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Autore: Onda nel silenzio    22/12/2023    5 recensioni
"Beh, se sono storie su di noi leggiamole, no?"
"Rufy, non credo che tu abbia capito cosa sta succedendo" tenta di dissuaderlo Nami.
"Nessuno l'ha ancora capito" specifica Zoro con seccato distacco.
"E invece sì!" è la replica piccata del loro capitano, che gonfia le guance come un pesce palla. "Robin ha trovato un libro pieno di storie che parlano di quanto ci vogliamo bene! E io sono curioso di sentirne una!"
Genere: Commedia, Mistero, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sala da pranzo della Sunny è un concentrato di allegria, sazietà e festoni colorati. A coprire il fruscio della carta regalo strappata ci sono soltanto risate e commenti divertiti, incoraggiati da un piacevole profumo di biscotti appena sfornati. 
Per una volta Rufy non fa sparire l'ennesimo vassoio servito da Sanji nel giro di mezzo secondo, ci mette anzi più del previsto solo per prendere l'iniziativa, gli occhi vacui fissi sul soffitto, il collo ormai sepolto sotto strati e strati di ciccia. Fino a poco tempo prima Usopp e Brook si erano divertiti a prendergli a schiaffi la pancia di gomma grossa come una mongolfiera per il semplice gusto di vederla rimbalzare, finché Nami, stufa di sentirli sputacchiare ovunque birra e cola per il troppo ridere, non li aveva costretti a darsi una calmata gonfiandoli di pugni. 
Adesso che il capitano è ancora così pieno da riuscire a stento a inclinare la testa verso il basso, gli altri se ne approfittano per far sparire rapidamente il contenuto delle nuove portate al posto suo, mentre Franky mostra a tutti il proprio regalo con compiaciuta fierezza – un paio di slip neri con scritto sul retro in fiammeggianti lettere dorate Super Ass
"Sorella, tu sì che sei mitica, grazie davvero!" 
Robin ridacchia partecipe di fronte alla serie di pose entusiaste che il cyborg mette in atto per rimarcare il concetto con i suoi nuovi slip personalizzati, cercando nel frattempo di coinvolgere il capitano nel momento dedicato allo scartamento del regalo a lei destinato.
L'esigenza di risparmiare denaro, sommata a una generale mancanza di ispirazione per quel Natale, si era tradotta in una soluzione pratica e a suo modo divertente proposta da Nami per risolvere la questione. Ciascun membro della ciurma avrebbe dovuto fare un solo regalo, destinato a un compagno estratto a sorte. Avevano accettato tutti, chi più chi meno entusiasta al pensiero di affidarsi al caso, e a Robin ci aveva dovuto pensare Rufy. 
"Un set di maschere per il viso? Niente male" commenta lei piacevolmente sorpresa a scartamento ultimato, "ti ringrazio, capitano."
"In realtà le aveva scambiate per dei succhi di frutta" le riferisce Nami divertita, seduta di fianco a un Usopp semi-sdentato con un occhio nero, "quando gli ho spiegato cosa fossero ha deciso di prendertele, vero, Rufy?" 
L'interpellato riesce solo a bofonchiare un vago , ancora gonfio come un pallone gigante per il troppo cibo ingurgitato. 
"Ha detto, cito testualmente, 'ah, quindi è questa la roba che vi eravate messe in faccia il giorno in cui avete spaventato Usopp facendolo cadere dalle scale!'" 
Robin si premura di trattenere un risolino solo per non urtare la sensibilità del cecchino, ancora troppo intontito dai pugni presi in precedenza per tentare di difendersi accampando una giustificazione. 
Seduti uno di fronte all'altro all'estremità opposta del tavolo, oltre la torre di carta colorata eretta da Chopper dai pacchi regalo aperti, Sanji e Zoro continuano a fissarsi silenziosamente in cagnesco, in attesa del momento della rivelazione. 
Ormai restano davvero pochi doni da scartare. Al centro del tavolo, lontano da briciole, tovaglioli stropicciati e piatti contenenti bucce di mandarino, svettano quelli già visti. Insieme agli slip di Franky e alle maschere per il viso di Robin ci sono il set coordinato con cappellino e zainetto verde – all'ultima moda, garantisco! – che Nami ha preso per Chopper; la borraccia con incorporata una cialda aromatizzata che cambia il  sapore dell'acqua – al gusto carne alla griglia, non chiedetemi come e perché – per Rufy da parte di Usopp; degli osceni pantaloni a zampa d'elefante rigati di giallo e arancio con delle margherite ricamate su tutta la lunghezza, scelti da Franky per Brook – sono così stilosi, ti sei davvero superato, amico! – e un paio di binocchiali, l'innovativo accessorio che funge sia da binocolo che occhiali per Usopp da parte di Chopper. 
È il turno di Nami di scartare il suo regalo. 
"Giusto per capire se ho azzeccato la taglia" l'anticipa Brook, prima ancora che lei possa estrarre il contenuto della scatola, "mi converrebbe prendere le misure direttamente mentre lo indossi, sai, per un controllo più attendibile." 
"Un controllo più attendibile" ripete lei con voce sorprendentemente ferma, sollevando verso l'alto un lembo di tessuto ultra sottile e semitrasparente. 
"Già, insomma, se verifichiamo in due è meglio, no? Sono più che disponibile ad aiutar-" 
"Tu, brutto maiale..."  lo interrompe Sanji a bassa voce, un misto di indignazione, risentimento e segreta approvazione che gli trapela dal tono assorto, mentre Nami ruota in più angolazioni il suo regalo, uno striminzito completino intimo costituito da reggiseno e perizoma in pizzo nero pressoché inesistenti, uniti fra loro da striscioline di tessuto altrettanto fine. 
"Come sei generoso e altruista, Brook" mormora lei. 
La sua voce pericolosamente carezzevole e piena di pacata giovialità risveglia lo spiccato spirito di sopravvivenza di Usopp, che inizia saggiamente ad afflosciarsi sulla sedia con l'intento di abbandonare la propria postazione per mettersi al riparo. 
