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Autore: Neko    01/12/2023    1 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 89: Verso una nuova isola

 

La festa continuò per quasi tutta la sera.

Per Rufy infatti, vi era un altro motivo per cui festeggiare oltre al matrimonio.

Brook stava suonando una bella musica ritmata, su cui tutti potevano danzare e mentre Rufy saltellava di qua e di là insieme a Nami, Robin gli si avvicinò insieme a Olvia, attirando la sua attenzione.

“Capitano, mia figlia avrebbe una cosa da dirti!” disse la donna con un grande sorriso.

Rufy smise di ballare e si  abbassó all’altezza della piccola “Dimmi piccola Robin!”

La bambina guardò il ragazzo, prese un profondo respiro e, stringendo gli occhi, disse tutto d’un fiato “Voglio far parte della sua ciurma!”

Nami guardò Robin alla sua richiesta. Era felice perché questo stava a significare che la sua compagna non se ne sarebbe andata.

Rufy guardò la bambina, ma non disse niente.

La piccola non sentendo risposta, aprì gli occhi preoccupata dall’idea di non venire accettata, ma quando guardò il ragazzo, vide sul suo volto un sorriso a 36 denti e poco dopo, lo sentí appoggiare qualcosa sulla sua testa.

Cercò di capire cosa e, al toccò, comprese che doveva essere il suo cappello.

Era confusa dal significato di quel gesto e cercò qualche risposta da Robin, ma appena catturò lo sguardo della madre, si sentì afferrare per le spalle, venendo successivamente sollevata in alta.

Emise un gridolio sorpreso, prima di ritrovarsi sulle spalle di Rufy. Si tenne saldamente ai suoi capelli, timorosa di cadere, in quando il ragazzo aveva preso ad agitarsi parecchio.

“Ehi ragazzi!” urlò Rufy, attirando l’attenzione di tutti i pirati presenti. “Diamo tutti il benvenuto al nostro nuovo membro della nostra ciurma!” gridò, alzando le braccia in alto.

“Evviva!” urlarono tutti i pirati, alzando nuovamente i calici in alto.

Franky cominciò a piangere commosso “è così bello vedere una figlia riunirsi alla madre. Sono felice che non andrai più via sorella!” disse il cyborg a Robin, la quale  gli diede qualche colpetto sulla schiena per confortarlo.

“Yohohohoho, benvenuta piccolina. Ma che meraviglia, ci vuole una canzone speciale. Che ne dite del Sake di Binks?” chiese  lo scheletro, che ricevette subito la risposta affermativa di Rufy.

“Benvenuta tra noi piccola Robin. Tieni, questo è il mio regalo per te!” disse Sanji, porgendo dello zucchero filato alla piccola.

“Siiiii, benvenuta!!!” disse saltellando Chopper, per poi spostare lo sguardo su Sanji “Anche io voglio lo zucchero filato!” cosa che il cuoco aveva immaginato, quindi ne aveva un altro a portata di mano.

“Che bello, ho un'altra persona a cui raccontare le mie magnifiche avventure! Ti piacciono le storie vero piccola?” chiese Usopp.

“Si molto!” rispose la bambina.

“Sono così felice che ti unirai a noi piccola, vero Zoro?”, chiese Tashigi all’uomo, dandogli una gomitata in quanto non si era ancora espresso in merito.

Zoro la fulminò per avergli quasi fatto versare il prezioso contenuto del suo calice, poi poggiò quest’ultimo per terra e si avvicinò alla piccola.

La bambina lo guardò stranita. Rufy l’aveva appena rimessa per terra e ora si ritrovava davanti a quell’uomo grande e grosso dall’aria seria e spaventosa. La guardava dall’alto al basso e, dal suo punto di vista, non sembrava tanto contento all’idea di avere una nuova compagna di ciurma. Forse perché troppo piccola. Avrebbe potuto essere un peso. Mille pensieri le passarono per la testa, prima che sentisse la mano dell’uomo scompigliarle i capelli, cosa che la sorprese.

