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Autore: CicatriceEmotiva    04/01/2024    1 recensioni
Un Harry Potter per bambini troppo maturi o che hanno dovuto saltare l'infanzia...
La trama ricalca quella dei videogiochi usciti per PC, PS1 e PS2 tra il 2001 ed il 2003, a sua volta ispirata al libro di JK Rowling e al film di Chris Columbus. La differenza sta nel fatto che gli eventi vengono narrati dal punto di vista di Harry in una sorta di diario, divisi tra il suo monologo interiore, che descrive anche le vicende, e i dialoghi tra i personaggi. Lo scopo dell'esperimento era quello di immaginare, pur con un piede in una nostalgia infantile, una storia dai toni più drammatici, cupi e maturi, che scavasse davvero nella psiche e nel senso di abbandono del protagonista. Lo stile simbolico, tragico e altamente personale con cui vengono filtrate le esperienze di Harry ricorda quello di un altro videogioco del periodo: Max Payne (che viene citato).
Consigliata a chi ha giocato il primo capitolo della saga di HP ed è rimasto colpito dalla sua atmosfera cupa e desolata, "esistenzialista".
La narrazione è molto drammatica e introspettiva: la trama è solo un pretesto per esplorare il trauma della depressione. Consigliata ad un pubblico abbastanza maturo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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LA PIETRA FILOSOFALE
 
Parte I: Il bambino sopravvissuto
 
Harry Potter: "Privet Drive, numero 4. Luglio 1991. Caro diario, ancora una volta ho dovuto servire Dudley e ancora una volta mi è stato sputato in faccia il riso al curry. Ancora una volta zio Vernon si è schierato dalla parte del figlioletto e ancora una volta zia Petunia mi ha dato ordine di pulire a mano tutte le stoviglie per punizione."
"Quasi non mi ero accorto che erano ormai passati 11 terribili anni dal giorno in cui misi piede al mondo ed era da allora che indossavo la vita come una colpa da espiare. I miei genitori erano morti e forse anche quella era colpa mia. Forse il mondo non era posto per me, di certo non più di quanto lo fosse lo sgabuzzino del sottoscala in cui passavo le notti."
"Era una mattina come tante quando dal mondo, anche se non so quale, arrivò una timida risposta: mentre raccoglievo le lettere destinate ai Dursley, ne trovai una che aveva come recapito proprio il mio sgabuzzino. 'Al signor Harry Potter' diceva. Mi sfuggiva il momento in cui fossi diventato 'signore' ma qualsiasi cosa, anche un brutto scherzo, era meglio di niente a quel punto."
Dudley: -Chi vuoi che gli scriva una lettera? Nessuno lo conosce!-
"Lo zio Vernon strappò la lettera dalle mie mani prima che potessi leggerla e, dopo averla vista, lanciò uno sguardo preoccupato alla zia Petunia."
Vernon: -Se ti capita di trovarne una, cara, liberatene! Non devono arrivare al ragazzo.-
Petunia: -Certo, caro, come desideri.-
"Dopo un decennio a vivere in quelle condizioni, il fatto di avere una sorpresa era già un'emozione sufficiente. Non avevo bisogno di svelarla per il momento. Volevo che restasse qualcosa di magico e misterioso nella mia mente, ma ancora non sapevo che tale desiderio sarebbe stato rispettato alla lettera."
Vernon: -Nessuna dannatissima lettera: per questo adoro la domenica!-
"Fuori di casa vi erano centinaia di gufi appollaiati nel giardino, sul tetto, sulla macchina. E anche le missive che portavano con sé non tardarono ad arrivare. In quella tranquilla domenica borghese, la casa dei Dursley fu letteralmente invasa di lettere."
Vernon: -Adesso basta! Ce ne andremo dove nessuna lettera potrà mai raggiungerci!-
Harry: -Intendi l'ufficio delle entrate?-
 
* * * * * * * * * * *
 
"Considerando lo status da casalinga di Petunia, ruolo che la donna sembrava accettare di buon grado, Vernon decise unilateralmente di spostare la famiglia in un faro su di un'isola lontana: è lì che avrei trascorso il giorno del mio undicesimo compleanno salvo inondazioni mortali. Fui degradato dallo sgabuzzino al pavimento mentre Dudley si prese l'unico divano disponibile. Disegnai una torta sulla polvere del legno ed esprimetti un desiderio appena prima di soffiarla via."
???: -Permesso!-
"La porta fu sbattuta a terra da una figura grande e grossa mentre una voce profonda e potente si levò dalla stessa."
???: -Scusate l'intromissione ma avete fatto davvero di tutto per non farvi trovare. Sono Rubeus Hagrid, guardiacaccia nonché custode delle chiavi e dei luoghi segreti a Hogwarts, e dovevo assolutamente consegnare questa lettera ad Harry Potter, per ordine di Silente.-
"Nel frattempo i Dursley al completo si erano svegliati a causa del trambusto. Vernon portava uno schioppo in braccio, come a voler dire che ci fosse qualcosa di valore lì da difendere, risultando ancora più patetico di quanto già non apparisse. Petunia era nascosta alle sue spalle e Dudley era raggomitolato nelle coperte."
Harry: -Sono io Harry Potter. Come mai tanta insistenza?-
Hagrid: -Leggi e te ne accorgerai, Harry. Sei stato scelto per diventare studente della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. E non è tutto... so che oggi è il tuo compleanno: auguri!-
"Era la prima volta che ricevevo un regalo, una torta di compleanno poi non sapevo nemmeno da che parte prenderla. Ma la cosa che più aveva catturato la mia attenzione era la storia della magia. Mai prima di allora avevo anche solo sospettato che 'diverso' potesse significare qualcosa di buono e non la pecora nera di qualcosa. Il mondo in cui vivevo forse era davvero troppo normale per ospitare qualcuno di... speciale."
Hagrid: -Beh, avrai notato in tutti questi anni di essere un po' diverso dagli altri, Harry, voglio dire... ti sarà successo di far accadere cose che non sapevi spiegarti usando la rigida mentalità babbana... ah, babbano significa uno che non conosce la magia, senza offesa.-
Harry: -Dunque io sarei... un mago?-
Petunia: -Lo sapevo... mia sorella Lily era una spostata e, dopo aver sposato quell'altro spostato di James, sapevo che non ci sarebbe stato più modo di sfuggire a tutto questo.-
Harry: -Sapevate la verità e non me l'avete mai detto?-
Petunia: -Avevamo un nome da difendere! Come pensi ci avrebbero giudicati con un altro stramboide in casa?-
Vernon: -Noi abbiamo scelto di allevarti e mantenerti nonostante tu fossi più un peso che altro per noi! Come puoi essere così egoista ed ingrato?-
Harry: -Che colpa ne ho se sono nato da due maghi?-
Vernon: -L-lei se ne vada dalla mia proprietà! Ha già creato abbastanza imbarazzo!-
Hagrid: -Al diavolo, Dursley, vecchia patacca!-
"Il gigante di nome Hagrid lasciò la torta sul tavolo e con il semplice uso del braccio piegò la canna del fucile di Vernon mettendolo fuori uso. Dudley tuttavia ne approfittò per mangiarsi il dolce destinato a me, come aveva sempre fatto, ma stavolta fu diverso. Hagrid lo colpì con un qualche sortilegio facendogli spuntare una coda da maialino sopra il sedere, cosa che bastò a distrarre gli zii per permettermi finalmente di fuggire con lo sconosciuto."
Dudley: -Mamma, papà, aiuto!-
Hagrid: -A meno che tu non voglia rimanere qui con loro, Harry...-
 
Capitolo 1: Diagon Alley
 
Harry Potter: "Londra. Agosto, 1991. Caro diario, non sono mai stato il tipo di ragazzo tutto ideali e buoni sentimenti che si vede nelle storie fantasy per adolescenti dove le scelte sono sempre o bianche o nere. Io mi sono sentito genuinamente in colpa nei confronti dei Dursley per la prima volta nella mia vita, pur nonostante tutto il male che mi avevano fatto. Non sono il tipo da serbare rancore, se non per me stesso. Qualunque posto al mondo era meglio del sottoscala di Privet Drive anche se non avevo la più pallida idea di dove sarei finito seguendo questo gigante barbuto che mi parlava di magia, così insolitamente gentile nei miei confronti..."
Hagrid: -Soffri della sindrome del sopravvissuto, Harry, te lo dico io. E non è un caso: dopotutto tu sei conosciuto nel mondo dei maghi come 'il bambino sopravvissuto'.-
Harry: -Perché sono sopravvissuto ai Dursley?-
Hagrid: -Ah-ah... Non proprio, poi ti spiegherò. Ora dobbiamo procurarci l'occorrente per l'anno scolastico che ti attende a Hogwarts.-
"Hagrid mi portò in un'area poco trafficata di Londra, una zona quasi deserta: in quel vicolo temetti il peggio ma poi il gigante aprì una porta scura che si confondeva con le pareti e ci ritrovammo in uno strano locale."
Hagrid: -Questo è il Paiolo Magico, Harry.-
Harry: -Perché tutti questi vecchi mi guardano, Hagrid?-
Hagrid: -Non farci caso... ti ho già detto che tu qui sei famoso.-
"Al Paiolo Magico incontrai il primo dei miei futuri insegnanti di Hogwarts: il professor Raptor."
Raptor: -Harry Potter, è-è un grande piacere p-per me conoscerti!-
Hagrid: -Harry, questo è il professor Raptor: sarà il tuo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure a Hogwarts.-
"Raptor era una presenza tanto modesta quanto insignificante. Indossava un bizzarro turbante viola che gli copriva interamente la testa. Non riuscivo a capire se la sua balbuzie fosse dovuta ad una semplice timidezza o a qualcosa d'altro. Fatto sta che non trovò nemmeno il coraggio di darmi la mano quando glie la porsi. Non proprio il migliore dei biglietti da visita per la scuola dei maghi."
Raptor: -Mi raccomando, c-ci aspettiamo grandi cose da te. C-ci vediamo a lezione!-
Hagrid: -Vieni, Harry, adesso andiamo a Diagon Alley.-
"Dopo avermi condotto nel retro del locale, con un semplice movimento del suo ombrello, Hagrid creò un varco nella parete di mattoni: da qui si entrava a Diagon Alley, una sorta di città parallela a Londra dove si trovavano negozi per maghi."
Hagrid: -Dunque, per prima cosa c'è bisogno di una bacchetta, poi dell'uniforme, della scopa, di un animale domestico, delle fiale per le pozioni e ovviamente dei libri...-
Harry: -Ma immagino che anche in questo mondo servano i soldi, vero?-
Hagrid: -Eh, di quelli non ci si può mai liberare, Harry. Ma per fortuna i tuoi cari genitori anche in questo sono stati previdenti: vieni alla Gringott, la banca dei maghi, e ti aiuterò con il prelievo dal conto dei tuoi. Intanto anch'io devo prelevare una cosuccia...-
 
* * * * * * * * * * *
 
"La Gringott era una sorta di cattedrale dai pavimenti freddi e lucidi come le menti dei goblin che contabilizzavano entrate ed uscite della banca con fare meccanico e solenne, di chi ha un impeccabile senso dell'ordine e delle istituzioni. Qualcosa di molto diverso dall'ingenuo entusiasmo con cui i giovani maghi si affacciavano alle vetrine dei negozi di Diagon Alley ma, si sa, c'è sempre qualcuno a cui tocca il lavoro sporco, anche in un mondo magico."
Hagrid: -Salve, Unci-Unci, devo accedere alla camera blindata 731 per conto del preside Albus Silente e per via di Tu-sai-cosa...-
Unci-Unci: -Capisco. Molto bene. Prego.-
"Il linguaggio in codice di Hagrid mi fece capire due cose: la prima era che egli nutriva una grande stima del preside di Hogwarts e la seconda che, non solo c'erano molte cose che ancora non sapevo, ma ce n'erano ancora di più su cui non avrei potuto fare domande. Unci-Unci invece era un nome vero, per quanto potesse sembrare caricaturale: si trattava del goblin che aveva le chiavi per le camere blindate. Il suo naso e le sue grinfie erano talmente lunghe da dare l'impressione di poter percepire ed afferrare qualsiasi cosa al mondo mentre gli occhietti scavati e lucidi studiavano l'ambiente e scandagliavano i volti cogliendo ogni variabile quasi come se volessero soppesare quale mossa sarebbe stata la più conveniente da mettere in atto."
Harry: -Cos'è che devi prelevare di preciso, Hagrid?-
Hagrid: -Harry, ti svelo un segreto: non sono bravo a mantenere i segreti, quindi ti sarei grato se non mi facessi domande. Ops, l'ho rifatto...-
"Utilizzando il carrello che ci spostava nelle miniere sotterranee della Gringott, dove le ricchezze dei maghi venivano custodite, il goffo gigante gentile entrò nella camera blindata, protetta da una miriade di misteriosi meccanismi, e vi prelevò qualcosa che non riuscii a vedere ma che, come tutte le cose misteriose, interrogarono a lungo la mia mente."
Hagrid: -Adesso ci occupiamo dei risparmi del buon James e della cara Lily. Ah-ah! Non avrai davvero creduto che ti avrebbero lasciato al secco, eh?-
Harry: -Onestamente avrei preferito avere dei genitori invece che una cicatrice ed un mucchio di soldi.-
"La mia capacità nel mettere a disagio le persone, anche chi cercasse di farmi star meglio, era l'unico talento di cui fossi a conoscenza. Forse volevo che il mondo sentisse il peso della mia presenza. Il goblin accompagnò me ed Hagrid alla camera dei Potter e mi trovai davanti un tesoro luccicante, così accecante da far dimenticare, per il tempo necessario a spenderlo, tutta la fatica che ci era voluta per accumularlo. Ancora una volta venivo graziato dalla vita senza alcun merito apparente. Tutto nel giorno del mio compleanno: era più di quanto potessi sopportare. Se solo avessi potuto godermi una sola moneta di quella felicità, liquidazione della vita dei miei cari, sarei stato davvero ricco, ma questo mi fu proibito, per qualche oscura ragione, il giorno in cui nacqui."
Hagrid: -Va bene, Harry, io mi occuperò dell'uniforme, delle fiale per le pozioni e della scopa mentre tu puoi pensare alla bacchetta, all'animale e ai libri, d'accordo? Ci vediamo al Paiolo Magico quando hai finito. Scegli bene, mi raccomando!-
 
* * * * * * * * * * *
 
"Al negozio di Ollivander fu la bacchetta a scegliere me. Ma fu quel che disse il proprietario invece a crearmi angoscia: quella era la stessa bacchetta di un certo 'Signore Oscuro'. Significava forse che la mia vita da mago era già segnata?"
Ollivander: -Colui-che-non-deve-essere-nominato ha fatto cose grandi. Terribili, certo, ma grandi, senza dubbio.-
"Tutti i maghi sembravano aver paura nel pronunciare il nome di quell'uomo come se si trattasse di una sorta di bestemmia vivente. Possibile che con quella bacchetta che tenevo tra le mani la mia esistenza fosse dannata quanto la sua?"
Ollivander: -Dipende da contro chi sceglierai di puntarla e di quali magie sceglierai di utilizzare, ma è troppo presto per porti questi dilemmi, ragazzo. Ti voglio aiutare insegnandoti personalmente il tuo primo incantesimo, così quando arriverai ad Hogwarts non sembrerai uno scappato di casa e saprai difenderti. Prima dovrai esercitarti con la bacchetta muovendola per formare il simbolo dell'incantesimo Flipendo, poi ti proporrò una Sfida per mettere alla prova la tua abilità con questa magia.-
"Con la bacchetta e l'incantesimo respingente Flipendo potevo ora affrontare alcune piccole creature magiche come gli Gnomi e i Folletti della Cornovaglia oltre a tutta una serie di altre possibilità come lo spostare bagagli, il rompere oggetti e l'attivare certi congegni. Questi furono anche gli ostacoli che dovetti affrontare proprio nella Sfida Flipendo, nel retro della bottega di Ollivander."
* * * * * * * * * * *
"Per l'animale domestico che mi avrebbe accompagnato ad Hogwarts scelsi l'Emporio del Gufo con già una vaga idea di cosa aspettarmi."
Negoziante: -Una civetta sarebbe perfetta: dopotutto è il simbolo della conoscenza! Glie la lascerò volentieri, signor Potter, se riuscirà a raccogliere tutte le sue piume nel retro di questa bottega.-
"A quanto pare il denaro non bastava: volevano che imparassi a lanciarmi da un balcone all'altro, ad usare una scala, aggrapparmi, strisciare e tirare leve e pulsanti come in una specie di addestramento militare. Dopo aver preso le piume raggiunsi il trespolo dove lasciare il mangime per la civetta che decisi di chiamare Edvige: fu proprio lei a mostrarmi la via d'uscita dalla bottega laciandomi una scala. Avrei potuto contare sul suo aiuto anche in futuro."
 
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"I manuali ed i libri di testo mi aspettavano al Serraglio Stregato ma la proprietaria voleva che li recuperassi da solo nella libreria. Per quanto possa sembrare assurdo, non tutti i libri erano mansueti: alcuni di loro si misero ad attaccarmi volandomi addosso, come stormi di uccelli di carta, e chiudendosi sulla mia faccia. Che avevo fatto di male a quei polverosi ammassi di pagine? Certo, non ero mai stato uno studente modello ma da qui a volermi uccidere per questo..."
 
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"Quando ebbi tutto il materiale per la scuola, incontrai Hagrid al Paiolo Magico il quale aveva comprato il resto per me. Durante la cena, le luci erano soffuse, l'atmosfera della locanda piuttosto cupa e venni di nuovo pervaso dalla sensazione della mattina: quella di aver abbandonato la certezza di un mondo banale ma ben conosciuto per avventurarmi in qualcosa di completamente nuovo e, a giudicare da quanto visto finora, potenzialmente pericoloso. Mi tornarono alla mente le parole di Ollivander, la bacchetta e la storia del bambino sopravvissuto, così chiesi spiegazioni ad Hagrid."
Harry: -Hagrid, come sono morti i miei genitori?-
Hagrid: -Ollivander ti ha parlato di Tu-sai-chi, vero? Della bacchetta e tutto il resto?-
Harry: -Sembra ci sia qualcosa che ci lega ma non capisco bene cosa e ammetto che sentirmelo dire non è molto piacevole.-
Hagrid: -Ciò che vi lega sta nella cicatrice che hai sulla fronte, Harry, un auspicio e una maledizione. Ogni dono è anche un fardello, vale sia per te che per Voldemort.-
Harry: -Voldemort?-
Hagrid: -Non urlarlo così! Quella cicatrice ti è stata procurata da lui, il Signore Oscuro, quando tua madre si sacrificò per salvarti la vita. Ti protegge dal male ma, al tempo stesso, può farti sentire parte di esso, essendo il marchio che Lui ti ha lasciato prima di sparire.-
Harry: -Quindi adesso lui non c'è più?-
Hagrid: -Così dicono ma non è del tutto morto, questo è certo. E' difficile da spiegare, credo si trovi in un limbo ora e che stia solo aspettando il momento giusto per riaffiorare dalle tenebre e portare avanti la sua vendetta.-
Harry: -Molto consolante... ma per quale ragione proprio me?-
Hagrid: -Perché tu sei il simbolo di tutto ciò che lui vorrebbe estirpare: l'amore di una madre che sacrifica la propria vita per il figlio. Per questo tutti ti conoscono come 'il bambino sopravvissuto', l'unico che sia mai resistito a Tu-sai-chi.-
"Non so perché ma le spiegazioni in cui entra in gioco l'amore non le ho mai trovate molto convincenti. Se davvero tutto questo è successo quando io ero appena nato, non posso in alcun modo averne colpa. Ma allora perché mi sento come se dovessi giustificare la loro morte? Che Voldemort avesse lasciato qualcosa di sé dentro di me? I fumi delle candele mi facevano girare la testa. Sentivo un peso sempre più opprimente, un nodo alla gola e una terribile fitta allo stomaco."
Hagrid: -Mi rendo conto che tutto questo sia difficile da sopportare per un bambino ma devi farti coraggio! E dovresti mangiare di più, guarda come sei magro!-
Harry: -Non ho molto appetito. Nemmeno in questo mondo esiste un modo per riportare in vita le persone, Hagrid?-
Hagrid: -Mi spiace, Harry, te l'ho detto che a volte parlo troppo... forse non era il momento.-
Harry: -Non ti preoccupare, preferisco la dura verità piuttosto che una consolante menzogna.-
Hagrid: -Sei molto più maturo dei tuoi coetanei. Ciò che hai passato ti ha fatto crescere.-
Harry: -Non so ancora cosa mi aspetta... spero solo di poter essere più felice un giorno.-
Hagrid: -Non bisogna mai sperare di essere felici, bisogna permetterselo. E tu devi permettertelo perché nessun altro potrà farlo per te. Ricorda, la felicità non è qualcosa che ci capita, ma qualcosa che ci si crea. Buon compleanno, Harry, alla tua.-
Harry: -Grazie, Hagrid.-
Hagrid: -Ora però sarà meglio che tu vada a letto. Ti aspetta una giornata bella ma anche impegnativa: domani sarà il tuo primo giorno di scuola!-
 
Capitolo 2: Arrivo ad Hogwarts
 
Harry Potter: "Espresso per Hogwarts, binario 9 e tre quarti. Settembre 1991. Caro diario, comincio a credere che quel che aveva detto Hagrid purtroppo fosse vero: forse avevo perso la capacità di sognare, o meglio, non l'avevo mai avuta. Mi fu proibito essere un bambino, avere un'infanzia spensierata e cose del genere. Provavo una tale invidia quando vedevo le famiglie di babbani passarmi di fianco, al punto che avrei voluto distruggere la loro felicità... forse non ero davvero poi così migliore di colui che mi aveva impresso quel marchio a forma di saetta sulla fronte, simbolo della mia condanna."
"Prima di andarsene, Hagrid mi aveva lasciato alla stazione di Londra con il biglietto per l'Espresso diretto ad Hogwarts, partenza al binario 9 e tre quarti alle 10 meno un quarto. Come molte delle cose che mi stavano accadendo negli ultimi giorni, sembrava uno scherzo di pessimo gusto, ma incontrai un bambino con il mio stesso problema, accompagnato da fratelli, sorelle ed una madre. Ancora una volta il destino volle ricordarmi ciò di cui ero stato privato."
Madre: -Non ti preoccupare, caro, anche Ron è al suo primo anno ed è piuttosto confuso. Per arrivare al binario devi correre contro quella parete!-
"Non riuscivo a capire se si trattasse di una battuta del tipo 'per il cimitero il bus lo devi prendere in faccia' oppure un modo per eliminare la concorrenza al suo pargolo ma, dopo aver visto due dei suoi figli scomparire oltre quel muro, mi convinsi della mia malafede e decisi di provare a mia volta a schiantarmi contro la parete."
Bambina: -Buona fortuna!-
"Il trucco funzionò e in quattro e quattr'otto mi ritrovai sul treno diretto ad Hogwarts con un compagno di viaggio compreso nel pacchetto."
Ron: -Mi chiamo Ron Weasley, piacere!-
Harry: -Harry Potter.-
"Il suo volto cambiò repentinamente espressione nel sentire quel nome. Speravo solo non mi chiedesse un autografo, non avevo ancora pensato a come farlo. Quando passò la signora con il carrello sentii tutta la vanitosa magnanimità di Bruce Wayne crescermi dentro e, non appena ebbi modo di capire che la famiglia di Ron, per quanto numerosa e affettuosa, non se la cavasse altrettanto bene economicamente, decisi di comprare tutto con i soldi che mi erano rimasti da Diagon Alley e dividere il pasto con lui."
Ron: -Cavolo, quanti soldi! Sei davvero fortunato!-
Harry: -E' quello che mi dicono tutti... ma anche i soldi hanno un prezzo.-
"Così mentre Ron, tra un'abbuffata e l'altra, mi introduceva alle Gelatine Tuttigusti+1, agli Zuccotti di Zucca, alle Cioccorane e alle Figurine Streghe e Maghi Famosi, potei dimenticarmi per qualche ora di me stesso in favore del favoloso mondo delle chincaglierie magiche. Una bambina di nome Hermione si presentò nel nostro vagone dicendo che un certo Neville Paciock aveva perso il suo rospo, proprio mentre Ron giocava con il suo topo, Crosta."
Hermione: -Io sono Hermione Granger... oddio, ma tu sei Harry Potter!-
Harry: -Già...-
Ron: -Se ti interessa, io sono Ron Weasley...-
Hermione: -Piacere... dovreste prepararvi, tra non molto saremo arrivati. Dovete mettervi l'uniforme e rendervi presentabili, non vorrete indispettire Silente già al primo giorno?-
"Hermione aveva tutta l'aria e l'arroganza della classica prima della classe. Avevo sempre ammirato il modo in cui certe persone riuscissero a nascondersi da se stesse, anche nei momenti più difficili, come se il loro parere non contasse per nessuno, nemmeno per sé."
Ron: -Che ha che non va quella?-
Harry: -Un sacco di cose ma, nello specifico, credo la infastidisse il fatto che parlavi con la bocca piena.-
"L'Espresso per Hogwarts fischiò ed una fumata bianca uscì dalle ruote non appena si fu fermato: nella notte l'effetto del fumo sembrava quello di un vecchio film della Hammer ma i paragoni gotici non erano finiti qui. L'intero castello di Hogwarts, che svettava appena sopra il bosco e appena al di sotto della luna, assomigliava alla dimora di Nosferatu. Rividi Hagrid alla stazione, pronto a raggruppare gli studenti del primo anno forse per assicurarsi che arrivassero interi al loro primo giorno di scuola: la piccola boscaglia da attraversare per raggiungere il castello non aveva affatto l'aria di essere una tranquilla gita al chiaro di luna."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Superate le tane degli Gnomi e i Ratti grossi come palloni da calcio, finalmente raggiunsi gli altri oltre la sponda del lago, pronti per visitare il giardino della scuola. Fu qui che conobbi la professoressa McGranitt e la sua voce ferma e composta, anche nel momento in cui Neville, lo studente di cui ci aveva fatto cenno Hermione sul treno, interruppe il suo impeccabile discorso di apertura a causa di un attimo di entusiasmo. Neville pareva infatti aver ritrovato il suo amato rospo Oscar, probabilmente il suo unico amico da tanto tempo a questa parte. Ma chi ero io per parlare?"
Neville: -Oscar! Credevo di averti perso! M-mi scusi...-
"Lo sguardo della McGranitt fu severo e al tempo stesso imbarazzato, mentre il resto degli studenti rideva della goffaggine del compagno."
McGranitt: -Allora, dicevo... benvenuti a Hogwarts. Io sono la professoressa Minerva McGranitt, insegnante di Trasfigurazione, direttrice della Casa di Grifondoro e vicepreside della scuola. Una volta raggiunto il salone d'ingresso, verrete accolti nella Sala Grande, appena sulla destra, dove sarete subito smistati in una fra le 4 Case ossia Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero dopodiché potremo procedere con il banchetto.-
"Mentre salivo i gradini per il portone del castello, alla luce delle fiaccole, fui fermato da un ragazzo, l'unico che invece che apparire intimorito o ansioso, sembrava già essere il padrone del posto."
Malfoy: -Il famoso Harry Potter, ma che onore! Io sono Draco Malfoy e ti consiglio di portarmi rispetto.-
Ron: -Mio padre dice sempre che per ottenere l'amicizia di qualcuno non c'è modo peggiore che esigerla.-
Malfoy: -Non c'è nemmeno bisogno che ti chieda chi sei... capelli rossi, libri usati, uniforme e bacchetta di seconda mano... tu sei sicuramente un Weasley.-
"Ron abbassò lo sguardo come se quel nome lo imbarazzasse più di ogni altra cosa al mondo."
Malfoy: -E comunque non ho parlato di amicizia, non credo in quel genere di cose. Ho parlato di rispetto, qualcosa di molto più concreto. Dopotutto in un posto sconosciuto si può sopravvivere solo se si hanno le conoscenze giuste... non è vero, Potter?-
"Malfoy mi allungò la mano e, senza pensarci tanto, glie la diedi."
Ron: -C-cosa?!-
Harry: -Hai ragione, Malfoy, grazie per la dritta ma io ho già le conoscenze giuste. E tu?-
Malfoy: -Eh-eh! M-ma certo, per chi mi hai preso? Loro sono Tiger e Goyle.-
"Mi si pararono davanti due energumeni dall'aria nervosamente compiaciuta."
Harry: -Beh, scommetto che loro ti seguano perché ti ammirino molto.-
Malfoy: -Puoi dirlo, Potter... quindi ti consiglio di non fare il furbo qui a Hogwarts.-
"Terminata la seduta psichiatrica di Malfoy, potemmo finalmente entrare nella Sala Grande dove era tutto già pronto per l'accoglienza delle matricole. La stanza era enorme, le candele fluttuavano sopra i tavoli già riempiti dagli studenti più grandi ed il preside Albus Silente in persona, dal centro del tavolo degli insegnanti, si apprestava a fare il suo discorso di inizio anno."
Silente: -Buonasera a tutti. Prima di procedere con lo smistamento nelle Case vorrei ricordarvi che quest'anno l'accesso al corridoio del terzo piano è severamente proibito a tutti coloro che non desiderino fare una fine molto dolorosa.-
"Sul momento non diedi troppo peso all'avvertimento. Alla scuola pubblica ero abituato a minacce di gran lunga peggiori. Lo smistamento nelle Case sarebbe avvenuto ad opera del cosiddetto Cappello Parlante, un indumento che una volta messo in testa, decideva in quale Casa mettere ogni studente, in base alle sue potenzialità. Hermione, Neville e Ron vennero affiliati a Grifondoro mentre Malfoy e i suoi due sgherri finirono a Serpeverde. Quando la McGranitt annunciò il mio turno, l'unica cosa che volevo era non trovarmi a passare un anno assieme a Malfoy e alla sua cricca di aspiranti strozzini."
Harry: -Non a Serpeverde, ti prego, quello che vuoi ma non a Serpeverde!-
Cappello: -Non a Serpeverde? Ma perché? Dentro di te ci sono intelligenza e coraggio ma anche coscienza e sacrificio... effettivamente la scelta non è facile, lo ammetto. Propenderei comunque di più per Serpeverde: lì potresti crescere e divenire qualcuno di indipendente, forte e importante... ne hai tutte le capacità ed il diritto.-
"Ne feci una questione di principio: non volevo addosso un'altra etichetta da cattivo dopo quella che mi appiccicavo ogni mattina allo specchio. Forse avrei avuto più vantaggio a scegliere Serpeverde ma presto o tardi sarei sicuramente morto per il rimorso. C'erano già troppe fastidiose coincidenze fra me e Voldemort, a partire dalla bacchetta, e non mi interessava quanto fossi bravo o dotato: volevo solo sentirmi sereno, o almeno avere l'illusione di poter ancora meritare di esserlo un giorno. Per 11 anni, per volontà mia o per circostanze esterne, la vita aveva cercato di farmi sentire come un colpevole: la morte dei miei genitori, i Dursley, la sete di vendetta, l'impotenza e la rabbia nei confronti del mondo... Per una volta volevo solo provare a capire cosa si provasse a stare dalla parte dei buoni. Una cosa era certa: non ero un santo, non ero un eroe, ma solo qualcuno di molto sfortunato che, nonostante tutto, voleva continuare a fare la cosa giusta, non voleva perdere del tutto la testa. Non importava quanti premi o punizioni avessi ricevuto o quante volte sarei stato preso nel fuoco incrociato dei due schieramenti fino a quando non avessi avuto troppe cose da recriminarmi. Così continuai a bisbigliare 'non a Serpeverde' fino a ché il cappello non cedette."
Cappello: -E va bene, se ci tieni così tanto, allora facciamo... Grifondoro!-
"Dal tavolo di Grifondoro partì, come con ogni nuovo arrivato, un applauso, anche se stavolta percepii, o forse immaginai, una certa reticenza: come se un ex-Serpeverde fosse appena entrato a far parte della loro famiglia con tanto di baffi, occhiali e naso finto. Andai subito a sedere fra Ron ed Hermione con un mezzo sorriso stampato in faccia. I gemelli Fred e George, fratelli di Ron, si complimentarono subito con me, ma almeno loro mi parvero sinceri."
Fred: -Sinceramente non l'avremmo mai detto.-
George: -Ma fa comunque un bell'effetto!-
Hermione: -Avrei giurato che saresti andato a Serpeverde.-
Harry: -E perché?-
Ron: -Non so, forse perché hai sempre quell'aria un po' cupa ed ostile...-
Harry: -Che analisi profonda... dimentichi che ho stretto la mano a Malfoy... comunque è bello anche per me avervi qui, amici.-
Neville: -Ero convinto di essere più adatto a Tassorosso...-
Hermione: -Io mi aspettavo Corvonero ma sono contenta così.-
Ron: -Beh, i Weasley sono Grifondoro da generazioni dunque non avevo dubbi.-
Silente: -Ora si può dare inizio al banchetto!-
"Con un semplice battito di mani, il preside fece apparire sui tavoli delle 4 Case e degli insegnanti ogni sorta di antipasti, primi, secondi, frutta e dolci. Mentre tutti si avventavano sul proprio piatto, detti un'occhiata al tavolo di Silente e, alla sua destra, vidi il professor Raptor voltato a parlare con un altro insegnante, dall'aria 'cupa ed ostile', che ricambiò con interesse il mio sguardo. Per qualche ragione la cicatrice cominciò a bruciare."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Dopo il banchetto, Percy, altro dei fratelli maggiori di Ron, nonché prefetto per la nostra Casa, ci condusse verso la Torre di Grifondoro al Settimo Piano dove avremmo passato la nostra prima notte come studenti di Hogwarts."
Percy: -State attenti, seguitemi! Mi raccomando, rispettate sempre le regole o farete perdere punti alla vostra Casa!-
"Lo scopo delle 4 Case era quello di accumulare punti in una sorta di competizione a squadre dove però i punti venivano tolti o attribuiti individualmente in base a meriti o demeriti. Alla fine dell'anno la Casa con più punti avrebbe vinto la Coppa delle Case: pare che Serpeverde la vincesse già da sei anni consecutivi. Percy sembrava derivare grande orgoglio dal proprio ruolo di prefetto e non smetteva mai di ricordarci quanto fosse importante lavorare duro ed obbedire in silenzio."
Ron: -Che succede là in alto?-
Hermione: -Alle scale di Hogwarts piace cambiare.-
"Persino le scale di quel vecchio castello erano stregate al punto da avere una volontà loro: esse decidevano come spostarsi e ciò poteva far sì che ci si perdesse nei meandri più oscuri di Hogwarts. Ciò riusciva a far apparire i quadri parlanti appesi alle pareti come qualcosa di innocuo."
Percy: -Salve, Sir Nicholas, passato una bella giornata?-
Nick: -Sir Patrick non ha accettato la mia richiesta di partecipare alla Caccia dei Senzatesta, solo perché la mia testa è di qualche centimetro ancora attaccata al collo!-
Ron: -Wow! Ma quello è Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro!-
Hermione: -I-in che senso 'quasi senza testa'?-
Nick: -Quando a eseguire la decapitazione è un boia incapace, questo è quel che succede!-
"Il fantasma mostrò come effettivamente la sua testa fosse attaccata al collo solo per un piccolo lembo di pelle con grande orrore di tutti i presenti. Anche i fantasmi delle altre Case fecero una breve comparsa: si trattava del Frate Grasso per Tassorosso, della Dama Grigia per Corvonero e del Barone Sanguinario per Serpeverde."
Nick: -Voi del primo anno, fate attenzione a Pix, il poltergeist: si diverte a importunare e a terrorizzare gli studenti alle prime armi!-
Harry: -Credevo che scoprire di essere un mago fosse un sogno, non un incubo...-
"Arrivati finalmente al Settimo Piano, Percy ci rivelò la parola d'ordine per accedere al dormitorio di Grifondoro, nascosto dietro al ritratto della cosiddetta Signora Grassa, una donna gentile anche se piuttosto permalosa."
Percy: -Caput Draconis.-
Signora Grassa: -Mi raccomando, giovani Grifondoro, non dite a nessuno che non sia della vostra Casa la parola d'ordine, soprattutto se è un Serpeverde!-
Neville: -Ehi, non siamo mica stupidi...-
"Dopo aver pronunciato la parola d'ordine corretta, il ritratto si spostò leggermente, rivelando così l'ingresso segreto nella sala comune di Grifondoro."
Percy: -I vostri effetti personali si trovano già nei rispettivi dormitori. Qui nella sala comune potrete discutere, studiare e passare il tempo libero con i vostri compagni di Casa. Adesso è già tardi: vi consiglio di andare a letto, domattina seguirete le vostre prime lezioni.-
"Avrei dato volentieri retta a Percy, non perché morissi dalla voglia di rigare dritto, ma più semplicemente perché ero stanco morto. Tuttavia i gemelli Weasley, che per ragioni a me sconosciute sembravano costantemente su di giri, insistettero perché visitassi il loro negozio segreto, nascosto da qualche parte all'interno del dormitorio." 
Fred: -Nel nostro negozio potrai comprare l'occorrente per ogni tipo di scherzo: dalle Caccabombe alle Pallottole Puzzole!-
George: -La moneta di scambio sono ovviamente le Gelatine...-
Fred: -Per raggiungerci però devi prima attraversare lo studio di Percy senza farti beccare.-
George: -Sta attento, Harry! Quello non dorme mai.-
 
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"Dopo aver assecondato i fratelli Weasley, potei finalmente andare nel dormitorio. Proprio quando avrei potuto dormire come Ron e gli altri, tuttavia, mi tornò alla mente lo sgabuzzino di Private Drive e mi chiesi se fosse possibile provare nostalgia per qualcosa di così squallido. Nel giro di pochi giorni la mia vita era stata completamente sconvolta con una serie di assurde rivelazioni una dietro l'altra e ora mi trovavo qui, a Hogwarts, a 'casa'. O forse si trattava solo di uno spostamento di cella?"
 
