, Tobias definitivamente si mostrava molto più tranquillo e a suo agio rispetto agli altri giorni, ed Emily sorrise notandolo. Si era interessata abbastanza per quel ragazzo, ma vedendolo felice decise di non parlare a riguardo dei suoi umori dei giorni precedenti. 
L’allenamento durò circa due orette, prima che si sentì la voce di Athena richiamare dal giardino per le lezioni. Tobias accompagnò tutti a terra. Li salutò con un disgustato “fatevi una doccia prima delle lezioni, non voglio sentire il vostro sudore mentre vi spiego come fare pozioni”. 
 

La sala per le lezioni era grande e lunga, con molte finestre alte. Ricordava un po’ l’aula per le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure ad Hogwarts, ma era decisamente più grande. Per quella giornata era stata divisa in due sezioni, una adibita per Pozioni, dove Tobias era già presente che sistemava fiale e ingredienti, e l’altra più libera, con meno tavoli e solo una grande lavagna con su scritti degli incantesimi. 
 
Piano piano l’aula iniziò a popolarsi, riempendosi delle voci dei ragazzi, in particolare di quella di Mistral che avrebbe voluto piuttosto sedersi a leggere per il resto della giornata piuttosto di condividere ancora l’aria con Tobias. 
Dall’altro lato, invece, arrivò Joel con i suoi occhiali a mezzaluna sul naso e un paio di libri in braccio. Era probabilmente una tra le persone più sbadate in quel rifugio, ma quando si trattava di mettersi a insegnare le cose che più amava, ovvero incantesimi, trasfigurazione e difesa contro le arti oscure, si rivelava molto preciso.
 
Davanti a lui arrivò subito dopo Mariazell. Cal e Margaret avrebbero seguito le lezioni di trasfigurazione in altri giorni, e inoltre Cal quel giorno aveva da seguire pozioni. A Joel e Mariazell, quindi, doveva aggiungersi solamente un’altra persona: Monica. 
 
Raggiunse l’aula con molta calma e tranquillità, anche perché la ragazza ancora non era abituata ai nuovi ambienti. Comunque, non arrivò in ritardo rispetto all’orario che era stato determinato. Entrata nella stanza, Clopin iniziò ad agitarsi immediatamente. Joel la chiamò per farle capire in che direzione andare, ma il gatto sulla spalla della ragazza fece ancora qualche verso di agitazione. Monica si fermò a metà strada tra la porta e Joel, comprendendo i miagolii preoccupanti di Clopin. Fece un altro incerto passo verso Joel, e cercò di ascoltare le voci dei presenti. 
 
Erano tutti maschi. 
 
“Deve arrivare qualcun altro alle lezioni?” chiese Monica in direzione di Joel.
“No, siamo tutti. Accomodati, così iniziamo” le disse, e allungò una mano verso il suo braccio per indirizzarla verso la sediolina davanti a lui. Monica, però, si scostò immediatamente sotto lo sguardo di Mariazell e di Joel. Fece anche un passo indietro, molto grande, mentre Clopin iniziò a soffiare contro Joel. 
“Hey… va tutto bene?” cercò di capire Mariazell, alzandosi lentamente verso i due. Monica si allontanò ancora di più. 
“Penso di averci ripensato… Non ho davvero bisogno delle lezioni…” disse con voce tremante la ragazza, e si voltò scappando rapidamente dall’aula. La sua fuga venne osservata da tutti i presenti. Mariazell alzò le spalle a Mistral che gli fece segno per capire cosa stesse accadendo, tutto ciò mentre Joel andava dietro la studentessa. 
 
Fuori dall’aula, verso l’ingresso, Monica stava cercando di uscire dalla tenuta, ma Joel la afferrò dal braccio velocemente fermandola. Tentò di chiederle cosa non andasse, ma nel momento in cui aprì bocca, Monica iniziò a strillare. 
“Non permetterti mai più di toccarmi!” La ragazza aveva anche sfoderato la bacchetta, e l’aveva puntata contro l’uomo. Joel decise di retrocedere, captando la tensione nell’aria. 
 
“Joel, abbiamo bisogno di te qua dentro” si sentì la voce di Tobias, forse preoccupato della situazione e della piega che questa aveva preso. Athena si era materializzata intanto sopra le scale, osservando tutto. Fece un silenzioso segno a Joel di tornare alle sue lezioni, mentre Monica scappava via dalla porta d’ingresso. 
 
