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Autore: inzaghina    03/10/2023    6 recensioni
Villa Conchiglia è il luogo che Bill e Fleur chiamano casa, ma non è solamente questo. È il posto in cui i due innamorati hanno dato vita alla loro famiglia e nel quale tante persone che passano di lì percepiscono la forza del sentimento che li unisce e ne subiscono l'influenza. È così che Villa Conchiglia si trasforma in qualcosa di più di una baia con un cottage affacciato sul mare: diventa il fulcro di tanti episodi di quotidianità che cambiano l'esistenza di coloro che li hanno vissuti.
[I primi 11 capitoli partecipano al Writober 2023]
[i capitoli dal 12 in avanti partecipano al Calendario dell’avvento indetto da Cora e Sia sul forum “ferisce più la penna”]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Famiglia Weasley, Fleur Delacour | Coppie: Bill/Fleur
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Perdonatemi, perché questo terzo capitolo è un po’ più angst dei precedenti. 
 
Prompt di oggi: Nuvoloso
 

 



 
3. Briciole di felicità
 
 
"Ho sempre pensato che non v'è nessuna felicità maggiore 
di quella della famiglia.”
Fëdor Dostoevskij



 
 
 
Da bambino George detestava i cieli grigi che tanto spesso incontrava sollevando lo sguardo –proprio come Fred. Erano entrambi convinti che simili giornate non offrissero le stesse possibilità di quelle di sole, nonostante nulla sembrasse in grado di fermare i due gemelli, quando erano insieme. Ora che è adulto però, trova qualcosa di catartico nell’osservare nuvole che s’inseguono in cielo, nell’assistere alla proverbiale calma prima della tempesta e nel vedere quelle stesse nubi riflettersi nelle onde che s’infrangono sulla riva della baia su cui sorge Villa Conchiglia. 
È domenica e Bill ha invitato i fratelli per farsi aiutare con una serie di lavori per poter preparare la cameretta della bambina in arrivo a primavera. George è in anticipo, quel mattino si è svegliato presto e non ha nemmeno provato a tornare a letto: era uno di quei giorni. Ha trovato molto più produttivo alzarsi, fare una breve corsa per schiarirsi le idee e passare dalla pasticceria francese che fa i macaron che Bill gli ha confessato essere i preferiti di Fleur. Se Fred lo vedesse, sarebbe orgoglioso di lui – ne è certo. E George, da più di un anno ormai, cerca di far sempre del proprio meglio per vivere la propria vita al massimo. Gli capita spesso di chiedersi se anche a Fred sarebbero cominciate a piacere le giornate plumbee, se avrebbe trovato conforto anche lui in un cielo capace di rispecchiare il suo umore – anche se Fred trovava sempre il modo di ridere, qualcosa che George teme di non essere più in grado di fare.
Nonostante sia dicembre, sta camminando a piedi scalzi nella sabbia fredda e umida, ansioso di sentire qualcosa – qualsiasi cosa – per impedirsi di precipitare in un baratro di autocommiserazione. Non ha intenzione di rendere nota la sua presenza al fratello e alla cognata, non prima di aver cancellato ogni traccia della negatività che lo avvolge. È convinto che potrebbe avere una brutta influenza sulla gravidanza di Fleur e non ha alcuna intenzione di mettere a rischio la notizia migliore che la loro famiglia ha ricevuto negli ultimi tempi. Ricorda bene le espressioni colme di gioia dei genitori, quelle del resto dei fratelli e dei rispettivi compagni; sa che anche sul suo stesso viso ha fatto capolino una felicità indescrivibile. Eppure, sa altrettanto bene che questo sentimento è ben più fragile di una delle preziose boccette in cui Lumacorno è solito conservare la Felix Felicis, e non ha alcuna intenzione di mettere questa emozione a rischio.

