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Autore: Rosmary    05/09/2023    2 recensioni
Raccolta disomogenea di poesie e racconti dedicati a James e Rose.
1. Apnea
2. Sospesi
3. Infinito
4. Tra granelli di sabbia
5. Vuoti pieni
6. Foschia
7. Siete riva di un fiume in piena
8. Without you (never)
9. Senza fiato
10. Abbattendo i vuoti
11. Sei onde, sono riva
12. Siamo, e lo sai
13. Tremori
14. Irripetibile
15. Senza più dighe
16. Un giorno qualunque
Genere: Drammatico, Introspettivo, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Rose Weasley | Coppie: James Sirius/Rose
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Visionari'
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A gabry e Futeki


 
Un giorno qualunque
 
 
Da ore ormai, Rose non fa altro che guardarlo e ridacchiare, macinando passi ogni volta che lui si allontana per pochi istanti ed esigendo abbracci non appena qualcuno manifesta l’intenzione di intrattenersi con lui. James ha provato a chiederle il motivo di attenzioni così insistenti e appariscenti, ma lei ha scrollato le spalle e lui ha deciso in fretta che il motivo non gli interessa – va sempre tutto bene quando il mondo di Rose ruota esclusivamente attorno a lui.
“Vuoi ballare?”
James glielo chiede mentre ha già intrecciato le loro mani, Rose non ha altra scelta che seguirlo al centro della sala, dove è già presente un nutrito gruppo di coppie che ha assecondato l’iniziativa degli sposi.
“Non ti ho ancora ringraziata per avermi accompagnato.”
“Non potevo farti affrontare un matrimonio babbano da solo.”
“Ti avrei tenuto il muso a vita.”
“Bugiardo, non ne sei capace.”
James ghigna e la stringe un po’ di più, riflettendo che in fondo nessuno lì è a conoscenza del loro grado di parentela – non suo cugino Dustin, lo sposo, né lo zio Dudley, che dubita sia mai riuscito a capire chi e quanti siano i Weasley con cui è imparentato suo padre –, possono quindi godersi in tranquillità la loro vicinanza, senza dover incassare allusioni scomode e rintracciare perplessità in sguardi indiscreti.
“Posso dirti una cosa? Ci penso da quando ti ho visto.”
James si incuriosisce, soprattutto perché Rose ridacchia di nuovo, e ora che è a un palmo dal suo volto nota anche un lieve rossore sulle sue guance.
“Sarebbe?”
“Non ti avevo mai visto vestito così elegante… E sei proprio bello, più del solito.”
Il rossore raggiunge anche il viso di James, riesce a sentirlo accaldato.
“È a questo che pensi da stamattina?”
Rose stringe la labbra e poggia la testa sul suo petto un po’ per avvicinarsi di più e un po’ per nascondere l’imbarazzo.
“È una cosa troppo strana?”
“Non credo… Io lo penso sempre che sei proprio bella.”
“E oggi non lo sono di più?”
“Ogni giorno lo sei di più, Rosie.”
Lei ride e lui avverte un solletico piacevole, capace di scaldarlo e farlo rabbrividire nello stesso istante.
Decidono di tornare a sedersi a seguito di un ballo sin troppo vivace che ha coinvolto l’intera sala e tramutato tante persone eleganti in un branco sudaticcio. James si sfila la giaccia e slaccia la cravatta mentre Rose lamenta di non avere niente che possa tenerle su i capelli.
“Voglio bere,” dice Rose, fissando astiosa la bottiglia d’acqua vuota sul loro tavolo. “Vedi un cameriere?”
“Faccio prima a rubare qualcosa.”
Si congeda con un cenno d’attesa, lei lo guarda sfilare sicuro tra un tavolo e l’altro e adocchiare con disinvoltura quanto fa al caso loro – e ride, di nuovo, senza alcun motivo, terribilmente euforica.
“Parente di Dustin o di Mia?”
“Dici a me?”
Un ragazzo allampanato, Rose immagina possa avere circa l’età di James, forse qualche anno in più, le sorride carico di quella che sembra essere aspettativa – è di certo un invitato, ma non ha la più pallida idea se sia imparentato o meno con i Dursley.
