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Autore: CyberNeoAvatar    28/08/2023    2 recensioni
Nell'immensa regione di un mondo fantastico nota come Proéyld, o ‘ Landa dell'Origine’ per via dei miti ad essa correlata, esiste un particolare potere chiamato Foundation, il quale prende le sue abilità basandosi su luoghi ed elementi di luoghi. Dopo la morte del sovrano di questa terra, però, i possessori di tale potere hanno preso a sparire uno dopo l'altro; questo fatto si intreccia con il viaggio di Evret, un giovane personaggio che sembra sapere chi ne è la possibile causa, e il cui passato sembrerebbe nascondere qualcosa legato all'accaduto...
Così verrà sancito l'inizio di un viaggio che porterà Evret e i suoi alleati attraverso la regione alla ricerca della verità sulla natura delle sparizioni, una verità che nasconde ben più di quanto possano immaginare.
Avvertenze:
Questa è una storia originale che viene consigliato immaginare come una versione scritta di un manga o di un anime per com'è sviluppata. I suoi contenuti sono stati sviluppati senza copiare nulla, di conseguenza ogni possibile somiglianza/uguaglianza tra questa e altre opere è solo frutto di coincidenze. Ogni eventuale disegno inserito al suo interno servirà soltanto per aiutare l'immaginazione, anche se non dovesse essere in qualche modo perfetto.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8 – La rivelazione di Ev.

 

« Oh... issa!» esclamò Derow, trascinandosi fuori dall’acqua grazie alla radice che aveva afferrato. Gli altri fecero lo stesso, e dopo poco si ritrovarono tutti sulla verde terra della foresta.

« Uff... ho temuto che non ce saremo mai più arrivati...» sbuffò Sein, sollevato di non essere più nel fiume.

« Anch’io...» disse Lira, strizzandosi la gonna inzuppata. Poi guardò Cabel:« E... il vostro amico? Quell’Ev?».

« Sto... bene...» alzò a malapena un pollice con un mezzo sorriso il ragazzo. Almeno prima di chiudere gli occhi il secondo dopo.

« Mi sa che non è così.» borbottò Cabel, notando che era appena svenuto.

« Accidenti...» fece Sein.

« Come facciamo?» chiese Lira, preoccupata.« È pur sempre stato avvelenato... dobbiamo trovare il modo per curarlo.».

« Calma, Lira, ci inventeremo qualcosa.» la rassicurò la maggiore delle due guide.« Dopotutto, una guida non è semplicemente una persona che porta a spasso chi lo richiede... deve anche sapere come cavarsela in diverse situazioni.». Si guardò dunque intorno.« Non sono mai stato in questa foresta, ma ci sono buone probabilità che ci si possano trovare alcune erbe medicinali utili per ricavare qualche rimedio.».

« Ottima idea, Cabel!» esclamò Sein.« Ehm... tu ricordi come si distinguono, vero?».

« Sì, e sarebbe ora che imparassi a farlo anche tu...».

« E...ETCIU’!» starnutì improvvisamente Lira. Subito dopo si scuso in fretta:« Perdonatemi... l’acqua non era molto calda...».

« Giusto, stare qui a prenderci un accidente con gli abiti bagnati che ci ritroviamo non pare un’idea buona.» osservò Derow.« Sarà bene entrare più in dentro nella foresta.». Si girò, indicando loro una direzione.« Procedendo di là arriveremo al mio rifugio, dove potremo accendere un buon fuoco e...» non finì però di parlare che qualcosa di appuntito toccò la sua schiena.

« Non così in fretta, Derow.». Cabel aveva preso la lancia riposta da Sein dietro di sé e l’aveva avvicinata con fare minaccioso al loro selvaggio compagno.

« Cabel!» esclamò Lira, che non se l’aspettava.

« Scusami, Lira, ma c’è una questione da risolvere.» disse con fare duro Cabel, senza allontanare di un centimetro la lancia da Derow.« Dì un po’, Derow... perché mai ora dovremmo seguirti?».

« Eeeeh... davvero?» sospirò Derow.« Credevo che dopo la nostra piccola disavventura insieme, fossimo diventati praticamente amici...».

« Mai stato amico di qualcuno che voleva cercare di uccidermi in un buco nella foresta solo per dimostrare la sua forza.» controbatté lui.

« Giusto, hai provato ad ammazzarci tutti e tre!» si trovò d’accordo Sein.« Magari se ora ti seguiamo ci fai sbranare dai tuoi Leokàmi.».

« Ci sono dei Leokàmi qui?!» comprese Lira, ora più inquieta.

« Sì, e li comandava questo bel bastardo grazie alla sua Foundation.» precisò la minore delle due guide.« A momenti ci rimettevamo la pelle, a causa loro.».

« Allora?» insistette Cabel.

« Allora... mi pare dimentichiate qualche dettaglio.» disse Derow, fissandoli.« Non ricordate? Vi ho aiutati prima solo per poter combattere di nuovo contro Ev. Come farei a ottenere la mia rivincita, se non vi aiutassi ora che è in condizioni poco piacevoli?».

« Non è ancora un buon motivo per poterti dare la nostra fiducia.» obiettò secco Cabel.« Daccene uno più concreto, a meno che tu non voglia verificare se la tua velocità è abbastanza alta da evitare di essere trafitto da una lancia così vicina...».

« Va bene, come volete voi.» rispose allora Derow.« Cercherò di darvi un motivo diverso, anche se probabilmente vi sembrerà più una scusa.».

« Mettici alla prova. Ma alla svelta, Ev aspetta noi per essere curato.».

« Ok.» disse l’interlocutore. Si prese un singolo istante, sotto lo sguardo dei tre fratelli, prima di spiegare:« La verità, che ci crediate o no, è che quando ci siamo incontrati la prima volta non ero in me.».

« Non eri in te?» assottigliò le palpebre Cabel.

« Ecco, questa sembra davvero una scusa...» osservò Sein, dubbioso.

« Salvo che è davvero la verità.» insistette Derow.« È stata la mia Foundation a ridurmi in quello stato...». Si guardò quindi il Sign che portava sul dorso della mano sinistra.

« Come?» domandò ancora Cabel.

« In che senso ̔ è stata la tua Foundation’?» incalzò Sein, non aspettandosi quella dichiarazione.

« Beh... credo che per rendervi meglio l’idea senza confondervi sia il caso che vi dica di più circa i motivi che hanno fatto sì che mi fermassi a vivere in questa foresta, partendo dall’inizio...

« Vi avevo accennato al fatto che me ne fui andato di casa dopo aver dimostrato di essere il più forte della mia città, giusto? Beh, da lì ho speso qualche anno della mia vita in giro per Proéyld. Per me dimostrare di essere il più in gamba nel combattimento era tutto ciò che mi importava, e volevo dimostrarlo a suon di cazzotti a tutti. Così, quando un giorno, durante il mio viaggiare, incrociai una mia conoscenza dalle parti di Lìnkas che mi raccontò della pericolosità della Foresta Fronderoccia maturata a causa di gente scomparsa al suo interno non solo non gli diedi peso, ma incuriosito e con la foresta pur sempre sulla mia strada decisi di entrarci dentro, sperando che l’esperienza mi rendesse magari ancora più forte.

« Il seguito ve lo raccontai già: finì braccato dai Leokàmi e ottenni allora la mia Foundation. Ma non successe solo questo... perché a partire da quel punto, qualcosa nei miei pensieri e nel mio modo di fare era cambiato...

« Il mio desiderio di voler dimostrare la mia superiorità fisica era divenuto differente, in maniera tale che consideravo la vittoria valida solo uccidendo altre persone che considerassi altrettanto forti, con cui avrei dovuto battermi in scontri all’ultimo sangue. Non volli uscire dalla foresta, che stavo ora considerando la mia ̔ casa’, e invece eliminai il precedente capobranco dei Leokàmi per stabilirmi qui come loro ̔ re’. La mia mente era diventata più simile proprio a quella dei Leokàmi stessi... tanto è vero che per me era motivo di orgoglio voler battermi con chiunque passasse di qui, per preservare la mia carica di ̔ dominatore della foresta’ insieme al mio branco.».

« Quindi mi stai dicendo che i tuoi pensieri erano diventati come quelli dei Leokàmi?» chiese Cabel.

« All’incirca... conservavo comunque parte della mia lucidità, seppur stravolta.» precisò Derow.« Ma comunque il mio senso dell’onore non si era del tutto oscurato... ho sempre cercato di tenere lontani i Leokàmi da persone che non sembrassero in grado di sostenere uno scontro con noi, per quanto possibile, da quando sono qui, dovete credermi su questo.».

« Una Foundation che stravolge la mente di chi la usa... È possibile qualcosa del genere?» chiese Sein al fratello maggiore.

« A pensarci bene, forse potrei aver sentito qualcosa a riguardo.» gli rispose Cabel.« Una volta udì che in passato far nascere una Foundation dove vi erano degli animali causò dei comportamenti pericolosi negli individui che ne possedevano, riconducibili a quegli animali stessi. Potremmo quindi dedurne che anche Derow sia uno di questi casi speciali... ma questo non spiega come mai si sarebbe ripreso adesso.».

« Eh, bella domanda questa.» ammise Sein, tornando a guardare con sospetto Derow.

« È stato Ev a farmi tornare in me.» rispose il loro interlocutore.« Da quando sono con i Leokàmi, quello era il primo scontro che ho perso da tanto tempo. La mia opinione è che costringere la Foundation a scomparire a seguito della batosta ricevuta abbia avuto una sorta di effetto... Boh, non so come chiamarlo, diciamo che ha praticamente spezzato quella specie di influenza, ecco.».

