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Autore: A_Frensis    30/11/2023    0 recensioni
Cassandra e Beatrice non sono due entità totalmente opposte che si sono ritrovate a convivere insieme per una pura casualità.
A distanza di un anno la loro relazione va ben oltre l'essere coinquiline, ma nessuno n'è a conoscenza perché Beatrice non si sente pronta a rivelarlo ai suoi conoscenti per paura di una loro reazione. Cassandra la comprende ma inizia a non tollerare più il distacco di Beatrice in presenza di altre perone.
Estratto dal testo:
Un vuoto che non aveva mai avuto prima d’incontrarla, con lei avevano creato uno spazio colmo fino a sentirsi quasi soffocare e ora non c’era più. Forse era stato proprio questo il problema: non riusciva più a respirare da sola. Si era totalmente lasciata andare a quel mare d’emozioni e ora ne pagava le conseguenze
-Mi manca il respiro-
-Lo so-
-Non riesco a stare lontano da te-
-Non si può resistere a un istinto primordiale-
-No, non si può-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Capitolo 2

-Mi hai ingannato.-
-Che intendi dire.-
-Mi hai fatto un incantesimo ed ora non posso fare almeno di te.-
-Potrei dire la stessa cosa.-



Venne investita da una luce accecante, si rigirò infastidita sul letto cercando di ritornare al suo amato sonno ma c’era troppa luce per riuscirci, ancora con gli occhi chiusi allungò un braccio sul lato opposto del letto trovandolo vuoto grugnì ancor più infastidita, spostò la testa sull’altro cuscino presente sul letto matrimoniale. Respirò forte il profumo rimasto e si rilassò, si godette per un’altra manciata di minuti quel leggero tepore prima che i suoi sensi si svegliassero del tutto. 
Cassandra aprì piano gli occhi e vide l’orologio sul comodino sbuffò quando comprese d’essere già in ritardo e che era l’ora di alzarsi: aveva davanti un’altra giornata piena con il suo gruppo studio per il progetto che stavano realizzando all’università. Si diede una rinfrescata in bagno poi andò in cucina e lei era lì, colei che da un anno a quella parte aveva reso ogni giorno, un giorno da scoprire.
Beatrice le dava le spalle era vestita solo con una maglia lunga che la copriva fino a metà coscia lasciava la possibilità di apprezzare le sue gambe lunghe e toniche; i capelli castani rinchiusi in un morbido chignon. 
Non l’aveva sentita entrare, tutta presa nel preparare la colazione, ne approfittò per avvicinarsi piano senza far alcun rumore, appena le fu vicina le afferrò i fianchi con entrambe le mani attirandola a sé, le labbra cercarono il collo scoperto con un soffice bacio. 
In risposta ebbe un sussulto e poi un sospiro. «Cass… Uno di questi giorni mi farai prendere un infarto.»
«Non penso che corri questo rischio.» Sorrise, continuando a lasciarle soffici baci lungo il collo, mentre con una mano liberava i suoi lunghi capelli dallo chignon.
Beatrice voltò il viso verso di lei, i suoi occhi azzurri si incontrarono con quelli smeraldo di Cassandra, le sfiorò le labbra con le sue. «Buongiorno.» Annullando lo spazio tra i loro corpi le accarezzò l’addome con entrambe le mani. Una mano prese a scivolare verso giù ma venne prontamente bloccata dalla mano dell’altra. «Non vuoi la colazione?»
«Al momento vorrei ben altro.» Rese ancor più chiaro il messaggio, con l’altra mano le diede una leggera carezza ad un suo seno da sopra la maglia.
«Cassandra!» Divertita, schiaffeggiò la mano “molesta”. 
Beatrice lasciò perdere la colazione e si voltò totalmente nell’abbraccio portando le braccia intorno al suo collo, le mani che si immersero istintivamente  nei corti capelli biondi. «Sei in vena di coccole questa mattina?»
Cassandra la guardò con fare innocente. «Non ti ho trovato accanto a me questa mattina poi sono entrata in cucina e ti ho visto… Non puoi pretendere che io abbia autocontrollo.»
«Veramente anche quando ti sveglio o tu svegli me è lo stesso.»
Cassandra sfiorò le labbra con le sue. «Beh, queste sono tante variati, è la costante che rimane sempre la stessa. Tu.» 
Beatrice scoppiò in una risata genuina e Cassandra si perse in quel meraviglioso suono, non resistendo unì le loro labbra e cercò subito un contatto più profondo e si perse nelle sensazioni che sempre la travolgevano quando stavano così vicine.
Quando ripresero fiato Beatrice cercò di riprendere un minimo di autocontrollo. «La colazione…»
«Dopo…» Ansimò sollevandola in braccio per il fondoschiena, la fece sedere sopra il tavolo e prima che potesse continuare con altre inutili proteste, cercò con le labbra il suo collo alternando baci e morsi. 
Beatrice si abbandonò in quella dolce tortura immergendo le mani tra i suoi capelli. Cassandra sorrise e portò entrambe le mani sulle sue cosce accarezzandole e sollevando totalmente la maglia, la sfilò veloce e portò le labbra sul suo seno libero da ogni barriera. Sentì le dita tra i suoi capelli stringersi ancor di più quasi a volerle graffiare la cute. «Sai… Stanotte ho fatto un sogno bellissimo.» Mormorò ritornando a lasciare baci lungo la linea del suo collo.
«Cosa hai sognato?»
«I tuoi genitori che ci davano la benedizione dopo che tu avevi detto a loro di noi.»
Beatrice divenne un blocco di ghiaccio. «Cass...» 
Cassandra alzò il viso guardandola negli occhi e le sorrise divertita. «Non è un bel sogno?» 
«Di tutti i momenti che potevi avere proprio ora dovevi scegliere di nominare i miei genitori?» Le chiese contrariata facendole notare la situazione. 
Beatrice non aveva tutti i torti, aveva indosso solo gli sleep sopra il tavolo della cucina e con la mano di Cassandra in mezzo alle gambe. 
Cassandra corrugò la fronte allontanandosi. «Tanto nessun momento è mai giusto per nominarli.»
Le afferrò un braccio per portasela di nuovo vicino a sé, ma incontrò resistenza «Non abbiamo ancora finito.»
«Farò tardi all’università.» Le lasciò un bacio tra i capelli. «Non preoccuparti, avremo tutto il tempo per recuperare.» 
Cassandra la lasciò così, seduta mezza nuda sul tavolo della cucina.

