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Autore: Marc25    01/10/2023    1 recensioni
Anton, un ragazzo orfano di madre e trascurato dal padre, ha oggi 21 anni, cerca di andare avanti come può, ci riuscirà?
Luis, un poliziotto di 33 anni, è sempre stato sfortunato nelle sue relazioni, ma ha appena ricevuto una promozione nel lavoro.
L'incontro casuale tra i due cambierà completamente la loro vita, entrambi riusciranno a capire quanto legati ad un nebbioso passato e quanto pronti a lasciarselo alle spalle e a guardare verso il futuro. Ma ci sarà un futuro? E sarà insieme?
Il tutto condito da un misterioso caso sullo sfondo.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap 24 – Responsabilità
Emil – 6 ottobre 2016 – 23:00
Emil era preoccupato, erano più di due settimane che non sentiva Anton, se non con messaggi saltuari in cui intuiva fosse successo qualcosa di male. Ci mancava solo il fatto di non trovare il cellulare! Dove poteva averlo messo? Era sicuro di averlo messo sul letto ma sembrava sparito. Era sera tardi, quasi notte ma proprio quello stesso giorno in cui aveva perso il cellulare era arrivato sotto casa di Anton.
Probabilmente al rientro avrebbe avuto un rimprovero da parte della madre. Erano già le 23, sperava di non svegliarlo suonando alla sua porta.
Suonò una prima volta, nessuna risposta, forse era meglio passare un’altra volta pensò il ragazzo, quando improvvisamente si aprì la porta. La sorpresa di Emil a sentire la porta era nulla in confronto alla faccia sorpresa del fratello maggiore.
<< Emil? Che ci fai qui? Pensavo che avessi mandato tua sorella a dirmi che non mi vuoi più vedere e che in fondo non mi hai perdonato. >>
<< A dirti cosa? >>
<< Entra, parliamo meglio all’interno >>
Quando Emil entrò vide la casa più in disordine del solito ma bastava guardarlo in faccia per vedere che c’era qualcosa che non andava.
Poi lo colpì la sedia poggiata sotto la finestra, guardò negli occhi Anton che capì e gli disse: << Ci ho pensato. Ma non accadrà mai più. >>
Emil prese la faccia di Anton tra le sue mani, come se fosse lui il maggiore e gli disse: << Promettimelo. >>
<< Te lo giuro. >>
Emil lasciò la presa dal fratello e lo abbracciò.
Una volta staccatosi: << Ora mi dici che è successo e cosa c’entra Allison con questa storia. >>
 
La storia che Anton gli aveva raccontato aveva dell’incredibile ma ciò che più faceva ribollire di rabbia Emil era ciò che gli aveva fatto credere Allison. Come poteva essersi spinta fino a quel punto? E perché? Qualunque cosa pensasse la mente malata di Allison avrebbe fatto fatica a perdonarla.
<< Posso dormire qua? >> chiese Emil
<< Certo, oddio quel piccolo pseudo-divano è rotto, se vuoi ci stringiamo sul letto. >>
<< Va bene, vorrà dire che diventeremo una cosa sola. Ma decisamente non posso tornare a casa. >>
<< Figo, non pensavo che ci sarebbe stato qualcosa di positivo in questa giornata di merda. >>
<< Devo chiamare mia madre ma non ho il cellulare. >>
<< La avviso io. >>
Emil vide mentre il fratello mandava il messaggio e commentò: << È passato. Il 6 ottobre è passato. >>
<< Sono più di quindici anni che aspetto che passi. >> rispose malinconico Anton.
 
Di notte entrambi avevano dormito poco o niente, Anton doveva lavorare e lui aveva la necessità di affrontare Allison prima di andare a scuola.
Erano le 7:30 quando entrò nella camera di Allison senza bussare.
<< Come ti permetti di..
<< Dove lo hai messo? >>
<< Di cosa parli? >>
<< Del mio cellulare. >>
<< Ah, se non sai dove lo metti, come posso saperlo io? >>
Emil prese entrambi i polsi di Allison.
<< Ahia, mi fai male! >> disse lei
<< Basta mentire! So cosa hai detto ad Anton. >>
<< Te lo ha detto subito, vero? Come ha fatto a rintracciarti? >>
<< Sono andato io, e sai che cosa ho trovato? Una sedia vicino ad una finestra, ha avuto la tentazione di buttarsi. >>
Allison fu sinceramente colpita da quella informazione ma non lo diede a vedere anzi rincarò la dose: << Non è certo colpa mia se non ha un briciolo di amor proprio. >>
<< Tu sei un mostro. >> disse Emil lasciando libere le braccia della sorella.
Il ragazzo stava per andarsene quando la sorella lo bloccò: << Non vedi che sta cercando di dividerci? >>
A quel punto Emil avvicinò la sua faccia a quella della sorella e le disse semplicemente: << Ah, si? E in che modo? >>
Allison cercava di trovare le parole ma Emil rincarò la dose: << Chi è che gli ha offerto dei soldi intimandogli di non entrare in rapporto con me? Chi è che ha raccontato una marea di stronzate, facendogli credere che non gli avessi mai voluto bene? Chi!?! Puoi continuare a odiarlo perché non c’è stato per quattro lunghi anni, non considerando minimamente quello che ha passato. Ma a quel punto dovrai odiare anche me e dovrai incolpare te stessa. Oppure puoi andare avanti, non so perché ma Anton non c’è l’ha con te. Ah, una cosa che ti serve per la vita, impara a prenderti le responsabilità delle tue azioni. >>
Quando Emil se ne andò dalla stanza lei si sedette per terra e dopo anni riprovò la sensazione di gocce che cadano dagli occhi e rigano le guance.  
 