“Ora che fai parte della ciurma, chiamarti piccola non mi sembra molto appropriato. Hai un nome?” chiese sempre con aria seria.

“O-Olvia!” disse semplicemente la piccola.

Zoro accennò un sorriso e annuì prima di allontanarsi e riprendere posto e afferrare nuovamente il suo calice.

La bambina sorrise comprendendo che non c’erano problemi, era solo il suo modo di fare.

I festeggiamenti andarono avanti finché tutti i pirati crollarono a terra esausti.

 

La mattina seguente i mugiwara si svegliarono al profumino della colazione preparata da Sanji, ma subito notarono che c’erano meno persone rispetto alla sera prima.

“Dove sono finiti Shanks e la sua ciurma?” chiese Nami.

“Se ne sono andati mentre dormivamo!” disse Sanji “Quando mi sono svegliato mezz’oretta fa la loro nave era ormai un piccolo puntino al largo”

“Non capisco questa fretta. Potevano almeno salutare. Questo il vecchio me la dovrà pagare!” disse Usopp. Infondo ci era rimasto male.

“Ehi guarda Usopp,  che cosa è?” chiese Chopper, vedendo un qualcosa di strano poggiato accanto a lui.

Il cecchino la prese e la ispezionò “Ma questa è…è una delle sue pistole. Me l’ha fatta vedere prima del matrimonio. È stata la prima pistola che ha acquistato. Ha detto che gli ha salvato la vita in molte occasioni! Non posso credere che me l’abbia lasciata!”

“Perché no? Sei suo figlio. I padri sono soliti tramandare un qualcosa che li rappresenta ai figli, perché poi venga a loro volta tramandata. Avrà voluto cominciare questa tradizione con te!” disse Franky, alzando le spalle, non trovandoci niente di strano.

“Oh quindi  dovrò poi regalarla a mio figlio, giusto?” chiese Usopp.

“Dato che sappiamo che avrai almeno un figlio, non vedo perché no!” disse Sanji.

“Io però non lo vedo Usopp usare una pistola. Non fa mai uso di proiettili!” disse Chopper, stranito dal regalo.

Usopp aprì la pistola per vedere i buchi nei quali si inseriscono i proiettili e disse “Bhe a giudicare da come è fatta, posso usarla per migliorare il mio raggio di azione. La mia Kabuto è fantastica, ma se dovessi raggiungere un posto ancora più lontano, questa sarebbe perfetta!” disse, prendendo uno dei suoi semi e inserendola all’interno dell’arma. “I miei semi sembrano adattarsi perfettamente!”

Prese la mira e la puntò dall’altra parte della spiaggia, dove erano ancora disseminate le rocce cadute addosso a Kizaru, e sparò. Si vide un piccolo sbuffo di polvere, che fece comprendere che il bersaglio era stato colpito, ma per chi non  era così evidente, la crescita di diversi alberi ed erba per diversi metri, poteva essere un segnale ben evidente della capacità di azione della pistola.

“Wow fantastico Usopp!” disse Chopper meravigliato.

“E pensa che avrei potuto mirare molto più lontano se non ci fosse stato quell’ostacolo!”

Nami aveva assistito alla scena, ma poi spostò il suo sguardo a Rufy. Quest’ultimo stava leggendo un bigliettino.

“E quello da dove salta fuori?” domandò la ragazza.

“Oh è Shanks che ci saluta e dice che ci rivedremo quando sarò diventato il re dei pirati!” disse il ragazzo sorridendo “Shanks è solito partire senza troppe smancerie, mi stupisco che almeno sta volta, abbia lasciato  un biglietto, invece di sparire e basta!” disse Rufy, per poi alzarsi e urlare “Bene ciurma, direi di farci una bella colazione e poi partire per la prossima avventura!”

“Yohohohohoh…non vedo l’ora, oh ma io gli occhi non ce li ho….yohohoho…skull joke!” disse Brook, venendo bellamente ignorato dal gruppo.

