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Autore: Slane999a    25/10/2023    3 recensioni
Un mostro come tanti, vivere in una grotta al buio, con la sua famiglia. E a volte incrociare degli umani per i boschi, diventare umano e passare come loro. Ma Spid non lo è, può passare come loro, ma essere un ragno semiumano, non è semplice, sebbene le sue capacità con le tele, abbiamo attirato alcune attenzioni indesiderate, almeno secondo la madre che sembra non gradire, il fatto che Spid, provi fascinazione verso gli umani. Ma la sua fascinazione nonè a senso unico, anche gli umani si interessano alle capacità del giovane, così tanto che lo vogliono al loro villaggio. Ma perchè lui? Cosa offre al villaggio? E loro cosa vogliono ottenere?
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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"Angolo dell'autore" Un nuovo capitolo così presto? Si, è stata più semplice la revisione e l'edit, visto che è più corto, rimane relativamente poco di questa storia da pubblicare, ma come al solito lasciate un commento, segnalate se c'è qualche errore, così potrò migliorare e ringrazio chiunque legga e commenti, sempre gli errori di grammatica se ci sono segnalate, ho difficoltà a trovarli tutti ogni volta. E vi lascio alla lettura.
Inoltre la quantità di dialoghi mi scuso, ma questo capitolo è più denso di dialoghi, proprio per come è strutturata la storia. Capisco che non ha tutti possa piacere, ma prima della revisione, c'erano il triplo di dialloghi, ho tagliato l'inutile e lasciato solo quello che potesse essere utile.
 