Quando il cecchino riesce a sgusciare dalla parte opposta del tavolo la mandibola di Brook picchia inesorabilmente contro una torretta di piatti sporchi. Uno dei suoi ombrellini di carta rimbalza dritto contro la faccia di Rufy, che senza fare tanti complimenti, ancora grosso come una mongolfiera e in stato semicomatoso, se lo mangia per intero, senza risparmiare neanche lo stuzzicadenti. 
Nel marasma generale che consegue a quella reazione c'è chi tenta di difendere Brook, ricordando che in fondo è un giorno di festa e che una gioia se la merita pure lui – mossa suicida di Franky –, chi si occupa di calmare Nami, chi non si accorge di nulla, come Rufy, e chi se ne frega altamente della questione. 
Zoro continua a fissare Sanji con imperturbabile ostinazione, mentre il cuoco afferra il penultimo regalo rimasto con aria di sfida – il più brutto, impacchettato a caso con dello scotch appiccicaticcio, la carta bianca mezza scarabocchiata e rovinata, ma dotato di un potere innegabile. 
Quello di catalizzare l'attenzione su di sé, zittendo tutti all'istante. 
Nami si sente un po' in colpa per aver truccato il sorteggio dei destinatari dei regali, ma al tempo stesso non se ne pente minimamente. Al pari di Usopp e Robin, complici volontari di quello scherzo, che come lei assistono silenziosamente esilarati alla scena che si presenta loro davanti.
"Una corda di iuta?" Sanji guarda Zoro di traverso, sollevando il suo regalo in alto, di modo che tutti lo possano vedere. "Cosa dovrei farci? Impiccarmi, per la tua gioia? 
"Potrebbe essere un'alternativa" replica tranquillo lo spadaccino, "anche se in realtà te l'avevo presa come portafortuna." 
"Non mi dire." 
"Mi sono impegnato così tanto nella scelta" – Franky soffoca una risata, simulando un improvviso attacco di tosse – "ho pensato che avrebbe potuto facilitarti a prendere i polli da cucinare. Sai, con quelle braccine rachitiche che ti ritrovi immagino sia dura catturare anche i tuoi simili." 
"Mi sorprendi, testa d'alga" replica il cuoco con un falso sorriso cordiale, "non credevo che il tuo cervello fosse in grado di elaborare un concetto tanto evoluto" si interrompe un attimo, avvicinando l'indice e il pollice al minuscolo pacchettino rimasto sul tavolo per usarli a mo' di catapulta con cui spedirglielo contro, "né che potessi mettere in fila addirittura due frasi composte da soggetto, predicato e complemento."
Afferrato al volo il piccolo pacchettino, Zoro lo scarta lentamente sul palmo della mano, fingendo di averne cura. Ciò che ne estrae è un piccolo oggetto tondeggiante dello stesso colore dei suoi capelli. 
"È..." Chopper lascia cadere nel vuoto il resto della frase.
"Una puntina da disegno" termina Sanji al posto suo, portandosi una sigaretta alle labbra, "non ho voluto badare a spese, l'ho scelta con amore."
"Nella speranza che mi finisse nell'unico occhio buono rimasto, scommetto." 
"Ci stiamo capendo al volo, vuol dire che la magia del Natale sta facendo effetto." 
Sanji non può ancora sapere quanto quelle sue parole si riveleranno profetiche in un futuro molto vicino, e fuma beatamente, ignaro del trauma che lo attende. 
"Siete incorreggibili" Nami tira fuori a sorpresa altri due pacchettini incartati dalla busta che si è tenuta vicina per tutto il tempo, "prendete" sospira rassegnata, allungandoli sul tavolo, "così almeno non restate a secco. Quello azzurro è per te, Sanji, l'altro è per Zoro." 
Il primo dei destinatari si riduce a una poltiglia di cuori sbrodolanti sulla tavola imbandita, il secondo occhieggia il pacchettino rosso a lui destinato con cauto sospetto. 
Il silenzio conseguito a quel gesto viene interrotto da Chopper, che fissa Nami con stupita incredulità. "Hai speso i tuoi soldi per tre di noi?" 
Tutti i presenti, pur tacendo, sono concordi nel pensare che sia quella la vera magia del Natale.



 
**
 


"Hai idea di cosa stia leggendo?" 
"Ma chi?" 
"Vedi forse più di una persona con un libro tra le mani?" 
Al commento un tantino sarcastico di Sanji, Usopp abbraccia con lo sguardo l'intero Aquarium Bar, ormai messo completamente a soqquadro e tappezzato di festoni colorati in ogni sua area calpestabile. Escludendo Zoro, che si è addormentato in un angolo del pavimento con un boccale tra le mani e il naso pinzato da una molletta per il bucato – simpatico dispetto di chissà quale cuoco –, il resto della ciurma è impegnato a fare festa. 
Mentre Brook si esibisce nei suoi migliori assoli di chitarra rock declinati in chiave natalizia, Franky si diverte a far rotolare un Rufy ancora in formato palla da una parte all'altra della stanza, pressandogli di tanto in tanto la pancia con un pugno per aiutarlo a sgonfiarsi, e Nami balla allegramente con Chopper lungo un'immaginaria pista circolare, la sola zona risparmiata dal lancio dei festoni.
È da quando la Sunny è incappata in una strana nebbia – innocua, a detta della loro navigatrice – che la ciurma è stata travolta quasi per intero da un inarrestabile spirito natalizio. L'unica persona messasi tranquilla a parte Sanji e Usopp è l'archeologa, apparentemente immune al chiasso circostante, perché nonostante si sia seduta non molto distante da Brook continua a leggere indisturbata. 
Ora che ha smesso di scatenarsi in pista a sua volta per concedersi una beata pausa sigaretta, al cuoco torna in mente un curioso dettaglio. A fine pranzo era uscito un momento sul ponte della nave con l'intento di scrollarsi di dosso il torpore provocato dalla digestione in atto. Mentre aspettava che il freddo secco di quel clima invernale lo aiutasse a riprendersi, aveva controllato che Rufy non avesse distrutto per la terza volta di fila il pupazzo di neve tanto caro a Chopper, e camminando verso il manto erboso del ponte si era accorto di non essere l'unico uscito all'aperto. 
