Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: FragileGuerriera    29/08/2023    2 recensioni
Missing moments ispirato all'episodio 106, "Le due guerriere".
Michiru incontra Haruka e cerca di convincerla ad accettare il suo destino di guerriera Sailor, ma tra le due nasceranno numerosi scontri: Haruka è decisa a non voler sacrificare i suoi sogni per un disegno crudele di cui non comprende il significato. Al tempo stesso Michiru intraprenderà una battaglia personale per negare i sentimenti che inizia a provare per Haruka.
ATTENZIONE: all'interno della fanfiction saranno presenti scene forti (ma non violentissime) legate al sogno apocalittico di Haruka.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buonasera a tutti! Ecco a voi l'aggiornamento della storia. Come nel capitolo 8, anche la storia qui narrata fa riferimento al doujinshi di Yamada, ma se gli avvenimenti lì narrati facevano parte del primo volume, questo capitolo, nelle parti in cui compare Elza, si rifà al secondo volume "Lady in the tower".

Vi auguro buona lettura e ringrazio coloro che stanno leggendo la storia, che l'hanno inserita tra le seguite, tra le preferite e/o che recensiscono.


13.


L'accettazione del proprio destino da parte di Haruka portò le due ragazze a frequentarsi spesso, non solo per svagarsi nel tempo libero, ma anche per allenarsi. Haruka era una ragazza molto sportiva, ma avrebbe dovuto intensificare la propria attività fisica, iniziare a praticare esercizi mirati che fortificassero ogni muscolo del corpo per sfruttare al massimo la carica energetica datale dal vento, aumentare gli esercizi per migliorare i suoi riflessi e controllare maggiormente anche la sua dieta. Da parte propria Michiru dovette intensificare sempre di più gli allenamenti nella corsa per dare il massimo di se' stessa e restare al passo della guerriera del vento senza ritrovarsi al termine con il fiato corto, cosa che non avrebbe giovato allo scontro che sarebbe seugito al tallonamento del demone del momento.
Tornarono sui monti di Fukui altre due volte per testare il potere di Sailor Uranus e constatarne la forza. Gli allenamenti erano quasi quotidiani, saltavano soltanto quando Haruka era impegnata nelle corse.

Le due ragazze inoltre passarono tanto tempo insieme anche per preparare un piano contro il nemico. In due riuscirono a localizzare la città-fulcro dell'Esercito del Silenzio: Tokyo. Presero informazioni sui licei lì presenti e alla fine, per grande gioia di Kameda, concordarono che il Muggen fosse l'Istituto migliore.

L'accettazione della natura di Michiru permise ad entrambe di alternare momenti seri a distrazioni sentimentali, sebbene la loro missione avesse la priorità. Nella vita precedente avevano abbassato troppo la guardia, ma stavolta non avrebbero mai perso di vista il loro obbiettivo, nemmeno qualora la vita di una o dell'altra fosse stata in pericolo. Fu Michiru a chiedere ad Haruka di mantenere questa promessa e Haruka lo fece. In cambio le chiese di non parlare mai più dei loro sentimenti. Sarebbero ufficialmente diventate una coppia solo dopo aver sconfitto il nemico nella Battaglia Finale. Fino ad allora sarebbero rimaste insieme, ma nessuno avrebbe dovuto sapere della loro relazione e loro stesse non dovevano più farsi dichiarazioni. I baci e gli altri contatti fisici, il tempo passato insieme e l'assistenza reciproca al termine di ogni battaglia sarebbero bastati per ricordarsi l'un l'altra che non sarebbero mai più state sole.

