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Autore: stardust94    15/10/2023    1 recensioni
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Un libro, pieno di mistero sta per riaprirsi e svelare tra le sue pagine una nuova incredibile avventura.
Viziata, casinista, menefreghista, Karin scoprirà che il suo cuore, può accendersi della fiamma della determinazione per colui che ama, o il suo amore diverrà cenere spazzata dal imprevedibilità del destino funesto?
Fredda, distante, vive di solitudine senza conoscere la dolcezza del amore, Ayame, troverà un raggio di sole nel solitario shogun di Kuto, oppure verrà divorata dalla sua sete di potere?
Possono due ragazze così diverse, trovare la felicità, mentre il fato tesse una rete di intrighi e misteri intorno a loro?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
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Perché se incontrarsi resta una magia è non perdersi la vera favola.

Quando gli occhi di Karin si aprirono per la seconda volta, davanti a lei si dischiuse un nuovo mondo. Somigliante a una città del antica Cina, Konan era un regno che brulicava di vita. Karin attese il momento giusto poi scese dal carretto levandosi la paglia rimasta dai capelli. Ovunque la giovane guardasse vi erano mercanti indaffarati a caricare e scaricare merci come oli e sete preziose. La ragazza ancora un po dolorante decise prima di tutto di trovare un dottore per farsi medicare la caviglia.

“Più facile a dirsi che a farsi, non so nemmeno dove sono” pensò avvicinandosi a una delle bancarelle per chiedere informazioni.

L'uomo dietro di essa era grande e imponente, aveva occhi neri e capelli scurissimi. Le sorrise amichevole ma sembrò quasi attonito notando i suoi vestiti e il suo sguardo cambiò improvvisamente facendosi più seducente e quasi lascivo nei confronti della ragazza.

“ Salve signorina, sei al lavoro? Non dovresti girare così in pieno giorno. Posso tentarti con queste mele succulente?” Le chiese mostrandole una grossa mela rosso sangue che sembrava davvero appetitosa.

Karin aveva l'acquolina in gola soltanto alla vista di quella mela e avrebbe tanto voluto mangiarsela. Si frugò tra le tasche della giacca cercando qualche spicciolo aveva con se quasi cinquecento Yen, sperò con tutto il cuore e soprattutto con tutto lo stomaco che bastassero.

“ Ecco a lei non si preoccupi tenga pure il resto.”
Disse porgendo i risparmi mentre le sembrava già di poter azzannare la mela che stava per prendere, quando l'uomo con una espressione decisamente furiosa le schiaffò la mano facendo cadere a terra i risparmi della ragazza sbalordita che confusa non riusciva a comprendere una reazione simile. Ma la confusione lasciò ben presto posto a una espressione arrabbiata e offesa sul volto della ragazza.

“ Lurida puttana come osi rifilarmi della spazzatura simile?! Voi donne di strada siete tutte uguali! “ Le ringhiò contro l'uomo afferrandole il polso
“ lasciami grosso...grosso suino! Lasciami somaro!”

Urlò di risposta Karin dimenandosi per cercare di ribellarsi alla presa salda del mercante
con uno strattone la ragazza riuscì a distanziarsi dall'uomo e con uno scatto iniziò a correre sentendo il mercante alle sue spalle urlare alle guardie di catturare una ladra, chiaramente lei.

Tutte le persone nella piazza si fermarono guardando la ragazza correre via. Karin serrò gli occhi correndo a perdifiato per fuggire, quasi non ce la faceva più quando vide un codino famigliare ondeggiare tra la folla e con un ultimo scatto lo afferrò con la mano stringendolo e attirando dolorosamente l'attenzione del proprietario di suddetti capelli che con una smorfia di fastidio e dolore nel vederla sembrò sorpreso.

“ Ehi ma che fai?! Ah ma tu sei la prostituta senza un soldo che ho salvato ieri!”

Disse il giovane dolorante visto che Karin gli stava tirando con forza i capelli. La ragazza ringhiò piccata ma sembrò allarmarsi sentendo il rumore di passi veloci alle sue spalle, le guardie si stavano avvicinando e lei, nemmeno voleva pensare a quello che facevano ai presunti trasgressori in quel mondo.
“ Primo non sono una prostituta! Secondo...ti prego aiutami! “Gridò quasi tremando la ragazza
“è andata male con un cliente? Comunque se non puoi pagarmi non ti posso aiutare. Mi dispiace. Ora mi lasceresti andare?” Le rispose lui quasi scherzando sulla faccenda del cliente.

