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Autore: Nina Ninetta    29/09/2023    1 recensioni
Questa storia partecipa alla "To Be Writing Challenge 2023" indetta da Bellaluna sul forum "Ferisce la Penna"
Raccolta di storie dedicate al mondo di Tekken e ispirate a tematiche ben precise e diverse ogni mese, scelte dai partecipanti della challenge.
1. Տai chi sei? [Gennaio - Sisterhood - Nina&Anna]
2. La mamma è sempre la mamma [Febbraio - Motherhood - Steve&Nina]
3. Ⱥngel&Ðevil [Marzo - GrumpyXSunshine - Jun&Kazuya]
4. Come un abbraccio [Aprile - Domestic Fluff - Jin&Jun]
5. Coinquiline Diverse [Maggio - Roommate! AU - Xiaoyu, Asuka, Lili, Jin, Hwoarang]
6. Un Amore di Macchina [Giugno - ForbiddenLove - Lars&Alisa]
7. La Tomba dei Ricordi [Luglio - Childhood Friends - Heihachi&Kazumi]
8. Տole o Ҏianeta? [Settembre - Unrequited Love - Anna/Nina&Lee Chaolan]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Lars Alexandersson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Dopo aver saltato agosto, sono riuscita a buttare giù – pelo pelo – qualcosa per settembre.
Il tema è l’unrequited love, ossia l’amore non corrisposto. Ero partita con un’idea e personaggi completamente differenti (Jin e Xiaoyu), poi mi è venuto un flash: da qualche parte, nella mia memoria, ricordo di un anime di Tekken in cui Nina era innamorata di Lee Chaolan, il quale tuttavia mi sembrava attrattato da sua sorella Anna.
Adesso, non so se il ricordo sia proprio giusto, a me è venuto fuori questo ;)

Nina^^

 

 
Տole o Ҏianeta?


 
 
Nina Williams era sempre stata Sole e lei, sua sorella minore Anna Williams, Pianeta.
Nina era il centro dell’universo, qualsiasi cosa facesse attirava le attenzioni degli altri senza troppi sforzi. Senza sforzo alcuno, anzi. Una specie di forza di gravità che attraeva le persone intorno a sé, le quali restavano affascinate dal colore chiaro dei capelli, a quello verde acquamarina degli occhi. Per non parlare della sua pelle candida, liscia. Perfetta. Nelle movenze e nelle parole era compita, elegante, priva di eccessi. Per questo motivo Anna era diventata ciò che era: il suo opposto, esagerata in tutto. Dall’abbigliamento provocante, ai modi “volgari”, eccentrici. Eppure, continuava a essere un Pianeta che orbita intorno al Sole. In una sola occasione era riuscita a oscurare la centralità della sorella maggiore, ossia quando aveva sedotto Lee Chaolan, fratellastro di Kazuya Mishima.
Sapeva che Nina lavorava per lui, era stata assunta per portare a termine un compito importante – uccidere Kazuya – e perciò Anna si era presentata al cospetto di quest’ultimo, offrendosi come sua guardia del corpo. Kazuya Mishima aveva riso a crepapelle, affermando che non aveva bisogno di una babysitter. Ma, quando lei gli aveva spiegato che non lo faceva perché teneva alla sua incolumità, bensì per contrastare l’operato della sorella maggiore, Kazuya aveva risposto che aveva un debole per le famiglie unite come la propria e le aveva concesso di stare al suo fianco. Tuttavia, Anna non si era fermata a quello. Osservando – spiando – Nina alle prese con il suo capo, aveva scoperto una cosa improbabile: era innamorata di lui. Appollaiata su un tetto a chilometri di distanza, e attraverso le lenti di un binocolo, li aveva scorti trascorrere ore insieme, a chiacchierare, ridere e bere liquori costosi. Ma era stato l’atteggiamento della sorella a incuriosirla. Non era il suo solito fare freddo, calcolatore, impassibile. L’aveva vista sorridere, toccarsi i capelli – che stranamente teneva sciolti sulle spalle –, sfiorargli le la mani quando lui le passava un bicchiere o un documento (chissà cosa c’era scritto poi su quelle carte).
Allora, Anna si era data un nuovo obiettivo…