Athena si rimboccò le maniche e lentamente si fece strada verso l’uscita, alla ricerca di Monica.
Tornati dentro l’aula, Joel era notevolmente destabilizzato da quella situazione, ma si distrasse facendo lezione a Mariazell, aiutandolo con i compiti per l’estate. 
 
Dall’altra parte dell’aula, invece, Tobias cercava di dare una mano in pozioni a Cal e Mistral. 
Mistral effettivamente non aveva veramente bisogno di lezioni di recupero, ma da anni tentava di migliorare durante quelle lezioni al Rifugio e prendere più sicurezza nella materia. Cal, al contrario, era una minaccia per la sicurezza dell’edificio. L’errore che notava principalmente Tobias era la troppa energia e ridondanza nel seguire le ricette. Arrotondava le misure, si scordava di mescolare, non teneva conto del tempo sul fuoco, insomma, non possedeva abbastanza precisione. 
Ad aiutare di certo non era Mistral, che temendo davvero un incidente, o peggio, un incendio, continuava a infilarsi in mezzo alla sua esecuzione delle ricette, anche scordandosi della sua. 
 
“Mistral, il giorno in cui baderai alla tua di pozione, sarà un giorno di festa…” sospirò Tobias, che dovette intercedere per salvare la Decotto Dilatante del ragazzo, che doveva essere applicata in quell’esercizio a un piccolo indumento per bambole. L’idea finale era quella di rendere l’indumento abbastanza grande da poterlo indossare. 
“E tu allora sta attento a questo qui!” esclamò Mistral indicando Cal, tornando al suo calderone, non prima di ricevere uno scappellotto “amichevole” da Tobias. 
 
Ogni tanto Tobias ricordava a Cal il nuovo professore di Pozioni, Severus Piton, sempre di brutto umore e pronto a usare la sottile e tagliente ironia per commentare l’operato dei suoi studenti. Quando Cal glielo fece notare, Tobias cambiò completamente espressione. Da concentrato sembrò perdersi nella sua mente con un piccolo sorrisino. “Probabilmente sono anche peggio di Severus…” disse quasi mormorando Tobias, sorridendo ancora. 
Aiutò i ragazzi a terminare le loro pozioni, e prima di pranzo finirono le loro lezioni.
 


Athena aspettò il tardo pomeriggio per parlare con Monica. 
Non conosceva le storie dei ragazzi che abitavano sotto il suo tetto, a malapena sapeva il loro stato di sangue, la loro nazionalità di origine, e lo stato delle loro famiglie, e da quelle informazioni si faceva un’idea molto generale e approssimativa di ciò che avevano passato prima di arrivare da lei. Comunque, Athena aveva da sempre deciso di far finta di non sapere nulla e lasciare che i ragazzi si raccontassero a lei. Era il modo migliore per garantirsi la loro fiducia e il loro benessere. 
Quella mattina aveva deciso di assicurarsi solo che Monica fosse al sicuro, senza parlare a riguardo di ciò che era successo. 
 
Ritrovò la ragazza seduta su una poltrona del soggiorno a parlare con il suo felino, che era messo sulle sue gambe comodo. In un angolo c’era Emily che leggeva un libro. La Grifondoro si era preoccupata per la ragazza quando aveva scoperto cosa fosse successo nel mattino, ma comprendendo che Monica non le avrebbe parlato, si era data il semplice permesso di rimanerle vicina, così che se lo desiderasse, la Corvonero poteva parlarle liberamente.
 
“Emily, che ne dici di andare ad aiutare Penny in cucina?” chiese Athena cordialmente, ed Emily, senza fare domande, osservò lei e Monica, comprendendo quindi la richiesta di avere un po’ di privacy. Annuì e sorridendo uscì dal soggiorno portandosi dietro il libro. 
 
Athena nel mentre si sedette sul divano, togliendosi le ciabatte morbide e piegando le gambe sotto di sé, in modo da essere praticamente inginocchiata ma comoda sul vecchio divano. Dalla tasca della sua gonna lunga a pieghe tirò fuori una corta e stretta barretta di cioccolato, ancora chiusa nella sua confezione, e la porse a Monica. Quello fu il miglior modo di approcciarsi a lei, che infatti alla vicinanza della donna si era inizialmente un po’ irrigidita. 
Monica accettò la barretta ringraziando, e iniziò velocemente a scartarla, per prendere qualche morso. Vedendola più rilassata, Athena fece un respiro profondo. 
 
