Ciao a tutti,
Accipicchia quanto tempo è passato,
praticamente sei anni…cioè da quando ho iniziato a lavorare.
Bhe non do la colpa al lavoro, che per carità
ha influito sul mio tempo libero, ma più che altro sulla mia creatività, poi si
ci mettono fastidii agli occhi che mi rendono complicato leggere e scrivere su
uno schermo pc. Ho provato a scrivere con il cellulare, meno fastidi si, ma
molto molto scomodo…tablet non ce l’ho, ne so se
potrebbe aiutarmi e quindi…è andata come è andata.
Avevo ancora qualche idea prima di
bloccarmi, ma non riuscivo a metterle giù. Solo dopo aver visto il live action di One piece,
ho deciso di provare a continuare la storia.
Ovviamente in sei anni ne sono successe di
cose in one piece e la mia
storia ovviamente si allontanerà parecchio dall’opera originale. Quindi non
vogliatemi male se non dovessi far combattere i Mugiwara
con qualche personaggio che è comparso nella serie, né date per scontato determinate
cose sono successe perché da dopo gli uomini pesci la mia storia ha preso un
percorso tutto suo. Certo ho in mente di far capitare determinate cose che
abbiamo visto nel manga, ma a modo mio e bhe non
saranno eccezionali come quelle di Oda, ma spero che possano piacervi almeno un
po’.
So a che punto è il manga e l’anime in giappone, quindi non
dovrebbero esserci spoiler, ma non sapendo dove sia arrivato l’anime in Italia non posso garantire la stessa cosa. Anzi
se qualcuno di voi segue l’anime in Italia e può dirmi più o meno dove siamo arrivati, metterò la scritta
spoiler, anche se sarebbe spoiler fino a un certo punto.
Bhe se qualcuno di voi ancora ricorda la
storia. Buona lettura.
E se avete voglia, fatemi sapere il vostro
pensiero. Grazie.
Neko
Capitolo 86: Tregua
Rufy era sdraiato sul promontorio a fissare il
cielo, incredulo a quanto commesso.
Aveva appena deciso di porre fine alla vita di Akainu.
L’ammiraglio era un uomo perfido e senza un vero valore morale, nonostante si
dichiarasse un marine al servizio dei più deboli, ma non meritava di morire in
quel modo.
L’uomo era privo di sensi, quindi indifeso nel proteggersi.
Solo i codardi approfittavano della momentanea debolezza del nemico per
sbarazzarsi di un pericoloso avversario.
Era esattamente quello che aveva fatto Akainu a Marineford nei suoi confronti. Lo aveva attaccato in un
momento in cui non riusciva più a
muoversi, momento che costò la vita a
suo fratello.
E ora lui era lì, a pensare di non essere diverso da quell’uomo.
Si portò una mano sugli occhi e pianse. Chiese perdono per il suo gesto, un
perdono che non avrebbe mai ricevuto, in quanto colui che avrebbe dovuto
assolverlo, era morto.
Sulla spiaggia accanto al promontorio, dove poco prima si stava svolgendo
la battaglia tra i marine e i pirati di cappello di paglia e di Shanks il rosso, tutti erano seduti a terra a riprendersi
dallo scontro appena avuto.
Fujitora
impartiva ordini ai medici marine sotto il suo comando, chiedendo ad
alcuni di loro di recarsi al villaggio e controllare che gli abitanti non
fossero stati feriti, se non peggio, dall’attacco lanciato da Akainu.
Si sedette su una roccia che si trovava in mezzo alla spiaggia. Si portò
una mano sulla fronte per asciugare il sudore e anche lui approfittò di quel
momento per riprendere fiato.
Lottare contro Roronoa lo aveva stancato.
Era un degno avversario e sarebbe
stato curioso di vedere come sarebbe andato lo scontro, se non avesse dovuto
fermarsi per difendere l’onore della
marina dopo l’atto spregevole compiuto
dal suo collega ammiraglio.