Le vacanze estive volarono in un attimo e grazie alle giornate passate insieme Haruka e Michiru si affiatarono molto, scoprendo e confermando di avere molte cose in comune. Entrambe erano riservate, molto ambiziose e molto determinate; erano accomunate da un carattere solitario, innato per Michiru, insorto l'anno precedente per Haruka; convidividevano l'amore per i viaggi, l'arte, la musica, la cultura e il teatro; entrambe avevano un profondo senso di giustizia ed erano idealiste; essendo inoltre consapevoli della propria bellezza erano accomunate da uno spiccato narcisismo e sfoggiavano spesso abiti costosi, eleganti, e sfarzosi per le serate particolari. Il tempo passato insieme le aiutò anche a cercare il modo giusto per far collimare i loro caratteri pure laddove le diversità erano profonde... e di diversità ce n'erano molte. Ad esempio: Michiru era puntuale ad ogni appuntamento, Haruka era una ritardataria cronica e anche quando si sforzava non riusciva a scendere sotto i cinque minuti di ritardo; Michiru, per quanto garbata con tutti, era molto chiusa, Haruka invece, sebbene fosse riservata e la sua amicizia fosse un privilegio per poche persone, socializzava con tutti senza alcuna difficoltà; la casa di Michiru era sempre impeccabile, quella del pilota era ordinata solo quando aveva visite programmate (quante volte, dopo un'uscita da qualche parte, avrebbe voluto invitare Michiru in casa e non aveva potuto a causa del disordine); alla violinista piaceva molto studiare, ad Haruka, per quanto mantenesse una media alta, non piaceva per niente passare i pomeriggi sui libri di scuola; Michiru era sempre molto mattiniera e andava a dormire presto, Haruka nei giorni festivi si alzava e andava a dormire tardi.

Una settimana prima del ritorno a scuola Michiru disse ad Haruka che sentiva la presenza di un nuovo demone. Haruka si caricò di adrenalina all'idea di doversi finalmente battere contro un mostro, ma prima avrebbero dovuto localizzarlo, così Michiru spiegò ad Haruka come fare.


La scuola era ricominciata, Elza era tornata e appena potè andò a cercare Michiru, ma con suo grande stupore vide che lei non c'era.

Nel pomeriggio del secondo giorno di scuola, mentre stava andando in camera per studiare, vide finalmente Michiru sulle scale che portavano alle camere del collegio. Era girata di spalle, ma il colore dei suoi capelli così inusuale le permetteva di essere riconosciuta da chiunque.

-Michiru!!

La ragazza si voltò e vide Elza. -Elza, sei tornata!- Era veramente contenta di vederla. Anche se erano cambiate tante cose, non per questo il suo affetto per l'atleta era venuto a meno, per cui era felice di rivedere finalmente un viso amico. Il viso di quella persona che era l'unica in grado di metterle il buon umore e di farla sentire più felice e meno sola in quell'istituto.

-Come stai, Michiru?- Elza si avvicinò allegra. Avrebbe voluto abbracciarla, ma essendo nei corridoi pubblici non poteva farlo.

-Molto bene grazie e tu?

-Io bene. Torno da una vacanza fantastica: ho rivisto tutta la mia famiglia e i miei amici brasiliani; ho preso un sacco di sole, ho fatto tanti bagni e sono persino stata alle Seychelles con la mia famiglia! Ti sono arrivate le mie cartoline?

-Sì, grazie mille, sei stata molto gentile a inviarmele.- rispose cordiale l'altra, ripensando alle due cartoline: una ritraeva il mare delle Seychelles e l'altra invece le acque dell'Atlantico che bagnava le coste del Brasile allegata a una foto di Elza che le scrisse di averle mandato quella foto scattata a sua insaputa da un amico, sperando che Michiru, rivedendola, non si scordasse di lei. -Per altro nella foto che mi hai mandato sei venuta molto bene.

-Grazie, quando l'ho vista ho pensato la stessa cosa!- Scoprì il suo bellissimo sorriso bianco. -Ti trovo molto bene!- In realtà tra se' e se' pensò che Michiru fosse molto più bella di quando si erano viste l'ultima volta, ma non disse nulla per discrezione.

-Ah, ti ringrazio.

-Ma si può sapere che fine avevi fatto? E' da ieri che ti sto cercando.