“Ehi un momento. Mancano Robin e Olvia!” disse Tashigi guardandosi intorno.

“Non avranno cambiato idea vero?” chiese Chopper con le lacrime agli occhi e guardando intorno anch’esso.

“Tranquillo Chopper, siamo qui!” disse Robin, spuntando fuori dalla pineta insieme a Olvia.

“Robin, non te ne sei andata? Che bello!” disse Chopper correndo ad abbracciarle le gambe “Dove eri finita?”.

La donna sorrise “Avevo un compito da svolgere da parte di Fujitora!” disse Robin confondendo i presenti, ma non Rufy, il quale sorride alla compagna.

 

Finalmente i Mugiwara poterono lasciarsi alle spalle quell’isola dove avevano affrontato non pochi problemi.

Tutti si sentirono rilassati a quel punto, tanto che Chopper e Usopp si buttarono sull’erba, presente sul ponte, per rilassare completamente i nervi, ma la tranquillità venne interrotta quasi subito dal martellare di Franky, intento a  sistemare i danni provocati dai marine durante il loro primo assalto.

Nami era andata a controllare che i suoi mandarini fossero ancora sani e ne approfittò per togliere qualche festone che si era salvato, sorrise quando vi lesse sopra Just married. Il matrimonio non era finito bene come sperava, ma almeno aveva sposato l’uomo che amava.

Guardò Rufy che si trovava poco lontano dai suoi mandarini. Sembrava assorto nei suoi pensieri mentre osservava l’isola allontanarsi.

Sapeva cosa gli frullava per la testa. Le aveva raccontato cosa era successo con Akainu e sapeva anche cosa Fujitora gli aveva detto. Subito lei gli aveva fatto sapere che era d’accordo con il marine. Nessuno lo incolpava per quanto successo, ma sapeva  che una vita era pur sempre una vita ed era difficile, se non impossibile, farsi scivolare tutto addosso.

Fu indecisa se andare da lui o lasciarlo riflettere. Optò per la seconda, sapendo che in caso di bisogno, sarebbe stato lui stesso a rivolgersi a lei.

Olvia correva qua e là esplorando la nave. Era molto curiosa e affascinata da tutto quello che vedeva. Non credeva che quella sarebbe stata la sua nuova casa. Era un bel passo avanti rispetto alla sua casetta mal assembrata sull’albero, che aveva fatto con le sue mani.

La bambina venne sistemata nella stanza con Robin con un separé che poteva dare alla piccola Olvia l’impressione di avere una stanzetta sua, mentre Tashigi, che fino a quel momento aveva diviso la camera con Robin, in quanto ospite momentaneo, venne fornita anch’essa di una stanza propria.

 

Passarono un paio di giorni, durante la quale Olvia si ambientò tra la ciurma. Amava inventare e costruire cose, quindi aveva instaurato un buon rapporto soprattutto con Franky. Era incuriosita dalle sue invenzioni e il cyborg era felice di avere qualcun altro a cui mostrare le sue idee oltre ad Usopp.

Tutti erano tornati alla loro routine, chi suonava, chi cucinava chi si allenava e poi c’era Nami che disegnava e difendeva i suoi preziosi mandarini da Rufy e Olvia. Quest’ultima trascinata verso la cattiva strada dal capitano stesso e spesso anche da Usopp.

Stava tracciando l’ennesima linea sulla carta quando il bussare alla porta, la fece sbagliare. Sbuffò spazientita ed era pronta a sgridare chiunque l’avesse fatta perdere la concentrazione, ma ritirò il suo intento quando, dando il permesso di entrare, vide Sanji sporgersi dalla porta.

Nami lo aveva visto un po’ nervoso negli ultimi giorni ed era curiosa di scoprire cosa ci fosse che non andava nel cuoco.

“Ehi Nami, sappiamo quanto dista la prossima isola?” chiese l’uomo.