 
Nina bussò con le nocche alla porta e attese di udire la voce di Lee che le concedesse il permesso di entrare. Lo trovò alla finestra, con un bicchiere di Whisky in mano e il torso nudo. Le disse di chiudere la porta e di accomodarsi. Nina obbedì e si sedette nella solita poltrona di pelle color cuoio messa dinnanzi a un camino scoppiettante.
Fuori imperversava una tempesta di neve e le previsioni meteo non promettevano nulla di buono nei prossimi giorni.
Lee le porse un bicchiere con un dito di liquore, di cui Nina si bagnò appena le labbra. Non le piaceva bere, temeva che l’alcool potesse farle abbassare la guardia e una persona con il suo ruolo non poteva permetterselo. Lee, al contrario, aveva già ingollato il suo Whisky e se ne stava versando ancora, poi sprofondò nella poltrona libera, socchiudendo gli occhi e tenendosi la testa con una mano.
«Tutto bene?» Gli chiese Nina
«Sono stanco» ammise l’uomo, abbozzando un sorriso nella sua direzione e lei lo trovò bellissimo.
Sapeva che era più grande di diversi anni, che c’era una regola non detta, ossia mai intraprendere relazioni con il proprio datore di lavoro, o innamorarsi come una ragazzina di quest’ultimo, e fino a quel momento non aveva mai avuto problemi di questo genere. Ma Lee era diverso, non era come i “clienti” che l’avevano assunta fino ad allora. Lee Chaolan era gentile, garbato, e fin da subito l’aveva trattata come un essere umano, e non come un robot a cui dare un compito – uccidere, solitamente – e pagare alla fine del lavoro. Le chiedeva come stava, se avesse bisogno di qualcosa. Se le andava di fare due chiacchiere…
«È successo qualcosa?» Aggiunse lei.
«Dritta al punto, come sempre. Eh, Williams?»
Nina si strinse nelle spalle, distogliendo lo sguardo. Quando le sorrideva in quel modo, con il sorriso leggermente sghembo, era davvero difficile mantenere un atteggiamento pacato…
«Oggi ho ricevuto questo fax» nel porgerle il foglio, entrambi si sporsero l’una verso l’altro, tanto da far combaciare le braccia. Nina poté chiaramente sentire la pelle nuda di lui a contatto con la sua e dovette fare un gran lavoro di autocontrollo per non allontanarsi come se si fosse scottata.
La notizia del giorno era l’annuncio di un nuovo torneo di arti marziali indetto dalla Mishima Zaibatsu.
Lee Chaolan si alzò e raggiunse di nuovo l’ampia finestra che dava sul cortile interno della G Corporetion, l’azienda che aveva creato per contrastare quella di Kazuya, la Mishima Zaibatsu, appunto. Nina intanto scorreva velocemente il documento che gli aveva lasciato il suo capo.
«Potrebbe essere l’occasione buona per portare a termine il mio incarico» disse alla fine, osservando Lee di schiena.
«Ti iscriverai, certo. Ma lo farò anche io» annunciò Lee. Era questa la vera notizia, non l’annuncio del terzo torneo del Pugno d’Acciaio.
Nina balzò in piedi, abbandonò il bicchiere ancora pieno di liquore sul bordo del camino e raggiunse l’uomo, più alto di lei di alcuni centimetri.
«Non puoi!» Esclamò.
«Non posso?» Ripeté Chaolan, tra l’offeso e il divertito.
«Sai come funziona, potremmo finire contro. E io…» Nina abbassò il capo, stropicciando il foglio che ancora teneva in mano.
«Tu combatterai, come sai fare. E anche meglio.» Lee si chinò leggermente in avanti. «Vuoi mettere la soddisfazione di picchiare il proprio capo?!» La risata gli si strozzò in gola quando vide lo sguardo di lei. Aveva gli occhi arrossati e le labbra strette tra i denti, come qualcuno che sta per esplodere.
«Non lo farei mai. Non posso….»
«Nina, non credo sia-»
La giovane gli passò le braccia intorno al collo e lo baciò sulla bocca, con tutta la disperazione che covava dentro. Lee tentò di allontanarla con garbo, senza rispondere al suo bacio. Provò a scostarla tenendola per i fianchi, ma la presa di lei era troppo forte, perciò si liberò dall’abbraccio prendendole i polsi e aprendo l’intreccio delle braccia. Ma non fece in tempo a staccare le labbra dalle sue che entrambi udirono una voce irridente.
«Bene, bene. La mia sorellona si è innamorata del mio fidanzato.»
Nina si voltò indietro, sbalordita e stordita. Spalancò gli occhi vedendo Anna Williams avanzare con fare sensuale verso di loro, con addosso un babydoll carminio che lasciava davvero poco all’immaginazione. Alle sue spalle le porte scorrevoli semiaperte lasciarono intravedere la camera personale di Lee (le lenzuola del letto erano stropicciate e la luce traballante sulle pareti proveniva probabilmente da alcune candele accese).
Lee Chaolan andò incontro all’ultima arrivata, tendendole una mano che lei accettò volentieri, poggiando poi la testa sul suo petto nudo, senza smettere quel sorriso sornione diretto a Nina.
«Mi dispiace Williams. Se ho potuto lasciarti intendere qualcosa non era mia intenzione. Prima o poi ti avrei detto di noi, ma non ho mai trovato il coraggio. Non volevo lo scoprissi così.»
Nina gettò nel fuoco il documento che lo stesso Lee le aveva dato da leggere pocanzi, riafferrò il bicchiere con il Whisky che aveva lasciato intatto sul camino e lo bevve in un solo sorso, quindi si avviò all’uscita a grandi falcate.
«Ci vediamo al torneo» disse solo, sbattendo la porta dietro di sé.

Non avrebbe permesso mai più a nessuno di entrare nel suo cuore.


 
Fine
 
 
  
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