Capitolo 3: Imparare al volo
 
Harry Potter: "Hogwarts. Settembre 1991. Caro diario, non mi aspettavo trattamenti di favore, pur essendo nei primissimi giorni di scuola, ma in meno di un mese la lista delle persone che mi odiavano si stava già facendo spaventosamente lunga. L'uniforme aveva lo stemma di Grifondoro bene in vista nel caso qualche rivale di Casa volesse sfotterci mentre andavamo a lezione. Ma quello era il minore dei problemi quando ti portavi una cicatrice a forma di saetta sulla fronte. Dopo che mi fui vestito e fui sceso nella sala comune, incontrai tutti gli altri: avevamo un po' di anticipo."
Hermione: -La nostra prima lezione è Pozioni con il professor Piton.-
Ron: -Perfetto, lui odia i Grifondoro: è il direttore della Casa di Serpeverde!-
"Dalle parole di Ron ed Hermione capii che Piton era il tizio con cui parlava Raptor la sera prima al tavolo degli insegnanti, quello con l'abito ed i capelli neri ed uno sguardo fin troppo invasivo. Forse il bruciore che avevo sentito alla fronte era un segnale di pericolo ma cosa c'entrava Piton con quella cicatrice?"
"Mentre terminavo la mia magra colazione alla Sala Grande, vidi due studenti discutere animatamente e così decisi di sbirciare il giornale che stavano leggendo, la famosa 'Gazzeta del Profeta'. A quanto pare parlava della camera blindata 731, proprio quella in cui avevo accompagnato Hagrid, alla Gringott, quando ero ancora a Diagon Alley. Per poco il latte non mi andò di traverso: proprio il giorno seguente infatti la stanza era stata scassinata in un tentativo di furto ma niente fu trovato al suo interno. Per forza, Hagrid aveva prelevato l'unico oggetto che la stanza conteneva il giorno prima. Hagrid disse di essere in missione segreta per Silente, il ché significa che in qualche modo il preside sapeva o era preoccupato circa la possibilità di un furto che poi si era infatti verificato. Voleva difendere qualcosa di grande valore ma altro non mi era dato sapere."
"Non so comunque quanto la cosa potesse riguardarmi e non avevo certo voglia di mettermi a giocare al detective proprio ora che dovevo fare i conti con un mondo nuovo e pericoloso. Scesi per i sotterranei del castello dove si trovava l'aula di Pozioni: si trattava del territorio dei Serpeverde, un luogo angusto e umido, buio e silenzioso, ad eccezione dell'eco delle gocce d'acqua che ogni tanto sgorgavano da qualche tubatura in perdita. Questo non era il posto adatto ad un bambino di 11 anni, nemmeno il più cattivo."
"Mentre il resto degli studenti riuscirono in qualche modo ad arrivare a lezione, io incappai proprio nel poltergeist da cui Nick ci aveva messo in guardia la notte prima. Pix era uno spettro che infestava la scuola, ma a differenza degli altri fantasmi era un sadico che si divertiva a prendersi gioco degli studenti più piccoli. Vestito come una sorta di Arlecchino in versione zombie e con un sorriso incancellabile sul volto che lo faceva assomigliare a quei pupazzi a molla che spuntano dalle scatole, egli non fece che tentare di bloccarmi la strada frantumando oggetti e ribaltando librerie, mentre mi svolazzava intorno e mi derideva."
Pix: -Io sono Pix, Potter, e anche se sembro un clown ti consiglio di non scherzare con me.-
"Il fantasma conosceva i miei punti deboli e la sua pazzia, oltre al fatto che non avesse più nulla da perdere, facevano il resto."
Pix: -Povero, Potter, tutto solo nel sotterraneo! Se solo avesse ancora con sé mamma e papà... uah-uah-uah!-
"Quando finalmente riuscii a seminare Pix e raggiungere l'aula di Pozioni, la lezione era già iniziata e Piton, considerate le circostanze, non chiuse certo un occhio."
Piton: -A quanto pare la fama non è tutto, non è vero, Potter? Per essere arrivato in ritardo alla tua prima lezione, toglierò 5 punti alla tua Casa.  E se Grifondoro è ancora a 0 non mi farò certo problemi ad andare in negativo. Tu e i tuoi compagni potrete parlare di questo una volta finita la lezione: sono certo che ti comprenderanno.-
"Malfoy sghignazzava dall'altra parte dell'aula come se non avesse nulla al mondo da temere mentre Hermione scuoteva la testa in segno di rimprovero."
Harry: -Lei non capisce! Pix mi stava alle costole e...-
Piton: -Sono certo che persino Pix debba avere di meglio da fare che infastidire te. Ora siediti e ascolta la lezione invece che trovare scuse, grazie.-
"Il tono basso ma perentorio di Piton ed il suo sguardo torvo e inespressivo erano come una statua inamovibile. Forse avrei davvero dovuto scegliere Serpeverde."
Piton: -Non aspettatevi di vedere stupidi incantesimi o bacchette svolazzanti in quest'aula. Qui imparerete la fine arte e la complessa scienza della preparazione delle pozioni magiche.-
"Non si trattò per la verità di una vera e propria lezione. Piton si limitò a elencare gli ingredienti che avremmo dovuto recuperare entro due mesi per imparare a preparare la Pozione Rigeneratrice senza lasciarci uno straccio di indicazione su dove trovarli."
Piton: -Per preparare una Pozione Rigeneratrice avrete bisogno della Corteccia dell'Albero Rigenerante, del Dittamo e dell'Asfodelo. Chi non avrà trovato questi ingredienti alla prossima lezione, farà perdere 50 punti alla propria Casa. E, nel caso te lo stia chiedendo, Potter, non basterà dire di essere stati importunati da un fantasma per farla franca.-
 
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"Per quanto un professore potesse essere burbero o uno studente potesse essere in ritardo, il sarcasmo acido e tagliente di Piton aveva qualcosa di fin troppo personale per risultare spassionato come ci teneva a far credere. E non era una banale questione di sfida fra le Case o di antipatia di classe. Lo sapevo perché era qualcosa che conoscevo bene: era il verde abisso della vendetta e dell'invidia per la felicità altrui. Ma cosa vedeva davvero Piton quando mi fissava? E come tutto questo poteva avere a che fare con la mia storia? Domande a cui forse nemmeno io volevo rispondere."
Ron: -Quel Piton è davvero un infame... dove possiamo trovare tutta quella roba?-
Harry: -Potremmo chiedere ad Hagrid, il guardiacaccia. Sapete, quell'uomo grande e grosso con una lunga barba... beh, ve lo farò conoscere.-
Hermione: -Adesso è l'ora della lezione di Incantesimi al Secondo Piano! Stavolta stacci vicino, Harry, non starai giocando per far perdere Grifondoro, vero?-
"Ron mi lanciò un'occhiata eloquente. Confermo che avrei dovuto andare a Serpeverde. Prima di poter entrare in classe, fummo fermati da Argus Gazza, il custode di Hogwarts, un vecchio strabico ossessionato dal suo lavoro il quale non si separava mai dalla sua inquietante gatta, Mrs Purr. Voci di corridoio dicevano inoltre che la usasse per spiare gli studenti che non gli andavano a genio."
Gazza: -Avete sentito cos'ha detto Silente!? Che non vi venga in mente di intrufolarvi nel Corridoio Proibito al Terzo Piano! Vi teniamo d'occhio, non è vero, Mrs Purr?-
Ron: -Certo che in questa scuola non hanno voluto farsi mancare proprio niente.-
Hermione: -Se hanno ammesso anche te...-
Gazza: -Adesso smettetela di bighellonare e andate a lezione mentre io pulisco!-
"Più qualcosa viene proibito, più diventa affascinante. Mi tornarono alla mente la pagina di giornale della mattina e la stanza della Gringott. Era possibile che Silente avesse chiesto ad Hagrid di prendere quella 'cosa' e che ora essa fosse nascosta nel Corridoio Proibito?"
"Alla lezione di Incantesimi, feci la conoscenza del professor Vitious, direttore della Casa di Corvonero, un nano, non in senso offensivo, ma nello stesso modo in cui Hagrid era un gigante. Vitious dovette infatti salire in piedi sopra la cattedra per essere visto mentre faceva lezione."
Vitious: -L'incantesimo che vi insegnerò in questa lezione è il Wingardium Leviosa: esso è in grado di far levitare oggetti, anche molto pesanti, per poterli spostare senza toccarli.-
"Come avevo fatto con l'incantesimo Flipendo, anche per il Wingardium Leviosa dovetti imparare come muovere la bacchetta per replicarne il simbolo per poi affrontare una Sfida messa a punto dallo stesso Vitious."
Vitious: -Più stelle raccoglierete durante la Sfida Wingardium Leviosa più incrementerete i punti che assegnerò alla vostra Casa. Buona fortuna!-
"Mi ricredetti subito in merito all'apparente ragionevolezza di Vitious. Durante la sfida dovetti affrontare molte creature magiche tra cui gli odiosi Libri Stregati, i Folletti della Cornovaglia e le Armature Viventi che mi attaccarono con ascie, spade e mazze ferrate e parevano essere in grado di combattere persino senza la testa. Per arrivare fino in fondo fu necessario anche usare il Wingardium Leviosa per spostare alcuni oggetti e attivare pulsanti a pressione. Se non altro ebbi l'occasione di recuperare i punti che Piton mi aveva sottratto."
 
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"La lezione di Volo si sarebbe svolta nella parte bassa del castello, in un giardino interno alla struttura. Era piccolo ma considerando che si trattava del nostro primo tentativo di volare su di un manico di scopa era più che sufficiente."
Bumb: -Sono Madama Bumb, la vostra insegnante di Volo per questo primo anno a Hogwarts ed è mio compito darvi i rudimenti del controllo in volo del manico di scopa. Non mi aspetto che tutti diventiate dei campioni di Quidditch perciò potete star tranquilli.-
Neville: -P-per fortuna...-
Bumb: -Ciò non toglie che un mago o una strega non possano non saper volare sulla scopa. A tal proposito, la prova di oggi consiste nell'attraversare gli anelli magici che vedete sopra di voi entro il tempo che vi è concesso.-
"Madama Bumb aveva gli occhi di un falco, letteralmente. Il Quidditch era un qualche sport che si giocava nel mondo dei maghi, al posto del calcio o del rugby, con la differenza che i giocatori si spostavano stando in aria a bordo di una scopa. Ammetto che guardare dei miliardari che inseguono un pallone non era mai stato per me un gran divertimento già nel mondo babbano, ma chi ero per giudicare qualcosa che non conoscevo?"
Bumb: -Allora, preparatevi al mio fischio! 3, 2, 1...-
"Pur non apprezzando i metodi militareschi della Bumb, dovetti ammettere che mi venne piuttosto naturale volare sulla scopa velocemente attraverso gli anelli, il ché fece guadagnare diversi punti alla mia Casa e mi fece perdonare dai miei compagni per la bravata alla lezione di Pozioni."
Bumb: -Benissimo, Potter! Per quanto riguarda Paciock, temo che il polso si sia rotto... qualcuno lo dovrà accompagnare in infermeria.-
Neville: -B-bravo, Harry... ahia, che male! Mamma!-
Malfoy: -Vedi, Potter? Per quanto tu ti possa sforzare, ci sarà sempre qualcuno nella tua squadra a tirarti in basso. Peccato che tu abbia scelto di stare dalla parte dei perdenti.-
Harry: -Preferisco provare a vincere a modo mio, Malfoy, piuttosto che tramite i favori di qualche professore o scegliendo di stare tra i migliori.-
Malfoy: -Allora dimostramelo. La notte di venerdì prossimo, al Quarto Piano. Portati pure i tuoi cagnolini se vuoi... io porterò i miei e giocheremo tutti assieme.-
Ron: -Quali cagnolini?! Tu non ci arrivi vivo a fine anno, Malfoy!-
Hermione: -Ragazzi, lasciate perdere, è un galletto! Non vedete che vi sta solo provocando?-
"Malfoy si mise a fare il verso della gallina incitato da Tiger e Goyle. Ovviamente sapevo che il pulcino stava solo fingendo di avere la cresta ma proprio per questo volevo finirla una volta per tutte. Non volevo che a Malfoy e ai suoi lacchè rimanesse il minimo dubbio sul fatto che non fossi un vigliacco, come forse avevano pensato dopo avermi visto scappare da Pix ed essermi fatto rimproverare da Piton, anche a costo di giocare al loro gioco."
 
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"Dopo la lezione di Volo, era ormai ora di rientrare alla Torre di Grifondoro, quando vidi uno studente di Tassorosso inseguito dalle armature animate da Pix. Solidarizzai all'istante con lui e decisi di salvarlo dai mostri: a quel punto egli si presentò."
Justin: -G-grazie per avermi salvato, mi chiamo Justin Finch-Fletchley!-
Harry: -Non c'è di ché, ma credo che ti chiamerò solo Justin.-
Justin: -Girano brutte voci su di te, ma non mi sembri affatto cattivo.-
Harry: -Chissà chi potrà mai averle messe in giro...-
Justin: -Ascolta, mi voglio sdebitare! Hai già trovato la Corteccia dell'Albero Rigenerante per la prossima lezione di Pozioni?-
Harry: -La cercavo qui intorno ma immagino che gli alberi non crescano nei castelli...-
Justin: -E qui ti sbagli, amico.-
"Justin mi regalò una Corteccia dell'Albero Rigenerante in perfette condizioni."
Justin: -Non dire che te l'ho data io o quelli di Tassorosso mi faranno storie.-
Harry: -Solo se tu non dirai a quelli di Grifondoro che ti ho aiutato.-
Justin: -Puoi scommetterci. La direttrice della nostra Casa è la professoressa Sprite quindi per noi è facile avere accesso a questi ingredienti. Ah, se sei in cerca dell'Asfodelo e del Dittamo vai nei giardini e nella Serra. E non mancare alla lezione di Erbologia!-
"Riuscii a liberarmi dei Ratti e dei trabocchetti architettati da Pix per risalire verso il Settimo Piano, un attimo priva di svenire nel dormitorio di Grifondoro. Cosa avevo in comune con tutti questi ragazzi a parte uno stemma sul petto? Non era mai stato da me credere di poter avere qualcosa in comune con qualcuno. L'unica cosa che avrei voluto era dimenticare, avere la coscienza pulita come quella del bambino che ero. Trovarsi nel luogo più magico del mondo e non riuscire a comportarsi come un fanciullo: questa era la vera maledizione. Avrei continuato a combattere per difendere la mia integrità e se ciò avesse apportato benefici a Grifondoro sarebbe stato solo per via incidentale. Dopotutto ero il bambino sopravvissuto, non il cavaliere vittorioso. Fu solo un caso se quella notte non morii. Ma il fatto di essere sopravvissuto, mi impedì di essere bambino, per sempre."
 
Capitolo 4: Cane di paglia
 
Harry Potter: "Hogwarts. Ottobre 1991. Caro diario, le nude stelle brillavano fra le nubi addensate mentre la notte si faceva sempre più fredda e scura. Era venuto il momento di sistemare i conti con Malfoy."
Hermione: -Questa è una follia, Harry, e lo sai! Non è come con Percy! Se ti troveranno fuori dal dormitorio oltre il coprifuoco farai perdere punti alla Casa!-
Harry: -C'è qualcosa del concetto di 'Casa' che ancora non mi entra in testa...-
Ron: -Io sto con lui. Non so cosa darei per togliere quel ghigno dalla faccia di Malfoy...-
Neville: -V-vengo anch'io, Harry! S-stavolta non ti deluderò!-
Hermione: -Siete davvero dei... maschi! Non esiste altra parola per definirvi.-
Ron: -No, non esiste, a meno che tu non voglia insultarci.-
"Nel cuore della notte, io, Ron e Neville lasciammo la sala comune di Grifondoro. Per arrivare al Quarto Piano, dove Malfoy ci aveva dato appuntamento, bisognava sgattaiolare tra le librerie e le pareti evitando i prefetti e gli insegnanti di guardia. Nonostante le parole di poco prima, alla fine anche Hermione decise di raggiungerci quando eravamo ormai al luogo indicato per la resa dei conti."
Harry: -Come ci si sente ad infrangere le regole?-
Hermione: -Sono venuta per farvi tornare indietro!-
Malfoy: -Appena in tempo per cadere in trappola.-
"Come avrei dovuto aspettarmi, Malfoy non voleva un faccia a faccia, non lo voleva proprio perché era un vigliacco e non gli importava di esserlo. Io invece, per colpa di una stupida dimostrazione personale di coraggio, ero finito nella sua trappola portandomi dietro metà dei Grifondoro. Ancora una volta avevo sbagliato tutto."
Ron: -D-dove siamo finiti?-
Malfoy: -Al Terzo Piano, Weasley, vicino al Corridoio Proibito.-
"In qualche modo Malfoy aveva aperto una bottola sotto i nostri piedi mentre eravamo al Quarto Piano, facendoci così sprofondare al terzo, e ora ci trovavamo chiusi in una piccola stanza con l'unica porta presente bloccata da una complessa serratura. Dall'alto Malfoy ci scherniva."
Malfoy: -Non avrai davvero creduto che avrei rischiato di farmi espellere per una scazzottata con te, Potter?-
Neville: -Oh, no... proprio ora che il mio polso era guarito! Non è giusto!-
Malfoy: -Voi non muovetevi mentre vado a cercare aiuto. Gazza sarà lieto di trovarvi qui e di consegnarvi al professor Piton, il quale sarà ancora più lieto di espellervi! Ah-ah-ah!-
"Quando Malfoy se ne fu andato, rimanemmo da soli al buio, con i volti pieni di sdegno e di sfiducia, illuminati dalle fiaccole del castello. Dentro di me sapevo che la colpa era solo mia ma non era facile ammetterlo agli altri in una situazione tanto tesa. Purtroppo l'orgoglio dei Grifondoro quella notte sarebbe stato più forte del loro coraggio."
Neville: -Harry, io mi fidavo di te... A-ammettilo, sei sempre stato d'accordo con Malfoy per farci espellere! Sei entrato nei Grifondoro solo per questo!-
Harry: -Non dire stronzate, Neville, espelleranno anche me! Cosa avrei da guadagnarci!?-
Ron: -Non saprei... forse dovremmo chiederlo a Piton. Anche la scenetta con Pix faceva parte del teatrino?-
Harry: -Piton mi odia! Pix mi odia! Malfoy mi odia! E pure voi... Tutti qua dentro mi odiano!-
Hermione: -Lascialo a me il ruolo della vittima. Io sapevo che era una pessima idea ma cosa può una ragazza dalla mente logica contro tre teste di testosterone indemoniate?!-
Ron: -Perfetto. Allora usa la tua mente logica per aprire quella dannata porta!-
Hermione: -Serve un incantesimo specifico che ancora non conosciamo: l'Alohomora. Forse in biblioteca potrebbe trovarsi il libro che fa al caso nostro...-
Ron: -E come ci arriviamo da qui in biblioteca? Tu che sei sempre lì lo saprai di certo!-
Neville: -Non ci posso credere... espulso dopo un mese di scuola...-
Hermione: -N-non lo so... e lasciatemi in pace un po'! I-io non c'entro niente...-
"Hermione si stava mettendo a piangere sotto la pressione di Ron e la remissività di Neville. In quel momento notai un piccolo foro nella parete ma grande abbastanza per strisciarci dentro: non sapevo dove portava ma non avevo molta scelta."
Ron: -Bene... qualche altra mente logica con un'altra grande idea?-
Harry: -Me ne occuperò io: dopotutto vi ho trascinato io in questo casino. Passerò da quel buco e proverò ad entrare in biblioteca per cercare il libro dell'incantesimo Alohomora. Nel frattempo voi cercate di non scannarvi.-
"Non avevo tempo e voglia di mettere tutti d'accordo e così cercai di fare le cose a modo mio, come sempre. Al di là della fessura nel muro si trovava un passaggio segreto che portava al Secondo Piano e quindi anche alla Biblioteca. A quell'ora era tutto ovviamente ben chiuso e sigillato ma non fu un problema, così come non lo fu trovare il libro, tra i più comuni incantesimi, e seguire le indicazioni muovendo la bacchetta per imparare a lanciare l'Alohomora. Il vero ostacolo fu dato dalla Sfida a cui i Libri Stregati della biblioteca mi vollero sottoporre per testare la magia. Non so come ma avevano capito che non mi era mai piaciuto leggere: non sarei potuto uscire da lì senza aver superato quella prova assurda."
 
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"La biblioteca a quell'ora della notte aveva qualcosa di inquietante. Oltre ai libri mi liberai anche di Gnomi, dei Folletti della Cornovaglia e delle Armature Viventi, segno che neanche Pix stava dormendo quella notte. Per fortuna riuscii a richiamare Edvige per farmi allungare una scala ed uscire da quell'inferno. Con l'Alohomora potevo ora aprire scrigni, porte e passaggi segreti: Hogwarts mi sembrò di colpo un po' più piccola."
"Fu sulla strada di ritorno al Terzo Piano che vidi una figura incappucciata con una lunga tunica nera dove prima non c'era nessuno. Non avevo idea di chi o di cosa potesse essere ma sapevo per certo che avrei preferito trovarmi faccia a faccia con Gazza. La cicatrice iniziò a farmi male come la prima volta in cui vidi Piton. E se si fosse trattato di... Lui? Non ebbi molto tempo per starmi a interrogare o a soffrire per il bruciore perché proprio Pix aveva deciso di farsi rivedere, nello stesso momento in cui la figura misteriosa scomparve."
Pix: -Che succede, piccolo Potter? Ti sei perso?-
Harry: -Perdonami ma stanotte temo proprio di non essere in vena.-
Pix: -Ma come? Stanotte niente giochi con Potty-Potter? Per Pix è sempre un piacere insultare e torturare i pivellini come lui!-
"La sua voce irritante e disturbante al tempo stesso sarebbe bastata da sola a mandarmi in manicomio."
Pix: -Ti spedirò all'inferno, Potter, ma prima voglio vederti impazzire! Uah-uah-uah!-
"Pix aveva chiuso la grata per il passaggio segreto che portava fuori dalla Biblioteca dunque stavolta fui costretto ad affrontarlo."
 
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"Mentre schivavo i libri che Pix mi lanciava addosso, cercai di aprire le porte contenenti i pulsanti a pressione su cui posizionare i pesi per sollevare la grata. Sembrava piuttosto complicato ma ci riuscii prima che lo spettro mi mettesse al tappeto."
Pix: -Dannato Potter! Ti mangerò il cuore e ti triterò le ossicine! Prenderò i tuoi resti al tuo funerale e li farò ballare con quelli dei tuoi stupidi genitori!-
"Quando mi fui lasciato alle spalle quel pazzo psicopatico e le sue macabre provocazioni, potei tornare dagli altri ed aprire la porta con il nuovo incantesimo."
Neville: -Oh, grazie, Harry! Io ho sempre creduto in te!-
Harry: -Come io ora credo a te, Neville. Avanti, andiamo, prima che arrivi Gazza.-
"Proprio in quel momento Mrs Purr, la gatta di Gazza, ci avvistò in fondo al corridoio e cominciò a miagolare per richiamare il suo padrone. Dopo tutto quanto avevo fatto per uscire da quella gabbia non potevamo farci beccare proprio ora. Corremmo per vari metri lungo quel passaggio pieno di ragnatele e di polvere fino a trovare una porta: senza riflettere ci infilammo dentro, credendo di essere al sicuro."
Neville: -L-l'abbiamo scampata?-
Hermione: -Credo di sì... m-ma cos'è questo fiato che sento sul collo?-
Ron: -Io non c'entro stavolta! Ehi, ma che schifo, ho addosso della bava...-
"Senza rendercene conto avevamo preso la porta per il Corridoio Proibito. Il fiato e la bava appartenevano ad un enorme cane a tre teste legato e stipato per qualche motivo in quella stanza. Gridando uscimmo dalla porta, correndo di nuovo a perdifiato verso le scale mobili per tornare al più presto alla sala di ritrovo. Gazza arrivò troppo tardi per capire chi fossimo e non poté udire altro oltre alle nostre urla e al ringhio di quel cane mostruoso. Alla sala comune di Grifondoro, potemmo riprendere fiato e discutere con calma molto relativa di ciò che avevamo appena visto."
Neville: -Non voglio più avere a che fare con voi tre! Siete pericolosi!-
Hermione: -Avete visto sotto alla zampa? C'era una botola!-
Ron: -No, non ci ho fatto caso. Sai, ero più preoccupato per via delle teste!-
Harry: -Significa che stava facendo la guardia a qualcosa...-
"C'era un motivo se il corridoio del Terzo Piano era proibito e non era certo per via di quel mostro. Ero infatti sicuro che ce ne fossero di ben peggiori e di ben più discreti fuori e dentro Hogwarts. Il sospetto secondo cui ciò che era stato prelevato da Hagrid alla Gringott potesse essere stato portato nel Corridoio Proibito per proteggerlo meglio, si faceva sempre più ragionevole. Avevo detto che mi sarei rifiutato di vestire i panni del detective: per questo la curiosità era sempre stata una dote che avrei preferito non possedere, troppo pericolosa. A questo punto però tutto si stava facendo fin troppo invitante, come un puzzle già completato a metà, di cui si può quasi immaginare la figura intera. Sarebbe bastato chiedere ad Hagrid per i pezzi mancanti."
 
Capitolo 5: In vacanza col Troll
 
Harry Potter: "Hogwarts. Ottobre 1991. Caro diario, arrivò anche Halloween e con lui tutte le zucche intagliate, le lapidi e l'iconografia dell'orrore che gli era associata. Non che ne sentissi il bisogno, c'erano già abbastanza scheletri nella mia mente. Scesi nella sala comune di Grifondoro, quella notte tutta addobbata per l'occasione, dove incontrai Ron."
Ron: -Sbrigati, Harry, o ci perderemo la festa alla Sala Grande!-
Harry: -Dov'è finita Hermione?-
Ron: -Mi hanno detto che è chiusa nel bagno delle ragazze a piangere da stamattina...-
Harry: -Forse stavolta hai un po' esagerato, non credi, Ron?-
Ron: -Può darsi, ma se continua a fare la maestrina non riuscirà mai a farsi degli amici.-
Harry: -Magari è già alla festa... io devo chiedere una cosa ad Hagrid.-
Ron: -Riguarda la storia che mi hai raccontato della Gringott?-
Harry: -Sì, credo sia collegata a quello che abbiamo visto quella notte al Terzo Piano.-
"La candele sospese in aria nella Sala Grande erano state inserite per l'occasione all'interno di enormi zucche di Halloween. Da fuori i lampi imprimevano i loro flash nella vetrata assieme a minacciosi borbottii. Una volta seduto al tavolo, non ebbi tempo per parlare con Hagrid poiché Raptor interruppe il banchetto, spalancando il portone d'ingresso e gridando terrorizzato con tutta la sua voce."
Raptor: -C-c'è un Troll nei Sotterranei!-
"L'insegnante svenne e cadde a terra dopo aver dato l'avvertimento il ché generò il panico in tutta la sala. Silente ordinò agli studenti di tornare nei rispettivi dormitori. Non appena appresa la notizia, notai che Piton uscì da una porta di servizio, guardandosi intorno. Non so a cosa stesse pensando, ma c'era una priorità: Hermione era in pericolo dato che non sapeva del Troll che girava per Hogwarts. Così, mentre tutti tornavano nella propria sala comune, io e Ron ci staccammo per andare a cercarla."
"Considerando le dimensioni del Troll, non ci volle molto a trovarlo. Soltanto dopo averlo visto ci rendemmo conto che non avremmo mai potuto avere la meglio contro un avversario di quella stazza. L'ombra del mostro si gettava sulle pareti del sotterraneo mentre i fulmini di quella notte tempestosa illuminavano la stanza. Ormai era tardi per pentirsi: il mostro si accorse di me e Ron e, a quel punto, non ci rimase altro che la fuga."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Si trattò di una fuga disperata e rocambolesca per i corridoi della scuola. In qualche modo il gigante riuscì a spingere in trappola me e Ron, esattamente nel bagno delle ragazze dei Sotterranei dove Hermione stava piangendo. Quando parli di congiunzioni astrali..."
Ron: -Mi spiace per quel che ho detto, Hermione! Parlo sempre nel momento sbagliato, ma prometto che non lo farò più!-
Hermione: -Lo stai facendo ora! Prima dobbiamo pensare a salvarci la vita!-
Harry: -Ron, cerca di attirare la sua attenzione mentre io devio i suoi colpi! Devo avere il tempo necessario per incantare la sua clava e fargliela cadere in testa!-
 
* * * * * * * * * * *
 
"Hermione era troppo ferita e spaventata per combattere e per quanto riguarda Ron, ad essere sincero, dopo aver visto quel che faceva a lezione, non mi fidavo molto delle sue doti magiche. Dovetti evitare le mazzate del Troll, respingere con il Flipendo gli oggetti che mi lanciava contro come pietre, tubi, cessi, lavandini e sperare che Ron riuscisse ad attirare la sua attenzione abbastanza da permettermi di sollevare la clava del colosso con il Wingardium Leviosa e sbattergliela in testa. Se ci salvammo la pelle, ammetto che fu solo perché il Troll si rivelò essere tanto stupido quanto forte."
"Finito lo scontro, arrivarono la McGranitt, Raptor e Piton, quest'ultimo con un'evidente ferita sulla gamba e l'andatura zoppicante."
McGranitt: -Non sono molti gli studenti del primo anno ad aver combattuto con un Troll di Montagna ed essere ancora in giro per raccontarlo. Assegnerò 15 punti a Grifondoro per la vostra fortuna sfacciata e 10 punti in meno per la vostra mancanza di giudizio.-
"La professoressa parlava di punti della Case, ma gli unici punti che per me ora contavano erano quelli che Madama Chips mi avrebbe messo in infermeria. Ero talmente stanco che persi lentamente coscienza, mi accasciai al suolo mentre sentivo le parole di Ron, Hermione e degli insegnanti arrivare sempre più distanti fino a diventare un'eco senza significato in un'immagine sfocata come in una vecchia cartolina sbiadita."
 
