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Autore: DarkDemon    18/10/2023    4 recensioni
[STORIA INTERATTIVA - FINO AL 17 SETTEMBRE]
Esistono domande in questo mondo che non sono fatte per essere poste. Quesiti silenziosi destinati alla quiete delle proprie menti. I più coraggiosi vi riflettono e provano a rispondervi con la propria fantasia, i più saggi semplicemente le ignorano.
Questo gli studenti della Scuola Internazionale di Magia per Giovani Ibridi lo sanno bene, probabilmente meglio di chiunque altro.
Regola numero uno del bravo SIMGIno: mai e poi mai chiedere come si è stati concepiti.
♢♢♢♢
Ci troviamo alla Scuola di Magia Internazionale per Giovani Ibridi. Un nome orribile che tutti odiano. Di cosa si tratta? Una scuola gemella ad Hogwarts, recentemente istituita in Irlanda, per ospitare tutti quei maghi che hanno origini mostruose/maghi vampirizzati/lupi mannari/maledictus che nelle normali scuole di magia si sentono fuori posto. Alla SIMGI vengono offerti spazi adeguati ad ogni esigenza, corsi per controllare i propri poteri e antidoti per quelle occasioni dove la forza di volontà non è abbastanza.
Sta iniziando il trentesimo anno dalla sua fondazione e per celebrare il corpo docenti ha intenzione di iniziare una nuova ed agognata tradizione: il Prom.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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  Il trentuno agosto il Calderone Incantato diventava facilmente uno dei luoghi più affollati di Dublino. Ad essere sorprendente non era tanto la quantità di gente quanto la loro varietà. Studenti provenienti da tutta Europa pronti ad imbarcarsi l’indomani sulla Freccia di Éire, il treno incantato che avrebbe attraversato l’Irlanda, portandoli a Dunmore Head, e alla Scuola Internazionale di Magia per Giovani Ibridi, pronti ad iniziare un nuovo anno.
  Il chiasso nella Hall della locanda era, come sempre, eccessivo, ricco di studenti che si salutavano dopo la pausa estiva, o spaurite matricole, che guardavano quel connubio di mezzi mostri così mal assortito. In un angolo un piccolo ragazzino in sedia a rotelle cercava disperatamente di farsi strada verso il front desk, mentre un capannello di ragazze si confrontava sui materiali necessari per il nuovo anno, per assicurarsi di non star scordando nulla.
  
Seduto ad uno dei numerosi tavolini, tuttavia, c'era un ragazzo dai ricci scuri, seduto tranquillo e con il volto fin troppo sereno per una persona immersa in un caos del genere. Nonostante lo sguardo verde fosse perso davanti a sé, le orecchie caprine sulla sua testa si muovevano invece attente, reattive agli svariati suoni che le raggiungevano. Picchiettava distrattamente un ritmo sul bicchiere vuoto, che accompagnasse una delle numerose melodie che la sua mente era riuscita ad evincere da quel caos. Ad Aaren il chiasso non aveva mai recato particolare fastidio, proprio perché era in grado di trovare pattern e suoni armonici anche nel più grande dei casini. La sua mente era alla costante ricerca di una melodia nascosta o un ritmo segreto, un filo d’argento che legava ogni suono, facendo del rumore una nota e del caos una musica. Sbrigliava i suoni come le mani abili di una sarta erano in grado di trovare senza fatica il bandolo di una scomposta matassa.
  
Immerso com’era nel suo ascolto non aveva neppure notato la figura che gli si era parata davanti, un sorriso divertito dipinto sul volto, che lo stava chiamando ormai già da diversi secondi. Con un piccolo sbuffo prese uno dei tovaglioli abbandonati sul tavolino, lo accartocciò velocemente per poi lanciarlo in faccia al poverino che, sussultando, riprese finalmente coscienza dello spazio in cui si trovava.
  
Dopo qualche secondo di spaurita confusione, Aaren riuscì finalmente a mettere a fuoco la figura davanti a sé, le lunghe trecce bionde e le mani sui fianchi, in attesa.
  
«Venus!» Esclamò saltando in piedi e allargando le braccia, in attesa di un abbraccio che la coetanea non esitò nemmeno un secondo ad elargire. I due ragazzi condividevano non solo la stessa età, ma anche il medesimo dormitorio, e nel corso degli anni avevano avuto modo di costruire un rapporto saldo e stretto.
  
Quando sciolsero finalmente l’abbraccio Aaren scostò la sedia di fronte a sé, invitandola a sedersi con lui.
  
«Quando sei arrivata?» Domandò, dando una sistemata al tavolo che ancora recava i resti della sua colazione.
  
«Ieri sera, non era nei piani ma sono collassata sul letto ancora vestita e non sono riuscita nemmeno a mangiare.» Lamentò la ragazza, seguendo con gli occhi dorati ciò che l’amico stava facendo. «Per fortuna che le cucine sono sempre aperte, perché mi sono svegliata alle quattro con una fame atroce.» Continuò con un sospiro.
  
