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Autore: Roberto Turati    06/09/2023    0 recensioni
Storia ideata e iniziata dal mio amico Jack02forever, autore su Wattpad, scritta in collaborazione tra lui e me.
 
[Monster Hunter World + Monster Hunter Stories]
 
Ambientata tra Monster Hunter World e MHW Iceborne. Quattro mesi dopo la sconfitta dello Xeno'Jiiva, la Commissione di Ricerca continua ad operare serenamente nel Nuovo Mondo. Ma una minaccia colpisce l'ecosistema: l'Orrore Nero, una malattia nata in un'estensione recondita del Vecchio Mondo, che affligge i mostri e li rende estremamente pericolosi. Per rimediare a ciò, la Gilda manda un Rider dal villaggio di Hakum, affinché aiuti la Commissione a debellare la malattia. Ma per Xavia Rudria, una cacciatrice della Quinta Flotta, la giovane Rider che si è offerta per l'incarico si rivelerà molto di più di quello che sembra...
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Commissione di Ricerca'
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Ross trovò Yuri seduta a uno dei tavoli della mensa, intenta a osservare il panorama degli Altipiani Corallini baciati dal sole del primo mattino mentre, con un dito, strofinava con fare distratto i bordi della tazza di tè che aveva ordinato. La raggiunse e la salutò:

«Buongiorno, Yuri!»

La ragazza sorrise, contenta:

«Oh! Ciao, Ross! Buongiorno! Come mai già in piedi?»

«Non riuscivo a dormire e ho deciso di fare due passi per non disturbare Lucy e Irene»

«Quelle due sono peggio di un Espinas, vero?» rise Yuri.

Strappò un sorriso all’amico, che si sedé di fronte a lei.

«Eh, già: mai svegliarle, se non vuoi iniziare la giornata con un piede nella fossa, soprattutto quando rimangono sveglie la notte a spettagolare tra loro. Tu, invece?»

«Ieri sera mi sono addormentata presto e non avevo voglia di rimanere nella tenda fino a tarda mattinata»

«Oh, capisco. Te l’ho chiesto solo perché di solito ti vedo qui con tua madre, pensavo che ti fossi svegliata prima e fossi uscita per conto tuo, visto che non c’è»

La Rider lo guardò un po’ confusa, poi si grattò il capo:

«Ah! Sì, è vero: di solito, al mattino, facciamo sempre colazione insieme. Era già sveglia quando sono uscita, però mi ha detto che doveva andare a parlare col fabbro e che potevo aspettarla qui»

Mentre spiegava, un Felyne cameriere si avvicinò al loro tavolo e chiese al ragazzo se voleva ordinare qualcosa: Ross chiese solo del latte e, quando il Lynian si allontanò, Yuri riprese a parlare:

«Stavo già aspettando da un po’, quindi ho ordinato per me, però mi si è raffreddato il tè. Non capisco come mai ci stia mettendo così tanto»

Incrociò le braccia con uno sguardo incuriosito, mentre pensava ad alta voce. Purtroppo Ross non sapeva bene cosa dire su quella situazione, quindi pensò che forse poteva aiutare l’amica a distrarsi parlando di qualcos’altro:

«Mi chiedevo: non potresti scaldartelo da sola con le fiamme del Fatalis?» azzardò.

Yuri gli rivolse un’espressione sorpresa e corrugò la fronte:

«Partendo dal presupposto che sappia usarli a comando, cosa che ancora non riesco a fare: vuoi davvero che usi i poteri del Drago Nero che distrusse Schrade per riscaldare una tazza di tè?»

Ross si grattò la nuca, imbarazzato, e ridacchiò:

«Tentar non nuoce, no?»

«Suvvia Ross, sai come sono fatta! Mi sembra sbagliato usarli per piccolezze del genere»

«Sono i tuoi poteri, dovresti poterli sfruttare un po’, non ti pare? Inoltre, potrebbe tornarti utile: forse usarli al di fuori degli scontri ti aiuterà a controllarli meglio. In fondo, i mostri non usano le loro abilità solo quando cacciano o si difendono, giusto?»

Mentre lo diceva, Ross ripensò a quando Fugu, lo Zamtrios di Yuri, giocava nelle distese ghiacciate di Darj: si gonfiava come un pallone, per poi rotolare giù dalle lastre di ghiaccio, e si divertiva un mondo sfidando il Lagombi di Lucille. Gli venne in mente anche il Nerscylla di Irene, il quale aveva imparato a oscillare così bene che, negli ambienti giusti, Irene non toccava quasi mai terra, grazie al temnoceran e al suo falcione insetto. Yuri rifletté, quindi sorrise e annuì:

«Sì, hai ragione. Però non ne sono ancora sicura: anche se riuscissi a evocare il fuoco, ho troppa paura di bruciare qualcosa. O peggio, ustionare qualcuno»

Yuri sospirò e si strofinò gli occhi, segno che la stavano tormentando svariati dubbi e preoccupazioni. In quel momento, il Felyne cameriere tornò col latte che Ross aveva ordinato. Il ragazzo ringraziò, poi si grattò il mento, pensieroso:

«Posso chiederti una cosa, Yuri?»

«Certo, chiedi pure»

«La furia del Fatalis ti ha sempre fatto usare i tuoi poteri e ci hai detto che tu e Ayla siete simili, da infuriate. Però, quando il Makili Nova ha provato a farti distruggere la tua Pietra del Legame sull’aeronave, non eri affatto come lei»

Ross rabbrividì: gli era riapparsa davanti l’immagine di Occhi di Sangue con quelle inquietanti vene gonfie e in rilievo sulla sua pelle paonazza. Yuri batté le palpebre, sorpresa:

«Davvero?»

«Sì: ieri ci ho riflettuto, quando siete tornate. Ci hai detto che era stato un altro buco nell’acqua. Sull’aeronave, ti sei ricoperta il braccio di fiamme e ci hai minacciati, ma i tuoi occhi non brillavano e non emanavi vapore»

Yuri si strinse nelle spalle:

«Però questo non mi aiuta molto, Ross. Non me n’ero neanche accorta, come posso...»

Ross si alzò, si sedé accanto a lei e la incoraggiò:

«Fai un tentativo! Se non ricordo male, quella volta hai detto che stavi sottomettendo il Fatalis dentro di te. Forse il problema è che, a livello inconscio, continui a pensare che questi poteri non ti appartengano e di starli usando a discapito del Drago Nero»

Conoscendo Yuri e il suo modo di vedere le cose, gli sembrava logico che la sua amica credesse di prendere solo in prestito le proprietà del suo gene, per questo le veniva spontaneo usarli solo quando cedeva alla furia. La sua personalità distorta, invece, era molto più sicura di sé e pronta a tutto per compiacere Xander o il Makili Nova.

«Quindi dovrei “sottomettere” il Fatalis?» chiese Yuri, incerta.

Ross incrociò le braccia, prima di azzardare un suggerimento:

«Mi rendo conto che è più facile a dirsi che a farsi, neanch’io ho idea di dove iniziare. E se immaginassi di domare un nuovo mostro appena nato?»

