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Autore: Iliveonlyforthemanga    01/11/2023    2 recensioni
Le mani di Castiel e Dean sembrano fatte per combaciare perfettamente le une con le altre
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Lime, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hands
                                                 IV capitolo
 
Rating: arancione 
Coppia: Castiel/Dean
Parole: 10438
Summary: le mani di Castiel e Dean sembrano fatte per incastrarsi perfettamente le une con le altre
Avvertimenti: sarà una raccolta di massimo 3/4 One-shots, scollegate tra loro per quanto riguarda la trama ma avendo come filo conduttore le mani di Castiel e Dean.
 
Questa è ufficialmente l'ultima One-shot
Mi sono estremamente divertita a scriverle e spero che siano piaciute anche a chi di voi ha letto. 
Ho in cantiere altre storie, di cui una sul cast di Supernatural ed altre originali. 
Un bacio enorme e ancora grazie <3
 
 
Le mani di Castiel sono calde e lisce, inesperte ma incredibilmente curiose. 
Vagano sul corpo di Dean come se stessero tracciando sentieri misteriosi su una mappa invisibile. 
Stringono, toccano, afferrano e rilasciano porzioni di pelle e capelli, si intrufolano curiose sotto strati di vestiti che sono oramai diventati ingombranti. 
Dean sospira tremulo, stretto ancora all'angelo che lo sta trattenendo contro lo stipite della porta della sua camera. Si sente il cuore in gola e le gambe molle come delle caramelle di gelatina. 
Ridacchia nervoso agitandosi un poco quando la mano del moro va a pizzicare leggermente il fianco, uno dei suoi punti deboli. 
"Mi.. Mi fai il solletico, piantala" gli comunica infatti. 
Castiel lo stringe solo più forte, spostandola sulla parte bassa della schiena, in prossimità delle reni. Gli morde giocosamente il mento, non riuscendo ad arrivare a nessun altro punto del viso, data la differenza sostanziale di altezza. 
Gli occhi verdi di Dean si stringono in una fessura, come se lo vedesse per la prima volta e non sapesse come comportarsi. 
Una risata fanciullesca prorompe dal petto, sconquassandolo tutto e mandando in estasi Castiel, che beve questo suono come un assetato nel deserto. 
La mano che sta tenendo sotto la maglia comincia a muoversi piano, ad accarezzare porzioni di pelle sempre più ampie e sempre con maggior insistenza; la sua gemella si posa invece alla base del collo del cacciatore. 
Dean, dal canto suo, immerge le mani nella cascata di capelli nero corvino e si attorciglia alcune ciocche attorno all'indice. 
Castiel sibila e si contorce, stringendo la carne che ha sotto le mani. 
L'uomo di fronte a lui lo guarda allucinato "Cas" - chiede spaventato- "che c'è?" 
"Quando... Quando mi hai toccato i capelli ho sentito una scossa"
Oh. Ops
Dean sorride furbescamente prima di ripetere una seconda volta lo stesso gesto, solo per vederlo di nuovo in quello stato. 
E una terza. 
E una quarta. 
"Vai a farti fottere. Sei esasperante" un paio di occhi celesti vengono alzati al cielo 
"Beh, sicuramente non sono qui in questa stanza per giocare a briscola" controbatte una voce piccata.
È naturale per loro baciarsi. È naturale stringersi più di quanto sia umanamente possibile e cercare di fondersi l'uno dentro l'altro.
È Dean che li guida entrambi sul letto, dove Castiel si siede, non interrompendo mai il contatto con lui.
Il biondo intrufola un ginocchio tra le sue cosce, poggiandogli le mani sulle spalle, per tenersi in equilibrio e non 
gravargli addosso.
L'angelo ride sotto i baffi e si lascia cadere all'indietro, trascinando anche Dean, che emette un verso di sorpresa.
