Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Star_Rover    15/09/2023    5 recensioni
Ovvero: come un anti-eroe americano tentò di sopravvivere alla sua apocalisse personale nel mezzo di una guerra mondiale.
***
Per raggiungere il suo obiettivo doveva dimostrare di non essere quel che era realmente. O’ Hagan poteva vantare una consolidata esperienza nel campo. Da buon impostore aveva finto in ogni genere di situazione, poteva fingere di essere anche un valoroso soldato. O almeno così credeva...
Genere: Avventura, Commedia, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

10. Niente di buono sul fronte occidentale  
 


Billy e i suoi compagni stavano marciando da giorni. I pesanti scarponi affondavano nel fango e nella polvere, i soldati pativano sotto al peso degli zaini e dei fucili.
«Per quale motivo dobbiamo farcela tutta a piedi fino alla prima linea?» domandò O’ Hagan ormai insofferente.
«I tedeschi hanno bombardato la ferrovia, non abbiamo altro modo per raggiungere il fronte» rispose Jenkins.
Billy si rassegnò, invidiando il tenente Dunkel, che almeno poteva starsene in sella al suo destriero. Con la sua bella uniforme e il suo portamento da elegante gentiluomo, l’ufficiale riusciva a sembrare un nobile cavaliere anche nel mezzo di quel pantano.
«Sono contento che Evans non sia arrabbiato con me, nonostante il fatto che gli abbia sparato» disse Warren.
«Per come stanno le cose gli hai solo fatto un gran favore» replicò O’ Hagan.
«Non penso che ritrovarsi con un proiettile in corpo sia una bella cosa» commentò Jenkins.
«Be’, solo se si è abbastanza fortunati» precisò Billy.
Purtroppo era stato costretto a rinunciare al suo piano per allontanarsi dal fronte. Aveva saputo che due soldati erano finiti davanti alla corte marziale per essersi intenzionalmente sparati a vicenda. Non poteva rischiare di essere processato, non era sufficiente beccarsi una pallottola per godersi un bel periodo di riposo in ospedale, doveva anche inscenare al meglio il suo ferimento. Con gran rammarico, avrebbe dovuto rimandare la realizzazione del suo piano, almeno finché non avrebbe trovato le giuste condizioni.  
Inevitabilmente Billy tornò a pensare al suo incontro con Evelyn. Aveva trovato divertente il suo atteggiamento, quell’infermiera era una ragazza onesta e sincera. O’ Hagan provò quasi compassione nei suoi confronti, sperò almeno che avesse dato ascolto ai suoi consigli.
 
All’improvviso il rumore dei motori allarmò la lunga fila di uomini in marcia. Ben presto si alzarono le prime grida.
«Via, presto! Sgombrate la strada! Svelti!»
Billy scattò come una lepre saltando dentro a un fosso. I suoi compagni lo seguirono senza esitazione.
«Che sta succedendo?» domandò Warren.
Gli altri si guardarono in faccia, pallidi e sudati, senza saper dare una risposta.
Ad un tratto il piccolo Jackson spostò lo sguardo verso l’alto ed indicò un punto tra le nuvole.
«Guardate! Sono aerei!»
Billy afferrò il ragazzino per il bavero e lo trascinò nuovamente sul fondo del fosso.
«Dannazione, quelli sparano! Non sono dei fottuti giocattoli!»
Danny era ben consapevole del pericolo, ma non poté fare a meno di restare con il naso all’insù mentre uno stormo di Fokker passava sopra alle loro teste.
Quando anche l’ultimo velivolo scomparve all’orizzonte gli americani riemersero dai loro nascondigli.
«Non avevo mai visto niente del genere!» disse Jenkins.
Warren emise un sospiro di sollievo.
«Non eravamo noi il loro obiettivo, probabilmente sono in cerca di aerei inglesi da abbattere»
«I piloti sono davvero pazzi! Decidono volontariamente di salire su quelle bare con le ali, come se la guerra non fosse abbastanza per rischiare la pelle!»
«Però deve essere bello volare» replicò Jackson.
«Ragazzo, tu hai davvero bisogno di restare con i piedi ben piantati a terra!»
Danny accettò i rimproveri in silenzio, ma il suo sguardo rimase fisso in cielo, nel punto in cui gli aerei nemici erano scomparsi.
 
Avvicinandosi alla prima linea, i soldati americani incontrarono gli inglesi di ritorno nelle retrovie. La maggior parte erano feriti e malconci. I britannici riservarono ai nuovi arrivati sguardi mesti e cupi. Nessuno di loro disse una parola, erano corpi senza anima, svuotati e traumatizzati dalla guerra.
Billy notò un gruppo di feriti che portava le bende sugli occhi.
«Questi sono gli effetti dei gas. I tedeschi attaccano con il cloro» spiegò il sergente Miller.
«Deve essere terribile»
«Già. Le maschere non sempre sono sufficienti per proteggersi. Quel veleno acceca, brucia la pelle e corrode gli organi dall’interno»
O’ Hagan deglutì a vuoto, domandandosi se la corte marziale fosse davvero un’opzione così terribile.
«E comunque, niente è peggio dei lanciafiamme» continuò il sottufficiale.
«L-lanciafiamme?» balbettò Billy, iniziando a sudare freddo.
Miller annuì.
«Con uno di quelli ti bruciano vivo, una sola fiammata e finisci dritto all’inferno!»
Billy ebbe l’impressione che il sergente si stesse esaltando fin troppo nel descrivere quelle armi letali.
«Spero che tu abbia ben affilato la tua baionetta»
«Sì, sergente» rispose O’ Hagan.
Miller rispose con un inquietante sorriso, poi si allontanò per raggiungere il tenente Dunkel.
Per il resto della marcia Billy non riuscì a levarsi dalla mente le orribili immagini di morte e distruzione suscitate dalle parole del sergente.
 