Karin sentì i passi delle guardie sempre più vicine. Non poteva nemmeno pensare di farcela da sola, lei era soltanto una ragazzina una studentessa niente di più. Strinse gli occhi poi afferrò le spalle del giovane

“eccoti il tuo compenso!”

Urlò con quanto fiato aveva in gola prima di unire le sue labbra con quelle del ragazzo in un bacio deciso e per quest'ultimo che aveva sgranato gli occhi per la sorpresa, decisamente inaspettato. Quando Karin si allontanò il ragazzo fece per parlare ma si fermò, dal tocco delle mani di lei ancora sulle sue spalle, si rese ben presto conto che la ragazza stava tremando come una foglia. Si fece serio e afferrandole il polso cominciò a correre lungo le vie del regno di Konan. Karin a sua volta sorpresa correva facendosi trascinare da lui quasi incespicando.

“Quei tizi si stanno avvicinando!” Urlò la ragazza senza quasi più fiato
“corri! Non sprecare il fiato vedrai che ce la caveremo!”

Le rispose lui guardando con la coda dell'occhio la situazione alle sue spalle. Gli sfuggì un ringhio leggero mentre si infilava con la ragazza in un vicolo senza smettere di correre.

Una volta raggiunta la fine del vicolo si lasciò scivolare con la schiena contro la parete. Il ragazzo le tappò la bocca facendole segno di non parlare, la teneva appiccicata con la schiena al suo petto. Da quella posizione il ragazzo stava guardando tra alcune travi sopra le loro teste. Karin sentiva il respiro di lui solleticarle l'orecchio. Il suo corpo stanco e provato dalla corsa e dal digiuno forzato era sul punto di crollare da un momento al altro. Si sentiva come se non potesse nemmeno respirare, il battito del suo cuore era accelerato come quello del ragazzo e martellava le sue orecchie. Karin tratteneva il respiro sentendo il calore del giovane che le stringeva con un braccio la vita mentre la mano la teneva premuta contro la sua bocca per non farle sfuggire nemmeno una parola, mentre si sincerava che le guardie si allontanassero prima di liberare da quella stretta la ragazza.

“ Certo che tu...i guai li attiri come una calamita eh?”

Il ragazzo si era lasciato cadere con la schiena ancora premuta contro il muro. Al contrario Karin era scivolata lentamente sulle ginocchia, tutta la tensione e il terrore di essere catturati era scomparso.
Ora il suo corpo si stava lasciando andare così come lei che afferrandosi la testa con le mani in un tremare incessante, si era piegata con il capo verso il basso e aveva cominciato a piangere. Il respiro affannato gli occhi sgranati colmi di lacrime che scivolando le rigavano le guance. Era pallida, coperta di graffi, ancora con un po di paglia e foglie incastrate nei capelli non più legati nella sua solita ordinata coda svolazzante, ma ora sciolti sulle spalle che quasi con l'istinto di proteggersi si afferrò diventando più piccola e lasciando uscire tutta la paura che aveva trattenuto da quando era arrivata in quel mondo, iniziò a singhiozzare chiudendo gli occhi senza riuscire a smettere di tremare nonostante ci provasse.

In quel momento però una stretta alle sue spalle, braccia protettive e forti la cinsero facendole poggiare la schiena contro il petto del ragazzo alle sue spalle. Karin sgranò gli occhi lasciando scivolare altre lacrime e quando il ragazzo allentò la presa, lei si buttò letteralmente al suo petto e pianse, pianse fino ad avere gli occhi che bruciavano e la gola che faceva male. Stretta al ragazzo sfogò tutto ciò che le aveva causato paura e dolore sentendosi lentamente molto meglio.
Lui la strinse per tutto il tempo, occhi chiusi e mento sulla sua testa la trattenne per calmarla finché non smise di sentire il suo pianto ma solo un piccolo singhiozzio. Nonostante ciò non la lasciò nemmeno in quel momento e le offrì il suo petto fino a quando non fu lei a staccarsi, passando il braccio su gli occhi per frenare quelle ultime lacrime.

“ t-ti ringrazio. Sei stato molto...gentile. E grazie anche per avermi salvata, ora che ci penso l'hai fatto due volte” sussurrò la ragazza
“ figurati. Non ho fatto nulla di speciale. Ora come ti senti, va meglio? “ Domandò il ragazzo facendole un sorriso gentile

Karin annuì molto più tranquilla osservandolo. Quel suo sorriso la fece arrossire leggermente e voltando lo sguardo la ragazza tentò subito di sembrare più forte e più sicura di se agli occhi del giovane.