Il collo bianco di Castiel sembra che stia invitando il cacciatore a morderlo e marchiarlo e lui non si lascia sfuggire questa occasione.
Con la mano sinistra gli tira i capelli, affinché sia ben esposto e teso. 
Senza pietà affonda i denti nella carne tenera per succhiare e lappare e lasciare ovunque i segni del suo passaggio.
Cass urla e si divincola, preda di sensazioni mai provate in tutti i suoi secoli di vita.
Il cacciatore lo issa nuovamente eretto, per poterlo guardare negli occhi, tenendo un dito agganciato al collo della maglia prima di strapparglierla quasi, ubriaco di lui.
Le unghie di entrambi si conficcano nelle schiene, lasciando segni che rimarranno evidenti per giorni, memori di ciò che stanno per compiere.
Dean ondeggia eccitato col bacino sopra quello di Castiel, continuando a marchiarlo. Collo e clavicole adesso presentano delle chiazze scure di diverse dimensioni.
"Mio, mio, mio. Sei mio cazzo" è una litania che continua a dire, incapace di allontanarsi per un un momento dal suo corpo.
L'angelo gli circonda le anche con le braccia, scordandosi per un momento che l'altro è un umano e che lo potrebbe spezzare, letteralmente, se non dosasse la forza.
Ma a Dean pare non importare, anzi, lo incita a farlo, a fargli male per fargli del bene, per espiare colpe del passato e poter essere redento.
E allora Castiel morde, allunga la lingua per tracciare i contorni della sua mascella e pungersi con la barba non fatta da qualche giorno. Succhia i capezzoli, pieni come le sue labbra, e si riempe gli occhi e le orecchie della visione che è Dean Winchester in preda ad un piacere carnale.
"Sei bellissimo. La più perfetta creazione di mio Padre"
"Non è vero, stai zitto e non osare fermarti"
"Lo penso da quando Lui ti ha messo al Mondo, Dean", una carezza gentile che si posa su una guancia.
Lui arrossisce, fermandosi e coprendosi gli occhi per non vedere il modo in cui Castiel lo guarda. Crede di non meritare un amore così puro e disinteressato, ma un becero ammasso di corpi e calore animalesco per estinguere il fuoco della passione e nulla di più.
"Ti meriti tutto: amore, amicizia, fiducia, lealtà. Sei esattamente come Lui ti ha voluto". 
Una lacrima sfugge al controllo del cacciatore, prontamente raccolta da un dito del moro. 
L'atmosfera bollente si è raffreddata di un poco, ma a nessuno dei due pare importare: si guardano negli occhi e si promettono cose sconosciute ai più ma non a loro. 
Si sfiorano le labbra in un bacio delicato, ma Dean è pronto a non lasciarsi sfuggire nuovamente l'occasione. Morde le labbra di Castiel con veemenza al fine di farlo mugolare e ci passa sopra la lingua, prima di congiungerla con la gemella. 
Si baciano a bocca aperta ma nessuno dei due vuole prevalere davvero sull'altro. 
"Ti fidi di me?" è la domanda che rivolge Castiel all'amante. 
"Non siamo mica in Titanic, e io di certo non sono la tua Rose" 
L'angelo gli scocca un'occhiata confusa, prima di stringerlo nuovamente con rinnovata forza. 
Fa stendere Dean sul letto, con la testa sul cuscino e una zazzera di capelli biondi indisciplinati come se fossero un'aureola. Castiel scuote la testa, tentando di scacciare la similitudine impura che gli ha appena fatto capolino nei pensieri. 
Si china per un attimo a coprire il corpo dell'altro con il proprio e fa strofinare i due nasi in un gesto affettuoso, prima di sedersi sui talloni. 
Il cacciatore è teso ed impaurito, sa cosa lo attende ma ha paura delle conseguenze che potrebbero sopraggiungere. E se dovesse andare tutto in malora? Se come ogni cosa bella il rapporto con Cass, Cass medesimo, dovesse andare via per sempre? Dean ne morirebbe.