Lei, Beatrice Treviani, donna ammirata e applaudita nei teatri del paese, insegnante rispettata e voluta bene. 
Lei sempre pronta a difendere i suoi valori, ostinata e forte. 
Lei che non si piegava a nessuno. 
Ora si ritrovava da un paio di minuti con lo sguardo fisso nel vuoto, ancora nuda, seduta sul tavolo. Stava cercando di capire cosa fosse successo per far andare via così di fretta Cassandra. Era lei a dover essere infastida!
Dopo che si fu ripresa dallo shock del momento quel poco che le bastava per decidere di rivestirsi e di iniziare a fare quella benedetta colazione. 
Cassandra non aveva mai fatto una cosa del genere ed ora non riusciva a capirne il motivo. Era rimasta turbata dal suo comportamento, un attimo prima così passionale ed un attimo dopo così distaccata, l’aveva lasciata lì accaldata e nuda senza il suo abbraccio a scaldarla. 
Mentre sorseggiava il suo caffè vide Cassandra rientrare in cucina, già pronta per uscire con tanto di valigetta in mano. Indossava una camicia che le risaltava le sue forme atletiche: era una ragazza alta e ben impostata, con le sue forme androgene si sentiva più a suo agio con una camicia ed un pantalone, piuttosto che con un vestito. Di sfuggita poteva essere scambiata benissimo per un uomo, come aveva fatto lei nel loro primo incontro, ma osservandola con più attenzione si poteva notare alcune sue movenze femminili. 
«Stai andando all’università?» Chiese cercando di rimanere più tranquilla possibile.
Cassandra annuì senza guardarla, troppo concentrata a versarsi il caffè dalla caffettiera. «Tu hai lezione oggi?»
«No, ma devo comunque andare a parlare con il direttore d’orchestra.»
Cassandra non replicò, terminò il suo caffè e poggiò la tazzina sul banco della cucina e solo dopo si avvicinò a lei e le lasciò un bacio tra i capelli. «Vado.»
«Ci sarà anche lei?» Domandò fermandola.
«Fa parte del mio gruppo di studio, è normale che ci sia.»
Beatrice annuì non potendo aggiungere nient’altro, ancora in fase confusionale, ma appena vide che stava per uscire, decise di non poter far cadere il discorso così «Cass.» Attirò la sua attenzione. «Per la prossima volta, gradirei che non iniziassi nulla se non hai intenzione di continuare.»
«Mi dispiace, ma non posso prevederlo, quando sono con te non penso a nulla.»
Ma che diavolo di risposta era?
«Te ne sei andata! Lasciandomi così! Come pensi che mi senta?» Beatrice si alzò dalla sedia non riuscendo a mantenere la calma
Cassandra in quel momento realizzò cosa avesse fatto, si avvicinò a passi lenti verso di lei. «Scusami.»
Beatrice sbatte più volte gli occhi incredula. «Scusami?»
Cassandra la guardava fissa negli occhi poi si avvicinò ancor di più a lei, Beatrice voleva ribellarsi, respingerla, ma non ce la fece.  Cassandra abbatté quella finta resistenza stringendola in un abbraccio immergendo il viso nei suoi capelli e la strinse forte a sé.
Beatrice si lasciò andare tra le sue braccia prendendosi il calore che aveva perso poco prima. Era inconcepibile che si facesse abbindolare con una sola parola, ma aveva bisogno di quella vicinanza dopo la distanza improvvisa, non voluta, di quella mattina.