“ Sto benissimo! E comunque la gente di questo posto ha davvero qualcosa che non funziona nel cervello! Scambiarmi per una prostituta che assurdità! “
Sbottò la rosa mettendo il broncio, facendo ridere di conseguenza il ragazzo. Karin riservò al giovane la sua migliore occhiataccia incrociando le braccia al petto piccata da quella risata.

“ Ci credo se ti vesti così! Hai le gambe e l'ombelico scoperti! “Le fece notare quasi arrossendo lievemente sulle guance e voltandosi subito di lato per non guardarla.

Karin sembrò sorpresa, inizialmente si stava di nuovo arrabbiando ma quando si rese conto del effettivo abbigliamento che portava, riflette di conseguenza rendendosi conto che forse era per questa ragione che tutti al suo arrivo in città l'avevano guardata a quel modo, soprattutto ora riusciva a comprendere le parole del mercante sul suo “lavoro” avvampò di imbarazzo e rabbia e stringendosi le ginocchia contro il petto poggiò la fronte su di esse.

“ Come ti chiami? Il mio salvatore ha un nome?” Domandò la ragazza più per riempire quei secondi di silenzio che pesavano come un imbarazzante macigno.
“ Tutti mi chiamano Tamahome. Tieni, era questa che volevi no?”

Karin alzò lo sguardo e vide accanto a lei la mela che aveva tentato di comprare poco prima. Sorpresa ringraziò Tamahome con un piccolo sorriso
“facciamo a metà? Abbiamo corso fino adesso, sarai affamato anche tu. Oh giusto! Io sono Karin Aikawa, chiamami pure Karin“ gli disse lei.

Il ragazzo annuì e tirando fuori un coltellino rudimentale tagliò la mela in due pezzi porgendone uno alla ragazza mangiando il suo tranquillo. Karin mangiò in silenzio la mela trovandola davvero deliziosa, forse perché non aveva mangiato a pranzo, complice quella stupida ricerca scolastica la ragazza aveva parecchia fame. Tamahome le sorrise e lei voltò lo sguardo impacciata e sorpresa, l'atmosfera era più calma e finalmente anche Karin pote rilassarsi un po.

“ Bene. Se ora è tutto apposto io devo tornare al lavoro. Sono venuto dalla campagna per lavorare e non ho ancora venduto nulla” disse il ragazzo alzandosi da terra, si spazzò via la polvere e seguito a ruota dalla ragazza, Tamahome uscì dal vicolo tornando verso la piazza.
“Non dovresti venire con me. Potrebbero esserci ancora le guardie in giro” le disse lui senza fermarsi.
“Non è che abbia di meglio da fare! E poi...stavo cercando un dottore”
disse lei in risposta e fu allora che osservandola meglio, Tamahome notò il suo zoppicare. Ma stavolta sembrò non curarsene troppo mentre tornavano in piazza.
“Vai sempre avanti c'è una baracca con un dottore. Ma dubito tu possa permettertelo. Dovresti guadagnare qualcosa...”

Il ragazzo non fece in tempo ad aggiungere altro che le guardie li circondarono. Tamahome seccato da tutte queste interruzioni fece scivolare Karin alle sue spalle e si rivolse con un ghigno a una delle guardie. Era abbastanza spavaldo come aveva supposto Karin il giorno prima, quando aveva steso da solo quei quattro banditi.

“ Sentite non voglio problemi. Si può sapere che cosa volete da questa ragazza? “Domandò tenendosi pronto a combattere
“per ordine del imperatore la straniera deve venire con noi! Non opponete resistenza o saremo costretti a usare le maniere forti” rispose la guardia

Karin era decisamente sorpresa e scosse il capo quando Tamahome la osservò interrogativo. La giovane si fece coraggio e portando la mano al petto, la serrò a pugno prima di spostarsi da dietro il ragazzo osservando le guardie.

“ ...va bene. Lasciate fuori dalla questione questo ragazzo. Lui non centra mi ha solo aiutata. Verrò con voi ma non fategli nulla.” Decretò quasi deglutendo

la guardia più vecchia annuì e fece segno alla ragazza di seguirli. Karin annuì a sua volta e fece qualche passo avanti prima di voltarsi verso Tamahome.

