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Autore: A_Frensis    19/11/2023    0 recensioni
Cassandra e Beatrice non sono due entità totalmente opposte che si sono ritrovate a convivere insieme per una pura casualità.
A distanza di un anno la loro relazione va ben oltre l'essere coinquiline, ma nessuno n'è a conoscenza perché Beatrice non si sente pronta a rivelarlo ai suoi conoscenti per paura di una loro reazione. Cassandra la comprende ma inizia a non tollerare più il distacco di Beatrice in presenza di altre perone.
Estratto dal testo:
Un vuoto che non aveva mai avuto prima d’incontrarla, con lei avevano creato uno spazio colmo fino a sentirsi quasi soffocare e ora non c’era più. Forse era stato proprio questo il problema: non riusciva più a respirare da sola. Si era totalmente lasciata andare a quel mare d’emozioni e ora ne pagava le conseguenze
-Mi manca il respiro-
-Lo so-
-Non riesco a stare lontano da te-
-Non si può resistere a un istinto primordiale-
-No, non si può-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Capitolo 1

-Ti hanno mai detto che hai delle belle mani?-

-Sinceramente, mai.- 

-Mi piace quando mi toccano.-

-Alle mie mani piace toccare il tuo corpo.-

 

La musica era sparata a tutto volume nel pub particolarmente affollato, erano seduti in un tavolo a lato della pista: molte persone ballavano divertendosi altre si limitavano a bere e, per quanto la musica potesse consentire, chiacchieravano nel proprio tavolo. 
Era da tanto che non entrava in un posto così affollato ma,  per quanto le piacesse andare nei locali, non si sentiva né rilassata né divertita, si sentiva in gabbia.
«Chi vuole un altro giro?» Propose Jessica a gran voce superando il volume della musica. Sprizzava energia da tutte le parti, amava la musica ed i pub, in pratica, era un animale da festa. 
Cassandra era stata trascinata in quel locale perché Jessica era una delle più care amiche di Beatrice, aveva convinto entrambe ad uscire in un uscita tra amiche. 
Beatrice era la sua coinquilina nonché… Meglio lasciare stare.
In realtà aveva accettato l’invito più per Beatrice che per lei che difficilmente accettava quel tipo di uscite soprattutto se erano insieme. 
Non pensava sarebbe stata una brutta idea prima che si unissero con loro altri tre ragazzi che già le avevano urtato il sistema nervoso. Non che a lei non piacesse la compagnia e la musica, ma non stava gradendo particolarmente le attenzioni che, a turno, i tre ragazzi stavano rivolgendo a Beatrice.Come dargli torto, Beatrice attirava l’attenzione anche solo stando seduta a non far nulla, sprigionava classe ed eleganza in quel abito che aveva deciso d’indossare, i lunghi capelli castani le incorniciavano il viso rosato per poi ricadere lungo le spalle, due fari azzurri a posto degli occhi e quel sorriso... Come poteva biasimarli?
La prima volta che l’aveva vista anche Cassandra era rimasta a bocca aperta.
Nonostante comprendesse lo stato di quei ragazzi, aveva un forte istinto omicida nei loro riguardi dato che non avevano un minimo di pudore nell’approcciarsi.Uno dei ragazzi non le aveva staccato gli occhi di dosso da quando si era seduto al tavolo, ancora non si capacitava di come stesse riuscendo a trattenersi dal cavargli gli occhi; un altro si era avvicinato e le aveva chiesto di andare a ballare insieme ma con un sorriso educato Beatrice aveva rifiutato restando al suo fianco. 
Non sostenendo ulteriormente quella situazione, aveva provato lei stessa ad invitarla a ballare per allontanarsi da quel tavolo, ma in tutta risposta le aveva stretto la mano liquidandola con un: “Stai tranquilla”, per poi rigirarsi e riprendere a parlare con un’altra sua amica, Zoe. 
Amica, che strano concetto, anche per le altre persone sedute al tavolo lei e Beatrice erano solo amiche. Ma loro erano tutto, fuorché amiche. 
Ecco il suo sentirsi in gabbia, ecco tutto quel nervosismo. 
Tutta quell’illusione montata da Beatrice, la rendeva così nervosa, per questo non le bastava il suo “stai tranquilla”, non le bastava che le stesse semplicemente accanto, non le bastava la sua mano sulla coscia per farle sentire la sua presenza. 
«Cassandra!!» Le urlò all’orecchio Jessica, l’aveva raggiunta dalla parte opposta del tavolo dopo che la sua proposta era stata ignorata.
Strinse gli occhi voltandosi verso quella bionda iperattiva. «Jess, ma le tue batterie non si scaricano mai?» Chiese prendendola in giro.
«Forse se andiamo a ballare! Vieni così lo scopri.» Rispose con entusiasmo. 
Strabuzzò gli occhi sorpresa, forse non reggeva bene l’alcol. «Ti stai annoiando?»