“Mi pare di capire che c’è stato qualche… disguido alla lezione di stamattina…” iniziò Athena. 
Monica sospirò. La sua reazione di quella mattina era stata si esagerata, ma giustificata se gli altri avessero saputo le sue motivazioni. Comunque, non sentiva il bisogno di doversi spiegare. 
 
“Non ho più bisogno di lezioni, ci ho riflettuto. Farò da sola i compiti per l’estate” rispose sicura lei, per poi prendere un altro morso di cioccolato e impegnarsi la bocca. Il suo volto era una maschera di pietra, impenetrabile.
 
Athena riconobbe subito il muro che Monica le stava mettendo di fronte, ma come preside del Rifugio aveva il compito di sapere cosa frullasse nella mente dei suoi studenti, senza però utilizzare le sue abilità per superare proprio quel muro. 
 
“Sai che devo sapere i motivi dei tuoi, dei vostri, disagi per potervi aiutare…” Monica rimase in silenzio. “Non c’è nemmeno bisogno che mi dici tutto, solo se magari qualcuno o qualcosa ti ha posto fastidio” disse quindi Athena, sorridendo alla fine. La ragazza magari non poteva vederla, ma sicuramente poteva avvertire le sue intenzioni benevole. 
 
“Assolutamente no” disse con sicurezza Monica, ma il suo volto esprimeva tutt’altro. “Non è colpa di nessuno, semplicemente posso studiare da sola” concluse quindi Monica, e Athena avvertì i toni sempre più riscaldarsi. Forse era meglio allentare la presa. 
 
“Se ci ripensi, sai dov’è il mio ufficio” sospirò Athena, e per concludere quello scambio diede una manciata di croccantini a Clopin, anche quelli tirati fuori dalle tasche della gonna, che il gatto mangiò con tranquillità dopo un momento di incertezza. 
 
Athena lasciò quindi Monica tranquilla nel soggiorno, e andò alla ricerca di Arthur.
 


La sera era scesa, finalmente per Camille e Margaret. Come quest’ultima aveva preannunciato, le stava per dare qualche lezione di Astronomia. Cal si era aggiunto dopo aver sentito dei loro piani a cena. Certo non era amante sfegatato della disciplina, ma aveva voglia di godersi la tranquillità della sera. 
 
Si erano fatti dare un telescopio da Joel, che di certo non era magnifico come quello della torre di Astronomia della scuola, ma era abbastanza per introdurre lo studio delle stelle a Camille. 
Con una piccola luce, Meg iniziò spiegando e mostrando una carta lunare, e le disse che poteva segnarne una anche lei stessa. 
 
“Tu ne hai mai fatta una?” chiese Camille. 
“Si, con un Lunascopio non è tanto difficile” sorrise Meg mentre Camille continuava a osservare la carta. 
 
“Ad Agosto potremo vedere anche i frammenti della cometa Swift Tutle” parlava con il volto appiccicato al telescopio, mentre lo regolava sulla luna. Riusciva a vedere i crateri ben distinti. 
“Preparatevi un buon desiderio da esprimere!” disse Cal emozionato, con il naso all’insù verso il cielo pieno di stelle. Meg storse il naso, poco convinta delle parole di Cal. Lui non fece che notarlo comunque. “Oh, insomma, non dirmi che non ti viene in mente di desiderare qualcosa quando vedi quelle stelle cadere” continuò Cal, mentre Meg iniziava a scuotere la testa. 
“Prima di tutto non sono stelle a cadere, e secondo: condivido ben poco dell’idea che una stella o una costellazione possa dire qualcosa del tuo essere o della tua vita” spiegò velocemente Meg, con un tono serio e analitico, come se stesse spiegando qualcosa di certo, di oggettivo. 
“Lo trovo romantico comunque” si intromise Camille, osservando i due in mezzo. I due la guardarono e mentre Cal sorrise, Meg fece spallucce. Invitò quindi Camille a osservare la luna, e le spiegò velocemente qualche informazione base sul satellite in questione. 
 
