Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Juliet8198    27/09/2023    0 recensioni
Quando Scarlett si presenta all'ospedale in veste di assistente sociale, non può credere al caos in cui tre semplici omega hanno gettato il personale medico. Ma quando la giovane riesce ad avvicinare i tre, è come se il mondo improvvisamente si rovesciasse.
Non è normale che i suoi pensieri vortichino costantemente attorno a loro.
E non è normale che loro siano terrorizzati dal mondo intero eccetto che... da lei.
La ricercano, la rincorrono, non sembrano capaci di allontanarsi da lei. E, quando finalmente permette loro di ricongiungersi con il branco che amavano tanto e da cui erano stati brutalmente separati, tutto inizia ad avere senso.
OMEGAVERSE AU
QUESTA STORIA NON FA PARTE DEL JU E NON È QUINDI IN ALCUN MODO COLLEGATA CON LE ALTRE STORIE GIÀ ESISTENTI.
Genere: Angst, Fluff, Omegaverse | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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INTRODUZIONE

 

CW: questa storia conterrà menzioni e discussioni di abuso e violenza sessuale ma non conterrà scene descritte nel dettaglio. 

 

Benvenut* a tutt*! Allora, faremo una cosa breve e indolore, ma non voglio ammazzarvi di esposizione nella storia perciò stabiliamo un po' di cose qua riguardo al funzionamento dell'omegaverse (per come sarà sviluppato in questa storia quantomeno, ci sono tante versioni diverse con le proprie regole e io ho tratto ispirazione dagli stilemi fondamentali per creare le mie). 

 

Dato che il genere non è stato molto tradotto in italiano al momento, per quanto ho potuto vedere, mi sono ritrovata davanti al dilemma di alcuni termini fondamentali del genere che non riuscivo a rendere in italiano. Metterò quindi anche una guida sui nomi in inglese che terrò così come sono. 

 

SHIFTER: in questo mondo esisteranno sia umani che shifter, ovvero coloro che nascono con la designazione Alpha, Beta e Omega. Gli shifter, come suggerisce il nome, erano dei mutaforma, quindi erano in grado di trasformarsi nella loro parte animale, ma con il passare dei secoli hanno perso questa abilità, mantenendo la designazione del secondo genere e alcuni dei comportamenti animali.

 

Le designazioni sono legate ai classici concetti di Alpha, Beta e Omega per quanto non saranno eccessivamente restrittivi. Gli shifter si raggruppano comunque in branchi e hanno un capo branco designato. 

 

MATE/COMPAGNA: tradurrò il concetto del "mate" con compagno/a (è il modo in cui ad esempio viene tradotto in Acotar) perché è il termine che si avvicina di più, anche se non rende perfettamente l'idea. Tradurlo in anima gemella però non era propriamente adeguato per il genere perciò ho deciso per questo metodo. 

 

Ogni branco ha un "mate" predestinato, la persona che la loro parte animale riconosce come una sorta di anima gemella.  

 

OMEGASPACE/ALPHASPACE: lo "spazio mentale" in cui cadono talvolta Alpha e Omega quando confrontati con situazioni molto cariche emotivamente. In questo "spazio mentale" gli istinti animali prendono il sopravvento su quelli umani come forma di meccanismo di difesa. 

 

SCENTBLOCKERS: deodoranti che permettono di annullare il naturale odore di una persona per non triggerare o infastidire gli shifter, sopratutto se in uno stato particolarmente sensibile. 

 

RUT/CALORI: beh, se non conoscete questo concetto... immagino che lo scoprirete XD if you know you know, sappiate che sarà presente nella storia e che in genere avvengono con intervalli di 4-5 mesi. 

 

Ok, per ora è tutto! In caso mi ritrovi a introdurre nuovi concetti aggiornerò man mano questo capitolo. E ora, buona lettura.

CAPITOLO 1


 

-Centro protezione Omega, mi chiamo Annabeth, come posso aiutarla? 

 

-Pronto? Agente Sheen, del dipartimento investigativo. 

 

-Buongiorno agente, avete necessità per un intervento? 

 

-Sì, ma non è per una segnalazione privata. Abbiamo appena portato a termine con successo un sopralluogo nel covo di uno spacciatore su cui stavamo indagando da un po' e... come dire... 

 

-Mi faccia indovinare. Avete scoperto che era anche un pappone? 