« Chissà...».

« Andiamo... Cabel o come ti chiami... sono sincero, davvero.» cercò di convincerlo Derow.« Non sono più vostro nemico, ora: e poi io sono l’unica garanzia che avete che i Leokàmi non vi attacchino. Posso anche aiutarvi a trovare le erbe necessarie a curare Ev, ho un’idea ben precisa sul dove trovarle...».

« Mmh...» fece Cabel, titubante. Credergli, o non credergli? Questo era il dilemma...

In quel preciso momento, Lira mosse alcuni passi avanti e strinse la mano sulla lancia che impugnava.

« Cabel... lascialo stare, per favore.» disse la ragazza.

« Lira?» domandò quest’ultimo.

« Se voi dite che quest’uomo ha attentato alla vostra vita, non posso far altro che credervi. Siete miei fratelli, non posso dubitare della vostra parola.» spiegò la ragazza.« Ma... non me la sento neanche di dubitare di una persona che a prescindere dalla sue intenzioni ha combattuto per la nostra salvezza.».

« Sarà anche vero, ma questo individuo è pericoloso. Non possiamo credergli così su due piedi solo per prima... si è unito alle battaglie solo per poter poi di nuovo affettare Ev, l’ha ammesso lui stesso.».

« Ma non si è tirato indietro fino alla fine.» gli ricordò lei.« Forse solo per orgoglio o per quel suo scopo, ma ha combattuto insieme a quel ragazzo fino al momento di scappare tutti insieme, aiutandoci anche nella fuga. Di questi fatti gli siamo comunque debitori, giusto? Non dovremo tenerne conto, per decidere se credere alla sua versione dei fatti?».

« Può darsi...» sussurrò Cabel.

« E poi... oggi abbiamo già fatto dei... sacrifici... Non ne voglio altri...» sussurrò Lira. Chiuse un attimo gli occhi, poi continuò:« Io vorrei soltanto che ora pensassimo ad Ev... perché le sue condizioni si aggravino ancora di più.». Nel dirlo, i suoi premurosi occhi azzurri erano rivolti al giovane tenuto dal braccio sinistro del fratello maggiore.« Ti supplico, Cabel... non possiamo lasciarlo così ancora a lungo...».

Cabel guardò a sua volta Ev. Già, quella era la cosa più importante a cui pensare, ora...

« E va bene... sbrighiamoci ad arrivare al tuo rifugio.» intimò Cabel a Derow.« Ma per il momento, fino a quando non saremo totalmente sicuri che non ci vuoi fare scherzi, Sein ti starà appiccicato alla schiena con la lancia come una Piovra Marmorea su uno scoglio, è chiaro il concetto?».

« Se può servire a darmi la vostra fiducia...» osservò Derow.

« Cabel!» si lamentò Lira, esasperata dalla sua ostinazione nel volerlo minacciare.

« Spiacente, Lira, ma va fatto. Andiamo, su.» disse in tono definitivo il fratello maggiore.

Con Derow in testa, sorvegliato da Sein rientrato in possesso della sua lancia, il gruppetto si fece strada tra l’alta vegetazione. Dopo un po’ di camminata, arrivarono ad un’ampia radura vicina, che altro che non poteva essere che il luogo dove abitava Derow. Vicino ad un grande albero vi era una capanna di legno – piuttosto misera a dire il vero, non aveva manco la porta, era più uno spazio buio in cui rintanarsi per la notte – davanti ai quali vi erano ancora i resti carbonizzati di un falò recente, e soprattutto, sempre lì intorno, vi erano un sacco di Leokàmi, gli stessi che avevano già incontrato in precedenza.

Come li videro uscire dalla selva, i terribili leoni drizzarono i tentacoli e si mossero verso di loro, ringhiando sommessamente. Lira si rifugiò dietro Cabel.

« Buoni, buoni!» cominciò subito a rivolgersi a loro Derow.« Sono amici miei, A-MI-CI! NON-ATTACCATELI!».

« S-Salve, gattoni...» alzò appena la mano Sein, nervoso.

« Grrrrrr....» continuarono a ringhiare i Leokàmi. Sembravano indecisi se fidarsi della parola del loro capo oppure no. Tuttavia, dopo un poco, decisero di farsi più indietro.

« Bravi ragazzi, anche se purtroppo sanguinari.» osservò Derow, soddisfatto. Voltò la testa verso Cabel.« E adesso che si fa?».

« Sein e Lira staranno qui, ad accendere il fuoco e ad occuparsi di Ev.» disse rudemente Cabel, appoggiando vicino al falò il ragazzo dalla Foundation di pietra.« I tizi dell’accampamento dovrebbero essere ancora ben lontani e non lo vedranno in ogni caso, ammesso che abbiano deciso effettivamente di venirci dietro lungo il fiume. Noi invece andremo insieme a cercare quelle erbe medicinali di cui abbiamo parlato, visto che sembri sapere bene dove trovarle, ma non prima che tu abbia ordinato ai tuoi Leokàmi di stare categoricamente lontani da mio fratello, mia sorella ed Ev. Se solo osano sfiorarli con una zampa, ti ammazzo al ritorno.».

« D’accordo, farò come dici.».

« Sein, prendo di nuovo il tuo posto.» disse il fratello maggiore, con il fratello che lasciò che impugnasse la lancia senza spostarla di un centimetro dalla schiena del sorvegliato prima di mollarla a sua volta.« Voi scaldatevi, ed assicuratevi che Ev non peggiori.».

« Va bene, ma sii prudente: questo qui è pericoloso.» rispose Sein, alludendo a Derow.

« Se vi serve, nel mio modesto riparo di legno c’è una borsa.» suggerì quest’ultimo.« C’è un acciarino per il fuoco e anche qualche medicina... anche se non credo siano adatte al veleno di Ev, ma nel caso voleste provare...».

« Sì sì, grazie della premura, decideremo con calma.» replicò quasi infastidito Sein.

« Grazie, signor Derow.» fece invece un piccolo inchino Lira, più gentile. Il selvaggio abitante del bosco sorrise a quel segno di gratitudine. Quindi, una volta date le istruzioni necessarie alle sue belve, si allontanò con Cabel nuovamente tra la vegetazione.

« Allora, direi di darci da fare.» sentenziò Sein.« Ma prima...». Iniziò quindi a togliersi i guanti e a slacciarsi gli allacci della propria giacca, indumenti troppo bagnati per tenerseli addosso, prima di passare agli stivali.« Forse è il caso che ti tolga anche tu la giacca, Lira. Sarà fradicia, no?».

« Oh, ehm, certo.» annuì in fretta la ragazza, togliendosi a sua volta la sopravveste.

A quel punto Sein, in una sorta di canottiera chiusa da dei lacci al petto e a piedi nudi, si introdusse nella baracca di Derow e, sotto gli sguardi sempre vigili dei Leokàmi, diede fuoco ad alcuni rami caduti lì intorno con l’acciarino trovatovi dentro. Un caldo focolare ravvivò il falò da prima spento, mentre Lira nella propria camicia a maniche lunghe ora esposta si occupava di Ev.

« Ho tolto la giacca anche a lui, Sein.» disse la ragazza, che aveva lasciato il ragazzo nella sua maglia a maniche corte.« Forse dovrei togliergli anche quella maglia bagnata, però?».

« Ehi, ehi... sorellina, non mi dire che vuoi dare un’occhiata più da vicino al fisico di Ev.» insinuò con aria maliziosa Sein.

« N-NO... non era per quello!» arrossì in fretta Lira.« È-È solo per non fargli prendere un accidente, e...».

« Calma, mica dicevo sul serio.» le sorrise Sein.« In ogni caso, secondo me puoi lasciargliela: è abbastanza leggera da asciugarsi velocemente, se sta vicino al fuoco. Piuttosto, sarà bene controllargli il braccio che è stato punto...».

Il braccio in questione, nel punto dove era stato ferito dall’insetto, era gonfio e sanguinante. Gli fasciarono la ferita, quindi procedettero a fargli trangugiare una delle medicine indicategli da Derow.

« Sembra tranquillo, almeno...» sussurrò Lira, apprensiva, mentre lo guardavano stando vicini al fuoco.« Dici che ce la faremo a guarirlo?».

« Ehi, cos’è sta’ sfiducia? Andrà tutto bene, vedrai.» le rivolse un rassicurante occhiolino il fratello.« Dopotutto Cabel sa sempre come risolvere magagne del genere, no?».

« Vero...».

« Oh, dimenticavo...» si ricordò di una cosa Sein, che lo spinse a frugare nelle tasche dei propri pantaloni da cui estrasse qualcosa che porse alla ragazza.« Questa è tua, se non sbaglio.».

Quel che le stava porgendo era un braccialetto fatto di tante pietre scure messe infilate nel proprio filo.

« È... il mio braccialetto!» esclamò Lira, prendendolo tra le dita. Nel rigirarselo, rimirò tre delle pietre in particolare, su cui vi erano incise tre lettere color gesso: una C, una S e, tra le prime due, una L. Le iniziali dei tre fratelli.

« Le nostre cose sono rimaste insieme alla nostra Salamandra-Lupo dalle parti dell’accampamento di quei manigoldi, ma questa l’ho sempre tenuta con me per restituirtela.» le spiegò Sein, fiero.« Certo che, se non l’avessi perso, non avremmo mai avuto la certezza di star seguendo la pista giusta per rintracciarti.».