Parte II: Lo Specchio delle Emarb
 
Harry Potter: "Inferno. Novembre 1991. Caro diario, cadere nel vuoto fu come nascere una seconda volta. Vampe verdi nell'oscurità divorarono il mio corpo come in un macabro sacrificio al Signore Oscuro. Mi ritrovai a vagare nella mia mente, il peggior luogo al mondo che conoscessi. Dopo la confusione inziale, i contorni iniziarono a farsi più definiti: il sottoscala al numero 4 di Privet Drive, Diagon Alley, la corsa per il treno... E poi qualcosa che credevo di aver rimosso: le urla di mia madre."
"Seguendo quelle grida terribili, forse avrei trovato l'assassino. Per quanto angosciante, era l'unico indizio che avevo. Da Londra arrivai alla sala comune di Grifondoro che si trasformò velocemente in un labirinto. Provai a prendere l'uscita per il Corridoio Proibito ma la porta venne sprangata da alcune assi di legno apparse dal nulla. Nel dormitorio si trovava la Biblioteca e con essa Pix con la sua orribile faccia da clown che spuntava da un armadio. La voce del fantasma arrivava colma di eco rimbombando fra le pareti."
Pix: -Io sono Pix, Potter, ti consiglio di non scherzare con me.-
"Pix iniziò a lanciarmi dei libri con in copertina le foto dei miei genitori che urlavano. Le risate maniacali del poltergeist non mi davano pace."
Pix: -Povero, Potter, tutto solo nel sotterraneo! Se solo avesse ancora con sé mamma e papà... Uah-uah-uah!-
"Mentre tutto si dissolveva potei sentire altre voci confondersi con quella di Pix."
Cappello: -Non a Serpeverde? Ma perché? Dentro di te ci sono intelligenza e coraggio: lì potresti crescere e divenire qualcuno di indipendente, forte e importante... Ne hai tutte le capacità ed il diritto.-
Malfoy: -Io sono Draco Malfoy e ti consiglio di portarmi rispetto.-
Hermione: -Questa è una follia, Harry, e lo sai!-
Pix: -Che succede, piccolo Potter? Ti sei perso?-
Ron: -Forse dovremmo chiederlo a Piton. Anche la scenetta con Pix faceva parte del teatrino?-
Piton: -A quanto pare la fama non è tutto, non è vero, Potter?-
Harry: -Piton mi odia! Voi mi odiate! Tutti qua dentro mi odiano!-
Pix: -Ma come? Stanotte niente giochi con Potty-Potter?-
"Le voci salirono una sopra l'altra fino a divenire indistinguibili. A quel punto mi misi a camminare sui tavoli della Sala Grande mentre le candele fluttuanti brillavano attorno, il tutto circondato da un'oscurità che sembrava senza fine. Saltando da un tavolo all'altro potevo di nuovo sentire la voce di mia madre chiedere aiuto, piangere e implorare pietà... Ma non avevo più con me la bacchetta ed i miei abiti erano quelli da babbano. Intanto la figura incappucciata con la sua lunga tunica nera mi scrutava."
Hagrid: -Mi rendo conto che tutto questo sia difficile da sopportare per un bambino ma devi farti coraggio!-
Dudley: -Chi vuoi che gli scriva una lettera? Nessuno lo conosce!-
Petunia: -Mia sorella Lily era una spostata e, dopo aver sposato quell'altro spostato di James...-
Vernon: -Noi abbiamo scelto di allevarti nonostante tu fossi più un peso che altro per noi! Come puoi essere così ingrato?-
Hagrid: -Soffri della sindrome del sopravvissuto, Harry, te lo dico io.-
"In un marasma cacofonico di grida e di lamenti, giunsi alla camera blindata della Gringott, tutta circondata dalla luce soffusa delle candele, con al centro il corpo di mia madre come in un rituale demoniaco a cui fui costretto ad assistere. Più la guardavo, la scrollavo e cercavo di svegliarla, più i miei movimenti si facevano lenti e faticosi. Mentre le cupe fiamme verdi mi marchiavano con una saetta sulla fronte, sentii per l'ultima volta il peso e l'inutilità di ogni mio gesto, poi più nulla."
 
Capitolo 1: C'è un mondo là fuori
 
Harry Potter: "Hogwarts. Novembre 1991. Caro diario, le candele si spensero e l'oscurità più totale divenne luce. Madama Chips mi osservava con aria più inquisitoria che apprensiva steso sul lettino dell'infermeria. Non appena detti segni di conoscenza, tornò subito al suo lavoro."
Chips: -Oh, finalmente, Potter, hai dormito per più di mezza giornata.-
Harry: -Che succede?-
Chips: -Niente di grave, eri solo molto stanco. Appena in tempo per la lezione di Erbologia!-
"Mi rimisi gli occhiali e notai che, a parte un certo capogiro e tutta l'angoscia rimasta dopo quell'orribile incubo, sembrava tutto a posto."
Chips: -Beh, perché mi guardi così? Avanti, c'è un mondo là fuori!-
"Quando fissai la luce del sole che arrivava dalle finestre per poco non rimasi accecato. Era una di quelle giornate autunnali molto soleggiate, dove luce e calore sembravano poter convivere con gli alberi spogli e la brina sull'erba mattutina."
Harry: -Ma che ore sono?-
Chips: -E' ora che ti alzi e vai a lezione, Potter: sappi che non giustificherò la tua assenza alla professoressa Sprite, perciò pedala! Stai fin troppo bene, credimi.-
"I modi bruschi e vissuti, da massaia d'altri tempi, della Chips mi dettero giusto quella spinta che serviva a saltare giù da un dirupo. Non potevo però negare che in infermeria ci fossero persone che stavano fisicamente molto peggio di me. Come al solito, il mio era un dolore invisibile, persino nel mondo dei maghi."
"Appena fuori dal castello dovetti stropicciarmi gli occhi a più riprese: sembrava che non mi riuscisse più di abituarmi alla luce dopo tanta oscurità."
Hagrid: -Ehi, Harry, ti sei ripreso! Te la sei vista brutta con quel Troll, eh?-
"Nei giardini di Hogwarts incrociai Hagrid e mi tornò subito alla mente il mostro del Corridoio Proibito."
Harry: -Sono altri i mostri che mi spaventano, Hagrid. Per esempio, sai nulla del cane a tre teste nel corridoio del Terzo Piano?-
"Tutta la gioia e la serenità dipinte sul viso barbuto di Hagrid sparirono improvvisamente."
Hagrid: -Harry, io non so cosa tu abbia combinato, ma non costringermi a parlare con Silente. Lo sai che lo faccio per te: ho paura che tu ti cacci in un brutto guaio.-
Harry: -La cosa che hai prelevato alla Gringott quel giorno... Ora si trova laggiù, vero?-
Hagrid: -Penso sia ora che tu vada a lezione... N-non vorrai far tardi, spero?-
Harry: -E se Piton volesse rubare quella cosa?! L'ho visto la notte di Halloween e aveva una gamba ferita. Se quel Troll fosse stato solo un modo per depistare i...-
Hagrid: -Piton!? E che interesse avrebbe? Questa è una faccenda tra Silente e Nicholas...-
"Hagrid è troppo ingenuo per poter mantenere un segreto. La persona meno maliziosa di questo mondo. Basta farlo parlare e aspettare che si tradisca."
Hagrid: -E va bene, è una faccenda tra Silente e Nicholas Flamel ed entrambi hanno voluto che mettessi Fuffi a fare la guardia al Corridoio Proibito, ma non chiedermi altro!-
Harry: -Fuffi immagino sia quel simpatico cagnolone... Mentre Nicholas Flamel?-
Hagrid: -Harry, promettimi che tu e gli altri starete alla larga dai guai. In cambio vi offro un té alla mia capanna il prossimo fine settimana! Però non parliamo più di questa storia.-
"Annuii cercando di sembrare convincente e salutai Hagrid, poi mi misi a correre per raggiungere la Serra dove si sarebbe tenuta la lezione di Erbologia. Ora sapevo che Fuffi faceva davvero la guardia a qualcosa, qualcosa di molto importante che aveva a che fare con un certo Nicholas Flamel. Ed ero anche abbastanza sicuro che Piton avesse liberato il Troll la notte di Halloween per poter distrarre tutti mentre provava a oltrepassare il Corridoio Proibito, ma Fuffi doveva avergli dato del filo da torcere e quindi ecco spiegato perché zoppicava. Ne avrei parlato con Ron ed Hermione: magari uno di loro sapeva chi fosse Flamel e in quel modo avremmo forse potuto capire su cosa Piton volesse davvero mettere le mani."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Alla Serra di Erbologia faceva caldo, nonostante fossimo in pieno autunno. La professoressa Sprite non si era fermata al pollice ma aveva deciso di vestirsi completamente di verde, il ché, considerando la capigliatura, me la fece dapprima confondere con un cespuglio. Il folletto dei boschi tuttavia aveva un modo strano di insegnare il rispetto per l'ambiente."
Sprite: -Buongiorno a tutti e benvenuti al corso di Erbologia, io sono la professoressa Sprite! Oggi vi insegnerò a lanciare l'incantesimo Incendio per liberarvi di rovi e piante magiche che potrebbero ostacolare la vostra passeggiata all'aria aperta!-
"All'interno della classe vidi Hermione e Ron ma la prima era troppo occupata a prendere appunti ed il secondo a copiarglieli perché si accorgessero di me."
Sprite: -Prima di tutto dovrete muovere la bacchetta seguendo la sagoma dell'incantesimo e, quando imparerete la magia Incendio, potrete affrontare la Sfida per metterlo in pratica!-
"Tutto regolare, se non fosse che la Sfida Incendio nascondeva creature che non avevo mai incontrato: Piante Porcospino, Tentacoli Velenosi, Bulbi Balzellanti e Bulbi Giganti. Per tutti questi bastava tuttavia l'incantesimo Incendio ad esclusione dei Bulbi: quelli piccoli e balzellanti andavano prima eliminati col Flipendo e solo dopo quello gigante poteva essere distrutto con l'Incendio. Non c'è dubbio che la Sprite volesse farmi sudare quelle dannate stelle della sfida e non certo per via del caldo."
 
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"Fuori dalla Serra, c'era un certo baccano. Un gruppo di studenti era radunato attorno a Neville e Malfoy, i quali pare stessero litigando, o meglio, Malfoy stava di nuovo facendo il bullo con Neville. Non appena mi vide arrivare, quest'ultimo cercò di tirarmi la giacchetta per fare in modo che lo difendessi o qualcosa del genere."
Neville: -Aiutami, Harry! Malfoy si è preso la mia Ricordella!-
Malfoy: -Povero Neville! Senza di questa non può nemmeno ricordarsi di quanto è patetico.-
"La Ricordella era una sfera di vetro magica che si riempiva di un denso fumo rossastro ogni qualvolta il proprietario dimenticava qualcosa: per uno sbadato cronico come Neville si trattava senza dubbio di una questione di vita o di morte."
Harry: -Avanti, Malfoy, abbiamo già riso abbastanza: adesso ridagliela.-
Malfoy: -Stavo giusto aspettando sua maestà, San Potter, il patrono degli sfigati! Non sei già stato abbastanza fortunato a non essere espulso quella notte?-
Harry: -Esattamente. E ho intenzione di fartela pagare anche per quello.-
"Tiger e Goyle consegnarono a Malfoy la sua scopa mentre l'idiota ridacchiava guardandomi con aria di sfida e facendo saltare la Ricordella da una mano all'altra."
Malfoy: -Ma che paura... Credo che userò questa scopa per mettere la Ricordella in un posto dove Neville potrà riprendersela. Qualcosa tipo la cima di un albero. Ah-ah!-
Hermione: -Harry, non fare idiozie! Se ti beccano a volare fuori dalla lezione di Volo, è la volta buona che ti espellono sul serio!-
Malfoy: -Sentito la Granger? Meglio che tu te ne stia lì a terra dove ci sono i vermi come te, Potter. Il cielo è per le stelle...-
Ron: -Fagli il culo, Harry! Siamo tutti con te!-
"Ormai era una questione personale. Ancora una volta accettai la sfida ma stavolta non avrei messo in mezzo nessuno: era una cosa tra me e Malfoy. Recuperai il mio manico di scopa e volai per tutto il giardino di Hogwarts all'inseguimento del Serpeverde: il bastardo era veloce e mi fece fare slalom tra gli alberi e le torri del castello. Al di là del rischio di espulsione, c'era il rischio ancora più concreto di rompersi le ossa."
Harry: -Fermati, Malfoy, o ti butto giù dalla scopa!-
Malfoy: -Tu e Neville siete solo dei perdenti! Voi e tutti i Grifondoro!-
"Dopo essermi avvicinato abbastanza, riuscii ad affiancare Malfoy e a dargli una spallata che per poco non lo disarcionò. Per quanto stupido e coatto, il piccolo viziato sapeva che il gioco non valeva la candela e così lanciò la Ricordella in modo che non potessi prenderla."
Malfoy: -Sei pazzo se credi che mi giocherò la carriera da mago per fare un dispetto ad uno di voi pezzenti! Prenditi il tuo stupido gingillo, Potter, non mi serve!-
"Proprio come il bamboccio capriccioso e spaventato che era, Malfoy si era stufato di giocare. Con uno scatto di cui persino io mi stupii, recuperai la Ricordella da lui lanciata prima che si infrangesse per terra e tornai da Neville. Tutti i presenti erano rimasti sbalorditi della mia abilità in volo."
Neville: -Grazie, Harry! Sei stato fantastico!-
Harry: -Ehm, Neville, credo ti stia dicendo che hai dimenticato qualcosa.-
Neville: -Sì, lo so... I-il punto è che non ricordo cosa ho dimenticato...-
"Certe volte ammiro i ragazzi come Neville, sempre sulla nuvole, così impegnati a ignorare ogni aspetto negativo della realtà. Vorrei anch'io essere stato anestetizzato in quel modo: forse così avrei potuto vivere la vita senza mai accorgemi di quanto fosse terribile."
Neville: -Ora ricordo... Ho lasciato Oscar nella Serra di Erbologia! M-ma lì ci sono piante che mangiano i rospi!-
"Tutti gli studenti scoppiarono di nuovo a ridere mentre Neville correva disperato verso la Serra. Io invece ero pronto a godermi il mio piccolo momento di gloria: mi aspettavo un bel po' di pacche sulle spalle, invece mi trovai davanti la professoressa McGranitt. Stavolta mi avrebbero buttato fuori sul serio."
McGranitt: -Potter, vieni con me.-
"La vecchia strega mi condusse, senza proferire parola, allo stadio di Quidditch: forse voleva farmi togliere a mano le erbacce per punizione da un prato lungo 160 metri e largo 60. Andammo alla ricerca del capitano della squadra di Grifondoro, un certo Oliver Baston, e quando lo trovammo nel bel mezzo degli allenamenti con i suoi compagni, la McGranitt rivelò le sue vere intenzioni."
McGranitt: -Baston, ti ho trovato un nuovo Cercatore!-
 
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"E così, nel giro di mezza giornata, mi ero trovato ad essere il nuovo Cercatore della squadra di Quidditch di Gridonforo."
Baston: -Benvenuto a bordo, Potter. Ora che la McGranitt se n'è andata possiamo capire se ci sai fare davvero.-
"Baston era una di quelle persone in gamba, svelte e sempre pronte a reagire, ma c'era del nervosismo in tutto quel dispiego di pragmaticità. Il Capitano era diretto e schietto e per questo voleva farsi apprezzare dai compagni. Ma il fatto che Grifondoro non vincesse la coppa del Quidditch da vari anni metteva a dura prova la sua credibilità."
Baston: -Quello del Cercatore è il ruolo più importante perché chi prende il Boccino d'Oro durante una partita, come avrai sentito dire, quasi sempre fa vincere la squadra.-
Harry: -E siete così disperati da mettervi nelle mani di un ragazzino di 11 anni?-
Baston: -Mi piace il tuo spirito ma no, non siamo così disperati. Nel caso tu riesca a prendere solo fischi, ci sono comunque i Cacciatori che hanno il compito di segnare con la Pluffa all'interno di uno di quei cerchi: un goal vale 10 punti.-
Fred: -Ma prendere il Boccino ne vale 150... Capito perché sei importante?-
Harry: -Voi due invece che fate?-
George: -Noi siamo i Battitori ed il nostro scopo è assicurarci che tu non ti faccia troppo male, spingendo via i Bolidi con questa mazza.-
Baston: -I Bolidi ti daranno parecchie grane, Potter, evitali a tutti i costi. Nel frattempo io che sono il Portiere cercherò di difendere i nostri anelli dagli avversari. Domande?-
Harry: -Meglio se proviamo sul campo.-
"Baston mi mise alla prova per verificare se il talento che la McGranitt aveva visto mentre inseguivo Malfoy non fosse un acciacco dell'età. Non fu molto diversa da una lezione di Volo, con la sola differenza che gli anelli che avrei dovuto attraversare stavolta erano generati dal Boccino d'Oro e che ovviamente avrei dovuto acchiappare quella pallina volante alla fine dell'inseguimento. Le ali del Boccino sbattevano talmente velocemente da risultare invisibili e lo stesso si muoveva ad una velocità incredibile, ma dopo diversi tentativi riuscii comunque a prenderlo."
Baston: -Non male, Potter, non male davvero, considerando che è il tuo primo allenamento di Quidditch.-
Harry: -Allora la McGranitt non ha la cataratta...-
Baston: -Lo spero per te, perché sei ufficialmente convocato alla partita di campionato contro Tassorosso tra un mese esatto.-
 
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"Mi ero appena guadagnato un posto in prima fila per il Quidditch e potevo già sentire Malfoy dagli spalti bruciare di invidia. Le giornate si stavano accorciando e, finito l'allenamento, avrebbe presto fatto buio. Avevo in mente di recuperare gli ultimi due ingredienti di Pozioni nella Serra e nel parco, seguendo la soffiata di Justin. Mancavano pochi giorni alla scadenza data da Piton e avevo detto a Ron e a Hermione che avrei preso del Dittamo e dell'Asfodelo anche per loro. Nel giardino trovai anche dei Funghi Saltellanti, ovvero funghi che, una volta sradicati con il Wingardium Leviosa, erano in grado di camminare. Dopo averli sollevati, dalle loro radici spuntavano oggetti da loro rubati, solitamente Gelatine, che potevano essere loro sottratti prima che fossero in grado di riprenderseli e riportarli nella loro tana. Per quanto tutto ciò possa sembrare grottesco, questo fu esattamente ciò che accadde."
"L'Asfodelo era un fiore che cresceva a frotte nel giardino dietro alla capanna di Hagrid, bastava solo conoscere l'Alohomora per aprire il portone e usare con astuzia il Paffutolo, una creatura ingorda di cespugli di bacche, per superare i tronchi più alti. Per il Dittamo, un fungo di coltura, la questione era leggermente più spinosa: entrai di nuovo nella Serra e usai l'Incendio per eliminare le Piante Porcospino ed i Tentacoli Velenosi e il Flipendo per i Bulbi Balzellanti per poi giungere nella stanza dove la Sprite ne curava alcuni."
"Quando tornai al castello, faceva già buio. Presi qualcosa da mangiare al volo senza fermarmi a cenare alla Sala Grande: non avevo le forze per altre interazioni sociali poco edificanti. Andai direttamente al dormitorio e mi stesi sul letto aspettando che il sonno mi cogliesse e sperando di non avere altri incubi."
 
Capitolo 2: Norberto
 
Harry Potter: "Hogwarts. Novembre 1991. Caro diario, per tutta la durata della colazione Ron ed Hermione mi fecero i complimenti per essere entrato nella squadra di Quidditch. Dissero che ero il più giovane Cercatore da parecchio tempo, dato che di solito è solo dal secondo anno che si permette agli studenti di giocare a Quidditch, e che probabilmente il talento era una cosa di famiglia."
Ron: -Harry, perché non ci hai mai detto che anche tuo padre era un Cercatore?-
Harry: -N-non lo sapevo...-
"Ron e Hermione mi avevano condotto davanti ai trofei nel salone d'ingresso a Hogwarts e, tra questi, ce n'era uno dedicato a James Potter, mio padre. Guardai il mio riflesso nella vetrata che copriva i trofei. Immagino che non avendo potuto insegnarmi a battere e a ricevere la pallina da baseball come ogni buon padre, il talento era tutto ciò che avevo potuto ereditare di lui. Come al solito, ogni cosa buona che mi accadeva nella vita, sembrava essere solo uno specchietto di rimando del fatto che avrei potuto nascere meno bravo ma più felice, meno capace ma più umile, meno intelligente ma più simpatico, meno Potter ma più... Harry."
Hermione: -Eddai, Harry, cos'altro deve succedere perché tu sia felice?-
"Come una sarcastica risposta alla domanda di Hermione, Piton fece la sua comparsa alle nostre spalle, ancora azzoppato dalla notte di Halloween."
Piton: -Se Potter ha finito di compiacersi, volevo rendere noto che non sarà possibile svolgere la lezione di Pozioni di oggi finché il Cervello di Bradipo che è sparito dalla classe non verrà ritrovato.-
"Non era facile capire quando Piton fosse serio o meno dato che parlava come se avesse usato lo stesso tono di voce da una trentina d'anni a questa parte. Hermione mi rassicurò sul fatto che il Cervello di Bradipo si usasse nelle pozioni e che non fosse un qualche tipo di umorismo molto nero che non riusciva a farmi ridere."
Piton: -Dopo aver steso un Troll di Montagna che cosa sarà mai trovare un Cervello di Bradipo, non è vero, Potter?-
"Come se la faccenda non fosse già abbastanza ridicola, scoprimmo che era stato Neville a rubarlo perché, spaventato a morte da Piton, non voleva più seguire un'altra sua lezione. Farsi dire dove l'aveva nascosto naturalmente fu tutt'altro che difficile..."
Neville: -L-l'ho buttato nel giardino di Hagrid... S-scusami tanto, Harry, ma Piton mi fa venire i brividi...-
Ron: -Già, e sai cosa fa venire ancora di più i brividi?! Se lo viene a sapere!-
Hermione: -Ma ciò non accadrà perché lo andrete a riprendere, vero?-
"Scambiai un'occhiata con Ron: entrambi sapevamo già la risposta. Mentre Hermione e Neville andavano nei Sotterranei verso l'aula di Pozioni, noi due uscimmo dal castello per andare verso il giardino dietro la capanna di Hagrid. Non ci volle molto prima di trovare il Cervello di Bradipo, anche perché uno come Neville difficilmente avrebbe potuto spingersi molto più in là nella foresta. Gli unici ostacoli erano dati dai Bulbi Giganti e dai Bulbi Balzellanti mentre il Paffutolo fu per lo più un simpatico diversivo. Sradicando i Funghi Saltellanti nel giardino invece ricavammo parecchie Gelatine."
 
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"Al ritorno dal giardino, ci aspettava tuttavia una brutta sorpresa. Bastò che Piton facesse un po' di pressione su Neville infatti per farlo confessare e, non appena io e Ron arrivammo in classe con il Cervello di Bradipo, Piton aveva già affilato la lingua."
Piton: -Bene, Potter... mi stavo giusto domandando se il tuo fosse da intendere come il gesto di un eroe o il pentimento di un ladro, ma Paciock mi ha tolto ogni dubbio proprio un attimo fa.-
Neville: -S-scusate, ragazzi, non ho retto la pressione!-
Piton: -Anche per rubare ci vuole talento, suppongo... 15 punti in meno a Grifondoro.-
Ron: -Ma le abbiamo riportato il Cervello di Bradipo come aveva chiesto!-
Piton: -Per questo 5 punti in più a Grifondoro. Dove lo avevi nascosto, Weasley, nella tua testa?-
"Quando vidi Malfoy e i suoi tirapiedi sghignazzare fui colto da un senso di deja vu. Era lecito aspettarsi che un professore si spingesse a tanto pur di veder vincere la propria Casa? Parlando con Ron ed Hermione di ciò che era accaduto a Halloween, tutti e tre eravamo giunti alla conclusione che Piton cercasse qualcosa di ben più importante di una misera Coppa delle Case."
Piton: -Se non altro, avete recuperato tutti gli ingredienti per la Pozione Rigeneratrice... Ora vi insegnerò come prepararla. Sicuramente i più curiosi fra voi nonché i più imbranati potrebbero averne bisogno se non intendono passare l'anno in infermeria.-
Hermione: -Harry, ieri ho cercato dei libri su Nicholas Flamel in biblioteca ma non li ho trovati. Sicuro che ti abbia dato il nome giusto?-
Harry: -Non lo so, ma oggi dobbiamo assolutamente farci dire da Hagrid cosa si trova nel Corridoio Proibito. Quello del Troll è stato sicuramente un diversivo messo in atto da Piton per cercare di entrare indisturbato là dentro e...-
Piton: -Cosa stai confabulando, Potter? Meglio se stai zitto mentre mescoli il calderone. Saremmo tutti molto dispiaciuti se ci dovessi finire dentro e sparissi per sempre.-
"Al termine della lezione, Piton ci diede un nuovo compito ma stavolta, essendo più arduo, avremmo avuto tempo fino alla fine dell'anno scolastico. Si trattava di raccogliere gli ingredienti per l'Antidoto Contro i Veleni Comuni ossia la Mola, il Muco di Vermicoli e le Gocce di Rugiada Lunare. Nel frattempo avevo appreso come preparare una Pozione Rigeneratrice, il ché mi sarebbe stato sicuramente utile considerando ciò che mi aspettava."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Nel pomeriggio, io, Ron e Hermione avevamo appuntamento alla capanna di Hagrid per un té caldo e una chiacchierata ma, pur apprezzando la sua ospitalità e la sua compagnia, puntavamo a scoprire qualcosa di più sul Corridoio Proibito."
Hagrid: -Avanti, ragazzi, entrate pure che comincia a far freddo. Non fate caso a Thor, lui è troppo pigro per farvi le feste: in effetti è il cane più pigro che abbia mai visto.-
"Thor, il cane di Hagrid, era un cane nero lungo più di un metro ma per quanto grosso non era certo paragonabile alla vivace bestiola di nome Fuffi. Il suo muso ed i suoi occhi trasmettevano fiacchezza e serenità al solo guardarli. Il suo guaito incuteva pietà."
Hagrid: -Per la barba di Merlino, Harry, sei uno scheletro con gli occhiali! Mi sembrava di averti detto che il benessere parte da quel che mangi.-
Harry: -A proposito di cani, Hagrid...-
Hagrid: -Aspetta, so già dove vuoi arrivare e ti ho già detto che non ne voglio parlare. E non perché nasconda qualcosa ma per difendere voi tre: mi sembrate un po' troppo curiosi!-
Hermione: -Avanti, Hagrid, sapevi che ti avremmo fatto delle domande al riguardo!-
Hagrid: -Beh, è un vero peccato perché volevo mostrarvi una cosa...-
"Il gigante si avvicinò al grande camino della sua capanna e mostrò un enorme uovo che stava sopra alla legna mentre bruciava. Il tentativo di Hagrid di avere la nostra attenzione e depistarci funzionò a meraviglia."
Ron: -Quello è un uovo di drago! Hagrid, non puoi tenerne uno qui!-
Hagrid: -Ma lo terrò solo finché non si sarà schiuso! Me lo ha dato un irlandese al pub, proprio come Fuffi, per rispondere alle vostre domande da ficcanaso...-
"Il debole di Hagrid per le creature pericolose era tenero e inquietante al tempo stesso. Nessuno di noi sembrava voler insistere sulle regole di fronte all'ingenuità dei suoi intenti ma spesso l'ingenuità può essere molto pericolosa ed io ne sapevo qualcosa. Di fronte al nostro imbarazzo, fu lui a farsi avanti per primo."
Hagrid: -Per schiudersi questo piccolino ha bisogno dei Semi di Fuoco: lì si può trovare su alcuni rovi incendiati nel bosco qui accanto.-
Harry: -E' un modo carino per chiederci di andare a prenderli, vero?-
Hagrid: -Grazie, Harry, te ne sarei infinitamente grato! Ci andrei io ma poi chi starebbe qui a badare al cucciolo?-
Ron: -Ci starei volentieri io, sapendo cosa potrebbe esserci nel bosco.-
Hagrid: -Era una domanda retorica. Voi vorrete aiutare il vostro compagno, spero!-
Hermione: -Hagrid, quello che fai va contro le regole e potrebbe essere pericoloso...-
Hagrid: -Su, non fatela tanto lunga, volete o no aiutare un amico!? Prometto che non appena sarà nato lo affiderò a qualcuno fuori da scuola!-
"Il bosco intorno al giardino di Hagrid non poteva essere un luogo così pericoloso, almeno non quanto il Corridoio Proibito. Inoltre dopo quel favore avremmo potuto fargli pressione per le informazioni che ci servivano: ero più che certo che Hagrid non se la cavasse bene di fronte all'insistenza di qualcuno a cui si deve un piacere."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Giunti nella foresta, io, Ron e Hermione ci dividemmo per coprire più spazio ma forse non fu la migliore delle idee. La zona boschiva e quella delle grotte sul lago in cui i Semi di Fuoco spuntavano da secchi arbusti pullulava di Lumache Carnivore, Granchi di Fuoco, Piante Porcospino, Tentacoli Velenosi e Bulbi Giganti. L'ingordigia dei Paffutoli mi tornò utile per aprirmi un varco fra i cespugli dove la vegetazione era più folta e raggiungere così la caverna con i suoi simpatici fiumi di lava, dove i Semi di Fuoco crescevano."
"Mentre passavo vicino ai cancelli di Hogwarts, avvertii una presenza sinistra, ma non poteva trattarsi di Pix: il fantasma non era solito aggirarsi di giorno fuori dal castello. Lo vidi: era la figura nera incappucciata che avevo trovato in biblioteca la notte in cui Malfoy mi tese la trappola. Ignorai il dolore sulla fronte e cercai di non mostrarmi spaventato, ma fu allora che la figura con un qualche sortilegio diede vita alla statua di uno dei cinghiali simbolo di Hogwarts. Fu un combattimento lungo e difficile ma riuscii a stordire la statua con il Flipendo e a riportarla sopra la colonna con il Wingardium Leviosa, per potermene andare. La figura incappucciata era di nuovo sparita come un incubo in grado di materializzarsi a piacimento nella mia debole mente. Ma se quel cinghiale di pietra mi aveva attaccato non poteva trattarsi di un'allucinazione: qualcuno voleva farmi fuori ma, che si trattasse di Piton o chi per lui, non potevo saperlo."
"Tornato vivo alla capanna di Hagrid lasciai i Semi di Fuoco nel camino appena sotto all'uovo che, raggiunto da un enorme calore, cominciò a schiudersi. Avrei voluto parlare di quel che mi era successo nella foresta ma il momento era di quelli magici: quando il grosso uovo si schiuse ne uscì una creatura con le fattezze di un piccolo drago, come Ron aveva pronosticato. Hagrid, ancora più intenerito, lo raccolse e lo abbracciò ma il draghetto per poco non gli bruciò tutta la barba."
Hagrid: -Oh-oh-oh! Guardate, ha già capito chi è la mamma!-
Ron: -E' un Dorsorugoso di Norvegia! Mio fratello Charlie me ne ha parlato: lui viaggia parecchio e si intende di draghi.-
Hagrid: -Se lo chiamassi Norberto? Che ne dite? Non vi sembra un bel nome?-
"Sentimenti a me sconosciuti mi volteggiavano attorno in quel ritrovato clima da famiglia calorosa e felice. D'improvviso mi sentii come se fossi di troppo e me ne andai verso l'uscio."
Hermione: -Dove vai, Harry!? Non ti piace Norberto?-
Harry: -Sono un po' stanco... credo che andrò a dormire. A domani.-
"Anche senza voltarmi sapevo che erano tutti rimasti a fissarmi senza sapersi spiegare perché rifiutassi, dopo la fatica di prendere quei semi, di giocare con il cucciolo appena nato e di starne a parlare con Hagrid e gli altri. Chi si è perso quel fuoco non può più riaccenderlo, questo loro non potevano saperlo ma non per questo avevo il diritto di rovinare la festa. Il loro coccolare quello stupido drago non faceva che mettermi a disagio perché era una festa di cui non mi sentivo parte, eppure dovevo fingere di stare al gioco. Mentre tornavo al dormitorio, troppo presto per dormire, troppo tardi per qualunque altra cosa, per poco non mi misi a piangere dal disprezzo che provavo per me stesso, per non aver provato gioia mentre tutti erano così presi dalla nascita di Norberto. Nascosi qualche lacrima agli occhi indiscreti degli studenti, miei compagni nella sala comune di Grifondoro, allungai il passo e mi buttai sul letto a godermi il mio meritato riposo, sperando che fosse eterno."
 