«Immagino! Io sono arrivato due giorni fa, dovevo comprare ancora un sacco di libri.» Si lamentò il ragazzo, grattandosi il naso.
  
«Sono cresciute un sacco!» L’esclamazione di Venus lo colse di sorpresa, non capendo esattamente a cosa si riferisse, non fino a che la ragazza allungò la mano per carezzargli le corna ai lati della testa. Star dietro ai repentini cambi di argomento della compagna risultava certe volte complesso, ma dopo sei anni Aaren riteneva di averci fatto abbastanza il callo. 
  
«Oh, queste…» Si strinse nelle spalle, allungando una mano per tastarle a sua volta. «immagino di sì!» A lui non parevano particolarmente diverse da come le aveva lasciate tre mesi prima, ma evidentemente il cambiamento era sufficiente perché l’amica lo notasse, aveva sempre avuto un grande spirito di osservazione, nonostante amasse impiegarlo per le cose più futili.
  «Dunque, secondo te cosa faranno?» Un’altro cambio di argomento, un’altro pensiero che aveva chiuso con decisione la nuova discussione che nemmeno aveva fatto in tempo a partire prima che Venus la bloccasse, un nuovo improvviso filo di pensieri ad attraversarle la mente.
  
«Eh?» Fu l’assente risposta del ragazzo, che questa volta non era riuscito ad evincere di cosa la compagna stesse parlando, non un consiglio leggibile nello sguardo chiaro che la ragazza aveva posato pigramente su di lui, il viso poggiato alla mano.
  
«Per l'anniversario, hai preso parte alle scommesse?» Chiese. Era piuttosto sicuro che glielo avesse chiesto anche all termine dell’anno precedente, ma Venus non era famosa per ricordarsi le cose, o meglio, era una botte di ferro quando si trattava di cose che la interessavano, altrimenti le informazioni le entravano da un orecchio per poi uscire dall’altro, non importava che le “informazioni inutili” fossero il tuo compleanno o la data di consegna di un compito importante.
  
«Oh, non lo so, ma spero una festa o simile. » scrollò le spalle. Non poteva negare di non averci pensato, durante quell’estate. Suo nonno era un satiro, lo spirito delle feste gli scorreva nel sangue, era il suo elemento naturale, e non poteva che sperare che venisse organizzato qualcosa di anche solo lontanamente simile. «Se non lo fanno loro lo farò io.» Aggiunse, strizzando l’occhio alla compagna.
  
Venus si aprì in un ghigno che prometteva nulla di buono, mettendo in mostra i quattro affilati canini, che di certo non aiutavano a rendere l’espressione meno inquietante. «Hai già idee?» Domandò allungandosi sul tavolo.
  
«Solo un paio, ma è l’ultimo anno, e ce ne andremo con il botto.» Aaren si avvicinò a sua volta, in modo da poter parlare a bassa voce con la compagna. Erano entrambi ben consapevoli che quella tattica aveva un'efficacia relativa in un luogo del genere, dove ben più di una persona avevano un udito maggiore del normale, loro due per primi, ma dove sarebbe stato altrimenti il brivido delle feste clandestine se non si trattavano come tali?
  
«Ci tengo a ricordare che Elke ha compiuto i diciotto anni e ha un bellissimo documento che non vede l’ora di mostrare ad ogni droghiere.» 
  
«E perchè toglierle questo piacere, io mi chiedo!»

 

♢♢♢♢

 

  Adalie Vogel, conosciuta ai più come Elke, entro quasi come evocata in quell’istante nel salone. Levò gli occhiali da sole con un gesto secco, infilandoli nella camicia e ravviandosi i capelli con l’altra mano. Fece vagare appena lo sguardo sui presenti, come a controllare che tutti quanti si fossero accorti della sua entrata teatrale, cosa che, in realtà, non era avvenuta. I presenti erano senz’altro troppo impegnati con i fatti propri per notare l’entrata della giovane vampira. 
  
Con uno sbuffo e una scrollata di spalle, arresasi al fatto che nessuno avesse notato la sua presenza, se non il povero ragazzino del terzo anno che dietro di lei cercava di superarla per poter entrare a sua volta, la ragazza si spostò di lato, scandagliando la stanza alla ricerca di un volto amico. Riconobbe molti volti ma non fece in tempo a decidere chi fosse più degno della sua presenza che una ragazza dalla pelle scura le si parò davanti, fermandola.
  
«Buongiorno Elke!» Esclamò la nuova arrivata, che si rivelò essere Maelys, una coetanea di Bronze Fang. 
  
«Mae!» Con un sorriso le tirò in un abbraccio, schioccandole due baci sulle guance, in un gesto che l’altra si trovò a ricambiare con un sorriso.
  
Le due ragazze si erano conosciute l’anno precedente, che in realtà si era trattato del primo anno per la neo-vampirizzata Elke, al club di teatro. La mora era rimasta a dir poco deliziata nel sapere che quel club fosse già presente e vi si era inserita a gamba tesa, proclamandosi, non senza un pelo di arroganza, la sua stella più brillante. Maelys, al tempo vice del club, l’aveva lasciata fare con un sorrisetto divertito, consapevole che la parte più amministrativa e di vera gestione del club sarebbe, con ogni probabilità, ricaduto comunque su di lei. 
  