« Grazie...» sussurrò la ragazza, stringendo con affetto l’oggetto.

« Prego. Perché non lo indossi come al solito? Ci è sempre stato bene al tuo polso.».

« Lo farei volentieri... ma...».

« Ma...?» disse Sein, quando notò il suo polso destro.« Aspetta un attimo, e quello che cos’è?». Aveva appena notato un oggetto intorno ad esso.

La ragazza allungò il braccio per farglielo vedere meglio. Alla vista sembrava un normale bracciale di ferro che copriva quella parte del suo arto, se non fosse che la parte più premuta verso l’interno aveva un colore bianco, dall’aspetto quasi osseo.

« Me l’hanno messo quelli che mi hanno rapita.» spiegò Lira, mentre il fratello esaminava il bracciale, che risultava ben stretto a lei.« Dove i Cavalieri del controllo di Liontàri avevano detto che avevo il Sign. Dicevano che avrebbe tenuto bloccato il mio Sign finché l’avrei avuto addosso.».

« Sapevano anche dove avevi il Sign?» comprese Sein, sorpreso.« Quei tizi erano davvero ben informati. Uhm... bisognerebbe trovare un modo per toglierlo...». C’era una piccola serratura sul bracciale, ma certo non poteva forzarla facilmente senza chiave.« Uhmmmm... farò qualche tentativo, ma forse sarebbe il caso di...».

« State tutti bene?!».

La loro discussione era appena stata interrotta da Cabel. Era tornato sul posto di corsa, la lancia in un pugno e alcuni fasci di erbe nell’altro braccio. I Leokàmi lo squadrarono malamente.

« Sì, ma... ehi, dov’è Derow?!» balzò in piedi Sein.

« Scappato.» digrignò i denti Cabel.

« COSA?!».

« Il signor Derow è scappato?» domandò Lira, sorpresa.

« Già, è stato furbo.» ammise suo malgrado il maggiore dei tre fratelli.« Avevamo appena finito di raccogliere le erbe necessarie, quando mi ha fatto notare che avrei dovuto stare attento ad un Keràtorno a suo dire particolarmente nervoso che aveva notato starsi avvicinarsi un po’ troppo quando aveva girato la testa. Sulle prime ho pensato che fosse un trucco per allontanare la mia attenzione da lui, ma poi ho sentito il verso di quel maledetto bestione vicino e sono stato costretto a girarmi. Non era così nervoso come mi aveva fatto credere, ma Derow ha approfittato di quell’unico attimo di distrazione per andarsene sugli alberi e fuggire.».

« Ma guarda te se pure la natura deve darci problemi!» esclamò Sein.

« Sono tornato qui non appena ho realizzato che non potevo corrergli dietro.» finì Cabel.« E adesso, per colpa di quel trucco, temo siamo tutti in pericolo. Dovremo andarcene, prima che Derow possa...».

« Perché dovreste andarvene?».

Tutti quanti alzarono la testa: Derow era appoggiato con la schiena ad un albero vicino, seduto su un ramo abbastanza in alto, intento a fissarli.

« Tu...» sussurrò Cabel, buttando le erbe a terra ed accorrendo istintivamente davanti ai suoi familiari, sempre armato di lancia. Derow, invece, si appese al ramo con una mano e si calò di sotto.

« Hai portato con te le erbe che abbiamo preso, vedo...» domandò il capobranco dei Leokàmi.« Che aspettiamo a preparare il rimedio per Ev?».

« Noi... Eh?» si sorprese il fratello maggiore del trio.

« Come hai detto?» chiese Sein, confuso.

« Insomma, abbiamo cercato le erbe per questo scopo, no? Ah, aspetta...». Si avvicinò velocemente a loro, mettendo in guardia il gruppo... finché non raggiunse Cabel, afferrandogli la lancia con un gesto ed accostandosela al petto di sua spontanea volontà.« … è possibile che tu ti senta ancora sicuro solo puntandomi questa?».

« Cosa?» fece Cabel, ancora più sorpreso. Con la punta toccava inequivocabilmente l’area del suo cuore.

« Ma... perché diavolo lo stai facendo?» chiese Sein, confuso.

« Non è ovvio? Per ribadire che non vi sono ostile.» chiuse gli occhi Derow, tenendosi la mano su un fianco.« Anche se comincia a diventare fastidioso, doverlo fare... Non mi direte che non vi basta neanche il fatto che stia di nuovo mettendo la mia vita spontaneamente nelle vostre mani, per persuadervi finalmente che non serbo cattive intenzioni nei vostri confronti? Senza contare che avrei già potuto ordinare ai miei Leokàmi di saltarvi addosso senza manco scendere da quel ramo, se ne avessi.».

« Ehm...» borbottò Sein, guardando gli altri con fare incerto, non sapendo come ribattere.

« Però... prima sei fuggito.» disse Cabel, ancora diffidente.« Non è esattamente ciò che farebbe una persona sincera. Potresti essere tornato per cercare di tenderci una trappola di qualche tipo.».

« Viaggi troppo con la fantasia... e tutto perché non riesci ad avere fiducia in me, o sbaglio?» replicò Derow.« Se prima ero scappato, era solo perché mi ero stufato di avere quella lancia contro la schiena. Ma se ancora non siete convinti dopo che, da uomo libero, non vi ho mosso contro manco uno dei Leokàmi qui presenti, sono disposto a sopportarla ancora un po’.».

« Mmh...» fece Cabel, fissandolo. Dalla sua esperienza nel trattare con tante persone diverse, maturata durante il suo mestiere di guida, gli faceva comprendere che Derow non stesse mentendo... o almeno così gli sembrava...

« Cabel...» disse Lira, appoggiando una mano sulla sua spalla e guardandolo con aria supplichevole.

Il rude fratello maggiore mantenne l’arma alzata ancora un po’. Solo dopo decise di abbassarla lentamente.

« Voglio crederti, per ora.» sentenziò Cabel.« Ma fai in modo che la fiducia che hai cercato non sia malriposta, se hai davvero un onore.».

« Ero serio prima, lo sono adesso.» si limitò a rispondergli Derow.« Che ne dici, non dovremmo finalmente pensare ad un certo malato?».

« Zitto e vieni.» lo esortò Cabel, gettando la lancia a Sein – che la riprese al volo – e recuperando le erbe medicinali.

Lira sorrise... era contenta che quella questione si fosse risolta pacificamente, almeno per il momento.

Derow e Cabel prepararono velocemente le erbe, tagliandole in modo da buttarle poi in una rudimentale ciotola di legno che approntarono alla svelta per l’occasione. Cabel quindi si mise a pestarle insieme con una grossa pietra tonda per ridurle in poltiglia, mentre vi mischiava insieme un po’ d’acqua per amalgamarle meglio.

« Che fai, tu?» chiese intanto Derow a Sein, che stava cercando di forzare la serratura del bracciale di Lira come poteva con la punta della propria lancia.

« Lasciami in pace, Derow: sto cercando di far saltare questo bracciale del cavolo a mia sorella.» disse il medio tra i tre fratelli, tenendo l’arma per la parte di impugnatura attaccata alla sua lama romboidale.

« Che bracciale?» chiese Cabel, fermando un attimo il proprio lavoro.

« Questo.». Glielo mostrò alzando il braccio di Lira. Il fratello maggiore, con la ciotola ancora in mano, si alzò e si avvicinò per esaminarlo meglio.

« Uhm... un bracciale Restrictor.» lo identificò questi.« Fa parte del modo in cui il nostro paese contiene coloro che possiedono una Foundation o un Sign, quando si trova costretto a farli imprigionare per un motivo o per l’altro, o anche per motivi di sicurezza verso le nostre più alte cariche. Non chiedermi come funzioni di preciso, non ne ho idea: tutto ciò che so è che il materiale bianco sotto il metallo, se tenuto saldamente premuto sopra un Sign, impedisce che questi manifesti all’esterno una Foundation o il potere che ne origina una, quasi come se fosse una sorta di ̔ tappo’ che ne blocchi le capacità.».

« Davvero? Non sapevo di questi particolari bracciali.».

« Non sono molto noti, infatti: a causa della rarità di quel materiale bianco – che non è per niente comune – di norma solo le prigioni, i soldati e, appunto, le cariche più importanti di Proéyld le hanno a disposizione. E poi, non molti utilizzatori di Foundation sono stati imprigionati in passato, visto che generalmente non causano problemi tra noi. Anche se qualche eccezione esiste...». I suoi occhi scuri si soffermarono un secondo su Derow.

« Pfff... Comunque, posso vedere anch’io il bracciale?» chiese il capobranco dei Leokàmi.

« Prego.» annuì Lira. Sein, anche se un po’ riluttante, si fece da parte per lasciare che le esaminasse lo strumento di contenimento.

« Un bracciale abbastanza robusto... ma non credo sia poi così spesso.» esaminò con occhio critico Derow.« C’è un modo semplicissimo per aprirlo...».

« E quale sarebbe il...?» cominciò a domandare Sein, mentre della luce verde brillava da Derow... il quale con uno Squarcio Reale velocissimo investì il suo braccio.

« A... Ah...» rimase senza fiato Lira nel vedere i frammenti del bracciale disperdersi nell’aria davanti a sé, prim’ancora di aver realizzato del tutto l’accaduto.

