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Autore: TatianaCovino    29/10/2023    0 recensioni
Come nasce una storia d'amore? Come si può mai scegliere tra il sogno della propria vita e la persona che si ama? Come possono, le nostre decisioni sbagliate, riportarci da chi amiamo?
Tratto dal testo: . “Ah, non dire a George che ti ho mostrato questo posto, mi ucciderebbe.”
“Perché lo hai fatto allora?”
“Perché è un posto speciale e volevo che tu fossi la prima a vederlo.”
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cormac McLaggen, Famiglia Weasley, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Per tutti i mesi della convalescenza di Fred all’Ospedale San Mungo, Hermione gli era stato accanto. Ogni mattina prima di andare a lavoro, in ogni pausa pranzo, lei era lì, seduta vicino al suo letto e sperando che il ragazzo si svegliasse al più presto. Non era certa che lui potesse sentire la sua presenza. Anzi, era certa che lui non potesse sentirla, ma continuava a starsene seduta lì, anche durante la notte, tenendogli la mano.
Arrivata davanti al negozio di scherzi dei gemelli, Hermione bussò ma nessuno rispose. Un bigliettino le volò davanti agli occhi, prima di posarsi nella sua mano aperta. “Stasera abbiamo chiuso prima. Sono in casa. Fred.”
Hermione sospirò e salì le scale che portavano all’appartamento di Fred. Prima di bussare restò qualche secondo con la mano chiusa a pugno alzata. Non era mai entrata a casa di Fred. Da quando si era ripreso, quando usciva presto dal Ministero, andava al negozio per lasciargli la cena. George ormai viveva nell’appartamento accanto con Angelina, che era in dolce attesa, e Fred si era rifiutato di tornare alla Tana, nonostante le insistenze della signora Weasley, che continuava ad insistere sul fatto che Fred fosse troppo debole per vivere da solo. Hermione la pensava come Molly, ma non si era mai espressa in merito, sapendo quanto era costato a Fred andare via dalla Tana e trovare una propria indipendenza.
Dopo un lungo sospiro, bussò. Pochi secondi dopo, Fred le aprì la porta con un grande sorriso stampato sul viso.
“Ti ho portato la cena. Polpettone”, disse Hermione.
“L’hai cucinato tu…?”, chiese Fred.
“No, l’ha cucinato tua madre, puoi stare tranquillo!”, rispose un po’ stizzita.
“Perfetto!”, disse Fred ridendo. “Vuoi entrare?”
Hermione annuì, anche se in modo titubante. Da quando si era svegliato in ospedale lei e Fred non erano mai rimasti più di cinque minuti da soli nella stessa stanza, e questo anche perché Hermione cercava di evitarlo. Non sapeva bene come comportarsi, dopo tutto quelli che era successo tra di loro. Ma le parole di Fred durante la battaglia, prima di essere colpito, le continuavano a rimbombare nella testa. Eppure, non aveva mai avuto il coraggio di aprire con lui quella conversazione.
“Scusa, la casa è un po’ in disordine”, disse Fred grattandosi la testa.
Hermione gli sorrise. In realtà la casa era perfettamente in ordine e perfettamente pulita.
“Ti va di cenare con me?”, le chiese Fred. “Sai, mangio sempre da solo, un po’ di compagnia mi farebbe piacere.”
“Mangi da solo perché ti rifiuti di tornare alla Tana…”
“Non iniziare Hermione. Lo sai come la penso.”
“Si, lo so…”
“Allora, ceni con me?”, disse Fred sorridendole di nuovo.
“Io avrei un appuntamento…” Vide lo sguardo di Fred intristirsi e subito aggiunse: “Ma penso di poter rimandare. Lasciami solo mandare un gufo per avvisare.”
“Puoi usare il mio, se vuoi!”
Hermione scrisse frettolosamente un biglietto, che poi legò alla zampa del gufo di Fred.
Nel frattempo, il ragazzo aveva apparecchiato e la invitava a sedersi.
“Allora, chi è il fortunato?”, chiese.
“Eh?”
“L’appuntamento.”
“Ah si. Beh, non voglio dirtelo.”
“Perché?”
“Perché mi prenderesti in giro.”
Fred la scrutò. “Giuro che non ti prenderò in giro!”
Hermione lo osservò per alcuni secondi, poi disse: “McLaggen.”
“Cosa? McLaggen? Davvero?!”
“Hai detto che non mi avresti presa in giro!”
“È vero, ma… McLaggen? Puoi avere di meglio, Hermione!”
Hermione arrossì imbarazzata. In realtà aveva accettato di uscire con McLaggen soltanto perché non la lasciava in pace. All’ennesimo invito, per disperazione, aveva accettato di vederlo per una cena quella sera. Aveva intenzione di presentarsi nella sua peggiore immagine, essere totalmente antipatica, in modo tale da spaventare McLaggen e farsi lasciare in pace.
Durante la cena parlarono del lavoro di Hermione al Ministero, delle nuove invenzioni dei gemelli, della notizia della dolce attesa di Angelina.
“Davvero, non so come George abbia potuto convincere Angelina a stare con lui!”, disse Fred.
“Anche tu sei stato con Angelina.”
“Si, ma io sono più bello, questo lo sanno tutti!”
“Ma se siete identici!”
“Cosi mi ferisci Hermione”, disse Fred mettendosi una mano sul cuore in modo plateale.