“Sarebbe bello dipingerla…” sussurrò Camille ammaliata dalla visione, e staccandosi dal telescopio rise improvvisamente. “Beh, potrei farlo!” e così sparì velocemente attraversando il giardino e tornando nell’edificio. 
Dopo un paio di minuti, in cui Cal osservò ancora il cielo e Meg si piegò nuovamente verso il telescopio, la bionda tornò con un cavalletto, un quaderno per gli schizzi e i suoi acquarelli, assieme a ovviamente un bicchiere pieno di acqua. Come riuscisse a tenere tutte quelle cose insieme era un mistero, ma si fece dare una mano da Cal per poter sistemare il cavalletto senza far cadere l’acqua. 
Osservò nuovamente la luna dal telescopio, mentre Meg diceva i nomi dei vari crateri che si conoscevano e dava qualche informazione generale. Camille, mentre ascoltava la Serpeverde, si mise a dipingere ciò che osservava. I colori erano leggeri sopra lo sfondo blu scuro che aveva velocemente steso, e Cal le doveva fare luce con un semplice incanto lumus. 
Meg si tratteneva dal segnarle alcune inesattezze, come i bordi poco frastagliati e molto ordinati dei crateri, ma osservava comunque con piacere come Camille sembrava aver imparato velocemente le posizioni dei crateri, e successivamente come riuscì a nominarli tutti. Era attenta, anche se normalmente per via del suo carattere esuberante non lo dimostrava.
 
A lavoro finito, gli altri due le fecero i loro complimenti. Camille regalò il dipinto a Meg, dicendole di lasciarlo fuori da libri o quaderni per la serata, così che si potesse asciugare per bene. Meg annuì con un sorriso, pronta a conservare per bene il regalo.
 

“Decisamente Camille dovrebbe smetterla di flirtare in modo così implicito…” mormorò Mistral, mentre osservava la scena che si stava svolgendo nel giardino, Thor dormiva sul cuscino del suo letto. Le loro finestre offrivano proprio gli spettacoli che si svolgevano la sotto, e Mistral osservava commentando su quei tre che osservavano il cielo. 
 
Intanto, Mariazell silenziosamente stava sistemando ciò che non aveva messo via dalle valigie la sera prima. Era anche lui una cosiddetta “comara di paese”, ma quella sera, dopo ciò che era successo alla lezione di Incantesimi, si era messo a pensare e pensare, cercando di capire cosa fosse successo. Mistral osservando il compagno di stanza comprese che era perso nei suoi pensieri, così fece un fischio per poter attirare la sua attenzione. 
 
Mariazell si voltò velocemente e corrucciò lo sguardo. “C’era bisogno di fischiare come se fossi una cagna? Ho un nome sai…” disse Mariazell, chiudendo l’armadio e andando a sedersi sul suo letto, pronto ad andare a dormire. 
“Condividi i tuoi pensieri con me, su!” Mistral immaginava che potesse pensare a Monica e ai suoi comportamenti, ma non voleva dare nulla per scontato. Nel momento in cui Mariazell tentò di aprire bocca, però, alla porta lasciata aperta apparì Romulus con il suo consueto volto allegro. 
 
“Ecco dov’eravate! Io e Arthur vi cercavamo!” esclamò entrando nella stanza. Si erano presentati tutti a pranzo, il momento in cui tutti si erano riuniti allo stesso momento. Arthur gli saltellava dietro con la stampella e si teneva tranquillo, quasi in disparte. Romulus l’aveva dovuto praticamente trascinare con lui, tentando di renderlo più partecipe alla vita al Rifugio. 
 
“Il rifugio non è così grande…” disse Mistral, sedendosi sul letto e prendendo Thor tra le mani per dargli qualche carezza. 
“E intanto non vi trovavamo, siete campioni di nascondino” rispose Romulus con un sorriso tra le labbra. Si sedette sul letto di Mariazell mentre Arthur prese posto su uno sgabello messo in un angolo, lasciando la sua stampella appoggiata al muro. 
 
“E tua cugina dov’è? Sta bene?” chiese Mariazell ad Arthur, che si limitò ad annuire. Era decisamente chiaro che non gli andasse di parlarne. Così Romulus prese le redini della conversazione. 
 
“Tobias mi sembrava meno scorbutico di ieri, l’ho visto in giro a sorridere e a scherzare” disse, e Mistral si concentrò ancora di più su Thor. Mariazell lo guardò, sapendo che Mistral fosse quello che conosceva di più l’ex Tassorosso tra i presenti. Romulus comprese quel gioco di sguardi, e senza dire una parola Mistral si sentì improvvisamente osservato da tutti i presenti. 
 