Ricorda che allora aveva visto Robin con un libro tra le mani, in piedi vicino al parapetto di prua, mentre dal cielo avvolto in quella strana nebbia argentata continuavano a cadere soffici fiocchi bianchi. Nei suoi occhi chiari intenti a osservarne la copertina aveva scorto una placida, assorta curiosità che gli era sembrata anche vagamente divertita. 
Adesso lei è al caldo, nell'Acquarium Bar immerso nel chiasso e inondato di luci e festoni. Lo scenario che gli si presenta davanti è completamente diverso da quello di prima, eppure Sanji è certo di riconoscere quel libro. È lo stesso di allora, un pesante volume bordeaux dalla copertina rigida, senza titolo, che sta facendo ridere Robin come non le ha mai visto fare – non a lungo e in modo plateale, ma di frequente, come se avesse tra le mani un imprevedibile racconto dotato di una comicità particolarmente assurda. Finché i suoi occhi non si sollevano dalle pagine per guardarlo. 
Sanji realizza di essersi avvicinato a lei solo allora, e a quel punto la domanda che gli stava frullando per la testa gli sorge spontanea. 
Il suo cuore – insieme a un'altra parte di lui meno complessa e raffinata – non regge alla risposta ottenuta. 
L'attacco di epistassi che lo assale è tale da farlo volare contro Rufy proprio nel momento in cui Franky sta caricando un pugno indirizzato alla sua pancia gommosa. Il diretto bersaglio di quel colpo diventa perciò lui, che finisce dritto contro Zoro. 
Lo spadaccino svegliatosi di botto reagisce allo schianto improvviso di quel corpo estraneo contro il proprio con un'imprecazione, tirandogli istintivamente il boccale in testa quando si accorge che è la faccia del cuoco a essergli accidentalmente – e orribilmente – finita vicina alle parti basse. Il clima di festa generale si smorza nel chiasso che ne consegue, finché non si riesce a risalirne al motivo scatenante. 
"È per qualcosa che gli ho detto io, scusatemi." 
Sette teste, fra cui quella dello spadaccino con il naso ancora pinzato dalla molletta, si voltano in simultanea in direzione di Robin, mentre Sanji scivola debolmente sul pavimento, abbracciando una manciata di festoni rossi con un rivolo di bava alla bocca.
"Anche se il vero colpevole dovrebbe essere questo" l'archeologa indica con un cenno il libro che tiene fra le mani, "sapete, è zeppo di storie erotiche su di noi." 
La naturalezza con cui sgancia quella bomba fa schiantare a terra la mandibola di diverse persone, fra cui quella di Usopp, che nel frattempo tappa le orecchie a Chopper. Zoro ha l'aria di uno a cui è appena stata raccontata una barzelletta che lascia indecisi se ridire o schifarsi. Rufy d'altro canto si limita a inclinare la testa di lato con aria spensieratamente ignara. 
"Con" Franky deglutisce, "te e Sanj?"
"Oh, non solo" replica Robin tranquilla, mentre il cuoco pigola qualcosa di incomprensibile con un tono a metà fra il sofferente e l'estasiato, "con noi mi riferivo a varie coppie formate dai membri della nostra ciurma." 
Stavolta sono solo Rufy e Chopper a non emettere versi allibiti. 
"In che senso varie coppie?" mormora Nami in tono sepolcrale. 
"Le hai scritte tu?" chiede Usopp nello stesso momento, scandalizzato. 
Robin ridacchia sommessamente, scuotendo la testa. "No, non sono stata io a scriverle. Ho solo trovato il libro." 
"È uno scherzo di pessimo gusto." 
"Come ti vengono in mente certe cose?" 
"Dai, facci vedere cosa c'è scritto davvero!" 
Commenti fra i più vari – increduli, scettici, turbati, segretamente curiosi, schifati – si sovrappongono gli uni agli altri in un brevissimo lasso di tempo, finché Usopp non toglie rapidamente di mano il libro a Robin, lanciandole un'occhiata a metà strada fra l'inquietato e il complice che si sente superiore agli altri. Dai, finiscila con quest'assurda farsa, sembra dirle con lo sguardo, mentre apre una pagina a caso, tuttavia quando rivolge l'attenzione a quella che gli si presenta davanti succede qualcosa di inatteso. 
Il sorriso saputo gli si cristallizza per alcuni secondi sulle labbra, trattenuto da uno shock troppo improvviso, ma svanisce sul resto del suo volto, finché non collassa di colpo, lasciando il posto a un'espressione agghiacciata. 
"Sei proprio un attore nato, non c'è che dire" è la spontanea reazione di Franky. 
L'espressione allibita del cecchino sembra però contagiare gran parte dei presenti, che lo fissano ammutoliti, in preda a uno strano, istintivo disagio, mentre la sua faccia assume un colorito bluastro. 
"Usopp?" lo richiama Chopper, attaccatosi al suo braccio per agitargli uno zoccolo davanti agli occhi. 
Niente da fare, nessuna reazione. Al che il piccolo dottore gli avvicina l'orecchio allo sterno. "Il suo battito è diminuito!" decreta preoccupato. 
"E la sua faccia si è fatta ancora più brutta del solito..." aggiunge Brook a bassa voce. 
"Scherzo più che convincente, ragazzi, complimenti" conclude Nami spiccia, marciando in direzione dell'amico e rubandogli il libro, "ma qui ci sono dei bambini, perciò-" 
È il suo turno di bloccarsi. Solo che lei a differenza di Usopp non diventa bluastra, strabuzza prima gli occhi con aria impietrita, poi si copre la bocca con una mano, liberando una grassa risata. 
"Insomma, si può sapere che diavolo succede?" Franky conclude quella protesta con un breve rutto, avvicinandosi a sua volta a Nami. Quando posa gli occhi sulla pagina rimasta aperta gli sfugge un'imprecazione. "Sanji, qui dice che ti stai limonando Usopp come se non ci fosse un domani!" 
Durante la serie di versi e urletti che segue Robin si riprende il libro, gettandovi una breve occhiata. "Ah, sì, questa dovrei averla letta... mi pare sia una storia erotico-romantica su voi due, dove vi divertite in cucina. In tutti i sensi" aggiunge con un sorrisetto poco rassicurante. 