 
Luis – 8 ottobre 2016 – 10:00
<< Quello che vuoi fare è folle, lo sai? >> disse Ricky ad un affranto Luis.
<< È una cosa che mi ha chiesto Anton due volte, e sinceramente non ha tutti i torti, domani c’è il processo a Claude Lafont, dopo darò le mie dimissioni. >>
<< Anton è adirato, e lo capisco, ma tu dovresti capire che proprio per quello che è successo ti dice che non dovresti fare il poliziotto. Ma a te piace fare il poliziotto, no? E sei anche molto bravo. >> disse Ricky, cercando di farlo riflettere.
<< Sai, cosa ho trovato oggi nella cassetta delle lettere? >>
<< La chiave che avevi regalato ad Anton. >>
<< Come fai a saperlo? >>
<< Ho incontrato Anton, mi sono presentato e il sorriso di cortesia che mi aveva rivolto quando si risponde ad uno sconosciuto si è trasformato in uno sguardo di rabbia. Ho cercato di farlo ragionare, di dire che tu stavi facendo solo il tuo lavoro e che era stato un tragico incidente, che sua madre ti aveva concesso di continuare l’inseguimento a Steady. >>
<< Glie le ho dette anche io queste cose, ma per quanto involontariamente, ho causato la morte della madre, come potrebbe perdonarmi? È a causa mia se è vissuto in una casa famiglia gestita dalle suore. >>
<< Lo so, è terribile ma speravo che una voce estranea e esterna potesse convincerlo. E così prima mi ha detto che catturare Steady era stato inutile e che non solo era scappato ma anche morto. E mi ha detto che era da poco stato dove abiti tu per “ consegnarti “ la chiave. >>
<< Grazie Ricky, comunque hai tentato. >>
<< Di nulla. Ah, non dovrei dirtelo visto che non voglio che questo ti dia un motivo in più nella scelta di dimetterti ma in una fase del concitato discorso mi ha detto che ha tentato di togliersi la vita. >>
Luis fece una faccia terrorizzata.
<< Ma mi ha giurato che non lo avrebbe mai rifatto e che per te non valeva la pena. >>
Ricky si maledisse per aver specificato anche il fatto che Anton gli avesse detto che per il suo amico non valeva la pena ma per lo meno Luis si era tranquillizzato.
 
 
 
Quella sera – Lafont – 23:30
Claude Lafont era vicino ad un bicchiere di sonniferi in quello che sarebbe stato probabilmente l’ultimo giorno a casa sua, a quel punto era meglio lasciare per sempre quel Mondo. La sua vita senza Genevieve non aveva senso. È vero, la loro relazione non andava bene e questo si ripercuoteva sul figlio Leroy. Una volta aveva anche tentato di impiccarsi, seppur ripensandoci prima di compiere l’atto e l’assassino in qualche modo doveva saperlo ma ora lui non aveva più il tempo di indagare.
Ma ad un certo punto, quando stava per bere il contenuto della bevanda si bloccò e rimise il bicchiere sulla scrivania dello studio. >>
<< Prevedibile >> disse una voce
Lui alzò lo sguardo: << E tu che ci fai qui? >>
<< La villa non è piantonata, il colpevole potrebbe scappare. >>
<< Sei stato..tu! Certo, chi altro potrebbe sapere tutte queste cose su mia moglie? COME HAI POTUTO!? >>
<< Tentare di bere un mix di sonniferi prima del punto di non ritorno. Solo tu potevi essere così ovvio. >>
<< Vuoi uccidermi come hai fatto con gli altri? >>
<< Qualcuno deve ristabilire l’ordine, deve far comprendere che c’è una responsabilità da affrontare quando si prende una decisione. E che dalla morte non si torna indietro. >>
L’assassino puntò la pistola verso Lafont che velocemente aveva preso la sua da sotto la scrivania, si sentì un solo sparo.
   
 
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