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Autore: Signorina Granger    07/12/2023    4 recensioni
🎄❄️☃️🧣
1. Advent Calendar
2. Gloves
3. Snowman
4. Christmas shopping
5. Hot chocolate
6. Blanket
7. Ice skating
8. Decorations
9. Christmas tree
10. Letters to Santa
11. Mistletoe
12. Gifts
13. Snow globe
14. Reindeer
15. Cinnamon rolls
16. Snow
17. Socks
18. Gingerbread
19. Fireplace
20. Movie night
21. Candy cane
22. Candles
23. Sweater
24. Christmas Eve
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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VII. Ice Skating  


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Dopo aver allacciato i pattini bianchi, regalo di Natale di suo fratello Cédric risalente all’anno precedente, Daphné si mise in piedi, percorrendo i pochi metri di neve fresca che la dividevano dalla sponda del lago prima di sentire finalmente le fredde lame di metallo a lungo rimaste inutilizzate scontrarsi con la spessa superficie di ghiaccio che si era formata sopra il livello dell’acqua. La giovane strega di siede una leggera spinta, allontanandosi di poco dalla riva mentre con i pattini creava dei sottilissimi solchi sulla lastra gelata, gli occhi verdi che ammiravano la luce del sole riflettersi sul lago e far brillare  il ghiaccio.
Si fermò quando sentì una familiare voce femminile chiamarla a gran voce e chiederle di aspettare, insieme ad un’altra che subito dopo imprecò sonoramente quando rischiò, con ogni probabilità, di scivolare e cadere di faccia. Daphné ruotò su se stessa con un movimento fluido e si infilò le mani fasciate da un paio di soffici guanti di cashmere rosa cipria, abbinati alla sciarpa e al berretto, nelle tasche del piumino talmente bianco da riuscire quasi a farla confondere con la distesa di neve che aveva ricoperto il parco di Beauxbâtons. Un lieve sorriso divertito distese le labbra della ragazza quando i suoi occhi si soffermarono sulle figure delle sue amiche, entrambe munite come lei di sciarpe, guanti e berretti e di un paio di pattini ai piedi. Di certo Lucinda sembrava molto più a suo agio e rilassata di Maëlle, che si aggrappava alla mano sinistra della portoghese come se quella stretta avesse dipeso tutta la sua vita.
“Tutto bene?”, domandò Daphné levando la voce in mezzo alla pace e al silenzio assoluto che fino a quel momento avevano regnato attorno al lago, per il momento ancora tutto per loro: si erano alzate presto appositamente per non dover fare i conti con l’enorme folla di studenti che di certo, alla vista di quel magnifico panorama, si sarebbe riversata all’esterno del castello nel corso della giornata.
“Bene un cazzo, sto per morire!”, bofonchiò amareggiata Maëlle prima di rischiare di cappottarsi con un acuto gridolino, riuscendo a restare in piedi solo aggrappandosi a Lucinda, che sbuffò esasperata mentre cercava di condurre l’amica verso Daphnè nella speranza che la pattinatrice più esperta del gruppo riuscisse a fare in modo che la bionda non si ustionasse la faccia sul ghiaccio.
“Devi tenerti bilanciata, se stai protesa in avanti come un giocatore di hockey cadi di sicuro!”
“E perché quelli stanno protesi in avanti e non cadono?!”, domandò esasperata la bionda mentre con la mano libera si aggiustava il berretto di lana bianco a trecce che si era calata sui folti capelli color grano e con l’altra si teneva saldamente aggrappata a quella di Lucinda, che scivolò sul ghiaccio verso Daphné mentre la francese le guardava, immobile e in attesa e con un sorriso appena percettibile sulle labbra. Quasi si pentì di aver lasciato il telefono nella borsa e di non poter fare un video.
“Non lo so, quelli sono enormi, hanno un baricentro diverso, tu controlla il tuo! Daphnè, tienila!”
Mentre Maëlle le faceva notare seccata di non avere la più pallida di dove accidenti fosse il suo baricentro e di avere l’equilibrio di un rinoceronte su una fune Lucinda le mise una mano guantata di viola sulla spalla e la spinse debolmente in avanti verso Daphné, che protese senza battere ciglio le braccia pronta ad afferrare l’amica. Maëlle non gradì affatto di essere colta di sorpresa in quel modo, e gridò terrorizzata mentre sfrecciava verso l’amica cercando di stare in piedi agitando le braccia, certa che si sarebbe rotta il setto nasale. Fortunatamente riuscì a percorrere quegli appena tre metri senza cadere, stringendo le mani di Daphné, che la costrinse a fermarsi con un lieve strattone, mentre Lucinda le raggiungeva ridacchiando divertita:
“Ti offendi se ti dico che mi ricordi un po’ un tacchino che cerca di prendere il volo?”
“La prossima volta il cazzo di lago ghiacciato lo sorvolo in sella alla mia scopa, altro che questi stupidi pattini!”




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