La pioggia ostacolò ulteriormente l’avanzata delle truppe americane. Marciare nel fango era un’impresa ardua, gli autocarri restavano impantanati nella melma.
Billy sprofondò in una buca, ritrovandosi con l’acqua fino alle ginocchia. Il giovane imprecò tra i denti.
«Potrebbe andare peggio di così?»   
A rispondergli fu lo scoppio di una detonazione.
«Questo significa che siamo quasi arrivati» affermò Jenkins.
O’ Hagan rimase paralizzato nella sua pozzanghera, avrebbe desiderato sparire come nelle sabbie mobili, invece qualcuno lo spinse fuori dalla fossa obbligandolo a riprendere il cammino verso la prima linea.
 
***

Il fronte era in fermento, oltre ai reticolati l’artiglieria nemica non dava tregua. Il cielo notturno era illuminato dai razzi e dai lampi delle detonazioni.
«I tedeschi ci hanno riservato una bella festa di ben tornato» commentò Madden.
«Credete che attaccheranno presto?» chiese Jackson con apprensione.
«Non lo so, di certo hanno intenzione di farci impazzire» rispose Jenkins.
«Gli inglesi hanno detto che i tedeschi bombardano sempre prima di un attacco»
Billy ascoltava quei discorsi cercando di non pensare al peggio. In quei momenti non poteva far altro che attendere nell’incertezza come tutti.
L’unica distrazione era la sua partita a carte contro Jenkins, in gioco c’era un buon premio in denaro.
Ad un tratto Jenkins si rialzò in piedi con sdegno: «dannazione, non è possibile! Non puoi aver vinto anche stavolta!»
«A quanto pare è il mio giorno fortunato!» rispose Billy con un ghigno di soddisfazione.
«Sono sicuro che tu abbia imbrogliato!»
«Ehi, se non sai perdere non è colpa mia»
Warren mise tutti e due a tacere: «smettetela! L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è iniziare a litigare anche tra di noi!»
Jenkins sbuffò consegnando la vincita al suo avversario: «spero che la tua fortuna serva anche a salvarci la pelle»
Billy avvertì un brivido scorrere attraverso il corpo, le pareti del rifugio tremarono di nuovo sotto ai colpi dei proiettili.
 
Il giorno seguente a Billy e i suoi compagni venne fornita un’abbondante razione di pane e formaggio, con anche preziosi barattoli di ananas e pesche, dono speciale da parte del tenente Dunkel.
Quando in trincea giunse persino l’alcol i soldati iniziarono a preoccuparsi.
«Qui sta succedendo qualcosa…l’esercito non regala mai niente a nessuno!» fu l’amara considerazione di Jenkins.
«Dunque saremo noi i fortunati ad entrare in azione?» domandò Madden con tono sarcastico.
«Qualunque cosa ci aspetti, di certo non sarà nulla di buono» sentenziò Jenkins.
L’unico a non porsi troppe domande fu O’ Hagan, il quale si limitò ad apprezzare il cibo e a tracannare il liquore.
«Come fai ad essere così tranquillo?» domandò Warren, osservandolo mentre banchettava come se fosse l’ospite d’onore a un gran ricevimento. 
«Se dovremo davvero combattere i tedeschi, sarà meglio farlo a stomaco pieno» rispose Billy tra un boccone e l’altro.
La verità era che O’ Hagan vedeva in quell’attacco l’occasione migliore per mettere in atto il suo piano. Ovviamente non aveva alcuna intenzione di scendere in campo. Aveva solo bisogno di un alleato disposto ad aiutarlo, per questo Billy aveva già trovato il suo candidato.
«Danny, non vorrai sprecare tutto quell’alcol…»
«A dire il vero non mi sento di bere in questo momento» rispose mestamente il ragazzo.
«D’accordo. Allora non ti dispiace condividere la tua parte con un buon commilitone, vero?»
Jackson passò la bottiglia al suo compagno, il quale non esitò a buttar giù il contenuto rimasto con due lunghi sorsi.
 
***

Il sergente Miller si presentò nel rifugio del tenente Dunkel. L’ufficiale stava osservando le mappe con particolare apprensione.
«Signore, devo informarla che le sentinelle hanno segnalato movimenti sospetti sul versante ovest della collina…il nemico è in avvicinamento»
Il tenente ascoltò il rapporto con attenzione.
«I tedeschi stanno avanzando, è ormai certo che si stiano preparando a sferrare l’attacco decisivo»
«Sarà un’ardua impresa respingere una simile offensiva»
«Purtroppo ne sono consapevole»
«È comunque nostro dovere mantenere la posizione e difendere il confine» continuò Miller.
«Questi sono gli ordini»
Il sergente mostrò un mezzo sorriso.
«Cosa ci trova di tanto divertente in una situazione così drammatica?» l’ammonì Dunkel.
«A dire il vero tenente, mi stavo domandando quand’è che sarebbe iniziata la vera guerra»
Il tenente rimase perplesso.
«Che cosa vuole dire?»
«Signor tenente, noi siamo qui per sconfiggere il nemico. Non potremo vincere questa guerra rintanati sottoterra come topi!»
L’ufficiale non poté contraddire il suo sottoposto.
«Sono lieto che sia così entusiasta per l’imminente battaglia. Se è talmente impaziente di entrare in azione, vorrei assegnare alla sua squadra una missione speciale questa notte»
«Non attendevo altro che i suoi comandi»
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Star_Rover