Barad mi porta dentro una casa. Accende una candela regalando la sua luce tutta intorno.
<< Per stasera riposati qui. >> esce dalla casa. MI siedo, prendo la candela, questa casa l’ho già vista da qualche parte, alzo la candela. Una scritta sta sopra una porta. “Bald e Luisa” cosa?  Non posso essere a casa di Bald, giro la candela, non c’è l’orso, sono troppo stanco , mi starò immaginando le cose.
La testa cadde sulla sedia, è molto più scomoda della tela, forse dovrei dirlo a papà… No, non posso farlo, di certo se dovessi tornare indietro mamma non mi farebbe più uscire, e non importa quanto papà parlerebbe con lei. Di sicuro mi chiuderebbe da qualche parte, e non mi farebbe più fare niente, ma ora forse lo merito, dovrei torna a casa. Ma non credo verrei apprezzato, la gente mi vuole intorno. Devo solo pensare, di sicuro riuscirò a scegliere la cosa giusta. Gli occhi si chiudono, il rumore dei gufi da fuori si fa sempre più lieve.
*****
Il sole mi sbatte contro gli occhi, alzo la mano per pararmi. La luce entra dalla finestra, dividendosi contro di me. Come fanno gli umani a dormire così?
<< Giovane! >> dalla porta proviene un urlo. Mi alzo, il sindaco ha della frutta in mano.
<< Buongiorno! Barad mi ha informato che hai accettato la nostra offerta. Sono venuto a portare la colazione.  >> posa il tutto sul tavolo.
<< Non ho accettato, Barad mi ha dato la casa per la notte. >> il sorriso del sindaco scema, sono stati gentili, non devo comportarmi così.
<< Ma voglio ripagare la casa, ditemi se posso fare qualcosa per voi. >> il sorriso del sindaco torna.
<< In questo caso abbiamo qualcosa. >> il sindaco esce, inclino la testa, torna con una casetta di vestiti strappati.
<< Potresti cucirli? >> Annuisco e il sindaco lascia la casa. Prendo  parte di quei vestiti e li metto dentro. Tolgo tutta dal tavolo, posando tutti i vestiti la sopra. Prendo una della camice, ha uno strappo nella parte superiore. Nella mani creo la tela, riattacco vestito dopo vestito, non lasciando segni della mia tela, dalle camicie a abiti più lunghi, pantaloni e altri vestiti, almeno non odorano di lavanda, metto la schiena contro la sedia, la scritta sopra la porta “Bald e Luisa” non avevo letto ma… Non può essere casa di Bald. Nelle mie orecchie, qualcosa viene sbattuto, salto in aria, arriva alle mie spalle. Barad entra dentro.  Da un occhiata ai vestiti e sorride.
<< Ragazzo, un bel lavoro. Sei bravo in questo. >> Barad mi rivolge un sorriso. Dovrei chiederlo.
<< Perché mi hai messo in casa di Bald? >> si gira, il braccio me lo attorciglia attorno al collo.
<< Bald si è trasferito. Ha deciso di non volerci più attorno. Ma non preoccuparti, avrà sempre bisogno di noi. >> Bald… Non era il più simpatico, ma andarsene…
<< Ma lasciando Bald a parte, che farai? Torni a casa? >> rivolga la testa verso le mani, mamma che mi urlerà contro e non uscirò più. Devo pensare.
<< Vorrei rimanere qui un altro giorno, vi ripagherò per il vostro aiuto. >> si alza, ci stringiamo la mano. Le braccia mi tremano, non riesco a portarle sopra, una giornata stancante, gli occhi si chiudono.
*****
Una mano mi sbatte contro il volto. Apro gli occhi, Barad tiene un sorriso.
<< Buongiorno ragazzo, hai dormito bene? >> mi rialzo, la schiena mi scricchiola, le tele sono più comode di queste sedie.
<< Ho dormito meglio. >> gli stringo la mano.
<< Ehm… Barad, c’è gente per il nostro sarto. >> mi alzo. Fuori dalla porta, una coppia è al centro delle attenzioni del villaggio, una donna dai capelli gialli e un uomo più basso di lei con i capelli gialli, rivolgono la testa verso di me. Non può essere.
<< Ciao, figliolo. >> dice l’uomo.
<< Mamma, papà. >> li porto nella mia casa. La chiude alle mie spalle.
<< Spid, devi tornare a casa, ti pare normale… >> papà mette una mano sulla spalla di mamma.
<< Lascialo parlare prima. >> grazie papà.
<< Qua, io posso essere utile, hanno apprezzato il mio talento. >>
<< Sono umani, quella che portano è solo una facciata. Presto finiranno di indossarla. Cosa pensi succederà se scopriranno chi sei? >> stringo i pugni.
<< Invece loro mi hanno ringraziato per il lavoro che ho svolto per loro, quando abbiamo litigato mi hanno dato dove stare.  >> 
<< Spid, rimangono sempre umani. E noi siamo la tua famiglia. >> la prima volta, che mostra un poco di tenerezza e lo fa solo quando me ne vado... Non sono uno stupido non è un vero segno d’affetto, se non ci fosse papà non direbbe mai queste cose.
<< Eppure se non ci fosse stato papà non avresti mostrato un singolo segno d’affetto. >> mamma si alza.
<< Figliolo… >>
<< Ora basta, smetti di comportarti come un bambino. Noi ti abbiamo protetto è cresciuto, ti vogliamo bene. Non possiamo solo darti complimenti ogni volta che vuoi, volevi renderti utile il minimo e ricevere lodi per questo. Io non ho cresciuto un bambino così, ti voglio bene e so di cosa sei capace, non ho bisogno di dirtelo ogni giorno. >> certo, come se le importasse, non ogni giorno ma qualche volta, poteva mostrare di volvermi bene. Si mette davanti la porta, tiene le braccia incrociate. E dovrei tornare con lei che fa così? Gli apro la porta. La gente del villaggio sta dietro la porta. Barad si mette davanti come un capo.
<< Ragazzo, vogliono portarti via? >> hanno ascoltato tutto per caso? Barad mi stringe a lui.
<< Un ragazzo d’oro, bravo a cucire come lui, non possiamo di certo lasciarlo, non merita di stare in una casa dove non si apprezza questo. >> Barad si che capisce, e se perfino uno conosciuto pochi giorni può riconoscere le mie capacità, come fai a non farlo tu mamma?
<< Osate mettervi contro di me? >> Barad alza il petto fiero contro mamma.
<< So che è lei a portare i pantaloni in casa, ma io non ho paura di lei. >> dalla schiena di mamma delle parti si rigonfiano, papà le copre con la mano, rivolge la testa su di me. Mi dispiace papà ma non posso tornare.
<< Spid, seguimi! >> le mie gambe non si muovono, non può continuare così per sempre, non esiste che io la segua, con questo suo comportamento. Non esiste che seguo una madre che non vuole bene ai suoi figli. Incrocio le braccia.
<< Non vengo papà, lei non mi apprezza, non mi vuole intorno. Non voglio tornare a casa. >> mamma si inclina vista da tutti del villaggio. Papà mi mette una mano sulla spalla, la stringe.
<< Tua madre è una donna forte, ha vissuto tanto, questa l’ha resa ciò che è adesso, ma tu lo sai com’è realmente, ha faticato a trovarti qui, e stata la prima a iniziare le ricerche all’istante. >>
<< E allora perché non me lo ha detto, perché si comporta così? Voglio sentirlo dire da lei che ci tiene.  >> qui vengo apprezzato, questo villaggio mi sta difendendo.
<< Figliolo, sono sicuro risolveremo tutto. >>
<< Ma non oggi papà. >>
 
   
 
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