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Autore: KH4    30/09/2023    1 recensioni
Il punto focale voleva essere - o per lo meno avrebbe dovuto essere - che di quella faccenda gli importava meno di niente.
Maledetto lui, la sua accondiscendenza, e, più di qualunque altra cosa, quella altrettanto infida predestinazione che per lui aveva scelto un ruolo senza possibilità di opposizione!
Lo aveva detto, illustrato dapprima con plausibili motivazioni dalla sua parte e successivamente sottolineato con tanto di turpiloqui infarciti da una ragione escludente qualsiasi replica al riguardo, che ai futuri sposini - compressi nel bucolico epitomo dei melensi fidanzatini - non sarebbe convenuto coinvolgerlo in quella farsa istrionica comunemente denominata Matrimonio, poichè lui, di ammattire per ridicolaggini quali la scelta della chiesa, della location per il ricevimento, il menù, l’addio al celibato, il numero degli invitati o la musica, non aveva né il tempo né il senno per sostenerlo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il punto focale voleva essere - o per lo meno avrebbe dovuto essere - che di quella faccenda gli importava meno di niente.

Maledetto lui, la sua accondiscendenza, e, più di qualunque altra cosa, quella altrettanto infida predestinazione che per lui aveva scelto un ruolo senza possibilità di opposizione!

Lo aveva detto, illustrato dapprima con plausibili motivazioni dalla sua parte e successivamente sottolineato con tanto di turpiloqui infarciti da una ragione escludente qualsiasi replica al riguardo, che ai futuri sposini - compressi nel bucolico epitomo dei melensi fidanzatini - non sarebbe convenuto coinvolgerlo in quella farsa istrionica comunemente denominata Matrimonio, poichè lui, di ammattire per ridicolaggini quali la scelta della chiesa, della location per il ricevimento, il menù, l’addio al celibato, il numero degli invitati o la musica, non aveva né il tempo né il senno per sostenerlo.

Peccato soltanto che la squilibrata consorteria di profili scevri di un qualsivoglia rispetto per la privacy perseverasse da eoni nel coinvolgerlo in qualsiasi iniziativa propinata dai loro cervelli consumati da acidi satanici, compreso lo sposo - storico per l’essere stato uno dei primi a fondare il gruppo al liceo- e ancor di più la sposa, il cui sangue si ergeva a solo spartiacque a un legame fraterno quanto quello del futuro consorte.

- Devi solo andare dalla fioraia e farle confezionare il mio bouquet seguendo le indicazioni del bigliettino. Una cosa facile, no? -

Facile quanto sarebbe stato strangolarla o - per non imbrattare la pinta materialità della sua fedina penale - prendere una delle torte di prova e spappolargliela in testa.

Più di una volta, nella sequela di un ritornello introdottosi senza che le circostanze fossero incorniciate da disutili sofismi, aveva interpellato la propria coscienza su cosa si fosse sempre interposto fra lui e l’ammaliante brama di sedare Cathy, colei che il fato - per la pura compiacenza di percularlo fino alla totale implosione dell’universo - aveva prescelto così da esasperarne ogni neurone che non fosse prossimo alla psicosi, ma dovendo anch’egli addempiere alla sua parte - che, per quanto imposta e malvoluta da una donna chiaramente inabile a organizzarsi, non avrebbe delegato a nessun’altro pur di mettere in chiaro che lui, il suo dovere, quale che fosse, lo portava sempre a termine -, aveva infilato il quadretto di carta dentro il portafoglio limitandosi a far collassare il proprio malumore nella calotta cranica.

Così eccolo lì, appena oltre un ciglio incorniciato da una coppia di vetrate sfoggianti arcobaleni floreali ripartiti in eleganti composizioni, pronto a imprecare mentalmente su uno stupido mazzolino che la sposa avrebbe retto per una manciata di secondi prima di lanciarlo a un manipolo di bisbetiche disperate.

- Buongiorno e bevenuto, come posso aiutarla? -

Alden dovette abbassare un poco il mento.
Le minute proporzioni della fioraia con il quale si approcciò parevano caldeggiare i poetici e graziosi requisiti che un simile negozio avrebbe richiesto.
Era quanto di più simile a un scricciolo dalle mani vellutate, un volto morbidamente roseo, i capelli di un mieloso marrone ordinati in una pratica treccia, il tutto vergato da un grembiule azzurro sopra cui, oltre a una margherita cucita a mano, spiccava una targhetta metallica.