Il cecchino si è ormai afflosciato sul pavimento in preda a un gelido orrore, mentre Sanji ride e balbetta nervosamente sconnesse parole di rifiuto. 
"Beh, chi l'ha scritta non ha tenuto conto della vera natura del nostro cuoco" ironizza Nami, il tono di chi è sul punto di scoppiare a ridere da un momento all'altro, "la cucina per lui è sacra, non ci farebbe mai sesso." 
"Tanto meno mi accoppierei con un uomo!" 
"Secondo questa autrice stanno facendo l'amore" precisa Robin, sorda alle urla angosciate dei diretti coinvolti, gli occhi che scorrono sulla pagina aperta, "qui dice espressamente che 'la passione li travolse violenta, come il fuoco di una pira intenzionata a bruciarne raziocinio, esitazione, paure. I loro gesti tradussero concretamente un condiviso sentimento taciuto troppo a lungo. Sanji, dimentico di dove fosse, non riusciva a pensare a nient'altro che al corpo di Usopp premuto contro al suo, alle sue mani bollenti che lo accarezzavano al di sotto della camicia, alla sua bocca tremante che-'"
"LA-LA-LA-LA-LA!" 
"TACI, TI SUPPLICO!" 
"Chi potrebbe mai scrivere una roba del genere?" La voce di Brook si percepisce a stento dietro ai versi scioccati dei due pirati direttamente coinvolti. "Una storia d'amore fra Usopp e-" 
"NON DIRLO!" ulula Sanji disperato, mentre Zoro sogghigna un po' più in disparte, di fianco a un Rufy parzialmente ridottosi di volume. 
"... cioè, insomma, chi mai si sognerebbe di portarsi a letto uno con quel naso? Senza offesa, Usopp." 
"Impiccati, Brook, senza rancore!" 
"Beh, a proposito del suo naso lungo, qualcuno avrà pensato che sia una spia rivelatrice delle dimensio-"
"Franky, non ti permetto di finire la frase!" 
"Sai che quando ti arrabbi diventi ancora più divertente? E più brutto!" 
"Ancora con questa storia, ma voi che parlate tanto vi siete visti in faccia!?" 
"Sì, beh, io sono un cyborg, Brook un mucchio di ossa. L'unico che ha una faccia da culo al naturale sei te." 
"Ripetilo, se ne hai il coraggio!" 
Mentre quel profondo scambio di battute degenera in una zuffa combattuta in un angolo, Robin torna a sedersi nella propria postazione con eleganza, il libro degli orrori ancora fra le mani. 
Rufy le si avvicina entusiasta, sedendosi per terra come meglio può per colpa del pancione rimastogli, un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. "Beh, se sono storie su di noi leggiamole, no?" 
"Rufy, non credo che tu abbia capito cosa sta succedendo" tenta di dissuaderlo Nami. 
"Nessuno l'ha ancora capito" specifica Zoro con seccato distacco. 
"E invece sì!" è la replica piccata del loro capitano, che gonfia le guance come un pesce palla. "Robin ha trovato un libro pieno di storie che parlano di quanto ci vogliamo bene! E io sono curioso di sentirne una!" 
L'archeologa ride con trasporto, mentre tutti gli altri, chi picchiandosi una mano sulla fronte, chi lanciandosi occhiate di rassegnata intesa, manifestano il loro disagio con delle smorfie. Più che il commento di Rufy è la reazione immediatamente successiva della donna a lasciare tutti di stucco, perché lei, senza tante cerimonie, inizia a sfogliare le pagine alla ricerca di nemmeno il cielo sa che cosa.
Se tutti i presenti sapessero quali scenari le stanno passando davanti agli occhi, probabilmente quel libro sarebbe già stato fatto a pezzi, incenerito e gettato in una pattumiera, ma lei si guarda bene dal non esternare subito la serie di coppie e situazioni in cui si imbatte, per non bruciarsi subito quell'esilarante occasione. 
"Questa è una storia poliamorosa che coinvolge tutti noi, ma in chiave platonica." 
"Eh?" 
"'Poli' che?" 
"Cosa vuol dire platonico?" 
"Vuol dire che parla di un amore spirituale, capitano, un amore in cui non sono contemplati gli approcci fisici e concreti." 
"Ma è una balla!" protesta lui, dandosi una manata sulla pancia per modellarla come meglio può, così che Chopper vi si possa sedere sopra senza cadere, "noi ci tocchiamo praticamente sempre!"
A Sanji cade dalle labbra la sigaretta che stava per accendersi, Franky sputa uno spruzzo di cola in faccia a Usopp, Brook è colto da un acuto attacco di ridarella. 
"Non ce n'è una un po' più realistica?" insiste il capitano, ignaro del doppio senso generato poco prima.
Succede così, Nami non sa spiegarsi il perché, ma nell'esatto istante in cui Rufy finisce la frase un brivido di disagio le scivola giù per la schiena. E quando Robin si ferma in un punto apparentemente selezionato di proposito, finito di sfogliare ancora le pagine di quel librone, le si ferma il respiro. 
"'Non riusciva più a smettere di pensare a lei. Il sapore delle sue labbra superava di gran lunga quello del migliore piatto di carne che avesse mai mangiato, lo rivoleva ancora sulle sue. Rufy cercava di distrarsi in tutti i modi possibili e immaginabili, ma da quando Nami lo aveva baciato quella notte in riva al mare qualcosa fra di loro era cambiato per sempre. Il cuore gli batteva forte ogni volta che la vedeva avvicinarsi, bastava che lei gli sorridesse per sentire la testa girare, le mani sudare e un senso di calore, improvviso, inspiegabile, pervaderlo da capo a piedi, concentrato in una zona del suo corpo in cui non l'aveva mai-"
"Ma dico, sei diventata matta o cosa!?" 
Nami richiude di colpo il libro che Robin si è messa in grembo, le guance visibilmente rosse. 
"Ha ragione, sai?" rincara inaspettatamente Rufy, la testa inclinata da un lato con aria perplessa. "A me tutta quella roba non capita mica. E poi non mi serve baciare Nami per dimostrarle che le voglio bene!" 