La ragazza sollevò lo sguardo e si guardò intorno per un istante: non vide la madre nei paraggi e vide che la mensa non era ancora molto affollata, quindi annuì e accettò di fare un tentativo. Si mise la tazza di tè nel palmo della mano destra, dopodiché chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.

MHGilda2 by RobertoTurati

Yuri tentò di immaginare davanti a sé un cucciolo di Fatalis simile a Ejderi. Non fu difficile: ormai, l’immagine del Drago Nero le era impressa nella memoria a causa dell’incubo. Espirò a fondo: il primo passo per domare un mostro appena nato era mostrarsi più calma possibile. Tese la mano sinistra e accarezzò il collo squamoso del drago: la creatura, per tutta risposta, le rivolse un ruggito furente. Si sentì impallidire, quando percepì quella furia cieca: in preda ai sudori freddi, si batté le mani sulle guance per farsi coraggio e si impose di mostrarsi decisa. Dopo diversi minuti, il drago cedé e abbassò il capo. Pur continuando a ringhiare, sembrava apprezzare l’affetto della ragazza.

Distolse lo sguardo da lei, prima di spalancare le fauci e soffiare una fiammata che mancò di striscio il fianco destro di Yuri. Allora mutò e diventò all’improvviso un Fatalis bianco; esso fece la stessa cosa, ma sputando un flusso di fulmini vermigli e terrificanti. Infine, divenne un Fatalis cremisi, il quale sputò una sfera infuocata in aria che poi sfrecciò verso il basso come una meteora. Si schiantò a terra con una velocità impressionante, dopo esserle passata appena sopra la testa. Ecco che il drago scomparve all’improvviso: la Rider annaspò e iniziò a sentirsi il polso bruciare.

MHGilda2 by RobertoTurati

Ross osservava l’amica che teneva gli occhi chiusi quando, dopo svariati minuti, il polso e la mano destra di Yuri furono avvolti da bellissime fiamme dorate. Al contrario di quel giorno sull’aeronave, però, erano placide e non incutevano nessun timore: erano come il fuoco di una lanterna o un falò appena acceso.

«Incredibile!» esclamò, estasiato.

Yuri sobbalzò e aprì gli occhi di scatto: agitò troppo la mano e la tazza barcollò per un attimo, per poi sfuggirle. Ross, per riflesso, riuscì ad afferrarla, ma metà del tè si rovesciò sul tavolo. Un Felyne di passaggio corse a prendere uno straccio e miagolò:

«Mià, che disastro!»

I due ragazzi si scusarono quando tornò per asciugare il tavolo e, quando si allontanò dicendo loro di stare più attenti, si guardarono per un momento, prima di scoppiare a ridere. La Rider si guardò il polso, tornato freddo, e lo rigirò un po’:

«È stato stranissimo: ho visto le fiamme, però non bruciavano!»

«E ora riesci a rifarlo?» le chiese Ross.

Yuri si concentrò per qualche secondo e, con un movimento rapido delle dita, le fiamme dorate le riapparvero a partire dall’avambraccio. Decise quindi di provare con l’elettricità: scosse il braccio destro e il fuoco si dissolse, quindi si guardò il sinistro. Chiuse il pugno prima di tendere il braccio e, quando rilassò la mano, apparvero le scariche elettriche vermiglie che crepitarono con un suono quasi inquietante. Non si trattenne più: l’elettricità scomparve, fece un ampio sorriso soddisfatto e sollevò entrambe le braccia.

«Ce l’ho fatta! Ci sono riuscita!» esultò, emozionatissima.

Strinse Ross tra le sue braccia in uno fortissimo abbraccio che lo fece diventare paonazzo.

«Grazie, Ross! Grazie! Non so come ripagarti!»

Il Rider sorrise e ricambiò l’abbraccio:

«Sono contentissimo di esserti stato di aiuto, Yuri! Mi dispiaceva vederti tormentarti così per i tuoi poteri»

Yuri ridacchiò, si tirò indietro e gli rivolse un sorriso allegro:

«Non sminuirti. Ti fai sempre in quattro per aiutarmi, non ti ringrazierò mai abbastanza»

Dopo quella frase, arrossirono entrambi. Rimasero in silenzio per qualche attimo che parve loro interminabile, intenti a guardarsi negli occhi. Ecco che, all’improvviso, sentirono la voce di Xavia che chiamava la figlia da lontano. Entrambi divennero rossi come pomodori e Ross la lasciò andare, poi Yuri si alzò e si ventilò la faccia con la mano, nel tentativo di farsi passare il rossore prima che sua madre la vedesse così. La cacciatrice li raggiunse con un’espressione dispiaciuta:

«Eccomi. Scusa per il ritardo, Yuri. Ci ho messo più tempo del previsto, purtroppo»

«Oh! Nessun problema, Ross è venuto a farmi compagnia»

Il ragazzo salutò Xavia con una punta di imbarazzo. Xavia gli sorrise, lo salutò a sua volta e lo ringraziò. Prima che Yuri potesse darle la buona notizia sui progressi dei suoi poteri, la donna le mise una mano sulla spalla:

«Ti andrebbe di venire un attimo nella nostra tenda? Ho una sorpresa!»

Yuri la guardò, sorpresa e incuriosita allo stesso tempo, ma annuì:

«Oh! Una sorpresa? Sì, va bene!»

«Ross, vuoi venire anche tu?» chiese Xavia.

A Yuri sembrò quasi di vederla ammiccare ma, quando guardò il suo amico, vide che anche lui sembrava un po’ confuso.

«Se non sono di troppo, nessun problema!»

«Certo che no! Su, andiamo»

MHGilda2 by RobertoTurati

Quando arrivarono alla tenda, videro che ad aspettarli lì c’era Mikayla. Dopo aver salutato la zia, Yuri non seppe resistere: si allontanò di qualche passo da loro per stare sicura, prima di sollevare le braccia, emozionata:

«Mikayla! Mikie! Guardate!»

Si concentrò e le scariche vermiglie ricoprirono le sue braccia, sotto gli sguardi sorpresi delle due cacciatrici.

«Oh! Per la Stella di Zaffiro!» esclamò Mikayla.

Quando l’elettricità svanì, stritolò la nipote tra le sue braccia:

«Sei davvero incredibile, Yuri! Sono così fiera di te!»

Yuri sorrise e guardò il suo amico:

«È stato tutto merito di Ross. Si è ricordato quel che ho detto quando il Makili Nova ha provato a controllarmi e mi ha dato una spinta nella direzione giusta»

Mikayla restò in silenzio per un attimo, prima di ridacchiare e rivolgersi all’altro Rider:

«Io e Mikie ti siamo davvero grate per averla aiutata a superare il suo blocco. Eravamo proprio alla frutta! Stavamo già pensando a metodi alternativi per farle assorbire l’elettricità e usare i suoi poteri, ma a quanto pare non ce n’è più bisogno!»

