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Autore: Dani85    04/10/2023    0 recensioni
Dal prologo:
«Ancora nessuna notizia di Luca?»
Barbara scuote la testa perché no, non ha nessuna notizia di Luca. Niente, zero, non una telefonata né un messaggio. Alla faccia del "mi tengo in contatto io" con cui l'aveva salutata quel pomeriggio. E non è servito a nulla nemmeno tempestarlo di telefonate, visto che sono andate tutte a vuoto, squillo dopo squillo perso nei meandri di una segreteria telefonica. Barbara non sa spiegarsi il perché, ma quel silenzio la inquieta, è come un formicolare dietro il collo, il presentimento fisico di qualcosa che sta per andare molto molto male.
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What If? a partire da DdP11x02. Luca non muore ma, per tantissimo tempo, non vive nemmeno.
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Storia completa, capitoli postati il sabato e il mercoledì.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna Gori, Elena Argenti, Luca Benvenuto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NdA: Ed eccoci all'ultimo capitolo! Che dire, è stato un piacevole ritorno a questo fandom che mi ha fatto capire che un po' ho perso la mano con i suoi personaggi e con lo scrivere in generale e che, anche oggi, Luca Benvenuto resta uno dei miei personaggi televisivi preferiti in assoluto (fanno tanti remake e reboot, cosa non darei per un nuovo DdP dove scopriamo che non è davvero morto... ah *sospira*). Per un'ultima volta, buona lettura!
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Taodue srl; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Gli elementi di mia invenzione, non esistenti in DdP, appartengono solo a me.

Cap. 9 - Here again

Il nuovo anno è lontano una manciata di ore e il conto alla rovescia di Luca è un'attesa che ribolle di euforia ed entusiasmo. Per la prima volta, forse da sempre, aspetta la mezzanotte e non vede l'ora che arrivi. È una cosa metaforica, ha a che fare con questa sua seconda opportunità di vita e le occasioni da cogliere e i nuovi inizi da afferrare. È uno spartiacque e lui si sente fiducioso abbastanza da attraversarlo sperando per il meglio. La casa, tutto intorno a lui, gli restituisce il suo stesso stato d'animo, le sue stesse emozioni amplificate dalle risate e dalle chiacchiere dei suoi amici. Ingargiola sta sistemando il necessario per la tombola sul tavolo, la tovaglia ripiegata malamente nell'angolino più lontano, Vittoria che lo guarda con la pazienza di un santo. Quante tombolate ha già dovuto sopportare in queste feste? Elisa ha il compito di distribuire le cartelle, Ugo quello di raccogliere i soldi che andranno a formare il montepremi.

«Due euro a cartella? Che so' 'sti prezzi Giuse'?»

«E che vuoi da me? È l'inflazione.»

Pietro si lamenta ma Ingargiola lo liquida con un'alzata di spalle, troppo preso a sistemarsi a capotavola per condurre il gioco. Un re e il suo regno di numeri. Un uomo felice. Luca capisce perché Vittoria deve armarsi di pazienza. Elena, da sopra la sua spalla, osserva la situazione e decide che questa deve essere la sua serata.

«Sei cartelle, Ingargio'. Ho voglia di vincere!»

Pietro riprende a lamentarsi stavolta perché, apparentemente, è scorretto comprare così tante cartelle e non è giusto perché diventa questione di probabilità e diventa sbilanciato e sì, insomma, non è giusto. Lo dice e lo ripete un paio di volte ancora, a mo' di rafforzativo. Barbara lo lascia parlare poi, con tutta la calma del mondo, gli rifila uno scappellotto e gli dice di comprarsi anche lui sei cartelle. Così sono pari, no?

«Sì, ma so' dodici euro» insiste, offeso nel profondo, ma c'è poco da fare. Ingargiola ha fissato il prezzo e quello è. Pietro tira fuori le monete con una tale sofferenza che sembra lo si stia derubando di tutti i suoi averi. Saggiamente, Barbara e Vittoria rimangono fuori da questa partita che si preannuncia all'ultimo sangue mentre Ugo si butta nella mischia sventolando quattro cartelle.