“Ti ringrazio per quello che hai fatto per me. Adesso però...devo andare. Grazie ancora Tamahome”

gli disse forzando un sorriso in realtà l'idea di essere sola davanti al imperatore non la entusiasmava ma lui aveva già fatto così tanto per lei, l'aveva salvata le aveva offerto del cibo e l'aveva perfino consolata quando era crollata per la paura e lo sconforto. Si disse che non era il caso di coinvolgerlo nei suoi casini. Ma sorprendentemente, Tamahome fece un lungo sospiro prima di mettersi le mani in tasca osservando Karin e le guardie.

“Se è stato l'imperatore a convocarti...non credo sia un problema se vengo con te e poi...posso sempre lavorare più tardi” le disse il ragazzo

Karin stavolta fece un vero sorriso ma tentò di dissimulare con una alzata di spalle come se stesse dicendo che lui poteva fare quello che gli pareva e che non era un problema suo.

 

****

Accompagnati dalle guardie i due ragazzi vennero condotti al palazzo reale, un edificio opulente, grandioso ed elegante che lasciò Karin con un palmo di naso, quasi le brillavano gli occhi davanti a tanto lusso ed eleganza.

“Vedendo il palazzo questo imperatore deve essere assolutamente un uomo di classe! Almeno lo spero...e se fosse un vecchio bavoso pervertito?” Si chiese la ragazza in quel momento.
“ Forse attira le donne con tutto questo lusso e poi fa loro cose perverse e sporche! “ Aggiunse rabbrividendo con un verso di disgusto

una delle guardie a quelle parole sussultò mentre le altre che sembravano quasi arrabbiate stavano per estrarre le spade al loro fianco.

“Fermatevi! È un ordine”

A parlare era stato un vecchio dalla lunga barba bianca curata e gli abiti eleganti di un bel rosso scuro con dettagli dorati sui polsi e il colletto. L'uomo anziano si avvicinò tenendo le mani nelle maniche del abito simil-kimono che indossava, osservò le guardie intimando loro di allontanarsi cosa che loro fecero subito. Dopodiché si rivolse con gentilezza verso i due ragazzi.

“ Benvenuti il mio nome è Jing-bai, sommo consigliere del nobile imperatore del regno di Konan. Attendevamo il vostro arrivo. Seguitemi l'imperatore è ansioso di conoscervi”

disse l'uomo indicando il gigantesco portone con decori di fenici alle sue spalle. Quando esso si dischiuse Tamahome e Karin furono accolti in una ricca sala del trono, poco distante dal entrata vi era un uomo seduto sullo scranno dorato e impreziosito dagli stessi decori della porta.

L'uomo in questione indossava un ricco abito elegante e decisamente adatto alla sua carica di imperatore. Uno strano capellino era posto sul suo capo, i capelli solitamente lunghi erano bloccati in una elegante crocchia. Aveva un espressione calma e nei suoi occhi dorati sembravano non esserci cattive intenzioni. Si alzò dal suo trono e camminando raggiunse i due, un sorriso delicato e caloroso comparve sul suo volto dai lineamenti affascinanti e giovani. Racchiuse le mani di Karin nelle proprie e la ragazza sebbene sorpresa non ebbe cuore di ritrarsi puntando i suoi occhi in quelli del imperatore e ricambiando appena quel sorriso.

“Benvenuti! Io sono Hotohori, ho atteso così tanto di conoscervi Sacerdotessa di Suzaku. Ho molto da spiegarvi” le disse quasi con entusiasmo sincero

Karin sembrò confusa, quello strano tizio bello come una ragazza aveva appena detto che lei era una sacerdotessa? Come una miko? E cos'era Suzaku?

“ Senti...imperatuccio mi spiegheresti meglio? Cos'è Suzaku e perchè mi chiami sacerdotessa? Sono una studentessa e basta!” Disse allontanandosi facendo qualche passo indietro.

Hotohori sembrò a sua volta sorpreso dalla reazione della ragazza. Mise le mani nelle maniche annuendo in risposta e cercò con un ulteriore sorriso gentile di rassicurare Karin.

“ È stato predetto che in tempi di caos e disordine...quando il regno di Konan sarà in pericolo, al di là dei cieli di questo mondo, da un mondo differente discenderà una fanciulla. Ella sarà la Sacerdotessa di Suzaku il dio protettore di Konan. Grazie a lei i Seishi di Suzaku saranno riuniti e il dio verrà evocato portando prosperità e salvezza” disse Hotohori
“ ...sarei...sarei io questa sacerdotessa?” Domandò la ragazza in un fil di voce

Hotohori annuì per poi compiere quello che per Karin fu un gesto davvero inaspettato. Si inchinò con la fronte rasente al terreno e stesso fecero tutti i presenti, le guardie e perfino la servitù del palazzo.