-Ieri sono venuta a scuola solo per le lezioni, ma poi sono tornata a casa perchè avevo un po' di cose da fare- rispose senza specificare oltre: non poteva certo dire che doveva finire di spiegare ad Haruka come localizzare un nemico.

Erano state in giro tutto il giorno sulle tracce del nuovo portatore del demone. Non lo individuarono, ma si appostarono nel luogo dove sentivano più forte la sua presenza ed essendo rimaste lì per almeno quattro ore (il tempo necessario perchè Haruka capisse come percepire le onde negative emanate dal demone) capirono che il detentore doveva lavorare o vivere nei paraggi del quartiere dell'Ospedale Centrale. Infine Haruka la invitò a casa propria per una cena. In genere era sempre stata la bionda a salire in casa di Michiru, ma quel giorno fu lei a invitare la ragazza dai capelli verde acqua dimostrando di non cavarsela male ai fornelli. -Sarò sempre meglio di mio papà quando ha quasi mandato a fuoco la casa!- rispose ai complimenti di Michiru e la baciò. Fu una serata molto dolce, nonostante alcune argomentazioni un po' tristi, in cui le due ragazze parlarono molto di come immaginavano che sarebbe stato il loro avvenire, nonostante le sensazioni negative che provavano pensando a tutti i pericoli mortali della loro missione.

-Come sono andate le tue vacanze?

-Bene, ho dovuto fare molto esercizio fisico e non sono nemmeno passata dai miei genitori. Mio papà ci è rimasto un po' male perchè pensava già di fare grandi cene in mia presenza, ma quest'anno avevo così tante cose da fare che non ho proprio avuto tempo per passare. Ti dirò che non mi è nemmeno mancato tanto il rientro a casa e i “calorosi” bentornata della mia famiglia.

-Ahahah, sì, posso immaginare! Messa in bella vista su un baldacchino dorato per tutto il tempo della tua permanenza.

-Il trofeo di casa Kaioh! Tanto alla fine mi tocca andare a casa per la commemorazione dei nostri cari, il 2 Novembre.

-Sempre meglio il 2 Novembre del 15 Luglio*, no? Almeno così hai passato le vacanze estive per conto tuo!

-Su questo non posso darti torto!- Michiru ridacchiò con Elza che constatò sia in quel momento che nel tempo successivo che la ragazza era diventata di poche parole, con risposte spesso molto vaghe. In un intero mese libero dalla scuola, non poteva aver passato tutto il suo tempo solo allenandosi (per quale motivo poi?), eppure non le disse nulla di tutto il resto. Possibile che la lontananza l'avesse fatta retrocedere nella scala confidenziale della violinista?

Michiru dal canto suo non menzionò mai Haruka per tutto il tempo. Avrebbe voluto dirglielo, ma mentre pensava se ciò avrebbe infranto le regole che si erano imposte lei e l'aspirante pilota, Elza se ne era uscita informandola di averla cercata già ben due volte dal rientro a scuola il giorno precedente, ricordandole anche le cartoline che le aveva mandato. Per cui lei non se la sentì di dirle: “Grazie per i tuoi complimenti, però devo dirti che per quanto li gradisca da adesso non li posso più accettare perchè è da un mese che sto con Haruka." Perciò in seguito alle parole dell'atleta decise di rimandare il discorso alla volta dopo, sarebbe stato senz'altro più indolore che al primo incontro dopo tanto tempo che non si vedevano. Nel frattempo avrebbe cercato le parole giuste per poterle dire come stavano le cose nel modo più delicato possibile. Per fortuna dopo mezz'ora Michiru avrebbe dovuto andare alle gare di nuoto, motivo per il quale l'incontro fu molto breve e a lei fu facilitata la possibilità di sviare l'argomento.