 

-Precisamente. Abbiamo prelevato tre Omega, maschi, con tratti asiatici, in stato di shock e probabile malnutrizione. 

 

-Età? 

 

-Sembrano essere poco più che ventenni. 

 

-Dove si trovano ora? 

 

-Li abbiamo portati... cosa... accidenti... 

 

-Agente? 

 

-Chiedo scusa, non... li abbiamo portati all'ospedale per assicurarci che non abbiamo... cosa diavolo sta succedendo? 

 

-Agente? C'è qualcosa che non va? 

 

-Accidenti... mandate qualcuno alla svelta, sta succedendo un casino qua... ah! Parlano a stento l'inglese! Serve qualcuno che possa tradurre! 

 

-E che lingua parlano? 

 

Agente? 

 

Pronto? 

 

 

 

Scarlett grugnì. 

 

Serrando gli occhi, contò fino a dieci, perché se il signore anziano davanti a lei non avesse smesso di tirarle gomitate mentre si lamentava ad alta voce con la cassiera per non aver accettato la sua carta fedeltà scaduta, avrebbe abbandonato ogni suo buon principio umanitario. 

 

Pazienza. 

 

Calma e pazienza. 

 

Doveva pensare a unicorni e pumpkin spice latte, o a quella torta al caramello salato che amava tanto e che si sarebbe potuta concedere una volta uscita di lì. 

 

Inspirando a fondo, si concentrò sul picco di dolcezza che avrebbe colpito il suo palato, seguito dal retrogusto sapido. Immaginò la salsa accarezzarle la lingua, sciogliendosi lentamente mentre la crosta le dava un accenno di texture. 

 

All I wanna do 

Is see you turn into 

A giant woman 

A giant woman

 

Scarlett spalancò le palpebre. Alla velocità della luce, ficcò la mano nella grande, eccessivamente grande, borsa che portava appesa alla spalla. Aprì la tasca davanti. E la tasca dietro. E la tasca interna. E la tasca dello scomparto dove teneva gli assorbenti. 

 

All I wanna do

Is help you turn into 

A giant woman 

A giant woman

 

Degli sguardi innervositi iniziavano lentamente a posarsi su di lei mentre ricominciava il giro delle tasche della borsa. Fu solo allora che si accorse della vibrazione che stava agitando la sua chiappa destra, perciò sfilò con rapidità il telefono che vi aveva inserito, per chissà quale motivo, e strisciò immediatamente il dito verso l'alto. 

 

-Pronto? 

 

-Scar? Ti disturbo? 

 

Ah, non aveva neppure guardato il mittente. Lanciando uno sguardo attorno a sé, sull'uomo anziano che ancora si rifiutava di pagare perché la cassiera insisteva a non dargli lo sconto che gli spettava, sulla donna intenta a schiaffeggiare la mano del suo bambino in lacrime perché aveva tentato di infilarsi in tasca una barretta di cioccolato e sulla signora con il carrello carico fino al bordo che fissava la fila davanti a sé come se avesse potuto sparare raggi laser dagli occhi e incenerire ognuno dei presenti in un batter di ciglia, deglutì.

 

-No Beth, di cosa hai bisogno? 

 

-Scar... perdonami. 

 

La ragazza abbandonò il capo all'indietro. 

 

"No. Ti prego no." 

 

Trattenendo un grugnito, inspirò contando ancora fino a dieci. 

 

-Lo so che è il tuo giorno libero e mi sento davvero in colpa a chiedertelo ma... abbiamo bisogno di un intervento urgente e quasi tutti sono fuori per dei colloqui. 

 

Calma e pazienza. 

 

Calma e pazienza. 

 

Calma e pazienza. 

 

-Dovrebbe esserci Louise in ufficio. Non può andare lei? 

 

"Calma e pazienza, Scar." 

 

La torta al caramello salato le rimbalzava ancora sulla lingua. 

 

Aveva ricevuto cinque nuovi casi in quella settimana. 

 

Cinque. 

 

Cinque casi di abuso grave nell'ambiente domestico, tre dei quali perpetrati dallo stesso capo branco. 

 

Quel giorno, aveva bisogno di una tregua mentale ed emotiva. Quel giorno sarebbero stati solo lei e la sua divina, paradisiaca, ultraterrena torta al caramello salato. 