«Come hai passato l’estate?» Domandò la maggiore, prendendola sotto braccio e trascinandola con decisione al tavolo vuoto più vicino, rubando lungo il tragitto uno dei foglietti del menù dal bancone della gastronomia.
  
«Non molto, tranne ad inizio aprile!» Scrollò le spalle Maelys «Sono andata quattro giorni a Palermo per seguire mia madre, aveva una tappa là!» Sorride. La madre di Maelys lavorava in una compagnia teatrale magica e non era raro che la ragazza la seguisse in giro.
  
«Davvero?! Noi ci siamo passate a fine agosto, era l’unica tappa del tour!» Anche Elke aveva l’abitudine di girare in giro per il mondo durante l’estate, seguendo alcuni membri del suo clan, parte a loro volta di una troupe teatrale.
  
La sorpresa delle due ragazze nello scoprire le loro origini simili era ciò che le aveva fatte legare da subito, felici di aver trovato qualcuno con cui potersi confrontare. Nei loro cuori avevano iniziato già a programmare una tournée in collaborazione tra la compagnia francese di Maelys e quella tedesca di Elke.
  
«Bellissima non è vero? Ho sfruttato l’occasione per  girarmela un po’, oltre a mangiare una quantità di gelato decisamente eccessiva…» Ridacchiò Maelys, giochicchiando distrattamente con una delle innumerevoli treccine bionde che le ricadevano sulle spalle.
  
«Ti credo…» Fu la risposta un po’ mesta di Elke. Nonostante fossero passati quasi due anni dalla vampirizzazione non si era ancora abituata a come il cibo avesse perso il suo sapore. Fortunatamente non del tutto, ma era come aver sempre il naso tappato e tutti i gusti erano ovattati e deboli. Questo di certo non l’aveva fermata da mangiarsi una media di due gelati al giorno, anche per sopperire al caldo torrido, ma avrebbe voluto poterseli gustare quanto Maelys.
  
«Dunque, pensavo, è il nostro ultimo anno, no?» Esclamò la maggiore, cambiando di colpo argomento e riprendendosi dalla vaga tristezza che di appena pochi secondi prima. «E quindi dobbiamo andarcene con il botto. Ho stampato questi!» Sbatté sul tavolo un foglietto rosa fluo un po’ stropicciato, un'espressione trionfante sul volto.
  
Maelys lo prese con un sopracciglio inarcato, dopo una veloce lettura si rivelò essere un volantino promozionale del club di teatro, scritto con ritagli di giornale in quello che, probabilmente, doveva essere un tentativo artistico della compagna, che risultava però in qualcosa più simile ad una lettera minatoria che altro. «E li hai distribuiti in giro?» Chiese, un filo di apprensione nella voce che suo malgrado non fu del tutto in grado di mascherare, per fortuna Elke non era il tipo da prendersela per queste cose, o forse nemmeno le notava.
  
«Esatto! Non possiamo rischiare che chiudano il club per mancanza di membri, la nostra eredità deve proseguire anche il nostro diploma!» Annuì con decisione, prendendole dalle mani il volantino e osservandolo con fierezza. «Anche se non sarà di certo più lo stesso senza la mia presenza.» Aggiunse, affranta.
  
«Beh, non siamo messi troppo male, in realtà. Siamo tra i club più grandi della scuola.» Le fece gentilmente notare la compagna, fortunatamente molto più tranquilla e assennata.
  
«Certo, ma è pieno di vecchi, di matricole ne abbiamo poche, quindi domani alle nove welcome day per le matricole, nell’aula vuota del terzo piano! Ho già scritto tutto, vedi?» E con fierezza le mostrò di nuovo il volantino, indicandole il fondo dove una grossa scritta invitava tutti a presentarsi.
  
«Ho visto, ma Elke, tesoro, domani alle nove le matricole stanno esplorando le loro nuove sale comuni, non credo avranno tempo di venire da noi! Per non parlare che saremo tutti quanti stremati dal viaggio…» Parlare con la ragazza era sempre una questione un po’ delicata, non perché particolarmente irascibile, ma perché tendeva a procedere come un treno una volta che si era fissata su qualcosa. Certo Maelys non era da meno, ma riteneva le proprie idee, generalmente, un filo più… assennate. «Possiamo fare dopodomani, vedilo come un investimento, sacrifichi un giorno per avere però la possibilità di avere più studenti.» Cercò di spiegare, guardandola con attesa, sperando capisse.
  
Dopo alcuni secondi in cui fissò il volantino con lo sguardo corrucciato, Elke finalmente sospirò «Va bene, ma vai dirlo a tutti quanti».
  
Onestamente a Mealys andava bene così, tanto era certa che a quella riunione non si sarebbe presentato proprio nessuno.