Quel giorno stesso alcune ragazze si avvicinarono a Elza e dal momento che qualcuna di loro le aveva viste parlare insieme, le chiesero se poteva togliere loro una curiosità: era vero che Michiru usciva con Haruka Tenoh? Il ragazzo infatti era andato a prenderla per la festa del Tanabata, qualcuno li aveva visti anche girare insieme per le vie di Yokohama, dove tutti sapevano che i Kaioh avevano un bell'appartamento in cui Michiru poteva ritirarsi di tanto in tanto e giravano addirittura voci di loro due che si vedevano negli hotel della città (probabilmente per fare determinate cose che a casa, con i genitori di lei, non era possibile fare). Le ragazze volevano quindi capire se erano solo voci di corridoio, se era tutto vero o cosa fosse vero e cosa no perchè chi aveva avuto l'occasione di vederli insieme diceva che sembravano essere veramente fidanzati e che apparivano anche come una bellissima coppia: sembravano un principe e una principessa.

Elza passò dall'essere stupita all'essere sconvolta, domandò loro se avevano chiesto a Michiru, ma loro le chiesero di rimando se per caso fosse impazzita. A quel punto lei disse di non sapere nulla dal momento che non era in Giappone durante le vacanze estive e di non dare comunque troppo peso ai pettegolezzi perchè spesso ingigantivano le cose fino ad arrivare ad inventarsele, molto volte solo per screditare qualcuno.

E così tra loro sta andando tutto bene” pensò appena rimasta sola. Che stesse andando tutto bene era solo l'ipotesi migliore, ma in base a quanto riferito dalle compagne di scuola sembrava che tra loro fosse sbocciato l'amore e addirittura... No, conosceva Michiru, faceva tante storie per un bacio era impossibile che poi invece si fosse spinta tanto oltre con Haruka nel giro di così poco tempo. Inoltre le compagne di scuola non lo sapevano, ma Michiru viveva da sola nell'appartamento di Yokohama, quindi non c'era motivo per cui lei e Haruka dovessero vedersi negli hotel della città per “esplorare il corpo umano”. Comunque doveva chiedere a Michiru se quanto appreso fosse vero. Al contrario delle amiche, lei non voleva saperlo per poter spettegolare con le altre, voleva sapere se c'era ancora una speranza per lei o doveva arrendersi all'idea di essersi fatta battere dall'acerrima rivale anche in amore. Certo ora le era più chiaro perchè Michiru fosse stata così sfuggente l'ultima volta che si videro. Al tempo stesso però non le era chiaro perchè non le avesse detto nulla.

Al di là delle motivazioni che spinsero la violinista a non dirle nulla restava il fatto che qualcuno le aveva viste insieme durante l'Estate e quello molto probabilmente era vero almeno quanto il fatto che Haruka ebbe anche l'ardire di presentarsi davanti a un collegio come il loro per andare a prendere Michiru per festeggiare insieme quel Tanabata Matsuri di cui non aveva mai sentito parlare prima. Sentiva di voler chiarire al più presto la questione, il problema era che da quando era ricominciata la scuola Michiru passava molto più tempo a casa sua che in collegio... E questo poteva essere un punto a favore delle ipotesi delle amiche. Come mai andava tanto spesso a casa propria la stessa Michiru che prima dell'Estate non aveva socializzato con nessuno a parte che con lei e passava da casa solo saltuariamente? Si vedeva forse con Haruka? E poi cosa facevano di preciso? Mandavano avanti la loro conoscenza, si baciavano o passavano i pomeriggi in camera da letto? Ormai perso totalmente il ontrollo della sua mente, seduta alla scrivania, pensò: "Come è far l'amore con Michiru?" il dubbio venne posto quasi come se lo stesse domandando ad Haruka. "Ma a che idiozie vado a pensare?? Ma siamo matti?? Dico alle altre di non dar peso a certe voci e poi io sono la prima a cascare vittima dei pettegolezzi!!" si rimproverò prima di imporsi di studiare per non tentare di darsi una risposta immaginando cose su Michiru non adatte alla loro età.