«Tu no?» Ribatté adocchiando Beatrice alle sue spalle immersa in una conversazione con Zoe.
Storse il naso, non era molto propensa a lasciare Beatrice sola nel tavolo, ma forse allontanarsi l’avrebbe aiutata a rilassarsi un po’. 
«Andiamo.»
Il movimento sul piccolo divano venne colto da Beatrice che ancora aveva la mano sopra la sua coscia anzi strinse la presa. «Dove vai?»
«Stai tranquilla.» Con un sorriso tirato le rispose con la stessa moneta però poi volle aggiungere. «Vado a sgranchirmi le gambe.»
Jessica fece capolino da dietro le sue spalle. «Te la porto tutta intera... Forse.» Rise trascinandola per un braccio in pista.
Beatrice non aggiunse nient’altro ma le seguì con lo sguardo fin quando non scomparvero tra la folla.
La musica commerciale non era il suo forte ma provò a sciogliersi aiutata da Jessica che, molto a suo agio in pista, ballava senza inibizioni.
«Meglio così che stare impalata in un tavolo, no?» La sfidò avvicinandosi a lei.
«Potevi chiederlo ad uno dei ragazzi, avevano molta voglia di ballare.» Nonostante la poca mobilità dovuta alla calca, provò a muoversi a tempo di musica.
Jessica portò le braccia intorno al suo collo riducendo al minimo la distanza. «Preferisco così...»
Cassandra cercò di distanziarsi, ma Jessica era di un’altra idea.«Ti ricordi che sono una donna, vero?»
«Perfettamente» Sorrise. «Ti metto a disagio?»
Sì, era decisamente andata. Per sua fortuna  aveva molta esperienza a riguardo. Le afferrò una mano ancora arpionata al suo collo e la fece volteggiare un paio di volte per poi attirarla di nuovo verso di sé. «Hai sbagliato persona per esplorare nuovi mondi.»
«Lo so, non preoccuparti.» Sorrise in modo strano, non capì cosa intendesse dire. Poi il suo sguardo si perse dietro le sue spalle. Sbuffò. «Ma dai! Non sono passati neanche cinque minuti.»
«Cosa?» Domandò prima che una mano si appoggiasse sopra la sua spalla seguita da una voce familiare dal tono basso ma che riuscì a sovrastare la musica.«Jessi uno dei ragazzi chiede di te.»
«Corro!» Non se lo fece ripetere due volte. Si staccò da lei e prima di andarsene le lanciò uno sguardo complice.
Cassandra sorrise, sentendosi sollevata si voltò verso Beatrice e le cinse subito la vita con un braccio, lei seguì il suo movimento portando le braccia intorno al suo collo, i loro corpi si incastrarono perfettamente. 
«Ciao.» Mormorò ad un soffio dalle sue labbra. 
«Ciao.» Ricambiò con un sorriso, iniziando a muoversi a tempo di musica.
Beatrice avvicinò la bocca al suo orecchio. «Sei consapevole che Jessica c’ha preso entrambi in giro?»
«Non me ne frega nulla!» Rise sfogando in parte il nervosismo accumulato, Beatrice le sorrise per poi tornare seria. «Mi dispiace.»
Come sempre, ma in quel momento non aveva voglia di riprendere quel discorso.«Non pensarci, ora balla con me.» La fece girare nascose il viso nei suoi capelli riempendosi del suo profumo; la sua schiena schiacciata contro il suo petto; Beatrice muoveva il bacino sinuoso a ritmo di musica scontrandosi con il suo, le portò le mani sui suoi fianchi stringendola ancor di più a sé. 
«Cass...» Sentì un Sussurrò, Beatrice aveva girato la testa voltandosi verso di lei, la fronte sulla sua guancia.
«Sei bellissima.»
«C’era un motivo per cui non volevo ballare con te.» Rivelò divertita.
«Quale?»
«Penso che tu lo sappia benissimo.» Si staccò, le prese una mano e la utilizzò per volteggiare.
«No, non credo.»
«Poi te lo spiego... Magari a casa.» Le spinse la testa con due dita sulla fronte.
Divertita Cassandra la fece volteggiare per un altro paio di volte facendola fermare di fronte a lei. 
Beatrice le portò una mano sul viso. «Andiamo a casa?»
Improvvisamente le sorse un dubbio e si spaventò, non sapeva se volesse andare a casa per stare finalmente sole o per paura che le vedessero ancora così vicine. Aveva sempre creduto alla genuinità degli intenti di Beatrice, non voleva iniziare a pensare che ci fosse un secondo fine.
Non era quello il momento adatto per aprire un discorso del genere, annuì non troppo convinta, ma si dovette accontentare di quei pochi minuti di ballo insieme a lei che l’avevano fatta uscire dalla brutta sensazione di stare in gabbia. 

 

Frensis


Ciao a tutti! 
Mostro il primo capitolo di questa storia a cui tengo molto, ci lavoro da tanti anni. 
Vorrei che un giorno diventasse un punto di riferimento per tante persone. 
Fatemi sapere cosa ne pensate! 

P.s. Le pubblicazioni dei capitoli avverrano una volta a settimana. 

 







 

   
 
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