 

♢♢♢♢

 

  Aster rilesse la lista di libri che teneva tra le mani e guardò il cestino che portava al braccio, assicurandosi un’ultima volta di avere tutto quanto. Anche quell’anno, come gli scorsi, accanto a “Storia della Magia” due grandi stanghe diagonali segnavano che non sarebbe stato necessario acquistare alcun libro, e se fino ad allora Aster aveva accettato la cosa, quell’anno avrebbe dovuto sostenere i M.A.G.O. e un supporto non gli sarebbe affatto dispiaciuto.
  
Mancavano due persone davanti a lui per la cassa quando con uno sbuffo decise che si sarebbe concesso quell’investimento, girò i tacchi e si diresse verso la sezione di Storia della Magia.
  
L’angolo in fondo a destra della libreria era come sempre vuoto e impolverato poiché erano molte poche le persone che vi si addentravano per puro interesse personale. Fu per questo motivo che quando Aster vi trovò qualcuno non poté fare a meno che esprimere il proprio stupore alzando le sopracciglia. Avvicinandosi poté riconoscere Theodore, un coetaneo Golden Scale. Erano entrambi molto bravi in erbologia e avevano avuto modo di chiacchierare più d'una volta trovandosi in serra per studiare.
  
«Ciao Teddy.» Lo salutò gentilmente. Nonostante il tono di voce morbido e gli si fosse affiancato piano, il biondo sussultò appena, sorpreso. Il ragazzo aveva la tendenza a perdersi molto tra le nuvole e se certe volte bisognava chiamarlo più volte per attirare la sua attenzione, altre un semplice saluto lo faceva spaventare come una cannonata.
  
«Oh, Aster!» Rispose una volta che riuscì a riconoscere il nuovo arrivato come una faccia conosciuta. Era estremamente timido e spesso faticava nelle situazioni sociali, e per questo vedere qualcuno che conosceva gli alleggerì un peso significativo dal petto. 
  
«Passata bene l’estate?» Theodore tendeva a parlare con la voce ridotta ad un sussurro, temeva infatti la potenza che derivava dal sangue banshee che gli scorreva nelle vene.
  
«Molto bene, grazie. Ti sei alzato ancora!» Gli rivolse un sorriso cordiale, tinto appena di una punta di divertimento. Theodore era sempre stato il ragazzino alto delle classi, ma quell’estate doveva aver certamente superato il metro e ottanta, il che faceva un po’ ridere, considerato il suo carattere chiuso e timido.
  
«Dici? Me lo hanno già detto in tre…» Quasi a confermare l’ironia notata dal compagno, Theodore parve chiudersi su se stesso, incurvando le spalle come a cercare di apparire più piccolo.
  
«Pensavo di acquistare un libro per storia della magia, così per avere un supporto su cui studiare, senza dover fare i turni in biblioteca.» Aster decise che cambiare argomento sarebbe probabilmente stata l’idea migliore a quel punto, non volendo mettere il poverino ancora più a disagio di quanto già non fosse
  
«E’ una buona idea… ma tanto il professor Elkadi vuole che studiamo sugli appunti, no?» Una punta di interesse gli accese la voce, ancora bassa ma più vivace di quanto non fosse stata dall’inizio di quella conversazione.
  
«Lo so, certo, ma non può far male sapere qualcosa in più, no?» Scrollò le spalle, allungando la mano verso un grosso volume la cui spina recitava a grandi caratteri dorati: ‘Storia della Magia’ di Bathilda Bagshot; era piuttosto certo che i suoi compagni ad Hogwarts usassero quel libro.
  
«Certo, ma se le cose in più sono stronzate è abbastanza inutile!» Esclamò una voce brillante alle loro spalle, facendoli girare di colpo.
  
Theodore rischiò quel giorno un secondo infarto.
  
Alle loro spalle Mèabh, compagna di casa e coetanea di Aster, li osservava critica, le braccia conserte, i lunghi ricci rossi legati in una bassa coda che le scivolava su una spalla.
   
«Fatti un favore e non spendere soldi in quello!» Elaborò, avvicinandosi ai due ragazzi a passo svelto, prendendo il libro da un Aster piuttosto sorpreso e rimettendolo al suo posto.
  
«Non so il resto, ma la parte del piccolo popolo fa davvero pena.» Mèabh era in parte Fae e si era spesso fatta raccontare molto della storia del piccolo popolo da parte delle creature della sua coorte. Inutile dire che era rimasta scioccata nello scoprire che buona parte che i libri di testo dicevano era inesatta o incompleta. Una mancanza che non riusciva ad accettare a cuor leggero.
  
«Inoltre quest’anno studieremo le tre Guerre Fatate del novecento, rischi che ti dicano che le Fae della nuova scozia abbiano vinto il conflitto!» La ragazza fece scorrere gli occhi verdi sulla libreria, e quando finalmente individuò la sua preda spiccò un piccolo balzo, riuscendo a fluttuare poco più su di dove sarebbe dovuta arrivare, afferrando un libro dalla copertina verde sull’ultimo ripiano.
  