“Sono Camillo, un amico di Dustin,” dice. “Allora, sei con lo sposo o con lo sposa?”
“È con il suo ragazzo, levati dalle palle.”
Rose ha appena il tempo di sgranare gli occhi che James ha già ripreso il posto accanto a lei.
Un paio di scambi di battute dopo e lo sbadiglio plateale di James volto a sottolineare quanto lo stia annoiando quell’intrusione, Camillo si allontana borbottando qualcosa sui parenti antipatici del suo amico.
È solo quando restano soli che James registra un fatto insolito: Rose non ha spiccicato parola, si è però presa la briga di versarsi lo champagne portato da lui senza offrirgliene neanche un goccio.
“Ti stava infastidendo, non fare l’offesa.”
Rose non risponde, ma inaspettatamente gli cede il proprio calice, gli rivolge un sorriso furbo e si allontana dalla sala; James la segue all’esterno di lì a un istante, abbandonando il calice, e la sete e il fastidio e la cerimonia intera.
Si rincorrono ridendo senza domandarsi che senso abbia, dimentichi di aver preso parte al ricevimento come favore personale a Harry – che impossibilitato a parteciparvi ha chiesto ai figli che almeno uno di loro facesse le veci della famiglia – e di dover quindi fingere interesse per gli sconosciuti in abito bianco.
“Vieni qui, ti ho presa!”
Rose ride ancora di più quando James la incastra tra se stesso e una parete, una mano a stringerle il polso e l’altra a massaggiarle il collo.
“Ma che hai oggi?”
Lo chiede sorridente, con una straripante allegria a guidarlo e gli occhi blu che non smettono di vagare sul viso di lei.
“E tu?” rilancia Rose. “Tu cos’hai oggi?”
A James non serve chiedere per sapere a cosa alluda – oggi è stata una giornata strana sin dall’alba, da quando si sono svegliati abbracciati e lui le ha sussurrato buongiorno a un soffio dalle labbra e lei lo ha stretto dicendosi felice di trascorrere una giornata insieme a lui tra perfetti sconosciuti.
Sono mesi se non anni che il loro rapporto diviene sempre più esclusivo, intimo, indispensabile – e ora che entrambi hanno varcato la soglia dell’età adulta e Hogwarts è solo un ricordo, sembra pressare con maggiore prepotenza la prospettiva di potersi ritagliare una vita tutta loro, dirsi tutto quello che hanno sempre taciuto, ammettere di essersi sfuggiti invano.
James la bacia a sorpresa ed è come se la baciasse da tutta la vita. Rose, che ha trascorso troppo tempo a ripetersi che se fosse accaduto avrebbe dovuto respingerlo, lo accoglie e ricambia, affondando le dita nel suo collo con tale forza da avere la sensazione di riuscire a scavare nella sua pelle – lo sente gemere e ridere, e non sa come sia possibile continuare a baciarsi in questo stato, ma ci riescono.
“Devo considerarlo un bacio finto da finto fidanzato per allontanare sconosciuti da me?”
James ghigna e cerca di nuovo la sua bocca prima di risponderle – parlare tra loro è sempre stato superfluo.
“Considerala una proposta di fidanzamento.”
“Fai le cose ufficiali, bravo.”
“Rosie…”
“Anch’io.”

~

Ricordi il nostro primo bacio?”
Hai profanato il matrimonio di tuo cugino.”
Ti amo più di allora, ogni giorno di più.”
Anch’io, sempre.”

 

 

 

 


NdA: il racconto è scritto su ispirazione dei prompt proposti da gabryweasley (James Sirius/Rose ~ Peace ossia loro che passano un momento tranquillo insieme) e Futeki (James Sirius/Rose ~ Push ossia un personaggio che spinge l’altro contro il muro e lo bacia) nel contesto di un gioco di scrittura. È una piccola storia senza ombre, o comunque ombre messe a tacere, ogni tanto anche loro meritano un po’ di pace, spero vi siano piaciuti in questa veste.
Grazie a chiunque abbia letto e alle ragazze che hanno recensito il capitolo precedente (vi ho lette tutte anche se non sono ancora riuscita a rispondervi, grazie davvero di tutto). ❤

   
 
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