Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Kangaro_Stapler    30/10/2023    0 recensioni
Si tratta di un progetto che ho nella mente da qualche anno e che ho ripreso di recente. Una storia come tante, forse, di quelle ambientate al liceo in cui la protagonista si innamora e scopre questo sentimento per la prima volta. E, allora, vi chiederete "Perché dovrei leggerla?" Io rispondo, molto semplicemente, perché questa è un po' la mia storia. Alcuni eventi sono realmente accaduti, altri sono più la versione che vorrei si fosse avverata. Sta a voi lettori intuire il confine fra la mia realtà e la mia fantasia. Come dicevo all'inizio, è la classica storia ambientata al liceo: romantica sicuramente, ironica lo spero, triste per certi versi; ma partiamo dal 3 anno e seguiremo la nostra protagonista fino all'università e forse, anche di più.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note Autrice:
Se siete arrivati fin qui vi ringrazio e vi prometto che, con il passare del tempo, i capitoli saranno un po' più lunghi e densi. parte della storia è già scritta ma vorrei modificare i capitoli in base ai vostri consigli per questo, vi prego, recensite in tanti! E soprattutto, criticate, consigliatemi e fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona Lettura.



Capitolo 1 “Marco Parsidi”
 
Era riuscita ad arrivare in tempo per un pelo, dopo una corsa estenuante dalla macchina all’ingresso, sperava solo non fosse la prima di una lunga serie! Mentre continuava a correre tra i corridoi in cerca della classe che la bidella le aveva detto essere la sua, la borsa quasi le scivolava dalla spalla. Per fortuna c’erano soltanto una penna e il quaderno, altrimenti avrebbe passato l’intera mattinata a raccogliere i libri poiché alla fine era stata lei a cadere e, ovviamente, il contenuto della borsa era uscito fuori, distribuendosi sul pavimento del corridoio. Aveva raccolto e rimesso a posto il quaderno ma la penna era rotolata qualche centimetro più in là; stava gattonando per prenderla quando incrociò un paio di occhi grandi color nocciola, o forse ambra, non avrebbe saputo indicarne il colore preciso tanto era particolare, ma comunque grandi e bellissimi. Il proprietario di quegli occhi mozza fiato, che aveva anche un ampio sorriso, si era accovacciato alla sua altezza e le stava porgendo la penna. Dopo averlo fissato per decisamente troppo tempo, lo ringraziò in un sussurro impacciato, e si avviò verso la classe non molto lontana, a passo spedito, sistemandosi quella maledetta borsa che continuava a scivolarle dalla spalla. Non passò molto tempo prima che il ragazzo dal sorriso abbagliante richiamasse la sua attenzione con un “Ehi”, e poiché era parecchio alto la raggiunse in meno di tre falcate. L’aveva bloccata leggermente, mettendole una mano sulla spalla e poi aveva detto:
- Sei quella nuova, giusto? Piacere, Marco -. Ella aveva sorriso, pensando che quella fosse una delle poche volte in cui il mondo le faceva un favore; era decisamente in debito perché il ragazzo più carino che avesse mai visto, dagli occhi grandi come quelli di un bambino troppo curioso, era un suo compagno di classe. – Sì, mi chiamo Ella -. Il sorriso genuino di Marco e quel non so che di imbranato e ingenuo l’avevano decisamente conquistata; sembrava il classico ragazzo della porta accanto, pronto ad aiutarti e sempre gentile.
– Sei sudamericana? – aveva detto lui, guardandola con curiosità ed aggrottando le sopracciglia in una maniera così dolce che alla ragazza venne istintivamente da sorridere. – No, magari! - rispose – Sono nata e cresciuta a Roma, ho parenti al sud ma non sono mai nemmeno uscita dall’Italia! -
 - Davvero? Mai viaggiato? Mai stata su un aereo?
- Mai. -
- Strano, sembra veramente che hai origini sudamericane. -
Ella stava per morire dall’imbarazzo; in altre circostanze, pignola com’era, lo avrebbe corretto per il mancato uso del congiuntivo ma pensò che non fosse una buona idea fare l’antipatica con un ragazzo così carino. Perciò, si limitò a sfoggiare il migliore dei suoi sorrisi timidi, quasi inciampò attraversando la soglia della classe e si mise a sedere al primo banco, sotto lo sguardo divertito di Marco che, nel frattempo, si era seduto accanto ad un ragazzo biondo di nome Valerio.