«Metodi alternativi?» chiese Ross, confuso.

«Sì, usare le trappole scossa o qualcosa del genere. Però ammetto che forse sarebbe stata un’idea un po’ grossolana»

Yuri ridacchiò, poi si avvicinò di nuovo a sua madre e le chiese scusa per quella dimostrazione improvvisa.

«Non ti preoccupare»

Xavia le baciò la fronte con un sorriso, prima di avvicinarsi la tenda:

«Pronta?»

Quando la figlia annuì, curiosa, Xavia scostò il telo e Yuri vide la sorpresa: una bellissima armatura bianca era esposta su uno dei supporti del fabbro. Era lucidata così bene che si vedeva la sua immagine riflessa sul metallo. L’elmo lasciava scoperto solo il viso e tutta l’armatura era decorata da dettagli simili alle scaglie di un Rathalos. Ed era della sua taglia. Yuri la ammirò da vicino, stupefatta:

«Sembra l’armatura che indossavo quando sono arrivata nel Nuovo Mondo!»

«Sì, ci siamo basati su quella per l’aspetto. Ovviamente, il fabbro ha voluto migliorarla un po’, dopo che ha saputo che l’artigliata di un Teostra ha distrutto il busto» spiegò Xavia.

«Quelle sono scaglie di Rathalos argentato?» chiese Ross, sorpreso.

«Esatto! Ho chiesto in giro e sono riuscita a raccogliere abbastanza materiali. Mi sembrava l’ideale, dopo che ho visto Ratha trasformarsi! Spero che ti piaccia, Yuri»

La ragazza annuì e la abbracciò:

«È meravigliosa! Grazie mille, mamma!»

Sua madre le accarezzò i capelli, le rivolse un dolce sorriso e la stritolò tra le sue braccia:

«Di nulla! Buon compleanno, Yuri!»

Yuri alzò lo sguardo, confusa e un po’ sorpresa. Si grattò una guancia con imbarazzo, prima di contestare:

«Mamma, il mio compleanno è fra tre mesi»

A quel punto, Xavia e Mikayla si scambiarono un’occhiata confusa. Sua zia disse:

«Oggi è il primo giugno, no?»

Altrettanto confuso, Ross prese la parola:

«Sì, ma l’abbiamo sempre festeggiato il 10 settembre»

Yuri annuì e aggiunse:

«Sono sempre stata la più piccola del nostro gruppo, dopo Lilia. Il maestro Dan mi stuzzicava sempre perché ero l’apprendista Rider più giovane»

Xavia quindi le prese le mani e scosse la testa:

«No, Yuri, te lo garantisco: sei nata il primo giugno, in una bellissima mattina di sedici anni fa. Ogni anno, in questo giorno, ti facevo gli auguri e speravo con tutta me stessa che vivessi felice, dovunque ti trovassi»

La ragazza rimase in silenzio, pensierosa. Dopo qualche minuto, però, sorrise:

«E così, oggi compio sedici anni?».

«A parte Cheval, ora sei l’unica tra noi che ha sedici anni» sorrise Ross, a braccia incrociate.

Yuri rise alla battuta dell’amico, quindi abbracciò ancora più forte la madre:

«Grazie, mamma! Grazie infinite. L’armatura è bellissima! È un regalo stupendo»

Alla cacciatrice si scaldò il cuore, quindi baciò le guance della ragazza:

«Questo e altro, per la festeggiata. E le sorprese non finiscono qui: ti andrebbe di visitare un bioma del Nuovo Mondo in cui non sei mai stata?»

La ragazza lasciò andare la madre e le rivolse uno sguardo intrigato:

«Oh, davvero? Sì, mi piacerebbe un sacco!»

Xavia annuì, contenta:

«Però spero che non ti dispiaccia se viene anche la squadra di Ayla: quando ne ho parlato con l’Ammiraglio, mi ha chiesto di portare anche loro, così potranno avere un rapporto dagli Eroi di Kokoto, che sono rimasti laggiù»

Yuri scosse la testa col sorriso:

«No, nessun problema!»

Guardò Ross per un attimo e lo vide molto incuriosito, poi volse di nuovo lo sguardo alla madre:

«Possono unirsi anche i miei amici, per caso?»

«Certo! Se vogliono venire, nessun problema»

Allora il ragazzo ebbe un fremito di contentezza: ringraziò la cacciatrice e l’amica, prima di correre verso la sua tenda per vedere se le altre due Rider si erano svegliate. Mikayla abbracciò la nipote e le augurò ancora buon compleanno, per poi andarsene e lasciare madre e figlia da sole. Yuri ne approfittò per indossare subito la nuova armatura.

MHGilda1 by RobertoTurati

Le caverne di El Dorado erano un intricatissimo dedalo di gallerie, gole e scivoli sotterranei che cambiavano in continuazione a causa dello scavare della Kulve Taroth, il Drago Anziano che viveva in quella caverne. Irene si alzò in piedi sulla sella di Raith, mentre la sua Rathian dorata camminava a passo lento, si guardò intorno e squittì:

«Questo posto è incantevole!»

Anche le altre due Rider non erano da meno: Lucille osservava curiosissima le colonie di granchirame intenti a raccogliere pepite d’oro e pietre preziose per abbellire le loro tane, Yuri osservava le bellissime pareti di ossidiana attraversate da vene d’oro purissime. Ross, invece, restava un po’ più in disparte assieme a Gionata, il quale gli stava raccontando che, qualche mese prima, i cacciatori di Astera avevano affrontato la Kulve Taroth in un vero e proprio assedio, come testimoniavano i cannoni e le baliste piazzati sui ripiani e nelle nicchie del labirinto di grotte. Xavia sorrise, contenta che la figlia e i suoi amici apprezzassero la sorpresa: camminava di fianco a Yuri e al suo Rathalos. Yuna accarezzò il suo whispervesp, mentre si guardava intorno:

«Non vi sembra che ci siano pochi Gajalaka in giro? Ne ho visti solo due, da quando siamo arrivati»

«Meglio, no? Quei cosi sono solo una spina nel fianco!» esclamò Carson.

Lucille reclinò il capo, incuriosita:

«I Gajalaka sono quei Lynian tribali con le maschere rosse, giusto? Li ho visti alla Landa dei cristalli, ma mi è stato detto di non avvicinarmi»

«Hai presente gli Shakalaka?» le chiese Ayla.

Quando la ragazza annuì, le spiegò:

«Ecco, i Gajalaka sono simili, ma lanciano anche coltelli soporiferi, velenosi o paralizzanti. Possono farti passare un brutto quarto d’ora, se li infastidisci»

«Però sono anche più propensi a collaborare, se riesci a parlarci. Pensate che la Terza Flotta ne ha reclutati alcuni come Cacciaprede!» aggiunse Yuna.

«I Gajalaka di queste caverne sono particolari: venerano la Kulve Taroth come la “dea madre dell’oro”. Abbiamo stretto un patto con loro mentre eravamo qui: noi diamo loro una parte dell’oro che stacchiamo dal mantello della Kulve Taroth e, in cambio, ci aiutano a deviarla per non farla salire in superficie» continuò Occhi di Sangue.