“ Vi prego mia sacerdotessa, trovate i sette Seishi di Suzaku, evocate il dio e salvate il regno di Konan! Abbiamo bisogno di voi”

la ragazza indietreggiò nuovamente sotto lo sguardo dei presenti. Tamahome che era rimasto al suo fianco per tutto il tempo, ascoltando le parole del imperatore, fece un passo avanti e poggiò la mano sulla spalla della rosa, forse nel tentativo di calmarla.

“ Non sarete sola. Inoltre...avete già incontrato due dei Seishi di Suzaku“ le disse Hotohori e in quel' momento comparve un ideogramma sul lato sinistro del suo collo che brillò di un rosso acceso. Karin si ricordò quando la stessa cosa era successa a Tamahome che sbalordito si toccò appena la fronte manifestando il proprio ideogramma.
“ Come pensavo. Anche tu sei un Seishi di Suzaku non è così?” Disse l'imperatore rivolto a Tamahome.

Il ragazzo si toccò la fronte con due dita, ricordava bene quando al villaggio veniva preso in giro proprio per quello strano ideogramma e anche le parole di suo padre sul fatto che prima o poi avrebbe compreso il significato in esso e il suo destino. Lui che al fato non ci credeva poi così tanto ora era davanti al evidenza, gli era chiaro il vero significato del ideogramma e del nome con il quale era conosciuto.

“ Non ho mai saputo che cosa significasse veramente. Ho questo ideogramma da quando sono nato e lo stesso si può dire per le mie capacità” disse
“ può essere sorprendente scoprirlo. Tu possiedi l'ideogramma di demone sei nato sotto la costellazione di Tamahome esattamente come io che possiedo l'ideogramma di stella sono nato sotto quella di Hotohori. Il nostro compito come Seishi di Suzaku è di proteggere la sacerdotessa nella sua ricerca” spiegò con una certa serietà Hotohori

Tamahome si lasciò andare a un sospiro tirato osservando poi Karin al suo fianco. La ragazza vedendo inginocchiarsi praticamente l'intero palazzo sembrava un po a disagio e nel panico, ma accortasi dello sguardo del giovane sollevò il capo con decisione e puntò il dito proprio verso l'imperatore

“ voglio mangiare, farmi un bagno caldo, dei vestiti puliti e naturalmente farmi una bella dormita! “Disse decisa

tutti a quelle richieste estremamente dirette restarono attoniti, Tamahome portò la mano davanti alla bocca soffocando una risata mentre Karin ancora in quella posizione stava arrossendo sulle guance dal imbarazzo. Hotohori si alzò e schioccò le dita di colpo.
Subito tre ancelle si presentarono al suo cospetto, erano incantevoli nei loro ampi ambiti più discreti di quelli del imperatore ma sempre molto belli e colorati.

“Avete sentito il volere della nostra sacerdotessa? Conducetela nelle sue stanze ed eseguite tutte le sue richieste! “ Ordinò l'uomo serio

le tre ragazze annuirono e condussero Karin fuori dalla stanza del trono. La ragazza si voltò preoccupata verso Tamahome che per rassicurarla le fece u sorriso e un cenno di assenso, se la sarebbe cavata benissimo e lei doveva pensare a se stessa ora. Seguì le tre ancelle lasciando soli i due uomini nella sala del trono.

****

A Shunrou la capitale del impero di Kuto si respirava una atmosfera decisamente pesante. L'imperatore era seduto al suo trono, circondato da donne con vesti trasparenti che mettevano in risalto corpi sensuali e volti affilati come quelli di volpi affamate di lussuria e potere, stava attendendo buone notizie.

In quel momento, fece il suo ingresso lo shogun del regno, Nakago si diresse verso il trono e inginocchiandosi su una gamba protese il capo verso il basso in attesa di ricevere parola dal imperatore.

“ Nakago! Attendevo il tuo ritorno, spero tu abbia buone notizie. La sacerdotessa è stata trovata?”

La voce del imperatore Xiao Kouhatei raggiunse le orecchie di Nakago. Era un uomo decisamente sgradevole e che lui, aveva sempre odiato con tutto se stesso. Da quando era arrivato al palazzo ed era diventato lo shogun non riusciva nemmeno a tollerare l'esistenza di un tale maiale lussurioso. Eppure per il bene del suo obbiettivo finale, era sempre stato umilmente ubbidiente soffocando l'odio e il disgusto in favore del momento giusto, il momento che era arrivato con l'apparizione di quella ragazza della sacerdotessa di Seiryu.