Nami sembro pensarci un po’ su “Bhe a questa velocità ci vorrà un po’ più di tempo del previsto, ma una vera stima non te la so fare. Non so esattamente dove sia la prossima isola e non ho una mappa che mi possa dare una qualche idea! Stiamo andando un po’ alla deriva, anche se una deriva con una rotta stabilita!”

Sanji sospirò “Ok, grazie!” disse, facendo per chiudere la porta, ma Nami lo fermò chiedendogli  “Qualche problema Sanji?”

Il cuoco sussultò alla domanda “Eh cosa? No, no. Stai tranquilla mio angelo. Ho solo finito qualche spezia e vorrei fare rifornimento alla prossima isola. Avevo già in mente il menù per la cena, ma senza quelle spezie non posso farle e quindi mi vedo costretto a pensare a qualcos’altro!”

“Sicuro che sia solo questo?” chiese Nami dubbiosa.

“Quanto sei carina quando ti preoccupi per me!” disse Sanji, con gli occhi  a forma di cuore “Ma non c’è niente per cui essere preoccupata, va tutto bene!” disse il cuoco facendole l’occhiolino e sorridendole.

Nami annuì. Forse aveva sbagliato a interpretare il comportamento del suo compagno, in fondo Sanji si preoccupava anche delle cose più banali quando si trattava di cibo. Non voleva far  mancare loro assolutamente niente.

La ragazza si rimise all’opera. Si concentrò e nessun rumore questa volta sembrò distrarla dal suo lavoro. Neanche quando un’esplosione provenne dall’ufficio di Franky.

L’uomo infatti aveva fatto scontrare due fili che non avrebbe dovuto toccarsi e dopo un breve lampo, ci fu un rumore assordante e tanto tanto fumo.

Tutti accorsero a vedere cosa fosse capitato e in quel momento si vide il cyborg uscire dalla sua officina, tutto affumicato e con i capelli sparati in aria. Dietro di lui uscì anche Olvia, tossendo e non nelle migliori condizioni.

Lei e Franky si guardarono e vedendo l’aspetto l’uno dell’altro, scoppiarono a ridere.

Robin inizialmente preoccupata per la figlia, sorrise a vedere la complicità che si era creata tra i due e anche lei si mise a ridere alla faccia dei due.

Rufy era quello che rideva più forte, ma si stupì nel non vedere la sua amata in  mezzo a loro.

Si recò verso la sua camera ed entrando piano, chiamò “Nami?”

Non ricevette risposta, allora incuriosito da questa sua concentrazione, le si avvicinò di soppiatto e, facendo scivolare le mani lentamente, l’abbracciò da dietro.

Nami piantò un urlò dallo spavento e lanciò in aria la boccetta di inchiostro. Rufy si apprestò subito ad afferrarla, per evitare che la vernice cadesse sul disegno e lui rischiasse di passare diverse notti sui divanetti dell’acquario, come era successo tempo addietro quando, giocando, aveva rovinato una mappa.

“Rufy, mi hai fatto prendere un colpo!” disse Nami con una mano sul cuore.

“Shishishishi! Scusa. Eri talmente concentrata che nessun rumore è stato in grado di farti uscire dalla trance in cui eri caduta e credevo che un abbraccio delicato, avrebbe potuto aiutarti a smettere di concentrarti sul tuo lavoro e cominciare a dedicare un po’ del tuo tempo a me!” disse, poggiandole le mani sui fianchi “Mi sono sentito solo oggi!” disse l’uomo.

“Ma se eri sulla testa della Sunny. Ci passi delle ore là sopra e, data la tua momentanea e rara tranquillità, ne ho approfittato per portarmi avanti!” disse la donna, mettendogli invece le mani intorno al collo.

“Bhe ora sono qui! Cosa dici di concentrarti un po’ su tuo marito!” disse Rufy, per poi alzare un sopracciglio stranito.

Nami lo guardò confusa “Cosa c’è?”

“Marito…mi suona ancora strano!” disse Rufy divertito.

Nami lo colpi sul petto divertito dicendogli un “scemo”,  per poi posare le sue labbra su quelle dell’uomo e iniziare un bacio che Rufy di certo non rifiutò.

