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Autore: Cam_Durin04    22/10/2023    0 recensioni
Dopo aver visto l'ultima puntata del PDS gli ingranaggi della mia testa hanno finalmente ricominciato a funzionare. Di solito non pubblico ciò che scrivo, ma una personcina speciale mi ha convinta a farlo. Spero vi possa piacere.
Questa FF la potete trovare anche su ao3
Genere: Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al loro arrivo le forze dell’ordine e i medici si trovarono davanti ad una scena a dir poco straziante.

Matteo era seduto a terra, in lacrime, la testa del fratello inerme sulle sue ginocchia, completamente ricoperto del suo sangue.

Non si era azzardato ad allontanarsi dal Marcello nemmeno un minuto e ci era voluto un po’ per convincerlo a lasciare la presa.

In stato di shock, lo sguardo perso… Solo una parola usciva impercettibilmente dalla sua bocca.

“Marcello… Marcello… Marcello…”

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Quella sera Matilde Frigerio si era attardata nel suo ufficio della Galleria Milano Moda per sistemare alcuni dettagli del progetto per i commerci con il Giappone. Ligia nel lavoro com’è, voleva essere sicura che tutto fosse in perfetto ordine, quando dei rumori sospetti provenienti dalla strada la costringono ad avvicinarsi alla finestra. Nella notte illuminata dai lampioni riesce a riconoscere Marcello in compagnia di un altro giovane e al loro seguito una vettura sospetta. Senza pensarci un attimo afferra il telefono.

“Pronto. Polizia…? Si, chiamo dalla Galleria Milano Moda. Venite immediatamente… e portate un’ambulanza”

Non era preparata a ciò a cui avrebbe assistito di lì a poco e quando vide Marcello agonizzante ringraziò il cielo per aver allertato anche l’ospedale. Se andrà tutto bene il giovane imprenditore le deve la vita.

Scossa e non sapendo che fare guarda impotente la scena dall’alto, come ipnotizzata. Riesce a tornare in sé solamente quando l’ambulanza inizia ad allontanarsi sfrecciando tra le strade di Milano, con un Marcello in fin di vita a carico.

Poi un flash: Adelaide.

Ignorando l’ora tarda e le ferree disposizioni della Contessa sul non essere disturbata, compone il numero e alza la cornetta. Sa cosa significhi, ma è certa che se non avvisa l’amica e Marcello non ce la fa ne porterà per sempre il peso sulla coscienza.

Uno squillo… Due… Tre… “Avanti rispondi… Rispondi Adelaide”

Matilde sta per arrendersi quando la voce sorpresa e impastata dal sonno fa capolino dall’altro capo del telefono.

“Pronto, chi parla…?”

“Adelaide, grazie a Dio hai risposto… sono io, Matilde”

“Matilde… Che devi dirmi di così importante da non poter aspettare domani mattina?”

La sicurezza della Frigerio improvvisamente viene meno. Come fare? Che parole usare?

“Allora?... Matilde ci sei?” Il tono della Contessa è chiaramente scocciato.

“Marcello…” Inizia. “Marcello è stato ferito, gli hanno sparato… è molto grave Adelaide. L’hanno appena portato via in ambulanza e…”

Matilde si stava sforzando a spiegare tutto nel modo più chiaro possibile, ma la Contessa aveva già smesso di ascoltarla dopo la prima frase.

Le parole le arrivavano come un eco lontano, incomprensibile. Poteva sentire chiaramente il battito cardiaco rimbombare nella testa, ripetutamente, inesorabilmente, sempre più forte, sempre più veloce. Gli occhi velati di lacrime. L’aria stava diventando pesante, respirare più difficile. Era un miracolo che riuscisse ancora a mantenere la presa sulla cornetta.

“No… non poteva essere vero. Non lui… non il suo Marcello”.

Si, suo. Perché nonostante tutto non aveva mai smesso di considerarlo tale. Lasciarlo andare era stata una delle cose più difficili che avesse mai fatto, ma era stato necessario, o almeno era quello di cui si era convinta per… soffrire di meno; cosa sulla quale aveva fallito miseramente. E ora… stava rischiando di perderlo davvero.

“Tu non puoi nasconderti… anche tu non vuoi perdermi…”

La loro ultima conversazione, non l’avrebbe mai ammesso, l’aveva distrutta e aveva cercato in tutti i modi di dimenticare quelle parole… ma ora le vorticavano in mente facendole perdere il senso dell’equilibrio. Cavolo quanto erano vere…

“Adelaide… Ti senti bene?” la voce preoccupata di Matilde la riporta alla realtà.

“Si… No… Matilde… Io… Non so cosa fare… Gli ho spezzato il cuore” La voce della Contessa era rotta dal pianto.

“Lui ti ama, e ora ha bisogno di te… Adelaide… Ora più che mai…”

“Hai ragione, arrivo”

Dopo essersi scusata ripetutamente con la figlia, con la quale era riuscita ad instaurare un buon rapporto, e che non aveva voluto sentire ragioni, anzi, aveva spronato ancor di più la madre a partire, la temibile contessa Adelaide di Sant’Erasmo era salita sul primo treno per Milano. Non in prima classe, non le importava. Con Marcello aveva imparato ad apprezzare anche le piccole cose della vita... Le girandole colorate, i giri in motoretta, mangiare un panino in uno dei loro preziosi punti di ristoro... Erano momenti che non avrebbe mai dimenticato e che le mancavano da morire.

No. Questa volta non avrebbe rischiato.

   
 
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