Hermione scoppiò a ridere. In realtà sapeva che non era così, che Fred e George non era identici, anche se erano gemelli. Fred aveva una piccola fossetta sulla guancia che appariva quando rideva e i suoi occhi avevano una sfumatura di verde molto più intensa. Ma questi, si disse Hermione, erano dettagli che in pochi riuscivano a notare.
“Hermione…”
“Si.”
“Abbiamo una conversazione in sospeso io a te.”
“Davvero….?”, chiese Hermione arrossendo. Doveva aspettarselo che avrebbe tirato fuori l’argomento.
“Quello che ti ho detto durante la battaglia, sai prima di… Insomma, era vero. Io ti amo.”
Hermione arrossì e abbassò lo sguardo.
“Dì qualcosa, ti prego. Qualsiasi cosa. Affatturami, urlami contro, ma ti prego, dì qualcosa.”
“Io… non so cosa dire Fred.”
Il ragazzo sospirò. “Beh, io dovevo comunque dirtelo. So che hai voltato pagina, ma dovevo dirtelo. Non potevo vivere con questo peso.”
“Io non ho voltato pagina…”, sussurrò Hermione.
“Cosa hai detto? Non ho capito.”
“Non ho voltato pagina”, disse Hermione a voce più alta.
“E allora, McLaggen…?”
“Uscire con lui era l’unico modo per togliermelo di torno.”
Fred scoppiò a ridere. “Lo sapevo che non poteva piacerti quello zuccone!”
“Smettila di ridere!”, ma anche lei stava ridendo.
“Devo darti delle spiegazioni Hermione. E devo chiederti scusa. Tutto quello che ti ho detto quella sera, a Hogwarts… Io non lo pensavo davvero e…”
“Non devi spiegarmi nulla Fred. Ron mi ha detto tutto. Quando eri in ospedale io… beh, io venivo a trovarti appena possibile e una sera c’era Ron con te. Mi ha raccontato tutto, della vostra conversazione, di quello che ti ha detto.”
“Si, io… beh, ho pensato che meritassi di meglio e quindi ti ho trattata male. E per questo devo chiederti scusa.”
“Accetto le tue scuse, ma non posso perdonarti. E non per quello che mi hai detto, ma per non esserti fidato di me. Io avevo scelto te, Fred. Non importava dei soldi, della fama, di nulla. Volevo stare con te e basta. Non mi è mai importato di avere una grande casa, un marito con un lavoro al Ministero… Volevo soltanto essere felice con te, in questo appartamento, e vederti ridere mentre creavi nuovi prodotti. Ma tu questo non lo hai mai capito. Hai pensato che fossi così superficiale da…”
“Non ho mai pensato che fossi superficiale! Volevo soltanto farti avere una bella vita.”
“Una bella vita non si crea con una casa grande o con tanti soldi. Tu hai vissuto alla Tana, con sei fratelli, una stanza condivisa, un solo bagno, eppure sei stato felice.”
Fred abbassò lo sguardo. “Hai ragione, sono stato uno stupido. Ho solo avuto paura che… insomma, che un giorno te ne saresti pentita e mi avresti odiato.”
“Quando ami qualcuno non puoi pentirti. Non mi sarei mai vergognata di te, Fred.”
Lui le sorrise. “Avevo un piano sai? Volevo fare un sacco di galeoni con il negozio, comprare una casa in campagna e riconquistarti.”
“Che piano stupido!”
“Era un ottimo piano! Ho fatto un sacco di galeoni e ho anche comprato la casa!”
“Hai comprato la casa?!”
“Si”, disse Fred sorridendo. “Per questo non voglio tornare alla Tana. E’ in campagna. Non è molto grande, ma ha un bel giardino.”
“E perché resti ancora in questo appartamento?”
“Perché la casa l’ho comprata per andarci a vivere con te. Ma questa parte del piano non era molto geniale, devo ammetterlo. E non voglio andarci a vivere da solo, mi mette troppa tristezza, mi fa pensare a quello che ho perso…”
Hermione sorrise e allungò la mano sul tavolo per toccare la sua.
“L’ho comprata a metà del tuo sesto anno ad Hogwarts. Volevo venire a parlare con te, spiegarti tutto, ma poi ti ho vista in infermeria con Ron e…”
“Fred! Non c’è mai stato nulla tra me e Ron!”
“Questo lo so. Ma mi ha fatto capire che tu… Beh, che tu potevi essere andata avanti, e io non avevo il diritto di intromettermi di nuovo nella tua vita…”
Ma la frase fu interrotta. Hermione si era alzata, aveva aggirato il tavolo, e adesso stava baciando Fred.
“Hermione, prima devo ancora…”
“Oh Fred, sta zitto per favore!”, disse Hermione baciandolo di nuovo.
Lui si lasciò trascinare dal bacio, poi si stacco da lei. Si mise una mano in tasca e ne tirò fuori una scatolina.
“Hermione, vuoi sposarmi?”
La ragazza guardò prima l’anello e poi lui.
“E questo? Da dove spunta fuori?”
“Questo l’ho comprato subito dopo la casa…”, disse Fred arrossendo. “Sai, il fatto di chiudere prima il negozio era soltanto una scusa. Volevo cenare con te e chiedertelo. Volevo giocarmi il tutto per tutto.”
“Un altro piano stupido…”, disse Hermione sorridendo.
“Si ma… ha funzionato?”
“Ha funzionato. Si, ti sposo Fred Weasley, anche se sei un idiota!”
 
  
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