Capitolo 3: Il miglio verde
 
Harry Potter: "Hogwarts. Dicembre 1991. Caro diario, alzarsi la mattina e vedere la neve era sempre qualcosa di nuovo, anche quando niente sembrava più avere molto senso. Anzi, forse proprio per quello. C'era qualcosa di ipnotico e di fatale nel modo in cui essa si attaccava al terreno e formava lentamente quelle distese bianche che si perdevano chissà dove confondendo il cielo con la terra in una gelida foschia luminosa."
"Quando finalmente mi staccai dalla finestra, la colazione alla Sala Grande era già andata ed era giunta l'ora della lezione di Difesa Contro le Arti Oscure con il professor Raptor. Mi sistemai la cravatta, indossai un maglione invernale e mi legai le scarpe in tutta fretta. Non che impazzissi all'idea di vedere Raptor ma provavo una sorta di pena per quell'uomo fin dal primo giorno in cui lo avevo incontraro e l'ultima cosa che volevo, considerando che lo facevano già tutti, approfittandosi della sua eccessiva indulgenza, era mancargli di rispetto. Inoltre era il giorno della mia prima partita ufficiale di Quidditch e non intendevo certo passarlo a camminare su e giù per il dormitorio in preda all'ansia."
Raptor: -B-buongiorno e b-benvenuti alla lezione di D-difesa Contro le Arti Oscure. I-io sono il professor R-raptor e oggi vi insegnerò l-l'incantesimo Verdimillious.-
"Non appena misi piede in aula, Raptor non aveva ancora finito di presentarsi che già tutti gli studenti ridevano e mormoravano fra loro. Forse avevano trovato qualcuno di più patetico di Neville... Un professore, per giunta."
Raptor: -V-vi invito a muovere la b-bacchetta attorno al simbolo d-dell'incantesimo agitandola i-in questo modo. Una volta che avrete i-imparato a lanciarlo, p-potrete affrontare la S-sfida Verdimillious. F-forza, provate! -
"Il Verdimillious era un incantesimo che serviva a creare piattaforme in determinate zone per superare dirupi e burroni. Nonostante l'aria ebete del suo insegnante, la prova pratica non fu affatto semplice: dovetti di nuovo vedermela con le Lumache Carnivore ed i Granchi di Fuoco oltre al dover superare un grosso numero di spaventosi abissi, talmente bui da far pensare che non avessero davvero fondo. Le Lumache lasciavano una scia di melma incandescente al loro passaggio mentre i Granchi sparavano fiamme dal loro didietro riuscendo ad essere abbastanza pericolosi da non far risultare la cosa ridicola. Tra le altre creature in cui mi imbattei ci furono i fastidiosissimi Imp, sorta di versione più molesta e pericolosa degli Gnomi: anch'essi da stordire con il Flipendo ma, al posto di essere lanciati nella loro tana come i loro cugini più stupidi, gli Imp andavano chiusi in apposite gabbie. Scoprii inoltre un altro impiego dell'incantesimo Incendio: quello di accendere le torce per sbloccare nuovi passaggi o far apparire oggetti magici nascosti. Infine le piattaforme fluttuanti generate magicamente dal Verdimillious mi permisero di raggiungere la sponda opposta dei precipizi e di superare così la Sfida di Raptor."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Nel pomeriggio la neve aveva smesso di cadere ma non per questo il freddo e la foschia accennavano a diminuire. Ron e Hermione mi fecero i migliori auguri ma ogni 'in bocca al lupo' della mia squadra, in tali circostanze, suonava quasi perfido. Ancora una volta Baston fece di tutto per sembrare sicuro di sé ai suoi prima della partita ma i suoi sbuffi tramutati in condensa dal gelo di dicembre lasciavano quasi pensare al nervosismo di un novellino. Forse, nonostante l'esperienza, non ci si abituava mai al Quidditch. O almeno, lo speravo, essendo io il più giovane fra tutti i giocatori in campo, compresi quelli di Tassorosso contro cui ce la saremmo vista quel nebbioso pomeriggio."
Lee Jordan: -Salve a tutti, qui è il vostro commentatore Lee Jordan! Questo pomeriggio Grifondoro affronterà Tassorosso in una partita valida per il campionato di Quidditch di Hogwarts! Di sicuro ne vedremo delle belle, nebbia permettendo!-
"Non so quanto avere il commentatore di Grifondoro avesse potuto giovare: avrebbe potuto incitarmi come avrebbe potuto infuriarsi nel vedermi perdere l'occasione giusta. I tifosi sono creature irrazionali e capricciose e gli spalti intorno al campo ne erano stracolmi. Sistemai la corazza, afferrai la scopa e andai verso Baston e la squadra, pronti ad entrare. Fu allora che venni fermato dal mafioso di turno."
Justin: -Harry, sai già come finirà questa partita, vero?-
Harry: -Pensavo che Divinazione si frequentasse al terzo anno.-
Justin: -Ascolta, lo sai che mi spiace dovertelo dire, ma i miei compagni di Tassorosso non la prenderebbero bene se continuassi a procurarti gli ingredienti per le pozioni di Piton senza ricevere nulla in cambio... Comprendi?-
Harry: -Mettiamola così allora: vorrei tanto poter perdere, Justin, ma i miei compagni di Grifondoro non la prenderebbero bene, capisci?-
Justin: -Potter, vinci questa partita e ti garantisco che non avrai più nulla da me!-
Harry: -Spiegami dove sarebbe la fregatura.-
Baston: -Con chi stai parlando, Potter!? Datti una mossa: tra poco si entra!-
Justin: -E va bene, peggio per te allora! Ho provato a venirti incontro, affari tuoi.-
"Non ero mai stato uno troppo facile da corrompere: quella di afferrare il Boccino era diventata più una questione di stima personale che di ogni altra cosa e negli ultimi tempi la stima per me stesso era talmente bassa che avrei fatto qualunque cosa pur di stare un po' meglio, persino rifiutare di perdere una partita di Quidditch in cambio di un compito di Piton praticamente già fatto."
Lee Jordan: -Madama Bumb sta per rilasciare la Pluffa e... si gioca!-
"Il Cercatore di Tassorosso aveva qualche anno in più di me ma non era certo un fenomeno: me lo lasciai alle spalle senza troppe difficoltà. La vera sfida era più un fatto personale tra me e il Boccino d'Oro: prendendolo avrei fatto vincere la partita a Grifondoro interrompendo in un sol colpo le schermaglie con gli anelli di Baston e degli altri."
"Il freddo e la brina che mi arrivavano in faccia ad altissima velocità come rasoi di ghiaccio sulla pelle mi impedivano la piena concentrazione. Speravo che Fred e George si stessero occupando dei Bolidi perché se uno mi avesse preso in faccia probabilmente non me ne sarei nemmeno accorto fino all'impatto. Con la foschia si faticava a vedere a pochi metri ma la scia dorata lasciata dal Boccino restava estremamente riconoscibile."
"Proprio quando mi sembrava di essermi perso per sempre in quel campo da Quidditch e ormai senza più la sensibilità nei polpastrelli nelle dita della mano, con il braccio proteso da vari minuti verso il mio obbiettivo, chiusi il pugno sperando di poter stringere qualcosa. Il mio arto era talmente incancrenito che ci misi qualche istante a capire che avevo effettivamente catturato il Boccino d'Oro."
Lee Jordan: -Non vedo più Potter e nemmeno il Boccino... Eccolo, l'ha preso!-
"Mi misi a gridare rivolto alla Bumb dato che non sentivo il fischio di fine partita. L'ultima cosa che volevo era che quel bastardo con le ali mi sfuggisse dalla mano, di cui avevo un controllo e una presa poco sicuri, prima che qualcuno si accorgesse che lo avevo acciuffato. Per fortuna la Bumb fischiò e tutto ebbe fine."
Lee Jordan: -Potter, la nuova promessa della sua squadra, ha preso il Boccino d'Oro! Grifondoro vince la partita contro Tassorosso!-
"Fuori dal campo, congelato come in una caricatura di me stesso da cartone animato, venne quello che io chiamavo 'il momento dell'io-ho-sempre-creduto-in-te'. Trionfare oppure morire provandoci: i soli due modi per avere l'onore e il rispetto della folla."
Fred: -Sei stato grande, Harry!-
George: -Hai visto?! Neanche un Bolide ti ha sfiorato!-
Baston: -Complimenti, Potter, abbiamo fatto un affare a scommettere su di te.-
"Non che avessero molta scelta ma mi fece piacere sentire Baston un po' meno nervoso o un po' meno impegnato a fingere di non sembrarlo. A quel punto però, concentrato com'ero sempre sul lato negativo della faccenda, invece che gioire della vittoria, pensai all'affare che avevo appena mandato all'aria con Justin."
Ron: -Hai fatto bene. Tanto possiamo sempre chiedere ad Hagrid per gli ingredienti di Piton, no? Ma guarda te se uno deve arrivare a ricattarti per una partita di Quidditch!-
Harry: -Forse avrei potuto essere più diplomatico. Ci sono già Piton, Malfoy e i Serpeverde a starmi alle costole... non ho bisogno di altri nemici.-
Hermione: -E cosa avresti dovuto fare? Perdere apposta la tua prima partita!? Harry, sei sempre così duro con te stesso...-
"Quella sera non ebbi molta voglia di festeggiare, non tanto per la stanchezza ma per il fatto che vincere quella partita non era stato salvifico come lo avevo immaginato. Cosa speravo? Che afferrando una pallina alata avrei riottenuto l'amore per me stesso e forse pure quello di mio padre? Mi sentii di nuovo uno stupido. Forse avevano ragione Hagrid e tutti gli altri, forse non avrei potuto avere la pace che volevo finché non avessi accettato me stesso e quindi di essere degno di quella pace. Ma come potevo deciderlo da solo? Avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse che ne ero degno, qualcuno che non poteva essere né Hermione né Ron né Hagrid né chiunque altro. Qualcuno che nella mia mente aveva degli occhi simili ai miei, verdi e un po' spenti, qualcuno che assomigliava maledettamente a mia madre."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Mentre scrutavo le torri del castello ricoperte di neve dalla finestra del dormitorio, arrivò volando verso la vetrata Edvige con una lettera stretta nel becco: aprii e le diedi il mangime, dopodiché potei leggere. Si trattava di Justin."
Justin: -'Mi spiace per quel che è successo oggi allo stadio, Harry... Vorrei rimediare lasciandoti del Muco di Vermicoli per la pozione di Piton. Vediamoci verso mezzanotte alla torre di Astronomia.'-
"Per quanto persino un Troll avrebbe capito che si trattava di una trappola, decisi comunque di stare al suo gioco. Potrà sembrare stupido ma nel profondo ero davvero dispiaciuto per come avevo risposto a Justin, nonostante lui avesse tentato di corrompermi. La verità era che quella notte non mi sentivo per nulla a posto con me stesso e sarei stato disposto a tutto pur di credere di esserlo. Vincere a Quidditch non era bastato e, anzi, più cercavo di premiarmi senza successo, più avrei voluto punirmi. E andare a zonzo per Hogwarts in piena notte con fantasmi e prefetti in agguato era uno dei modi migliori per farlo."
"Adoperai le famigerate Pallottolle Puzzole di Fred e George per evitare i prefetti di guardia nel castello, soprattutto quelli di Serpeverde, che non aspettavano altro che una scusa per sottrarre punti a Grifondoro. Il baritono del Frate Grasso ed i lamenti della Dama Grigia risalivano lungo le mura della torre di Astronomia ma perlomeno non sembrava esserci Pix nei paraggi."
"Alla fine della scalata, dopo numerosi enigmi e passaggi segreti, raggiunsi l'aula di Astronomia. Senza il Verdimillious di Raptor non sarei mai riuscito a trovare il modo di arrivare in cima: le piattaforme magiche si stagliavano nel loro scintillio contro i burroni oscurati dalla magia nera. Naturalmente Justin non si era presentato ma il suo piano di farmi catturare dai prefetti o da qualche spettro aveva comunque fallito. A quell'ora della notte d'altronde nemmeno la professoressa Aurora Sinistra, l'insegnante di Astronomia, si trovava in aula e dunque potei ripulirla da cima a fondo, già che ero venuto fin lì."
"Che lo si chiami destino, kharma o Dio, quel qualcosa volle che trovassi proprio della Mola tra i cassetti del ripostiglio, uno degli ingredienti per la pozione di Piton. Non era quello promesso da Justin ma almeno non avevo fatto tutta la strada per nulla e avevo un ingrediente in più ed un rammarico in meno."
"Ero talmente sfinito che sarei crollato lì dov'ero ma, grazie ad una scorciatoia dietro ad una libreria, riuscii a tornare nel Dormitorio abbastanza in fretta. Non appena dentro vidi Neville farfugliare qualcosa nel sonno con il busto e la testa sollevati nel pieno di un episodio di sonnambulismo o forse di possessione demoniaca ma ero troppo stanco per pensarci. Mi gettai sul letto con ancora in mano la Mola e svenni."
 
Capitolo 4: Da solo nell'oscurità
 
Harry Potter: "Hogwarts. Dicembre 1991. Caro diario, i giorni passavano, a volte troppo in fretta, a volte troppo lentamente, finché non arrivò anche il Natale. Ho sempre avuto un rapporto di amore-odio nei confronti di questa festa: da un lato il clima che si respira è caldo e accogliente, dall'altro assomiglia a qualcosa di totalmente fasullo e ipocrita. Come ogni anno non aspettavo nessun regalo, ma se non altro stavolta non avrei dovuto scattare a Dudley, Vernon e Petunia tutte quelle stupide foto."
Ron: -Ecco, lo sapevo, un altro inutile maglione...-
Harry: -Lo ha fatto tua madre?-
Ron: -Si vede così tanto?-
"Forse se non partecipi allo spirito di una festa non sai cosa ti perdi ma, se non hai mai perso, ogni cosa, anche la più stupida, ti sembrerà dovuta. Mentre Ron e gli altri nella Sala Comune di Grifondoro scartavano i regali che arrivavano dalle famiglie e si lamentavano oppure gioivano a seconda di cosa vi trovavano all'interno, li osservavo con famelica invidia, come un cane denutrito lasciato al freddo davanti all'uscio di casa con un osso e una ciotola vuota. Più che premiarmi per la bravura nel nascondere quel disagio, forse avrei avuto ragione di pensare che Ron fosse totalmente incapace di leggere le emozioni altrui, come spesso sottolineava bruscamente Hermione. D'altro canto lei restava assolutamente scossa dalla mia indifferenza per le convenzioni sociali o dalla mia ostinazione a non cercare forzatamente il dialogo."
Ron: -Per fortuna che quella rompiscatole è tornata a casa per le feste. Non avrei resistito sapendo di dover prendere ordini anche per Natale...-
Harry: -Però un compito ce l'ha lasciato: ha detto che le informazioni che cerchiamo su Nicholas Flamel potrebbero trovarsi nel reparto proibito della biblioteca.-
Ron: -Già, peccato che essendo proibito entrandoci si rischi l'espulsione e direi che per quest'anno abbiamo già rischiato abbastanza!-
Harry: -Penso che nemmeno lei, conoscendola, si aspetti che ci proviamo davvero.-
Ron: -E allora perché l'avrebbe detto?! Te lo dico io, quella non puoi mai dire di conoscerla abbastanza.-
"C'era qualcosa di tenero nei continui litigi tra Ron ed Hermione: era come vedere l'eterno scontro tra la genuinità un po' villana del primo e la determinazione un po' moralista della seconda. Sapevi che non c'era terreno d'incontro possibile e per questo era così divertente vedere cosa arrivavano a dire ad ogni lite per giustificarsi."
Ron: -Comunque ti va una partita a scacchi?-
Harry: -Perché no...-
"La bravura di Ron negli scacchi era fuori discussione così come lo era la mia incompetenza in quel gioco. Un uso molto quadrato della logica che mi sarei aspettato da Hermione ma, per quanto odiassi perdere, odiavo ancora di più essere costretto a sorbirmi la felicità degli altri per l'intero giorno di Natale."
Ron: -Scacco matto, di nuovo! Ah-ah! Però stavolta c'eri vicino: la prossima è quella giusta.-
Harry: -Se ti impegnassi così tanto nello studio, avresti tutte A.-
Ron: -Ehi, ma quella non è Edvige? Ha un pacco per te.-
"Edvige volò a fil di rasoio lungo il tavolo della Sala Grande lasciando cadere sopra la scacchiera un piccolo pacco ben sigillato prima di sparire di nuovo dalla finestra. Ron era sorpreso ed impaziente ma io lo ero certamente di più."
Ron: -Beh, che aspetti ad aprirlo!?-
"Scartando il pacchetto, ne venne fuori una sorta di mantello scuro fatto di un materiale molto leggero e sottile, ricamato con delle stelle e degli astri, come se esso stesso raffigurasse in sé il cosmo."
Harry: -Mi sembra piuttosto primaverile come indumento.-
Ron: -Di che ti lamenti? Alla fine anche tu hai qualcuno che ti pensa a Natale.-
"Più che il dono in sé, di cui mi importava relativamente poco, la vera domanda era: chi poteva aver pensato a me? Notai un biglietto tra le pieghe del mantello e lo recitai ad alta voce."
Harry: -'Tuo padre mi lasciò questo mantello diversi anni fa ed era venuto il momento di restituirgli il favore. Buon Natale e, mi raccomando, fanne buon uso'.-
Ron: -Ma chi pensi possa avertelo mandato?-
Harry: -Non ne ho la più pallida idea... Non è nemmeno firmato.-
"Più tardi nel Dormitorio di Grifondoro, provai ad indossare il mantello e vidi il mio corpo sparire sotto di esso: era chiaro che non si trattava di un mantello qualsiasi."
Harry: -Come mi sta?-
Ron: -Wow! M-ma allora è il Mantello dell'Invisibilità! Non posso crederci!-
Harry: -Dici che chi me lo ha regalato volesse trovare un modo carino per dirmi di sparire?-
Ron: -Fanculo, Harry, non hai idea di quanto sia prezioso! Alla faccia dei maglioni fatti in casa! Tu non ti rendi conto di quanto sei fortunato!-
Harry: -Non fate altro che ripetermelo... vorrei poterlo pensare anch'io.-
Ron: -Con quello sarà più facile sfuggire a Percy e ai prefetti di notte. E persino intrufolarsi nel reparto proibito della biblioteca per cercare il libro di cui parlava Hermione!-
Harry: -Sapevo che saremmo arrivati lì.-
"Non ho mai creduto molto alle coincidenze. L'arrivo improvviso di quel mantello poteva significare che qualcuno stava cercando di farci catturare spingendoci nel reparto proibito o forse ci stava dando la possibilità di risolvere il mistero che aleggiava attorno alla figura  di Nicholas Flamel. Ad ogni modo fu così che quella notte indossai il Mantello dell'Invisibilità e mi spinsi proprio nel reparto proibito della Biblioteca al Secondo Piano."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Rischiare di essere espulso la notte di Natale appena dopo aver ricevuto il primo regalo della mia vita non era esattamente in cima alle mie priorità, ma quando i programmi per la serata includono umilianti partite a scacchi con Ron, tutti i tuoi piani possono saltare. Appena messo piede in biblioteca vidi il professor Piton parlare con Gazza, il custode."
Piton: -Mi raccomando, signor Gazza, nessuno deve aver accesso alle stanze proibite di Hogwarts, che si tratti del corridoio al terzo piano o della biblioteca.-
Gazza: -Ma certo, professore, io e Mrs Purr non lasceremo che qualche ficcanaso le rovini la festa. Eh-eh!-
"Su Gazza ultimamente giravano le voci peggiori: si diceva che portasse i ragazzi che beccava in giro la notte nel suo ufficio per torturarli. Voci messe in giro dallo stesso Piton probabilmente per dissuadere eventuali impiccioni. Gazza era uno di quelli che venivano chiamati in gergo 'Magonò', ovvero maghi incapaci, per qualche motivo, di usare la magia. Per questo si trovava nel gradino più basso della gerarchia di Hogwarts. Un'ingiustizia? Ancora una volta rischiavo di provare empatia per il mio nemico, anche se non c'è dubbio che il trovarsi ai margini di un mondo, tanto quello dei maghi quanto quello dei babbani, più per destino che per colpa, alla lunga portasse a compiacersi delle proprie brutture e della propria cattiveria, come una spalla antagonista qualunque, ruolo di cui Gazza era indubbiamente l'emblema."
Piton: -Parlerò con il professor Raptor di questa faccenda e la chiariremo una volta per tutte. Nel frattempo tenga gli occhi aperti.-
Gazza: -Può contare su di noi: chi verrà beccato stanotte prima ancora di essere espulso dovrà soffrire le pene dell'inferno. Non è vero, Mrs Purr?-
"Piton scomparve dietro ad un passaggio segreto in una parete di cui non avevo mai sospettato l'esistenza. Il viscido servo Gazza invece prese in mano la sua lanterna e si gettò nell'oscurità del distaccamento proibito della Biblioteca, seguito dalla sua gatta, probabilmente la sola creatura in grado di stare con lui per più di cinque minuti. Quanto a me, uscii dall'angolo in cui mi ero rannicchiato per origliare e indossai il Mantello dell'Invisibilità, per poi strisciare in una fessura nel muro che portava verso la biblioteca. Pur essendo invisibile, potevo comunque essere sentito."
"Superare i numerosi prefetti nella sala studio fu piuttosto facile, ma le cose si complicarono quando dovetti evitare Gazza in persona. A dire il vero Mrs Purr mi preoccupava più del vecchio guercio con la lanterna: la gatta sembrava in grado di avvertire la mia presenza anche senza vedermi. Forse aveva qualcosa di magico a differenza del suo sfortunato padrone o forse era solamente il suo udito felino."
Gazza: -Hai sentito qualcosa, Mrs Purr?-
"Gazza era riuscito a farmi rimpiangere Madama Pince, la bibliotecaria con cui si doveva fare i conti di giorno per avere i libri in prestito, una donna così priva di senso dell'umorismo e ligia alle regole da far sembrare Piton un giullare. Un altro problema con il custode era che, pur non sapendo lanciare mezza magia, conosceva perfettamente il castello ed ogni suo singolo passaggio segreto, il ché lo metteva sempre un passo avanti a me e ai miei spostamenti. Mrs Purr in qualche modo si accorse di me e cominciò a soffiare e miagolare per chiamare il padrone che corse verso la mia direzione. A quel punto, senza pensarci tanto, schiantai un incantesimo contro un vaso dalla parte opposta della stanza per confondere i due e mi misi a correre dall'altro lato della libreria."
Gazza: -C'è un intruso! Eh-eh... Non riuscirai a venirne fuori, stanne certo!-
"Il cuore mi saltò in gola. Avevo superato buona parte delle stanze ed ero quasi nella sala relativa a Storia della Magia, ma i miei avversari ora sapevano che ero lì e si stavano organizzando di conseguenza presidiando le uscite e gli interruttori per aprirle. Ad un certo punto fui quasi certo che prima o poi mi avrebbero stanato: mi sentivo in trappola. In quel momento però spuntò da una parete Nick-quasi-senza-testa, il fantasma di Grifondoro, che si offrì di darmi il suo aiuto per venir fuori da quella brutta situazione."
Nick: -Ciao, Harry, ho sentito che sei diventato Cercatore della squadra di Quidditch e che avete battuto Tassorosso. Mi ci sono giocato la testa, beh, quel che ne resta, con gli altri fantasmi: loro non credevano che ce l'avresti fatta ma sapevo che si sbagliavano! Ah-ah! I miei più vivi complimenti. Beh, per quanto possano essere vivi...-
Harry: -Sono lusingato, Nick, e ne parlerei volentieri ma, vedi, ora sono un po' impegnato...-
Nick: -Oh, ma certo, perdonami! Conosco una via d'uscita: seguimi.-
"Salvato dal fantasma di un uomo a cui hanno mozzato la testa ma non del tutto? Cosa diceva questo di me? Non ebbi il tempo di chiedermelo: seguii le indicazioni di Nick senza fiatare e così portai a casa la pellaccia. Almeno per i prossimi quindici minuti."
Nick: -Persino a Natale ti metti nei guai, Harry?-
Harry: -Ho bisogno di un libro: 'Rassegna dei recenti sviluppi della magia'.-
Nick: -Non ti farò domande, comunque sappi che quel libro lo puoi trovare qui da qualche parte nella sala riservata alla Storia della Magia.-
Harry: -Ottimo. Ti ringrazio, Nick!-
Nick: -Stai attento ai fantasmi: di tanto in tanto si aggirano da queste parti la notte ma non tutti sono dei gentiluomini come il sottoscritto. Buon Natale!-
"Mi ero lasciato alle spalle Gazza e Mrs Purr ma neanche avevo avuto il tempo di tirare un sospiro che i Fantasmi che infestavano il reparto proibito, deserto a quell'ora, cercarono di aggredirmi. Si trattava di spiriti di donne animate dal rancore verso i vivi i cui artigli erano in grado di infliggere brutte ferite e ciò che era peggio era che nessuno dei miei incantesimi sembrava poterle scalfire: non potei far altro che cercare il libro per poter scappare da lì il più in fretta possibile."
"Salii sopra una libreria e finalmente trovai la 'Rassegna dei recenti sviluppi della magia' su di uno scaffale, ma non appena provai ad aprirlo lo stesso mi scaraventò sul pavimento. A quel punto qualunque cosa fosse accaduta non avrebbe potuto turbarmi. Il libro mostruoso cominciò a lanciarmi contro fogli di carta sottile e tagliente cercando di mordermi con le sue pagine o di schiacciarmi con la sua mole. Lo colpii diverse volte con il Flipendo non appena si apriva per attaccarmi prima di riuscire a renderlo abbastanza mansueto da portarlo via con me. Mi misi a correre verso la stanza successiva sperando di non incappare di nuovo nei Fantasmi anche se la nebbia sparsa in zona era il segno inconfondibile del loro passaggio."
"Nella mia corsa forsennata per poco non mi resi conto di avere davanti Piton e Raptor: a quanto pare i due insegnanti si trovavano nel bel mezzo di un brutto litigio. L'atmosfera si scaldò rapidamente tanto che Piton arrivò a prendere per il bavero della giacca il suo collega spingendolo contro una colonna e minacciandolo fisicamente."
Piton: -Avanti, so che la stai cercando, Quirinus. Non fare il furbo con me!-
Raptor: -Severus, i-io davvero non so di cosa tu stia parlando!-
"Sembrava che Piton volesse farsi dire o dare qualcosa da Raptor e non so perché ma la mia mente andò subito al Corridoio Proibito e al suo cane da guardia. Senza dubbio quella del professore di Pozioni era poco più che una copertura per Piton ed era ingenuo pensare che l'astio verso Raptor fosse dovuto alla semplice invidia nei confronti di un collega, come molti a scuola sostenevano. Piton infatti aveva sempre desiderato insegnare Difesa Contro le Arti Oscure ma ciò non gli venne mai concesso, forse perché al massimo uno come lui avrebbe potuto insegnare la magia nera piuttosto che come difendersi da essa."
Piton: -Sta zitto! C'è qualcuno...-
"In qualche modo Piton avvertì la mia presenza e così mi spostai cercando di non far rumore. Il professore allungò le sue grinfie verso di me ma per un pelo non riuscì a sfiorarmi. Proprio in quel momento arrivò Gazza tutto affannato a distrarlo."
Gazza: -Signori, mi spiace disturbarvi, ma abbiamo un intruso. Io e Mrs Purr l'abbiamo sentito: qualche studente non è nel suo dormitorio a riposare stanotte.-
"Piton guardò Raptor come se avesse appena ricevuto la più infausta delle notizie. Non c'è da stupirsi, il direttore di Serpeverde non voleva certo che qualcuno svelasse le sue losche trame o lo vedesse azzuffarsi con un altro insegnante indifeso. Certo, Raptor era sempre meno credibile nel ruolo di difensore contro la magia nera: non riusciva nemmeno a difendersi dalle minacce di Piton, figurarsi di Voldemort. Ad ogni modo entrambi seguirono Gazza decisi a trovare l'intruso, non sapendo che si stavano soltanto allontanando da me, ben coperto sotto il mantello di mio padre. Ma era ancora presto per cantare vittoria: non l'avrei fatto finché non sarei riuscito a tornare al dormitorio con il libro."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Non appena uscito dal distaccamento proibito della biblioteca, mi fermai per riprendere fiato togliendomi il mantello ma restando ben nascosto nell'ombra. Ma ad Hogwarts avevo troppi nemici per poter rimanere visibile anche un solo secondo: con una rapida volata Pix mi tolse il libro dalle mani condendo il tutto con insulti e pernacchie."
Pix: -Potter che ruba i libri dalla biblioteca... i tuoi genitori non ti hanno insegnato l'educazione?-
Harry: -Fai davvero morire dal ridere, Pix... solo te stesso però.-
"Con Nick e tutti quei fantasmi mi era passato di mente Pix. Il suo ghigno beffardo mi mandava in bestia ma ogni rumore di troppo avrebbe potuto costarmi caro. Il poltergeist volò con il libro verso la parte alta del castello, sull'attico, e fui costretto ad inseguirlo dalla scalinata principale per non perderlo di vista."
Pix: -Potter non può fare la morale a Pix se anche lui è un ladruncolo! Uah-uah-uah!-
Harry: -Ridammi il libro, Pix, o ti farò male come l'ultima volta!-
Pix: -Stavolta voglio fare una gara, Potty-Potter: il primo che attraversa quelle travi laggiù e giunge alla fine del percorso, potrà tenersi il libro. Che ne pensi?-
"Ho abbassato la guardia per un momento e ora rischiavo di precipitare giù dalle travi dell'attico del castello per una stupida sfida con Pix. Cadere da quell'altezza significava un volo di parecchi metri, probabilmente il corrispettivo di lanciarsi dal tetto di un palazzo. Come se non bastasse, le travi di legno sembravano fragili e sottili, ma non avevo scelta."
Pix: -E per rendere tutto ancora più divertente, Pix ha spalmato un po' di Muco di Vermicoli su alcune travi per renderle scivolose! Uah-uah-uah!-
"La corsa fu estenuante ma fortunatamente non finii spiaccicato davanti all'ingresso della scalinata come Pix sperava. E ancora più incredibilmente, dopo avermi visto arrivare in fondo al tratto per primo, lo spettro stette ai patti e mi lanciò indietro il libro che mi aveva sottratto."
Pix: -Potter bara, non vale! Pix non era pronto!-
Harry: -Avanti, che te ne fai tu di un libro? Non farmi ridere.-
Pix: -Tieni il tuo stupido libro! Non lo voglio più!-
"Pix mi scagliò contro il libro con una forza tale da farmi scivolare giù dall'impalcatura. Durante la lunga caduta vidi una luce brillare in lontananza e lanciai senza pensare il Verdimillious: riuscii ad aggrapparmi con una mano alla piattaforma magica così creata. Ero ancora vivo ma ero precipitato di diversi piani e non avevo più idea di dove fossi. Il corridoio in cui mi ritrovai era buio e spoglio con una sola porta visibile. Quale corridoio possiede una sola porta? E cos'altro avrei potuto trovarci una volta aperta? Ormai il mio corpo affaticato era più di là che di qua e la mia mente si rifiutava di fare qualsiasi previsione a causa della stanchezza."
 