 

-Anche lei è uscita. Inoltre, mi hanno comunicato che gli Omega hanno tratti asiatici e hanno difficoltà a parlare in inglese. 

 

Addio calma e pazienza. 

 

Scarlett si tolse gli occhiali da vista, strofinandosi le palpebre mentre tentava di eliminare dal suo tono ogni traccia di raptus omicida. 

 

-Beth... sant...- sospirò -Abbiamo già avuto questo discorso. L'Asia è un graaaaaande continente e io non posso magicamente comunicare con ogni asiatico che incontro a prescindere dal loro paese di origine. Dio, anche in Kazakistan hanno tratti asiatici! E parlano russo! L'ultima volta che è successa una cosa simile, l'Omega era filippina! 

 

-Lo so lo so Scar, lo so! Ti prego, abbi pazienza! C'è una possibilità che siano coreani e io non so davvero chi mandare. Ti prego. 

 

Scarlett sentì un mal di testa pungente nascere nella parte frontale del suo cranio. Appoggiando il gomito sul porta caramelle al suo fianco, continuò a strofinarsi le palpebre. 

 

Non poteva neppure passare da casa a farsi una doccia. 

 

Aveva rimasto almeno dei scentblocker nella borsa? 

 

Aveva delle coperte in macchina che poteva usare per... no, ricordò dopo qualche attimo che erano da rilavare. 

 

Non aveva coperte inodore sigillate. 

 

Non aveva tempo di lavarsi per togliere il tanfo delle persone con cui si era scontrata al supermercato. 

 

Scarlett, per l'ennesima volta, sospirò. 

 

E avrebbe dovuto dire addio alla sua torta. 

 

Riaprì gli occhi. Infilandosi gli occhiali, lanciò uno sguardo all'uomo che stava attendendo con sguardo irritato mentre la cassiera chiamava il direttore. La ragazza, allora, si voltò verso la mamma che cercava di calmare il figlio ancora in lacrime. 

 

-Mi scusi, torno subito. 

 

La donna sollevò uno sguardo interrogativo verso di lei, guardandola per un istante prima di annuire e farsi da parte per lasciarla passare. 

 

-Scar? 

 

-Dammi i dettagli, Beth. Vedo se riesco a ricavare dei materiali da nido. 

 

Allungando il passo, ringraziò per il fatto di essere una persona abitudinaria. Conosceva alla perfezione quel supermercato perché veniva lì ogni settimana per fare la spesa, perciò prese a marciare con decisione verso la sezione dedicata agli Omega. 

 

-Tre maschi ventenni prelevati durante un intervento della squadra investigativa. Li hanno salvati dal rifugio di uno spacciatore che si è rivelato essere anche un pappone. 

 

Scarlett corrugò la fronte. 

 

-Erano tenuti imprigionati a casa sua? 

 

-Immagino di sì. Sono in grave stato di shock, alias, sicuramente intrappolati in omegaspace. E chissà da quanto tempo. 

 

Scar si morse il labbro inferiore mentre sollevava lo sguardo sulle coperte richiuse in buste sigillate. Fantasie a colori pastello, con cuori, fiori e arcobaleni. Ne afferrò due che riusciva a vedere davanti a sé e riprese a marciare per la corsia.

 

Non si preannunciava un intervento facile. Aveva avuto modo in poche altre occasioni di avere a che fare con Omega salvati da una situazione simile. Quanto dovevano essere impauriti? Quanto dovevano essere stressati, sia nella loro parte umana che in quella animale? 

 

-Dove devo andare? 

 

Infilandosi le coperte sotto il braccio, afferrò un sacchetto pieno di peluche, lanciandogli un'occhiata inquisitoria mentre saettava verso la corsia per l'igiene personale. 

 

I peluche erano piuttosto bruttini, ma le catene di supermercati non erano famose per allestire una buona selezione di prodotti nelle loro sezioni per Omega. Questo se avevano una sezione per Omega, quantomeno. 

 

-Li hanno portati all'ospedale, immagino per un check-up dato che non mi hanno segnalato alcuna lesione. Anche se... accidenti, spero non li stiano già esaminando per il kit. Li stresserebbero ulteriormente. 

 

Scarlett imprecò a denti stretti, afferrando un scentblocker senza neppure fermarsi e scansando all'ultimo secondo una donna intenta a studiare la fila dei dentifrici. Doveva davvero correre. Se tentavano di esaminarli per raccogliere prove di stupro, avrebbero rischiato davvero di incastrarli definitivamente in omegaspace.