L'uomo si alzò annuendo a quella domanda e si voltò immediatamente verso la scalinata. Ayame scese lentamente indossando un abito viola e azzurro, aveva i capelli raccolti con una ciocca che le sfiorava delicatamente la guancia. La arrotolò dietro l'orecchio con un delicato gesto mentre tenendo l'ampia gonna con una mano raggiungeva Nakago.

L'imperatore ignorando le donne che aveva attorno, si alzò di scatto dal trono esibendo sul volto d'uomo maturo un sorriso quasi lascivo nei confronti della ignara e timida giovane. Ayame che avrebbe voluto il riparo delle braccia di Nakago osservò l'uomo dinanzi a lei con il terrore di un coniglio davanti a un lupo feroce, peccato solo che quello non fosse un lupo ma bensì un facocero dalla barba nera piuttosto lunga e il ghigno perverso.

“ Incantevole...quindi lei è la nostra sacra sacerdotessa è così Nakago?!” Domandò l'imperatore di Kuto quasi scoppiando in una risata.
“Si vostra maestà. Questa fanciulla è l'unica e sola sacerdotessa di Seiryu. Ayame quest'uomo è l'imperatore del regno di Kuto, Xiao Kouhatei” disse lo shogun intimando la ragazza ad avanzare

Ayame si fece coraggio e nonostante le risatine delle donne attorno al trono e al imperatore, la ragazza si esibì in una riverenza elegante chiudendo gli occhi.
“Incantata. Vi ringrazio per l'ospitalità sire” sussurrò la ragazza

l'uomo fece un sorriso e avvicinandosi le sollevò con uno scatto il volto osservandola, quasi estasiato come un bambino con un giocattolo nuovo, la attirò più vicina e le passò le mani sui fianchi. Nakago vedendo il disagio negli occhi di Ayame si avvicinò e chinando il capo rispettoso si rivolse al suo imperatore con il tono più accomodante che era in grado di usare.

“ Mio signore, la sacerdotessa necessità di riposo. Giungere da un altro mondo l'ha stancata molto.” Si limitò a dire il biondo
“ capisco. Si, si portala via, Nakago occupati di lei e trova i Seishi, ti affido l'incarico!” Disse sbrigativo e seccato il sovrano, tornando poi a sedersi e ad accarezzare le donne chiamate per compiacerlo.
“Sarà fatto mio signore. Radunerò i Seishi di Seiryu come avete richiesto e mi prenderò personalmente cura della sacerdotessa”

Ayame seguì il biondo soffocando il disgusto alla vista della lussuria lascivia del imperatore. Strinse i pugni fino a quando non furono nuovamente nella sua stanza, una bellissima camera lussuosa ed elegante nella quale troneggiava un grande letto a baldacchino con la gigantesca statua dorata di un drago. La ragazza sbalordita da tanto lusso si avvicinò e accarezzò delicatamente la statua osservandone la fattura e gli occhi, due zaffiri splendenti che le ricordarono gli occhi di Nakago.

“Quell'uomo spregevole è davvero l'imperatore? Provavo disgusto solo a guardarlo” disse fredda la ragazza rivolgendosi allo shogun in piedi davanti alla porta chiusa.
“ Non temete Ayame. Finché sono con voi, nessuno vi farà del male. Voi siete la nostra sacerdotessa, nemmeno l'imperatore sarebbe così stupido da tentare di farvi qualcosa.” Disse l'uomo
“ esattamente...che cos'è questa storia della sacerdotessa? “

Chiese la ragazza in quel momento. Non aveva avuto molte risposte e naturalmente era preoccupata anche per la sorella. Possibile che anche Karin si trovasse da qualche parte in quello strano mondo spaventoso e misterioso?
Nakago restò in silenzio qualche minuto prima di parlare nuovamente mostrando una pergamena in carta azzurra alla giovane fanciulla.

“ È stato predetto che una ragazza di un altro mondo verrà per salvare il nostro. La sua venuta porterà prosperità e buona sorte. Voi Ayame siete la sola e unica sacerdotessa del dio Seiryu” le disse l'uomo inginocchiandosi al suo cospetto con lo sguardo a incatenare quello di lei.
“ Il vostro compito è di riunire i Seishi di Seiryu, i guerrieri che hanno il compito di proteggervi. Dopodiché dovrete evocare il dio con i vostri poteri di miko, solo così il nostro mondo sarà in pace.”