«Interessante!» commentò Lucille.

«Spero di restare con quelle palle di pelo il meno possibile» borbottò Gionata, a disagio.

Ross gli diede un’occhiata confusa e alzò un sopracciglio:

«Sono davvero così terribili? Non mi sembra, da come ne parlano»

Prima che Gionata gli rispondesse, Yuna si intromise:

«Ha sempre avuto problemi coi Lynian. Una volta ci ha raccontato che, quando lui e Ayla erano piccoli e vivevano a Cathar, c’erano dei Felyne sbruffoni che lo perseguitavano e...»

«Yuna! Eddai!» si lamentò Gionata.

«Oh! L’ho fatto di nuovo? Perdonami, non volevo confidare troppo» si scusò la wyverniana.

Ross pensò bene cosa a dirgli dopo, mentre accarezzava il collo di Kuro:

«Allora è per questo che, nel volume in cui affronta quel Rathalos argentato fortissimo, Saitama distrugge tutta Koapni? Sai, quando torna indietro dalla luna e atterra di pugno!»

Con la coda dell’occhio, il giovane Rider notò che sua sorella aveva spalancato gli occhi e si era sbattuta un palmo sulla fronte; ora stava scuotendo la testa, in preda alla vergogna. Gionata sembrò rallegrarsi subito, quando Ross tirò in ballo il suo fumetto: annuì e rise.

«Sì! Proprio così! Ah, tutto l’arco di Boros è stato uno spasso da disegnare!»

«Ed è pure venuto benissimo! Un Rathalos argentato che crea un esercito di wyvern e stermina Draghi Anziani fino a diventare l’esemplare più potente della sua specie? Non l’avrei mai immaginato!»

Dopo quel complimento, Ross vide Yuri accostarsi a sua madre e chiederle sottovoce:

«Ma succede sul serio?»

Xavia sobbalzò, perché stava provando ad ascoltare la conversazione senza farsi notare. Ross ridacchiò e si lasciò trasportare dall’entusiasmo:

«Poi, quando perde l’armatura dei wyverniani e inizia a fare sul serio con tutte quelle fiamme, è pazzesco!»

Gionata fece un ampio sorriso, contento:

«Eh già! Forse, da qualche parte, ho ancora i bozzetti originali: ci ho messo un sacco a disegnare un modello soddisfacente per l’armatura inibitoria di Boros»

«Ma in fin dei conti, quando affronti Saitama non c’è storia: un pugno e finisce tutto! Anche se è stata la prima volta che ha usato il suo “pugno serio” e non un semplice colpo svogliato!»

«E non hai ancora visto nulla! Dopo tutto quello che è successo nell’ultimo mese, ho un sacco di idee per quando potrò finalmente uscire da questa pausa forzata e riprendere a disegnare!»

«Oh, fantastico! Non vedo l’ora!» rispose Ross, sognante.

All’improvviso, si sentirono chiamare da Carson:

«Ehi, voi due! Vi siete addormentati in piedi?»

Notarono che si erano separati molto dagli altri: erano rimasti parecchio indietro, mentre parlavano. Anche Kuro si era fermato: il Malfestio bubolò, infastidito.

«Oh, cavolo! Scusate!»

Gionata si affrettò a raggiungerli e anche Ross fece affrettare il passo al suo mostro.

«Siamo quasi al nascondiglio della tribù dorata, dove sono accampati gli Eroi di Kokoto» spiegò Yuna.

«Quindi stiamo per rivedere l’uomo Felyne» rabbrividì Gionata.

«È lui il motivo per cui abbiamo dovuto cospargerci le armature di aceto?» chiese Irene, ancora infastidita dall’odore pungente.

«Sì, proprio lui. Purtroppo» annuì Ayla.

«Però sono una squadra niente male: mi sorprende che non ne abbiate mai sentito parlare» affermò Yuna.

Carson si lisciò i baffi e commentò:

«Gli svantaggi di vivere reclusi tra le montagne. Sul serio, che facevate per divertirvi lassù, voi Rider? Giocavate ad acchiapparella coi mostri volanti?»

I quattro ragazzi si scambiarono un’occhiata imbarazzata. Dopo un attimo di silenzio, Lucille rispose:

«Be’, leggevamo. E imparavamo a disegnare. Aiutavamo anche coi lavori nel villaggio»

«Imparavate a disegnare? Davvero?» chiese Gionata, sorpreso.

«Sì! Ma di certo non siamo al tuo livello» gli rispose Ross, imbarazzato.

«Però è vero. Ci siamo messi ad abbellire le nostre Mostropedie con disegni personali solo perché ci annoiavamo. Poi ci è rimasta l’abitudine» sorrise Yuri.

MHGilda2 by RobertoTurati

Una volta raggiunto il villaggio dei Gajalaka di El Dorado, i quattro Rider furono accolti da una schiera di Lynian dalle maschere d’oro che li squadravano dalla testa ai piedi. Yuri comprendeva quella reazione: non li avevano mai visti prima e il fatto che ciascuno dei ragazzi era accompagnato un mostro non li metteva certo a loro agio. Per fortuna, i Gajalaka si rilassarono quando un uomo imponente ma dal volto infantile si avvicinò a loro miagolando e gattonando: era una scena strana, vedere un uomo di quella stazza con indosso un’armatura di Glavenus ammaccata muoversi come un bambino piccolo.

Quello era Raymeta, l’uomo Felyne, “campione” ed eroe dei Gajalaka dorati da quando li aveva salvati da un Bazelgeuse che si era smarrito nelle gallerie della Kulve Taroth; almeno, così le aveva raccontato Yuna lungo il tragitto. Raymeta comunicò con quei Lynian per svariati minuti, poi i Gajalaka iniziarono a fare i loro versi e danzare: permisero ai Rider di proseguire col gruppo di cacciatori. L’uomo Felyne si avvicinò quindi ai ragazzi, ma per fortuna l’odore di aceto e la presenza di quei quattro mostri lo dissuase dal fare altro che presentarsi.

«Mià! Piacere conoscere voi, monta-mostri! Che strano vedere voi! Io Raymeta!»

Irene lo fissò con un’espressione colma di imbarazzo e disagio, con una punta di timore. Per educazione, però, i giovani si presentarono e gli strinsero la mano. Raymeta si voltò e tornò verso il punto più alto del villaggio, dove si trovava un mucchio di tessuti e lembi di tenda su cui riposava.

«Non me l’aspettavo affatto così! Pensavo che “uomo Felyne” fosse solo per dire, tipo quelli che indossano finte teste di Gargwa alle feste!» sussurrò Lucille agli amici.

Yuri annuì, sbigottita, poi vide Xavia che agitava la mano al centro del villaggio per chiamarli e dire di avvicinarsi: chiamò gli amici, quindi si avvicinarono al grande gruppo di cacciatori. Assieme a Xavia e la squadra di Occhi di Sangue, c’erano altri sei cacciatori: tre uomini, due donne e un wyverniano. In base alle descrizioni che aveva fatto Yuna, Yuri seppe riconoscerli.

