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Autore: Milly_Sunshine    31/10/2023    4 recensioni
PARODIA DEI GIALLI CLASSICI // Inghilterra, anni '50 - un vecchio bisbetico invita nella propria lussuosa dimora i parenti, tutti in attesa della sua dipartita per accaparrarsi l'eredità con la quale vivere di rendita per il resto dei loro giorni, con l'intenzione di comunicare loro di avere fatto testamento in favore della sua giovane moglie, recentemente sposata a loro insaputa. Quando Lord Pennington viene assassinato, Scotland Yard brancola nel buio, non riuscendo a comprendere il senso degli indizi abbondantemente sparsi sul luogo del delitto. Tutto sembra contradditorio, ma per fortuna interviene in loro soccorso Miss Crystal, la segretaria personale di Lord Pennington, che si cala nel ruolo di investigatrice per fare luce sul mistero.
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le letture sono diminuite esponenzialmente dai primi due al terzo capitolo, avete tutti bevuto un tè con l'arsenico?
Ne approfitto per fare un saluto alla mia lettrice Swan Song, spero che il nuovo capitolo sia di tuo gradimento!



In ogni villone delle campagne inglesi che si rispetti, specie laddove deve essere commesso un delitto, non vi è ampia stanza nella quale non vi siano un tavolo e delle sedie, rigorosamente in numero sufficiente per contenere tutti i presenti. Vi è anche un'ampia porta, dietro alla quale orde di camerieri possano accomodarsi per origliare, quindi Miss Crystal era certa che qualcuno stesse già spettegolando sulla sua decisione di rinunciare a una partita di bridge.
Il dovere prima del piacere, questa era la regola di Miss Crystal, ma non si aspettava che gente che non aveva mai lavorato nel corso della propria esistenza potesse comprendere un simile concetto. Chi lo comprese bene, invece, fu l'ispettore Jacob Roberts, convinto dalla segretaria ad andare a casa a verificare se vi fossero dischi volanti nel cielo notturno. L'ispettore accettò, lasciando alcuni agenti come sorveglianza, e Miss Crystal lo rassicurò a proposito del raccogliere le deposizioni dei presenti sulla scena del crimine, in modo da aiutarlo a fare luce sulle indagini.
Rimasta sola con i sei parenti di Lord Archibald e con la moglie di costui, li invitò a sedersi tutti al tavolo e chiese loro di aiutarla a ricostruire lo svolgimento dei fatti.
Fu tutto molto semplice e lampante: ogni persona presente concordava sulla stessa versione. Alle ore 17,00 in punto Lord Archibald aveva convocato tutti in soggiorno e annunciato il proprio matrimonio con Lady Katherine. La notizia era stata accolta da innumerevoli fischi, ma il peggio era avvenuto quando il bisbetico vecchio aveva annunciato di avere cambiato il testamento, con Lady Katherine destinata a divenire erede di gran parte del suo vasto patrimonio. A quel punto alcuni si erano messi a inveire contro Lady Katherine, altri contro Lord Archibald, infine alcuni a insultare figure venerate dalle religioni monoteiste.
Il Lord era stato irremovibile e ne era seguito un lungo scontro verbale - di cui senz'altro alcuni membri del personale di servizio appostati fuori dalla stanza avrebbero potuto fornire una trascrizione completa - almeno finché, alle 17,35, si erano udite delle terribili urla provenire dalla cucina. Proprio in quel momento Lord Archibald stava annunciando di avere trovato una lettera minatoria, la quale recitava, testualmente: "pentiti dei crimini che hai commesso, altrimenti pagherai per quello che hai fatto". La grafia della lettera era piuttosto traballante. L'aveva ripiegata e messa in tasca, accanto a una pipa, mentre le urla proseguivano sempre più prorompenti.
Una cameriera di nome Gloria, che poco prima aveva servito il tè con grande perseveranza e determinazione nonostante fosse affetta da sintomi di raffreddamento e nonostante fosse abbattuta perché quel giorno non aveva visto il garzone dell'ortolano che ogni pomeriggio veniva a consegnare frutta e verdura nelle cucine - in quanto, si malignava, fosse stato da lei contagiato e fosse ugualmente influenzato - sembrava sul punto di soffocare.
