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Autore: _aivy_demi_    04/09/2023    6 recensioni
La raccolta partecipa al #Writeptember2023 del gruppo Hurt and Comfort Italia
Visto che ogni tot mi riprendo benissimo per One Piece, stavolta, grazie alla spinta della visione del Live Action su Netflix, ho deciso di dedicargli una raccolta per challenge.
Genere: Avventura, Commedia, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Drakul Mihawk, Monkey D. Rufy, Roronoa Zoro
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa alla challenge del #Writeptember2023
del gruppo Hurt and Comfort Italia.

Day 4:
2. Premiato.
3. “Dovrai proteggerl*”.

 

Fandom: Netflix One Piece
Personaggi: Usopp, Kaya (missing moment, reinterpretazione)

 

 

 

«Stai ferma, prometto che farò piano.» La voce di Usopp era poco ferma, come le sue mani che tremavano lievemente. Grazie ai suoi nuovi amici era riuscito a scacciare Kuro dalla sua isola, dalla sua casa, e soprattutto da Kaya. Non senza conseguenze, però: la ragazza, già debilitata a sufficienza dal maledetto veleno, era stata ferita durante la fuga terrorizzante all’interno della sua stessa casa.
Quattro mura di prigionia, in balia di un pirata pazzo e megalomane.
I brevi lamenti denotavano una forza di volontà più grande di una basica resistenza fisica.
«Tieni, mordi. Aiuta.» Usopp le porse il proprio avambraccio, sapendo quanto potesse essere doloroso venir ricucita, dopo averle disinfettato in fretta il braccio. «I tagli sono abbastanza profondi, sono costretto a ricucirteli ma finirà subito. Mordi quando senti il bisogno di urlare. O… di piangere.»
Un metodo controproducente forse, ma desiderava soltanto il meglio per Kaya, e al momento non aveva altro con sé.
L’ago entrò una prima volta, e Kaya s’era soltanto aggrappata malferma. Avrebbe potuto – dovuto – sopportare, non poteva farsi vedere così debole di fronte al suo migliore amico.
Il filo scorreva rude, l’ago pungeva i lembi di pelle divisi con lame affilate come rasoi. Per questo erano penetrati nella carne con tanta facilità.
Al terzo punto lei morse tra le lacrime, vergognandosi della propria debolezza, e strinse più forte che poteva: non un solo altro gemito sarebbe uscito dalle sue labbra.
«Lo so, lo so tesoro che fa male. Lo so, mi dispiace, ma ho quasi finito.» Le parole che Usopp rivolse a se stesso uscirono come sussurri, uditi debolmente da Kaya, intenta a non permettersi di singhiozzare ancora. Quel “tesoro” lo aveva colto ma non ci aveva dato peso, non era riuscita a recepirne il significato. Come non aveva mai colto la sottile differenza tra amicizia e qualcosa di più, da quando le visite quotidiane di Usopp per lei erano diventate la via di fuga dalla realtà dolorosa di cui aveva sempre avuto bisogno negli ultimi tre anni, dalla triste e disperata dipartita dei suoi genitori.
«Ancora uno e ci siamo. Promesso, tu però resisti.» Un ultimo morso, gli incisivi a segnare la pelle abbronzata dal sole di mare. Ad Usopp provocava dolore, le stilettate non gli erano indifferenti ma questo non aveva minato la precisione del suo lavoro, nonostante non fosse un medico. «Brava…» ci avrebbe pensato dopo, l’incolumità di Kaya era al primo posto.


«Ehi, abbiamo finito.»
Lei sospirò, mascherando coi polsi le scie umide che le rigavano il volto, e con un sorriso altrettanto maldestro.
«E sei stata davvero coraggiosa, davvero. Brava.»
Kaya gli saltò al collo, stringendo Usopp con tutta la forza che il corpo sfiancato le permetteva. Non l’avrebbe lasciato andare facilmente, anche se in cuor suo sapeva che i giorni passati ad ascoltare le sue avventure assurde, sarebbero giunti al termine quella stessa mattina.
«Promettimi che mi racconterai tutto ciò che accadrà d’ora in poi, quando ci rivedremo. Promettimelo. Promettimi che gli starai accanto, dovrai proteggerli perché loro avranno bisogno del grande Usopp
La strinse a sé, dimenticando di non essere solo, di avere accanto dei nuovi amici, forse futuri compagni di avventura, chissà. Col rischio di essere preso per romanticone da smancerie, si voltò verso Kaya e la baciò, piano, incerto, delicato. La baciò, premiato con quel contatto così intimo da tutte le fatiche passate quella notte. «Promesso. Tutto quello che vivrò lo vivrò per raccontartelo.»

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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