La spontanea innocenza di quella frase sembra alleggerire gli animi dei presenti, da quello imbarazzato della navigatrice a quelli ancora scandalizzati di Usopp e Sanji. 
"Poi cos'altro dice?" chiede curioso Chopper. 
"Niente, finiva così!" gli risponde Nami, lanciando nel frattempo un'occhiata perentoria in direzione di Robin, che riprende a sfogliare le pagine del libro come se nulla fosse. 
"C'è qualche storia su di me?" Il tono di Brook è decisamente diverso da quello usato dal piccolino della ciurma. "Dove mi diverto anch'io, s'intende!" 
"Sì, ce ne sono alcune" gli risponde la donna con la sua solita, imperturbabile sincerità, facendo raggelare più persone in un solo colpo. 
"Yo ho ho ho ho! E con chi? Con chi?"
"Credimi, non vuoi saperlo." 
L'entusiasmo del diretto interessato si spegne presto, di pari passo con la nascita di brividi di sconcerto sulla schiena di più persone. 
"Ehi, sbaglio o qui dice che io e te..." Riavvicinatosi a Robin per sbirciare nel libro, Franky lascia cadere la frase a metà con inaspettata espressione d'apprezzamento.
"Già" si limite a rispondergli lei. 
"Beh... questa parte potremmo tenerla" azzarda lui, con uno strano sorriso compiaciuto. 
"Quale parte?" mormora Sanji con infastidito sospetto. 
"Niente, non sono affari tuoi." 
"Sì, invece!" 
"No che non lo sono, e se ti azzardi a fare un altro passo – santo Roger!, una storia a tre fra Rufy, Zoro e Sanji!?" 
Il commento scioccato di Franky, istintivamente impossessatosi del libro per metterlo in salvo da un calcio inceneritore del cuoco, ci mette un po' a fare effetto sul cervello dei presenti. 
"In che senso?" 
"CHE SCHIFO HAI DETTO!?" 
"CHI LO VUOLE QUEL CAVOLO MARCIO!"
La stanza si surriscalda pericolosamente, mentre la gamba di Sanji si incendia.
"IDEM PER QUELL'ALTRA PATTUMIERA AMBULANTE!" 
Le paroline magiche pronunciate subito dopo dal cyborg fanno sì che il cuoco si blocchi con la gamba tesa a mezz'aria nell'atto di colpire il libro. 
"Qui invece ci sono Nami e Robin che fanno cose!" 
Il successivo momento di silenzio generale collassa in simultanea dopo pochi secondi.
"Come 'che fanno cose?" chiede la navigatrice a disagio, mentre Sanji urla uno spiritato DAMMELO IMMEDIATAMENTE! in direzione di Franky, protetto da una rete di braccia fiorite improvvisamente davanti a lui a mo' di scudo. 
"Beh, sorella, diciamo che state... facendo il bagno!" 
"Ah, nulla di strano!" Chopper fa spallucce, mentre Sanji inizia a volare per tutta la stanza, in preda a reazioni fisiologiche troppo violente per la sua fragile psiche. "Perché allora non ci sono anch'io? Di solito noi tre lo facciamo insieme." 
Il cyborg ridacchia esilarato con Brook, avvicinatosi alla velocità della luce per leggere il libro, ma ammutolisce ben presto, seguito a ruota dal compagno di ciurma. Le occhiate assassine di Robin e Nami – la prima raggelante, la seconda fulminante – li spingono ad abbracciarsi e a chiedere loro immediatamente scusa, facendo sì che il libro di cui si era impossessato Franky cada a terra. 
Chopper trotterella contento nella sua direzione. "Lo prendo io!" 
Segue un placcaggio di gruppo, nel quale Rufy e Sanji si inseriscono per mero desiderio di accaparrarsi per primi l'oggetto conteso. A differenza di Usopp, che vi si tuffa contro a volo d'angelo, nell'altruistico intento di salvare la piccola renna da un trauma altrimenti assicurato. 
Tra i vari litiganti la spunta ancora una volta Robin, che si serve dei suoi poteri per riprendersi il libro. Ma il passamano continua, quando Rufy riesce a rubarglielo prontamente, allungando un braccio di gomma. 
Nel giro di poco tempo, fra continue letture accidentali, scongiurate o cercate, si scopre che all'interno di quel libro non c'è un solo membro della ciurma che non sia stato accoppiato almeno una volta con ciascuno degli altri otto. 
Inclusi Chopper e Brook. 
Anche in chiave sessuale. 
E in vari casi anche con persone fra le più disparate, esterne al loro equipaggio, indipendentemente dall'età, il sesso, la natura di amicizia o rivalità preesistente. 
Se c'è chi insiste a volersi sbarazzare di quell'oggetto licenzioso – come Nami –, chi propone di tenerne solo alcune pagine accuratamente selezionate – vale a dire Sanji e Brook – e chi vuole conservarlo per intero – Rufy –, c'è anche chi nel caos generatosi è in grado di calmare a poco a poco gli animi servendosi semplicemente delle proprie parole. 
"Sembra che le storie che vanno per la maggiore siano quelle fra Sanji e Zoro."
"Già, Robin" rincara Franky, riuscito nuovamente a impossessarsi del libro, "e a quanto pare superano di gran lunga tutte le altre coppie con una vittoria schiacciante." 
Di fronte alle facce impietrite dei due pirati chiamati in causa, che si fissano come se qualcuno avesse appena defecato loro in testa, il cyborg gongola bastardamente divertito. Pensando di rincarare il tiro. 
"L'aria circostante si saturò di elettricità statica non appena Zoro spinse Sanji contro al muro, le mani ferme ai lati della sua testa, per tenerlo intrappolato fra il proprio corpo e la pa-" 
"Qualcuno lo faccia smettere subito!" 
"... rete. Lo sguardo nero dello spadaccino – brusco, ruvido, perentorio – inchiodò il cuoco all'istante, insieme alla sua voce roca, un soffio pungente che lo colpì dritto al volto. 'Dammelo. Ora."
"Tappate le orecchie a Chopper, almeno!" 
"Perché sempre a me!? Non è giusto!" 
