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Autore: A_Frensis    18/12/2023    1 recensioni
Cassandra e Beatrice non sono due entità totalmente opposte che si sono ritrovate a convivere insieme per una pura casualità.
A distanza di un anno la loro relazione va ben oltre l'essere coinquiline, ma nessuno n'è a conoscenza perché Beatrice non si sente pronta a rivelarlo ai suoi conoscenti per paura di una loro reazione. Cassandra la comprende ma inizia a non tollerare più il distacco di Beatrice in presenza di altre perone.
Estratto dal testo:
Un vuoto che non aveva mai avuto prima d’incontrarla, con lei avevano creato uno spazio colmo fino a sentirsi quasi soffocare e ora non c’era più. Forse era stato proprio questo il problema: non riusciva più a respirare da sola. Si era totalmente lasciata andare a quel mare d’emozioni e ora ne pagava le conseguenze
-Mi manca il respiro-
-Lo so-
-Non riesco a stare lontano da te-
-Non si può resistere a un istinto primordiale-
-No, non si può-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Capitolo 4

 

-Mi manca il respiro-
-Lo so-
-Non riesco a stare lontano da te-
-Non si può resistere a un istinto primordiale-
-No, non si può-

 

L’indomani mattina Cassandra aprì gli occhi di scatto e ritrovò davanti agli occhi una lunga chioma castana. 
Allora non era stato un sogno.
Per fortuna non si era mossa o l’avrebbe svegliata. In quel momento si ritrovava la schiena di Beatrice incollata al suo petto, la sua mano imprigionata tra le mani di lei all’altezza del seno. 
Diede un’occhiata all’orologio sulla parete: le sei e mezza del mattino. Per quanto desiderasse che venissero scoperte non le sembrava quello il momento più adatto.
Liberò la sua mano dalla stretta presa di Beatrice, le scostò i capelli dal collo ed incominciò a lasciarle leggeri baci a fior di labbra dall’orecchio fino alla base della nuca mentre con i polpastrelli andava ad accarezzare il suo sinuoso profilo. 
Dopo tutto quel tempo trascorso insieme non riusciva ancora a credere che tutta quella bellezza fosse alla sua portata di tocco, le sembrava di star vivendo un sogno. 
Beatrice iniziò a muoversi cercando il tocco e strusciando la schiena contro il suo petto. 
Cassandra sorrise, probabilmente credeva di stare sognando o si era totalmente dimenticata della presenza della madre nell’altra stanza che poteva uscire in qualsiasi momento. Continuò nel suo operato ancora accarezzando il suo profilo con la mano aperta, sporgendosi in avanti le alzò la maglia e le accarezzò la pelle nuda del ventre, la mano si mosse sapendo già il percorso da fare e dove era il suo arrivo.
Beatrice sospirò ancora con gli occhi chiusi, incoraggiò Cassandra a stringere con più vemenza il seno, stringendo tra le dita un capezzolo.
«Mmm...»
«Bee...» La chiamò dolcemente Cassandra baciandole dietro l’orecchio.
«Cass…» Ansimò Beatrice iniziando a svegliarsi.
«Buongiorno…» La mano di Cassandra abbandonò il seno per prendere una nuova direzione, si intrufolò tra le sue gambe ed accarezzò il suo punto di perdizione notando con piacere quanto fosse bagnata.
«Cassandra!» In un lapsus di lucidità Beatrice le afferrò la mano e quasi urlò. «Mia madre!»
Nonostante la calda situazione Cassandra rise. «Beh, non sono io quella che si è infilata nel tuo letto stanotte.» Ricominciò a lasciare una scia di baci dalla spalla al collo e viceversa. «Devi ringraziarmi che ti ho svegliata in tempo.»
Beatrice si rilassò sotto il suo tocco persa nei meandri del risveglio, gemette quando la mano di Cassandra si mosse sotto la sua.  «Cassandra!»
«Vuoi che smetta?»
«Io-» Le si spezzò la voce quando senza preavviso due dita arrivarono dove ne aveva più bisogno. «Aspe-» Allontanò improvvisamente la mano, lasciandola senza fiato. La fece girare e si mise sopra di lei tra le sue gambe. 
Cassandra la guardò gli occhi verdi brillavano ed un sorriso sulle labbra. «Se vuoi che smetta dovresti parlare con la tua amica lì sotto non credo che andiate tanto d’accordo.»
Beatrice rise di cuore schiaffeggiandola sulla spalla. «Smettila, stupida!»
Cassandra mise il broncio. «Mmm… Va bene. Allora vado a prepararmi.»
«No, no!» La trattenne mettendole le braccia intorno al collo.
«Vedi che così non riuscirò a trattenermi.» Le sussurrò ad un soffio dalle sue labbra.
«Nessun- Nessuno ti ha detto di farlo.» le rivelò tra un bacio e l’altro. 
Cassandra la guardò un attimo negli occhi per assicurarsi che non la stesse prendendo in giro. Notò gli occhi di Beatrice colmi di desiderio e questo non le fece che piacere, con un sorriso sulle labbra sparì sotto la sua visuale e Beatrice non ebbe né il tempo né la forza di fermarla. Quello che ebbe il tempo di fare fu mettersi una mano in bocca per evitare che le uscisse un suono troppo acuto