* * * * * * * * * * *
 
"L'interno della stanza aveva l'aria di un vecchio ed ampio ripostiglio. In fondo ad essa si trovava un grande specchio con i bordi d'oro tutti decorati: dava l'idea di essere qualcosa di gran valore, ma allora perché lasciarlo in quella cella fredda e umida? Non appena mi avvicinai, vidi il mio stesso riflesso e subito dopo presero lentamente consistenza alle mie spalle le figure di mia madre e di mio padre. Mi sgranai gli occhi e mi lucidai gli occhiali per l'incredulità. Forse era la stanchezza o qualche botta che avevo ricevuto a darmi quelle visioni, pensai... Ma no, i miei genitori erano lì a fissarmi e quando li chiamai entrambi risposero con un cenno del capo ed un sorriso."
"Toccai lo specchio: era offuscato a causa di qualche dito di polvere quindi lo pulii con cura ma l'immagine di me e dei miei genitori persisteva. Mia madre mi appoggiò la mano sulla spalla e istintivamente portai la mia verso la sua senza più capire bene cosa stavo sentendo. Allora mi voltai per vedere se mamma e papà erano effettivamente alle mie spalle ma la stanza era vuota come quando ero arrivato. Ma quindi che significava? Loro erano davvero lì con me? Che questo specchio fosse magico e mostrasse il futuro? Ma no, come poteva essere... I miei genitori erano morti. Mi sentii un idiota ad averlo anche solo sperato."
"Osservai a lungo quell'immagine ancora un po' sfocata eppure così chiara nella mia mente perdendo ogni cognizione del tempo. Ormai era certamente ben oltre la mezzanotte ma ciò non aveva importanza: fuori da quella stanza non c'era nessun principe e nessuna carrozza di zucca ad aspettarmi. Ed io non ero Cenerentola: là fuori non c'era ormai più nulla in grado di redimermi né dentro di me c'era un qualche tipo di bellezza che aspettava solo di essere scoperta. C'eravamo solo io e quello specchio a rimandarmi tutto ciò che avevo perso per sempre nonché il solo motivo per cui mi trovavo lì."
"Avevo gli occhi di mia madre, come mi ricordavano tutti, compresa lei. E la forma del viso, gli occhiali, i capelli appartenevano davvero a mio padre. Resi loro grazie, anche per il mantello, in qualche modo il loro regalo di Natale. Provai ad appoggiare le mani sullo specchio: chissà, forse potevo caderci dentro come Alice, pensai. Ma a quanto pare anche la magia aveva dei limiti. L'espressione di mia madre divenne più preoccupata mentre mio padre abbassò lo sguardo al di sotto delle lenti. Qualcosa sarebbe mancato per sempre nella mia vita ma neanche loro sembravano in grado di dirmi come evitare tutto ciò che ne sarebbe conseguito. Una volta venuta a mancare la scintilla iniziale, nessun fuoco può più accendersi, nemmeno in un milione di anni sopra a cento braci diverse. E io non stavo facendo altro che soffiare su dei carboni spenti da 11 anni: quello era il significato del mio respirare. Ma ormai nessuno avrebbe più potuto salvarmi: nessuno mi avrebbe mai insegnato ad accendere quel fuoco ed il freddo si sarebbe impossessato di me. Voldemort, il male, il senso di colpa, i rimorsi e tutto l'autodisgusto ed il rancore per non essere stato in grado di farcela da solo."
"Il rumore di passi alle mie spalle interruppe il flusso di pensieri..."
Silente: -E così anche tu come molti altri prima di te hai scoperto la struggente dolcezza dello Specchio delle Emarb.-
Harry: -L-lo Specchio delle...-
Silente: -Delle Brame, per noi mortali.-
"Per qualche ragione non riuscivo ad essere imbarazzato. Non pensai minimamente al fatto che non avrei dovuto trovarmi lì a quell'ora e neanche Silente ne sembrò turbato. Avevo solo l'insopprimibile desiderio di vuotare il sacco, anche di fronte ad un'autorità distante come poteva esserlo il preside di Hogwarts."
Harry: -Professor Silente, m-mi chiedevo se quello che vedo, insomma...-
Silente: -Lo specchio ci mostra i nostri desideri più reconditi tuttavia non ci dà né la conoscenza né la verità.-
Harry: -Quindi un uomo felice cosa vi vedrebbe?-
Silente: -Nient'altro che se stesso, ma sinceramente dubito possa esistere un simile angelo... o un simile mostro. Vedi James e Lily, vero?-
Harry: -S-sì, ma che significa? Cioè, questo desiderio è in qualche modo realizzabile?-
Silente: -Sì e no. Esso può divenire reale solo quando è realmente disinteressato.-
Harry: -M-ma come può un desiderio essere disinteressato? Non sarebbe un desiderio!-
Silente: -Harry, devi sapere che tante persone hanno perso letteralmente il senno cercando di afferrare ciò che questo specchio mostrava loro... ed è per questo che a breve esso verrà portato in una nuova dimora dove nessuno potrà più vederlo.-
"Mentre Silente terminava la spiegazione persi tutta la mia goffa compostezza afferrandolo per la lunga tunica mentre scoppiavo nel pianto più tremendo di cui avessi ricordo."
Harry: -N-no, non può farlo... mi dica cosa devo fare! C-cosa farò?! L-lei non può...-
"Il mio grido andò a spegnersi lentamente tra un singhiozzo e l'altro mentre il preside mi diede un largo abbraccio passandomi la mano sulla schiena. Dopo aver atteso che finisse la fase più isterica, mi allontanò tenendo le mani sulle mie spalle per guardarmi negli occhi arrossati e gonfi di lacrime."
Silente: -Non serve a niente rifugiarsi nei propri sogni e dimenticarsi di vivere, Harry.-
 
* * * * * * * * * * *
 
"Quella notte decisi di uscire dal castello e aspettare l'alba. Ormai era troppo tardi per andare a dormire e poi chissà quale genere di mostri avrebbero popolato i miei sogni in un momento del genere: ero terrorizzato all'idea di addormentarmi e di lasciare a briglie sciolte la mia immaginazione. Avevo pianto e confidato la mia più grande debolezza ad un completo sconosciuto, ma se conosceva i nomi dei miei forse così sconosciuto poi non era. Ma che importa... Non avevo mai dimenticato di vivere, neanche per un secondo, ed era proprio questo il problema. In quanto a rifugiarmi nei miei sogni, se nemmeno la magia era riuscita a salvarmi... Ad ogni modo avevo ancora qualche ora per tentare per l'ennesima volta di venire fuori da tutto quel casino da solo."
"Nel giardino la neve copriva l'intera distesa d'erba e le torri, da quella di Astronomia al campo da Quidditch, dal parco alla serra, dalla capanna di Hagrid all'ingresso principale del castello. Era tutto talmente bianco da brillare nella notte e da far impallidire la luna per la vergogna. Le persone che stavano al mondo, maghi o meno, erano come quei fiocchi di neve, una diversa dall'altra, mentre scendevano dal cielo. Tuttavia una volta posati a terra divenivano un ammasso indistinguibile di candore ipocrita. Per questo non potevo più sperare nell'aiuto di nessuno, nemmeno di chi avesse passato quel che avevo passato io, nemmeno di Ron, Hermione, Hagrid, Neville e di tutti gli altri."
"Ero al centro del giardino nel chiostro. Il freddo aveva congelato ogni mia intenzione o sensazione e mi trovavo vuoto e privo di vita come mai prima d'ora: da quell'angolazione privilegiata potevo vedere ogni cosa in cambio di una solitudine senza fine. Chiamai a me Edvige con le ultime briciole di mangime rimastomi e qualcosa di poetico si poggiò sul mio braccio, proprio mentre l'alba lanciava i suoi primi timidi segnali all'orizzonte. Per la prima volta sentii che tutto era perduto, la mia mente era sgombra e non c'era più alcun tipo di bellezza in cui potessi crogiolarmi per alleviare il tormento. Il becco affilato e gli occhi spalancati del gufo dalle piume bianche che se ne stava appollaiato sul mio arto a mangiare erano la prova di quanto ogni cosa fosse indifferente a ciò che provavo. Nel momento in cui accarezzai Edvige avvertii tutta l'ingenuità dell'amore e la vanità di ogni mio sforzo, l'incomprensione di ogni mio gesto da parte di chi ne riceveva i benefici, il tramonto di ogni speranza e l'alba del nulla. Tutto era bianco come la neve ed io ero solo un puntino nero in mezzo ad essa."
"Niente è più puro e sbagliato dell'ignoranza e dell'indifferenza di cui mi sentivo circondato. Quale momento migliore per rendersene conto? Edvige dispiegò le ali e prese il volo verso chissà dove mentre il sole cominciava ad intravedersi fra gli alberi al di là di Hogwarts, segno che il mio tempo era passato. Ma non vidi nulla di consolatorio in questo, nessun simbolo, nessuna verità in attesa di essere disvelata, nulla che potesse redimere l'angoscia che ormai pervadeva ogni cellula del mio corpo con l'unico desiderio di deflagrare in mille pezzi come la neve da cui era stata generata. Come polvere adamantina."
"Questo succede quando ti tocca imparare a camminare da solo. Persa del tutto anche ogni parvenza esterna di equilibrio psichico, mi diressi a passo suicida e claudicante verso l'ingresso del castello. Avrei dormito e poi sarebbe successo ciò che doveva succedere. Guardandomi indietro, con il cielo un po' più luminoso, il solo veder le impronte che avevo lasciato nella neve, altrimenti inviolata da piede umano, mi faceva venir da piangere: come le ultime impronte di un uomo perso in un deserto di ghiaccio, morto nella tormenta."
"Appena rimisi i piedi umidi e sporchi di neve nel salone d'ingresso, mi accorsi che i prefetti di guardia nel turno notturno erano già spariti. Ormai era quasi l'ora di colazione infatti. In compenso sorpresi davanti alla scalinata proprio Malfoy ed i suoi due lacché. Quella notte di Natale non avevano voluto proprio farmi mancare nulla, a quanto pare."
Malfoy: -Potter! Anche tu mattiniero?-
Harry: -Ho sonno, Malfoy, levati di mezzo.-
Malfoy: -Lo sai che non si può stare alzati tutta la notte. Vuoi che lo dica al professor Piton?-
Harry: -Credo che lo sappia meglio di te.-
Malfoy: -E' davvero un peccato, Potter... Io con la mia mente e tu con il tuo sarcasmo avremmo potuto fare grandi cose.-
Harry: -Hai già dalla tua due geni come Tiger e Goyle quindi di che ti lamenti?-
Malfoy: -Non sei che un tragico buffone... il mondo dei babbani era il tuo posto: non sei degno di far parte della grande stirpe dei maghi!-
Harry: -Lasciami andare a dormire o te ne pentirai.-
Malfoy: -La tua nottataccia non è ancora finita. Tiger, Goyle! Proviamo i Petardi Magici!-
Tiger: -Ma Draco, potrebbe essere pericoloso! S-se qualche prefetto ci vede...-
Malfoy: -A quest'ora non c'è nessuno in giro, idiota! E' per questo che volevamo provarli stamattina, no? Prima che arrivi l'ultimo dell'anno...-
Goyle: -E adesso abbiamo il bersaglio ideale... eh-eh!-
Malfoy: -Oh, che peccato! Potter non può fare il riposino!-
"Malfoy aveva dimostrato ancora una volta di essere l'ennesimo antagonista di serie b. Un bulletto con fedeli al seguito, un codardo pieno di invidia, una macchietta con battute che sembravano suggeritegli dal peggior sceneggiatore del Regno Unito. Ma il suo vantaggio stavolta non era indifferente: lui e i suoi sgherri erano armati, in tre contro uno e stavo per crollare dalla stanchezza mentre loro erano certamente freschi e riposati."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Il salone d'ingresso fu il nostro parco giochi per almeno una decina di minuti, ma alla fine fu Malfoy quello che si fece più male. Alcuni dei suoi Petardi Magici infatti non scoppiavano al contatto ma solo dopo qualche secondo: il tempo sufficiente per raccoglierli e rispedirli al mittente, aiutato più che ostacolato dalla proverbiale stupidità di Tiger e Goyle. Alla fine tutti e tre finirono al tappeto."
Malfoy: -V-voi due dovreste proteggermi, razza di incapaci!-
Harry: -Non ho più tempo per giocare, Malfoy: è stato divertente ma ora fammi passare!-
Malfoy: -Al diavolo, Potter!-
"C'ero quasi riuscito. Avevo preso il libro dal reparto proibito senza essere visto né da Gazza né da Piton, battuto Pix e Malfoy, ero sopravvissuto ad una crisi maniaco-depressiva dopo aver visto i miei genitori in uno specchio magico e stavo per tornarmene al Dormitorio ma proprio il Serpeverde, per non venir meno al suo nome, mi colpì a tradimento mentre gli davo le spalle per andarmene. Colpito da uno dei suoi petardi caddi violentemente sulle scalinate senza più un briciolo di forza per rialzarmi."
Malfoy: -Ah-ah-ah! Questi petardi si sono già strapagati!-
"L'ultima cosa che sentii prima di perdere i sensi furono le risate di Malfoy e dei suoi tirapiedi. I prefetti, non appena svegli, mi avrebbero trovato e perquisito prima di mandarmi in infermeria: avrei perso il Mantello dell'Invisibilità, l'unico prezioso regalo che avessi mai ricevuto, ed il libro per cui avevo tanto sudato e probabilmente sarei stato espulso. Sarei tornato dai Dursley a Privet Drive. Di nuovo le fiamme verdi che bruciavano nell'oscurità mi inghiottirono: era arrivato il momento di beccarsi un altro incubo."
 
Parte III: Il Corridoio Proibito
 
Harry Potter: "Dentro di me. Dicembre 1991. Caro diario, il pavimento era svanito sotto di me. Il mio corpo cadde a peso morto in un vortice verde circondato da un abisso nero. Le voci dei fantasmi dei miei cari non mi davano pace. La cicatrice aveva ripreso a bruciare come se la figura nera incappucciata si trovasse a pochi passi da me."
"Aprii gli occhi e mi ritrovai all'interno dello sgabuzzino in cui avevo trovato lo Specchio delle Brame: mi diressi caracollando, con una mano sul basso ventre come per tamponare una ferita che non avevo, verso l'oggetto magico. Nello specchio apparvero i miei genitori ma, per quanto il loro viso mi fosse letteralmente famigliare, c'era qualcosa che non tornava senza che lo riuscissi a spiegare."
Lily: -Sei in un romanzo fantasy, tesoro!-
"La verità mi trafisse nel petto come uno squarcio di luce oltre il temporale. Tutta la mia vita, le mie conoscenze, il mio passato, presente e futuro dipendevano dai movimenti della penna di una scrittrice di bestsellers per ragazzi... Ero in un romanzo fantasy: per quanto assurda, era la cosa più orribile a cui potessi pensare."
James: -!erigaer id acreC !eragerf itraf noN !yrraH ,tromedloV 'E-
"Mio padre borbottava come un pazzo frasi assurde: non riuscivo a capirne il senso. Più sembrava convinto dell'importanza di ciò che diceva, più faticavo a comprendere. La cosa mi fece sentire sempre più solo e distante."
Pix: -Ti mangerò il cuore e ti triterò le ossicine!-
"Alle spalle dei miei genitori apparve Pix: mi voltai d'impulso e mi ritrovai di nuovo dall'altra parte della stanza, stavolta però circondato dalle fiamme verdi che ben conoscevo. Ancora una volta andai verso lo specchio cercando di tamponare la ferita allo stomaco. Apparvero i miei genitori ma, per quanto il loro viso mi fosse letteralmente famigliare, c'era qualcosa che non tornava senza che lo riuscissi a spiegare."
Lily: -Sei in un film di Chris Columbus!-
"La verità mi trafisse nel petto come uno squarcio di luce oltre il temporale. Tutte le persone che avevo intorno non erano ché attori di un copione diretto da uno strapagato regista hollywoodiano, lo stesso di 'Mamma ho perso l'aereo'... Ero in un film di Chris Columbus: per quanto assurda, era la cosa più orribile a cui potessi pensare."
James: -!oihcceps olla ottepsir artsiniS !artsinis aut alla onoS !oloilgif ,itatloV-
"Mio padre borbottava come un pazzo frasi assurde: non riuscivo a capirne il senso. Più sembrava convinto dell'importanza di ciò che diceva, più faticavo a comprendere. La cosa mi fece sentire sempre più solo e distante."
Pix: -Prenderò i tuoi resti al tuo funerale e li farò ballare con quelli dei tuoi stupidi genitori!-
"Alle spalle dei miei genitori apparve Pix: mi voltai d'impulso e mi ritrovai di nuovo dall'altra parte della stanza, stavolta però circondato dalle Gelatine Tuttigusti+1 che ben conoscevo. Ancora una volta andai verso lo specchio cercando di tamponare la ferita da cui perdevo Gelatine. Apparvero i miei genitori ma, per quanto il loro viso mi fosse letteralmente famigliare, c'era qualcosa che non tornava senza che lo riuscissi a spiegare."
Lily: -Sei in un gioco per computer!-
"La verità mi trafisse nel petto come uno squarcio di luce oltre il temporale. Il Quidditch, gli incantesimi e le meccaniche di combattimento erano il risultato dei pulsanti che qualche ragazzino annoiato premeva nel suo joystick... Ero in un gioco per computer: per quanto assurda, era la cosa più orribile a cui potessi pensare."
James: -Voltati, figliolo! Sono alla tua sinistra! Sinistra rispetto allo specchio! E' Voldemort, Harry! Non farti fregare! Cerca di ricordare!-
"Mio padre borbottava come un pazzo frasi assurde: non riuscivo a capirne il senso. Più sembrava convinto dell'importanza di ciò che diceva, più faticavo a comprendere. La cosa mi fece sentire sempre più solo e distante."
"Alle spalle dei miei genitori comparve la figura incappucciata: mi voltai di scatto e vidi un altro specchio con al suo interno Ron, Hermione e la figura appena dietro. Allora mi voltai nuovamente e in un altro specchio apparvero Hagrid, Silente e ancora la stessa inquietante figura. Preso dalla follia che mi bruciava nel cervello mi lanciai al suo interno e non appena mi fui girato vidi tutti i miei cari alle mie spalle riflessi nello specchio tra le fiamme verdi."
Silente: -Non serve a niente rifugiarsi nei propri sogni e dimenticarsi di vivere, Harry.-
"La cicatrice sulla mia fronte cambiò forma nel corso di un doloroso processo fino a divenire il simbolo di Serpeverde. Nello specchio rimase solo la figura incappucciata a fissarmi immobile. Mi girai per l'ennesima volta e stavolta mi misi a correre nell'oscurità mentre apparivano intorno a me le candele fluttuanti della Sala Grande come a propiziare l'inizio di una sorta di macabro e malato rituale."
"Aprii una porta e mi ritrovai nella capanna di Hagrid ma con una scala che non c'era mai stata e appena sotto lo sgabuzzino di Privet Drive. Norberto, il drago di Hagrid, era steso nel camino apparentemente morto."
Gazza: -So che sei stato tu... eh-eh! Sto venendo a prenderti!-
"Gazza era vicino: potevo sentire il cigolio della sua lanterna e il soffiare ostile della sua gatta. Mi nascosi nel sottoscala e mi ritrovai all'interno di uno stretto e angusto labirinto delimitato dalle librerie della Biblioteca. Cominciai a correre con il cuore in gola e le urla di mia madre nelle orecchie. Non avevo idea di dove sarei finito ma qualcosa dentro di me mi fece pensare che avrei ancora potuto salvarla se solo fossi riuscito a trovarla."
"Così una scia di sangue si palesò di fronte a me nella più tetra oscurità. Chicchi di neve insanguanata mi piovevano attorno. Le mie stesse mani iniziarono a tingersi di rosso. Non potei far altro che seguire quella via guidato dalle sole grida di mia madre e dalla subdola sensazione, sempre più persistente, per cui non avrei mai potuto fare abbastanza per rimediare: una voce interiore che a poco a poco si fece più forte di quella di mia mamma fino a sostituirsi completamente ad essa."
Lily: -James, scappa! N-no, prendi me ma non il bambino...-
Harry: -Sei stato tu! T-tu... sei un assassino!-
"La culla macchiata di sangue con intorno poche candele, come ad offrire un minuscolo riparo dal buio, possedeva una stanza al suo interno: si trattava del ripostiglio dello Specchio delle Brame. I corpi dei miei genitori giacevano a terra privi di vita mentre nello specchio di fronte a me vidi il volto sorridente dell'assassino. Una volta tolto il cappuccio del mantello, quella figura si rivelò essere... me. Egli si rivolse a me con scherno."
Harry: -Esatto, Harry: è tutta colpa tua!-
"Mi ritrovai nelle mani la bacchetta e, senza pensarci un solo momento, lanciai un incantesimo contro lo specchio che andò in frantumi. Subito dopo una saetta verde mi trafisse nel cuore, portandomi sulle ginocchia per il dolore. Diedi un ultimo sguardo al corpo di mia mamma e mi piegai lentamente fino a svenire mentre mi portavo le mani alla fronte che pulsava con una forza tale da far pensare che presto la testa mi sarebbe scoppiata."
James: -Lily, stavo pensando che con tutti i guai che stiamo passando, forse avere un figlio è stato troppo... lo penso soprattutto per te.-
Lily: -Non ti preoccupare per me: posso sopportare qualunque cosa per Harry! Lui è la conferma della forza del nostro amore, oggi e per sempre.-
"Come in un quadro fumoso di epoca romantica circondato da una confusa nebbia verde, riapparvero i miei genitori da vivi, in un momento di intimità. Forse uno degli ultimi. Tra le braccia avevano un neonato che rapiva tutte le loro attenzioni mentre alle loro ingenue spalle l'assassino sorrideva dando alla coppia la sua benedizione."
Harry: -Finché morte non vi separi!-
 
Capitolo 1: Nicholas Flamel
 
Harry Potter: "Hogwarts. Gennaio 1992. Caro diario, mi aspettavo di svegliarmi in infermeria con l'intero corpo docente di Hogwarts a fissarmi e la McGranitt pronta a sgridarmi e ad espellermi. Invece rinvenni sulla branda della capanna di Hagrid. Il gigante era seduto al tavolo a coccolare il draghetto Norberto assieme a Ron e ad Hermione."
Hagrid: -Oh, Harry, bentornato fra noi!-
Harry: -I-io... il mantello... e-e il libro!-
"Ron ed Hermione mostrarono rispettivamente il Mantello dell'Invisibilità ed il libro che avevo trafugato in Biblioteca con un mezzo sorriso sul volto."
Ron: -La buona notizia è che grazie ad Hagrid non ti hanno scoperto...-
Hermione: -La cattiva è che questo libro non parla di Nicholas Flamel.-
Harry: -Ma com'è possibile? Si chiama mica rassegna dei recenti sviluppi...-
"Mentre scuotevo la testa incredulo nell'apprendere che lo sforzo che avevo fatto per introdurmi nel reparto proibito era stato vano, Hermione abbassò lo sguardo sentendosi in colpa per avermi fatto seguire una pista rischiosa, per di più rivelatasi sbagliata."
Hagrid: -Su, Harry, coraggio! L'importante è che te la sia cavata! I petardi di Malfoy non ti hanno fatto granché male dunque non avevi bisogno dell'infermeria ma solo di riposo.-
Harry: -Grazie per avermi coperto, Hagrid.-
Hagrid: -Adesso però, come ho fatto promettere a loro due, voglio che anche tu non ti vada più a ficcare in questo genere di guai. Cosa state cercando di scoprire voi tre? Vi ho già detto che la faccenda del Corridoio Proibito non è cosa per bambini!-
Ron: -Non dirlo con me, Hagrid... penso che Fuffi sia già un ottimo deterrente.-
Hermione: -Non per chi ha un briciolo di curiosità, soprattutto dopo che ti sei lasciato sfuggire il nome di Nicholas Flamel.-
Harry: -Piton... ho visto Piton aggredire Raptor la notte di Natale.-
Hagrid: -Harry, ti voglio bene, ma non potrò salvarti in eterno. E questa ostinazione nei confronti del povero professor Piton francamente non la capisco. Può darsi che vi sia antipatico, certo, è il direttore di Serpeverde e vi dà dei compiti troppo difficili a mio avviso... ma da qui ad arrivare a inventarsi complotti in cui lui tramerebbe alle spalle di Silente...-
Harry: -Hagrid, sei sempre così ingenuo...-
Hagrid: -E tu, Harry, sei troppo prevenuto. Al tuo compleanno ti dissi di darti una possibilità, di cercare di guardare le cose in modo diverso, ma non mi pare tu stia facendo progressi.-
Harry: -Basta con questo pietismo, Hagrid, basta! Ho visto Piton prendere Raptor per il collo! Non ti basta questo!? Cosa diavolo devo dire per farti capire che c'è un problema? Cosa devo dire per farmi credere? Possibile che io per te sia solo un bimbo da compatire?!-
Hagrid: -No, Harry, penso che la tua infelicità possa rischiare di annebbiarti il giudizio e portarti a cercare un colpevole a tutti i costi.-
Harry: -Questo è ridicolo... Ma da che parte state tu e Silente?! Non bisogna rifugiarsi nei sogni, certo, si fa presto a dirlo quando la tua vita è splendida!-
Hagrid: -Adesso stai delirando. Silente si è guadagnato tutto ciò che ha e, credimi, ha sofferto più di quanto tu possa immaginare.-
Harry: -Certo, certo, tutti hanno patito più di me, ma chissà come io sono l'unico che sragiona. Beh, godetevi il cucciolo di drago e tutto il vostro stupido clima da allegra famigliola, di cui questo mostro non potrà mai gioire!-
Hagrid: -Harry, a-aspetta! Quel che volevo dire è che... i-insomma, la sua rabbia, la sua cupezza, il suo distacco... tu e Piton siete più simili di quanto tu creda!-
"Hagrid era talmente lontano dal comprendere quel che mi passava per la testa da credere che paragonarmi a Piton fosse per me un complimento. Mai prima di quel giorno mi sentii più incompreso e fu ancora peggio sentirselo dire da Hagrid, l'adulto che mi aveva trascinato in quel mondo magico. Poteva passare per Vernon ma non per lui. Avevo riversato in segreto tutte le mie speranze in quel mondo e la sua magia mi aveva deluso. Ma esiste forse qualcosa che non riesca a deludermi?"
"Una volta uscito in malo modo dalla capanna di Hagrid, già pensavo a quando la rabbia sarebbe sbollita e sarei tornato da lui a chiedere scusa. Cosa mi stava succedendo? Forse aveva ragione quando diceva che tutto quel risentimento nei confronti del mondo mi stava accecando... ma che potevo farci? Non amavo quell'armonia che mi risultava così artificiale e che sembrava essermi stata costruita come una gabbia di specchi tutta attorno dal giorno in cui nacqui, come per ricordarmi di quanto fossi infelice. Faticavo davvero a capire come persone quali Hagrid e Silente riuscissero sempre a nascondersi i lati più cupi della vita e a nasconderli agli altri in favore del quieto vivere. Forse erano solo più saggi e maturi... Il mio sorriso o il mio broncio non erano vestiti: erano parte di me e non potevo indossarli a mia discrezione, né lo si poteva pretendere da uno come me. E questo mi avrebbe reso simile a Piton? Pessimo tentativo, Hagrid, davvero pessimo."
Ron: -Ehi, Harry, aspetta!-
"Dopo quella scenata, Hermione e Ron mi avevano seguito, forse spinti da Hagrid."
Hermione: -Harry, scusa se ti ho fatto rischiare per niente la scorsa notte!-
Harry: -Non c'è problema, non ce l'ho con te. La prossima volta però controlla meglio le tue fonti, per piacere.-
Ron: -Lascia perdere Hagrid, Harry! Non voleva dire che somigli a Piton: si sarà confuso.-
Hermione: -Oggi abbiamo lezione di Trasfigurazione al Primo Piano: dobbiamo sbrigarci se non vogliamo arrivare in ritardo.-
 
* * * * * * * * * * *
 
"L'aula di Trasfigurazione era lunga e spaziosa come una chiesa. Biancastra e uniforme, persino la disposizione dei banchi di legno dava una chiara idea di ordine e di rigore."
McGranitt: -La Trasfigurazione è una delle più complesse fra le scienze e le arti magiche e sarà necessario uno sforzo non indifferente a voi studenti del primo anno per riuscire a coglierne tutti i principi e metterli in pratica con profitto.-
"Come al solito, mi esercitai nel nuovo incantesimo: l'Avifors. Si trattava di una fattura in grado di trasformare le statue di uccelli sparse per il castello in uccelli veri e propri. In un primo momento mi sfuggì l'utilità di un simile sortilegio, ma la McGranitt mi assicurò che nella Sfida avremmo imparato tutto ciò che c'era da sapere al riguardo, il ché, detto col suo tono rigidamente istituzionale, mi suonò quasi minaccioso."
McGranitt: -Scoprirete che l'Avifors può rimuovere statue che vi sono d'intralcio per rivelare passaggi nascosti oppure liberare piattaforme altrimenti non percorribili.-
"La Sfida Avifors in effetti non cambiò la mia idea: fu una grossa fatica senza una vera e propria ricompensa, se non si contano i punti per la Casa. La parte alta del castello in cui si svolse la prova era popolata dagli odiosi Imp e dalle inquietanti Armature Viventi, stavolta dotate anche di uno scudo oltre all'arma principale, cosa che costringeva a colpirli solo nel momento in cui attaccavano e rimanevano esposti. Nei meandri più sudici e bui mi ritrovai contro anche i Ratti Giganti che, come suggeriva il nome, mi arrivavano ai fianchi. Se non altro mi tornò utile la Pozione Rigeneratrice di Piton, ma fu solo grazie ad Edvige se riuscii a trovare una via d'uscita."
 
* * * * * * * * * * *
 
"E così era giunto il momento per un'altra partita di Quidditch. La neve ricopriva ancora il campo da gioco e la temperatura non era certo alta ma perlomeno stavolta non sembrava esserci tutta quella nebbia a coprire la visuale. Ancora una volta avrei dovuto cercare di non rovinare il buon nome dei Potter."
Percy: -Potter, mi raccomando, tutti i Grifondoro contano su di te!-
"Percy non aveva tempo da perdere per rincuorare la gente: era troppo occupato a dire a tutti cosa fare e a caricarli di aspettative. Forse era accaduto lo stesso a lui da piccolo. Quindi quale momento più imbarazzante per presentarmi la sua fidanzata, un prefetto di Corvonero di nome Penelope Light?"
Penelope: -Harry Potter, che piacere! Tutti qui a scuola ti conoscono!-
Harry: -Temo di sì.-
Percy: -Oh, non farci caso, ha saltato tutte le mie lezioni di galateo.-
Penelope: -Beh, in bocca al lupo per la partita, anche se... vincerà Corvonero! Eh-eh!-
George: -Lasciali perdere, Harry, sono due snob.-
Fred: -Percy non è neanche capace di salirci su una scopa. Dovevi vederlo due anni fa... ah-ah!-
"Non lo facevo apposta, era più forte di me. Una persona mi sorrideva dicendo un'idiozia e mi passava subito la voglia di conoscerla. Se fossi stato felice, avrei potuto essere anche cento volte più gentile di loro, ma in un momento come quello ero davvero troppo teso per darmi alle smancerie. Chissà quale maledizione la fidanzata di Percy mi lanciò appena non potei più sentirli. Li vidi ridere da lontano e, come accadeva sempre in quei casi, pensai che stessero ridendo di me. Come se non bastasse, Baston era alle prese con uno dei suoi rituali ossessivo-compulsivi per scacciare il nervosismo del pre-partita."
Baston: -Sei pronto, Potter? Coraggio, sarà una passeggiata.-
Harry: -Stai parlando con me o da solo?-
Lee Jordan: -La partita di oggi pomeriggio vedrà Grifondoro affrontare Corvonero! E' la prima partita di Quidditch di questo 1992 e le condizioni meteo sembrano buone!-
"Come Lee Jordan finì di dire quella frase, le nubi si addensarono e della neve mista a pioggia cominciò a cadere sul campo. Ad ogni modo nulla di particolarmente compromettente tanto che riuscii a catturare il Boccino e a portare a casa il match. Nonostante avessimo perso all'andata contro Corvonero e Serpeverde, quando non ero ancora entrato in squadra, il modo in cui si stava mettendo il campionato faceva ben sperare. E soprattutto sembravo aver quasi avuto la conferma del mio talento per il ruolo di Cercatore."
Lee Jordan: -Harry Potter cattura il Boccino d'Oro e Grifondoro vince l'incontro!-
"Come sempre, Baston non voleva sbilanciarsi troppo, terrorizzato com'era dalla possibilità di sbagliarsi e rimanere deluso."
Ron: -Harry, sei stato fantastico! Se vincete anche le prossime due di ritorno contro Tassorosso e Serpeverde, la Coppa del Quidditch di quest'anno sarà vostra!-
Baston: -Sempre che Serpeverde non vinca la prossima contro Corvonero... ma per una volta voglio provare il brivido di essere ottimista.-
Hermione: -Complimenti, Harry! Ah, Hagrid voleva parlarti.-
"Hagrid mi aspettava appena fuori dallo stadio. Era il momento giusto per cercare di ricucire nel caso si fosse strappato qualcosa. In realtà il gigante aveva ben altro per la testa."
Hagrid: -Ehi, Harry, sei stato grande: potresti avere un futuro nel Quidditch, sai?-
Harry: -Non so nemmeno se ce l'avrò un futuro... Ecco, l'ho detto di nuovo.-
Hagrid: -Non c'è problema, Harry, essere tristi o arrabbiati non è un crimine. Non volevo che mi percepissi come troppo invadente.-
Harry: -No, è solo che non era un bel momento, ma ora sto meglio...-
Hagrid: -Ah, mi spiace allora doverti dare una cattiva notizia: Norberto non si sente tanto bene e c'è bisogno di un ricostituente speciale per rimetterlo in sesto.-
Harry: -Ma non puoi chiedere a Piton perché è illegale tenere draghi come animali domestici...-
Hagrid: -Già. So che forse non ti importa tanto di Norberto ma mi piacerebbe che tu mi accompagnassi di nuovo a Diagon Alley per comprare gli ingredienti per il ricostituente.-
Harry: -Ma certo che mi importa. E poi mi hai accompagnato proprio là all'inizio dell'anno e quindi è giusto che ora ti restituisca il favore.-
Hagrid: -Grazie, Harry, scusa ancora se a volte uso le parole sbagliate. Sono solo un sempliciotto di campagna! Ah-ah! Quando non hai lezione, fammi sapere, così ti dico il giorno preciso.-
"Forse gli altri mi vedono avvolto da una nuvola di fumo impenetrabile o qualcosa del genere. Cosa faceva pensare ad Hagrid che avrei abbandonato Norberto al suo destino? Apparivo davvero così cinico e indifferente all'esterno? Non riuscivo mai a stabilire se ciò fosse dovuto all'incapacità degli altri di comprendermi a fondo, oltre l'apparenza, o se fossi io che restavo cieco a me stesso dicendo quel che pensavo, senza preoccuparmi del modo e delle conseguenze che ciò aveva sugli altri. L'autenticità di cui mi premiavo e che usavo come paracadute dopo essermi lanciato oltre il dirupo della sofferenza personale forse non era che una stupida bugia o forse nessuno era in grado di coglierla. Ma che differenza faceva in fondo?"
 