“Che volete da me? Per quanto mi riguarda, è sempre una testa gonfiata, scorbutico o meno” disse in sua difesa, ma sembrava non essersi tolto di dosso Romulus e la sua curiosità. 
“Ci sarà qualche aneddoto di quando era uno studente che conosci…” suggerì il rosso, e tutti guardarono Mistral speranzosi di sapere qualcosa. 
 
“Beh…” sembrava titubante, infondo Tobias era suo amico, ma poteva anche raccontare qualcosa senza danneggiarlo. “So che è diventato capitano di quidditch dopo nemmeno qualche mese dal suo ingresso nella squadra” e tutti fecero delle facce sorprese, in particolare Romy che appassionato dello sport com’era non aveva mai sentito dire una cosa del genere; “e che la sua rivalità con Severus Piton a pozioni è inscritta praticamente degli annali della scuola”. 
 
Tutti e sei gli occhi si sgranarono di colpo, scoprendo che Tobias era dello stesso anno del loro professore di Pozioni. Probabilmente si aspettavano i due come amici, ma allo stesso tempo, viste le voci che giravano sul conto di Piton a riguardo della sua fedeltà a Colui-che-non-si-può-nominare durante la guerra, si potevano aspettare il fatto che i due fossero rivali, forse anche eterni.
 
“Quindi Tobias era compagno anche di Sirius Black!” disse Mariazell, facendosi qualche calcolo veloce. A quel punto Mistral si rabbuiò. 
“Non lo so, non posso sapere tutto sul suo conto” barbugliò, sventolando la mano nella sua direzione e chiudendosi di nuovo in sé stesso. Era palese che Mistral sapesse di più su Tobias, ma non erano fatti loro. Anche se Romulus avrebbe voluto saperne di più. 
 
“Chissà, magari un giorno Tobias diventerà un astro nascente del quidditch” disse Romulus, sorridendo. “Piacerebbe anche a me esserlo…” sospirò guardando il tetto, come se stesse esprimendo un desiderio nella sua mente. 
“Ma se non giochi nemmeno!” disse Mistral, corrucciando la fronte. 
“Non significa che non mi piacerebbe esserlo, nella mia testa sono tante cose!” sorrise ridacchiando. Arthur e Mariazell accennarono una risata anche loro, e Mistral scosse la testa. 
 
Mariazell e Romulus si misero a parlare di musica, in quanto quest’ultimo aveva notato pagine e pagine di spartiti sparsi in giro per il suo lato della camera. Arthur si allontanò tornando in camera dicendo di essere stanco, ma in realtà andò alla ricerca della cugina. Mistral rimase in camera, a dare frutta secca a Thor da sgranocchiare, godendosi i versetti di apprezzamento che il suo lemming produceva.
 
Verso le undici di sera Tobias fece un giro tra i dormitori, controllando che tutti i maschietti fossero a letto. Dovette separare Romulus da Mariazell, in quanto il Tassorosso non aveva ancora il minimo sonno. Alla fine, si convinse e tutti finalmente andarono a dormire. 
 

ANGOLO AUTRICE
Ed eccoci con un nuovo capitolo! Ammetto di star incontrando le prime difficoltà, come il fatto di dover trovare il posto per ogni personaggio nel capitolo e qualcosa da fargli fare, senza dimenticarmi nessuno. Ora siamo di più, quindi ho sempre più bisogno di tempo per pianificare il capitolo, ma siamo qui! Se per caso il vostro personaggio è apparso meno, mi spiace ma ho tanti piani e tutti avranno uno spazio in questa storia!

Per le domande di oggi, non sono riferite a tutti, ma mi mancano alcune informazioni a riguardo di alcuni personaggi. 
Intanto la data di nascita di Romulus e di Emily. So che non l'avevo chiesta nella scheda, ma si, mi sono resa conto sia importante in quanto, in caso fanno il compleanno durante l'estate, è importante saperlo. 
E poi chiedo alle autrici di Mistral e di Cal di mandarmi delle foto degli animali domestici dei rispettivi personaggi. Vorrei poter mettere le foto alla fine del prossimo capitolo per poter condividere la carineria di tutti gli animaletti di questa storia (insomma, Attila un po' più animalone che animaletto). 
Per il resto di voi, non ho domande da chiedervi, ma fatemi sapere assolutamente cosa ne pensate del capitolo, e se ci sono problemi o errori fatemi assolutamente sapere!

Ci sentiamo al prossimo capitolo,

Michelena
 
   
 
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