 

-Ok, grazie Beth. Vado e ti aggiorno appena arrivo. 

 

-Grazie ancora Scar, non sai davvero com-

 

Scarlett chiuse la chiamata mentre iniziava a vedere la sua cassa in fondo alla corsia lungo la quale stava ormai correndo. E... oh. Il signore anziano stava già silenziosamente imbustando la sua spesa, con un broncio ostinato sul volto ma con lo sguardo abbassato. La mamma che era stata dietro di lei aveva lo sguardo saettante tra il bambino che le tirava il braccio e la sua direzione. E la signora con il carrello carico per un esercito era direttamente girata verso di lei, con le mani piantate sui fianchi, un cipiglio irritato e un piede tamburellante a terra. 

 

Cavolo. 

 

Aveva bloccato la fila. 

 

Gli ultimi metri corse senza ritegno, scivolando accanto alla donna senza rivolgerle uno sguardo. 

 

-Scusate, scusate davvero, scusat-

 

-Signorina! Non possiamo stare qua tutto il giorno per lei, lo sa? Già abbiamo aspettato mezz'ora per una stupida carta scaduta, non possiamo lasciare che ognuno faccia avanti e indietro per i suoi comodi! 

 

Scar si fermò davanti al rullo automatico puntando i piedi a terra e abbandonando le coperte, i peluche e il scentblocker sopra il resto della sua spesa ansimando in cerca di aria. 

 

-Signorina! 

 

-Mi scusi, di solito non abbandono la fila ma era un'emergenza. Mi scusi ancora- ringhiò Scarlett con un po' troppa asprezza mentre affondava nuovamente la mano nella borsa in cerca del portafogli e osservando la cassiera passare un prodotto dietro l'altro sul lettore, dopo aver scansato con non troppa grazia la spesa dell'uomo imbronciato guadagnandosi un'occhiata risentita. 

 

-Ah, è pure maleducata! 

 

Scar si concentrò sulle dita che scavavano nell'abisso più profondo che era la sua borsa. 

 

"Fazzoletto. 

 

Fazzoletto usato. 

 

Rossetto. 

 

Aperto. 

 

Ugh, chewing-gum che non è stato ben avvolto nel fazzoletto. 

 

Scontrino accartocciato." 

 

-Sono 56,40. 

 

Scarlett strinse i denti, sollevando gli occhi sullo sguardo della cassiera fisso su di lei in maniera snervante. Finalmente, sollevò il portafogli rosa e azzurro. Mentre estraeva la carta di credito, poteva ancora sentire il piede sempre più impettito sbattere ritmicamente a terra. 

 

Non appena il pos segnalò che il pagamento era andato a buon fine, la ragazza schizzò per buttare tutto nella busta, afferrando in fretta e furia le coperte e i peluche. 

 

-Buona giornata e grazie! 

 

In un istante, era in auto. Afferrando il volante, si permise un momento per abbandonare il capo sul poggiatesta e respirare. 

 

E piangere mentalmente. 

 

"Addio torta al caramello salato." 

 

Scavando nella busta della spesa, estrasse il scentblocker, strappando la pellicola protettiva e rimuovendo il tappo. Nella sua fretta, aveva preso un roller, che contemplò con leggero sgomento. In quella situazione sarebbe stato meglio uno di quelli in spray, che avrebbe preso un'area più ampia camuffando anche gli odori che aveva accumulato nella giornata. Ma... troppo tardi. Strofinando il prodotto su entrambi i polsi, portandolo su lungo tutto l'avambraccio, lo passò infine per tutta la lunghezza del collo. 

 

Dopo un istante immobile, lo richiuse. Era il meglio che poteva fare nelle circostanze. Mettendo in moto la macchina, si affrettò a mettersi in strada in direzione dell'ospedale testando la sua migliore versione legale di Fast and Furious. Nel giro di dieci minuti si trovava già davanti all'ingresso del parcheggio, quando dovette affondare il piede nel freno. Ringhiando esasperata, si trattenne dal colpire con violenza il clacson. 

