Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Onda nel silenzio    30/11/2023    3 recensioni
Si conoscevano da poco, ma a Nami piaceva pensare che quello fra lei e Zoro fosse stato l'incontro di due solitudini affini.
Piccola storia ispirata al live-action, ambientata subito dopo che Zoro ha lanciato la sua sfida a Mihawk.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Non sei che una mosca per lui, qualcosa da schiacciare e dimenticare."

"Non se vinco."

"Non vincerai."

Zoro inarca un sopracciglio con sarcastica espressione amara. "Grazie per la fiducia."

"Non si tratta di fiducia" sbotta allora Nami, "ma di buonsenso!"

È arrabbiata.

Arrabbiata e irrequieta e incredula, mentre cerca freneticamente di trovare una soluzione, conscia che sarebbe più facile non lasciarsi scivolare della sabbia fra le dita, piuttosto che convincere lo spadaccino a tornare sui propri passi.

Lui non le risponde, fissa le sue katane poggiate sul tavolo con granitica determinazione, forse già altrove, proiettato sul campo di battaglia in cui morirà, morirà, dannazione, Nami ne è certa, e non può lasciare che accada. Così chiede a Rufy di intervenire, di dirgli che è una follia, di fermarlo, perché non sa più cosa fare.

Lui le dà ascolto, ma Zoro gli ricorda qual è il suo sogno, e quelle parole si traducono per il capitano in una rispettosa – per lei insensata – accettazione del combattimento prestabilito.

Sola.

Nami si è sentita così ogni giorno della sua vita negli ultimi otto anni, eppure questo è uno dei momenti peggiori, uno di quelli in cui le sembra di soffocare, travolta da una marea che brucia.

"La tua vita per te conta così poco?" Parla a bassa voce, ma è certa di essere udita, anche se lo spadaccino non la sta guardando, "è questo il valore che le dai?"

"Stai parlando di cose che non puoi capire."

Il muro che lui ha eretto fra loro è insostenibile. Così stretto da farle mancare l'aria.

"Cosa vuoi che faccia, eh? Che ti dica che sei il migliore? Sei il migliore, va bene?" Nami alza di nuovo la voce, sempre più arrabbiata e irrequieta e ignara della rotta da intraprendere, "ma non sei migliore di quell'uomo" – i loro occhi si incrociano, i suoi sono sinceri, tristi, quelli di lui taglienti, distanti – "se combatti contro di lui morirai."

"E a te perché interessa?"

Non può credere che Zoro glielo stia chiedendo sul serio (ricorda ancora i sorrisi che le aveva rivolto la sera prima, mentre bevevano – sorrisi autentici, di chi non era più soltanto intento a indagare sulla persona che aveva di fronte, ma di chi si stava lasciando volutamente andare a un sincero momento di condivisa leggerezza).

"Perché sei mio amico, idiota!"

Adesso lui non sorride affatto, e la sua replica è pronta, distaccata, convinta.

"Risparmiati la recita, l'hai detto tu stessa che non hai amici."

Quelle parole la pugnalano impietose allo sterno, ma Nami lotta per frenare gli spasmi provocati dall'affondo della lama e per nascondere la fuoriuscita del sangue.

"Credi davvero che io adesso stia recitando?"

Forse stavolta a nessuno, nemmeno a Rufy fermo a metà strada fra di loro, sfugge quell'adesso, ma non le importa, vuole soltanto fermare l'emorragia, non sentire più il cuore accartocciarsi come un foglio appollottolato fra le dita.

"Sei scappata non appena ne hai avuto l'occasione" le ricorda Zoro in risposta, fissandola dritto negli occhi con tono definitivo, "non hai esitato neanche un secondo ad abbandonare i tuoi 'amici'."

È il suo freddo sarcasmo, più di ogni altra cosa, a farle del male.

Un male cane, che la spinge ad andarsene seduta stante, incapace di replicare, sorda al commento conciliante di Rufy, cieca allo sguardo dello spadaccino di nuovo rivolto altrove e distante.

Zoro le ha dimostrato di non fidarsi ancora di lei. In fondo Nami sa che fa bene. Eppure nonostante tutto, nonostante quel dolore e il senso di sconfitta che prova per non essere riuscita a fermarlo, continua ancora a sperare che possa sopravvivere.

Lo realizza allora, malgrado ormai le sia rimasto solo il suo sguardo tagliente e irremovibile a infestarle la mente, che anche se Zoro la vedesse peggio di così e le dicesse di aver ucciso centinaia di persone, lei, a differenza sua, continuerebbe a sostenerlo e a stare dalla sua parte.

E il perché di tutto ciò – che non comprende – la spaventa a morte.