Il wyverniano era il caposquadra degli Eroi di Kokoto: Kahlmuxon. Aveva la pelle nera, una foltissima chioma argentata e la barba lunga. Il suo sguardo era serio, calmo e penetrante e, quando si presentarono, li squadrò tutti e quattro uno a uno con un’espressione inquisitoria.

Poi si presentarono a due dei tre uomini: il primo era Cecerinho, un uomo con una barba curata e capelli castani lunghi fino alle spalle. Sembrava tanto serio e composto quanto il caposquadra e indossava l’uniforme azzura dei Cavalieri della Gilda. L’altro era Sen Zoname, un giovane biondo con una rada barbetta che indossava una veste di stoffa verde. Aveva un portamento molto allegro e, quando vide che il Rathalos di Yuri aveva una cicatrice sull’occhio sinistro, scherzò dicendo che erano simili. La sua non gli chiudeva l’occhio, ma gli spaccava il sopracciglio ed era viola, segno che era stata causata da un Gore Magala.

Il terzo uomo era avvolto in un mantello scuro e non gli si vedeva il volto, che nascondeva con un cappuccio e una bavaglia neri. Stava zitto e immobile come una statua e non faceva altro che fissarli con uno sguardo così minaccioso che, dopo un po’, Yuri non poté fare a meno di distogliere lo sguardo. Yuna gliel’aveva anticipato, ma questo non lo rendeva meno inquietante. Di lui non si sapeva niente, a parte che tutti lo chiamavano Incubo e che non parlava mai.

Infine, si presentarono le due donne: entrambe avevano i capelli raccolti in una corta coda di cavallo e portavano sul capo la coroncina dell’uniforme d’onore della Gilda. Una aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri e indossava un’armatura di Tigrex brutale: quella era Pitrilla. L’altra, Velris, aveva i capelli scuri, gli occhi a mandorla e un viso raffinato. Indossava un’armatura di Rathian dorata.

«Guarda, Velris: la ragazzina ha una Rathian dorata! Dici che ti scambierà per sua madre?» scherzò Sen.

Lei lo fulminò con lo sguardo e sbuffò:

«Dubito che funzioni così, Sen»

«Non ho mai visto un Rider in vita mia. Però! Siete tutti così giovani!» esclamò Cecerinho, intrigato.

Yuri e i suoi amici furono messi un po’ a disagio da tutte le attenzioni che stavano ricevendo, ma soprattutto dal modo in cui Kahlmuxon e Incubo li stavano osservando. Yuri si fece coraggio e parlò per prima:

«Piacere di conoscervi: ci dicono che siete cacciatori eccezionali, ma purtroppo non vi abbiamo mai sentiti nominare prima di oggi. Non ci teniamo molto aggiornati su riviste come Vita di Caccia»

MHGilda2 by RobertoTurati

Mentre Yuri sbrigava i convenevoli, Gionata prese Ross in disparte e ridacchiò:

«Ricordi quando Saitama ha fatto a gara di urli con quel Tigrex brutale? Quella e altre idee mi sono venute bevendo e chiacchierando con Sen! È pieno di storie da raccontare sui suoi compagni di squadra e spesso sta al gioco quando faccio battute, quindi è una miniera d’oro per l’ispirazione!»

«Oh! Che forza!» esclamò Ross.

«Ehi, Gionata! Lo lasci rispondere?»

La voce di Pitrilla attirò la loro attenzione. Videro che li stavano osservando come se attendessero una risposta. Ross si fece attento:

«Oh! Scusa, potresti ripetere la domanda?»

Pitrilla indicò le sue tre amiche una alla volta:

«Ho chiesto qual è il mostro più cazzuto che hai! La biondina ha detto un Gore Magala, la tua gemella un Midogaron e la figlia della violetta sempre depressa ha detto che è il suo Rathalos. Il tuo?»

Carson scoppiò a ridere fino a piegarsi in due, mentre Xavia si coprì il viso per l’imbarazzo e mormorò:

«Non ero sempre depressa»

«Oh, credo il mio Zinogre stigeo» disse Ross, perplesso.

«Ah, quindi è a pari merito tra voi due!» disse la donna bionda a Lucille e Irene.

L’albina incrociò le braccia, offesa:

«Non te li facciamo comunque combattere! Non importa quanto ti sembri “virile” affrontarli a mani nude! Non sono mostri da arena. Se vuoi, possiamo organizzarti qualcosa coi Rider di Albarax, ma di certo non combatterai le nostre cavalcature»

Prima che Pitrilla potesse ribattere, Velris le mise una mano sulla spalla, si scusò a suo nome e provò a farla ragionare. Cecerinho, allora, si parò di fronte al Qurupeco di Lucille e la fissò, severo:

«Ho sentito bene? Hai un Midogaron?»

«Sì! Si chiama Hono» annuì lei.

Il Cavaliere della Gilda la rimproverò in tono cupo:

«Per la legge sull’isolamento rigido degli ecosistemi esotici, i mostri della Frontiera devono rimanere oltre i confini di Mezeporta. Lucille Moore, sei in possesso di un esemplare illegale, quindi perseguibile per contrabbando di specie alloctone»

La Rider impallidì e andò nel panico; tentò di dire qualcosa, ma si ritrovò a balbettare in modo incoerente mentre si torceva le mani.

«Ehi, no! Lucy non è una criminale!» si intromise Irene, furiosa.

Raith si accostò a Quill e ringhiò a zanne scoperte: lo faceva sempre, quando la sua padrona aveva quel tono di voce.

«Non è stata lei a prendere il Midogaron, gliel’hanno regalato! Non lo sapeva!»

A quel punto, Cecerinho scoppiò a ridere e confuse entrambe:

«Ah, perdonatemi, non ho saputo resistere! Rilassati, signorina, non ti arresterei per così poco: dovrei farlo se seguissi la procedura alla lettera, ma da quando sono in questa squadra abbiamo violato così tante norme della Gilda che impazzirei, se contassi tutte le nostre infrazioni»

Lucille si rilassò e si asciugò il sudore sulla fronte con un sospiro:

«Santo cielo, mi ha spaventata a morte»

«Pensate che, quando si è unito a noi, questo atteggiamento ce l’aveva davvero!» rimarcò Sen.

Nonostante avesse detto si trattasse di una battuta, Irene continuava a fissare il Cavaliere della Gilda con uno sguardo acido e arrabbiato a cui lui, tuttavia, non dava peso.

«Confido che comunque lo terrai a bada e che non causerà danni ambientali. Va bene, Lucille?» aggiunse poi.

La ragazza alzò la mano come per fare un giuramento:

«Certo! Certo. Ha la mia parola»

Fu allora che Kahlmuxon prese parola: si rivolse a Occhi di Sangue.

«Siete venuti a chiedere il nostro rapporto sulla situazione qui a El Dorado, giusto?»