« DEROW!» esclamarono insieme Cabel e Sein, con quest’ultimo che puntò all’istante la lancia di nuovo contro Derow.

« Ehi, CALMA!» alzò subito una mano artigliata Derow.« Non le ho fatto niente, lo vedete o no?». In effetti, la sorella dei due si stava guardando il braccio, come se temesse di vedervi degli squarci, ma invece era sano tanto quanto poco fa.

« Che...? Ma con che razza di precisione...?» batté le palpebre Sein.« Cos’è, eri un barbiere prima di insediarti qui?».

« Ovvio che no, ma il colpo d’occhio non mi manca.» rispose lui.

« Però la prossima volta avvisaci, mannaggia!».

« Ben detto...» sussurrò anche Cabel, mascherando un po’ d’ira per il suo gesto non autorizzato.

« Tranquilli... ora penserò solo a riposare.» chiuse gli occhi Derow, facendo sparire la sua Foundation e andando a sedersi ad un lato del falò. Nel farlo, trasse un respiro pieno di stanchezza.« Gli scontri contro quel tipo mascherato e Zaher hanno pesato parecchio sulle mie energie.».

« Quasi non si direbbe, considerato quanto sei stato svelto a scappare prima.» osservò il maggiore dei tre fratelli, ritornando dov’era prima per riprendere a miscelare le erbe.

« Solo perché per me è normale muovermi nella foresta, sia sugli alberi che a terra... ma ho ancora ben impressi sulla pelle la potenza dei colpi di quello stronzo con la spada.» sospirò l’interlocutore.

Finito poco dopo di preparare il rimedio, anche se più simile ad una semplice brodaglia vegetale che ad una vera e propria medicina, il gruppetto lo fece bere all’incosciente Ev. Quando l’ebbe inghiottito tutto un persistente brivido si impadronì di lui, prima che si calmasse e tornasse a riposare tranquillo.

« Funzionerà davvero?» chiese con nuova apprensione Lira.

« È quello che ci auguriamo.» replicò Cabel.

« Di preciso, cos’era quella robaccia che avete fatto?» gli domandò Sein.

« Una cura contro i morsi delle Scolopendre Teschio.» gli rispose il fratello.« Quel furfante, Zaehr, aveva detto che gli insetti della sua Foundation erano simili ad esse. È probabile che anche il veleno degli insetti fosse affine a quello delle Scolopendre, visto che gli effetti sembrano ricordare molto quel tipo di tossina...».

« Anche perché le macchie sul viso di Zaehr sembravano quelle che lasciano sulla pelle quegli esemplari di scolopendra quando iniettano quantità troppo grandi di veleno nelle loro vittime, un altro segno della loro possibile implicazione in quelle abilità.» aggiunse Derow.

« Cosa vorresti dire, che Zaehr ha ottenuto la sua Foundation in uno dei loro nidi?» disse Sein.« Però mi sembra impossibile che possa essersi infilato in una tana di quelle bestiacce ed essere ancora vivo.».

« Sarà stato merito della sua Foundation, se non è finito nell’Altra Parte...» osservò il selvaggio compare.

« In ogni caso, se abbiamo fatto le cose come si deve, tra un paio d’ore Ev dovrebbe star meglio.» spiegò Cabel.« Avremmo dovuto scaldarlo, il rimedio che gli abbiamo fatto ingerire, ma senza pentole di metallo in cui mettercelo... Ad ogni modo, dovrebbe funzionare anche senza quel passaggio.».

Si misero quindi ad aspettare.

Nel trascorrere di quell’attesa, continuarono a stare lì intorno al falò, in compagnia solo dei Leokàmi presenti sul posto, conversando tra loro circa gli ultimi fatti. Anche Lira parlava, ma meno degli altri: era più concentrata nel tener d’occhio Ev, standogli vicino per cercare di carpirgli qualche segno di miglioramento.

Passò qualche minuto in più di quelle due ore fissate... e fu allora che, finalmente, le palpebre di Ev si mossero. Quando le schiuse, si alzò piano con la schiena dal suolo della foresta, e dalla sua stessa giacca che era stata usata come cuscino per la sua testa.

« Cabel, Sein!» esclamò allora Lira nel vederlo sollevarsi. I due fratelli e Derow si volsero subito verso di lui.

« Ehi, bentornato in vita, amico!» esclamò Sein alla vista di lui sveglio.

« Che... posto...?» sussurrò Ev, gli occhi grigio perla che indugiavano piano su ciò che aveva intorno. Quando si imbatterono nei Leokàmi, sussultò immediatamente.« EHI, SONO...?!». Una fitta dolorosa gli si diffuse lungo il corpo, spingendolo a chiudere un occhio.« Ohi...».

« Non ti agitare, Ev.» gli afferrò piano le spalle Lira, con un sorriso rassicurante.« È tutto a posto...».

« Lira ha ragione... ti sei appena ripreso dal veleno di Zaehr, non è detto che il tuo corpo non stia ancora risentendo del fatto di avercelo avuto nelle vene.» lo avvisò Cabel.

« Il veleno... Zaehr...» ripeté tra sé il ragazzo dalla Foundation di pietra.

Certo... la lotta con Zaehr... la loro fuga per il fiume... ricordava bene tutto...

« Siamo di nuovo nella Foresta Fronderoccia, dunque...» realizzò Ev.

« Sì. Magari sarà il caso di dirti cos’è successo dopo che sei svenuto...» gli propose Sein, per poi avvicinarglisi e stringere un braccio intorno alle sue spalle come suo solito, con un gran sorriso.« … ma, intanto, non hai idea di come sono contento di rivederti sveglio, amico!».

« Mollamiiii...» si lamentò il giovane dai capelli castano chiaro, sentendo le guance tornargli rosse come altre volte prima a quel tipo di gesti.

Separato da Ev Sein – che non mancò di essere rimproverato sia da Cabel che da Lira perché il giovane dalla Foundation di pietra si era appena ripreso e lo stava già ̔ strapazzando’ – gli raccontarono di come l’avevano curato e, sopratutto, della questione riguardante Derow che avevano dovuto affrontare fin da quando erano usciti dal corso d’acqua che li aveva riportati lì.

« Oh... quindi... la tua Foundation ti aveva fatto perdere il senno?» domandò Ev a Derow con una nota di dispiacere, quando ebbero gli ebbero raccontato del retroscena che l’aveva portato a vivere nella foresta a fine racconto.

« All’incirca sì...» rispose Derow.

« Almeno in apparenza...» specificò Cabel, sempre un po’ sospettoso sull’argomento.

« Se è così... ti devo le mie scuse.» disse il ragazzo, preso a male.« Scusami se ti ho dato della belva umana, quando abbiamo combattuto.».

« Ah, solo per quello? Non è il caso... riconosco che la realtà era quella, in quel momento.» ammise il selvaggio utilizzatore di Foundations, toccandosi la cresta corazzava che gli cingeva il capo.« Ma se ti senti così in colpa per quello... dammi quella maledetta rivincita, così siamo pari.».

« Starai scherzando, spero!» esclamò Ev.« Ora non sono pronto per qualcosa del genere!».

« Eheheh! Lo so bene.» alzò la mano Derow, rassicurandolo.« Di sicuro non voglio affrontarti adesso che siamo entrambi usciti reduci da due scontri tostissimi e da una fuga movimentata... La nostra rivincita può tranquillamente aspettare.».

« Bene...» sospirò Ev. Poi guardò gli amici, grave.« E... i prigionieri rimasti nella Piana dei Pilastri?». A quelle parole, Lira si rabbuiò, nel ripensare a quelle persone sacrificatesi per lasciarli scappare.« Cosa ne è stato, secondo voi?».

« Non lo so, ma penso ci siano buone probabilità che siano ancora vivi.» disse Cabel, serio.« Se hanno fatto tanta fatica per mettere le mani su quella gente allo scopo di condurla da qualche altra parte con quel carro-cella vuol dire che gli serviva in vita, non certo morta. In fondo, neanche tu hai tirato le cuoia, dopo la puntura dell’insetto di Zaehr: è possibile che quel bastardo sia stato attento a non imbottire troppo di veleno neanche loro e che, una volta ridotti all’impotenza, li abbia solo fatti riprendere in custodia. Magari stanno curando anche loro dal veleno, mentre parliamo...».

« Capisco...» disse Ev, sentendosi più sollevato. Sapendo quello che sapeva se l’era immaginato, ma era contento che anche Cabel la pensasse allo stesso modo.

Perciò non restava altro da fare che...

« Non ci pensare nemmeno.» lo redarguì Cabel nel vedere la sua espressione.« So cosa stai per proporre, che dovremo andare laggiù a salvarli. Ma per adesso non se ne parla proprio.».

« Ma non possiamo lasciarli a quei gaglioffi!» ribatté il ragazzo con la Foundation di pietra.« Non sapendoli in mano a gente del genere e dopo che...».

« Lo so, siamo in debito con loro.» lo interruppe il fratello maggiore.« Però tornare senza un piano alla Piana dei Pilastri nel covo di quei maledetti sarebbe inutile: Zaehr si è rivelato un osso più duro di quanto immaginassimo, e anche non contando questo resteremo sempre alle prese con gente ben più numerosa di noi che sarà sicuramente più in guardia di prima, ora. E poi ti sei appena ripreso dalla tossina che ti è entrata dentro... cosa pensi di ottenere, se non ti concedi nemmeno il tuo tempo per riprenderti come si deve?».

« Cabel ha ragione, Ev.» ammise Sein.« Anche se pure io vorrei salvare quei poveretti...».