Pochi minuti dopo, alcune delle compagne ed altri quattro ragazzi si erano presentati; poi, aveva visto arrivare il resto della classe, compreso un altro ragazzo ed infine, era entrata in classe anche Federica che l’aveva abbracciata e si era seduta accanto a lei per il resto della giornata. avevano passato la ricreazione ed anche qualche ora di lezione a parlare dei vecchi tempi e a raccontarsi le novità. Federica le aveva parlato dei loro compagni, che lei conosceva da ormai due anni, lamentandosi, soprattutto, del fatto che c’erano solo sei ragazzi ed Ella, ovviamente, aveva approfittato dell’argomento per chiedere di Marco.
 – È un ragazzo simpatico, sempre gentile. - si era limitata a dire l’amica; poi aveva ripreso a parlare del più e del meno ma Ella era tutta presa ad osservare Marco che, dal canto suo, continuava a parlare con Valerio e altri due compagni: uno moro di nome Filippo, da quel che ricordava, e l’altro biondo che non aveva ancora avuto l’onore di conoscere.
 – Sai, probabilmente quest’anno andremo a Firenze; l’anno scorso siamo stati in Grecia, è stato pazzesco: Valerio ha bevuto troppo ed ha quasi vomitato addosso alla professoressa che era entrata in stanza a controllare, ma tanto era la Felice quindi figurati se gliene fregava qualcosa…ehi, ma mi ascolti?!-
- Ehm, sì, quest’anno in Grecia forte…-
- Lo sapevo! Non mi stavi ascoltando, mi spieghi che ti prende? –
- Nulla Fede, scusa ma sono davvero stanca. -
- Seria? Ma sono passate solo tre ore e adesso c’è matematica. -
- Lo so ma sono davvero a pezzi… - provò a dire, cercando di nascondere il fatto che era perfettamente sveglia e concentrata a memorizzare ogni singolo dettaglio del corpo del ragazzo moro dagli occhi d’ambra.
- Beh, vai a prendere un caffè alla macchinetta, prima che finisca la ricreazione. -
- No davvero, non ho proprio voglia di alzarmi. -
- Allora, visto che tu sei stanca vado in bagno da sola, ci vediamo dopo. -
- A dopo! -
Doveva ammettere che era contenta che Federica fosse andata via, non aveva voglia di spiegarle il vero motivo per cui si era distratta; mentre pensava questo, continuava ad osservare Marco e lo fece anche nei giorni successivi; quel ragazzo le metteva una curiosità tale che spesso sentiva lo strano impulso di avvicinarsi a lui e tempestarlo di domande, per saperne il più possibile dei dettagli della sua vita. L’interesse per lui cresceva di lezione in lezione, da campanella a campanella e ogni scusa era buona per parlargli. Cercava di avvicinarsi durante la ricreazione, quando tutti i compagni lo circondavano per ascoltare le sue battute, a volte troppo sciocche ma alle quali Ella rideva rapita e persa nei suoi occhi. Anche Marco sembrava averla presa in simpatia: spesso la abbracciava, le dava il buongiorno tutte le mattine e le sorrideva nei momenti di tensione, durante le interrogazioni o i compiti in classe. Le chiedeva sempre un pezzo della sua merenda, uno della sua stazza doveva mangiare davvero molto perché ogni volta lo vedeva divorare panini con non si sa cosa dentro; e dopo averli finiti se ne andava in giro ad elemosinare altro, come i senza tetto alla stazione Termini. C’era solo un piccolo problema: le suddette attenzioni non venivano rivolte solo a lei, ma Ella non sembrava farci caso; bastava un gesto dolce di lui per farla sorridere e il suo cuore batteva così forte quando gli stava accanto che temeva che gli altri compagni potessero sentirlo. Dopo un mese, la curiosità si era trasformata in attrazione e quel ragazzo che, ormai, aveva realizzato essere la sua prima cotta, era sempre nei suoi pensieri. Non lo aveva ancora detto a nessuno, ma più lo guardava e più sentiva la necessità di esprimersi, di scriverlo ed aveva già riempito le pagine dei quaderni che teneva sparsi in casa con il suo nome, persino utilizzando i caratteri greci. Spesso, però, la scrittura non bastava a sfogare tutte le sue emozioni; per questo, da qualche giorno, stava riflettendo se raccontare tutto a Federica. C’era qualcosa che la frenava: non che non si fidasse di lei, anzi, aveva anche il sospetto che a lei potesse piacere un altro compagno; perciò, non aveva nemmeno paura di sentirsi giudicata. Il vero motivo, molto più profondo, era che sapeva che se lo avesse detto ad alta voce sarebbe diventato reale e lei non si sentiva pronta. Forse stava correndo troppo con i pensieri ma l’idea di essere ricambiata e di avere un ragazzo la spaventava ancora più dell’essere rifiutata.