 

-Andiamo, non ora! Si muova, signora!- urlò, più per sé stessa che per la donna impossibilmente anziana alla guida di un vecchio Maggiolone che si era fermata in mezzo alla strada. La strada a senso unico con una sola maledettissima corsia. Scarlett si protese in avanti quando vide il faro della retromarcia accendersi e il Maggiolone indietreggiare lentamente. 

 

Calma... e pazienza. 

 

Finalmente premette sul clacson prima che la signora provocasse un incidente, giusto per culminare quella fantastica giornata e, poco prima che le due macchine collidessero per fortuna la vide fermarsi. La ragazza fece un respiro profondo, appoggiando il gomito al finestrino e osservando il Maggiolone avviarsi molto, molto lentamente in avanti verso il parcheggio. Non appena la vecchia signora si fu spostata dalla sua traiettoria, si buttò nel primo parcheggio che trovò, lanciandosi fuori dalla macchina. Iniziò a correre, ma dovette tornare indietro tre volte. La prima perché ovviamente le era scivolato il cellulare dalla tasca ed era finito sul sedile. La seconda perché aveva dimenticato le coperte. E la terza perché era convinta di aver lasciato il tesserino in macchina ma ovviamente era stato tutto il tempo nella sua borsa. 

 

Era davvero, davvero una fantastica giornata per Scarlett. 

 

Le porte automatiche del pronto soccorso si aprirono con placidità e la ragazza voltò immediatamente a destra, dove sapeva avrebbe trovato il front desk. L'infermiera, una donna di corporatura robusta avvolta in una divisa azzurra, non sollevò neppure gli occhi su di lei quando si fiondò contro il bancone. 

 

-Mi scusi sono del Centro Protezione Omega devono aver portato qui tre ragazzi da un sopralluogo mi può dire dove li posso trovare?

 

Scar pronunciò la frase in un solo fiato infilando una parola dietro l'altra come un'infinita catena e facendo finalmente sollevare il capo dell'infermiera. Lei, dopo averla squadrata in silenzio per un minuto buono seppur ignorando il tesserino identificativo che Scarlett teneva sollevato davanti a sé, le rispose. 

 

-In fondo al- 

 

Un rumore improvviso di metallo che cadeva a terra fece voltare di scatto il viso della ragazza. Non riusciva a vedere oltre l'angolo di destra, ma sentiva chiaramente del movimento e delle voci concitate sollevarsi. 

 

-Segui il casino e li trovi- replicò allora con noncuranza l'infermiera, attirando nuovamente il suo sguardo. Scarlett sollevò un sopracciglio ma al ripetersi del rumore di metallo che cadeva e all'urgenza crescente nelle voci, si fiondò verso l'angolo. E quando ebbe finalmente imboccato il corridoio, spalancò gli occhi. 

 

Per un istante, si congelò sul posto, troppo scioccata dalla scena che si prospettava davanti a lei. Un cerchio di medici e infermieri e un poliziotto, concitati e con siringhe in mano, che tentavano di nascondere dietro la schiena mentre aprivano i visi in sorrisi pieni di panico e voci che supplicavano. Gli occhi di Scarlett si abbassarono, seguendo un sentiero di vassoi metallici e provette, lacci emostatici e aghi ancora incartati abbandonati per terra, uniti a striature raccapriccianti di sangue che, come frecce, puntavano verso un unico obbiettivo. 

 

Le tre figure tremanti, con il petto ansimante e occhi terrorizzati, pupille scure dilatate e arti attorcigliati attorno a se stessi per tenersi impossibilmente vicini, rattrappiti sotto un tavolo per le medicazioni.

 

 

ANGOLO AUTRICE 

Ed eccoci qua per il primo capitolo! Volevo scrivere una storia più leggera (che dato l'argomento non lo è ma va beh), almeno nello stile. Mi sono infatti potuta sbizzarrire con qualcosa di un po' più frizzante. Per chi mi trova per la prima volta, benvenut*! Aggiornerò la storia ogni due settimane di mercoledì, in alternanza con un'altra storia che ho iniziato da un po', il Filo turchino. Di solito sono puntuale con la pubblicazione e se devo saltare avviso in anticipo nell'angolo autrice qui o nell'altra storia, in caso non vediate il capitolo o sarà in ritardo di un giorno o ho avuto circostanze improrogabili che mi hanno impedito di scrivere durante la settimana ma metterò almeno un annuncio nella bacheca. 

 

E adesso, volete sapere cosa succederà?

 

   
 
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