«Ora devo andare.»
Annuì allontanandosi quel poco che le bastava per guardarla negli occhi. «Occhi solo sul progetto.»
«Ho occhi solo per te.»
«Brava.»
Le diede un ultimo bacio prima di lasciarla andare. Cassandra prese la sua valigetta e con un ultimo sorriso uscì di casa. 
Cassandra non voleva comportarsi così con Beatrice. Salendo in moto ripensò a ciò che era successo quella mattina. Le dispiaceva comportarsi così, vederla in difficoltà perché non comprendeva i suoi comportamenti altalenanti anche se era convinta che Beatrice sapesse benissimo cosa la rendesse così distaccata. 
La situazione stava diventando ingestibile. Anche uscire insieme era diventato un tabù, si sentiva mancare l’aria, non aveva più spazio di movimento perché rinchiuso dal volere di Beatrice. Non voleva che nessuno sapesse cosa ci fosse tra loro, non voleva dirlo né ai suoi amici né alla sua famiglia, soprattutto ai suoi genitori. 
Neanche se avesse ammazzato a qualcuno!
All’inizio l’aveva compresa: Beatrice era nata in un’agiata famiglia benestante cresciuta con determinati valori, probabilmente i suoi genitori la vedevano già spostata con un miliardario pronta a sfornare tre, quattro pargoli. 
Fin dall’inizio la situazione era stata chiara ma con il passare del tempo le stava abbastanza stretta. 
Cassandra era sempre stata un tipo carnale e tenere le mani a posto in presenza degli altri stava diventando impossibile, il desiderio di toccarla cresceva di giorno in giorno.
Era sicura che anche per Beatrice la situazione stesse diventando ingestibile, non poteva negarlo,  sopratutto con il passare dei mesi l’affinità e l’attrazione tra loro cresceva ogni giorno di più: convivere insieme, condividere tutto e concedersi momenti di grande intimità aveva fatto sì che inconsapevolmente agissero in modo complementare. 
Si cercavano sempre, senza rendersene conto con uno sguardo, un tocco, una parola, come se prendessero ossigeno dopo attimi d’apnea. 
Quando alcune sue amiche le avevano fatto notare questo comportamento, Beatrice era andata in crisi. Da quel momento aveva sempre cercato di controllare ogni sguardo, ogni gesto, ogni parola come se volesse comandare un qualcosa di naturalmente istintivo.
Non che ci riuscisse particolarmente bene. 
Cassandra stessa non le rendeva questo possibile. Come avrebbe mai potuto assecondare una follia del genere? 
Questo era uno dei tanti motivi per cui avevano preso a litigare ultimamente. 
L’unica consolazione in quel suo periodo incerto era la certezza del lavoro che stava conducendo con i suoi colleghi per il progetto di laurea. 
Stava dando anima e corpo a quel progetto, ci credeva con tutta sé stessa e grazie a quello riusciva a far uscire per un po’ Beatrice dalla sua testa. 


Frensis.




Ecco a voi il secondo capitolo! 
Fatemi sapere cosa ne pensate, un consiglio, un punto di vista, ma anche un critica, sono ben accetti. 
Quali sono le vostre prime impressioni su Cassandra e Beatrice? 
A presto !
Frensis

 

   
 
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