Elisa si spiaccica contro Anna, tre cartelle aperte a ventaglio tra le mani. «Mamma, posso giocare anch'io?»

Anna butta un'occhiata distratta verso la tavola, immagina il delirio che da lì a poco si scatenerà e guarda sua figlia negli occhi, seria.

«Vuoi davvero giocare con quelli là? Ti avverto, amore, verrà fuori una cosa molto molto disagiata.»

«Sì, sì! A me fanno ridere.»

«Contenta tu!»

Anna va a recuperare i soldi dalla borsa e Luca ne approfitta per andare a rovistare nello svuotatasche all'ingresso. Ci sono le chiavi e un variegato assortimento di monetine e lui ci rovista finché non riesce a mettere insieme i sei euro necessari per altre tre cartelle. Mortalmente serio, li aggiunge a quelli che Anna ha appena dato ad Elisa.

«Prendi sei cartelle anche tu. Quelli sono giocatori senza scrupoli, non puoi partire svantaggiata.»

Anna ride perché sembra tutto così tanto solenne che è ridicolo. Solo loro possono trasformare una semplicissima tombolata in una questione di vita o morte. Elisa accetta i soldi, li ringrazia con un sorriso che le va da un orecchio all'altro e si accomoda a tavola tra Elena e Pietro. La ragazzina ha il gusto del pericolo, non c'è che dire.

Ingargiola comincia a chiamare i numeri e a Luca niente potrebbe sembrare più perfetto: i suoi amici nella sua casa, le luci dell'albero di Natale, il concertone di capodanno in sottofondo alla tv, il tono argentino di Elisa che sovrasta tutto e Anna seduta accanto a lui, un unico punto di contatto dalla spalla al ginocchio, come se non avessero tutto il divano a loro disposizione. Tutto converge in una speranza per il futuro che non ricorda di aver mai avuto. È una sensazione piacevolmente strana.

I numeri della tombola si susseguono in rapida successione uno dopo l'altro accompagnati dall'interpretazione della smorfia e i giocatori non si risparmiano. Delusione e soddisfazione si alternano ad ogni chiamata: un ambo per Ugo, un terno per Elisa, Pietro ed Elena che si parlano addosso borbottando come pentole di fagioli, Barbara e Vittoria che sgranocchiano frutta secca e intanto fanno a gara a chi ha il marito più fuori di testa. Secondo Luca è una bella gara anche se, in questo momento, la sua preferenza andrebbe a Pietro che sembra davvero stralunato, mentre Giuseppe continua ad estrarre i numeri tutto felice. Lui, invece, se ne sta sul divano e si gode l'immagine spensierata dei suoi amici e il calore di Anna al suo fianco. È come se negli ultimi giorni - nelle ultime settimane - tutto fosse andato lentamente al proprio posto e lui avesse finalmente riacquistato il proprio ruolo nel mondo, i suoi sogni e i suoi pensieri e le sue volontà finalmente in prospettiva. Luca non è così ingenuo da pensare che qualche settimana di terapia possa risolvergli i problemi di una vita intera ma sa che il percorso è quello giusto e che non c'è nulla di male a godersi i risultati ottenuti. Niente è perfetto, non fosse altro perché la perfezione non esiste, ma sarebbe pura ipocrisia far finta che le cose non sono cambiate, e in meglio. Quindi, riconosce il lavoro che sta facendo, i buoni risultati lungo il percorso e l'esaltante sensazione che prova ad essere sé stesso. Per una volta nella vita.

Accanto a lui, Anna tira su le gambe sul divano e appoggia la testa sulla sua spalla e intanto esulta ad ogni numero che Elisa segna sulle sue cartelle. Luca la sente ridacchiare contro di sé e non riesce a non pensare a quello che gli ha detto la dottoressa durante l'ultima sessione un paio di giorni fa. Se senti che è giusto averla accanto perché non dare un nome e quello che c'è tra di voi? Luca non ha più voglia di appiccicarsi addosso etichette ma pensa che per lui ed Anna debba fare un'eccezione. Tanti anni fa ha avuto paura di mandare tutto all'aria ma ora è arrivato il momento di fare il passo decisivo. Luca gira la testa e le sue labbra sfiorano i capelli di Anna.