«Ecco qui, ‘Storia delle Fate, per davvero’ di Órfhlaith Bláthbeag. E’ uscito pochi anni fa. Questo è molto più accurato, Órfhlaith c’era quando si sono tenute le ultime guerre! Mi chiedo perchè ci abbiano messo così tanto a fare un libro del genere.»
  
Theodore, assolutamente pietrificato dal carattere estroverso ed espansivo dell’altra, non aveva cuore di dirle che erano alla ricerca di qualcosa che coprisse l’intero programma di storia magica, e non solo una virgola di esso.
  
«Grazie Mèabh, ma non credo di avere sei galeoni da spendere su tre mesi di programma. Sembra molto interessante però, spero lo abbiano già in biblioteca.» Declinò gentilmente Aster, continuando però a rigirarsi il libro tra le mani. «A questo punto penso andrò avanti con gli appunti come ho sempre fatto.» Sospirò, allungandosi sulle punte per riporre il libro, non riusciva ad arrivarci di appena qualche centimetro e prima che potesse chiedere qualcosa Theodore glielo prese gentilmente di mano con un sorriso riponendolo al posto suo.
  
«Bene, io andrò alla cassa, sono in giro da stamattina e ho una fame atroce. Se volete aggregarvi siete i benvenuti!» Lanciò un ultimo sguardo al cestino, per assicurarsi di avere tutto, per poi rivolgere la sua attenzione ai compagni, in attesa di una risposta.
  
«Mi va bene solo se mangiamo fuori. Al Calderone hanno fatto i broccoli e l’intero ristorante puzza di cadavere.» Storse il naso Mèabh, strappando una risata ad entrambe i ragazzi.
  
«Io devo ricontrollare un attimo la lista per assicurarmi di non starmi dimenticando nulla come l’anno scorso, ma mi aggregherei volentieri.» Theodore era tornato a chiudersi a riccio, preso dall’imbarazzo, ma non poteva rischiare nuovamente di presentarsi a scuola con metà del materiale.
  
«Nessun problema, Dory, da qui la lista, ti aiutiamo noi!» Rise Mèabh.

 

♢♢♢♢

 

  Faceva caldo, decisamente troppo per Seth che seduto al bar all’angolo di Funky Road beveva il proprio caffè ghiacciato, nel vano tentativo di alleviare il suo disagio. C’erano quindici gradi e addirittura il sole, decisamente troppo per il suo gracile fisico, abituato alle fredde temperature abissali. Erano anni che viveva in forma umana e che non tornava nelle profondità dell’atlantico dove era nato, eppure non si era ancora del tutto abituato. L’unica cosa positiva di quella situazione era che il sudore aiutava a tenerlo un minimo idratato, assieme agli eccessivi strati di crema che lo ricoprivano.
  
A pochi metri da lui, invece, dentro al bar Jelena era assolutamente deliziata dal clima di quella giornata. Ordinò con gioia un gelato a due gusti e un tè ghiacciato, pronta a gustarseli al sole, del tutto intenzionata a godersi i rari raggi, prima che la solita pioggia Irlandese li raggiungesse.   
  
«Seth, giusto? Posso sedermi qui, non ti disturbo!»
  
Il ragazzo, strizzò gli occhi, violacei dietro le lenti scure, nel tentativo di mettere a fuoco la figura davanti a lui, controluce. Riuscì a riconoscere una ragazza della sua casa, non era sicuro di saperne il nome, ma era sicuro di averla già vista, doveva essere un anno più piccola. Guardò prima lei, poi la sedia dall’altra parte del tavolino, facendo poi vagare lo sguardo attorno a sé, capendo che tutti i tavoli erano pieni di gruppetti di studenti.
  
Scrollò le spalle, facendole segno di sedersi pure.
  
«Grazie!» Jelena appoggiò il bicchiere e il gelato sul tavolino, prendendo poi la sedia per spostarla al sole, sedendosi con aria soddisfatta. Quando si allungò per recuperare il gelato incrociò lo sguardo del ragazzo, che la stava guardando con un’espressione comicamente tra lo sconvolto e il disgustato.
  
«Tu stai lì, prendo io la vitamina D per te.» Rise la minore, prendendo una gioiosa cucchiaiata dalla sua coppetta.
  
Seth ridacchiò appena, scuotendo la testa, non potendo ringraziarla a parole si limitò ad alzare la mano, mostrandole il pollice in su. La voce di Seth non era infatti fatta per attraversare l’aria, in cui risultava come un sibilo o fastidiosi suoni acuti. Ma piuttosto per la maggior densità dell’acqua, rendendolo quindi relegato praticamente al mutismo.
  
«Non preoccuparti, ho riapplicato la crema solare dieci minuti fa!» Lo rassicurò ulteriormente. Se c’era qualcosa a cui Jelena non poteva rinunciare era la propria cura personale. Oltre a lunghe e meticolose routine di skincare al mattino e alla sera, applicava religiosamente la crema solare ogni due ore.
  
Seth si indicò il petto, scrivendo poi con l’alfabeto muto il proprio nome, prima di puntare con decisione il dito verso di lei, in una chiara richiesta di sapere il suo nome.
  