Un pomeriggio, Federica ed Ella se ne stavano in cortile, vicino al campo da calcio malmesso, sedute su una delle gradinate per gli spettatori, durante un’ora buca perché la professoressa di Fisica non era ancora stata assegnata alla loro classe. Ella si torturava le unghie della mano sinistra con i denti ormai da dieci minuti; stava ancora valutando se raccontare o no alla sua amica della cotta che, ormai doveva ammettere almeno a sé stessa, si era presa per il bel moro.
Senti Fe, ti devo dire una cosa però prometti di non dirlo a nessuno. - Federica le fece un sorriso complice;
- Allora, come sta andando con Marco? Vedo che lo osservi spesso. Riesci a dirgli una parola tra una stalkerata e un’altra? - Ella rispose sorridendo imbarazzata: - Dai su non lo stalkero mica. È solo... c'è qualcosa in lui che mi incuriosisce, sai? -  l’amica ridacchiava e scuoteva la testa come a dire “pessima bugiarda”; Ella lo sapeva, stava facendo la figura della bugiarda e anche della ridicola, avrebbe fatto meglio ad ammetterlo.
- Marco è davvero un ragazzo simpatico, anche se un po' idiota. Però, fidati capisco bene cosa ti incuriosisce di lui… eheheh. - accompagnava le parole ambigue con un sorriso ammiccante. Ella ringraziava mentalmente di avere la pelle olivastra o sarebbe diventata rossa come un semaforo.
- Spiegati meglio. – le disse, anche se, purtroppo, aveva già capito dove volesse andare a parare l’amica.
- Beh, sai cosa si dice di chi ha le mani grandi…-
– Falla finita, non sono cose da dire! -
- Non fare quella riservata, sappiamo benissimo che non lo sei! Ti ho sentita ieri rispondere ad Elia e insinuare che abbia il cazzo piccolo. -
- Smettila di urlare! Ci sentono tutti! -
- Ma se sei stata tu ad urlarlo davanti a tutta la classe, scusa ahahahah. –
- Quello mi dà i nervi, che posso farci. –
Ma Federica sembrava persa nelle sue elucubrazioni e continuò:
- In effetti, non ho mai capito come una ragazza piccola e timida come te, possa avere la lingua così lunga! Sei sempre stata molto spigliata ma chi ti conosce bene sa quanto tu sia dolciosa!
-  Non sono dolciosa, sono stronza, specialmente con gli stronzi…comunque cambiamo discorso. -
- Sì, hai ragione, basta parlare di Elia; torniamo a Marco! -
- Shh, smettila di urlare ci scopriranno tutti! –
- Senti, ti do un consiglio da amica: cerca di sbrigarti se vuoi provarci! Non starà tutto il liceo ad aspettare che tu ti dichiari. -
- Nessuno si dichiarerà a nessuno qui, e ora zitta che sta passando quella pettegola di Betta, se mi scopre sono finita, metterà i manifesti.
La ragazza in questione passò davanti a loro superandole, con il caschetto biondo che ondeggiava da una parte all’altra, e, apparentemente, non le degnò di uno sguardo, come al solito; tuttavia, le due amiche erano convinte che le orecchie della bionda pettegola fossero sempre all’erta. Anche in quel momento.  
E comunque dovresti muoverti! – disse Federica non appena Betta le superò.