Elza aveva già scelto una scuola superiore famosa per la formazione di molti importanti atleti giapponesi e dunque trascorreva ancora più tempo di prima ad allenarsi. Un giorno mentre stava correndo vide Michiru sul bordo pista. Era la prima volta che la vedeva, dopo il breve incontro casuale sulle scale il secondo giorno di scuola; era la prima volta che la violinista si era recata lì per incontrarla. Alla fine del suo allenamento Elza la raggiunse.

-Ho sentito dire che passi molto tempo qui. Hai intenzione di andare alle Olimpiadi?- le domandò sorridendo.

Elza si asciugò la fronte con la salvietta che si era messa al collo e rispose: -Magari! Non credo proprio di farcela!

-Secondo me hai la stoffa per farlo.

-Sai, lo pensavo anche io. Ero veloce a correre, nessuno mi aveva battuto dalle elementari e io ero molto sicura di me stessa. Questo finchè non c'è stata la prima competizione contro Haruka. Nessuno riesce a vincere contro di lei, nemmeno io. Lei sì che corre veloce, potrebbe davvero andare alle Olimpiadi, ma io, in confronto a lei, non sembro più quella promessa che credevo di essere!- non c'era rabbia o sconforto nelle sue parole. Solo un tono di pacifica rassegnazione.

-Non devi guardare alle altre concorrenti. Soprattutto ad Haruka, lei non ha intenzione di dedicarsi all'atletica in futuro.

-Quindi è vero quello che si dice negli spogliatoi?- domandò pensierosa. Le tornarono alla mente le voci incerte delle altre atlete che dicevano che Tenoh non sarebbe rimasta nel mondo della corsa. Voci alle quali lei non aveva dato peso non essendoci nulla di certo. Molto più peso diede invece al modo in cui Michiru l'aveva chiamata: senza onorifici. Questo dettaglio le fece sentire una leggera fitta nel cuore: nel giro di un mese e mezzo, era passata a chiamarla per nome senza onorifici. Allora era vero che durante l'Estate avevano legato tanto da passare a chiamarsi per nome. Cosa che, almeno per quanto riguardava Michiru, era stata preclusa a tutti, meno che a lei. Ora invece anche Haruka aveva raggiunto quel traguardo!

-Non sono mai stata negli spogliatoi dopo le gare, ma penso di sì. Lei è affascinata dalle corse in moto e in macchina.

Molto femminile...” pensò Elza. -Resta comunque che lei è più veloce di me.

-Resta comunque che se ti impegni anche tu puoi vincere le Olimpiadi.

Elza la guardò, quasi commossa alle sue parole. L'espressione del volto di Michiru era sereno e lei capì che quello che le stava dicendo non era per incoraggiarla, ma perchè credeva veramente nel suo talento. Per cui sorrise prima di replicare: -Sai, quando tu mi parli e mi guardi in questo modo, mi sembra di poter veramente fare tutto quello che dici. Anche adesso: se tu dici che posso farcela, mi infondi sicurezza, mi restituisci fiducia in me stessa e mi sento come se potessi davvero farcela.

-Elza, non è “come se”: tu puoi farcela! Non le senti le persone sugli spalti? Io dacchè avevo smesso di correre non avevo più seguito il mondo della corsa, ma da quando ho iniziato a seguire le tue corse ho sempre sentito il pubblico diviso tra chi scomette su di te e chi su Haruka.

-Sul serio?

-Certo, li ho sentiti chiaramente, e sai... Io mi sento sempre un po' gelosa quando sento che piacete a molte persone.

-Io ho un caratteraccio non piacerei a tante persone se mi conoscessero bene quanto te!

-Sai, ho imparato a conoscere la gelosia molto prima dell'amore perchè di te ho iniziato a essere gelosa da molto tempo addietro.