Ayla annuì:

«Sì. Avete avvistato mostri infetti quaggiù?»

«Altroché: continuano a entrare nelle gallerie! Spuntano come funghi e puzzano peggio di un Congalala e l’effluvio di Vaal Hazak messi insieme» disse Sen, a metà fra il serio e lo scherzoso.

Il caposquadra proseguì:

«Ne abbattiamo il più possibile, ma la Kulve Taroth sa difendersi abbastanza bene. Sembra immune e spesso riesce a incenerirli prima che li raggiungiamo, poi se ne va. L’unico problema è che i Gajalaka possono contrarre la malattia, quindi abbiamo dovuto spiegare loro di non toccare i resti o i mostri con quell’alone per nessun motivo. Però non sempre funziona»

Lucille alzò la mano:

«Possiamo purificarli noi! È vero che raggiungono lo stadio terminale più in fretta col Makili Nova in circolazione, ma i mostri piccoli non sono un problema, possiamo guarirli se ci dite dove sono»

Uno dei Gajalaka in ascolto, che indossava una maschera rossa, si mise a danzare allegramente e strillò a gran voce:

«Gaja! Laka laka!»

Dal modo in cui ascoltava i loro discorsi, era evidente che capiva la lingua degli umani. Dopo che strillò, tutti i Lynian dalla maschera dorata presero a danzare e si avvicinarono al Qurupeco di Lucille, che cinguettò spaventato.

«Gaja-ja! Guaritrice, laka! Per favore, aiutaci!» esclamò il Gajalaka in rosso.

«Oh! Ah! Va bene, va bene!» disse lei, disorientata.

Quindi i Lynian si mossero e la condussero dove avevano allestito una zona di quarantena per tutti i loro simili infetti. Sen si stupì:

«L’hanno presa subito in simpatia! Dite che inizieranno a lodarla come fanno con “Raymeta l’eroe”?»

Ross ne approfittò per fare una battuta in tono melodrammatico:

«E fu così che Iris, la regina dei mostri, trovò la sua rivale adorata da una tribù di Lynian d’oro»

Yuri scoppiò a ridere, mentre Irene diventò paonazza e alzò gli occhi al cielo:

«Ah-ah. Simpatici. Almeno il suo nome non lo sbaglieranno»

MHGilda2 by RobertoTurati

Gionata decise che ne aveva abbastanza di rimanere tra i Lynian: con la scusa di voler controllare se c’erano mostri infetti nei paraggi, se ne andò dal villaggio della tribù dorata con uno sbuffo esasperato. Si arrampicò su una delle sporgenze su cui avevano montato i cannoni per l’assedio alla Kulve Taroth, lasciò a terra la sua lancia-fucile e iniziò a scandagliare le grotte col binocolo. Ma la situazione era tranquillissima: a parte i granchirame e qualche Gajalaka d’oro, non c’era anima viva in quella galleria.

Prima di andarsene, aveva sentito da Kahlmuxon che la Kulve Taroth si rintanava nelle caverne più profonde e attraversata da fiumi di magma da quando era scoppiata l’epidemia e che stava chiudendo poco a poco tutte le aperture per evitare che i mostri infetti si aggirassero nella sua tana.

“Almeno non sono più in mezzo a quelle dannate palle di pelo” pensò, con uno sbuffo.

Ma ecco che, all’improvviso, avvistò un Monoblos avvolto dall’alone schifoso dell’Orrore Nero: spuntò scavando dal terreno assieme a due Gravios, a loro volta infetti. Ingrandendo l’immagine con il binocolo, vide che il Monoblos era sellato e che c’era una wyverniana dai capelli castani e un singolo orecchio a punta. Dai buchi che i mostri avevano scavato, uscirono moltissimi Girros e Shamos, oltre a due Lavasioth ricoperti di magma ancora caldo e fluido.

«Cazzo» sussurrò.

Riprese la lancia-fucile e tornò indietro: doveva fare subito rapporto.

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Tornato al villaggio della tribù dorata, Gionata vide che anche gli Eroi di Kokoto, i Rider e i suoi colleghi stavano impugnando le armi. Raggiunse la sua fidanzata e le chiese cosa stava succedendo.

«I Gajalaka ricognitori hanno detto che la Kulve Taroth si è mossa: a quanto pare, sono arrivati dei mostri infetti assieme a Rider corrotti» gli spiegò Ayla.

“Le palle di pelo mi hanno preceduto!” pensò, deluso.

Scacciò il pensiero, dicendo invece:

«Sì, li ho visti anch’io! Ho visto una wyverniana con un orecchio solo»

Ross sobbalzò a occhi sbarrati:

«Hai visto Ekya?!»

Anche le altre tre Rider diventarono subito vigili. Gionata confermò:

«Sì, ma non è certo indifesa: ha usato un Monoblos e dei Gravios per scavare una galleia, ne sono spuntati fuori molti mostri. Forse i Rider corrotti che i Gajalaka hanno avvistato hanno fatto qualcosa di smile. Che avranno in mente?»

«Vogliono infettare la Kulve Taroth, è l’unica opzione» affermò Irene.

«Un singolo Rider corrotto non basta anche solo per superare l’immunità naturale dei Draghi Anziani. Se questa “dea dorata” è grande quanto lo Xeno’Jiiva, richiederà uno sforzo enorme» aggiunse Yuri.

Cecerinho si allarmò:

«Sarebbe un disastro! La Kulve Taroth può letteralmente plasmare il terreno: avrebbero il totale controllo su queste gallerie. Sarebbe una perdita durissima»

Kahlmuxon fece un passo avanti, con fare risoluto:

«Allora che aspettiamo? Forza, muoviamoci! Dividiamoci e sventiamo i loro piani. Catturarli sarebbe meglio, ma se non vi lasciano alternative, non esitate a ucciderli»

«Gionata, dove hai visto Ekya? Andremo noi da lei: abbiamo un conto in sospeso con quella lurida doppiogiochista» disse Lucille.

«Avete un Qurupeco e un Malfestio, non mi sembrano mostri in grado di scalfire un Gravios» le rinfacciò Carson, a braccia incrociate.

«Ma...»

Yuri rassicurò l’amica:

«Lu-Lu, andrà tutto bene. Falli venire con noi: lasceremo a te e Ross il compito di catturarla, mentre noi ci occupiamo dei mostri. Che ne dite?»

«Non combatto un Gravios da chissà quanto, ma per me nessun problema» annuì Gionata.

«Ce la caveremo, tranquilli» sorrise Ayla.

Anche Yuna, Carson e Xavia si mostrarono convinti. Kahlmuxon dichiarò:

«Noi, invece, ci divideremo per sfoltire i mostri infetti e tenerli più lontani possibile dalla Kulve Taroth. Raymeta, di’ ai Gajalaka di aiutarci a capire i movimenti della dea madre dorata e, nel caso, di aiutarla a combattere. Dobbiamo sapere sempre dove si trova ed essere pronti»

«Mià, subito!» annuì l’uomo Felyne, mentre gattonava via.