«Ricordi quando mi hai chiesto cosa volevo dalla vita e da noi?»

Anna lo guarda. Si ricorda perfettamente la discussione che hanno avuto qualche giorno fa quando lui cercava risposte agli interrogativi della terapista. «Hai detto che volevi una possibilità.» Il suo tono di voce è un sussurro per fingere di essere da soli quando tutto intorno c'è rumore.

«Esatto, una possibilità! Ci ho pensato tanto e ne ho parlato ancora di più, e sono arrivato alla conclusione che va bene parlarne ma, più che altro, dovrei cominciare a crearmela questa possibilità.» Luca intende un sacco di cose con quelle parole, intende loro due e il fatto di tornare al lavoro e tutta quanta la piega da dare alla sua vita. Dentro c'è di tutto, decisioni importanti, cambiamenti da innescare, discorsi da riprendere. Paradossalmente, la cosa che gli è sempre apparsa più complicata è in realtà la più semplice di tutte. Anche se resta un salto nel buio. Anche se non ci sono certezze. Anche se i dubbi di prima sono ancora tutti qui. Luca non sa se sta promettendo cose che non potrà mantenere e non sa come andrà a finire però, a differenza di quando tutto questo appariva insormontabile, ora si è reso conto che non è un problema della sua storia con Anna. Ora sa che sarebbe così in qualunque caso, anche se dall'altra parte ci fosse un uomo, perché non si tratta di darsi etichette o di fare una graduatoria e decidere se gli piacciono di più gli uomini o solo gli uomini. Più che altro si tratta di riconoscere la sua verità e la sua verità è che Anna gli è piombata tra capo e collo, unica nel suo genere, e ha mandato all'aria qualunque convinzione avesse. E allora, se è così e se l'amore è amore sempre, cosa c'è di così difficile nel provarci almeno? Luca decide di farlo in quel preciso istante. Allunga una mano verso Anna, il palmo verso l'alto.

«Vogliamo darci una possibilità e vedere come va?»

«Tanto per essere chiari, quando dici di darci una possibilità, intendi essere più che amici?»

Anna ha bisogno di capire bene quello che lui le sta chiedendo perché è disposta a tutto, anche a lanciarsi nel vuoto con lui, ma non può più esserci spazio per fraintendimenti. È per questo che chiede e accetta il rischio di passare per una ragazzina che non capisce.

«È esattamente quello che intendo, sì, più che amici… se provi ancora qualcosa del genere per me.»

Prima o poi riusciranno a dirselo che si amano, prima o poi ci riusciranno a dare il nome corretto a questo sentimento che li lega l'uno all'altro, nonostante tutto, nonostante la crudeltà della vita e tutte le scelte sbagliate e i tempi sfasati. Prima o poi ci riusciranno, non stasera certo, non su questo divano l'ultimo dell'anno di un anno che ha rimesso a posto tutto e che poi lo ha sconvolto di nuovo. Prima o poi useranno il nome giusto, per ora non ce la fanno ancora a chiamarlo amore anche se è esattamente quello, lo sanno entrambi, e quando Anna lascia scivolare la mano in quella di Luca è più o meno come dirselo. Il resto della risposta di lei è un sì con la testa annegato in un sorriso bellissimo, la capacità di parlare naufragata nella felicità che le stringe la gola.

«20, 'a festa!» chiama Ingargiola.

«Tombola!» esclama Ugo e il caos discende sulla cucina.