Elza rimase sorpresa dalle dichiarazioni di Michiru, tanto da arrossire leggermente: sembrava che in quel periodo fosse diventata molto più sciolta a parlare dei suoi sentimenti. Era la prima volta che la sentiva parlare di amore e gelosia e soprattutto senza vederla provare un immenso imbarazzo, sebbene stesse esprimendo di provare gelosia nei confronti di due ragazze. Era forse tutto collegato? Elza pensò che l'occasione che stava aspettando per chiarire la situazione sentimentale della ragazza fosse arrivato per cui si fece forza (doveva essere pronta a sentirsi dire anche la più dura verità) e chiese: -Adesso... sai che cos'è l'amore?- Michiru guardando verso il basso sorrise debolmente e a Elza guardandola sembrò che stesse sbiancando a vista d'occhio. -Michiru, stai bene?- Possibile che una simile domanda potesse farle gelare il sangue in modo così vistoso?

-Scusami... Quest'Estate sono stata davvero molto impegnata e poi probabilmente risento molto anche delle alte temperature. La divisa scolastica tiene molto caldo... Forse è meglio che vada a casa.

-A casa? Se non stai bene sarà che meglio che tu vada in camera, no?

-Avevo intenzione di andare a casa...- replicò pensando che quel giorno doveva vedersi con Haruka per localizzare il nemico. Forse però Elza aveva ragione, era meglio andare in camera e caso mai chiamare Haruka a casa sua per rimandare il loro incontro. Si alzò dalla panchina e con la cartella in mano disse: -Hai ragione, andrò in camera mia.

-Fra poco torno anche io che devo studiare, se hai bisogno non farti problemi a chiamarmi.

-Grazie, Elza. Ciao!

-Ciao!- Elza rimase ancora a riflettere su quanto appena scoperto: Michiru gelosa di qualcuno! Che sorpresa poi che ne parlasse così apertamente, così come apertamente le aveva detto di essere gelosa sia di lei che di Haruka; Haruka che ormai chiamava per nome e non certo perchè, come lei, le fosse antipatica. "Deve essere successo qualcosa per forza durante la mia assenza" pensò mentre si avviava verso l'edificio scolastico. Non si spiegava altrimenti un atteggiamento così rilassato nel modo in cui Michiru parlava del suo modo di rapportarsi con due ragazze che cercavano di arrivare al suo cuore. Per non parlare della reazione alla sua domanda! Era passato un mese e mezzo, ma erano cambiate troppe cose in Michiru e sentiva che purtroppo tutti i cambiamenti notati fino a quel momento avevano un unico denominatore in comune: Haruka Tenoh.
Chissà cosa aveva di così interessante quella ragazza da avere tanto successo con le altre! Al di là dell'oggettiva bellezza e dell'indiscutibile velocità, lei l'aveva conosciuta come una persona scorbutica e arrogante e il suo giochetto iniziale negli spogliatoi, quando la bloccò contro uno degli armadietti, le faceva pure temere che fosse davvero una latin lover come si vociferava in giro. Sperava con tutto il cuore che se davvero voleva Michiru, almeno la volesse seriamente, non per divertirsi soltanto. Alla fine non era riuscita a chiarire quale fosse il rapporto che legava l'eterna rivale con... “Un momento!” I pensieri di Elza furono interrotti appena a metà strada tra la pista da corsa e il collegio vide Michiru inginocchiata a terra, con le braccia conserte all'altezza del cuore.

-Michiru, che ti succede?- domandò appena la raggiunse.

-Il caldo...- riuscì soltanto a rispondere a bassa voce la violinista.