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"Per mettermi avanti con i compiti della materia che più odiavo, quella sera decisi di andare alla ricerca degli ingredienti per la nuova pozione di Piton. Stando ad Hermione, nella parte alta del castello si trovavano dei Vermicoli da cui era possibile estrarre il famigerato Muco come una sorta di disgustosa spremuta. Finora non ci ero mai passato poiché delle statue a forma di uccello lo impedivano ma con l'incantesimo Avifors ciò non era più un problema. Esplorando la zona, trovai un minuscolo giardino pensile con una struttura in legno ed un macchinario con una pressa: probabilmente era la macchina adibita all'estrazione del Muco di Vermicoli. Ora mi restava soltanto da trovare quei mostricciatoli e spremerli fino all'ultima goccia."
"Per disboscare il giardino dai numerosi rovi e cespugli ricorsi ancora una volta ad un Paffutolo che viveva nei dintorni e recuperai alcune Gelatine dai Funghi Saltellanti che popolavano la zona. Una volta dentro combattei contro Folletti della Cornovaglia, Gnomi, Bulbi Balzellanti e Piante Porcospino, prima di accorgermi dei numerosi Vermicoli da allevamento: usando ripetutamente il Flipendo ne spinsi uno fin sotto la pressa, dopodiché la azionai con lo stesso incantesimo ma più caricato e potente. La valvola prese a girare e la pressa schiacciò il Vermicolo lasciando il Muco tutto per me."
"Il fatto di dover torturare piccoli animali e conservarne le escrezioni per delle pozioni da introdurre oralmente era il minimo che potessi aspettarmi da uno come Piton, ma ero pronto a scommetterci che un tale tipo di passione non fosse neanche lontanamente il suo peggior difetto. Quella sera andai a dormire presto rispetto al solito: Trasfigurazione ed il Quidditch mi avevano sfinito e probabilmente dovevo ancora recuperare il sonno perso quella spaventosa notte di Natale. Speravo solo che l'ultimo ingrediente della pozione non fosse altrettanto disgustoso o difficile da reperire."
"Ripensando a quella notte invece le parole di Silente mi giungevano come un monito che non riuscivo a seguire. Quando la vita era tanto insignificante, che ci poteva essere di così sbagliato nel rifugiarsi nei propri sogni? Avrei continuato per tutta la vita ad inseguire quello specchio fino a perdere il senno? Forse Piton stesso stava inseguendo quella brama, ma come collegare tutto questo al Corridoio Proibito? Dopo il fallimento della mia infiltrazione in Biblioteca, eravamo di nuovo daccapo, ma forse Hagrid avrebbe saputo dirmi qualcos'altro mentre lo aiutavo a guarire Norberto."
 
Capitolo 2: La cura
 
Harry Potter: "Diagon Alley. Febbraio 1992. Caro diario, sul treno per Diagon Alley, Hagrid rimase parecchio sorpreso quando gli parlai dell'ultimo ingrediente che avrei dovuto raccogliere per la pozione di Piton."
Hagrid: -La Rugiada Lunare si può trovare solo nel cuore della Foresta Proibita, per di più nelle notti di luna piena! Mi chiedo cosa passi per la testa al professor Piton... dare a dei ragazzini del primo anno un incarico del genere.-
Harry: -Quanti luoghi proibiti ci sono a Hogwarts? Comunque ora comincerai a credermi quando ti dico che Piton ambisce a qualcosa di più di una Coppa delle Case.-
Hagrid: -Beh, sotto questo aspetto è sicuramente molto strano...-
"A Diagon Alley era residuata della neve ai margini delle strade e faceva ancora piuttosto freddo, ma ormai non mancava molto alla fine dell'inverno. Era quasi tutto come lo avevo lasciato a settembre, ma ovviamente con molti meno studenti in giro. Hagrid si era fatto firmare un permesso da Silente per accompagnarmi lì nel weekend alla ricerca di un 'Repellente per Lumache Carnivore'."
Hagrid: -Per fare prima dovremmo dividerci, tanto anche tu ormai conosci il posto.-
Harry: -Io devo prima passare alla Gringott per attingere alle finanze dei miei.-
Hagrid: -Ma certo, consulta quel foglietto che ti ho lasciato per gli ingredienti, dove comprarli ed il prezzo. Io vado a prendere il resto e ci ritroviamo al Paiolo Magico finita la spesa, va bene?-
Harry: -Perfetto, ci vediamo dopo.-
"E così presi ancora la strada verso la banca dei maghi. Ricordavo ancora Unci-Unci e tutti i goblin dal viso aguzzo e meschino. A giudicare solo da quello non sembrava una grande idea quella di lasciare tutto il proprio patrimonio nelle loro grinfie."
Unci-Unci: -Se il signor Harry Potter vuole fare un prelievo, dovrà prima parlare con gli adepti di ogni galleria: una per gli Zellini, una per i Falci e una per i Galeoni. Ogni adepto consegnerà dei moduli da compilare nel più breve tempo possibile, prima di poterla portare alla camera blindata. Siamo spiacenti per il disturbo, ma serve a dissuadere i ladri.-
"Non vi era dubbio che tutte quelle orribili scartoffie costituissero un ottimo deterrente a chiunque cercasse un rapido furto con scasso. Il problema era che avrebbero reso anche la mia semplice richiesta di prelievo terribilmente lunga e inutilmente complicata. Certo, la burocrazia e l'economia non erano mai state il mio punto forte, ma quando si diventa paranoici circa la sicurezza di colpo tutti diveniamo potenziali ladri. C'era qualcosa di terribilmente misantropo nella sospettosa concezione del mondo di quei goblin: siamo tutti colpevoli fino a prova contraria. In fondo non la pensavo troppo diversamente riguardo a me stesso e a Piton."
 
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"Il pavimento della Gringott era così lucido e pulito che si faceva fatica a stare in piedi: non era molto diverso che camminare su di una lastra di ghiaccio. Per quanto riguarda il carrello nelle gallerie, stavolta, vista l'assenza di Hagrid, toccò a me guidarlo e, tra manutenzione e salti nel vuoto, fu come stare sopra una giostra. Che fosse questa la valvola di sfogo di quei noiosi ragionieri? Fatto sta che dovetti compiere tre percorsi diversi per arrivare alla stessa camera blindata, quella dei miei genitori, per prelevare Zellini, Falci e Galeoni, come Unci-Unci mi aveva anticipato."
"Essendo minorenne, un goblin si preoccupava di accompagnarmi in ognuno dei percorsi per darmi delle dritte. Venni fuori da quella tortuosa galleria con un fortissimo senso di nausea e di vertigini: per questo mi assicurai di aver ritirato molto più del dovuto, per non rischiare di dover rimettere piede su quel dannato carrello."
"Una volta uscito dalla Gringott, mi diressi al negozio di Ollivander, lo stesso dove mesi prima 'fui scelto' dalla bacchetta, e versai al proprietario gli Zellini per avere la possibilità di raccogliere tre Piume di Pavone dal retro-bottega. Ho detto 'per avere la possibilità' perché come nel caso dei miei primi acquisti, anche stavolta dovetti procurarmi da solo ciò che mi serviva. Così mi avvicinai di soppiatto al pavone chiuso nello scantinato e gli strappai tre penne prima di andarmene."
 
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"Tornai all'Emporio del Gufo dove il proprietario mi disse che per avere la Piuma di Gufo Reale dovevo prima nutrirlo fino a farlo addormentare. Andai nel retro e incantai il mangime con il Wingardium Leviosa per portarlo nel becco del pigro e viziato gufo reale, facendo attenzione agli altri gufi che cercavano di papparselo al posto suo. Alla fine il volatile lasciò cadere una piuma che feci levitare dalle gabbie fino a me. Lasciai quindi qualche Falci al calvo e glabro proprietario che mi chiese di salutargli Edvige."
 
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"Venne infine il momento di tornare al Serraglio Stregato dove in cambio di un Galeone potei recuperare le tre Verruche di Rospo Purpureo Gigante. Tutto ciò che dovevo fare era colpire con il Flipendo le scatole nel magazzino del negozio in cui il rospo gigante andava a nascondersi. Una volta stanata la creatura, mi bastò colpirla ancora per metterla al tappeto e prelevare così le tre verruche dal suo corpo. Per fortuna avevo dei guanti: non penso sarei riuscito a farlo a mani nude senza vomitare."
"Raccolti i tre ingredienti per la pozione andai al Paiolo Magico dove mi aspettava Hagrid per tornare a Hogwarts. Quando la sera mi fermai nella sua capanna per un té caldo, mi resi conto di quanto Norberto fosse cresciuto in soli tre mesi di vita."
Hagrid: -Il ricostituente impiegherà un po' a fare effetto, ma mi sembra che stia già meglio! A te no, Harry?-
Harry: -Hagrid, non ti pare che Norberto stia cominciando a diventare una presenza un po' ingombrante? Insomma, stiamo pur sempre parlando di un drago...-
Hagrid: -Cosa!? Credevo che lui ti piacesse!-
Harry: -Non è questo il punto. Cosa farai quando sarà diventato adulto? Dove potrai nasconderlo? Sotto la barba?-
Hagrid: -Ne abbiamo già parlato, Harry, e sai quanto io ci sia affezionato...-
"Spesso l'affetto viene confuso o usato come scusa per un proprio egoismo, facendo ignorare completamente quella che è la cosa giusta da fare. Passi per quando ero con Neville o Ron, ma sentirmi l'unico adulto nella stanza assieme ad Hagrid era una cosa che mi turbava non poco. Non ero certo io quello più adatto a impartire lezioni di logica e responsabilità, ma per quanto pensava potesse andare avanti quella clandestinità? Si poteva nascondere un gattino in una capanna, ma non certo un drago. Mentre solleticava il collo di Norberto, il quale sembrava gradire emettendo dei versi acuti e striduli, finalmente Hagrid prese la sua decisione."
Hagrid: -E va bene. Troverò qualcuno che se ne prenda cura e che abbia più spazio. Ma non conosco nessuno che faccia al caso nostro... A chi potrei chiedere?-
Harry: -Se non sbaglio Ron aveva detto che uno dei suoi fratelli era un allevatore di draghi.-
Hagrid: -Ma suo fratello studia e lavora in Romania. Come faremo a portargli Norberto senza che nessuno si accorga di nulla?-
Harry: -Non ne ho idea, dovrei chiedere a Ron, ma un modo ci dev'essere.-
"In quella gelida notte, mi dispiacque dover abbandonare il calore del focolare e l'intimità famigliare della capanna di Hagrid per tornare nel dormitorio di Grifondoro. Ma ormai eravamo alle fasi finali del campionato di Quidditch e Baston voleva darci dentro con gli allenamenti. Quella settimana ci aspettava il penultimo incontro: quello di ritorno contro Tassorosso e un mese dopo Serpeverde. Se volevamo la coppa non potevamo perdere."
 
Capitolo 3: La luce in fondo al tunnel
 
Harry Potter: "Hogwarts. Marzo 1992. Caro diario, forse era il cambio di stagione ma con l'arrivo della primavera mi sentii di nuovo svuotato. La luce del sole era fuori ma non era per me che quella luce splendeva e da solo non ero ancora minimamente in grado di brillare. Mentre vedevo la natura rinascere e gli studenti riflettere quello splendore con i loro canti, danze e sorrisi gioiosi, mi sentivo come una pietra di pomice in mezzo a tanti diamanti."
Hermione: -Oggi il professor Raptor ci insegnerà un nuovo incantesimo: non sto già più nella pelle! Mi spiace solo che potrebbe essere l'ultimo di quest'anno.-
Ron: -Per fortuna! Non riuscivo più a starci dietro. Che hai, Harry? Preoccupato per il Quidditch?-
Harry: -Devo prendere il Boccino prima che Serpeverde segni negli anelli, altrimenti perderemo per differenza di goal. Non avremmo dovuto perdere contro Tassorosso.-
Ron: -Pensarci non serve. Dai, andiamo alla lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.-
"In realtà il Quidditch era il minore dei miei problemi, ma di fronte all'incapacità dei miei simili di comprendere dilemmi esistenziali, decisi che per un po' avrei finto di avere dei problemi normali. La cosa sembrava funzionare, ma non potevo reggerla a lungo. Dopotutto chi ero io per rovinare la primavera a Hogwarts? Per quanto forte, nessun dolore può impedire alla natura di compiere il suo ciclo. Il mondo non si ferma per la morte di una o più persone: semmai per quello si ferma il tuo di mondo e all'esterno verrai sempre visto solo come un orologio che segna l'orario sbagliato e niente di più."
Raptor: -L'incantesimo Lumos v-vi permetterà di illuminare i luoghi p-più bui e di scoprire passaggi n-nascosti trasformando la vostra b-bacchetta in una sorta di fiaccola.-
"Quella mattina Raptor fu l'unico a riuscire in qualche modo a leggermi nella mente. Creare la luce con la propria bacchetta poteva essere una piccola tregua in un luogo buio come lo erano ultimamente i miei pensieri. Mentre l'impacciato professore si voltava per aprire il passaggio per la Sfida Lumos attraverso una parete dell'aula, la cicatrice ricominciò a bruciare. Il marchio maledetto cercava costantemente di ricordarmi, come un eterno memento mori, di come sarebbe stato impossibile separarmi dall'oscurità."
Raptor: -V-vi avverto: questa sarà l-la sfida più difficile che affronterete quest'anno, m-ma non potete comunque tirarvi indietro. C-coraggio!-
Neville: -Non possiamo proprio?-
"Nelle oscure segrete del castello, dove si sarebbe svolta la Sfida Lumos, avrei avuto a che fare con gli Imp, le Armature Viventi con lo scudo e ancora Granchi di Fuoco e Lumache Carnivore. Ma le creature che più di ogni altra mi misero in difficoltà furono i Fantasmi, quelli da cui Nick mi aveva messo in guardia nel reparto proibito della biblioteca. L'unico modo per ferirli o scacciarli era quello di 'accendere' la bacchetta con il Lumos puntando contro di loro la luce che ne scaturiva: quelle sagome inquietanti sembravano soffrire particolarmente l'esposizione a tale magia. Alla fine della cripta in cui mi aveva gettato Raptor si trovava la vera luce, ma per raggiungerla avrei dovuto risalire un mostruoso congegno composto di scale e passaggi segreti svelabili solo dall'incantesimo Lumos oppure andando a tastoni contro i mattoni che componevano le vecchie pareti. Fu davvero la sfida più dura e inquietante a causa delle presenze e dell'oscurità che infestavano il luogo, ma l'incantesimo che imparai era di indubbia utilità."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Quel pomeriggio un sole tiepido splendeva in cielo e tutti non facevano altro che parlare di quella che a tutti gli effetti sarebbe stata la finale della Coppa di Quidditch della stagione. Un incantesimo o una pozione contro l'ansia in quel momento mi avrebbero fatto comodo, ma non potevo far altro che contare su me stesso e sperare che Baston e la squadra sarebbero riusciti a difendere gli anelli per un tempo sufficiente a permettermi di catturare il Boccino. Sempre che il cercatore di Serpeverde non ci fosse riuscito prima."
Lee Jordan: -Grifondoro e Serpeverde si sfideranno oggi nella gara di ritorno nonché la partita che deciderà le sorti di questo campionato!-
Baston: -Potter, mi raccomando: quest'anno ce la dobbiamo portare a casa!-
Hermione: -Buona fortuna, Harry! Noi siamo sugli spalti a fare il tifo!-
Hagrid: -Stai tranquillo, Harry, vedrai che andrà tutto bene.-
Ron: -Già, non vedo l'ora di vedere Malfoy e tutti i Serpeverde abbassare la cresta!-
"Ma come sanno i meno sprovveduti, quindi non di certo Ron, quando si parla di certi personaggi, c'è quasi sempre la certezza di trovarseli alle spalle. Piton e Raptor passarono all'entrata dello stadio per andare a prendere posto sugli spalti."
Piton: -Ah, Potter, bella giornata oggi, non trovi? Sarebbe un vero peccato rovinarla con una sconfitta o, peggio, una brutta caduta.-
Raptor: -I-in bocca al lupo, Potter!-
"Piton aveva appena mormorato il suo spergiuro contro di me e non ci mise molto a fare effetto dato che appena lui e Raptor mi ebbero dato le spalle, la cicatrice cominciò di nuovo a farmi male. Dopo averli visti quella notte in biblioteca, era strano notare come Raptor e Piton, alla luce del giorno, fingessero di essere buoni colleghi. Ma non era certo questo il momento più opportuno per pensarci."
Lee Jordan: -Madama Bumb ha rilasciato il Boccino: inizia la partita!-
"Le condizioni meteo stavolta erano le più favorevoli ma questo valeva anche per gli avversari. Il cercatore di Serpeverde era un bestione con almeno quattro anni e trenta chili più di me ed una sua spallata improvvisa per poco non mi disarcionò dalla scopa. Attraversando gli anelli prodotti dal Boccino d'Oro tuttavia riuscii a prendere abbastanza velocità da lasciarlo leggermente indietro. Nel frattempo la nostra squadra però era già andata sotto di un goal, ma il peggio non era ancora venuto."
Hagrid: -Non vi sembra che Harry si stia muovendo in modo strano?-
Ron: -Sì, ma mi pare un problema della scopa...-
Lee Jordan: -Serpeverde guadagna terreno ed il Cercatore supera di nuovo Potter! Ma che gli succede!? Il giovane Grifondoro sembra aver perso il controllo della scopa!-
Hermione: -Sembra una maledizione... ma certo, guardate Piton!-
"Usando il binocolo di Hagrid, Ron ed Hermione si resero conto che dalla parte opposta dello stadio, sugli spalti riservati ai professori, Piton stava lanciando una fattura contro la mia scopa per fare in modo che cadessi rovinosamente come aveva pronosticato prima della partita. Quando si dice 'sii l'autore delle tue fortune'..."
Ron: -M-ma che fa?! Sembra che stia farfugliando qualcosa in uno stato di trance...-
Hermione: -E' un Malocchio: ha bisogno di mantenere il contatto visivo perché la formula abbia effetto! Glie lo dobbiamo impedire o lo ucciderà!-
Hagrid: -M-ma da qui come possiamo fare?-
"Mentre cercavo disperatamente di domare la scopa che ormai non rispondeva più ai miei comandi, Hermione salì sugli spalti dei professori e, senza farsi vedere, usò la bacchetta per incendiare il mantello di Piton, obbligandolo così a distogliere lo sguardo da me, non appena se ne fu accorto, e interrompendo il flusso della fattura. Mentre Piton tentava di spegnere le fiamme, nel dimenarsi travolse persino Raptor e gli altri insegnanti seduti a fianco, ma lentamente riuscii a riprendere il controllo della scopa."
Lee Jordan: -Potter non si è dato per vinto e sembra tornato in partita!-
"Con una nuova accelerazione raggiunsi il Cercatore di Serpeverde e schivai un Bolide che andò proprio a colpire quest'ultimo mandandolo di nuovo indietro. Oramai ero arrivato ad uno soffio dal Boccino ma nonostante tutto non riuscivo ancora ad afferrarlo. Non avevo idea di quale fosse il punteggio a questo punto ma era da diversi minuti che stavamo giocando e forse non c'era più tempo prima che Serpeverde segnasse troppi goal: dovevo tentare il tutto e per tutto. Così, una volta sceso di quota, mi misi lentamente in piedi sulla scopa mentre allungavo la mano verso il Boccino, pronto a lanciarmi quando fossi stato sicuro di poterlo afferrare. A quel punto il tasso di adrenalina che avevo nel sangue era talmente alto che non avevo idea di quanto potessi rischiare l'osso del collo se mi fossi schiantato a quella velocità. Ignorando quel debole istinto di sopravvivenza che ancora albergava in me per il più vanaglorioso agonismo, mi tuffai dalla scopa in avanti ad almeno cinquanta chilometri orari ma mancai clamorosamente il Boccino. Tuttavia, nel corso del mio capitombolo, che andò avanti a furia di ribaltoni per vari metri del campo, sentii qualcosa finirmi in gola solleticandomi la trachea. La corazza da Quidditch mi risparmiò le ferite peggiori tant'è che mi rimisi subito in piedi, non appena finite le capriole sul prato, rimanendo immobile in mezzo allo stadio senza più nemmeno sapere dov'ero tanto mi girava la testa."
Ron: -Insomma, l'ha preso o no?!-
Hagrid: -Oh, no, poverino, sta per mettersi a vomitare!-
"Mi sentivo soffocare, non riuscivo più a respirare e per qualche istante pensai che è così che sarei morto, davanti all'intera Hogwarts: se non altro un modo di andarsene molto più scenografico, per quanto patetico, di quanto avessi mai immaginato. Dopo qualche istante però, mi salì un rigurgito e per un attimo pensai di dover rimettere, ma dalla bocca invece fuoriuscì una pallina dorata con le ali che sbattevano ad altissima velocità: in un modo piuttosto rocambolesco, certo, ma alla fine c'ero riuscito."
Lee Jordan: -Harry Potter conquista il Boccino d'Oro! Grifondoro batte Serpeverde per 160 punti a 60! Evvai, Harry, sei stato incredibile! Ehm, m-mi scusi, professoressa...-
"Purtroppo però avevamo fatto male i nostri conti. Mentre molti Grifondoro stavano già festeggiando come se avessero vinto la coppa, il Capitano Baston fissava il terreno come se stesse realizzando in quel momento che il punteggio ottenuto, benché avessi preso il Boccino, non bastava. Ovviamente la partita era vinta, ma nella logica del campionato, a parità di vittorie, Serpeverde aveva una differenza goal favorevole e quindi la Coppa del Quidditch di quell'anno spettava a loro."
Malfoy: -Che peccato, Grifondoro, quest'anno c'eravate quasi riusciti! Ah-ah!-
"Dopo la partita, sorbirsi lo sfottò di Malfoy era il minimo. La cosa peggiore piuttosto era dover fare i conti con la delusione inconsolabile di Baston."
Baston: -Questo è il premio per l'unica volta in cui sono ottimista e mi rilasso un attimo...-
George: -Non preoccuparti, Harry, sei stato fenomenale e anche Baston lo pensa, ma bisogna fargli smaltire la sconfitta.-
Fred: -Tranquillo, ci pensiamo noi a lui. Dopo questa, non oso pensare a quanto sarà scettico e prevenuto l'anno prossimo.-
Percy: -Ragazzi, al di là del punteggio siete stati tutti fantastici! Potter, i miei complimenti, sei davvero eccezionale come Cercatore.-
Harry: -Grazie, Percy.-
Baston: -Sì, sarà per l'anno prossimo, come dissi l'anno scorso.-
"Un finale agrodolce per il mio primo campionato di Quidditch, almeno a livello personale. Avevo catturato il Boccino in tre partite giocate su quattro ed ero arrivato ad un passo dal vincere la coppa, pur essendo entrato tardi nella squadra, per di più ad un'età in cui normalmente non è consentito agli studenti giocare. Purtroppo però non riuscivo a liberarmi del mio debole per gli sconfitti e per il famigerato bicchiere mezzo vuoto: il mio arci-nemico. E così, anche nella vittoria, finivo col concentrarmi di più su ciò che non andava invece che gioire dell'invidiabile risultato."
"Ron ed Hermione mi spiegarono di come Piton durante la partita avesse cercato di farmi schiantare, il ché divenne solo l'ennesima conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che l'insegnante sapeva che gli stavo mettendo i bastoni fra le ruote e che non gradiva la mia presenza a Hogwarts. Ma cosa volesse davvero così come il suo reale legame con Tu-sai-chi restavanono per me un mistero. Un mistero che avrei fatto meglio a risolvere in fretta se non volevo lasciarci le penne."
 
Capitolo 4: Addio, Norberto
 
Harry Potter: "Hogwarts. Aprile 1992. Caro diario, non ero ancora riuscito a recuperare l'ultimo ingrediente per la lezione di Pozioni e ormai la scadenza era vicina. Più ricordavo a me stesso di dover fare qualcosa e più lo tendevo a rimandare fino a trovarmi con la celebre acqua alla gola. Nel caso di Piton poi non avevo alcuna motivazione e non sentivo nessuna responsabilità verso la sua materia: non ero certo il tipo che faceva qualcosa solo perché doveva e non lo dicevo per vantarmi. In un momento come quello non so cosa avrei fatto per avere un briciolo dell'abnegazione di una studentessa come Hermione. Nonostante la sua fama di secchiona stavolta però anche lei si trovava nella stessa situazione, impossibilitata com'era a reperire della Rugiada Lunare."
"All'inizio del mese Ron aveva scritto una lettera a suo fratello Charlie, quello che studiava i draghi in Romania, per chiedergli se fosse potuto passare ad Hogwarts per prendere con sé Norberto. Ebbene, Charlie aveva risposto che sarebbe passato proprio quella sera."
Ron: -Mio fratello ha scritto che passerà in volo verso le 10 vicino alla Torre di Astronomia: dobbiamo farci trovare là a quell'ora per consegnargli Norberto.-
Harry: -D'accordo, allora dobbiamo prima passare da Hagrid.-
Hermione: -Vuoi venire anche tu, Neville?-
Neville: -Ho sempre voluto vedere un Dorsorugoso di Norvegia: è un drago così raro!-
Ron: -Beh, allora ti conviene venire, oggi è l'ultima volta in cui sarà disponibile.-
Neville: -M-ma dopo il casino dell'ultima volta, quando siamo finiti nel Corridoio Proibito, ho un po' paura a seguirvi.-
Harry: -Fai come vuoi. Stavolta però abbiamo questo.-
"Tirai di nuovo fuori il Mantello dell'Invisibilità: non era sufficiente a coprire tutti e quattro, ma fino alla capanna di Hagrid non ce n'era bisogno dato che il coprifuoco sarebbe scattato solo qualche ora dopo."
"Hagrid ci aprì la porta e ci invitò a bere qualcosa e coccolare per l'ultima volta Norberto prima di dargli l'addio. Ovviamente il gigante era dispiaciuto ma alla fine aveva compreso che il drago sarebbe stato meglio in Romania, in un'ampia riserva naturale invece che, per quanto ben accudito, condannato ad una vita di reclusione e clandestinità a Hogwarts. E comunque presto sarebbe diventato troppo grande per poter essere nascosto."
Neville: -Wow! E' davvero bellissimo... che peccato non poterlo tenere.-
Hagrid: -Ringrazia Charlie da parte mia, Ron. State attenti a non farvi beccare.-
"E' un amore più vero quello disinteressato di una creatura per un'altra totalmente diversa oppure quello 'interessato' di una madre per il figlio? Forse il primo è più vero e nobile, ma il secondo è più forte ed in un certo senso anche più brutale. Ma chi ero io per poter parlare di amore? Uno che poteva solo vagamente immaginare di cosa si trattasse, che indossava dalla nascita un marchio di infamia e la cui vita sembrava condannata alla vendetta e al rancore. Non avevo alcun diritto di dire agli altri come fosse giusto amare, ma per me quello era l'unico modo per avvicinarmi ad un'esperienza di cui fui crudelmente privato."
"Mentre ci salutavamo, vidi Malfoy spiarci fuori dalla finestra della capanna. Non appena se ne accorse, il Serpeverde fuggì via con un ghigno dipinto sul volto."
Hermione: -Credete che andrà ad avvisare i prefetti?-
Harry: -Probabile, ma se facciamo in fretta, non ne avrà il tempo.-
Hagrid: -Allora andate, presto! Addio, Norberto!-
"La comparsa di Malfoy velocizzò il commosso commiato di Hagrid e subito dopo tutti ci incamminammo verso la torre di Astronomia con Norberto ben nascosto dentro al mantello. Purtroppo, per qualche strana ragione, Gazza e la sua gatta stavano facendo la ronda proprio lì quella notte e dunque ancora una volta ci sarebbe toccato giocare a nascondino."
Harry: -Ron, tieni tu Norberto, intanto io salgo da solo per attivare l'interruttore e aprire la grata che porta in cima alla torre.-
Ron: -Va bene, passamelo. Ehi, Norberto, ti aspetta un bel viaggio... ahi, mi ha morso!-
"Ero già passato da quelle parti mesi prima, per l'ingrediente della pozione di Justin, ma non specificamente in quel posto. Nascondendomi sotto il mantello riuscii a sgattaiolare alle spalle di Gazza e di Mrs Purr per varie stanze, ma alla fine i due si misero di fronte al pulsante per aprire la grata, cosa che mi avrebbe impedito di premerlo. Una volta tanto però l'intervento di Pix andò a mio vantaggio."
Gazza: -Stanotte nessuno passerà di qui! Eh-eh!-
"Il poltergeist si stava divertendo a incantare armature e a rompere vasi, quando il custode lo richiamò."
Pix: -Buonasera, Gazza, mi chiedevo se potessi usare una magia per sollevare quel vaso. Oh, dimenticavo che non sei capace: per questo fai lo spazzino. Uah-uah-uah!-
"A quanto pare non ero l'unico ad essere preso di mira da quel clown. Decisi di sfruttare il caos generato da Pix per distruggere con un colpo di bacchetta un altro vaso dall'altra parte della stanza, in modo da distrarre Gazza e correre verso l'interruttore."
Gazza: -Pix, sarai cacciato per il tuo infantile vandalismo!-
Pix: -Non è stato Pix! C'è qualcuno qui intorno! E' Potter, è sicuramente Potter!-
"Dopo avermi sentito, Mrs Purr prese a soffiare e miagolare per richiamare il padrone, ma ormai ero già scappato oltre il corridoio, verso la grata che collegava Ron e gli altri con le scale che portavano in cima alla torre."
Neville: -Finalmente, Harry, cominciavamo a preoccuparci!-
Ron: -Ugh... c-credo di non sentirmi tanto bene...-
"Ron, Hermione, Neville ed io portammo Norberto sulla cima della Torre di Astronomia dove Charlie ed i suoi colleghi ci stavano già aspettando a bordo dei propri manici di scopa."
Charlie: -Piacere di conoscervi, ragazzi. Harry Potter, sai di avere un nome importante, vero?-
Harry: -Ti prego, non ricordarmelo.-
Charlie: -Un Dorsorugoso di Norvegia: un esemplare davvero magnifico. Norberto, avete detto? Vieni qui, cucciolo... lo chiamo cucciolo, ma ancora per poco, credetemi!-
Hermione: -Ron, che ti succede!? Sei tremendamente pallido!-
Ron: -D-dev'essere per il morso di Norberto... mi gira la testa...-
Charlie: -Cielo, Ron, potrebbe trattarsi di un'infezione! Farete meglio a portarlo in infermeria.-
Neville: -Ma poi Madama Chips ci chiederà cosa lo ha morso e capirà che si tratta di un drago!-
Harry: -E quindi cosa suggerisci di fare? Abbandonarlo qui?-
Neville: -N-no, non volevo dire questo...-
Charlie: -Mi spiace per il trambusto, ma vedrete che l'infermiera capirà. Lasciate solo che vi dica che l'adulto che ha scelto di tenere un drago nascosto in una capanna per poi lasciarvi il compito di liberarlo non è stato molto saggio...-
"Già sapevamo dell'eccessiva indulgenza di Hagrid nei confronti di creature potenzialmente pericolose. Charlie dava l'impressione di una persona molto matura, pragmatica e conciliante. Non perse troppo tempo in chiacchiere quando vide che il fratello aveva la febbre e se ne andò in volo a cavallo della scopa, assieme ai suoi compagni, con Norberto avvolto in un telo e una pallida luna piena sullo sfondo, come in un antico sabba delle streghe. A quel punto non ci restava altro da fare che lasciare Ron in infermeria anche se ancora non sapevamo bene quale scusa inventare. Nel frattempo quel vigliacco paranoico di Neville cominciava a dare i primi segni di nervosismo."
Hermione: -Potremmo dire che lo abbiamo trovato così nella sala comune.-
Harry: -Ma così finiremmo con lo scaricare tutta la responsabilità su Ron...-
Neville: -Ecco, lo sapevo che non dovevo venire neanche stavolta! Oh, ma perché mi lascio sempre convincere da voi altri pazzoidi!?-
Hermione: -Chiudi la bocca, Neville, o ci farai beccare da Gazza!-
"Invece che Gazza, a toglierci dall'impiccio di dover architettare un alibi per Ron, mentre scendevamo dalla torre, fu un ficcanaso di cui ci eravamo tutti scordati troppo in fretta. Malfoy era andato ad avvertire la professoressa McGranitt in persona del fatto che avevamo violato il coprifuoco per andare da Hagrid e, non appena scesi dalle scale, ci trovammo davanti entrambi ad attenderci."
 