« Ok... ma...» distolse appena lo sguardo Ev. Non gli piaceva per niente l’idea di non poterli sottrarre alle loro grinfie in quello stesso istante... specie perché ignorava quale sarebbe stata la loro sorte, da lì in poi...

« Beh, il problema di adesso è riprendere le forze che abbiamo perso...» osservò Derow, alzandosi.« Ev è stanco... io sono stanco... e non escludo che anche voi abbiate la vostra dose di stanchezza addosso...».

« Puoi dirlo forte.» disse Sein, sui cui pesavano ancora il primo scontro con Akiow più le fatiche successive.

« Allora, credo sia giunto il momento di portarvi in un bel posto.» sorrise loro Derow.« Non temete, è a due passi da qui, e vi assicuro che lo troverete... ritemprante.».

« Uh? In che senso?» chiese Ev, curioso.

« Non vorrei rovinarvi subito la sorpresa... lo capirete una volta arrivati lì. Sempre se ovviamente siete disposti a farvici portare da me.».

« Mmh...» mormorò mormorò Cabel, perennemente ancora un po’ dubbioso nei suoi riguardi.

« Forse possiamo davvero permetterci di andare con lui.» gli parlò all’orecchio il fratello minore, anche lui incuriosito come Ev.« Mi rode un po’ dirlo, ma in fondo ha già avuto un bel po’ di occasioni per fregarci, mentre eravamo intenti a curare Ev. Se era solo per affrontarlo dopo... ammetto che avrebbe semplicemente potuto prenderci in ostaggio con i Leokàmi, costringerci a guarirlo per poi obbligarlo a combattere per salvarci, no?».

« Già...» dovette concordare il fratello maggiore. Quindi, dichiarò.« D’accordo, ti seguiamo. Ma, naturalmente, tu starai davanti a noi... e Sein subito dietro a te con la sua lancia.».

« Uff... ancora con le precauzioni.» sospirò Derow, girandosi.« Seguitemi, coraggio.».

« Tu ce la fai, vero, Ev?» chiese Cabel all’amico appena ripresosi.

« Credo di sì... uff...» si rimise in piedi Ev. Sentiva di poter camminare, anche se magari non con la stessa energia e sicurezza di prima.

« Ti aiuto io, se hai qualche difficoltà.» offrì il proprio aiuto Lira.

« Grazie.» le rispose Ev, apprezzando l’offerta.

Si misero di nuovo a camminare lungo la foresta, dunque, lasciandosi alle spalle i Leokàmi per imboccare un sentiero ̔ naturale’ nella boscaglia. Il passo un po’ malfermo di Ev veniva corretto da Lira come promesso, e Sein continuava a tener d’occhio alle spalle la loro guida.

Dopo un po’ di cammino, uscirono fuori da un tratto della boscaglia, e...

« OOOOH!» esclamarono colpiti Ev, Sein e Lira.

Davanti a loro c’era una piccola area praticamente a cielo aperto, libera da buon parte degli alberi e con solo pochi ciuffi d’erba nei dintorni. Al suo interno, vi era un lago di notevole bellezza: le sue acque erano alla vista limpide, chiare, quasi bianche, con alcune grosse rocce che affioravano al centro dello stesso, da cui si sollevavano lievi volute di calore. Anche lì c’era qualcuno dei Leokàmi del branco di Derow, alcuni dei quali intenti a sonnecchiare tranquilli sui bordi della massa liquida.

« È... È quello che penso che sia?» chiese Sein a Derow.

« Certo, se è quello che indovino tu pensi.» ammise Derow, facendo un passo avanti.

« Un lago termale in questo posto?» lo riconobbe Cabel, anche lui un po’ sorpreso.

« Non un lago termale qualsiasi.» precisò il capobranco dei Leokàmi.« Queste acque non sono solo una goduria in termine di calore, e ti levano tutta la stanchezza di dosso, ma hanno anche delle proprietà curative tali da guarire anche le ferite più gravi in poco tempo.».

‟ Guarisce le ferite?” si disse mentalmente Ev, guardando subito la ferita a croce già cicatrizzata che gli aveva lasciato con l’ultimo colpo del loro combattimento, ma prima di potergli porre la domanda che aveva in testa venne anticipato da Cabel, che disse:« Quindi è in questo modo che sei stato in grado di venirci dietro tanto in fretta, dopo che Ev ti aveva messo al tappeto. Hai recuperato le forze immergendoti qui.».

« Ehm, già.» annuì Derow.« Insieme al rifugio in cui eravamo prima, è uno dei miei posti preferiti qui: ci vengo sempre, quando mi sento troppo esausto. A volte mi concedo il lusso di farci il bagno anche di notte... infatti, come vedete, mi sono premunito per quanto riguarda l’illuminazione.» quindi, indicò loro dei buchi scavati nel terreno tutt’intorno al lago – forse che aveva creato con l’aiuto della sua Foundation – circondati da pietre, in cui vi erano piantate alcuni lunghi rami d’albero ritti legati insieme, di un tipo di legno che bruciava molto lentamente, e che avevano vicino altri mucchietti di quegli stessi rami pronti a rimpiazzarli una volta esauriti i primi.« Ora io vi metto il lago a vostra disposizione: consideratelo un gesto d’amicizia.».

« Insomma... vorresti dire che possiamo usarlo noi?» gli domandò con una certa serietà Sein.

« Sì.».

« Fino a quando non ci saremo riposati a dovere?».

« Quanto vi pare.».

« YUPPIEEEEEE!» lanciò un grido di gioia il fratello minore di Cabel, catapultandosi immediatamente verso l’acqua.« Ho sempre sognato di fare il bagno in un posto del genere!».

« Sein...» si mise una mano sulla fronte Cabel, scuotendo la testa. Ev e Lira mirarono la scena con un sorriso ciascuno, entrambi bendisposti da quella dimostrazione di entusiasmo.

« Un attimo e mi tuffo io per primo, gente!» esclamò il ragazzo, gettando ogni precauzione – e con essa la lancia che aveva in mano – e iniziando a spogliarsi degli stivali che si era rimesso per arrivare fin lì e della sua canottiera con lacci, per poi iniziare a passare ai pantaloni.

« Fratello...» sussurrò Lira, chiudendo le mani davanti alla faccia imbarazzata.

« Sein, c’è tua sorella, qui.» lo ribeccò Cabel, seccato da quel suo comportamento. Nel vedere la reazione della ragazza, notò che anche Ev lì a fianco aveva distolto lo sguardo.« Anche tu, Ev?!».

« N-No...» socchiuse un occhio Ev, malnascondendo un certo rossore delle guance.

« Mmh...» mormorò la maggiore delle due guide.

« Invece di distogliere lo sguardo senza motivo, che ne dici di iniziare a spogliarti anche tu, Ev?» gli propose l’altro, smettendo un attimo di togliersi i vestiti.

« IO?!» sobbalzò lui.« NON SE NE PARLA. Ahi...!». Sentì un acciacco nell’agitarsi.

« Non per dire, amico, ma forse sei quello che ne ha più bisogno.» ammise Derow, con una mano sul fianco.« Queste acque non cureranno dai veleni, ma ti daranno sollievo dalla fatica a cui quello che avevi dentro ha sottoposto il tuo povero corpo, oltre che dalla stanchezza degli ultimi scontri.».

« Senti, ehm... i-io non posso!» si tirò un po’ indietro Ev, ancor più paonazzo di prima. Accidenti, lo stavano mettendo alle strette.« Non posso... perchèèèèèè....».

« Perchééééé...?» ripeté Sein.

« Perchéééé... Perché è ancora giorno, ecco!» alzò la mano lui, trovando un possibile appiglio.« Io preferisco farlo più in tarda serata, il bagno. Lo faccio dopo!».

« Ma dai... io non voglio mica aspettare a godermi questa fonte, però vorrei pure condividere il momento con un amico.» obiettò Sein, contrariato.« Su, vieni anche tu, vedrai che ci divertiremo un sacco.».

« Ma... Ma io sono anche abituato a farlo da solo!» scosse il capo Ev.

« Non capisco tutta questa reticenza. Cos’hai, paura dell’acqua?».

« Sein, smettila!» intervenne Cabel, seccato.« Se vuole immergevisi più tardi, lascia che lo faccia più tardi, invece di metterlo in difficoltà.».

« Ma Cabel, è ridicolo! Perché aspettare per entrare in questo posto meraviglioso? Senza contare che gli serve...».

« E che vuoi fare, obbligarlo? Sei troppo insistente alle volte, sappilo... tanto da essere fastidioso. Magari sente che non gli serve con così tanta urgenza, al momento, e in tal caso non c’è tutta questa necessità di farlo entrare in quel lago.». Si girò poi verso Ev.« Sei sicuro, tu? Ce la farai fino a stasera, vero?».

« Sicurissimo... ce la posso fare.» confermò quest’ultimo.

« Caso chiuso, allora.» disse Cabel.

« Uffi...» sbuffò Sein.

« Non te la prendere, tanto ci sarò anch’io.» disse Derow, mostrando il canino con fare un po’ maligno.

« Sai che bellezza...».

« Naturalmente verrò anch’io lì dentro.» chiuse gli occhi Cabel, avvicinandosi al lago.« Certe volte alcune fortune vanno sfruttate, comunque.».