«Forza, muoviamoci!»

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Una sfera infuocata esplose sulle rocce ai loro piedi: il Monoblos infetto sobbalzò all’indietro e due Shamos furono travolti dalle fiamme. Ekya socchiuse gli occhi e vide i quattro Rider di Hakum: la Rathian dorata era in volo e, dalle sue fauci, uscivano ancora fiammelle. La wyverniana alzò gli occhi al cielo, scese dalla sella del Monoblos e i due Gravios le si accostarono.

«Che accoglienza calorosa» commentò.

Il branco di piccoli wyvern zannuti si posizionò di fronte a loro, ma una palla di cannone ne travolse alcuni con un’esplosione: aguzzando la vista, vide che su una delle sporgenze rocciose si trovava Carson Kitts, il noto ex bracconiere di Zinogre. Vennero raggiunti anche dai cacciatori: la wyverniana strabuzzò gli occhi quando vide una wyverniana inconfondibile. Allora le voci che aveva sentito tra i wyverniani nel Vecchio Mondo erano vere: nella Commissione di Ricerca c’era Yuna Tahaso, la mitica Fepbevsodi fim Zipvu! Dapprima, Ekya rimase esterrefatta, ma si riscosse in fretta e sollevò il braccio, pronta a dare l’ordine di partire all’attacco con la sua pietra infetta. Provò a fingersi diplomatica:

«Umani, vi scongiuro: oggi non mi interessa combattere. Sono qui solo per la Kulve Taroth. Lasciatemi fare: troveremo un accordo vantaggioso per tutti»

Le rispose la giovane donna con le iridi rosse, che non poteva essere altri che Occhi di Sangue:

«Ci hanno già detto che trattare con te è inutile. Se proprio vuoi che ti lasciamo in pace, gira i tacchi e sparisci»

«Dji qemmi! Ve la siete cercata»

Tornò in groppa al Monoblos, prima di attivare la pietra infetta: i due Lavasioth particono alla carica, lasciandosi dietro una scia di magma. Il Rathalos della figlia di Xander si alzò in volo. La donna coi capelli viola e il giovane con la lancia-fucile puntarono uno dei Gravios, Occhi di Sangue e Yuna l’altro. Carson iniziò a ricaricare il cannone. Ekya fece brillare la sua Pietra del Legame corrotta; il Monoblos e tutti i piccoli wyvern zannuti ruggirono all’unisono.

I Lavasioth sfrecciarono verso i nemici scivolando sul ventre, ma i due Rath li colpirono sul fianco con gli artigli e li rovesciarono entrambi. Dopodiché, soffiarono una fiammata intensa per carbonizzare i vari mostri piccoli. I due Gravios iniziarono a caricare un raggio infuocato, ma quello a destra fu colpito da una palla di cannone e perse l’equilibrio, dunque Occhi di Sangue e Yuna ebbero l’occasione di raggiungerlo. Il whispervesp della wyverniana iniziò a infastidirlo e pungerlo sulla dura corazza di roccia e Yuna gli saltò sul dorso balzando col falcione insetto, mentre Ayla convertì l’ascia in spada e rilasciò una scarica elementale sul petto del mostro.

Il secondo Gravios soffiò il raggio infuocato, ma gli altri due cacciatori lo schivarono tuffandosi a terra. Xavia si alzò in fretta e lo raggiunse, sferrò un montante e sbatté il martello sul muso del mostro, ma il Gravios tentennò solo per un istante. Provò a tirarle una testata e travolgerla, ma il lanciafuciliere si parò di fronte alla cacciatrice con lo scudo e bloccò il colpo, per poi scaricare tutti i proiettili in un colpo solo.

Ekya tentò di sfruttare la confusione per andarsene e cercare la Kulve Taroth, ma il Malfestio si parò di fronte al Monoblos e sparse le scaglie tra le piume agitando le ali: il wyvern volante andò in confusione appena le respirò e si mise a scuotere la testa come un forsennato. Caricò in una direzione a caso e andò a sbattere col corno contro la parete rocciosa.

La wyverniana saltò giù all’ultimo e rotolò su un fianco, con un’imprecazione. Imbracciò la balestra leggera e sparò, ma il Malfestio schivò i proiettili con agilità. Poi il Qurupeco si fiondò su di lei e l’aria fece scintille, prima di prendere fuoco: Ekya si abbassò all’ultimo e schivò il getto di fiamme, ma Lucille scese dalla sella e tentò di colpirla alla testa con il corno da caccia. La wyverniana rotolò via in tempo.

«Dov’è la tua bestia dalla Frontiera, nuddoute

Ekya sparò un colpo, ma la Rider lo schivò.

«Quill basta e avanza! Stavolta non mi sfuggirai!»

Il Qurupeco afferrò la padrona per le spalle e si rialzò in volo. Ekya ne approfittò per caricare i proiettili perforanti: cercò di prendere la mira, ma il wyvern rapace svolazzava in un modo così goffo e imprevedibile che era difficilissimo puntarlo. Ekya sentì un grugnito e si voltò, speranzosa: il Monoblos si era finalmente ripreso e rialzato, ma Ross gli saltò sulla schiena e vi rimase aggrappato mentre il mostro scalpitava per sfiancarlo, poi gli ferì il collo con lo spadone e lo fece cadere.

Mentre osservava la scena, Ekya sentì un bubbolio dietro di sé e trasalì. Si voltò di scatto e si ritrovò il Malfestio davanti. Il wyvern rapace sollevò la cresta e le ali e sparse centinaia di spore, poi emise un’ondata di ultrasuoni per addormentarla. Ma Ekya era pronta e, trattenendo il fiato, fece per sparargli in testa, ma dall’alto piombò Lucille, con la bocca e il naso coperti da un panno. Buttò a terra Ekya colpendole le gambe con il corno, poi si scagliò su di lei e la bloccò a terra. Gli ultrasuoni del Malfestio la colpirono in pieno e, quando respirò le spore, iniziò a perdere i sensi.

«Numifivve tvsupbe!»

Insultò la ragazza un’ultima volta, poi cedé al sonno e tutto diventò nero.

MHGilda2 by RobertoTurati

Kulve Taroth by RobertoTurati

«Tuhpo fo usu»

Lucille tossì e fece il dito medio a Ekya, prima di rialzarsi. Quill atterrò accanto a lei e afferrò la wyverniana con le zampe, si rialzò in volo e si allontanò un po’.

«Ekya catturata!» urlò la ragazza.

Quindi andò ad aiutare il suo gemello assieme al Malfestio per sconfiggere il Monoblos. Ma non ci misero molto: all’improvviso spuntò Carson che, sparando un proiettile perforesplosivo, fece esplodere tutto il collare osseo del Monoblos e ne ridusse il muso a un grumo irriconoscibile. La morte fu istantanea.

“Che schifo!” pensò Lucille, con un conato di vomito.

«Ho visto che avete preso la wyverniana mezza sorda, ottimo»

Con loro sorpresa, Carson si complimentò con loro: doveva essere proprio di buon umore.