Mentre il piccolo dottore tenta di sfuggire dalle grinfie di Usopp e Nami, gli involontari protagonisti di quel racconto a luci rosse non battono ciglio, pietrificati da un disgusto talmente violento da impedire loro di manifestare qualunque tipo di reazione. 
"Non è come sembra, sapete, Zoro sta chiedendo a Sanji di dargli il codice di sblocco del frigo." Franky lancia un'occhiata d'intesa a Robin, che se la ride sotto i baffi. "In pratica in questa storia sono finite le scorte di alcolici sulla Sunny, le uniche bottiglie rimaste sono nel frigo chiuso con il lucchetto, di cui Zoro non conosce la combinazione, e – oh, dopo ci danno di nuovo dentro..." Il tono del cyborg cambia di colpo, passando da conciliante e gioviale a incredulo. "Sarà la quindicesima storia erotica su di voi che mi capita sotto tiro nel giro di mezzo minuto! Di fronte al rabbioso, ostinato silenzio del cuoco, Zoro gli afferrò i genitali in una mano, stringendo la presa con decisione. 'Queste sai usarle solo per dare aria alla bocca' lo provocò all'orecchio, 'o anche per altro?'"
Tra Nami che per zittire Franky lo colpisce con una bastonata in fronte, Usopp che va a sbattere contro Rufy nel tentativo di tenere le orecchie di Chopper tappate, Brook che viene investito dal suddetto capitano nel processo e Robin che sorride pacatamente come se avesse davanti un tenero quadretto familiare, Sanji e Zoro continuano a fissarsi immobili. 
Finché qualcosa di tremendo non scatta nel cuoco.
Lo spadaccino non batte ciglio, osserva un punto fisso senza fiatare, apatico, mentre l'altro si accascia in ginocchio in preda ai conati. Solo il colorito del suo volto virato rapidamente verso una preoccupante tonalità verdastra suggerisce che qualcosa non vada anche in lui. 
Una parte della ciurma, fra cui Chopper intento a soccorrere Sanji ormai in preda alle convulsioni, resta nell'Aquarium Bar. Un'altra segue lo spadaccino uscire lentamente dalla stanza, poi dagli ambienti interni della nave per raggiungere il ponte. Dove lui, avvicinatosi al parapetto in silenzio, stoicamente, senza la minima esitazione nei confronti del gelo invernale fattosi sempre più inclemente, si butta in mare. 
Il primo a tuffarsi dopo minuti di vana attesa è Rufy. 
 
 


 
**



 
Starsene immersi nell'acqua calda è piuttosto piacevole, specie dopo una lunga nuotata in mare con la temperatura sotto zero. Lo è ancora di più con un corpo voluttuosamente morbido premuto contro al suo. 
Zoro volge lo sguardo allo specchio posizionato di fronte alla vasca. Lasciarlo lì per terra in attesa che gli venisse trovata una sistemazione definitiva è stata un'ottima idea, pensa compiaciuto, perché messo in quel modo l'oggetto riflettente gli consente di avere una visuale decisamente interessante ogni volta che si fa il bagno. 
Seduta con la schiena poggiata al suo petto, Nami tiene gli occhi chiusi e sorride beata, mentre lui le massaggia i capelli che le ha insaponato. Lo specchio gli permette di catturarne ogni più piccola, segreta variazione di espressione. In momenti del genere, quando lei si rilassa al punto tale da dimenticarsi di quell'intruso che le impedisce di celare il proprio apprezzamento, Zoro può beneficiare appieno di un lato della sua persona che il più delle volte gli resta nascosto. 
"Sicura di esserti veramente sbarazzata del completino che ti ha preso Brook?" 
Nami inclina appena la testa verso il basso, consentendogli così di massaggiarle anche la nuca. "Sicura" mente a bassa voce. 
"Mmh, peccato..." Quella parola ne accompagna il gesto compiuto con la mano destra, che si immerge nell'acqua calda senza poi tornare fra i suoi capelli, scivolando invece in basso, all'altezza del suo seno. 
La reazione che lui ottiene quando le sfiora l'areola delicata e poi scende lentamente più giù, verso una zona del suo corpo completamente immersa, non è però quella che si era aspettato. Non porta ad alcun respiro trattenuto, né a una muta esortazione a continuare. 
Nami serra rapidamente le gambe, irrigidendosi. Con gli occhi che le ricadono sullo specchio di fronte coglie l'espressione confusa del compagno, al che aggiunge un secco non oggi
Zoro fa risalire la mano destra sul suo ventre, fermandosi all'altezza dell'ombelico. Con la sinistra inizia invece a lasciarle scivolare un po' d'acqua sui capelli insaponati, senza perderne di vista l'espressione imbronciata restituitagli dalla superficie riflettente. "Smettila di pensarci." 
"La fai facile te... ti rendi conto di cos'ha detto prima Franky?" 
"Ci sono tante cose che gli ho sentito dire, purtroppo." 
"Che tu ed io siamo i 'troi' della ciurma" replica lei contrariata, "perché siamo stati accoppiati praticamente con mezzo mondo!" 
"Questa mi mancava" ammette lo spadaccino in tono serio, cercando di simulare il vago divertimento che lei gli sta inconsapevolmente suscitando con quel broncio ostinato. 
"Ah, già, ti eri buttato in mare quando l'ha detto." 
"Nami, è solo un libro" risolve con semplicità, "non significa niente."
"Disse colui che aveva cercato di suicidarsi per colpa sua. E comunque era" specifica lei, portandosi altra acqua sui capelli con le mani unite a coppa. 
"Era" ripete lui, conscio di come l'uso del passato possa aiutare entrambi a trarne beneficio, "e conteneva un mucchio di storie senza senso che sono state bruciate. Tutte" aggiunge, immergendo il viso nel suo collo, "dalla prima all'ultima."  
 
 
Non appena Zoro le cinge il ventre con presa decisa, Nami gli afferra entrambe le mani, bloccandole prima che possano risalire verso i suoi seni. "Oggi no" ripete perentoria. 