Pietro ed Elena cominciano a contestare tutto - ci manca poco che mettano in discussione la stessa napoletanità di Giuseppe, - Elisa ride perché sono tutti pazzi e Ugo sventola in aria la cartella vincente. Anna e Luca rimangono sospesi in un bacio mancato, qualcosa di inebriante che si deposita sul fondo dello stomaco - come essere ubriachi senza aver bevuto niente, come ragazzini ebbri delle prime vere emozioni. Vittoria li guarda di sottecchi con il sorriso di chi sa già tutto e che trabocca di un'approvazione così palese che Anna e Luca devono distogliere lo sguardo dall'amica e allontanarsi un po' l'uno dall'altro. È un po' uno shock rendersi conto che non sono davvero soli nell'ultimo scampolo di quel 31 dicembre che torna improvvisamente reale. E rumoroso.

Attorno alla tombola le proteste continuano: Pietro invoca la rivincita, Elena parla di cartelle truccate e Barbara alza gli occhi al cielo nella occhiata più scocciata che sia mai esistita.

Vittoria li lascia borbottare un altro po' e poi scaccia i litiganti dal tavolo. Al posto delle cartelle e dei numeri sistema l'ennesimo panettone, la bottiglia di spumante da stappare, l'uva da mangiare allo scoccare della mezzanotte per buon augurio, come il cotechino e le lenticchie, come il melograno e la frutta secca, come i cornetti rossi che Ingargiola ha appeso un po' ovunque. Luca non sa se è un'esagerazione tutta quella scaramanzia ma male non fa. Ha finalmente imparato che ogni aiuto è ben accetto, anche se non c'è nulla di vero ed è solo suggestione. Poco più di mezz'ora li separa dalla mezzanotte quando Anna sgattaiola via dal divano. Elisa le corre dietro e quando tornano in sala hanno una scatola infiocchettata e due identici sorrisi impertinenti.

«Per te!» esclama Elisa e gli appoggia la scatola sulle ginocchia. Incuriosito, Luca ricambia istintivamente il sorriso della bambina. Quando apre la scatola, dentro ci trova due piccole latte di vernice gialla e verde. Luca se le rigira fra le mani mentre occhi curiosi si puntano su Anna. Lei si stringe nelle spalle.

«Nell'altra casa, quella che io e Luca abbiamo condiviso tanti anni fa, c'era un angolino vicino al balcone dove c'erano le impronte delle nostre mani fatte con la vernice colorata ed era una delle mie cose preferite. Non lo so, ho pensato che poteva essere una bella idea fare qualcosa di simile anche qui.» Anna fa di nuovo spallucce, come se non fosse tutto sto granché come idea, come se Luca non la fissasse dal divano con gli occhi pericolosamente lucidi. «Vabbè, poi Luca si lamenta sempre che la casa è troppo bianca, quindi pensavo che potesse essere un modo come un altro per renderla un po' più allegra.»

Elena, che sta annegando la sua sconfitta a tombola in una fetta di panettone grande come la sua faccia, annuisce a bocca piena e si gira a guardare la parete accanto al balcone come per studiare quale può essere il posto migliore. Luca, semplicemente, non ha parole. Anche lui ricorda le impronte delle loro mani in quella prima casa insieme, il simbolo di ciò che c'era stato e che, ad un certo punto, non c'era stato più. Il rimpianto dura il tempo che serve alla prima macchia di colore per apparire sulla parete bianca. A cavallo tra il vecchio e il nuovo anno, tutto ricomincia un'impronta alla volta - Giuseppe, Vittoria, Ugo, Pietro, Barbara, Elena, - le rocce che lo hanno aiutato a rimettersi in piedi. Al centro di quel piccolo mondo, Luca preme la sua mano, verde come la speranza, e accanto alla sua, gialle come spicchi di sole, si posano le mani di Anna ed Elisa, uno sbuffo di cielo blu dove le tre impronte si sovrappongono.

In TV parte il countdown.

10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1.

Fuori da quella casa piena di amore esplodono i fuochi d'artificio, lì tra pareti colorate di giallo e verde, il tappo dello spumante salta per aria, Elisa ride, qualcuno urla buon anno nuovo e Luca fa il suo personalissimo salto nel vuoto.

Luca bacia Anna e le dice «Ti amo!»

And I just had this feeling
That we'd be here again

And that you were always gonna be the one
[I Had a Dream Last Night - Noah Reid]

 

  
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