Mentre invocava stupidamente che qualcuno andasse ad avvertire il garzone dell'ortolano della sua imminente dipartita e a lamentarsi contro l'ortolano per avere mandato al suo posto non un altro ragazzo affascinante, ma piuttosto un individuo di mezza età dall'aria insignificante, che in precedenza quel pomeriggio aveva portato i consueti ortaggi, il maggiordomo aveva avuto l'intuizione di prendere la propria bicicletta e di recarsi ad avvertire il maggiordomo del dottor Richard Smith che una persona stava per morire nelle cucine del villone di Lord Archibald.
L'arrivo del medico era stato immediato. Scaricato davanti alla porta dal proprio autista, tale John White, si era diretto nelle cucine e, in una strana inversione di ruoli, erano stati i membri della famiglia Pennington ad andare a impicciarsi nei fatti del personale di servizio. Tutti i presenti concordavano con il fatto che, eccetto Lord Archibald, ciascuno di loro si fosse recato in cucina, dove il dottore accertava che la povera Gloria aveva ingerito un quantitativo eccessivo di peperoncino in polvere. Trovare il corpo del reato era stato piuttosto semplice: qualcuno aveva messo il peperoncino nello sciroppo per la tosse. I maligni davano la colpa allo stalliere, altri all'aiuto-giardiniere, altri ancora al fattorino del fornaio, tutti ex fidanzati che erano stati cornificati con il garzone dell'ortolano.
A quel punto, appurato che la cameriera Gloria non era in pericolo di vita, i membri della famiglia Pennington al gran completo di erano recati in soggiorno, dove il Lord giaceva con la testa sfondata da un pezzo di legno lasciato sul luogo del misfatto.
«Oh, che brutta storia!» esclamò Miss Crystal. «Chi potrebbe mai avere commesso una simile azione? Chi poteva odiarlo?»
«Fate presto, voi, a parlare!» sbottò Lord Colin. «Devo forse ricordarvi che alla fine di ogni mese vi passava una somma di denaro?»
«E io devo forse ricordarvi che quella somma di denaro si chiama stipendio e mi era corrisposta perché svolgevo per lui una prestazione professionale?» replicò Miss Crystal. «E poi non mi pare che a qualcuno di voi mancasse un tetto sotto al quale vivere. Né vi mancava la possibilità di recarvi in vacanza nell'Uzbekistan o nella Nuova Guinea.»
A quelle parole, calò un muro di silenzio. Il peggio, tuttavia, doveva ancora venire, dal momento che informò tutti i presenti della necessità di aiutare l'ispettore nelle indagini, mentre costui era alla ricerca di dischi volanti da cui sarebbero discesi omini con la coda giunti a verificare la solidità delle piramidi che stavano in piedi da migliaia di anni. Avrebbe sentito ciascuno di loro, alla ricerca di indizi che potessero far luce sulla sua misteriosa soppressione, in modo che gli agenti di Scotland Yard non prendessero le solite cantonate.
La prima a essere ascoltata fu Lady Katherine. Rimasta da sola con lei nello studio, Miss Crystal volle sapere: «Amavate vostro marito Lord Archibald?»
«Amare è una parola grossa» replicò Lady Katherine. «Mi rendo conto di essere facilmente sospettabile, ma le faccio notare che io ero la moglie e la principale erede del Lord. Perché dovrei destare più sospetto io rispetto a queste sanguisughe che gli stavano intorno? Non facevano altro che chiedere denaro e lamentarsi perché non ne ricevevano abbastanza e meditare vendetta. Io mi sono sempre accontentata di quello che mi dava il povero Lord Archibald e in più non ho mai detto né di odiarlo, né di volerlo morto. Trovo inaudito il modo in cui mi guardano solo perché ho sposato un uomo che aveva oltre quarant'anni più di me. Cosa pensano, che l'abbia sposato per ucciderlo? Neanche avessi sposato un sessantenne da dovermi sorbire per altri dieci o vent'anni. No, prima o poi sarebbe morto ugualmente, e senza neanche aspettare dei decenni!»
Tutte le osservazioni di Lady Katherine erano più che legittime, ma Miss Crystal sapeva di non potersi fare ingannare. Tutto doveva essere approfondito con chiarezza e il passato della consorte di Lord Archibald non faceva eccezione.