* * * * * * * * * * *
 
"La McGranitt ci portò nel suo ufficio per sottoporci ad una sorta di interrogatorio ma lasciò che Ron andasse in infermeria trovandosi in condizioni pietose. Per fortuna non capì che si trattava del morso di Norberto e non ci fece domande al riguardo. Al contrario la sua unica priorità sembrava quella di punirci. Capii subito che non avrei potuto aspettarmi un trattamento di favore, nonostante l'insegnante fosse la direttrice di Grifondoro. In una sorta di verbale da caserma la donna austera e irremovibile dettò alla propria penna incantata, che scriveva per lei, i fatti accaduti."
McGranitt: -'Questa notte il signor Potter, la signorina Granger, il signor Paciock ed il signor Weasley, ora in infermeria per un'infenzione non meglio accertata, hanno violato il coprifuoco recandosi alla capanna del guardiacaccia Hagrid. Il signor Malfoy ha informato tempestivamente la sottoscritta che, per questo, è riuscita a coglierli sul fatto'.-
Neville: -L-la prego, professoressa McGranitt, non ci espella!-
McGranitt: -Silenzio, signor Paciock, non sarete espulsi per così poco. Per non aggravare la situazione infatti ho intenzione di non indagare oltre. 15 punti saranno sottratti a Grifondoro. A testa.-
Hermione: -C-cosa? 15 punti a testa!?-
McGranitt: -Fossi in lei mi considererei fortunata, signorina Granger. Invece assegnerò a Serpeverde 5 punti per il servizio reso alla scuola dal signor Malfoy.-
"Lo spione sghignazzava fra sé e sé credendo di essere il più furbo nella stanza, ma ebbe un'amara sorpresa dalla McGranitt, non certo la prima fan della sua casa."
McGranitt: -'Per rimediare all'infrazione delle regole inoltre, dispongo che Potter, Paciock, Granger e Malfoy passino la notte nella Foresta Proibita come punizione'. Nel caso di Weasley ritengo non ci sia bisogno di infierire.-
Malfoy: -Scusi, ma credo di non aver sentito bene, professoressa. Ha forse messo per sbaglio il mio nome tra quelli che dovranno scontare la punizione?-
McGranitt: -Al contrario, ha sentito benissimo, signor Malfoy. Dopotutto anche lei si trovava nel parco oltre l'orario di coprifuoco o sbaglio? 15 punti saranno sottratti a Serpeverde per questo.-
"Il ghigno di Malfoy si tramutò in un'espressione di stizza e incredulità. Mal comune, mezzo gaudio: anch'io ora stavo sghignazzando, ma francamente non so se fosse peggio passare una notte nella Foresta Proibita o con Malfoy, mentre le due cose assieme erano potenzialmente mortali. Smisi di ridere non appena me ne resi conto."
"Gazza ci accompagnò di nuovo alla capanna di Hagrid: la Foresta Proibita si trovava appena dietro. Malfoy era infuriato mentre Neville non la smetteva di piangere."
Malfoy: -Non riesco a credere che quella megera abbia messo in punizione anche me! Quando lo verrà a sapere mio padre...-
Neville: -I-io non ho fatto niente di male... n-non voglio andare là dentro!-
Gazza: -Sono passati i tempi in cui ci veniva permesso di appendere ragazzini molesti come voi per i pollici nei sotterranei. Eh, quanto mi mancano quelle urla...-
Hagrid: -Sono pronto! Anche Thor verrà con noi. Su, sveglia, pelandrone!-
"Hagrid uscì dalla capanna armato di un'enorme balestra trascinando il riluttante cane Thor. La McGranitt infatti aveva chiesto al guardiacaccia di accompagnarci, essendo troppo piccoli per scontare la punizione da soli."
Hagrid: -Ultimamente gli animali della foresta sembrano piuttosto irrequieti. Per questo dovremo controllare e tener bene gli occhi aperti.-
Hermione: -Non credevo l'avrei mai detto, ma comincio ad invidiare Ron.-
Gazza: -Oh, fai bene, piccola... Dio solo sa cosa si possa trovare nel cuore della notte in quella foresta. Eh-eh! Buonanotte, pivellini. Ci vediamo domattina, credo.-
"Malfoy mi guardò preoccupato e vidi Hermione deglutire per mandar giù la paura. Neville ansimava e singhiozzava istericamente ormai privo del controllo su di sé, sempre che l'avesse mai avuto. Lasciato il sempre più inopportuno Gazza, seguimmo Hagrid e Thor all'interno della Foresta Proibita. Il primo aveva un'aria molto concentrata, non proprio spaventata ma costantemente allerta, con balestra in braccio e sguardo che passava velocemente a destra e a sinistra mentre il suo grosso cane guaiva e appariva vigliacco e assonnato come al solito, dunque non molto diverso da Neville."
Harry: -Senti, Neville, mi spiace che tu ci finisca sempre in mezzo...-
"Provai a supportare Neville che aveva smesso da un po' di parlare ma lui ignorò completamente le mie parole come se si trovasse in stato catatonico. Lanciai uno sguardo ad Hermione che mi fece cenno di lasciar perdere. Nel frattempo ci eravamo addentrati nella foresta: il cielo non era quasi più visibile a causa degli altissimi alberi ma faticavo anche a vedere dove poggiassi i piedi a causa di una fitta e densa nebbia a pelo del terreno che si spostava intorno alle lunghe e contorte radici degli arbusti. Malfoy teneva la lanterna, unica fonte di luce in una zona parossisticamente buia e tetra."
"Ad un certo punto Hagrid notò una macchia di un liquido di colore bianco luminoso e quasi trasparente. Quando si chinò per tastarlo con le dita, notai che la consistenza era estremamente densa, quasi cremosa."
Hagrid: -Sangue di unicorno... Sì, c'è decisamente qualcosa che non va qui stanotte.-
Malfoy: -S-significa che è stato ucciso?-
Hagrid: -Non lo so, forse è soltanto ferito, ma dovremo cercarlo. Suggerisco di dividerci per coprire meglio il territorio: basta non allontanarsi troppo e non correrete pericoli.-
Hermione: -M-ma chi potrebbe voler uccidere un unicorno?-
Hagrid: -E' quello che voglio scoprire. Su, andiamo, Neville è meglio se viene con me.-
Hermione: -Posso venire anch'io con te, Hagrid?-
Hagrid: -Ma certo. Ciò significa che Harry andrà con Draco se a tutti va bene. Potete tenervi anche Thor per quel che serve. Ah, se avete bisogno della Rugiada Lunare per la lezione di Pozioni, può darsi che riusciate a trovarla qui in giro, quindi guardatevi bene attorno.-
"E così la mia infausta profezia si era avverata: una notte nella Foresta Proibita con Malfoy. Più un cane poco coraggioso a farci da guardia del corpo. Se non altro non avrei dovuto fare da balia a Neville."
Hagrid: -Se avete bisogno, fate un fischio e arriveremo.-
 
* * * * * * * * * * *
 
"Nonostante fossimo ormai in primavera, quella notte uno strano freddo riusciva a penetrare nelle ossa. Dopo aver camminato per un po', io, Thor e Malfoy continuammo a trovare altre tracce di sangue di unicorno. In una radura dove filtrava la luce della luna scovammo dei cespugli sulle cui foglie si era poggiata qualche goccia di Rugiada Lunare: prendemmo entrambi la fiala e ne raccogliemmo un misurino. Tutto sembrava andare fin troppo bene fino a quando Malfoy non cominciò a lamentarsi."
Malfoy: -Prima la McGranitt, poi quello zoticone di Hagrid che mi manda a spasso con te nella foresta... inaudito!-
Harry: -Che c'è, Malfoy? Hai forse paura che ti abbandoni qui?-
Malfoy: -Tsk... Quando lo saprà mio padre, Silente vedrà.-
Harry: -Sei un disco rotto. Datti pace, non sei migliore di nessuno e nessuno ti deve nulla.-
Malfoy: -E' solo colpa tua, Potter! Hai scelto di circondarti di gentaglia come Weasley, Granger e quell'altro demente di Paciock e questo è il risultato!-
Harry: -Disse quello che ha scelto Tiger e Goyle...-
Malfoy: -Grifondoro può soltanto lucidarci la coppa quest'anno!-
Harry: -Almeno io gioco in una squadra di Quidditch.-
Malfoy: -Ma stai zitto, sfregiato!-
"Malfoy mi mollò uno spintone facendomi quasi perdere l'equilibrio. Ero già nervoso di mio in quel momento e, in uno scatto di rabbia, lo spinsi per terra: arrivammo rapidamente alle mani. Thor si mise a ringhiare, probabilmente spaventato dalla nostra reazione, animalesca persino per gli standard di un cane-lupo."
Harry: -Ora basta, mi hai davvero stancato, Malfoy!-
"Nel corso della zuffa, sentimmo degli ululati talmente lontani che sembrava provenissero direttamente dall'inferno, dopodiché una folata di vento sparse la nebbia intorno. Mi distrassi per guardarmi intorno e Malfoy ne approfittò per mollarmi un pugno che mi aprì il labbro. Non ebbi nemmeno il tempo di rialzarmi che il Serpeverde stava già scappando abbandonandomi nella foresta senza lanterna."
Malfoy: -M-ma cos'è quello!? A-aiuto!-
Harry: -Dove scappi, vigliacco!?-
"Anche Thor si allontanò di corsa abbaiando. Forse nemmeno il miglior amico dell'uomo voleva essere mio amico. Dopo essermi rimesso in piedi, mi asciugai il sangue dal labbro e mi girai per vedere cosa potesse esserci di così inquietante e mi trovai davanti due spettri dalle fattezze canine. Avevo letto da qualche parte di loro: si trattava dei Gytrash, tra le creature più pericolose che si potevano incontrare in quella dannata foresta."
"Estrassi la bacchetta e mi preparai al combattimento. I due spiriti canini mi giravano attorno come avvoltoi studiandomi e aspettando il momento giusto per saltarmi al collo e azzannarmi con le loro fauci, enormi anche per il più grande dei lupi. Come nel caso della loro controparte umana, i comuni Fantasmi, anche i Gytrash temevano la luce e quindi il Lumos sarebbe stato l'ideale per dare finalmente riposo ai loro spiriti."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Finita la lotta furibonda con la coppia di Gytrash, potei tirare un sospiro di sollievo. Tuttavia non era ancora finita. L'unica cosa certa è che ero stato abbandonato. Solo di notte nella Foresta Proibita, senza più nemmeno una fonte di luce, ma l'incantesimo Lumos serviva proprio in casi come quello. Per un attimo mi sembrò come di dover nascere una seconda volta, soltanto per venire poi nuovamente rigettato. A questo punto ero un po' come Hansel e Gretel, perso nel bosco ma, come in uno dei miei incubi più ricorrenti, con una scia di sangue da seguire, sangue di unicorno, piuttosto che di briciole di pane."
"Nel ventre della Foresta Proibita incontrai le peggiori creature: Tentacoli Velenosi, Bulbi Giganti, tane piene di Imp e ancora Gytrash. Non solo il Lumos, ma anche l'Incendio per bruciare i rovi che spesso ostruivano il passaggio ed il Verdimillious per svelare piattaforme magiche sopra dirupi senza fondo, mi tornarono ancora utili."
"Seguii la scia di sangue perdendo la cognizione del tempo. Probabilmente era tardissimo ma ero troppo allarmato per sentire la stanchezza. Mentre proseguivo un presagio sempre più tetro e inquietante si faceva strada dentro di me: più che perso nel bosco mi sentii improvvisamente perso per sempre nel mio passato. Non avrei più trovato la strada di casa e ogni via di redenzione mi era ormai preclusa. Avrei vagato nelle mie angosce e frustrazioni più nere per il resto dei miei giorni schernito dalla luna e imprigionato tra quegli alberi scheletrici con i loro rami a punzecchiarmi di continuo."
"A conferma che il mio non era un delirio ma una sorta di iniziazione a ciò che mi aspettava nella radura, arrivò un segnale molto chiaro. Trovai la carcassa dell'unicorno che l'essere incappucciato stava ancora svuotando, succhiando il sangue dall'enorme ferita sul ventre come un vampiro. Il dolore alla cicatrice mi stava provocando le vertigini tanto era forte. La creatura percepì la mia presenza e si voltò ma non potevo comunque vederne il volto. Si levò in aria, avvicinandosi e levitando come un vecchio mantello nero finché il terrore si impossessò di quel che restava di me. Indietreggiando infatti inciampai in una delle tante radici sparse sul terreno e caddi sulla schiena: stavolta sentii davvero di essere finito."
"Dopo che la figura aprì il mantello pensai che così mi avrebbe inghiottito: esso si dilatò all'inverosimile come se potesse divorare l'intero mondo. Al suo interno mi sembrò quasi di poter veder vagare le anime e gli spiriti di tutte le ingiustizie della storia, tutte le persone che avevano perso e sofferto senza mai più potersi rivalere. Fu di colpo come se ogni mia scusa mi avesse abbandonato e fossi costretto a guardare in faccia la realtà fino a convincermi di essere colpevole di tutto ciò: una sensazione che conoscevo molto bene e che non mi avrebbe mai lasciato dormire sonni sereni. Vittima e colpevole in un'unico corpo senza più alcuna possibilità di appello, in attesa che l'essere incappucciato mi succhiasse via il sangue che trasportava il mio fardello fino a farmi essicare e così assolvermi."
"Ma un attimo prima che tutto questo accadesse, qualcuno intervenne a salvarmi. Era solo per metà umano, ma non si trattava di Hagrid. Aveva il busto e la testa di un uomo e il resto del corpo di un cavallo: era un centauro. Questa strana creatura cacciò la figura incappucciata scalciando con le proprie zampe e minacciandola infine con il proprio arco e le proprie frecce. L'essere che aveva ucciso l'unicorno sgusciò via come un'ombra sottile allontanandosi e scomparendo fra i cespugli della foresta. A quel punto, il centauro mi afferrò e mi mise in groppa. Ero ancora troppo scioccato per riuscire a fare anche solo mezzo ragionamento, ma cercai comunque di provare a dire qualcosa."
Harry: -T-tu sei...-
Fiorenzo: -Chiamami Fiorenzo, sono un centauro amico di Hagrid. E tu devi essere Harry Potter, giusto?-
Harry: -Sì, ma c-chi era quello?-
Fiorenzo: -Uccidere un unicorno è una cosa terribile. Il suo sangue, se bevuto, può ridare vitalità anche a chi si trova ad un passo dalla morte. Ma a quale prezzo? Hai ucciso qualcosa di così raro ed elegante, così puro... Chiunque lo faccia, non conosce vergogna e sa che la sua rimarrà per sempre un'esistenza dannata.-
Harry: -Conosco solo una persona che potrebbe volere una simile vita...-
Fiorenzo: -Colui-che-non-deve-essere-nominato è debole ma non è ancora morto. Di certo tu e i tuoi genitori lo avete ridotto male, ma sta tentando di tornare e ci potrebbe riuscire.-
"Fiorenzo mi portò a cavallo fino all'uscita dalla Foresta Proibita, nei giardini di Hogwarts, da cui ero entrato. Dopo essere sceso dal dorso del centauro, mi resi conto di quanta fatica facessi a rimanere ancora in piedi."
Harry: -Come potrò mai ringraziarti?-
Fiorenzo: -Non serve, Harry Potter. Stanotte non sono riuscito a salvare quell'unicorno ma ho salvato qualcuno di altrettanto prezioso. Ora va, ma sii prudente: l'oscurità è in agguato e presto il mondo potrebbe diventare un luogo ancora meno sicuro.-
"Fiorenzo tornò galoppando nella foresta quasi come se quella fosse la sua riserva naturale o forse la casa scelta dagli stessi centauri. Ad ogni modo le sue parole servirono ancora di più a ricordarmi di come il mio tempo stava scadendo: Voldemort era già in qualche modo entrato ad Hogwarts e non potevo permettergli che mettesse le mani su ciò che si trovava nel Corridoio Proibito, di qualunque cosa si trattasse. Altrimenti sarebbe tornato e a quel punto Dio solo sapeva chi sarebbe stato più in grado di fermarlo."
 
Capitolo 5: Tu-Sai-Chi mi vuole morto?
 
Harry Potter: "Hogwarts. Maggio 1992. Caro diario, dopo la notte alla Foresta Proibita non riuscivo più a sentirmi al sicuro, nemmeno nel mio letto. Ormai l'anno volgeva al termine e mancavano poche lezioni prima degli esami finali. E poi che avrei fatto? Sarei tornato a Privet Drive come se niente fosse? Un simile atteggiamento mi sembrava un modo davvero vigliacco di fuggire dai problemi che c'erano ad Hogwarts. Ma non ero forse venuto in quella scuola proprio per fuggire dai Dursley in fondo? E non mi ero messo a fissare per ore lo Specchio delle Brame prima che Silente mi interrompesse per lo stesso esatto motivo? Per fuggire dalla realtà. La casa, così come l'amore, ideale erano solo un'illusione e averlo capito a 11 anni rendeva la vita piuttosto lunga."
"Non so come quella notte Hermione, Neville e Malfoy fossero tornati indietro ma immagino che Hagrid non li avesse abbandonati. Anche Ron era tornato in salute e tutti stavamo facendo colazione alla Sala Grande in una delle prime mattine di maggio quando Hermione si presentò con un enorme libro. Ovviamente in quel periodo tutti erano terrorizzati dagli esami e dall'ultima lezione di Pozioni. Non ero dell'umore per mettermi a studiare e così dovetti, come stava diventando abitudine, affidarmi alla mia sola intelligenza, sperando che sarebbe bastata."
Ron: -Hai già iniziato a studiare per gli esami di fine anno?-
Hermione: -A dire il vero ho già finito. Questa è una lettura leggera che ho cercato in biblioteca per rilassarmi e...-
Ron: -Senti, se ti va potresti studiare anche per me.-
Hermione: -Dicevo, mentre leggevo questo volume ho scoperto finalmente chi è Nicholas Flamel. Si tratta di un famoso alchimista: colui che inventò la Pietra Filosofale!-
Harry: -Sarebbe a dire?-
Hermione: -La Pietra Filosofale serve a produrre l'elisir di lunga vita in grado di rendere immortale chiunque lo beva. Inoltre può trasformare qualsiasi metallo in oro puro.-
Ron: -Però... e dove potrei trovare questo sasso?-
Hermione: -Nel Corridoio Probito, quasi sicuramente. Ecco cosa ha prelevato Hagrid dalla Gringott, ecco perché Silente ha fatto mettere Fuffi a guardia del Terzo Piano, ecco cosa sta cercando il professor Piton: la Pietra Filosofale!-
Harry: -Dobbiamo assolutamente andare a parlare con Silente!-
"Ancora una volta la capacità di Piton di apparire alle spalle di chiunque stesse parlando di lui, ci sorprese."
Piton: -Il professor Silente non si trova ad Hogwarts momentaneamente. Ha ricevuto un gufo urgente dal Ministero della Magia e temo che non tornerà prima della fine del mese, per gli esami. Posso fare qualcosa io per voi tre Grifondoro?-
Harry: -Ah, no, t-tutto a posto, signore... va bene così, g-grazie.-
Piton: -Ottimo. Allora ci vediamo tra poco alla nostra ultima lezione. Spero abbiate preso gli ingredienti per la pozione: lo spero per voi, naturalmente.-
"Quando Piton se ne fu andato piegandosi in avanti come al solito e sfuggendo come un'ombra ebbi una strana sensazione di deja vu."
Ron: -Porca miseria! Quell'uomo mi fa venire i brividi!-
Hermione: -Comunque non abbiamo trovato Flamel nel libro sui recenti sviluppi della magia perché questo tizio ha 665 anni! Nell'ultimo secolo pare abbia lavorato assieme a Silente nell'ambito dell'alchimia ma ora che Silente non c'è a chi possiamo chiedere?-
Ron: -Con più di sei secoli di vita non poteva certo essere così recente...-
Harry: -Ci toccherà fare da soli: scendere nel corridoio e trovare la pietra prima di Piton.-
Ron: -E come pensi che faremo a superare Fuffi?! Lanciandogli un osso?-
Harry: -Non lo so, magari con tre ossa funziona.-
Hermione: -L'altro giorno ho visto Hagrid alla capanna suonare un flauto dicendo che serve per far addormentare Fuffi! Dobbiamo riuscire a farcelo dare!-
Harry: -Va bene, allora adesso andiamo a lezione di Pozioni e oggi pomeriggio passiamo da Hagrid per prendere il flauto. Poi stanotte saliremo al terzo piano.-
 
* * * * * * * * * * *
 
"Nei sotterranei dove si svolgeva la lezione di Pozioni faceva buio anche in pieno giorno. Piton non cercava di essere accomodante nemmeno per un secondo: forse era per questo che Hagrid mi aveva paragonato a lui. Avevo fatto una scelta di campo diversa a inizio anno, stando con Grifondoro, e forse questo Piton non me l'aveva perdonato. Non mi interessa quanto avrei potuto arrivare lontano con Serpeverde e nei momenti più cupi della mia vita non sapevo davvero che farmene dell'intelligenza. D'altro canto il sarcasmo era un'arma di difesa che entrambi padroneggiavamo piuttosto bene."
Piton: -Avanti, Potter, butta gli ingredienti nel calderone e mescola la pozione. Voi tutti osservate come si prepara l'Antidoto Contro i Veleni Comuni, sempre che Potter ne sia capace.-
"Incrociai lo sguardo con Neville che lo abbassò e deglutì per la paura. Sembrava quasi che tremasse al solo pensiero di essere nella stessa aula con Piton. Preparare l'antidoto in realtà non era molto diverso che preparare la Pozione Rigeneratrice e, a furia di doverlo fare per non finire male nel corso dell'anno, avevo preso dimistichezza con i calderoni."
Piton: -Molto bene. Soltanto uno stupido avrebbe potuto aspettarsi di meglio da uno come te. Quest'antidoto, come suggerisce il nome, serve a guarire dai casi di avvelenamento più comuni come quelli provocati dai Lumaconi Velenosi, dalle Dociline e altre piccole creature.-
"Pozioni restava la materia che più odiavo ad Hogwarts e penso che l'avrei trovata poco interessante anche se l'insegnante non fosse stato uno scorbutico come Piton. Con la fiala che portavo nella divisa presi un misurino di antidoto dal calderone e lo mostrai alla classe forse con troppo orgoglio, tanto che il professore se ne accorse."
Piton: -Non montarti troppo la testa, Potter, ho bisogno delle Spore di Puffagioli per mostrarvi un'ultima cosa: vai a prenderle nel mio rispostiglio.-
Harry: -Sissignore.-
"Hermione e Ron sembravano sul punto di applaudirmi e Malfoy di sputarmi in faccia: diedi loro un'ultima occhiata prima di sparire dietro alla porta del ripostiglio di Piton, mostrando un sorriso compiaciuto. Ma quel trionfo sarebbe durato ben poco: nel tetro e silenzioso corridoio che conduceva alla stanza degli ingredienti, alzai lo sguardo e vidi di nuovo la figura incappucciata in piedi sopra un balcone. Senza perdere tempo la creatura lanciò un lampo di luce verde diretto ai miei piedi, distruggendo il pavimento e facendomi cadere per diversi metri."
"Dopo essermi rialzato, spostai le macerie e recuperai gli occhiali, ancora più o meno intatti. Era chiaro che Piton stesse di nuovo cercando di farmi fuori e si era reso più che mai evidente il suo legame con il Signore Oscuro. Probabilmente ci aveva sentiti alla Sala Grande mentre io, Ron e Hermione parlavamo di mandare all'aria i suoi piani per mettere le mani sulla Pietra Filosofale nel corridoio al terzo piano."
"Ad ogni modo ora ero finito da qualche parte tra l'inferno e i Sotterranei, ancora più in basso rispetto all'aula di Pozioni. I fumi verdognoli e le esalazioni tossiche del liquido fognario mi facevano salire conati di vomito, ma avrei dovuto superarli e farlo camminando su dei calderoni incantati. Come se la cosa non fosse già abbastanza surreale mi trovai davanti quelli che avevano l'aria di essere Cuccioli di Troll, nel senso che erano simili a quello che avevo affrontato ad Halloween, ma in miniatura. Mi aspettava una lunga giornata, senza pausa pranzo."
 
* * * * * * * * * * *
 
"I calderoni andavano bloccati con il Flipendo altrimenti sarebbe stato più difficile saltarci sopra senza cadere nella putrida marea delle fogne. Per quanta riguarda i Cuccioli di Troll, immuni ai miei incantesimi del primo anno, c'erano dei Puffagioli nelle stanze in grado, come lessi su un appunto abbandonato nei dintorni, di far starnutire i mostri: bastava solo aspettare che questi mostriciattoli passassero sulle numerose grate presenti per lanciargli il Puffagiolo e fare in modo che il loro potente starnuto li facesse ribaltare e cadere nel buco."
"Per risalire al livello dell'aula di Piton tuttavia dovevo fare in modo che si alzassero alcune piattaforme tirando le apposite leve e prendere una chiave custodita nella stanza di un Troll di Montagna vero e proprio che a quanto pare viveva lì. E forse era proprio da qui che Piton liberò il Troll che ad Halloween per poco non ci uccise. Sorpresi il mostro a dormire sopra un puzzolente letto di paglia con a fianco una gabbietta di legno sotto cui era custodita la chiave per uscire da quella topaia. Cercando di non svegliarlo, lanciai il Wingardium Leviosa sulla gabbietta per sollevarla ma nel lasciarla cadere provocai inavvertitamente baccano: il gigante si mise subito in piedi e mi minacciò con l'enorme clava. Dovetti prendere in fretta la chiave e correre verso l'uscita al piano superiore."
"Mi servii dell'incantesimo Avifors per liberare il passaggio e risalire i sotterranei. Oltre ai piccoli Troll incontrai altre creature come i Ratti Giganti e quelle citate da Piton ovvero i Lumaconi Velenosi, parenti delle Lumache Carnivore, e le Dociline, simili ai Folletti della Cornovaglia. I ratti li avevo già visti e potevano essere eliminati con una serie di Flipendo ben caricati. Lo stesso valeva per Lumaconi e Dociline ma questi avevano il vantaggio di poter avvelenare, i primi con la scia velenosa che si lasciavano dietro mentre le seconde svolazzandomi confusamente intorno per poi modermi all'improvviso."
"Nell'ultima parte del labirinto infine dovetti fare i conti con uno spettro che mi fece rimpiangere persino Pix: era il Barone Sanguinario, il fantasma di Serpeverde. Egli si divertiva a girare per i Sotterranei scuotendo le catene e sventolando una sciabola ancora sporca del sangue delle sue vittime, così come lo erano i suoi abiti. Le fiamme delle candele divenivano fioche e si lasciavano condurre dall'aria gelida che spostava al suo passaggio. Alcune grate, tra cui la via per il ripostiglio di Piton, si aprivano solo davanti a lui e quindi dovetti seguirlo, senza lasciare però che mi colpisse, per poi buttarmi oltre la porta al suo passaggio, prima che si richiudesse, per non restare sepolto lì per sempre."
Barone Sanguinario: -Ah-ah! Grifondoro! Vi farò tutti a fette!-
"Dopo quell'orribile episodio riuscii a trovare la stanza degli ingredienti con il barattolo contenente le Spore di Puffagioli. A quel punto tornai verso l'aula di Pozioni, evitando il buco rimasto nel corridoio, provocato dall'essere incappucciato, e mi ritrovai davanti Piton, il quale sembrò piuttosto sorpreso nel rivedermi."
Piton: -Di nuovo qui, Potter? Non ti aspettavo... così presto. Ho fatto lezione senza quelle stupide Spore di Puffagioli e i tuoi colleghi se ne sono già andati. Dammi qua.-
"Piton si prese il barattolo ammettendo di fatto che si era trattata solo di una scusa per cercare di uccidermi."
Piton: -Stai mettendo a dura prova la mia pazienza, Potter! Che ti aspetti, dei punti alla tua casa? Non essere ridicolo. Vattene prima che ti faccia espellere... o peggio.-
"Lanciai un'ultima occhiata a Piton come per lasciargli intendere che avevo capito il suo sporco gioco. Appena fuori dall'aula di Pozioni, Edvige mi lasciò una lettera: era da parte di Hagrid e voleva che ci vedessimo quel pomeriggio per mostrarmi il suo nuovo flauto incantatore. Forse Ron ed Hermione lo avevano convinto o forse si era convinto da solo che fosse venuto il momento di impedire a Piton di rubare la Pietra Filosofale. Meglio tardi che mai."
"I sotterranei erano rimasti deserti e dominava un silenzio inquietante interrotto solo dal gocciolio dell'umidità che dal soffitto cadeva sul pavimento. Probabilmente tutti erano già a pranzo nella Sala Grande, nemmeno i Serpeverde che di solito bazzicavano quel postaccio a qualsiasi ora erano presenti. Stavo uscendo come al solito dalla scalinata quando mi trovai la porta principale per risalire sbarrata da quattro grandi occhi di diverso colore i quali colpivano chiunque si avvicinasse spingendolo indietro. A quel punto Nick-quasi-senza-testa comparve attraverso una parete per fare luce sul mistero e aiutarmi."
Nick: -Stai indietro, Harry, questa è una magia nera potentissima! Quattro malocchi sono stati lanciati per impedirti di lasciare i Sotterranei!-
Harry: -Suvvia, chi può volermi così male?-
"Nick parve più scosso che divertito dalla mia domanda retorica. Tu-sai-chi e il suo servetto Piton volevano davvero seppellirmi laggiù come un Serpeverde qualunque."
Harry: -Ci vorrebbero Hermione o il professor Raptor per annullarli...-
Nick: -Devi cercare le fonti di ognuno di questi Malocchi nei sotterranei e distruggerle: è l'unico modo che conosco per superarli. Mi raccomando, Harry, sta attento al Barone Sanguinario: si aggira da queste parti e francamente mi spaventa più di Pix!-
Harry: -Ho appena avuto modo di conoscerlo e sinceramente farei a meno di rivederlo.-
"Tornai nel cuore dei sotterranei alla ricerca della fonte del Malocchio. Il terrore e l'angoscia che si provavano allo svoltare di ogni angolo di quella sudicia topaia erano il prezzo del biglietto dell'infernale gita scolastica che mi aspettava. Fu come vivere dal vero uno dei miei incubi. Piton doveva solo sperare che non fossi riuscito ad uscire vivo da lì perché altrimenti lui non sarebbe più uscito vivo da Hogwarts."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Tra le creature che affrontai nelle profondità recondite dei Sotterranei vi furono i Ratti Giganti, le Armature Viventi armate con scudo, i Fantasmi da esorcizzare con Lumos, i Cuccioli di Troll allergici ai Puffagioli, le Dociline ed i Lumaconi Velenosi. Fu una ricerca lunga ed estenuante, ma ironicamente senza l'Antidoto Contro i Veleni Comuni di Piton il veleno di quei mostriciattoli avrebbe davvero potuto stecchirmi. Due dei malocchi si trovavano oltre un dirupo con dei calderoni incantati e oltre un percorso scivoloso su cui si era depositato del Muco di Vermicoli. Li distrussi e per proseguire chiesi ad Edvige di aprire una grata in cambio del suo mangime. Fu qui che il clown del castello fece il suo ritorno."
Pix: -Guarda chi c'è! Quella brutta faccia di Potty-Potter! Perché non la copri, quattrocchi?-
"Durante la gita di piacere, intravidi nascosto dietro una parete ancora l'essere incappucciato intento a fissarmi, ma non appena provai ad avvicinarmi, scomparve di nuovo nell'ombra. A ricomparire dopo che ebbi distrutto il terzo Malocchio fu Pix: trafiggendomi con il proprio corpo impalpabile mentre tentavo di superare un dirupo. Mi aggrappai ad una biblioteca incantata con una mano appena prima di cadere nel vuoto. Le risate e le cantilene del buffone risuonarono per tutto il sotterraneo."
Pix: -Tutti dicono che in uno zoo tu dovresti restare! Oh, povero Potter, sei così scemo ma che ci vuoi fare? Uah-uah-uah!-
"Il tormento non ebbe fine finché non ne cominciò un altro: il Barone Sanguinario levitava tra le armature medievali animandole con ovvi intendi omicidi. Ma trovai presto il modo per lasciare che i due spettri si torturassero l'un l'altro."
Barone Sanguinario: -Datemi la testa del giullare e del giovane Grifondoro! Ah-ah!-
Pix: -Oh, no, Barone, siate clemente con Pix! Egli è solo un umile buffone!-
"A quanto pare anche Pix, come Nick, temeva il Barone, forse l'unica cosa di cui l'abbia visto essere intimorito oltre a Silente. I due fantasmi presero a inseguirsi e così potei raggiungere più o meno indisturbato l'ultimo malocchio e distruggerlo. A questo punto si trattava solo di tornare indietro alla porta oltre le scale per uscire dal Sotteraneo. Fu un'esperienza senza dubbio traumatica ma formativa: ora sapevo come minacciare Pix, anche se solo quando mi trovavo nei sotterranei dato che era soltanto lì che il folle Barone appariva."
Nick: -Ottimo lavoro, Harry, hai spezzato la maledizione!-
Harry: -Devi andartene anche tu, Nick. Ci sono Pix ed il Barone nei paraggi.-
Nick: -Grazie dell'avvertimento: non voglio grane con quei due. Ma lascia prima che ti dica una cosa, Harry: chiunque abbia creato questa fattura doveva volerti molto male. Stai attento in questi ultimi giorni di scuola, mi raccomando!-
"Dopo avermi visto alla Foresta Proibita, scoperto il suo piano e con Silente lontano da Hogwarts, era chiaro che Voldemort volesse approfittarne per farmi fuori e poter così tornare più potente che mai. Il sangue di unicorno era solo un palliativo capace di allungargli la vita per poco. Era l'immortalità ciò che davvero bramava e presto Piton glie l'avrebbe fornita, se non avessi fatto qualcosa per fermarlo al più presto."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Nel tardo pomeriggio riuscii finalmente a raggiungere Hagrid nella sua capanna. Egli mi disse che Ron ed Hermione erano già tornati nella sala comune."
Hagrid: -Harry, prima di tutto siediti e mangia qualcosa: scommetto che hai saltato il pranzo!-
Harry: -Sì, beh, ho dovuto saltare varie cose...-
Hagrid: -Questo non va bene! Guardati, sei uno scheletro! Hai già pronto il costume per il prossimo Halloween.-
Harry: -Ogni giorno sembra Halloween ormai... Perché non mi mostri quel flauto?-
Hagrid: -Certo, scusa se sono sempre apprensivo, ma senza più Norberto mi manca qualcuno di cui preoccuparmi! Ah-ah!-
Harry: -Piton ha cercato di uccidermi, ne sono certo. Mi ha mandato nel suo ripostiglio e poi ha lanciato una maledizione per impedirmi di venirne fuori.-
Hagrid: -Questa storia di Piton mi è sempre sembrata assurda, ma non posso negare che nell'ultima partita di Quidditch ti stesse lanciando un Malocchio.-
Harry: -Adesso che Silente è assente, Piton farà certamente la sua mossa! Devi darmi quel flauto, Hagrid: Hermione mi ha detto che può addormentare Fuffi! Sappiamo già tutto di Nicholas Flamel e della Pietra Filosofale: ormai l'abbiamo scoperto.-
Hagrid: -Sì, Hermione me l'ha detto e beh, a questo punto, tanto vale... Arriva un punto che la madre non può più proteggere i propri cuccioli perché questi diventano grandi. E va bene, ti insegnerò a suonare questo flauto incantatore.-
Harry: -Non penso di essere portato per la musica... è difficile?-
Hagrid: -No, è solo questione di pratica. Quando sarai abbastanza bravo, allora potrai provare anche con Fuffi.-
"Hagrid mi porse il flauto magico. Non ero mai stato un fan di tutto ciò che avesse a che fare con la pratica e la ripetitività. Rimasi fino a tarda sera a cenare e ad esercitarmi nel solfeggio con Edvige. Alla fine, dopo parecchi tentativi, riuscii a far addormentare la civetta appollaiata su di un trespolo."
Hagrid: -Ci sei riuscito, Harry. Ricorda però che Fuffi possiede tre teste e solo dopo che tutte e tre si saranno addormentate, il cane crollerà: è molto più complicato che con un gufo.-
Harry: -Immagino, anche perché certamente Fuffi non starà a guardare.-
Hagrid: -Esatto. Adesso sarai esausto, è meglio che tu vada a dormire prima che i prefetti comincino a girare per il castello. Non vorrai finire di nuovo nella Foresta Proibita?-
Harry: -Direi proprio di no.-
 
