XXII. Candles
Stephanie non dovrebbe più aver paura: il suo corpo e la sua mente sono stati messi a dura prova più e più volte, prima all’Accademia e poi nel mondo vero, quando è stata gettata in mezzo a ciò per cui è stata preparata per anni ma che forse, se n’è resa conto tardi, nessuno è mai davvero pronto ad affrontare.
Stephanie non dovrebbe più aver paura, né fuori né tantomeno all’interno delle mura domestiche: nella propria cosa non si dovrebbe mai aver paura, si ritrova a considerare quasi con rabbia mentre i suoi grandi occhi azzurri fissano con insistenza la piccola, fragilissima fiammella che si agita sopra ad una candela accesa, una candela bianca che sa di vaniglia e sa di casa quasi quanto Regan, che siede di fronte a lei sul pavimento e le stringe la mano sinistra nella propria. Regan vuole essere rassicurante e convincerla che andrà tutto bene mentre le sfiora piano e ritmicamente il dorso della mano segnata da numerosi tagli con il pollice, ma esattamente come lei nella mano destra stringe la bacchetta, pronto ad usarla per Smaterializzarsi altrove se il tetto dovesse iniziare a crollare sulle loro teste.
Stephanie continua a fissare la fiamma della candela che sa di vaniglia e che avrebbe voluto accendere in ben altro contesto, magari per rilassarsi facendo un bagno caldo dopo una giornata o una nottata intense. A quell’ora tarda, invece, mentre l’eco lontano delle sirene rimbomba nelle sue orecchie, Stephanie l’aroma di vaniglia quasi non lo sente: tutti i suoi sensi altamente addestrati sono concentrati su quella fiamma sottile che potrebbe spegnersi da un momento all’altro, basterebbe un lieve spiffero, e la guarda muoversi e agitarsi ad ogni tremolio che colpisce le pareti della cantina.
Stephanie non dovrebbe aver paura, in fondo sa che grazie agli incantesimi nessuna bomba potrebbe colpirli, eppure fissa la fiamma aspettando che smetta di agitarsi e che fuori dalle mura domestiche tutto si plachi. Entro poche ore il sole sorgerà, il mondo sarà di nuovo silenzioso, anche se con un po’ di orrore in più, e lei varcherà la porta di casa, sempre che resti in piedi, per andare a fare la cosa giusta senza aver paura. Due giorni dopo, alla Vigilia di Natale, accenderà di nuovo quella candela alla vaniglia e la sistemerà al centro del tavolo per cenare insieme a Regan, si terranno per mano proprio come in quel momento e lei controllerà di continuo che la fiamma resti immobile.
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