- E tu dovresti smetterla! Non ho mai detto di volerci provare, ho solo detto che mi incuriosisce. -
- Certo, certo come no. -
- E poi tu parli tanto, dai consigli a me e non fai nulla per la TUA situazione…-
- Quale situazione? –
- Davvero?! Pensi che io sia così scema? Lo so benissimo che ti piace Leo… - dopo un attimo di esitazione, lo sguardo di Federica si fece serio e sicuro e poi rispose:
- Sai cosa? Sì, mi piace, almeno io lo ammetto! –
Questa Ella proprio non se la aspettava! A quanto pareva, l’unica ad avere paura dei suoi stessi sentimenti era lei…
Infatti, anche l’amica aveva una piccola cotta per un atro compagno: Leo Pascaldi, un ragazzo dal fascino innegabile che spiccava in modo indiscutibile nella loro classe ed era ufficialmente il più carino. I suoi occhi verdi e brillanti, sempre vivaci, catturavano l'attenzione di chiunque li incrociasse; le labbra sottili adornavano un viso ovale, armonioso e affascinante. La sua pelle chiara, che contrastava con i ricci neri, gli aggiungeva un tocco di eleganza, e quando il freddo si faceva sentire, le sue guance si tingevano di un leggero rossore, dandogli quell’aria da bambino innocente. Inutile dire che fosse tutt’altro: era bello e ne era consapevole; sfruttava la cosa a suo vantaggio. Sapeva ammaliarti anche con un solo sorriso e lo utilizzava per ottenere ciò che voleva; era un buon parlatore e con la sua voce calda sapeva abbindolare chiunque, giocando a fare l’angioletto, anche con alcuni professori. Ella davvero non riusciva a capire come facesse il resto della scuola a non accorgersene: sì, nulla da dire era carino, anzi, carino era dire poco, era un vero figo! Ma poi apriva bocca e la magia crollava; non perché fosse poco interessante, o stupido o altro, semplicemente aveva l’aria di essere un gran falso. Nulla di paragonabile alla gentilezza sincera di Marco. Leo era una persona di spiccato carisma, un ottimo comunicatore; era una di quelle persone nate per stare in politica, di quelle che, per il bene del paese non dovresti votare ma alla fine lo fai e non sai nemmeno perché. Semplicemente perché era Leonardo Pascaldi: una mente brillante che si atteggiava a coglione. Faceva finta di essere idiota ma era fin troppo sveglio e se ne approfittava; faceva il minimo indispensabile, si portava a casa la sufficienza e anziché pensare allo studio continuava a divertirsi e a stuzzicare Giulia, una ragazza riccia che pareva un quadro di Botticelli, da quanto era bella. Ella non sapeva davvero se definirlo furbo, insopportabile o intrigante; forse un mix delle tre, e forse era proprio per questo che mezza classe era innamorata persa di lui, Federica compresa. Ma Ella aveva occhi solo per il bel moro dagli occhi ambrati, spesso si ritrovava a pensare alla sua risata cristallina che la rassicurava, e alle sue braccia forti quando, per gioco, la stringevano; pensava a quante volte lui le chiedesse favori e a quanto fosse contenta del fatto che, fra tante, si rivolgesse proprio a lei. Giusto ieri le aveva chiesto di passarle la versione di Greco e poiché lei non era molto brava (faceva davvero pena), aveva chiesto aiuto alla secchiona della classe, se l’era fatta inviare e poi l’aveva girata a lui: avrebbe fatto carte false se necessario.
- Comunque entrambe dovremmo darci una mossa. – aveva detto la sua amica, interrompendo le riflessioni sui due ragazzi.
- Hai ragione, dopotutto cosa abbiamo da perdere, dignità a parte, intendo… -
Gli ultimi minuti dell’ora di buco li passarono in silenzio, perse nei loro pensieri ma con un sorriso sereno stampato in volto: forse per la prima volta in vita loro, si sentivano capite.
Avevano trascorso il resto della giornata a parlare, cercando di non farsi sentire dai diretti interessati e dal resto della classe; al termine dell’ultima ora, prima di uscire, le due amiche si erano ripromesse che il giorno successivo, durante l’ora di educazione fisica avrebbero approcciato ai ragazzi in un modo, per così dire, più diretto; entrambe concordavano che fosse giunto il momento di farsi notare, di mandare tutta la timidezza a farsi fottere e di rischiare il tutto per tutto. Si sa, il Liceo è fatto di prove, e il terzo è un anno di passaggio e tutto ci sembra più grande di noi; specialmente se sei Ella: timida, insicura, impulsiva. Un pessimo abbinamento di aggettivi...
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Kangaro_Stapler