Vide il piccolo dottore della ciurma dei mugiwara
correre a destra e a manca per medicare i feriti, senza distinzioni fra nemici e amici e fu sorpreso
quando questi gli si avvicinò, chiedendogli di poter controllare la ferita che
aveva al braccio. Infatti sull’arto
sinistro si apriva un profondo squarcio che ancora sanguinava, una
ferita infertagli da una delle tre temibili spade di
Zoro.
Fujitora lo guardò
incredulo e chiese indicandogli lo spadaccino “Non dovresti occuparti
del tuo compagno?”
Chopper si girò e vide Tashiji trafficare con
alcune bende e garze per medicare Zoro, quindi rispose “è in buone mani. Al
momento sei tu quello senza qualcuno che si prenda cura della tua ferita e in quanto medico non posso permettere che
rischi di infettarsi!” rispose onestamente la piccola renna.
Fujitora alzò un sopracciglio sorpreso sia dalla
risposta, che dal riconoscere Tashigi tra le persone
presenti.
Portò nuovamente la sua attenzione su Chopper che aveva iniziato a
ripulirgli la ferita.
Si chiedeva come potesse un pirata preoccuparsi della salute di un suo
nemico. I medici della marina sotto il suo comando non avevano mostrato alcuna
compassione per i loro avversari. Eppure si sarebbe aspettato di più il contrario.
Molte delle domande che si era posto in passato, gli riaffiorarono nella mente in
quell’istante, sia sulla marina che su questi pirati in particolare.
I Mugiwara erano tanto temuti dal governo
mondiale, ma non era uno sciocco, sapeva che l’interesse del governo ad eliminare i pirati di cappello
di paglia, non dipendeva dalla loro
minaccia verso i popoli che capitava loro di incontrare nei loro viaggi, ma
piuttosto nella loro possibilità di rovesciare un governo ormai troppo corrotto, che non pensava quasi più al benessere comune.
Monkey D. Rufy era
figlio di Dragon il rivoluzionario e per il governo la mela non poteva cadere
troppo lontano dall’albero e quindi andava eliminato. Eppure, per quanto ne
sapesse, quel ragazzo non aveva mai incontrato il padre, quindi se era arrivato
a immagazzinare certi ideali, non era per un insegnamento impartitogli, ma era
stata la visione di un mondo che non funzionava, che aveva fatto nascere in lui
un desiderio di libertà in un mondo di schiavi in mano a pochi .
Questa conferma l’aveva avuta dalle innumerevoli volte in cui i Mugiwara avevano dichiarato guerra al governo mondiale, la
prima volta a Ennies Lobby.
In più la presenza di Nico Robin all’interno della ciurma aggravava la loro
situazione, in quanto ella era una delle poche che poteva fare chiarezza sui
100 anni di buio. Un segreto che era stato tenuto gelosamente nascosto per anni
e che quella donna, rivelandolo al mondo, avrebbe portato alla caduta del
governo mondiale.
Neppure Fujitora sapeva a cosa corrispondessero i
100 anni di buio, ma non ci voleva un genio per capire che, qualsiasi fosse
quel segreto, era qualcosa di molto oscuro. Un qualcosa che avrebbe dato una
sonora batosta alla credibilità del governo mondiale.
Nonostante queste sue conoscenze, aveva comunque scelto di appoggiare il
governo mondiale, entrando a far parte della marina, per difendere i deboli e
portate giustizia lì dove non c’era.
Con compagni come Akainu poteva fare ben poco, ma
anche quel poco, ne era convinto, poteva
essere importante.
Per questo si era arreso, non era importante la vittoria della marina in
quel momento. I civili avevano la priorità. Poco importa se avrebbe avuto dei
problemi con i suoi superiori.
Secondo il suo parere Akainu era una vergogna per
la marine e questo suo gesto di attaccare il villaggio per mettere alle strette
Mugiwara, lo
aveva nuovamente sottolineato. Per questo non fu dispiaciuto per la fine che avesse fatto,
perché si, non poteva vedere con gli occhi, ma al momento dell’impatto di una
roccia vulcanica con il promontorio dove si trovavano Rufy
e Akainu, sia lui che Zoro si erano girati a
osservare la scena e aveva percepito l’haki del suo
compagno, precipitare in mare.