Le disse prendendole la mano, la sfiorò il dorso con un lieve bacio tenendola stretta nella sua. Ayame a quel gesto arrossì vistosamente ma il disagio che provò scomparve a quelle parole. Lei era la sola sacerdotessa l'unica e indispensabile per la salvezza del mondo. Quella sensazione di necessità e importanza la faceva sentire incredibilmente bene.

“Esprimerete i desideri immagino, una volta che avrete ottenuto il potere di Seiryu...”

Quella frase che a chiunque sarebbe potuta suonare una casualità, in realtà era stata perfettamente calcolata da parte dello shogun. Lui non era solo un abile guerriero e uno stratega in grado di volgere le situazioni a suo vantaggio, era anche abile con le parole. Sapeva perfettamente come spingere qualcuno a fare ciò che voleva e aveva compreso quali catene avrebbe potuto usare per legare a se quella ingenua ragazza.

“ Desideri? Vuoi dire che posso esprimere dei desideri?”

Sul volto dello shogun si dipinse un lieve sorriso soddisfatto da come le cose stavano andando. Si alzò da terra annuendo e fece alzare la ragazza prendendola delicatamente per mano. Ayame sembrava sorpresa dalle sue parole quasi fosse entusiasta al idea di poter realizzare tutti i suoi desideri e speranzosa che l'uomo non stesse scherzando.

“ Si racconta che una volta evocata, la Bestia Divina conceda tre desideri alla sacerdotessa. Si non vi è dubbio che potrete realizzare i vostri desideri Ayame”

Ayame sorrise e si lasciò scivolare sul letto osservando il soffitto. Sollevò una mano verso l'alto chiudendola a pugno con lo sguardo quasi perso. Sembrava pensierosa e Nakago per un instante si chiese come mai la ragazza fosse così cupa, distante e al tempo stesso così alla ricerca di qualcosa da parte degli altri. Amore, riconoscenza, affetto, fiducia o forse semplicemente riconoscimento, una ragione per essere vivi. L'uomo si perse in quel pensiero per un istante.

“ Se tu potessi avverare un desiderio...quale sarebbe, Nakago?”

Quella domanda così inaspettata lo fece sorridere lievemente. Si sedette quando anche la ragazza si mise seduta. Intrecciò le mani davanti a se e prima di risponderle sembrò pensarci.

“ Il potere per proteggere chi mi circonda. L'ho imparato sulla mia pelle solo il potere può proteggere. Chi ha il potere è in grado di proteggere chi non ne possiede.” Spiegò l'uomo

Ayame rimase estremamente colpita da quelle parole. Si sarebbe aspettata di tutto ma non certo quello. Un dolce e lieve sorriso si dipinse sul suo volto, la ragazza si mise seduta e allungò la mano verso quella di Nakago, fu un contatto fugace e semplice, non durò che pochi secondi ma l'uomo ne percepì chiaramente il calore. Mentre parlava con lei si sentiva tranquillo una sensazione che Nakago non provava effettivamente da tempo ormai.

“Penso di non avere dei desideri così io. Suppongo...di essere egoista. “Disse la ragazza

quelle parole sorpresero un po l'uomo che la guardò interrogativo. Ayame si avvicinò fino a far sfiorare i loro fianchi. Teneva lo sguardo un po basso mentre parlava con Nakago, quasi si stesse vergognando.

“ ...se davvero i desideri sono solo tre, suppongo vorrei usarli per me stessa. Se potessi...se potessi chiedere davvero qualsiasi cosa io...”

La ragazza sembrò esitare e lasciò in sospeso il resto delle parole che stava per dire. Nakago decise immediatamente di approfittarne per stringere su di lei quelle catene invisibili che la stavano imprigionando sempre di più attirandola in una seducente trappola dalla quale uscire sarebbe stato alquanto arduo. Con uno scatto deciso l'uomo se la portò al petto e lentamente cominciò ad accarezzarle i capelli, passando le dita tra di essi con gentilezza.