«Forza, ora possiamo tornare indietro: è rimasta solo qualche bestiola inutile, le faranno fuori i Gajalaka o la Kulve Taroth»

Appena la nominò, all’improvviso sentirono dei passi pesanti e un rumore di metallo trascinato sul terreno. I Rider si voltarono e, da dietro un angolo in fondo alla grotta, apparve una creatura che non poteva essere altro che la dea madre dell’oro di cui i cacciatori avevano tanto parlato. La Kulve Taroth era imponente, grande quanto il Makili Nova. Aveva le fattezze di un’enorme iguana nera, con bellissime corna da ariete rivestite d’oro e pietre preziose; tutto il suo corpo era celato e protetto da un lunghissimo mantello d’oro puro che il mostro trascinava con un’andatura elegante e altezzosa, tenendo le zampe anteriori tese e la testa alta. Sembrava davvero una dea con un abito da sera sfarzoso e preziosissimo.

«È stupenda!» esclamò Lucille, rapita.

Suo fratello fece la stessa espressione ed era certa che anche Irene e Yuri stavano reagendo così.

«Ehi! Sbrigatevi, bambocci! Dobbiamo andare, siamo rimasti solo noi!» li ammonì Carson.

In quel momento, Lucille si accorse che la Kulve Taroth sembrava furiosa: si muoveva a passo lento e scrutava le carcasse dei mostri infetti attorno a lei con un ringhio minaccioso. Ross si riscosse e aiutò la gemella a montare in sella al Malfestio con lui.

«Kuro, presto!»

Il petto della Kulve Taroth si illuminò e la creatura iniziò a prendere fiato. Il Malfestio si accostò a Carson e Ross esclamò all’improvviso:

«Scusa!»

Quindi ordinò a Kuro di afferrare Carson per le spalle appena il Malfestio si fu alzato in volo per allontanarsi. Carson farfugliò qualche imprecazione stupita, ma fu la scelta giusta: la Kulve Taroth soffiò un caldissimo getto di aria incandescente per tutta la grotta. Il terreno si fuse e diventò lava e le carcasse infette si carbonizzarono in pochi secondi: era come se la Kulve Taroth volesse sterilizzare la sua tana.

«Ehi, mi stanno venendo i reumatismi! Possiamo muoverci?» li apostrofò Carson.

«Sì, subito! Andiamo!»

MHGilda2 by RobertoTurati

Una volta tornati al villaggio della tribù dorata, legarono i polsi e le caviglie di Ekya con delle corde e le bendarono gli occhi, per sicurezza. Speravano che restasse svenuta finché che non fossero tornati alla tendopoli sugli Altopiani Corallini ma, giusto per stare sicuro, Ross decise che avrebbe fatto spargere le spore a Kuro un’ultima volta, prima di ripartire. I Rider uscirono dal nascondiglio e aspettarono che i cacciatori finissero di raccontare l’accaduto agli Eroi di Kokoto. Irene esclamò:

«La Kulve Taroth era stupenda! Vi immaginate se prendessimo un suo uovo?! Sarebbe bellissimo!»

Lucille si grattò il mento e rimuginò:

«I capi della Prima Flotta hanno detto che è lo stesso esemplare che scoprirono quarant’anni fa e che sembra essere l’unica del continente. Chissà quanto tempo ci mette a deporre un uovo»

«Bah, era per dire! Abbiamo comunque visto un mostro rarissimo e per ora mi basta»

«E abbiamo pure catturato Ekya: questa spedizione è stata più produttiva del previsto» ridacchiò Lucille.

Era proprio contenta di aver avuto la sua rivincita: era dalla sconfitta di Anvis che aspettava quel momento. Ross bevve un sorso d’acqua dalla sua borraccia e dichiarò:

«Tutto merito della madre di Yuri: questa escursione era pur sempre il suo regalo di compleanno!»

«Ehi, con tutti i casini che sono successi, non ho ancora avuto modo di dirtelo: tanti auguri, Yuri!» sorrise l’albina.

Yuri si passò una mano nei capelli, imbarazzata:

«È ancora così strano sentirvelo dire così presto»

Ancora in vena di battute, Irene le tirò una gomitata, ammiccò e la punzecchiò:

«Pensa a noi: sei la seconda più grande, adesso! Dovremo iniziare a darti del lei?»

I quattro Rider scoppiarono a ridere, poi vennero raggiunti da Gionata e Xavia.

«Oh! Avete finito?» chiese Yuri.

Poi, però, si accorse che il cacciatore teneva in mano un blocco da disegno e alcune matite.

«No, Ayla e gli altri stanno ancora parlando, ma a Gionata è venuta un’idea bellissima per il tuo compleanno!» le disse Xavia, allegra.

Lui annuì con vivacità:

«Pensavo di fare un disegno di te e Xavia e regalarvelo: ho già fatto una bozza dello sfondo prima, quando sono uscito: mancate solo voi due!»

A Yuri si illuminarono gli occhi e annuì, emozionata:

«Oh, sarebbe davvero fantastico!»

«Bene, allora mettetevi in posa!»

Le guidò fino a un masso incrostato d’oro, rubini e smeraldi e vi fece sedere prima Xavia, poi la figlia si sedé sulle sue ginocchia e le due si abbracciarono, per poi stare più ferme possibile. Gionata iniziò a far scorrere le matite sulla carta con rapidità e precisione e Ross ammirava l’artista all’opera a qualche passo di distanza, con una punta di invidia. Dopo svariati minuti, mostrò loro il ritratto finito: un disegno bellissimo in bianco e nero di madre e figlia, abbracciate e sorridenti.

«È stupendo! Grazie, grazie infinite!» squittì la Rider.

Dal canto suo, Xavia arrossì, un po’ imbarazzata.

«Di nulla: buon compleanno! Quando saremo tornati all’accampamento, lo pulirò un po’, poi sarà tutto vostro. Almeno così non si rovina»

«Grazie mille, Gionata. Ti è venuto benissimo, come sempre» sorrise Xavia, riconoscente.

Detto ciò, strinse la figlia a sé e rise con gioia:

«Il nostro primo ritratto di famiglia!»

Gionata ridacchiò, poi si voltò verso gli altri Rider:

«Che ne dite se disegno anche voi con Yuri? Così avrete un ricordino della prima visita alle Caverne di El Dorado!»

Ross fremé, incredulo ed entusiasmato:

«Oh, sì! Sì! Un disegno di Gionata Uberti tutto per noi, porca miseria!»

Lucille e Irene risero della sua reazione, ma anche loro accettarono volentieri, dunque Xavia si alzò e andò dietro il collega per lasciarlo lavorare. Gionata si sfregò le mani: annunciò che, tornato all’accampamento, avrebbe disegnato altre tre copie, così il suo giovane ammiratore e le tre Rider avrebbero avuto ciascuno il proprio disegno personale. Dopo aver stuzzicato Ross con la promessa che avrebbe firmato la copia per lui, iniziò a ritrarre gli sfondi.

   
 
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