« E, per quanto riguarda la signorina qui presente...» continuò il selvaggio compagno, gli occhi puntati verso Lira, « … se vuole può andare dall’altra parte del lago: con quei macigni che escono dall’acqua a schermare la visuale non c’è pericolo che io o chiunque altro di noi possa vedere le sue grazie, e così potrà rilassarsi un po’ anche lei.».

« Anche perché se ti azzardi a spiare mia sorella sei carne morta, sappilo.» lo minacciò apertamente Sein.

« Me lo ricorderò, eheheh...» ridacchiò lui.

« Allora... io vado...» sussurrò Lira, allontanandosi da loro per dirigersi verso la parte nascosta del lago.

« Io invece... vado a riposarmi un po’ più lontano...» disse Ev, girandosi e dirigendosi verso una macchia di vegetazione più regolare rispetto a quella nei pressi del lago termale, dove vi era più ombra.

« Peccato...» disse Sein, un po’ deluso. Tornò a svestirsi, chiedendo nel contempo a Derow:« Comincio a sentire anche una certa fame, comunque: quando abbiamo finito ci procuri anche la cena, visto che tutto quel che avevamo l’abbiamo lasciato sulla Salamandra-Lupo che abbiamo dovuto abbandonare nei pressi di quel covo di manigoldi?».

« … per chi mi hai preso, per il tuo servitore?» replicò allibito il selvaggio residente della foresta, nello sfilarsi la propria giacca verde scuro.

Quando tutti, Lira compresa, ebbero finito il loro bagno, apparì subito evidente ad Ev che ne erano usciti più che rigenerati. In particolare, Sein non gli era mai sembrato così tanto soddisfatto da quando l’aveva conosciuto. Si vede che le proprietà del lago non era esagerate, si disse. Onestamente, l’idea di provarle dopo aver constato l’effetto avuto sugli altri gli pareva più irresistibile, ma si era imposto di attendere e l’avrebbe fatto.

Ben presto Derow organizzò una battuta di caccia con Cabel – il quale non aveva comunque voglia di aspettare al rifugio del capobranco – e i suoi Leokàmi per andare a rimediare la cena, e in quattro e quattr’otto riportarono indietro un enorme pezzo carne di Erpkris da più di due chili tagliato via con grande abilità dalla Foundation di Derow. Poiché i Leokàmi non erano con loro al ritorno, c’era poco da immaginare su che fine stesse facendo il resto dell’animale in quegli istanti.

Fattosi l’imbrunire, si ritrovarono tutti seduti intorno al falò riacceso, con il pezzo di carne scuoiato, disossato e cotto a puntino distribuito in parti uguali su dei rami appuntite a ciascuno dei presenti.

« Coff coff...» tossicchiò Ev come suo solito, alzando la voce.« Questa carne è favolosa!». La sentiva sciogliersi in bocca, infatti... ed era una goduria per le sue papille gustative. Senza contare il sapore.

« Bisogna ringraziare Cabel.» li puntò con l’indice Derow.« Di solito mi viene a malapena mangiabile, a me...».

« Merito di qualche erba aromatica in cui mi sono imbattuto poco fa, e della mia perfetta conoscenza nel cuocere i cibi.» spiegò Cabel, calmo.

« Te e Lira siete sempre stati un duo infallibile in cucina.» riconobbe Sein, agitando davanti a sé la propria porzione di arrosto.« Io non sono mai riuscito a replicarvi, facevo solo disastri.».

« Motivo per cui ti abbiamo bandito per sempre da lì, a casa nostra.» replicò il fratello maggiore. Ev si lasciò sfuggire una risata sommessa.« Stavolta però neanche Lira ha partecipato...».

Guardò quindi la sorellina. Questa guardava il suo cibo in silenzio, evitando di spiccicare parola con i presenti.

« Lira, è tutto a posto?» le chiese Cabel.« È da quando Ev si è svegliato che non parli più di tanto...».

« Sì... è tutto a posto, Cabel...» sorrise mestamente la ragazza, prima di abbassare di nuovo lo sguardo.

« Pensi a loro, non è vero?» continuo il fratello.

Lei si bloccò. Ev, Sein e Derow si fecero ancor più partecipi.

« Pensi a quei prigionieri che sono rimasti laggiù pur di far fuggire noi.» la guardò il fratello.« Se vuoi parlarne, però, sai che puoi farlo, con me e con Sein. Siamo la tua famiglia, dopotutto...».

« È... È solo che... non riesco a capire.» scosse il capo Lira. La sua voce era così piena di tristezza, si disse Ev. Tristezza che in qualche modo comprendeva.« Perché sono dovuti rimanere lì... nelle loro mani...» i suoi occhi si fecero più lucidi, « … perché... perché sono l’unica tra quelle persone che è riuscita a fuggire?».

« Perché erano uomini.» si intromise Derow, saggio.« E quando sei un uomo, ti accolli sempre un sacco di responsabilità. Avevano capito che Ev, Sein e Cabel erano venuti per te... e devono aver deciso che almeno tu dovessi salvarti, ora che ti eri riunita alla tua famiglia, per non vanificare completamente i loro sforzi.».

« Non volevo salvarmi solo io, però... non solo io...» scosse il capo la ragazza. Ora grondavano lacrime dalle sue palpebre.« Quegli uomini... avranno avuto anche loro famiglie a cui tornare. Avremmo dovuto salvarli... salvarli tutti... E invece...». Chiuse appena gli occhi, quasi rivedendo quel prigioniero... quasi risentendo il suo ultimo grido...

 

« SCAPPATEEEEE!» gli gridò il prigioniero di prima, mentre gli insetti iniziavano ad arrivare anche a lui.

 

« E invece...». Le sue mani si strinsero tra loro, così forte che quasi gli facevano male. Non riusciva proprio ad accettarlo...

In quel momento, la mano di Ev si appoggio sulle sue.

« Oh?» fece la ragazza, alzando lo sguardo.

« Non sentirti in colpa, Lira.» le parlò il ragazzo. L’espressione sul suo volto era desolata, ma cercava ugualmente di trasmetterle un po’ di calore.« Non è stata colpa tua, se non siamo riusciti a salvarli. Siamo noi, semmai, quelli che dovrebbero punirsi per questo...». Sein, Cabel e Derow si guardarono l’un l’altro.« Non hai idea di quanto rimpianga quell’attimo... l’attimo in cui sono riuscito a farmi fregare da quell’insetto velenoso. Se fossi scampato alla sua puntura e avessi continuato a battermi... forse...». I suoi occhi distolsero un attimo lo sguardo. Poi, con rinnovata determinazione, disse:« Lira... non è molto da parte di una persona appena conosciuta, ma... li salveremo, ok?».

« Sì?».

« Mmh-hmm.» annuì il ragazzo.

Quegli occhi perlacei... era come se le stessero facendo una promessa...

« … ok...» mormorò Lira, asciugandosi piano le lacrime. La sua faccia si fece un po’ più serena... questo bastava, ad Ev.

« Hai detto bene, Ev.» annuì Cabel.« E poi, ad essere onesti, nessuno di noi è davvero responsabile di quanto accaduto. Gli unici che davvero hanno colpa sono quei bastardi che li hanno catturati, che gli Stoinos li maledicano.».

« Giust...» cominciò Derow, quando Sein sbottò con rabbia:« Quel figlio di puttana!».

« Chi? Zaehr?» gli domandò Ev.

« Non Zaehr, Eief!» esclamò il medio dei tre fratelli, sfiorando con la punta del bastone con la sua porzione di carne il suolo.« Quel maledetto...! Sono certo che sapesse del tizio mascherato che sorvegliava il passo della Piana. Se avesse sciolto la lingua con noi avremmo potuto evitare di venir colti alla sprovvista da quel tizio, e magari evitare che tornasse a romperci le scatole nel suo covo. Ricordiamo che è stato quell’Akiow o come si chiamava a farci perdere il tempo che ci serviva per far fuggire tutti senza venir sorpresi da Zaher.».

« Non hai tutti i torti...» ammise Cabel.

« Beh, però quando dietro di te c’è il Governatore Reggente di Arcteve penso che difficilmente scioglieresti la lingua.» osservò Ev.

« Su questo non ci piov...» cominciò a dire Sein, quando comprese bene cosa avesse detto:« COS-EEEEEEH?!».

« Il Governatore Reggente di Arcteve?!» scattò in piedi Cabel.

« Intendi il Governatore Count?!» scattò anche Derow.

« Ops!» si tappò subito la bocca Ev. Gli era sfuggito... non aveva ancora in mente di arrivare a toccare quell’argomento.

E ora lo fissavano tutti...

« Ebbene?» chiese bruscamente Cabel.« Che c’entra il Governatore Reggente di Arcteve con questa storia?». Ahia... mi sa che era in ballo, si disse il ragazzo sotto interrogatorio.

« Uhmmm...» fece con nervosismo Ev nell’abbassare le braccia, « … diciamo che... oh, e va bene.». Sospirò un momento.« Dopo quanto è accaduto, dovrei proprio dirvelo...».

« Dirci cosa?» disse Sein, attento.

« Qualcosa di più circa il rapimento di vostra sorella.» rispose Ev.

« Sai qualcosa?» disse Cabel, stupito.« Com’è possibile?».

« Io... credo sia collegato al motivo del mio viaggio.» rispose il ragazzo dalla Foundation di pietra.« Vi ricordate che ero diretto ad Arcteve?».

« Arcteve... e tu hai menzionato il suo Governatore Reggente...» realizzò la maggiore delle due guide.

« Sì... perché è per lui che sto andando laggiù.».