“Evelyn” era il nome riportato sopra.

- Avrei bisogno che mi confezioni un bouquet da sposa -, rispose nel far scorrere sul bancone di legno il foglietto.

Aprendolo, la ragazza se lo portò vicino prendendosi un paio di secondi per soppesare la richiesta effettuata, al che aggrottò la fronte.

- C’è qualche problema? - In cuor suo, Alden appellò tutte le sue speranze a un diniego, che quel cruccio riconducesse esclusivamente alla calligrafia arzigogolata di Cathy.
- E'...Davvero sicuro di volere questi fiori? -, titubò la fioraia, sbirciando da sotto la frangetta gli effetti delle sue parole.
- Per quale motivo? - Indagò lui - Cos’hanno di male i Crisantemi? -
- In questo specifico caso sia il colore che il significato. Non riesco a immaginare il perché di una tale scelta, ma, seppur il Crisantemo nella sua generalità sia considerato un simbolo di gioia e prosperità, è più riconosciuto per le sue accezioni negative. E’ più consono ai defunti, mi segue? - Cercò di fargli comprendere - Certo, il Crisantemo Rosso vuole esprimere amore, ma la sua controparte bianca, quella che è stata richiesta per questo bouquet, è tanto nota per la gioia e la vitalità quanto per il dolore o un cuore in cerca di consolazione, perciò...Sì, se desidera per la sua sposa dei fiori più consoni all’occasione... -
- Non sono io a sposarmi, ma una mia amica -, tagliò corto Alden, con la mano già in procinto di scorrere la rubrica dello smartphone - Mi dia un minuto. -

La fioraia annuì stringendosi nelle spalle.
Considerato il sospetto che quel cliente potesse fomentarsi per un nonnulla si avvalette di tutto il suo buon senso per non ritrovarsi fra le mano una bomba in procinto di esplodere.

D’altra parte, per Alden il tempo non scorreva di certo a profusione: fosse stato un completo menefreghista avrebbe tirato diritto per il solo piacere di essere sollevato dall’incombenza, ma c’erano troppi fattori in gioco, primo fra tutti il suo essere un perfezionista, con la sua connaturata predisposizione a portare a termine ogni compito al meglio delle sue prestazioni.

Inoltre, la stessa Cathy gli aveva ribadito di contattarlo qualora fossero sorti dei problemi.

- Pronto, Cat? Si, sono io. Ascolta, la fioraia mi ha detto che i Crisantemi vanno bene per un funerale. Devi cambiarli. -

Un deluso chiosare si elevò da un brusio piuttosto concitato sopra cui il giovane uomo non volle indagare.

- Lo so che li adori e che erano studiati per essere coordinati con il tuo vestito, ma non credo che tu voglia sfilare fino all’altare con dei fiori che rimandano alla morte. -

Altre parole, altri strilletti e indefiniti tintinni impegnatisi a rendere quella già dolosa conversazione difficile da recepire.

- Devi solo provarci a darmi il tormento! - Fu il sibilò che Alden compresse con tono di voce quasi impercettibile - Se ci tenevi tanto saresti dovuta venire tu, quindi adesso ti beccherai quello che passa il convento! Ovvio che non ho idea di quale significato abbiano le piante, per questo c’è apposta la fioraia! -

E sbattè giù la telefonata fumando dalle narici, maledicendosi ancora e ancora.

Dall’altra parte del bancone, Evelyn, rimasta in attesa, sciorinò un sorriso compassionevole.

- Suppongo che a questo punto tocchi a me, giusto? -


Note di fine capitolo: Da tuguri che ho lasciato impolverare e ammuffire ho trovato alcune storie a breve termine, tra cui questa, che ho pensato di portare qui sul sito. Piccoli parti con personaggi originali da me inventati e che spero possano piacere. Mi impegnerò quanto meno a pubblicare almeno una volta alla settimana essendo già complete! Buon weekend a tutti!
  
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