«Jelena, sei venuto un paio di volte al club di teatro, no?» Domandò, ma in effetti non erano state così tante e non lo biasimava per non ricordarsi il suo nome, che era abbastanza particolare. «Puoi ricordare “Ile”, se ti è più facile.» Sorrise.
  
Seth ancora una volta alzò il pollice, levandosi gli occhiali in modo da rendere le sue espressioni più facilmente leggibili. Quando li sistemò tra i capelli bianchi ne approfittò per passarsi una mano sulla fronte e asciugarsi un po' di sudore, non nascondendo nemmeno troppo il suo disgusto nel farlo.
  
«Dovresti venire più spesso, sai? Un bel faccino come il tuo piacerebbe un sacco sul palco.» Lo prese in giro, rubando un sorso dal proprio tea ghiacciato. In realtà Jelena non era davvero parte intefrante del club di teatro, ma il suo club di cucito lavorava spesso in collaborazione con esso, e lo scorso anno Elke li aveva praticamente inglobati.
  
Il ragazzo, in tutta risposta sogghignò appena facendole l’occhiolino, in un gesto che la colse un poco di sorpresa, prima di sospirare come se nulla fosse stato ed indicarsi la gola alzando poi le spalle.
  
«Oh, vero. Beh ci sono tante cose che potresti fare, penso che siamo ancora a corto di un tecnico luci. Dovresti chiedere ad Elke, conosci Elke no?»
  
Come poteva non conoscerla, era l’esatto motivo per cui l’anno precedente era stato trascinato alle riunioni di quel club; la ragazza, nonostante fosse stata trasferita da Hogwarts quell’anno, aveva iniziato un assidua campagna di reclutamento. Dopo una lezione in cui si erano trovati vicini di banco lo aveva allegramente, per suo enorme disgusto, preso sottobraccio e trascinato all’incontro del club. Non era stato così male, certo, ma non aveva mai voluto darle la soddisfazione di aver avuto ragione. Era stato trascinato ad altri incontri nell’arco dell’anno, ma non trovando per sé nulla da fare ne aveva saltato la maggior parte. Aveva tuttavia il sentore che quell’anno la ragazzina di fronte a lui avrebbe dato volentieri man forte ad Elke per trascinarvelo il quanto più possibile.

 

♢♢♢♢

 

  L’indomani il treno sarebbe partito e quell’anno Lilith non era alle prese con frettolosi acquisti all’ultimo minuto. Non tanto a causa della disorganizzazione, ma si perdeva talmente tanto, saltellando da un amico all’altro, che finiva per relegare gli acquisti più importanti all’ultimo secondo. 
  
Quell’anno, invece, era arrivata un poco prima degli altri e per questo aveva già comprato tutto. Nel sole del primo pomeriggio si trovava a vagare per Funky Road, decisamente soddisfatta da se stessa, godendosi le vetrine dei negozietti di ninnoli che, normalmente, avrebbe saltato in favore di quelli con i materiali scolastici.
  
A catturare la sua attenzione fu un piccolo negozietto dagli infissi color lavanda, numerosi cristalli e campane a vento decoravano la vetrina e un cartello in legno accanto alla porta leggeva : “Cristalli, erbe e rune, tutto per la fattucchiera moderna”.
  
Ad una promessa del genere Lilith non poté che imboccare la porta con decisione, facendo risuonare la campanella appesa alla porta. Al suo interno un piccolo ambiente profumato di incenso rivelava scaffali di cristalli di tutti i tipi, dietro la cassa una grande parete di cassettini in legno prometteva un assortimento di erbe invidiabili e un paio di bancarelle di bigiotteria avevano radunato attorno a sé più di una ragazza.
  
Dopo aver dato uno sguardo in giro si ritrovò anche lei ad osservare i piccoli gioielli, che ad una veloce occhiata rientravano di più nel suo budget attuale.
  
Accanto a lei una ragazza dai capelli castano chiara soppesava incerta due paia di orecchini, chiaramente indecisa tra quale acquistare.
  
Lilith, che aveva la fastidiosa abitudine di impicciarsi un poco negli affari altrui, sbirciò appena i gioielli che la ragazza teneva tra le dita sottili. Erano identici, piccoli cerchietti dorati con un ciondolo di pietra rozza, uno paio era di un tono tra il verde e il blu, l’altro di un soffice rosa. Allungandosi appena Lilith riuscì a leggere anche le targhette: fluorite e quarzo rosa.
  
«Io andrei con quelli a sinistra.» Decretò, senza nemmeno presentarsi, un finto tono di disinteresse a tingerle la voce.
  
«Uh? Questi dici?» La sconosciuta si era voltata di scatto -un poco sorpresa e nemmeno del tutto certa che parlasse con lei- sollevando gli orecchini blu. Al cenno di assenso di Lilith tornò ad osservare i due gioielli, indecisa.
  
«Questi sicuramente andrebbero con i miei occhi, ma questi sono di un tono di rosa così carino!» Lamentò. 
  