 

“Terra, Terra!”

Si sentì una voce urlare una mattina dopo una settimana e più di navigazione. Era la voce di Usopp, in quanto era toccato a lui il turno di notte.

Piano piano tutti i pirati raggiunsero il ponte per dare un’occhiata all’isola.

Sanji uscì dalla cucina, in quanto già sveglio da un po’ per preparare la colazione e tirò un bel sospiro di sollievo alla vista dell’isola.

Nami e Rufy uscirono dalla loro cabina, avvicinandosi al parapetto davanti alla loro porta e da li a poco, anche Robin usci dalla sua stanza due porte dopo la loro.

Rufy espresse subito la sua voglia di sbarcare sull’isola per andare in esplorazione e dal ponte anche Usopp, Chopper e Franky espressero il loro entusiasmo.

 “Sembra un’isola normale, yohohohoho!” disse Brook, che si era avvicinato ad Usopp sul ponte.

“Si, esattamente come la precedente!” disse Robin affiancandolo, così come Nami e Rufy.

“Oi Robin, non cominciare a fare l’uccello del malaugurio!” disse Usopp “Potrà pur esserci un’isola dove non succede niente di strano no?”

“No, siamo nel nuovo mondo Usopp. Non c’è niente di normale!” disse Nami, affiancando l’archeologa.

“Bhe che male c’è nell’essere positivi?” chiese Tashigi.

“Che ogni volta che lo diciamo, qualcosa va storto e sarà così anche questa volta!” disse Nami, sospirando.

“Io spero ci sia da combattere!” disse Zoro con un sorrisino sul volto.

“Già potrebbe essere divertente, spero anche che ci sia della carne!” disse Rufy.

Nami si portò una mano sulla fronte rassegnata.

 

Finalmente i piedi dei Mugiwara toccarono nuovamente terra e subito cominciarono a discutere di come si sarebbero divisi.

Nami attirò l’attenzione dei suoi compagni. Allungò un pugno con diversi rametti al suo interno, disposti in modo tale che non si vedesse la punta e disse “Allora, ci divideremo in base a cosa il destino sceglie per noi. Ognuno prenda un bastoncino e farà squadra con coloro che hanno il  bastoncino dello stesso colore. Solo colui o colei che prenderà il bastoncino di colore nero, rimarrà a sorvegliare la nave!”

Tutti annuirono e tutti si accinsero a pescare un bastoncino.

“Yohohoho, che sfortunato che sono!” disse Brook, mostrando il bastoncino con la punta nera.

“Ehi, voglio ripescare!” disse Zoro contrariato, mostrando il suo bastoncino giallo.

“Ecco bravo, vedi se riesci a toglierti dai piedi, Marimo!” disse Sanji, il quale aveva preso anch’egli il bastoncino giallo.

“Io vorrei essere la prima a ripescare, visto che sono capitata in squadra con voi due babbei!” disse Nami, già  esasperata dai continui litigi tra i due che avrebbe dovuto affrontare durante tutta l’esplorazione.

“Oh mia dolce Nami, siamo insieme! Mellorine!” disse Sanji, cominciando a volteggiare intorno a Nami, per poi rivolgersi alle altre due sue compagne “Mia dolce Robin, mia cara Tashigi, purtroppo il fato è stato ingiusto a dividere le nostre strade!” disse l’uomo veramente dispiaciuto.

“Tsè, idiota!” sussurrò Zoro, non abbastanza forte da farsi sentire dal cuoco, troppo occupato a sbavare dietro le ragazze.

“Sarà per la prossima volta!” disse Tashigi, non ancora abituarsi al comportamento donnaiolo di Sanji.

Robin si limitò a sorridere e si avvicinò a Franky e Usopp, insieme ad Olvia. I quattro erano capitati insieme.

“Saremo una squadra fantastica! Vinceremo noi!” disse il cecchino.

Nami gli diede un pugno e gli urlò “Non è una gara idiota!”

