Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Non Molto    23/11/2023    1 recensioni
Freya Ackerman, chirurgo d'urgenza a servizio del Corpo di Ricerca e moglie del Capitano Levi, vi porta con lei in un viaggio colmo di avventura, amore, dedizione al proprio lavoro e legami fraterni.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

Cavalleria Quotidiana

 

830, Città Sotterranea.

«Che ti succede, eretica?! Prova a picchiarmi, se vuoi dimostrarmi che sbaglio!».

Se non avesse udito quell’appellativo, Levi avrebbe di gran lunga ignorato l’azzuffata che si stava svolgendo nel vicolo affianco. “Eretica”. Solamente lei era stata in grado di guadagnarsi quel soprannome, perciò non poteva trattarsi d’altri. Dunque, quell’idiota di Sebastian se l’era fatta scappare? Di nuovo?

Il giovane si appostò e sbirciò con noncuranza. Vide la rampolla venire sbattuta contro a un muro con violenza, da uno dei tre ragazzi che proprio sembravano intenzionati a non lasciarla in pace. 

«Prima o poi il genere umano dovrà andare nel mondo esterno!» digrignò i denti la ragazzina. A Levi sfuggì l’accenno di una risata sarcastica. Un osso duro, la signorina

Di primo acchito Levi pensò di andarsene, fingendo di non aver visto nulla. Dopotutto, vedere Kenny spaccare il naso di quel pallone gonfiato di Sebastian gli sembrava una prospettiva allettante. Ma, in fondo, che gli fregava di quell’idiota di Sebastian?

«Ehi, Xavier» si rivelò il giovane, scivolando fuori dal suo nascondiglio e camminando pacatamente in direzione dei tre teppisti. «State pestando una ragazzina di quindici anni? Tre energumeni contro una bambina? Davvero coraggiosi» li schernì.

I compagni di Xavier impallidirono per la paura. «È… è Levi…» biascicò uno di loro.

Dovevano avere diciotto, diciannove anni. Di fronte a loro, la sua stazza da quindicenne era decisamente ridicola. Eppure davanti a lui tremavano come foglie, quei due giganti.

Xavier si voltò. Era spaventato, ma tentava di non darlo a vedere per mostrarsi spavaldo davanti ai suoi scagnozzi.

«Hai sentito, eretica? Il tuo principe azzurro è venuto a salvarti» ghignò. «Che gran cavaliere che sei, Levi».

Levi scivolò al suo fianco. La mano di Xavier, stretta al colletto della tunica bianca che la ragazza portava, cominciò a tremare. «Non farmi incazzare. Tanto lo sai già, come va a finire» ringhiò.

Xavier si voltò verso di lui e azzardò un ghigno strafottente. «Ma sì» mollò la presa, facendo cadere a terra la ragazzina «che me ne frega. Anzi, te la lascio volentieri, questa piccola puttana. Divertiti, Levi, fattelo succhiare per bene. Così, se poi mi dici che è brava, ci faccio un giro anch’io».

Xavier e i suoi scagnozzi si allontanarono, via via sempre più velocemente. Non appena furono usciti definitivamente dal campo visivo di Levi, il giovane si concentrò sui capelli chiari e sulla pelle diafana della ragazzina: particolarità che stonavano incredibilmente in un ambiente come quello della Città Sotterranea.

Stava accasciata a terra, ansimante, e teneva il capo chino. 

«Ma che ti prende, ragazzina? Guarda che qui non siamo nella capitale. Qui non puoi dire tutto quello che ti pare. Altrimenti ti picchiano. E se non sei abbastanza forte da sopportare le botte, ti ammazzano».

Lei non ribatté. Senza neanche alzare la testa, cominciò a singhiozzare.

«Oh, diavolo. Non prenderai a frignare, ora! Dai, alzati. Alzati, così ti riporto alla stamberga, ché se Kenny non ti trova è probabile che s’incazzi talmente tanto da prendere a schiaffi pure me, che non c’entro nulla». Ma niente. Da lei non ottenne alcuna reazione. Solo singhiozzi. 

«Ohi, Freya. Mi senti? Lo so che ti annoi alla stamberga, ma ti ho trovato un libro oggi. Rajiv l’ha rubato per sbaglio, e parla di tutta quella roba strana che stai sempre a studiare. Dai, così hai qualcosa di nuovo da leggere. Muoviti, su».

Ancora silenzio.

«Freya. Se Kenny mi prende a cinghiate per colpa tua, ti ammazzo».

La ragazzina sollevò di scatto il viso, inchiodando Levi con i suoi occhi color del ghiaccio. Aveva il viso livido di pianto e impiastricciato di lacrime e muco. «Tu dici quello che ti pare, e non le prendi mai. È perché sei abbastanza forte? Voglio diventare forte come te, Levi. Insegnami, ti supplico». Balzò in piedi in un istante, con le pupille che scintillavano sinistramente.

Levi indietreggiò d’istinto. Poi inarcò un sopracciglio, scettico. «Sì, dai. Magari domani, eh? Ora torniamo alla stamberga, prima che Kenny si accorga che sei scappata. Sai com’è, preferirei finire la giornata senza farmi sfregiare da quel vecchio squinternato».

   
 
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