In effetti, ora che l’aveva effettivamente vista in viso, la ragazza aveva brillanti occhi azzurri, che spiccavano sul bel viso abbronzato.
  
«Solo un motivo in più allora! Quella è fluorite, aiuta con la concentrazione e lo studio.» Non si sarebbe definita un esperta, ma era decisamente entusiasta di tutto quello che riguardava la parte più stereotipata e babbana della magia.
  
«Oh cielo, mi sarebbe utile per i M.A.G.O. in effetti!» L’interesse della castana per la pietra, pur non avendo ancora posato l’altro paio. «Comunque sono Chloe!» Esclamò, realizzando che ancora non sapeva il nome della misteriosa consigliera, così come lei per prima non si era a sua volta presentata.
  
«Lilith, piacere!» Rispose, un ampio sorriso sul volto dai tratti marcati. La scuola non era grande, ovviamente si erano già viste, ma complice anche la differenza di età, non erano mai arrivate al punto di presentarsi.
  
«E il quarzo, invece?» Chiese, guardando con con curiosità le piccole pietre rosa.
  
«Aiuta a rilassare, contro l’insonnia e la depressione, o anche la fatica mentale… ma è anche chiamata la pietra dell’amore ed è legata alla femminilità e l’affetto.» Snocciolò con praticità, prendendo una collanina che portava un ciondolo con la medesima pietra. 
  
«Oh, non così male! Però con gli esami… penso andrò con quelle blu, grazie allora!» Sorrise, riponendo il paio scartato, felice di aver risolto il suo dubbio. «Tu volevi qualcosa?» Chiese con curiosità; questa volta fu lei ad allungarsi per vedere cosa Lilith stava guardando.
  
«Se trovavo qualcosa di carino!» Sollevò un piccolo anello con una pietra lattiginosa e perlescente. «Tipo questa pietra di luna! Inoltre aiuta con la divinazione e mi farebbe molto comodo!» Costava cinque galeoni, sperava di trovare qualcosa a meno, ma realisticamente sapeva che difficilmente avrebbe potuto mai trovare pietre vere a prezzi così bassi. 
  
Con una scrollata di spalle cercò la taglia giusta e quando la trovò si diresse verso la cassa.
  
«Sei stata veloce!» Constatò Chloe, trotterellandole dietro, un poco sorpresa da come la ragazza era scattata via, lasciandola non poco confusa alla bancarella.
  
«Oh? Sì beh, mi piaceva» Lilith era decisamente una persona impulsiva, e raramente si fermava davvero a riflettere sulle proprie azioni con così tanta attenzione. Ci aveva pensato velocemente e non c’erano veri rischi o lati negativi in quell’acquisto, quindi perchè temporeggiare tanto.
  
Uscirono assieme dal negozietto, dopo aver completato i propri acquisti, dirigendosi chiacchierando verso il Calderone Incantato per completare le proprie valige.
  L’indomani la sveglia sarebbe stata presto e nessuna delle due ragazze aveva intenzione di svegliarsi ancora prima per terminare i bagagli.




 

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Venus al-Hakim
BronzeFang | 17 | Mezza-Sfinge | Primadonna - Marina
Certe volte la soluzione è che non c'è soluzione,
a meno che non sia tu a cambiare le cose.


♢♢♢♢

Aaren Pan Cèol Rossini
BronzeFang | 17 | Un-quarto-Satiro | Fairytale - Alexander Rybak
Credo nella Musica come certe persone credono nelle favole.


♢♢♢♢

Adalie Vogel
SilverFeather | 18 | Vampiro | Circus - Britney Spears
I'm not a hothead, I'm Mediterranean!
We get excited, we have lot of coffee!

♢♢♢♢

Maelys Angelie Beckett
BronzeFang | 17 | Mezza-Kelpie | International Smile - Katie Perry
La vita è un pezzo di teatro:
ciò che conta non è che duri a lungo, ma che sia recitato bene.


♢♢♢♢

Aster Lotus Blackthorn
PlatinumHorn | 17 | Un-quarto-Veela | Softcore - The Neighborhood
Flowers need time to blossom and so do you.


♢♢♢♢

Theodore Ellison Kirkland
GoldenScale | 17 | Un-quarto-Banshee | Experience - Ludovico Einaudi
Fi parlo da quaggiù, dal fondo della mia inadeguatezza,
chiedendomi se sarò mai all’altezza
.

♢♢♢♢

Mèabh Saoirse Walsh
PlatinumHorn | 17 | Mezza-Fae | Wide Awake - Katy Perry
I'm just here to establish an alibi.


♢♢♢♢

Seth Elderwood
PlatinumHorn | 17 | Mezzo-Maride | Sweet Tooth - Scott Helman
One who is ignorant of water's treasures fails also to comprehend its horrors.

♢♢♢♢


Jelena Calypso Ivanov
PlatinumHorn | 16 | Mezza-Megera | Feel it still - Portugal. The Man
I’m no sweet dreams, but I’m a hell of a night.