“ Non importa. Non ha importanza se siete una donna egoista. Voi siete la sacerdotessa di Seiryu, avete il potere di realizzare qualsiasi cosa vogliate. Siete...come una dea. “

Le disse sollevandole il capo e solo in quel momento l'uomo si rese conto che Ayame stava piangendo. Quella vista gli fece provare un po di pena per la ragazza. Non aveva certo scelto lei di diventare la sacerdotessa ne quello che le era e le stava capitando era colpa sua.
”perché piangete? Ayame, voi potete essere egoista. Cosa desiderate? Io esisto per questo per realizzare i vostri desideri, esisto per voi” le disse serio.

Ayame cercò immediatamente riparo nelle braccia del uomo, poggiò la fronte contro il suo petto allenato e muscoloso e le braccia cinsero la vita di lui quasi esitanti e tremanti. Nakago rafforzò un instante quella stretta sulla ragazza per darle quello che in fondo aveva sempre desiderato. Era facile raggirare le persone che non avevano nulla, quella ragazza era affamata di amore, affetto, comprensione e tutte quelle miriadi di emozioni che lui ormai non riusciva più a provare o anche solo a desiderare.

Erano inutili, erano cose superflue. 
come sarebbe stata superflua quella ragazzina una volta portato a compimento il suo ruolo.

Nakago chiuse gli occhi e rimase lì in quella posizione, stringendo Ayame in silenzio l'uomo biondo pregustò il momento della sua vittoria della sua vendetta. E per realizzarlo, era disposto anche a mentire a essere usato, si sarebbe volentieri prestato a quel insulso gioco diventando quello che quella ragazza voleva. E una volta raggiunto il suo obbiettivo...

“Adesso dovreste riposarvi. Provvederò a farvi mandare qualcuno perché si occupi di voi, Ayame vi prego di non fare nulla di inutile. Mi occuperò io di tutto anche per quanto riguarda i vostri guerrieri” le disse accarezzandole la guancia

la ragazza si limitò a bearsi di quel gesto che per lui in realtà era meccanico, necessario ai fini del suo obbiettivo.
“ Va bene. Riposerò un po...ti prego sii prudente. E per favore se scopri qualcosa di mia sorella, ti prego di dirmelo subito. Potrebbe essere in pericolo, dobbiamo salvarla a qualsiasi costo!”

Il castello di carte mentale di Nakago crollò rovinosamente a quelle parole. Se le due sacerdotesse si fossero incontrate il suo piano avrebbe potuto risentirne. Rimase in silenzio poi le accarezzò nuovamente il capo con gentilezza e deciso a far nascere il seme del dubbio si annuì sorridendole lievemente.

“ Ayame voi...siete certa che vostra sorella non sia in rintracciabile per sua scelta? Sono passati pochi giorni è vero, ma non ho ricevuto alcuna notizia di una ragazza che vi stesse cercando. “Cominciò a dire senza smettere di accarezzarla.

Ayame sgranò gli occhi e a quelle parole indietreggiò guardandolo. Strinse i pugni chiedendosi in cuor suo se non avesse ragione lui. Karin la stava davvero cercando? La ragazza rimase in silenzio ma abbassò lo sguardo evitando volutamente di rispondere al biondo che facendo un inchino si avviò fuori dalla porta chiudendosela alle spalle. Quando fù da solo un sorriso sibilino increspò le sue labbra.
Tutto stava andando come voleva lui, il seme del dubbio era stato appena piantato nel cuore della sacerdotessa di Seiryu, era il suo compito ora coltivarlo fino a far nascere uno splendido fiore di odio e rancore.

Angolo della sacerdotessa delle stelle (io) e Suzaku e Seiryu (non ci pagano abbastanza cit)

ohilà! Ben ritrovati! Con queste parole vi ridò il benvenuto nella storia di Karin e Ayame. Che dire? Abbiamo le prime spiegazioni e i primi momenti interessanti. Le nostre eroine (Karin eroina coff coff) hanno scoperto di essere le sacerdotesse e di avere un compito. A modo loro lo hanno accettato avvicinandosi a loro volta ai due personaggi loro salvatori. Da una parte Karin e Tamahome e dal altra Ayame e Nakago. Ma se il primo è un ragazzo tutto sommato altruista l'altro il grande Shogun è molto misterioso e sembra avere un suo personale obbiettivo
nel prossimo capitolo rivedremo di nuovo Karin e comincerà il viaggio alla ricerca dei sette Seishi di Suzaku.
Per terminare questo angolo vi lascio una veloce carrellata di tutti i pg apparsi sia canon che oc (ovviamente i più importanti)

AYAME AIKAWA




KARIN AIKAWA





HOTOHORI IMPERATORE DI KONAN
 



TAMAHOME



NAKAGO

 
  
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