**




Si conoscevano da poco, ma a Nami piaceva pensare che quello fra lei e Zoro fosse stato l'incontro di due solitudini affini – diverse per natura, in grado di mostrare l'un all'altra il mondo con occhi nuovi, e dunque di arricchirlo. Le era piaciuto pensarlo soprattutto la sera precedente, quando erano rimasti a bere in reciproca compagnia, prima che arrivasse lo spadaccino più forte del mondo a rovinare tutto.

Scommetto che so più cose di te di quante ne sai tu di te stessa, le aveva detto lui dopo aver passato la serata a studiare ogni sua reazione. Una parte di lei aveva voluto credere che non fosse stato soltanto un modo per gettarle un'esca, che Zoro avesse voluto spronarla a parlargli di sé non solo per indagare (il fondo di quel bicchiere non è fatto di cristallo, una battuta forse calcolata, atta a significare so che sei una ladra), ma perché gli interessava sinceramente conoscerla di più. E il suo successivo mi sbaglio?, di fronte a un silenzio accorto in risposta, aveva rafforzato quella convinzione.

Così, sì, Nami gli aveva dimostrato che si era sbagliato a crederla una ragazzina viziata cresciuta in un mondo sfavillante di lussi e agi. Aveva avuto paura a esporsi, ma al tempo stesso era stato anche dannatamente liberatorio. Sotto il suo sguardo attento si era sentita in qualche modo capita, e le era piaciuta quella scintilla di viva, sollevata curiosità che gli aveva scorto nelle pupille – sollevata di poterla scoprire realmente diversa da come se l'era immaginata, forse perché era stato proprio lui il primo a sperare di essersi sbagliato.

Ma a quanto pare Nami si era inventata tutto. Probabilmente erano state la notte e l'alcol e le luci sgargianti del Baratie in festa a ingannarla. O più semplicemente il suo bisogno di sentirsi vista per davvero, dietro alla maschera.

Ormai non importa più.

Va bene così, in fondo.


Nami continua a ripeterselo, cercando di convincere se stessa a crederci, mentre osserva per l'ultima volta Zoro, convalescente e privo di sensi nel suo letto.

Va bene così, sai?

"Al bar ti ho detto che io non avevo amici, ma la verità è che non mi è permesso averne. Perché" – non ha idea di come mai glielo stia confessando, le parole le sgorgano dalla gola spontanee, amare nella loro nuda sincerità, rassicurate dalla consapevolezza che Zoro non possa sentirla – "ferisco sempre le persone vicine a me."

E io, in un modo del tutto illogico e ingiusto e terribile, tengo già troppo a te.

(La catena chiusa attorno alla sua caviglia tira, la spinge ad allontanarsi per tornare alla sua prigione, il sole in quella stanza scompare sostituito dal buio, dove ad accoglierla ci sono soltanto una scrivania piena di mappe tratteggiate col suo sangue e un ghigno da squalo.)

Nami si volta, assolutamente non pronta ad andarsene, ma, prima che possa compiere un solo passo, a un leggero frusciare di coperte segue la percezione di una stretta attorno al suo polso sinistro che la fa bloccare.

"Se te ne vai" – il suo cuore sprofonda, mentre un prevedibile non tornare la pugnala lì dove sta già sanguinando a fondo – "sappi che io verrò a prenderti."

L'avvertimento di Zoro non suona affatto come una minaccia.

(La catena che le stringe la caviglia si allenta.)
















Note
Il what if? in questione è e se Zoro fosse stato sveglio mentre Nami gli diceva quella frase sull'amicizia? I dialoghi sono stati ripresi paro paro dal live-action, cambiare colore nel testo o appesantirlo di note per distinguerli da quelli che ho aggiunto io non mi sembrava una scelta graficamente felice, perciò riporto qui quelli che non sono presenti nel canon:

"Grazie per la fiducia."
"Non si tratta di fiducia, ma di buonsenso!"
"La tua vita per te conta così poco? È questo il valore che le dai?"
"Stai parlando di cose che non puoi capire."
"Cosa vuoi che faccia, eh? Che ti dica che sei il migliore? [...]" è una resa dell'originale leggermente modificata e più corta.
"Risparmiati la recita [...]", solo questa prima parte è un'aggiunta, il resto viene dal live-action.
"Credi davvero che io adesso stia recitando?"
"Sei scappata non appena ne hai avuto l'occasione, non hai esitato neanche un secondo ad abbandonare i tuoi 'amici'" (che è riferita a quando Nami, Rufy e Zoro sono stati catturati da Buggy).
E ovviamente è un'aggiunta anche la battuta finale di Zoro.

Alla prossima :3
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Onda nel silenzio