Stavolta avverte un breve respiro seccato contro l'orecchio, ma non può farci niente, è più forte di lei. Non riesce a smettere di pensare al contenuto aberrante di quel dannato libro. L'idea che qualcuno abbia scritto su di loro in contesti erotici insieme ad altre persone (più qualcos'altro), persone con le quali vivono, persone che considerano una famiglia, che diavolo!, le trasmette un profondo senso di disagio. Lo shock provato è ancora troppo fresco perché possa riuscire a lasciarsi andare, è certa che altrimenti vedrebbe o immaginerebbe cose alquanto spiacevoli. E a inquietarla oltremodo è anche la consapevolezza che l'artefice di quel libro sembri conoscere bene le loro abitudini, il lucchetto del frigo, sapeva addirittura che solo tre di noi  ah, basta!, se Robin ha detto di non preoccuparmi non devo preoccuparmi, stop!
"Poi voglio vedere come ti sta l'orecchino che ti ho regalato" tenta di cambiare argomento.
"Mmh."
"Come 'mmh'?" 
Non che Nami si aspettasse chissà che reazione da quel campione di esternazioni sentimentali, eppure crede di meritarsi almeno qualcosa di diverso da quel monosillabo. Ci aveva messo una vita a trovare qualcuno capace di incidere tre pendenti a forma di katana, più di quanto avrebbe mai immaginato, ma si era intestardita a fargli quel dono a qualunque costo, cercando qualcosa di personalizzato per farlo contento. E, sotto sotto, anche perché aveva egoisticamente voluto fare in modo che una parte di lei restasse sempre con lui. 
"Ti ho già detto che mi piace, no?" 
Tono semplicistico, spiccio, e anche – possibile?  vagamente seccato. 
Convincente, sì, molto convincente.
Che stronzo
Quando Nami fa per alzarsi dalla vasca Zoro la trattiene a sé, spingendola di nuovo a sedere. L'acqua smossasi di conseguenza ondeggia bruscamente, provocando alcuni schizzi sul pavimento. 
"Guarda che così combiniamo un casino!" 
"La smetti di comportarti da gattaccio arrabbiato?" ribatte lui. 
Lei alza gli occhi al cielo, sospirando, eppure torna istintivamente a rilassare la schiena contro il suo petto. Detesta ammetterlo a se stessa, ma si sta molto meglio lì, immersa nell'acqua calda della vasca e appoggiata a lui, piuttosto che altrove. 
Forse Zoro riesce a sintonizzarsi con quel suo pensiero, visto che non si comporta né come qualcuno che si aspetta una risposta, né come chi è in vena di continuare ancora a parlare. Le accarezza invece il ventre con una mano, la coscia con l'altra, piano, ostinato nel proprio intento. 
Il suo corpo, per quanto lei sia ancora pericolosamente invasa da scenari mentali tutt'altro che desiderati, si rilassa in una risposta inevitabile. Nami chiude gli occhi, poggiando la testa sulla spalla del compagno. Quando lo sente mordicchiarle appena il collo le sfugge un breve mugugno. 
"Come... come fai a non pensarci?" gli sussurra. Perché lo spadaccino le sembra davvero del tutto estraneo al disagio che sta sperimentando lei, come se quel pomeriggio non fosse successo nulla, come se quel dannato libro degli orrori (lei in un harem con tutti i membri della loro ciurma, no no dannazione basta smettila!) non fosse mai esistito. 
"Non penso." Zoro le bacia il collo, aumentando la pressione delle proprie mani sul suo corpo. "Passo ai fatti, e rimedio." 
Rimedio per lui significa carezze esplicite, delicate e rudi insieme. Scomposte come loro solito, in contrasto col suo modo di amarla invece sempre unico. 
"Sei assurdo" lo riprende in un altro sussurro, la voce un brivido sospeso, mentre distende le spalle e gli offre maggiore accesso al collo coi denti. Sei assurdo, si ripete fra sé e sé, non capacitandosi di come lui sia in vena di farlo in quel momento, nonostante i tanti, spiacevoli scenari erotici che lo hanno visto protagonista in centinaia e centinaia di pagine siano un qualcosa di cui ha appreso l'esistenza solo poche ore prima. 
È successo loro altre volte di ritrovarsi in situazioni del genere, con lei bloccata da troppi pensieri inestinguibili, nel novantanove per cento dei casi perché hanno rischiato di essere sentiti o colti in flagrante da qualcuno dei loro compagni di viaggio. E lui, a differenza sua, non ha mai perso lo stimolo né la calma. Ma quella piena padronanza della situazione, quel totale controllo di sé, assieme al desiderio assoluto di abbandonarsi a lei nonostante la pericolosa vicinanza altrui, in un modo o nell'altro sono sempre riusciti a contagiarla, permettendole di lasciarsi andare a sua volta. 
Anche se non glielo dirà mai apertamente, la capacità di Zoro di non farsi distrarre assolutamente da niente quando sono in intimità le piace, lo rende ai suoi occhi ancora più sexy di quanto non sia già. 
"Meno male che non eri in vena..." 
La bocca le si schiude in una muta 'o' di sollievo per il dito che scivola in lei senza incontrare alcun ostacolo. Nami non si era nemmeno accorta di aver allargato le gambe, e ora inarca il bacino verso l'intruso che si sta prendendo cura di lei con grato abbandono. Nella testa, con sua sorpresa, non vede nessuno. Registra soltanto le scintille di piacere provato, accogliendo con un sospiro appagato il familiare tocco impenitente delle dita che si dedicano a stimolarle il seno. 
Quella posizione è uno dei suoi punti deboli. Impossibile resisterle. 
Lasciarsi andare, pensare che sono soli, soltanto loro, uniti da una spinta carezza rubata... lo vuole così tanto, al punto che 
Il secondo dito che le si insinua fra le gambe le spezza il respiro. Gli occhi chiusi, il corpo teso in un unico brivido, il battito pericolosamente accelerato, Nami si inarca ancora di più quando quel dito prende a muoversi in lei insieme al primo, il seno tremante e turgido contro le altre due che lo stanno pizzicando senza sosta. 
"Visto?" le mormora Zoro all'orecchio, sfacciatamente ironico, "non era difficile." 