 

Ancora stordite da ciò che avevano appena vissuto si alzarono quasi subito dal divano letto con il timore che la signora Treviani potesse comparire all’improvviso. 
Beatrice non era sicura di esser riuscita a trattenersi, non avrebbe mai potuto trattenersi, non dopo quello che Cassandra le aveva fatto.
Dopo aver chiuso il divano-letto Cassandra iniziò a prepararsi per andare all’università mentre Beatrice andò a farsi una doccia per poi iniziare a preparare la colazione.
La madre di Beatrice fece il suo ingresso in cucina trovando la figlia seduta mentre si godeva il suo caffè mattutino.
«Buongiorno tesoro, ti vedo molto più radiosa rispetto a ieri sera!»
Quasi si strozzò con il caffè. «Ehm... Sì, dovevo proprio riposare. Buongiorno a te mamma, tu hai dormito bene?»
«Sì, tralasciando stamattina. Sentivo degli strani rumo-» 
«I vicini.» La interruppe abbassando lo sguardo trattenendosi dall’arrossire.
«Come?»
«I vicini. Ogni tanto succede che la mattina si sentano dei rumori. Però non so cosa facciano di preciso.» Tentò di spiegare Beatrice.
«Spero che ne abbiate parlato! Soprattutto per i prossimi giorni. Tu hai bisogno di riposo per le prove! Ci vuole un po’ di rispetto!»
«Buongiorno signora Treviani, Beatrice.» In quel momento fece il suo ingresso in cucina Cassandra già pronta per andare all’università. Indossava dei jeans stretti e una camicia bianca. 
Beatrice si appuntò mentalmente di dirle che non era possibile che lei uscisse di casa in quel modo, fosse stato per lei non le avrebbe permesso di uscire saltandole addosso e strappandole quella camicia così indecente. 
Beatrice si fece forza per staccare gli occhi da Cassandra e si alzò per andare verso il lavello e pulire le stoviglie di quella mattina, quest’ultima si appoggiò alla credenza vicino a lei mentre sorseggiava il caffè.
«Cassandra! Mia figlia ha detto che avete dei problemi con i vicini perché fanno rumori la mattina.»
Cassandra non capì e voltò il viso verso Beatrice in cerca di qualche indizio. Le gote le andarono in fiamme e si schiarì la voce alla ricerca di qualche frase di senso compiuto da dire. 
«Ah, sì! Sono davvero degli incivili! Ma non si preoccupi stiamo provvedendo per risolvere la questione.» Per sua fortuna, Cassandra intuì forse dal suo imbarazzo cosa potessero essere i fantomatici “rumori”. Beatrice sentiva addosso il suo sguardo spavaldo per essere complice, nonché colpevole, di quei rumori. Beatrice era cosciente che se avesse potuto Cassandra avrebbe gongolato fino a sera, non aveva la forza di guardarla, era difficile controllarsi sotto il suo sguardo smeraldo.
Sua madre sembrò soddisfatta della risposta dato che non ribatté nulla.
«Bene ora vado.» Cassandra si allungò verso il lavandino e posò la tazzina. 
Beatrice non si aspettò quella improvvisa vicinanza e si scostò istintivamente disorientata. Lo sguardo corse a sua madre, che in quel momento era distratta dalla televisione accesa in cucina, sospirò di sollievo poi guardò Cassandra e vide chiaramente il suo sguardo incupirsi. Una pugnalata avrebbe fatto meno male.
Beatrice provò a rimediare. «Ci vediamo a cena.»
«No, non mi aspettare per cena.» 
Beatrice la guardò stranita chiedendole con lo sguardo una spiegazione che Cassandra non aveva intenzione di darle. La seguì con lo sguardo mentre si allontanava dal bancone della cucina per andarsene. 
No, non poteva farla andare via così. Le afferrò un braccio bloccandola dall’uscire fuori fregandosene della presenza della madre. «Che devi fare stasera?»
Cassandra non ebbe il tempo di rispondere. 
«Oh! Tesoro mi sono dimenticata di dirti che stasera ceneremo al ristorante con tuo padre.»
«Visto? Problema risolto.»
Beatrice si arrese e si limitò ad annuire ed a lasciarla andare.
Cassandra si allontanò e prese la sua borsa. «Se non ci vediamo arrivederci signora Treviani.»
«Ciao Cassandra, buona fortuna con il tuo progetto.» Le rispose senza degnarla di uno sguardo.
Cassandra scosse la testa rassegnata. 
Beatrice si era appoggiata al bancone senza smettere un secondo di guardarla. La testa affollata di pensieri: Cosa avrebbe fatto quello stasera? Con chi? Perché non voleva dirglielo?
«Ti chiamo dopo, va bene?» Solo in quel momento si accorse che si era avvicinata fino ad esserle di fronte.
Si limitò ad annuire, non sapendo cosa dirle. Sperava che non se lo dimenticasse. Era consapevole che quando era immersa nel suo lavoro annullava tutto il resto.
Cassandra si sporse verso di lei e le deposito il solito bacio sulla fronte trattenendosi un po’ di più. «Stai tranquilla.»
Beatrice avrebbe voluto stringerla forte e non lasciarla andare. «Buon lavoro, a dopo.»
Cassandra uscì di casa e Beatrice si rivolse alla madre. «Allora, cosa volevi fare oggi?»
«Un giro per i negozi con mia figlia.» Le rispose la madre molto più solare, staccandosi finalmente  lo sguardo dal televisore. «Anche perché, tesoro, non hai altro per dormire?» Le chiese notando il suo abbigliamento: indossava una maglia larga e dei pantaloncini.
«Va bene allora vado a sistemarmi ed usciamo.»