Si stupì che a compiere quel gesto, era stato proprio il pirata che in
tutti i suoi scontri non aveva mai ucciso nessuno, perché sapeva che non poteva
essere stato un incidente. Il capitano dei Mugiwara
aveva lasciato la presa e l’imprecazione dello spadaccino accanto a lui, non potè confermare questo suo pensiero.
“Ecco fatto!” disse la vocina di Chopper, riportandolo al presente
“Dovrebbe essere a posto in un paio di settimane. Cambia le bende una volta al
giorno, pulisci la ferita e sarai come nuovo!”
“Grazie!” disse semplicemente, per poi vedere il dottorino allontanarsi per
dare soccorso al prossimo paziente!”
“Vuoi fare più piano!” disse la voce di Zoro, richiamando la sua attenzione
verso di lui e Tashigi.
“Andiamo, non fare il bambino! Fai sempre il gradasso e ora piagnucoli per
un po’ di disinfettante?” chiese la donna, premendo più forte il batuffolo di
cotone sul taglio sulla fronte dell’uomo, che sussultò nuovamente, facendo
sorridere la donna.
“Capitano Tashigi!” disse Fujitora,
avvicinandosi alla coppia.
La donna, riconoscendo l’uomo, si mise sull’attenti istintivamente.
“Come spieghi la tua presenza su quest’isola? Non mi risulta fossi sulla mia nave!” disse l’ammiraglio.
Zoro si alzò da terra e affiancò Tashigi.
“è il mozzo della nostra ciurma adesso!” disse punzecchiandola.
“Io non sono un mozzo!” disse Tashigi, guardandolo
storto, ma mantenendo la sua posizione sull’attenti.
“Si, beh non sei neanche un marine! Quindi…” prese il polso che Tashigi aveva portato sulla fronte per tenere la posizione
dell’attenti, e glielo mise giù “…scordati ste fesserie. Sei un pirata,
comportati come tale!”
Fujitora sembrò confuso “Sei un pirata?”
“Bhe… ecco…io…vede” cominciò Tashigi
balbettante.
“Tashiji!” tuonò la voce di Zoro.
La ragazza sussultò e rispose “Si, lo sono!” disse abbassando la testa,
cosa che infastidì Zoro.
“Bene, ora prova a dirlo guardando il tuo avversario negli occhi. Se fai
parte della nostra ciurma, non devi mai e dico mai, avere il dubbio di doverlo
affermare!” disse Zoro duramente.
Tashigi spostò il suo sguardo da Zoro a Fujitora e quest’ultimo poteva affermare che il suo sguardo
era più che determinato.
“Faccio parte della ciurma di Mugiwara!” disse, per poi rivolgersi nuovamente a Zoro “E per tua informazione, non ero
dubbiosa della mia appartenenza alla ciurma. Fujitora
è stato un mio superiore per anni e…bhe è difficile perdere certe abitudini e certi
atteggiamenti verso coloro che prima erano la mia famiglia e quindi ti
pregherei la prossima volta di essere un po’ meno sgarbato!” disse la ragazza,
portandosi le mani sui fianchi.
“Bhe dovrai imparare a prendere a calcia la tua
ex famiglia!” disse Zoro.
“Si, come se prima avessi offerto
loro tè coi biscotti. Ho combattuto anche io!” disse Tashigi, puntandogli un dito sul costato, cosa che
fece notare a Zoro qualcosa. Le afferrò il polso e la fece sedere dove prima
era seduto lui e prendendo un batuffolo di cotone, disinfettò il taglio
superficiale che sfregiava la sua pelle candida, cosa che fece arrossire la
donna.
“State insieme!” constatò Fujitora “Spero che tu
sia convinta della scelta che hai fatto! Essere un pirata, di Mugiwara soprattutto, è pericoloso!”
Dopo aver applicato il cerotto sulla ferita di Tashigi.
Zoro fronteggio l’ammiraglio e disse “Anche essere un marine non è privo di
pericoli e lei non è una sprovveduta!”
“No non lo è!” disse Fujitora, abbozzando un
sorriso alla proiettività dell’uomo.