-Forza, vieni che ti aiuto- disse Elza chinandosi a terra per prendere la cartella della ragazza e per aiutarla a rimettersi in piedi. Se fosse solo stata un po' più alta di lei e più muscolosa nelle braccia l'avrebbe anche sollevata e portata lei in infermeria, ma anche se la sua statura si poteva considerare molto buona in Giappone -lei e Michiru erano tra le ragazze più alte del loro istituto- in realtà sapeva che un metro e sessanta non era una grande altezza. Considerando poi che aveva ormai quindici anni e, sorella a parte, nessuno nella sua famiglia era molto più alto di lei, sapeva che sarebbe cresciuta ancora di pochi centimetri. Per fortuna per tutto il resto aveva ereditato solo i lati positivi del ramo brasiliano, compresa anche quella striatura muscolare che le permetteva di essere molto veloce nonostante non fosse particolarmente alta. Mentre aiutava Michiru a dirigersi nell'edificio scolastico, i suoi pensieri tornarono di nuovo ad Haruka. Anche lei era figlia di genitori di diversa nazionalità, ma lei sembrava aver preso solo i pregi dei due rami di ascendenza, ereditando così anche quel metro e settanta presumibilmente di origine americana.

Giunte in infermeria non trovarono nessuno per cui Elza disse a Michiru di coricarsi su uno dei lettini mentre preparò una salvietta con l'acqua fredda. -Ultimamente sei sempre molto occupata sia a scuola che fuori, ma forse dovresti riguardarti di più. Potrebbe essere stato un colpo di calore. Questo ti potrebbe aiutare intanto che aspettiamo l'infermiera.- Le posizionò la salvietta bagnata sulla fronte.

-Forse... è che ho così tante cose da fare... Ma sarà  sicuramente dovuto al fatto che sono anemica. Non è la prima volta che mi capita...- disse continuando a sentire il forte mal di testa che l'aveva colta sulla strada di ritorno verso scuola.

-Dovresti farti vedere, un po' di anemia non fa male, si risolve compensando con integratori di ferro. Se ti capita spesso però potresti avere valori molto al di sotto della media, forse dovresti fare un'indagine tramite gli esami del sangue. Non sono un dottore, quindi sentiamo cosa ti dice l'infermiera e poi eventualmente potresti, tra i tuoi impegni, inserire anche il controllo da un medico... Adesso ti segno il promemoria.- così dicendo prese il block notes dell'infermeria.

Dalla finestra aperta il vento entrò nella stanza, portando distintamente a Michiru il rumore del mare che si stava agitando. Se già sulla strada di ritorno aveva un presentimento ora era chiaro che il mare la stava chiamando per avvertirla che il nuovo demone si stava per palesare. Doveva subito intervenire prima che facesse vittime e prima che il nemico potesse impossessarsi del talismano. -Devo andare!- detto ciò si alzò di scatto mentre si tolse la salvietta dalla testa.

-Sono d'accordo. Prima il medico ti dice cosa fare, prima potrai porre rimedio alla tua carenza di ferro.- rispose Elza mentre dando le spalle al lettino scriveva: Chiamare il dottore per disturbi anemici.

Michiru si mise una mano sulla fronte, lì, vicino a dove, era certa, stava pulsando il simbolo di Nettuno. Era stata solo fortuna se Elza le aveva messo quella salvietta sulla fronte, altrimenti l'avrebbe visto anche lei e quello non sarebbe stata in grado di giustificarlo tramite lo scarso apporto di ferro o di qualche vitamina. Nonostante il terribile dolore che le martellava la testa si alzò dal letto e andò via. Il dovere la stava chiamando, non poteva restare ad ascoltare Elza, ne' darle spiegazioni, così uscì frettolosamente dalla stanza. -Grazie di tutto!

-Non c'è di che! ... Ehi, Michiru? Dove stai andando? Non è così urgente!!- urlò Elza senza capire. Voleva solo avvertirla, non spaventata al punto da farla correre via. Aveva perfino dimenticato la sua cartella in infermeria.

***    ***      ***


Michiru non si presentò a scuola il giorno dopo, nemmeno il successivo e nemmeno quello dopo ancora. Non era la prima volta che quando stava male andava a casa: da quando Elza era arrivata in quella scuola era già successo altre due volte, solo non era mai capitato che scappasse da scuola in modo così improvviso e abbandonando anche la cartella dove capitava.
L'atleta, preoccupata, decise quindi di passare da casa sua e così parlando con un'insegnante e spiegandole che voleva andare a trovarla per portarle a casa la cartella e gli appunti delle lezioni degli ultimi giorni, riuscì a farsi dare l'indirizzo di casa della ragazza.