Andare in giro per negozi con sua madre in un certo senso la rilassava. Sua madre era solare ed aveva voglia di spendere molto. Beatrice credeva proprio che fosse la presenza di Cassandra ad innervosirla. Cassandra non aveva tutti i torti quando le diceva che il loro era stato odio a prima vista. 
Onestamente non aveva molta voglia di parlarne con sua madre non aveva alimentare ulteriori dubbi più che leciti, poi con Cassandra s’incontravano occasionalmente non aveva motivo di chiederle se odiasse o meno quest’ultima. Non voleva essere costretta ad affrontare quella tipologia di discorso con lei che poi sarebbe sfociato in altro. Non era pronta.
In quell’istante la sua preoccupazione era un’altra: non essere riuscita a parlare con Cassandra della loro situazione. L’aveva resa nervosa, avrebbe voluto parlarci quella sera stessa ma sua madre non le dava tregua e senza tralasciare che Cassandra aveva un altro impegno quella sera di che tipo o di che forma non l’era dato sapere e non l’aiutava a star tranquilla. 
Non aveva notizie da tutta la giornata e non potendo concepire l’idea di continuare a non sapere, dopo un pomeriggio di shopping passato con sua madre, decise di inventarsi una scusa per separarsi e rivedersi nuovamente a cena. 
Sua madre fu molto accondiscendente la liquidò dicendole di dover incontrare una sua vecchia amica. Sorridendo alla fortuna Beatrice si diresse nell’unico posto dove sapeva che Cassandra si estraniava dal mondo, anche da lei.
Trovò Cassandra immersa in una fitta conversazione con il suo gruppo.  Non si annunciò subito, non voleva disturbarla, in più voleva approfittare di quella situazione per osservarla. Anche se era distante vide quanto era concentrata nel parlare con i suoi colleghi, le si formava sempre una fossetta tra le sopracciglia. 
La vide rispondere con serenità ad eventuali domande ed avere curiosità ed interesse nel porle. 
Beatrice era incantata da quella donna. Era consapevole che Cassandra la teneva in pugno sapeva che se avesse deciso di mollare la loro situazione lei ne sarebbe rimasta distrutta per questo cercava in tutti i modi di reggerla.
Ad un certo punto vide un suo collega informare Cassandra della sua presenza. Si voltò stupita nella sua direzione e quando incrociò gli occhi con i suoi le fece un sorriso smagliante che la fece sciogliere.
Cassandra venne subito verso di lei. Per quanto fosse concentrata sulla sua donna, non poté far almeno di notare l’espressione scocciata della sua collega, Sarah.
«Ehi.» La salutò Cassandra quando le fu a due passi.
«Ehi, non volevo disturbarti...» 
«Non disturbi, non preoccuparti.» Guardò l’orologio che aveva nel polso. «Diamine, non credevo fosse passato tutto questo tempo.»
«Hai tempo? O devi ritornare a lavorare?»
Senza neanche risponderle, Cassandra si voltò verso il suo gruppo. «Ragazzi mi prendo cinque minuti di pausa, continuate pure se volete.» Dettò ciò, le fece strada verso fuori e si accomodarono in una delle panchine del parco dell’Università.
«Com’è andata con tua madre? Dove l’hai lasciata?» Le domandò Cassandra una volta sedute.
«Siamo andate a fare un po’ di shopping. Ora doveva incontrare una sua vecchia amica ed io ne ho approfittato per venirti a trovare dato che non ho avuto più notizie.»
«Sì, scusami.» Sospirò passandosi una mano tra i capelli. «Riportare le nostre teorie nella pratica è più difficile di quanto pensassi.»
Beatrice annuì ma aveva un solo pensiero fisso in testa. «Cosa farai stasera?» 