“Può stare tranquillo ammiraglio. Il marimo qui
potrà essere senza speranza, ma la bella Tashigi è
protetta da tutti noi, dal sottoscritto in particolare!” disse Sanji, raggiungendo
i due zoppicando un po’.
“Tsè, si deve guardare soprattutto da te cuoco da
strapazzo!” disse Zoro, per poi guardarsi intorno preoccupato “dov’è Kizaru?”
Sanji si fece serio. Aveva una brutta
sensazione verso l’ammiraglio che aveva fronteggiato
poco prima “Non lo so. Quando è stata dichiarata la resa è sparito. Vorrei
tanto dire che è scappato, ma conoscendo il soggetto, ne dubito fortemente!”
disse Sanji.
“Te lo sei lasciato sfuggire?” disse Zoro seccato.
“Ripeto! Era stata chiesta la resa babbeo. Non pensavo che si sarebbe
volatilizzato! Cosa avrei dovuto fare? continuare a combattere? Difficile
quando il tuo avversario si volatizza e anche fosse rimasto un mio tentativo di
continuare la lotta, avrebbe portato al continua della battaglia per tutti!”
Zoro non potè ribattere, ma quell’ammiraglio che
a Sabaody lo aveva quasi ucciso, non gli piaceva
minimamente. Non lo trovava molto diverso da Akainu.
Sanji sospirò e guardando i suoi compagni che
si riposavano poco più in là, notò l’assenza di alcuni di loro.
“Dove sono Nami, Robin e Franky!”
chiese.
“Oh Franky e Robin sono andati a dare una mano al
villaggio. Nami
era con Rufy durante la battaglia con Akainu!” disse Tashigi, girandosi
verso il promontorio “Anche se non mi pare di vederli adesso. Spero che stiano
bene!”
Zoro guardò nella sua stessa direzione e chiudendo l’occhi buono, pensando
al gesto di Rufy, disse “Sarà meglio controllare che
stiano bene!”
Tutti annuirono, ma fecero solo un paio di passi, prima di sentire la voce
di una bambina urlare.
“Lasciami. Lasciami ho detto!”
I tre Mugiwara si bloccarono alla vista.
Kizaru si stava dirigendo verso di loro,
trascinando una bambina dai capelli nei e occhi azzurri per il braccio, mentre
cercava invano di liberarsi.
Anche gli altri membri della ciurma Brook, Usopp e Chopper trattennero il respiro.
Non l’avevano mai incontrata, ma non era difficile capire chi fosse quella
bambina. Era identica a sua madre.
“Quella è…quella è…la bambina demone
Nico Robin!” disse un marine scioccato “C-come è possibile. Dovrebbe avere sui
30 anni!”
“Nico Robin era presente in battaglia fino a poco fa ed era adulta, come ha
fatto a rimpicciolirsi!” disse un altro marine.
Kizaru si
fermò poco lontano da Fujitora e guardando la bambina
che ancora si dimenava disse “Allora piccola, io ora ti lascio andare, ma mi
prometti di fare la brava e non scappare? Altrimenti mi vedrò costretto ad
usare il mio potere su di te e non credo che tu lo voglia!” disse l’ammiraglio,
dando una dimostrazione di forza. Puntò il dito indice della mano sinistra
verso la roccia su cui era seduto fino a
poco prima Fujitora e sparando un proiettile di luce,
la frantumò.
“Allora cosa mi dici? Farai la brava!”
La bambina con occhi spaventati,
fece un gesto affermativo con la testa.
“Brava piccola!” disse Kizaru, per poi abbassarsi
alla sua altezza “Ora voglio che tu sia sincera. Chi è tua madre?”
“Io…io non ho una madre signore. S-sono stata abbandonata quando sono
nata!” disse la piccola sincera.
“è abbastanza comune tra i pirati abbandonare i propri figli. Tu assomigli molto a un membro della ciurma
di Mugiwara e possibile che uno di loro sia un tuo
parente?” chiese con calma Kizaru.