« Ma ancora non mi è chiaro cosa c’entri questo con la qui presente Lira.» domandò Derow.

« È quello che stavo per dirvi.» spiegò loro Ev.« Ricordate le sparizioni di gente con i Signs e le Foundations? Non è svanita nel nulla come per magia... è stata rapita, proprio come Lira e gli altri prigionieri di Zaehr. Ed è possibile che, all’insaputa di tutti, ci sia invischiato proprio il Governatore Count in questi rapimenti.».

Lo stupore alla notizia fu generale.

« Insomma... un Governatore Reggente... starebbe facendo rapire in massa delle persone?!» esclamò Sein, scettico.« Non ha senso! Cosa ne guadagnerebbe mai?».

« Lo so che sembra assurdo... ma, anche se non so i motivi precisi, credo ci sia lui dietro tutto questo.» continuò il loro interlocutore.

« Ma tu come fai a dirlo, Ev?» domandò Cabel.« Non è un’accusa che si può muovere così dal nulla... Come ti fa pensare una cosa del genere?».

Ev parve turbato da quella domanda. Ci mise un istante a rispondere, in cui i suoi occhi parvero tenere un’apparenza indecifrabile:« Fu una ragazza a farmene parola. La incontrai dopo che riuscì a sottrarsi ad uno di quei rapimenti... e mi raccontò che, prima di scappare dalla sua città natale uno dei suoi rapitori, a seguito di un litigio con un altro dei suoi complici, si era tradito facendo il nome di Count come se fosse uno dei suoi mandanti. Ma da allora non l’ho più rivista... Per quanto ne so, potrebbe anche essere morta, visto quanto tempo è passato da quando la incontrai, però mi auguro di no...».

« Dunque è così che ne saresti venuto a conoscenza.» osservò il fratello maggiore dei tre.

« Sì, ma anche così mi sembra ancora così inverosimile.» disse Sein, ancora non persuaso.« Voglio dire, quella ragazza magari era in stato confusionale, dopo essere fuggita dai suoi rapitori... Andiamo, io non vedo perché una delle persone più potenti dell’intera Proéyld dovrebbe mettersi a catturare gente con Foundations e Signs.».

« Questo è vero... e tuttavia...» sussurrò Cabel.

« Tuttavia?» ripeté Sein.

« … tuttavia, Eief e coloro che erano con lui erano dei Cavalieri Salamandra... ossia soggetti a totale disposizione dei Governatori Reggenti, quando gli occorrono.» finì la frase il fratello.« È difficile che si trattasse solo di impostori... non è facile infiltrarsi tra i soldati del regno, quelli veri si sarebbero accorti della presenza di qualcuno che non era dei loro tra le proprie fila, e sappiamo per certo che almeno Lector e il suo defunto amico – e quindi anche altri – non erano invischiati nella faccenda, o non sarebbero stati attaccati. Inoltre, Eief aveva paura di qualcuno di importante... forse di Zaehr, considerando il veleno che ha a disposizione non faticherei a vederlo in grado di farsi temere a tal punto con mezzi come la tortura perfino da un Cavaliere... oppure, contando ciò che dice Ev, la persona che temeva potrebbe essere proprio Court, visto che pure Zaehr stesso dava l’impressione di lavorare per qualcun altro...».

« Infatti io credevo potesse essere il Governatore Court, quando aveva detto di temere un certo ̔ qualcuno’.» disse la sua il ragazzo.

« Sì, ok... ma non erano marroni i cerchi e i lati dello stemma di Proéyld sugli elmi che abbiamo visto nel punto in cui avevano sostato e anche su quello presente nell’armatura della loro Salamandra-Lupo? Se fossero stati uomini del Governatore di Arcteve sarebbero stati blu, non marroni.» insistette la più giovane delle due guide. Infatti, le cinque Capitali Cardinali davano alle proprie forze militari un colore diverso sui loro stemmi del regno pentagonali impressi sugli elmi, rappresentante la loro rispettiva area di influenza: marrone per quella di Tolriot, blu per quella di Arcteve, azzurro per quella di Soutis, bianca per quella di Nawen e oro per quella di Koronikà

« Come se facesse la differenza! Magari sono stati spostati proprio dalle truppe di Arcteve a quelle di Tolriot.» si oppose Ev con fermezza.

« Anche questo è un punto giusto.» ammise Cabel, socchiudendo le palpebre.« Ammesso che il Governatore Count abbia a che fare con la faccenda, piazzare i suoi uomini tra altre divisioni non dev’essere un compito difficile.».

« Ma potevano essere soltanto dei traditori in combutta con Zaehr, comunque. Non è sicuro che abbiano agito per forza per ordine del Governatore di Arcteve.» ebbe ancora riserve Sein.

« Per ora non sto dicendo che sia proprio così, ma alcuni punti sembrano avvalorare quanto dice Ev.» replicò lui.« E poi, non mi sono mai fidato dei Cavalieri del regno... né tantomeno di chi sta sopra di loro, lo sai...».

« Da qui al dire che gente incaricata di proteggerci stia tramando contro di noi ce ne corre...» sbuffò il fratello minore.

« Secondo te, Sein, perché un sacco di persone con i Signs hanno deciso di andarsene dopo il verificarsi delle scomparse senza dire niente a nessuno?» chiese Ev.« Ho avuto modo di incrociarne un paio, prima di mettermi in viaggio per Arcteve... Da come si comportavano, ho il sospetto che anche loro pensassero che il nostro stato c’entrasse qualcosa.».

« Quindi... è per questo che hai aggirato il controllo dei Signs a Fìdi?» domandò Cabel, serio.« Temevi che, se avessero visto il tuo Sign, gli stessi che hanno rapito Lira ti avrebbero preso di mira come hanno fatto con lei?».

« In parte, sì...» ammise il ragazzo dalla Foundation di pietra.

« Mmh...» lo guardò fisso lui. Rimuginava qualcosa.« Pertanto, tu avevi già capito che c’era di mezzo questa storia delle sparizioni, quando ti abbiamo detto che Lira aveva un Sign dopo aver sistemato Eief e soci...».

« Sì...» confessò Ev.« Scusatemi se non ve l’ho detto prima... non sapevo ancora se fidarmi completamente di voi...».

« E, se ho capito bene, visto che avevi già notato dei Cavalieri implicati nella scomparsa della ragazza, è per questo che hai accusato così a colpo sicuro Zaehr sulla sua responsabilità nella faccenda, quando abbiamo raccolto la sua sfida.» aggiunse Derow.« Mi aveva colpito come sembrassi tanto certo del fatto tuo, in quel momento.».

« Esatto... c’erano troppe coincidenze in ballo per non essere così. Però, voglio dire che come ha detto Cabel non tutti i Cavalieri sono colpevoli di quanto sta succedendo. Credo lo siano soltanto quelli del ̔ giro’ del Governatore Count.».

« Ha senso.» chiuse gli occhi Cabel. Riapertili, fece un’altra domanda:« E poi... una volta che avrai incontrato il Governatore Reggente di Arcteve, cosa intendi fare?».

« Voglio chiedergli delle risposte.» rispose Ev, senza manco rifletterci su.« Voglio sapere se è davvero lui, il colpevole... perché fa, e ha fatto, tutto questo...».

« E se quanto hai sospettato venisse confermato? Cercherai di fermarlo?».

« Sì... se dovesse essere necessario... lo farò.» distolse lo sguardo Ev.

« Anche se è un Governatore Reggente?».

« Anche se è un Governatore Reggente.». Strinse inconsciamente i pugni.« È anche per questo che ho cercato di affinare la mia abilità con la Foundation... per prepararvi a quell’eventualità. Che sia un’alta carica o no, non posso permettergli di privare altra gente della propria libertà, qualunque sia il suo obiettivo. Non posso tollerarlo... non dopo che...». Lì si bloccò. Non pronunciò un’altra parola.

« Quanto ci hai detto... è terribile.». Era Lira, stavolta, ad aver preso la parola.« Pensare che chi sta sopra di noi stia facendo tutto questo... qualcuno verso cui tutti noi abbiamo sempre nutrito profondo rispetto, che abbiamo sempre pensato agire per il bene di Proéyld... Non ci sono parole, per questo...».

« Già... se davvero fosse così, sarebbe una tragedia.» disse Sein, pensieroso.

« Ricordiamoci che sono stati i Governatori Reggenti a promulgare i controlli dei Signs.» osservò Cabel.« Potrebbe essere stato proprio Count a proporla, per facilitarsi il compito di rintracciare coloro che li portavano. Anche se non sappiamo ancora niente, sul perché lo faccia.».

« Giusto...» disse la ragazza.

« Che razza di faccenda...» si mise una mano sotto il mento Derow.

« Sentite... uhm... avete niente in contrario, se vado al lago termale a fare quel bagno?» decise di proporre Ev.« Lo so che viene un po’ a sproposito... ma credo di avervi detto tutto... e altrimenti viene troppo tardi perché io possa farlo.».

« No... vai pure.» concordò Cabel.« Ti è necessario, e comunque ci hai già fatto il favore di dirci di più.».

« Ehi, aspetta un attimo.» lo fermò Derow, allontanandosi dal falò, prendendo dal suo rifugio un asciugamano e lanciandoglielo insieme a suo acciarino con pietra focaia attaccata.« Tieni, almeno non dovrai aspettare mezz’ora ad asciugarti a riva come è toccato a noi tre, a causa della fretta di quel fesso di Sein...».