Quella sua sfrontatezza non fa che peggiorare la situazione. Nami volta il capo verso di lui, cerca la sua bocca, lo bacia avidamente, travolta dal violento tremito che precede il culmine. Nessuna visione sgradita, nessuna intromissione involontaria evocata a tradimento dalla sua mente. Tutto ciò che pensa è che vuole mantenere la loro unione, inarcarsi verso le mani di Zoro, annullarsi nel loro tocco. 
Quando viene si separa dalle sue labbra, incapace di fare altro all'infuori di vivere appieno quell'attimo assoluto, il respiro scomposto e affannato che si infrange contro il sorriso compiaciuto di lui. 
Diavolo... 
"Ora va meglio?" 
 
 
Nami ha una sensualità selvatica, da gatta, ma certe volte si accende di una malizia inconscia. Fa parte del suo essere un po' donna un po' bambina, e quella scintilla che non ha nulla di calcolato, nulla di appreso o simulato è la sua preferita. Specie se pensa che ne è lui la causa scatenante. 
A volte Zoro deve combattere parecchio per vederla finalmente ardere. Ma, benché dica di non sopportare certi mordi e fuggi, l'esperienza lo stuzzica. In fondo è un cacciatore, gli piace lottare per ottenere ciò che vuole. Se avesse a che fare con una persona svenevole che cadrebbe facilmente ai suoi piedi per qualunque cosa dicesse o facesse, non ci troverebbe gusto. 
Con Nami è uno scontro continuo, anche quando sembrano giungere a una resa. Uno scontro sottinteso, complice, che permane nei gesti e negli sguardi che si scambiano. E ora che lei l'ha accolto dentro di sé, seduta a cavalcioni su di lui, arde di quella stessa, irresistibile malizia inconscia che lo cattura come nient'altro al mondo. 
Zoro si regge al bordo della vasca con una mano, con l'altra la tiene stretta per il bacino, assecondandone i movimenti via via sempre più serrati. La guarda negli occhi, mentre lei guarda lui – dispettosa, imperiosa, vittoriosa – e brucia, brucia da morire mantenere l'ultimo briciolo di autocontrollo che gli rimane per non morderla ovunque, per non lasciarsi andare all'animalesco desiderio di marchiarla di sé con violenza. Nami gioca col fuoco, sa l'effetto che gli fa, e si diverte sempre a sfidarlo, a portarlo ogni volta al limite, a 
"Zoro, ti manca molto lì dentro?" 
Di questo passo no. 
"Ti prego, fa' in fretta, mi scappa la cacca!" 
Dannato Usopp. 
"Falla in mare!"
La risposta brusca e perentoria che rivolge alla porta del bagno è accompagnata da un affondo di unghie sulla sua spalla, gesto attraverso il quale Nami sfoga la propria frustrazione per l'arrivo di quell'intruso. 
"Non dire idiozie! Muoviti, dai" insiste il cecchino con disperazione, mentre lui porta la bocca sui seni morbidi che gli ondeggiano davanti al volto  seni soffici, pieni, delicati, eppure capaci di vincerlo, di – "o giuro che i resti dei biscotti di Sanji li lascerò direttamente qui fuori!" 
Zoro si blocca di colpo, messo per la prima volta in vita sua a dura prova da un'infiltrazione esterna. Sentire nominare quel dannato di un cuoco mentre ha Nami dentro di sé, dopo quello che è successo quel pomeriggio, gli sta facendo tutt'altro che un bell'effetto. Ma lei continua a muoversi in lui, apparentemente immune a quella distrazione, in un'inversione dei ruoli che – dannazione, come lo bacia, quella dannata strega... come si stringe su di lui a tradimento, sfuggente e implacabile insieme, com'è –
"Ho salvato qualche pagina indecente di quel libro erotico, se non mi fai entrare" – di tutte le parole che potevi usare, idiota! – "... giuro che inizio a leggerle!" 
Le unghie di Nami gli affondano nelle spalle a sangue, come i denti che gli mordono il labbro. Poi, veloce come un fulmine, prima ancora che Zoro possa realizzare l'accaduto, lei si alza in piedi nella vasca, schizzando acqua dappertutto, poggia i piedi sul pavimento, afferra il bastone climatico che ha lasciato contro al muro accanto alle sue spade e, così, vestita soltanto di solitari residui di schiuma, spalanca la porta del bagno. 
Usopp non ha nemmeno il tempo di dire 'a', di capire chi abbia davanti. 
Quel Natale passa l'intera notte in infermeria, mentre fuori dalla Sunny la nebbia d'argento svanisce lentamente nel silenzio del mare addormentato, portandosi con sé gli ultimi resti di quel dannato libro erotico.  
Nami e Zoro invece la notte la trascorrono insieme. A disintossicarsi a modo loro da tutte quelle pagine. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note

Quando ero attiva sul fandom di Harry Potter scrissi una storia in cui Draco Malfoy si imbatteva nelle fanfiction scritte su di lui e restava scandalizzato, al mio cervello è venuta voglia di trasferire questa tematica scherzosa nell’universo di One Piece e questa scemenza ne è il risultato. Ovviamente va tutto inteso in chiave ironica, non intendo denigrare nessuna delle ship menzionate, io ad esempio la Sanji/Zoro la trovo molto più sensata di tante altre coppie formate sempre con i Mugi. Le uniche cose alle quali dico proprio no sono quelle con Chopper e/o Brook a sfondo sessuale – esistono davvero, ma se non lo sapevate, fingete di esservelo già dimenticato.
L’idea dei destinatari dei regali determinati da un’estrazione a sorte me l’ha inconsapevolmente data LadyAle, che ringrazio per essere stata una fonte d’ispirazione, il tutto è partito proprio dai miei neuroni che hanno pensato “Mmh, e se toccasse a Sanji fare una cosa del genere e sorteggiasse proprio Zoro, o viceversa?”. I pessimi slip di Franky con scritto Super Ass li ho già nominati in un’altra storia, non ricordo quale, ma non ho resistito a riproporli, ho immaginato che Robin l’avesse sentito dire di volere qualcosa del genere e che zitta zitta avesse provveduto a regalarglieli. Per i più pettegoli: Sanji ha ricevuto in regalo una cravatta :D
Spero di avervi fatto fare almeno un paio di risate, auguri di buone feste e alla prossima!
  
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