Il giorno seguente perciò si ritagliò un po' di tempo per uscire dal collegio e raggiungere la casa di Michiru. Quando arrivò rimase stupita nel vedere in quale quartiere residenziale abitava. Era incredibile che i suoi genitori le avessero preso una casa in cui vivere da sola nella zona più prestigiosa di Yokohama. All'ultimo piano dell'edificio, oltretutto!
Si avvicinò al citofono e cercando il cognome della violinista citofonò.

-Questo è l'appartamento di Kaioh, chi è?

-Ehm, buongiorno signore, signora... - non era Michiru ad aver riposto e dalla voce al citofono non capiva nemmeno se ad averle risposto fosse stato un uomo o una donna: -Io sono Elza Grey, una compagna di scuola di Michiru-San. Sono passata per portarle la cartella che ha lasciato a scuola e gli appunti delle lezioni.

Ci fu una breve pausa, poi la voce rispose: -Va bene, attendi un attimo, avviso il portinaio.

Dopo poco tempo il portone si aprì e a Elza si presentò un ingresso ampio, ben curato e con tanto di portineria. Il portinaio la guardò entrare e lei disse: -Sono Elza Grey, sono qui per Michiru Kaioh, mi hanno aperto dal suo appartamento.

-Prego, la signorina Kaioh vive all'ultimo piano.

-Grazie, lo so.

Prese l'ascensore (dodici piani di scale erano tanti anche per lei) e premette il tasto 12. L'ascensore era abbastanza veloce e in un minuto arrivò al piano desiderato. Quando la porta si aprì Elza trovò l'ultima persona che si sarebbe immaginata di vedere: Haruka Tenoh.

-Ciao!

-Ciao...- rispose quasi incredula lei. Era sicura che fosse uno dei genitori di Michiru ad averle risposto, mai si sarebbe aspettata di trovarsi faccia a faccia con Haruka.

-Hai detto di avere gli appunti e la cartella di scuola di Michiru, giusto?- andò dritta al punto la bionda senza troppi preamboli.

-Sì, è... è esatto. - rispose avvicinandosi -Questa è la cartella e dentro ho messo i fogli con gli appunti- disse alzando il braccio che reggeva la cartella.

-Molto bene- rispose la ragazza afferrandoli.- Grazie mille!- e così dicendo fece per chiudere la porta, ma Elza fu svelta a realizzare il gesto della ragazza e a mettere un piede tra la porta e lo stipite per impedire di restare fuori.

-Ehi, aspetta un momento!!

Che seccatura!” pensò Haruka intuendo che non sarebbe stato facile sbarazzarsi della rivale.

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _  

*In Giappone il giorno dei morti, festa di Obon, si celebra secondo una tradizione buddista, il 15 Luglio o il 15 Agosto (a seconda della zona in cui ci si trova). La festa di Obon è nota anche come festa delle lanterne, si celebra per tre giorni e come in Italia si fa visita alle tombe dei propri defunti. Tra altri rituali vi è il più suggestivo che consiste nell'accendere lanterne di carta che il primo giorno aiutano i defunti a ritrovare la strada verso casa, l'ultima sera invece li aiutano a ritornare nel regno dei morti.  Le lanterne possono essere messe  in acqua oppure in grandi falò disposti in modo tale da formare grandi kanji sui lati delle montagne.
Essendo in una scuola di suore, si suppone che tutte le ragazze del collegio appartengano alla minoranza religiosa cristiana, motivo per il quale immagino che tutte, Michiru inclusa, festeggino il giorno dei morti secondo il rituale cattolico, ovvero il 2 Novembre.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: FragileGuerriera