Chiude per un istante gli occhi e respira profondamente, combattendo contro se stesso per non scattare in piedi, giù dal letto e fuori dalla stanza. Stringe le mani sulle coperte fino a sentire male ai tendini e cerca di affidarsi completamente all'angelo. Angelo che, soventemente, sta provvedendo a farlo rilassare, accarezzandogli in punta di dita la pancia e le cosce, per scendere lentamente ancora più in basso.
Un susseguirsi di complimenti lasciano la bocca di Castiel, parole ed aggettivi che sembrano fatti di miele e che hanno lo scopo di lenire l'anima spezzata del biondo.
Un complimento e una carezza sopra le ossa dei fianchi.
Un pizzicotto e uno sfiorare leggero delle cosce tornite e dei peli biondi, che si rizzano quando la pelle viene solleticata.
Una sequenza di morsi leggeri vengono lasciati nell'interno coscia prima che l'autore di tali gesti venga interrotto da un mugolio infastidito.
"Cass andiamo, non farmi aspettare" dice Dean, agitandosi sul posto - "Non c'è bisogno di tutti questi preliminari, sono tranquillo". 
"Oh lo so, mi stavo solo divertendo" ribatte Castiel, prima di dare nuovamente un morso deciso alla pelle delicata.
Si spogliano veloci ed affamati, impazienti come due amanti che sono stati separati troppo a lungo.
È Castiel che si prende cura di Dean, fa in modo che senta meno male possibile e che si senta amato.
E anche se lui gli affonda le unghie nella schiena e urla il moro lo lascia fare, sa che è catartico. 
E a Dean viene anche da piangere e lo fa, non le trattiene: si sente completo, in pace e avvolto in un abbraccio dal quale non vuole più scappare.
Il cacciatore gli avvolge le gambe intorno, gli posa i talloni sulla parte bassa della schiena e si lascia manovrare come un burattino di pezza. 
Le luci sfarfallano e sfrigolano quando Castiel raggiunge l'apice, non prima di essersi premurato che l'abbia raggiunto la persona sotto di lui. Vuole che si ricordi di ciò che è successo e di quanto sia bello e di come lui può farlo sentire il centro del mondo. Perché è vero, Dean è il Sole e Castiel l'impavido Icaro che vuole raggiungerlo e toccarlo. 
E se il suo destino dovesse essere quello di cadere, lui lo accetterebbe senza pretendere nulla in cambio. 
Il silenzio cade nella camera, dove i due sono ancora abbracciati senza fiato. 
Il moro si sfila lentamente e si alza per sgranchirsi le gambe, prima di rivestirsi lentamente. Non guarda nella direzione di Dean, non vuole forzarlo a chiedergli di rimanere. 
Una mano si allunga timida e stringe il polso ancora nudo, prima di scuoterlo leggermente. 
Cass è sorpreso e felice di tale intraprendenza e si gira nella direzione dell'altro, che nel frattempo ha acceso l'abat-joure e lo sta guardando, con la testa inclinata. 
Vorrebbe chiedergli qualcosa ma è bloccato, l'ansia lo attanaglia e lo fa balbettare. 
"Senti, ehm. Ti va" - un colpo di tosse per riacquistare la voce - "ti va di restare?"
Le labbra di Dean tremano, così come tutto il suo corpo.
Castiel annuisce piano, per poi avvicinarsi a lui e sedersi nuovamente sulla sponda del letto.
Allunga una mano e stringe quella di Dean, sudata.
Intrecciano le dita e le tengano congiunte sulle lenzuola sfatte, impregnate dei loro odori. 
"Resterò per tutto il tempo che vorrai"
"Allora resta per sempre. E se mi abbandoni ti faccio la ceretta alle ali" lo ammonisce il biondo.
Strana similitudine, pensa l'angelo, che non ha il cuore di dirgli che, se volesse, gli basterebbe schioccare le dita per ridurlo in brandelli.
Si lascia andare ad una risata, seguita a ruota da quella di Dean.
La camera si riempie di schiamazzi ilari e lui non si è mai sentito così leggero e libero.

 
   
 
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