“Nessuno di noi ha figli Kizaru!” disse Sanji intervenendo arrabbiato. “Come potremmo noi…” il
cuoco non riuscì a terminare la frase che Kizaru usò
il suo potere per sparargli alla coscia, facendolo cadere a terra, dolorante.
“Sanji!” gridò Chopper, entrando in modalità
medico e correndo verso Sanji per prestargli
soccorso, ma la voce di Kizaru si fece sentire “Che
nessuno si muova!”
Chopper si bloccò all’istante, mentre Zoro mise le mani sull’impugnatura
della sua spada.
“Muovete solo un muscolo e il prossimo sparo sarà per lei!” poi girandosi
verso la ciurma di Shanks aggiunse “Questo vale anche per la ciurma del rosso!”.
Yasopp che aveva ancora la mano sulla pistola, guardò
il suo capitano, il quale, con un cenno del capo, gli fece capire di deporre le
armi.
Nessuno dei pirati avrebbe avuto problemi a non ascoltare le minacce
dell’uomo se non avesse avuto quella bambina a portata di mano. Altro punto
cruciale il potere della luce dell’ammiraglio e della sua vicinanza alla
bimba. Tutti loro avevano guadagnato una
buona dose di velocità in vari anni di allenamento, ma nessuno era ancora riuscito a eguagliare
la velocità della luce e qualsiasi
proiettile sparato da Kizaru a quella distanza,
sarebbe andato a segno ancor prima che qualcuno avesse avuto il tempo di
percepire lo sparo.
“Ora torniamo a noi piccola, va bene? Cosa stavamo dicendo…” disse l’ammiraglio
facendo finta fi pensarci “Oh si…per caso tua madre è Nico Robin? E un po’
difficile non trovare una certa somiglianza fra voi due!”
La bambina guardò Sanji a terra che si teneva
dolorante la gamba, cercando di arrestare il flusso del sangue, poi si
concentrò nuovamente su Kizaru e annuì.
L’uomo sorrise e rialzandosi in piedi disse “Brava piccola, ora tu verrai
con noi!”
Prima che qualcuno potesse dire qualcosa Fujitora
intervenne “Non erano questi gli ordini!”
“Non mi sembra che ultimamente ci stiamo attenendo agli ordini. Sbaglio o
con la tua resa hai sprecato una buona
occasione per far fuori i pirati di Mugiwara e di Shanks il rosso?”
“Devi ringraziare solo Akainu per questo!” disse Fujitora.
“Akainu stava facendo il suo lavoro e ora è stato
ucciso, da Mugiwara!” disse Akainu,
facendo sussultare tutti i presenti, sia i marine che non avevano visto la
scena, sia i pirati che sapevano che la parola uccidere e Rufy
non potevano stare nella stessa frase.
“Si è macchiato di un grande crimine!” ribadì l’uomo “Portare la bambina
con noi è un buon metodo per fare la nostra mossa e portare a termine la nostra
missione!”
Fujitora lo avrebbe fulminato con lo sguardo se
avesse potuto “E questo tuo atto in cosa si differenzierebbe da ciò che ha
compiuto Akainu?”
“Io non sto coinvolgendo innocenti!” disse Kizaru
alzando le spalle e prima che Fujitora aggiungesse
qualcosa “E no, la bambina non è un innocente come gli abitanti del villaggio.
È figlia di una donna che il governo
mondiale cerca da anni, quindi come tale va eliminata!”
La bambina a sentire quelle parole spalancò gli occhi e in una mossa
disperata tentò di scappare.
Tutto si svolse velocemente.
La bambina percorse qualche metro, mentre Kizaru
alzava il braccio puntando il dito contro di lei.
Zoro afferrò la sua Suishui per bloccare il
colpo.
Tashigi urlò all’ammiraglio di fermarsi.
Usopp puntò il suo Kabuto
carico versò l’ammiraglio.
Brook sfoderò la sua spada, estraendola dal suo
bastone
E i pirati di Shaks impugnarono le loro armi.
Ma Kizaru sparò il colpo prima che qualcuno
potesse fare qualcosa e quando il colpo
di luce era a pochi centimetri dalla bambina, un’enorme coltre di sabbia si
alzò in aria accecando tutti.