Cassandra si sistemò meglio sulla panchina distendendo le gambe. «Nulla ordiniamo una pizza, ce la facciamo portare qui e poi, se non finiamo troppo tardi, ci andiamo a prendere una birra in un locale qui vicino. Tanto per alleggerire un po’ i pensieri.»
«Quindi non devo aspettarti neanche sveglia, giusto?» Non voleva attaccarla in quel modo, ma la sua risposta l’aveva innervosita ulteriormente.
«Beatrice qual è il problema? Tu vai a cena con i tuoi.» 
Alzò la testa e guardò il cielo, respirò profondamente provando a placare la sua inquietudine. «Vorrei che trovassimo il tempo per parlare un po’ di noi.»
Nel silenzio Cassandra la guardò, si sporse verso di lei e le prese una mano. «Posso dire ai ragazzi se domani mattina ci possiamo vedere due orette dopo il solito orario.»
«Non voglio che metti in pausa il tuo progetto.» Beatrice si voltò per guardarla.
«No, siamo stanchi e non rendiamo al meglio, quindi vederci più tardi non farà che bene.»
Beatrice annuì alzandosi dalla panchina non lasciandole la mano. Si sentì come se avesse suonato per tre ore di fila. «Dai, ti ho distratta fin troppo.»
Cassandra si alzò e, con uno strattone, l’avvicinò a sé stringendola in un abbraccio. «È stata una gradita distrazione anche se per poco.»
Sorrise abbracciandola strinse con forza la sua camicia tra le dita. 
Cassandra sospirò immergendo il viso in quella morbida folta chioma castana. «Ci vediamo a casa.»
Beatrice annuì ma non lasciò la presa.
Cassandra le accarezzò i capelli e la schiena facendola rilassare sotto il suo tocco. «Che c’è Bea?»
In risposta, nascose ancora di più il viso nell’incavo del suo collo. «Non voglio perderti.» Era riuscita a dar voce ad una delle sue tante paure.
Cassandra si scostò leggermente da lei per guardarla negli occhi le prese dolcemente il viso tra le sue mani accarezzando con i pollici le guance leggermente arrossate. «Solo se tu lo vuoi, io non andrò da nessuna parte. Dipende solo da te Bea.»
In teoria quelle parole dovevano rassicurare ma furono un macigno sulla bocca dello stomaco perché era certa che ormai Cassandra voleva quel di più, che anche lei voleva ma, ancora, non sapeva se fosse veramente pronta a fare quel passo in avanti.
Vide Cassandra avvicinarsi e quasi temette che la stesse per baciare lì, in pubblico, dove ogni studente universitario poteva vederle, ma così non fu. Cassandra si limitò a lasciarle un leggero bacio sulla fronte e con un ultimo sguardo si allontanò per rientrare dai suoi colleghi.
Quel bacio mancato le lasciò un sapore amaro, aveva letto nei suoi occhi quanto in realtà volesse baciarla ma forse si era trattenuta per lei aspettandosi un eventuale rifiuto che già altre volte le aveva rifilato ma quella volta, per la prima volta, per quanto temesse quel bacio in pubblico, lo aveva desiderato anche lei.
Con quei pensieri si strinse nel suo leggero cappotto e si avviò fuori dall’università.

 

Frensis

|Angolo di Frensis|
Avviso per i lettori: 
dai prossimi capitoli mancheranno "alcune parti" che non intaccheranno con il filo drammaturgico della storia ma che comunque sono parti integranti della storia. 
La motivazine principale è la prevenzione al plagio. Sono piccole parti ma chiunque avrà la curiosità di leggerli, basta contattarmi. 
Spero che la storia vi stia piacendo! Aspetto volentieri sempre un vostro Feedback! 
A presto.

 

   
 
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