«Come mai non vi siete mai sposata prima?»
«Ciò non corrisponde a verità» rispose Lady Katherine. «Non nascondo che in gioventù contrassi matrimonio con un giovane irlandese con cui ebbi uno strano incidente: mi scontrai contro di lui mentre entrambi eravamo a bordo delle nostre biciclette. Cademmo rovinosamente, ma tra noi sbocciò l'amore. Purtroppo ebbe breve durata e le nostre strade si separarono. Non ho mai nascosto il mio precedente matrimonio, un errore giovanile che individui come Lord Colin vorrebbero farmi pagare a vita. Vi pare? Lord Colin si è sposato quattro volte... quattro! E ha il coraggio di lamentarsi di me!»
Se quella fosse stata una conversazione informale, Miss Crystal avrebbe espresso il proprio supporto sia all'uno sia all'altra, perché sposarsi era umano, ma perseverare era di gran lunga esagerato. Tuttavia Lady Katherine era sospettata di un delitto, come i suoi parenti acquisiti, quindi c'erano altre questioni da chiarire.
«Vostro marito Lord Archibald fumava?»
«Certamente.»
«Cosa?»
«Sigarette, sigari...»
«E la pipa?»
«Qualche volta fumava anche la pipa» confermò Lady Katherine. «Ma perché me lo chiedete? Non eravate forse la sua segretaria?»
«Adesso sono qui nel ruolo di investigatrice privata. Non vi preoccupate che quando il mistero che aleggia sull'efferato delitto sarà risolto e il colpevole consegnato alla giustizia, abbandonerò le indagini e tornerò a svolgere il mio lavoro, dopo avere trovato qualcuno che mi assuma. Non preoccupatevi, so che già a partire da domani riceverò telegrammi di Lord vari che mi invitano per un colloquio di lavoro. Adesso, comunque, parliamo di voi. Fumate, Lady Katherine?»
«Ovviamente sì.»
«Cosa fumate?»
«Sigarette, sia con sia senza filtro. Non mi dispiace in qualche occasione fumare anche qualche sigaro.»
Miss Crystal azzardò: «E la pipa?»
«Ogni tanto fumo anche la pipa» confermò Lady Katherine. «Onestamente, non ho mai conosciuto persone che non fumano mai la pipa nemmeno in qualche sporadica occasione.»
«Comprendo pienamente. Per caso vostro marito Lord Archibald possedeva una pipa con le iniziali C.P.?»
Lady Katherine scosse la testa.
«No, perché avrebbe dovuto? Non aveva quelle iniziali.»
«E voi?»
«Nemmeno io ho quelle iniziali.»
Miss Crystal confermò: «Come sospettavo. Per caso sapete qualcosa di biglietti minatori ricevuti dal vostro consorte?»
Di nuovo, Lady Katherine scosse la testa.
«Non seguivo le faccende di ordinaria amministrazione con cui mio marito aveva a che fare. Io ero solo la moglie giovane da esibire, non una compagna con cui condividere le proprie preoccupazioni e i propri affanni.»
«E la cosa non vi pesava?»
«Assolutamente no: fare la moglie-trofeo mi permetteva di vivere senza lavorare e Lord Archibald mi passava molti più soldi rispetto alla mia precedente paga di cameriera. Ve lo ripeto, non avevo alcuna ragione per fare del male a mio marito...» Lady Katherine abbassò la voce. «Però, ve lo devo confessare, non ho mai rigettato in pieno il mio passato di cameriera. Ogni tanto mi capitava di nascondermi dietro le porte a origliare e, qualche giorno orsono, ho visto mio marito contemplare con gli occhi sgranati quella strana pipa. Mi sono affacciata e l'ho visto che tremava.»
«E poi?»
«Poi è arrivata quella rincitrullita di Gloria, che era su di giri perché aveva appena visto il garzone dell'ortolano, e mi ha chiesto se avessi preferenze per la cena. Le ho detto di riferire ai cuochi che, per quanto mi riguardava, potevano cucinare quello che desideravano.»
Miss Crystal annuì.
«Molto interessante, Lady Katherine. Quello che mi avete detto è stato molto d'aiuto. Vi chiedo per cortesia di uscire e di chiamare Lord Colin.»

   
 
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