♢♢♢♢

Lilith Jezebel Coven
SilverFeather | 16 | Mezza-Megera | Season of the witch - Lana del Rey
Be thay w(b)itch.


♢♢♢♢

Chloe Loyd-Renaud
BronzeFang | 17 | Mezza-Naiade | Shape of you - Ed Sheeran
There is a charm about the forbidden that makes it unspeakably desirable.

♢♢♢♢
 

 

A.A.

E' passato decisamente troppo tempo ma eccomi qui, ben un mese e un giorno dopo, con la selezione. 
Il motivo per cui vi ho fatto attendere è abbastanza chiaro: volevo darvi da subito un piccolo capitoletto, una cosa insulsa e semplice, ma giusto per darvi un po' di più che una lista di nomi.
Ho poi realizzato ad inizio settimana che vi stavo tenendo sulle spine da un mese quando io ho stupidamente dato per scontato chi fosse stato preso e chi no (questo non per motivi validi ma perchè mia madre non si è palesemente impegnata nel farmi e ne sono uscita scema come una pigna).
Quindi beh, ecco i nostri vincitori.
Ringrazio tutti quelli che han deciso di partecipare o chi ci ha anche provato o ha deciso di leggere in silenzio, perchè tra una cosa e l'altra la storia ha più di quattrocento visualizzazioni e un ringraziamento generale è necessario.
Sono veramente felice del cast che si è formato: gli oc si incastrano alla perfezione il 99% delle volte, abbiamo una buona gamma di caratteri e sopratutto personalità frizzantine che speravo tanto di ricevere per rendere la storia il quanto più caotica possibile.
Certe volte mi è sembrato proprio vi siate messi d'accordo, se è stato così bene, se non lo è stato vi faccio i complimenti.
Mi scuso anche con tutte le povere vittinme che ho molestato in privato per ricucire un po' le sbavature dei vostri oc, dovute la stra grande maggioranza alla mia mancanza di indicazioni, sorry again everyone. Spero quanto meno ne sia valsa la pena alla fine :3
Come vedete questo capitolo è proprio un introduzione, un accenno che aiutasse me ad iniziare a delineare i personaggi e voi ainiziare ad inquadrarli meglio. La storia da qui in poi sarà molto più... episodica, con personaggi che appariranno non necessariamente ogni capitolo (ovviamente in rotazione si cercherà di dare spazio a tutti); come detto una cosa molto low effort, quindi avere un idea più chiara del cast renderà sicuramente la lettura più comprensibile. Non tutti gli oc appaiono e brillano come dovrebbero, ma hanno già idee per siparietti e scene in futuro, quindi non preoccupatevi (è una minaccia? forse).
Concludo dicendo che il mio cervellino è già al lavoro nel creare coppiette o trii, che siano per il prom o no; mamma mia è come giocare con le Barbie, mi diverto un mondo.
Ma i personaggi sono vostri, quindi ecco la prima domanda! Non serve rispondiate subito, avete a disposizione un due tre capitoli in cui potrete farvi un idea migliore dei personaggi.

Il vostro personaggio ha/potrebbe sviluppare una crush? Per chi?

Cosa intendo per crush? Qualcuno che a primo impatto, su nessuna base solida attrae l'attenzione del vostro oc. Questo mi aiuterà (oltre a creare del drama che non guasta mai) a farmi un idea di quella che potrebbe essere un vostro desiderio o idea a cui magari non avevo pensato! Ma è anche un sentimento non particolarmente serio, passeggero. Vedetelo come un suggeriemnto che mi state dando, che non necessariamente diventerà parte della versione finale o sarà la coppia definitiva. Come vedete non ho inserito gli orientamenti sessuali poichè una crush è tale indipendentemente che sia ricambiata o no!
Non importa che Eduardo sia gay, è carino e gentile e questo basta a far battere il cuore alla nostra Ginevra.
Nelle prossime settimane su instagram metterò delle storie in evidenza per ogni personaggio con le reference che avete scelto, così potete anche vederli in faccia!
Spero non sia troppo complesso, sono una frana a spiegare le cose.

Vi lascio infine in realtà con un ultimo pezzettino interattivo: i club. Ne sono stati proposti un sacco di davvero carini, ve li lascio di seguito in caso pensiate il vostro oc possa farne parte. Nota: se è già parte di due club e gioca a quiddich forse lo spazio per un'altro non ce l'ha, considerate che hanno già tutti delle attività extra in base alla razza! Se aggiungete qualcosa comunicatemelo e specificate se ne era già parte o entra quest'anno! (questo mi servirebbe saperlo al più presto poichè influenzerebbe molto le conoscenze dei vostri oc).

 
Nuoto Cucina Palestra/box Teatro
Duellanti  Divinazione  Astronomia Giornalino scolastico
 Erbologia   Scacchi Cucito e lavoro a maglia/uncinetto Musica 

Detto questo io direi che vi lascio, penso di avervi tediato già a sufficienza.
Come sempre, ogni piccolo parere è il ben venuto!

Peace out

Ebe


 

   
 
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