 Usopp si massaggiò la testa “Mi hai fatto male. Potresti essere più gentile con colui che ti ha costruito un altro climac attack!” disse Usopp, frugando nella sua borsa  e darle un corto bastone.

A Nami le si illuminavano gli occhi. Non le piaceva l’idea di affrontare una nuova isola disarmata.

“Grazie mille Usopp!” disse più gentilmente, una volta che schiacciò il pulsante per allungare l’arma.

“è di un metallo anche più robusto dell’altro!” disse Usopp fiero di sé “E c’è anche una sorpresa! Prova a schiacciare nuovamente il pulsante!”

Nami incuriosita lo schiacciò e dalla cima del bastone  ci fu uno scoppio e tanti coriandoli presero a caderle addosso.

Nami lo guardò  storto “è questo che sarebbe?”

“Chiedilo a Olvia, è lei che lo ha aggiunto!” disse Usopp, indicando la colpevole.

La bimba sorrise e disse “Bhe volevo dargli un tocco di colore e poi lo trovavo un modo carino per inaugurare la tua nuova arma!”

Nami si addolcì “Si, in effetti è stata una sorpresa molto carina!”

Chopper si avvicinò al’ex membro della marina “Ehi Tashigi, sei squadra con me!” disse la renna saltellando “E anche tu Rufy”.

Rufy non rispose, al contrario aveva una smorfia sul viso “Ehm…Rufy, stai bene?”

Tutti si voltarono verso il capitano a quella domanda. In effetti risultò un po’ strano che non avesse ancora detto niente riguardo alla nuova isola.

Il ragazzo  stringeva gli occhi e si portò le mani alla tempia per massaggiarsi le tempie.

Nami gli si avvicinò  e toccandogli un braccio gli chiese “Ti senti male?”

“C’è…c’è qualcosa di strano su questa isola…” rispose Rufy, sussultando.

“Cosa vuoi dire?” chiese la navigatrice confusa.

“Non lo so…non sta zitta…ci sono tante voci. Sento la testa esplodere!”

“Senti la voce delle cose!” Disse Robin sicura. Se prima aveva qualche dubbio, ora ne era certa

“Il che cosa?” chiese Usopp.

“Esiste un dono, molto molto raro, che permette alle persone di sentire la voce delle cose che ci circondano. Ovviamente se queste hanno qualcosa da raccontare. Il capitano aveva già mostrato questa capacità nel riuscire a capire gli animali e i re dei mari, ma sembra che sia in grado di sentire la voce anche delle cose inanimate, come ad esempio la voce dell’isola”.

“Ma dice che sente tante voci! L’isola è una sola” disse Nami, guardando da Robin a Rufy.

“Ma è composta da vari elementi. Non si sa molto su questa capacità, quindi non saprei spiegarlo meglio, né so dire il perché del malessere del capitano!”

“Chopper, tu puoi fare qualcosa per aiutarlo?” chiese Sanji preoccupato.

“Posso dargli un medicinale per il mal di testa” disse la renna, cominciando a scavare nello zaino.

“Non credo che serva a qualcosa. Il suo corpo sta bene e qualcosa di esterno che gli causa il malore!” disse Robin “Possiamo fare due cose. Scoprire cosa sta succedendo all’isola o andarcene!”

“Che si fa?” chiese Tashigi, anch’essa preoccupata per Rufy.

“Io ho bisogno di fare scorte di cibo e ho bisogno che qualcuno mi aiuti a raccogliere frutta, erbe e selvaggina!” disse Sanji.

“Non preoccupatevi per me ragazzi. Andiamo a cercare quello di cui abbiamo bisogno. Io starò bene. Non sarà un mal di testa a fermarmi!” disse Rufy.

Nami lo guardò dubbiosa, ma quando Rufy le regalò un sorriso, annuì “Va bene, andiamo. Chopper, stai attento a Rufy”.

La renna annuì.

Il gruppo si incamminò, tutti con una sorta di preoccupazione in quanto infine l’isola non sembrava poi così tranquilla.

  
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