« Ehi!» protestò Sein a quel ̔ fesso’.

« Ok...» annuì Ev, allontanandosi con un ramo acceso preso dal falò.« Ci vediamo dopo, allora.».

« A dopo, e non preoccuparti di eventuali visite impreviste: come vi ho detto mentre cuocevamo la carne, ammesso che i carcerieri di Lira arrivino, i Leokàmi che ho lasciato di guardia ci avviseranno in ogni istante della minaccia.» gli disse Derow, prima che si inoltrasse per la via del lago.

Quando se ne fu andato, Lira si rivolse a Cabel:« Fratello mio... Certo che Ev è un proprio un bravo ragazzo, non trovi? Si è preso un incarico incredibilmente gravoso... ma molto altruista.».

« Indubbiamente.» annuì Cabel, un po’ assente.

« Che c’è?» notò la sua espressione lei.

« Niente... riflettevo...» disse il fratello maggiore.

̔ Credo di avervi detto tutto’, aveva detto?

Ne dubitava. Invece, dopo quella discussione, visti i suoi momenti di blocco verso le sue ultime domande... quella sua frase non finita alla fine... e ascoltato il suo racconto circa il suo incontro ̔ casuale’ con una ragazza... i sospetti che aveva maturato dopo aver ascoltato le sue difficoltà sull’usare la Foundation contro Akiow o altra gente sprovvistane erano solo aumentatati.

 

« Aaaaaah....».

Si ritrovò così a sospirare soddisfatto Ev, sotto il cielo stellato, alla luce dei rami piantati sulla riva del lago che aveva acceso con l’acciarino. Si era tolto giacca, stivali, pantaloni, le coperture sulle braccia... tutto, facendone un fagotto che aveva lasciato vicino all’asciugamano datogli da Derow, e si era sistemato con la schiena appoggiata sulla sponda della parte del grande specchio d’acqua dall’altra parte delle rocce, nudo e immerso nel liquido.

Che goduria stare lì dentro...

L’acqua era così calda, piacevole... avvertiva come se ogni fatica sopportare dal suo corpo si sciogliesse, in quelle acque fumanti di calore.

Scostandosi uno dei ciuffi sparpagliati dei suoi capelli per la fronte, scorse il suo Sign sull’avambraccio sinistro, ora alla luce, quelle venature diffuse in verde scuro che gli si disegnavano sul braccio.

Vederlo dopo ciò di cui avevano parlato riportava a galla brutti ricordi che peggiorarono il suo umore.

Né quell’acqua rilassante, né la calma che si avvertiva provenire dalla notte, erano sufficienti a cancellare i dolori del suo animo, a quanto pareva...

Ripose il braccio sott’acqua, come a scacciare le sensazioni che gli procurava.

‟ Non ti arrendere, Ev...” pensò Ev, immergendosi con la testa tanto da gorgogliare nell’acqua.‟ Prima o poi, potrai far ritorno a casa... smetterla di fingere... e tornare ad essere-”.

« EV?!».

A quel richiamo Ev inghiottì un bel po’ d’acqua per lo stupore, trovandosi l’attimo seguente a sputarla via tossendo. La voce proveniva dal sentiero che aveva preso per giungere al lago ed era femminile... Lira.

« Non vorrei disturbarti... sono dietro le siepi... Posso venire un po’ avanti?» continuò ad alta voce Lira.« Volevo dirti una cosa.».

« E-Eh?! Ah... sì certo!» esclamò a tono il ragazzo con la Foundation di pietra, spostandosi rapidamente dalla riva dietro alle rocce, per sicurezza. Cosa poteva volerle dire, proprio ora? « Sono dall’altra parte del lago... Però ti sarei grato se... ecco... se non mi spiassi, diciamo!».

« N-Non avevo in mente niente del genere!». Da come replicava, poteva supporre che fosse arrossita.« Allora... esco...».

Non vista da Ev, Lira era sbucata alla luce dei rami, una rudimentale torcia alla mano. Fatti dei passi verso la riva scelta dal ragazzo, notò i suoi vestiti, quindi si avvicinò alle rocce che lo nascondevano, fermandosi a breve distanza da lì.

Ev sentì che non era andata oltre, il che lo tranquillizzo.

« Chiedo ancora scusa per aver interrotto il tuo momento di relax.» disse con dispiacere la sorella di Cabel e Sein.« Solo, non riuscivo ad aspettare...».

« Coff coff... capisco.» tossicchiò Ev, dicendo con tono più sicuro:« Comunque: di cosa volevi parlare con me?».

« Dunque... uhm...» sussurrò la ragazza, mettendosi una mano dietro la schiena, « … probabilmente troverai stupido... che venga adesso solo per questo... ma per me è importante dirtelo.». I suoi occhi azzurri si orientarono nella direzione in cui si trovava celato Ev, da dove aveva sentito provenire la sua voce.« Grazie... Grazie, per aver aiutato i miei fratelli a salvarmi. Se non fosse stato anche per te... starei ancora brancolando nella paura di non poter rivedere i miei cari.».

« Oh... è per questo...» sussurrò Ev.« Però, Lira... io ho fatto solo quello che andava fatto... tutto qui.».

« Ed è stato importatissimo, per me.» replicò la ragazza, sorridendo.« E te l’avrei detto anche prima... ma sai... stavo pensando ad altro...» detto ciò, non continuò.

« Sì...» disse il ragazzo dalla Foundation di pietra, comprensivo. Gli altri prigionieri, certo.« Ma va bene così, sai. È normale, in questi casi.».

« Non ho finito.» si decise a continuare lei.« Ti vorrei ringraziare anche per aver salvato Cabel e Sein. Vedi... mi hanno raccontato di come vi siete conosciuti, e di come ti sei battuto eroicamente per salvare loro e quel Cavaliere innocente.».

« Erano troppo deboli per la mia Foundation. Non ho fatto granché... la mia è una super Foundation, Lira.». Una risatina accompagnò la sua frase, dall’altra parte.

« Sein è altrettanto presuntuoso, certe volte.».

« Me l’aveva detto, ahahah...» ridacchiò a sua volta Ev.

« Almeno in questo è sincero.» commentò la ragazza. A quel punto, tolse la mani da dietro la schiena.« È tutto... ti ringrazio di avermi ascoltata. Goditi il resto del bagno... io torno dagli altri.».

« Grazie a te dell’augurio. Ci rivediamo quando ho finito.» la salutò il ragazzo. La sorella di Cabel e Sein si girò, tranquilla. Solo che, come questo accadde, la sua voce risuonò da dietro i massi che nascondevano il suo nuovo amico con fare agitato.« Ehm... E-Ev?».

« Lira?» domandò Ev, sorpreso da quel cambio improvviso nel suo tono di voce.

« Ecco... a-avrei un problema...» spiegò disordinatamente lei.

Alle sue spalle era sbucato un Leokàmi. Teoricamente, secondo Derow, quei gattoni avrebbero dovuto essere innocui nei loro confronti... ma quello che le era apparso davanti si stava avvicinando a lei un po’ troppo per i suoi gusti.

« A... Aiuto...» borbottò lei, agitando malamente la torcia nel compiere diversi passi indietro, gesti che non impedirono all’animale di continuare la propria avanzata.

« Ma... che...?» cercò di sporgersi un po’ dalle rocce per vedere la situazione Ev.

« GROOAR!» lanciò un breve ruggito il Leokàmi.

« AAAAAH!» gridò spaventata Lira, facendo di nuovo dietro front e scappando. Il Leokàmi non si fece pregare e le corse dietro, e dopo pochi metri la affiancò e le tirò uno spintone che le fece perdere l’equilibrio sulla riva dell’acqua, buttandola in acqua proprio nella parte del lago nascosta dalle rocce, quella dove faceva il bagno il ragazzo.

« LIRA!» disse Ev, alzandosi di più dall’acqua, pronto a tirare fuori la Foundation. Tuttavia, il Leokàmi si era fermato sulla sponda opposta, agitando coda e tentacoli.

« PWAAAH!» inalò aria nei polmoni Lira, riemergendo tutta bagnata dalle acque calde.« AIUTO, EV-» ma si interruppe subito quando notò anche lei l’atteggiamento del Leokàmi.

Era solo in vena di giocare...?

« Non sta facendo sul serio...» disse infatti la ragazza.« Meno male...» sospirando, si girò involontariamente verso Ev: trovandoselo di fronte – e ricordandosi che doveva essere nudo – immediatamente arrossì... ma poi un’altra emozione prese il posto dell’imbarazzo.« Aspetta... Ev, ma...?».

Ora che lo vedeva senza vestiti, si rese conto che c’era qualcosa di diverso da ciò che si aspettava.

Senza quella maglia un po’ larga, non gli pareva che le sue forme fossero più sinuose... insomma, che fosse più formoso?

E al petto... erano seni, quelli? E anche abbastanza grossi...

Poi, in mezzo alle gambe, aveva...

« AAAAH!» gridò all’improvviso Ev, tirandosi indietro come un lampo in modo da ritornare sott’acqua fin quasi al collo, con le braccia incrociate subito a protezione del petto.« L-Lira... ehm... n-non è... affatto come sembra...».

Ma la giovane aveva già capito tutto. Ecco come mai arrossiva tanto prima... e perché non aveva voluto fare il bagno con gli altri.

« Ev... tu... » mormorò la sorella di Sein e Cabel, vivamente impressionata dall’inattesa scoperta.« … tu sei... una ragazza!».

  
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