È talmente preso dai suoi pensieri, con lo sguardo rivolto alle onde del mare, che fanno avanti e indietro instancabilmente, che non si accorge del fatto che Bill e Fleur gli stiano andando incontro – non fino a che il fratello lo richiama a gran voce.
“Sei in largo anticipo,” lo saluta Bill, stringendolo in un abbraccio.
“Non riuscivo a dormire...” evita di elaborare oltre, stringendosi nelle spalle.
“Ti va una tazza di tè, o di caffè?” propone Fleur, stringendolo a sua volta.
“Perché no,” sussurra, piegando gli angoli della bocca in un sorriso stentato.
I tre s’incamminano verso casa, lasciandosi avvolgere da un silenzio spezzato solo dal rumore delle onde, che sembra riuscire a portare con sé anche tutto il risentimento contro cui George aveva lottato fino a pochi attimi prima. 

La cucina affacciata sull’oceano profuma di vaniglia e di caffè e George si riscopre affamato, quando Bill gli porge un piatto ricolmo di madeleine fatte in casa.
“Ho anch’io qualcosa per la colazione,” dichiara, alzandosi per ripescare il sacchetto dalla tasca del giaccone appeso nell’atrio.
“Ma questi sono i miei macaron préféré!” si entusiasma Fleur, indirizzandogli un sorriso luminoso.
“Ho le mie fonti, in effetti,” ribatte in tono cospiratorio, strizzando l’occhio al fratello maggiore.
“Che sorpresa merveilleux!”
La risata cristallina di Fleur è coinvolgente e, sorseggiando il caffè di cui non si è nemmeno reso conto di aver bisogno, George ricambia finalmente il sorriso della cognata.
“In effetti siamo particolarmente contenti che tu sia arrivato per primo, fratellino,” dichiara Bill qualche attimo dopo, scambiandosi un cenno d’intesa con la moglie.
“Ah si? C’è qualche lavoro pesante e non vi fidate dell’aiuto di Harry e Ron? Grazie all’accademia sono parecchio allenati ormai,”riflette a ruota libera George.
“Non è questo,” risponde Bill.
“Ditemi tutto.”
“Volevamo chiederti se ci faresti l’onore di essere il padrino di nostra figlia,” spiega quindi Bill, mentre Fleur s’accarezza inconsciamente la pancia che s’inizia ad intravedere sotto al dolcevita color fiordaliso.
George rimane interdetto, la mano che stringe la tazza di caffè a mezz’aria e un’espressione sbalordita sul volto lentigginoso. “Siete davvero sicuri?” sussurra, dopo che il silenzio si è dilatato per una manciata di secondi.
“Certo che sì,” assicura Fleur.
“Desideriamo che la nostra piccola abbia un padrino che la sappia aiutare ad affrontare le sfide della vita mantenendo sempre il sorriso sulle labbra,” spiega Bill.
George sceglie di non far notare quanto difficile sia diventato sorridere per lui, non ce n’è bisogno – non con Bill e Fleur.

“Non devi darci subito una risposta, lo capiremo se preferisci pensarci su…” aggiunge Fleur con voce dolce, e George si ritrova a pensare che nelle ultime settimane è diventata ancor più materna.
“Non devo affatto pensarci sopra,” mormora quindi, “ne sarei davvero onorato.”
“Speravamo lo avresti detto.” Bill e Fleur sorridono nuovamente e George ricambia con più facilità di prima: l’idea che la creatura che verrà al mondo dipenderà, in minima parte, anche da lui ha piantato un seme di felicita nuovo nel suo cuore. Si tratta di una particella minuscola – una briciola –, ma è molto di più della quantità con la quale aveva iniziato la giornata.
Orienta lo sguardo verso la baia, rendendosi conto che un raggio di sole ha squarciato la coltre di nubi e sorride di nuovo, decidendo che quello è un segno tangibile della vicinanza di Fred.
“Grazie di aver pensato a me,” dice, tornando a concentrarsi sui padroni di casa.
“Grazie di aver accettato,” risponde Bill, posandogli una mano sulla spalla.
Tornano a concentrarsi sulla colazione, iniziando anche a parlare di ciò che i futuri genitori hanno in mente per la cameretta; e sono intenti a confrontare diverse sfumature pastello, quando il resto della famiglia li raggiunge per dedicarsi al progetto.
 
 
 



Nota dell’autrice:
Questa volta, complice l’ingresso in scena di George, abbiamo a che fare con una storia un po’ meno leggera delle precedenti, ma ho approfittato per condividere un headcanon che ho: George padrino di Victoire.
Grazie del continuo supporto!
A domani.
   
 
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