Capitolo 6: L'uomo dai due volti
 
Harry Potter: "Hogwarts. Maggio 1992. Caro diario, ora che il mistero era svelato, era solo questione di scegliere il momento più opportuno per agire. Naturalmente più il tempo passava e più c'era il rischio che Piton la facesse franca o che tentasse di nuovo di farmi fuori, ma era un rischio che dovevamo correre per non rischiare di fallire."
"Camminai a lungo su e giù per la sala comune quella notte per caricarmi, per sentir crescere la rabbia e la disperazione. Per la prima volta in vita mia, avevo la possibilità, neanche troppo remota, di potermi vendicare dell'assassino dei miei genitori. E per la prima volta mi accorsi di essere titubante all'idea di far fuori una persona, ma non volli pensarci: volevo che, se fosse venuto il momento, sarebbe stato l'istinto a guidarmi. Avrei avuto il resto della mia vita per sentirmi a mia volta un assassino e torturarmi. La mia vita ormai era qualcosa che osservavo impotente, come un torrente che esce dal suo letto per distruggere un paese e annegarne gli abitanti. Il risentimento e l'invidia erano diventate la mia naturale attitudine verso il mondo e come poteva qualcosa di naturale farmi sentire in colpa? Che colpa ha il leone che sbrana la gazzella?"
"L'unica speranza era che la vendetta mi avrebbe liberato, per assurdo, di un peso sulla coscienza che si era sempre manifestato nel mio inconscio: quello di essere il bambino sopravvissuto, una sorta di demone incarnato, indirettamente colpevole della morte dei suoi giovani genitori. E se ciò non fosse accaduto sarei sparito assieme a Voldemort, a cui un crudele destino mi legò fin dalla cicatrice, dalla bacchetta, persino nella Casa a cui sarei stato destinato. Ma scelsi la via della redenzione distruttrice piuttosto che quella del peccato conservatore e da lì non si poteva tornare indietro. Ebbene, quella notte il bambino sopravvissuto non avrebbe lasciato superstiti."
Ron: -Dobbiamo stare attenti: ci saranno prefetti dappertutto.-
"Il primo ostacolo che trovammo sul nostro percorso era nella nostra stessa sala di ritrovo: Neville Paciock, già in pigiama, si alzò dalla poltrona davanti al camino e ci sbarrò la strada."
Neville: -No, non vi permetterò di far perdere altri punti a Grifondoro a causa dei vostri giri notturni!-
Harry: -Neville, per piacere, facci passare. Non abbiamo un minuto da perdere.-
Neville: -Credete che sia divertente, vero!? Essere sempre preso in giro, l'ultimo degli ultimi! Abbassare la testa per raccimolare qualche punto l'intero anno per poi veder crollare tutto gli ultimi due mesi di scuola per colpa di tre squilibrati! S-se volete uscire da qui, dovrete passare sul mio corpo! A-avanti, fatevi sotto, codardi!-
Hermione: -Neville, perdonami, ma è anche per il tuo bene. Petrificus Totalus!-
"Hermione agitò la bacchetta e Neville, che dapprima voleva affrontarci tutti e tre a mani nude, si trasformò in una sorta di statua per poi cadere a peso morto sul pavimento della sala comune di Grifondoro."
Ron: -Poverino! Ma quella è una magia del secondo anno o sbaglio?-
Hermione: -Mi sono messa avanti. Comunque tornerà normale tra un paio d'ore.-
Harry: -Forza, allora, muoviamoci.-
 
* * * * * * * * * * *
 
"Quella sera Gazza non sembrava trovarsi a sorvegliare il Terzo Piano: la cosa era quantomeno strana. Senza incontrare prefetti, entrammo nel Corridoio Proibito dal cui soffitto pendevano ragnatele della grandezza di una stanza. Pareva tutto così facile che mi aspettavo una festa di benvenuto una volta in fondo con Silente a farmi le congratulazioni e Piton a prendermi in giro per esserci cascato."
"Io, Ron ed Hermione ci guardammo e dopo un lungo sospiro aprimmo la porta della stanza di Fuffi. Nel momento in cui estrassi il flauto, apparve l'enorme cane a tre teste di fronte a me... ma stava già dormendo. A quanto pare qualcuno aveva incantato un'arpa e l'aveva messa a suonare in maniera autonoma alla destra di Fuffi: era certamente il segno del passaggio di Piton."
Ron: -Però, ci è andata proprio di lusso...-
Hermione: -Cerchiamo di aprire la botola che ha sotto la zampa prima che si svegli.-
"Ma avevo cantato vittoria troppo presto. Mentre spostavamo la pesantissima zampa del mostro, l'arpa incantata smise di suonare e questi, come a comando, si rimise in piedi abbaiando e sbavando contro gli intrusi. Indietreggiai e rimisi mano al flauto magico."
Harry: -Ci penso io! Voi provate a distrarlo mentre cerco di addormentarlo!-
"Mentre cercavo la concentrazione per suonare, Fuffi mi sbatté a terra con una carica degna della sua stazza. Dovevo avvicinarmi con cautela e suonare solo quando fossi certo che non stava per mordere con una delle tre teste. Dopo aver trovato un minimo di freddezza e la melodia giusta riuscii ad addormentare una delle teste, ma non era certo facile stare calmi di fronte ad un simile colosso con denti lunghi quanto un braccio. Per addormentare del tutto il cane, dovevo riuscire ad addormentare ogni singola testa prima che l'altra si svegliasse e non mi era concesso sbagliare una sola nota, altrimenti il sensibilissimo udito del segugio se ne sarebbe accorto e lo stesso avrebbe reagito."
"Accadde che riuscissi ad addormentare due teste e che poi una delle due si risvegliasse prima che ci riuscissi con la terza. Dopo vari tentativi riuscii ad incantare in tempo anche l'ultima e, con tutte e tre le teste nel mondo dei sogni, il cane da guardia andò a cuccia."
Ron: -Vai così, Harry, ci sei riuscito!-
Hermione: -Presto, saltiamo giù nella botola prima che si risvegli!-
 
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"Senza nemmeno pensare a dove saremmo finiti, per la paura di dover di nuovo affrontare Fuffi, saltammo tutti e tre giù dalla botola. La caduta fu talmente lunga che per un attimo credetti ci fosse qualcosa da fare per farla terminare, ma proprio allora terminò mentre il cuore mi rimbalzava tra lo stomaco e la gola. Eravamo finiti su qualcosa di morbido: per questo non ci eravamo spiaccicati. Mi guardai attorno e mi accorsi che si trattava di liane le quali stavano già cominciando ad avvinghiarsi attorno a noi per stritolarci."
Hermione: -Ho capito: è il Tranello del Diavolo!-
Ron: -E cosa cazzo ce ne facciamo del nome in un simile momento!?-
"Mentre Ron ed Hermione venivano lentamente inghiottiti dalla gigantesca pianta rampicante, riuscii a liberarmi e a sfuggirle. A quel punto avevo la possibilità di pensare ad un piano per liberare anche loro due: la prima cosa che mi veniva in mente era ovviamente l'incantesimo Incendio. Tuttavia dopo averne provati un po' mi accorsi che i tentacoli bruciati non facevano che ricrescere all'infinito."
Hermione: -Aspetta, cosa aveva detto la Sprite a quella lezione...-
Harry: -Presto, Hermione, o non riuscirò a salvarvi!-
Hermione: -'Il Tranello del Diavolo è un enigma mortale... ma basta un po' di sole e subito si fa male!' Ma certo, Harry, devi usare prima il Lumos per indebolirlo!-
"Ciò che disse Hermione sembrava controintuitivo ma funzionò: la luce indeboliva la pianta invece che renderla più forte. Lanciando l'Incendio subito dopo il Lumos infatti i suoi tentacoli si incenerivano senza più rigenerarsi. In effetti l'intera stanza si trovava avvolta da un'alone di oscurità priva di qualsiasi contatto con l'esterno."
"Quando fui riuscito a liberare Ron ed Hermione, ci fu un piccolo scuotimento del terreno e da esso spuntò il vero Tranello del Diavolo: una sorta di pianta carnivora gigante che andava ferita mirando agli occhi presenti tra le fauci dei suoi tentacoli. Continuando con l'incantesimo Incendio riuscii a finire in fretta la creatura che crollò a terra avvolta dalle fiamme. Le liane si ritirarono dalle pareti lasciando intravedere uno stretto passaggio da cui proseguire. Hermione guardò Ron come se pretendesse delle scuse."
Ron: -C-come dicevo, per fortuna Hermione si è applicata in Erbologia quest'anno!-
 
* * * * * * * * * * *
 
"Usai l'antidoto di Piton per curarmi dall'avvelenamento da acido che il Tranello del Diavolo mi aveva provocato e lo stesso fecero Hermione e Ron. Nella stanza successiva ci aspettava un'altra prova, stavolta da affrontare in volo su di un manico di scopa."
Ron: -L'unica via d'uscita è chiusa a chiave e l'incantesimo Alohomora non funziona... guardate, là in alto sembrano essercene a decine.-
Harry: -Ma quale sarà quella giusta? Mi sembra di vederne una con un'ala spezzata.-
Hermione: -E qui c'è un manico di scopa: credo tocchi a te, Harry.-
Ron: -Se c'è riuscito Piton! Ah-ah! Ma ve lo immaginate su di una scopa?-
"Guardai la scopa a terra e poi lo stormo di chiavi alate intorno a quella con l'ala spezzata quasi come a proteggerla. Sembrava mi si stesse chiedendo di prendere a calci un cadavere: mi riusciva difficile credere che la prova consistesse in qualcosa del genere."
Hermione: -Che c'è, Harry? Qualcosa non va?-
Harry: -Non lo so, è che... mi sembra troppo facile.-
Ron: -Oh, andiamo, Harry, non fare il prezioso proprio adesso!-
"Alla fine mi convinsi, se non altro perché non avevamo molta scelta. Non appena fui salito sul manico di scopa, le chiavi alate si gettarono in picchiata contro di me come fulmini dal cielo. La chiave storpia invece cominciò a fuggire a grande velocità, praticamente la stessa di un Boccino. Figurarsi se avesse avuto entrambe le ali. Inoltre procedeva un po' a zigzag seguendo una traiettoria difficile da prevedere."
Harry: -Ecco, ce l'ho! Hermione, prendi!-
"Afferrata la chiave dall'ala spezzata la lanciai subito ad Hermione che da terra cercò di aprire la porta mentre il resto delle chiavi in volo continuavano ad inseguirmi come i più molesti dei Bolidi. Girai ancora per qualche secondo intorno alla sala per darle il tempo di girare quella benedetta chiave nella porta: quando finalmente ci riuscì, lei e Ron saltarono oltre mentre io ci volai dentro a tutta velocità con la scopa. A quel punto la richiusero prontamente e sentimmo dall'altro lato le chiavi alate schiantarsi come proiettili contro il legno della porta."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Dopo la stanza della chiavi, proseguimmo lungo il Corridoio Proibito, sempre più lugubre e meno illuminato. Dopo una breve scalinata, ci trovammo davanti una scacchiera a grandezza umana. Non ci volle molto per capire in cosa sarebbe consistita la prossima prova, ma ci volle invece un attimo di più per digerire l'inquietante sorpresa."
Ron: -Okay, questa è la mia. Sapevo che prima o poi tutte quelle partite a scacchi sarebbero servite a qualcosa.-
Hermione: -Non capisco da dove dovremmo cominciare però...-
Ron: -Semplice, noi siamo i neri e loro i bianchi. Prendiamoci una pedina a testa e... giochamo.-
"Non appena io, Ron ed Hermione fummo saliti rispettivamente su alfiere, cavallo e torre, le fiaccole ai bordi della scacchiera si incendiarono illuminando tutta la stanza: solo i vincitori ne sarebbero usciti vivi. Per la maggior parte del tempo, seguimmo gli ordini di Ron, essendo il più esperto nel gioco, ma presto ci trovammo in una situazione tale per cui la vittoria richiedeva il sacrificio del cavallo, quello guidato proprio da Ron."
Hermione: -Ron, dopo il tuo turno la regina ti mangerà!-
Ron: -Esatto, ma a quel punto tu ed Harry potrete mettere sotto scacco il re. Non c'è altro che possiamo fare per vincere.-
Harry: -M-ma... e se morissi? Voglio dire, non conosciamo bene le regole del gioco...-
Ron: -Non vedo altra soluzione. Harry, sei tu quello che deve andare fino in fondo a questa storia: non io e nemmeno Hermione. Sei tu quello che deve affrontare Piton perché è te che lui vuole e sei tu quello che deve sconfiggere Voldemort perché... beh, lo sai perché.-
"Ron aveva già preso la sua decisione. Volle lasciarmi nel ruolo di eroe solitario e vendicativo che mi era stato ritagliato addosso da sempre. Sapeva che l'incontro tra me e Voldemort era scritto nel destino e con umiltà scelse di fare un passo di lato, tuttavia non potevamo sapere cosa questo gli sarebbe costato. Prima con i babbani e poi con i maghi, nel mondo amicizia e sacrificio erano polvere d'oro ma non mi aspettavo dall'universo alcun favore, non dopo quello che mi era successo. Ero un mago, ma non ero un illuso e non volevo illudere nessuno. Tutti i nostri sforzi fino a quel momento avrebbero anche potuto risultare completamente vani una volta davanti a Piton."
Hermione: -Ron, t-ti prego, aspetta un secondo!-
"Dopo aver ordinato la mossa seguente, il cavallo di Ron venne spazzato via dalla spada della regina avversaria ed il bambino cadde sulla scacchiera fra i resti della sua pedina ferito e agonizzante. Hermione stava per abbandonare la torre per andare a soccorrerlo ma la fermai appena prima che potesse rovinare tutto."
Harry: -No, sta ferma! Non vanificare tutto: dobbiamo prima finire la partita!-
"Altre due mosse e, come previsto da Ron, fu scacco matto. Il re avversario, messo con le spalle al muro, lasciò cadere la spada e, guidato da una magia misteriosa, si autodistrusse: la partita era terminata. Si poteva ora proseguire lungo la prossima stanza, ma prima andammo a constatare le condizioni di Ron. Il sangue di una brutta ferita gli scendeva dalla fronte lungo tutto il collo, ma non era in pericolo di vita."
Harry: -Ha perso conoscenza ma è sopravvissuto. Vado avanti da solo.-
Hermione: -No, Harry, voglio aiutarti fin dove mi è possibile! Ron ce la farà.-
"Il momento della verità era vicino. Le fiamme delle fiaccole bruciavano intensamente come a dire che la fine non era lontana. Hermione ed io oltrepassamo la grande scacchiera, camminando fra le macerie della battaglia, per raggiungere ciò che ci attendeva, qualunque cosa fosse, oltre la porta successiva."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Ci ritrovammo in un corridoio ostruito da una grande varietà di cianfrusaglie: sedie, tavoli, armature, candele... Sembrava semplicemente questione di evitarle, ma poi ci accorgemmo di qualcosa alle nostre spalle: si trattava del Troll di Montagna che avevamo sconfitto ad Halloween e che probabilmente era stato rinchiuso quaggiù."
Harry: -Sembra ancora stordito. Forse possiamo cavarcela se riusciamo a non farlo rinsavire.-
Hermione: -Incantiamo questi oggetti con il Wingardium Leviosa per liberargli il passaggio: così facendo non dovrebbe inciampare e quindi risvegliarsi!-
"Il piano di Hermione era corretto: lanciando Wingardium Leviosa su tutta la roba sparsa per il corridoio e spostandola ai margini senza fare baccano, il Troll proseguì indisturbato il suo vagare confuso fino a cadere, non essendo abbastanza sveglio per vederlo, nel precipizio che vi era al termine della stanza."
Hermione: -Per un pelo... Andiamo avanti da qui.-
 
* * * * * * * * * * *
 
"Il passaggio per proseguire, nella stanza successiva, era bloccato da una fiamma di color nero. Al centro della stanza vi era un tavolo con delle fiale di pozioni disposte in file ordinate: solo una delle fiale aveva un colore diverso. Tuttavia, nel momento stesso in cui provai ad avvicinarmi per esaminarla, la fiala tornò del colore della altre e tutte insieme cominciarono a spostarsi lungo il tavolo, forse nel tentativo di confondermi."
Hermione: -Credo voglia dire che serva bere la pozione giusta per superare le fiamme...-
Harry: -Ma se solo una è quella giusta, allora le altre a che servono?-
Hermione: -Temo tu sappia già la risposta, Harry.-
"Dopo che le pozioni smisero di muoversi, avevo memorizzato facilmente la fiala che conteneva il liquido di colore diverso. Anche stavolta, non appena cercai di afferrarla, essa cambiò per un attimo colore, probabilmente per indicarmi che avevo scelto quella giusta, dopodiché tornò del colore delle altre e tutte ripresero a muoversi ancora più velocemente di prima."
Hermione: -Assurdo... attento a non perderla di vista!-
"Rimasi freddo e concentrato per altri due giri e finalmente la fiala di pozione si lasciò afferrare ma stavolta non cambiò colore. Significava forse che avevo sbagliato o era al contrario segno del termine della prova?"
Hermione: -Fossi in te non prenderei quella, Harry, ma potrei anche sbagliarmi...-
"Mentre tenevo la fiala in mano, io ed Hermione ci guardammo per qualche istante, ma lei scosse la testa come per farmi cenno che non voleva prendersi una simile responsabilità. Allora spostai lo sguardo sul tavolo e pensai per un attimo di prenderne un'altra, ma poi chiusi gli occhi e bevvi la pozione che avevo già scelto. Hermione si coprì gli occhi per non guardare."
Harry: -Beh, o-ormai che cos'ho da perdere?-
"Sentii un groppo alla gola al punto che pensai di soffocare. Sarebbe stato il finale più anticlimatico di tutti i tempi... e infatti non finì così. Un'aura azzurra apparve attorno al mio corpo mentre sentivo una sensazione di freschezza mai provata prima."
Hermione: -Bravissimo, Harry, hai scelto quella giusta! Cavolo, se fosse toccato a me sarei... beh, l-l'importante è che tu ci sia riuscito!-
Harry: -Però ce n'è abbastanza solo per uno... Credo che dovrò andare da solo.-
Hermione: -Va bene, io torno da Ron per portarlo in infermeria e poi avviso Silente con un gufo. Harry, sei un grande mago: mi raccomando, non morire!-
Harry: -Tu sei sicuramente più importante per il mondo dei maghi che uno come me.-
Hermione: -Io? Solo tanto studio, disciplina e ambizione. Ma ci sono cose più importanti di queste nella vita e tu hai sofferto abbastanza per saperlo. Vai, ferma Piton prima che prenda la Pietra Filosofale!-
"Annuii ad Hermione e poi mi voltai pronto a passare in mezzo alle fiamme nere imbottito di non so quale strana sostanza. Nonostante le vampe mi stessero circondando come una strega al patibolo, non sentii nulla e non mi bruciai in alcun modo. Aprii l'ennesima porta e mi ritrovai in un nuovo passaggio del Corridoio Proibito, ancora più scuro e ancora meno invitante."
"L'effetto della pozione svanì in fretta riportandomi alla mia forma normale, ovvero un colabrodo di tagli e di fori sanguinanti. Ancora una volta, le pozioni rigeneranti di Piton mi sarebbero state beffardamente utili per trovarlo e sconfiggerlo. Nelle stanze e nei corridoi successivi incontrai le peggiori creature che Hogwarts mi aveva fatto conoscere: le Dociline, gli Imp, i Ratti Giganti, i Lumaconi Velenosi, i Cuccioli di Troll, i Granchi di Fuoco, le Lumache Carnivore e i Fantasmi."
"Giunsi in una zona con delle piattaforme che sembravano poggiare su di un abisso senza fondo: l'ambientazione diventava sempre più spoglia e surreale man mano che procedevo. Tutte le magie imparate quell'anno mi erano tornate utili mentre proseguivo nel Corridoio Proibito, ma a quel punto la storia stava prendendo una piega talmente metafisica da farmi chiedere se non stesse tutto accadendo nella mia testa. Superato l'ultimo salto, lo vidi: l'essere incappucciato stava entrando nell'enorme portone di fronte a me. Mi nascosi dietro una colonna che sosteneva il nulla e lo seguii."
 
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"Dentro a quella specie di immensa cattedrale sospesa nel vuoto, c'era un'altrettanto lunga sala con dei pilastri chiusi in una sorta di labirinto. Non feci in tempo a capire la logica di tutto questo che il portone che avevo appena aperto si richiuse alle mie spalle, le torce si incendiarono e sul balcone in fondo alla sala, di fronte a me, riapparve la figura incappucciata. Niente di nuovo, se non che stavolta parlò."
???: -Mi stavo proprio chiedendo quanto avresti impiegato ad arrivare.-
"Era una voce che conoscevo, ma parlata con un tono molto diverso da quello a cui ero abituato. La mia mente non riusciva a collegarla ad una persona."
???: -Ti pentirai di non essertene rimasto coi babbani. Presto soffrirai le pene dell'inferno.-
"Con un gesto delle mani, la creatura risvegliò alcune armature corazzate che si trovavano ai lati della sala e subito dopo iniziò ad attaccarmi personalmente lanciandomi contro delle strane saette verdi. Mi nascosi dietro ai pilastri e da lì sbaragliai le Armature Viventi: mentre lo facevo mi accorsi che tali colonne potevano essere spostate all'interno del labirinto con il Flipendo. Capii allora che se le avessi spostate nel modo giusto avrei potuto raggiungere il balcone si cui si trovava la figura incappucciata."
"Quando si rese conto delle mie intenzioni, lo stregone misterioso cercò di lanciare a sua volta una magia di respingimento per impedirmi di condurre i pilastri sotto il balcone ed arrampicarmi fino a lui, ma i suoi sforzi risultarono inutili. Anche chiamando a sé nuove armature non riuscì a fermarmi e, dopo che ebbi disposto le colonne in modo da poterle scalare, gli apparvi dinanzi come uno spettro vendicativo. Nel vedermi così vicino l'essere incappucciato si spaventò anche più di quanto mi aspettassi ed indietreggiò di colpo scivolando e finendo schiena a terra. Nel farlo il cappuccio gli si levò dal capo e potei finalmente vederlo in volto: era il professor Raptor."
Raptor: -Che tu sia dannato, Potter!-
"La voce tanto famigliare apperteneva al timoroso professore di Difesa Contro le Arti Oscure ma senza il balbettio a cui ero abituato. Pensai che forse era in combutta con Piton e che stava ancora aspettando il suo arrivo. Forse avevano soltanto finto di litigare quella notte in Biblioteca, ma in fondo sapevo che stavo solo cercando scuse: la verità era che avevo sempre puntato sul cavallo sbagliato."
Raptor: -M-ma padrone, non è stata colpa mia!-
"Raptor sembrava parlare da solo. Forse stava già delirando per la paura. Egli si rimise in piedi e corse verso la stanza successiva dove si intravedeva qualcosa luccicare nel buio. Cercai subito di raggiungerlo e, avvicinandomi alla sala oscura, mi resi conto che il brillio proveniva dal riflesso di uno specchio: era lo Specchio delle Brame."
Raptor: -Ti starai chiedendo perché proprio io. Chi mai avrebbe potuto sospettare del p-povero p-patetico b-balbettante professor Raptor!?-
"Nel frattempo Raptor si era liberato del travestimento e appariva nel suo aspetto classico con l'onnipresente turbante a ricoprirgli il capo. La cicatrice mi bruciava come non mai ma cercavo in tutti i modi di nascondere il dolore."
Harry: -Ero convinto che avrei trovato Piton quaggiù nel Corridoio Proibito, lo ammetto.-
Raptor: -Certo, con uno con la sua faccia nei dintorni, non era difficile passare inosservati!-
Harry: -Ma lui ha tentato di uccidermi quel giorno alla partita di Quidditch...-
Raptor: -No, mio caro, io ho tentato di ucciderti! E credimi, ci sarei riuscito, se quel bastardo non ti avesse protetto recitando tutte le sue contro-maledizioni.-
Harry: -Piton voleva proteggermi?! M-ma allora il Troll e-e la lezione di Pozioni?-
Raptor: -Io e ancora io. Piton sospettava di me già da Halloween e infatti quando usai il Troll come diversivo, lui si precipitò nel Corridoio Proibito per intercettarmi. Mi stava sempre addosso e mi teneva d'occhio giorno e notte pur di non lasciarmi mai un momento da solo! Ma lui non sa che io non sono mai solo. Mai.-
"Non sempre il professore antipatico della materia che più detesti è il vero assassino. Mi ero sempre trovato bene con Raptor, o meglio, non mi faceva né caldo né freddo. Un po' meno ingenuità e non avrei passato l'anno a maledire la persona sbagliata. Certo, Piton non aveva mai fatto nulla per non far pensare di essere il cattivo, ma chi ero io per parlare? Come disse Hagrid, la mia espressione non ispirava certo fiducia al primo sguardo, eppure mi offesi quando egli mi paragonò a Piton. Accecato dall'odio per Piton e per me stesso, non mi ero accorto che l'assassino aveva un sorriso amorevole sulle labbra. E lo sguardo protettivo dei miei genitori attraverso lo specchio non avrebbe potuto che condurmi fuori strada, come Silente mi aveva avvertito."
Raptor: -Adesso preparati, Potter, il tuo insegnante ti mostrerà come affrontare le creature più temibili che tu possa incontrare: i Gytrash!-
"Con un nuovo movimento delle mani e una formula recitata in una lingua che non conoscevo, Raptor invocò dalle tenebre ben quattro di quegli spettri dalle forme canine che avevo trovato nella Foresta Proibita."
Raptor: -O-oggi alla lezione di Difesa C-contro le Arti Oscure, Potter ci i-insegnerà il modo migliore p-per morire di una morte atroce. Ah-ah-ah!-
"Dopo avermi sfottuto, Raptor ordinò ai Gytrash di attaccarmi senza pietà. L'unico modo che conoscevo per liberarmi di quegli spiriti era di ricorrere al Lumos, che lo stesso Raptor mi aveva insegnato. Non appena fu iniziato il combattimento, l'insegnante alzò una barriera protettiva attorno a sé e si limitò a guardarmi e a schernirmi."
 
* * * * * * * * * * *
 
"Riuscivo ad eliminare i Gytrash esponendoli alla luce della bacchetta ma ogni volta Raptor li rievocava nuovamente, rendendomi impossibile venirne a capo. Non solo i cani fantasma mi assalivano di continuo ma persino i loro ululati erano in grado di ferirmi."
Raptor: -Ah-ah! Come speri di cavartela contro di me? Con degli incantesimi del primo anno, oltretutto insegnati da un servitore di Voldemort?-
"Ad un certo punto mi resi conto che per invocare nuovi Gytrash, Raptor doveva abbassare la barriera magica che lo proteggeva e così, mentre recitava la fattura, provai a colpirlo con il Flipendo. Egli ne soffriva gli effetti, ma soprattutto in tal modo potevo eliminare gli spettri senza che lui ne evocasse altri. Quando ebbi finalmente eliminato tutti gli spiriti infatti, Raptor azzerò la barriera e mi guardò con aria severa."
Raptor: -Vieni qui, Potter!-
"Mi avvicinai allo specchio e vidi il mio riflesso assieme a quello di Raptor. Mi tornò alla mente la notte in cui vidi i miei genitori e quanto tutto sembrasse reale, ma quella notte nessuno a parte noi sembrava voler apparire. Era dunque questo il luogo in cui Silente voleva nascondere lo Specchio delle Brame? Non potevo biasimarlo: soltanto per arrivarci avevo rischiato di morire una dozzina di volte."
Raptor: -Ora dovrai dare una mano al tuo professore: ho fissato a lungo questo specchio ma non sono mai riuscito a far apparire ciò che davvero desidero. Sai di che si tratta, vero?-
Harry: -E-e come potrei saperlo?-
Raptor: -Non mentirmi! La Pietra Filosofale! Tu sai come farla apparire!-
"Dopo che Raptor mi urlò contro quelle parole, guardai di nuovo nello specchio e vidi l'immagine di me stesso farmi l'occhiolino ed infilarsi un minerale scintillante color rubino in tasca: era certamente la Pietra Filosofale."
Harry: -Non si può. I-i desideri sono tali perché irraggiungibili.-
Raptor: -Oh, ti prego, risparmiami questa filosofia da due soldi!-
Harry: -M-me lo ha detto Silente: solo chi desidera qualcosa in maniera disinteressata, non per se stesso, può farla apparire.-
Raptor: -E tu cosa vedi?-
Harry: -E-eh?-
"Presi tempo per pensare a una bugia. Proprio in quel momento mi portai la mano alla tasca e sentii qualcosa di solido che prima non c'era. Diedi uno sguardo furtivo con la coda dell'occhio e vidi la Pietra Filosofale brillare nascosta dentro la mia uniforme. Le parole di Silente acquistarono senso: io non volevo la pietra per me ma in quel momento desideravo che essa non cadesse in mano a Raptor e che facesse del male a qualcuno. Quindi era questo ciò che significava avere un desiderio disinteressato?"
Raptor: -Ho detto cosa vedi!-
"L'urlo di Raptor mi fece sobbalzare. La mia immagine nel riflesso sorridendo si portò l'indice alla bocca facendomi cenno di non parlare, che rimanesse fra noi, insomma."
Harry: -Ehm... S-silente mi sta stringendo la mano e tutti mi applaudono: ho appena vinto la Coppa del Quidditch.-
"In quel momento udii una voce lugubre che sembrava giungere da fuori ma non saprei dire da dove, rieccheggiando fra le pareti."
???: -Sta mentendo.-
Raptor: -Dì la verità, Potter!-
Harry: -S-sono solo un bambino di 11 anni al suo primo anno ad Hogwarts! Cos'altro dovrei desiderare?!-
???: -Aspetta, fammi parlare con il ragazzo faccia a faccia.-
Raptor: -Padrone, m-ma voi non ne avete ancora la forza.-
???: -Eh-eh... Certo che ne ho la forza.-
"Il professor Raptor cominciò a slegarsi il turbante. Quando la sua testa rimase totalmente scoperta, potei vederlo: invece che dei capelli, Raptor possedeva un secondo volto sulla nuca pelata. E dalle parole che pronunciò presto capii a chi apparteneva quel volto..."
Voldemort: -Harry Potter, ci rivediamo. Guarda come mi avete ridotto tu, un neonato, ed i tuoi stupidi genitori... un parassita: qualcuno che vive a spese di altri. Non puoi nemmeno immaginare quanto sia stato umiliante per me tutto questo: dieci anni ad aspettare il momento della vendetta relegato in un corpo che non era il mio.-
"Il volto di Voldemort era pallido, gli occhi scavati e le pupille sottili, con il naso ridotto alla fessura delle narici e le orecchie condivise con quelle di Raptor. Solo ora capivo che, durante tutto l'anno, la cicatrice mi bruciava ogni volta che Raptor mi dava le spalle perché, pur nascosto dal turbante, era come se stessi fissando Voldemort. L'assassino dei miei genitori era stato per mesi sotto i miei occhi."
Voldemort: -Ma adesso il momento è arrivato: diventerò immortale e finalmente potrò tornare più potente che mai. Consegnami la pietra, Potter!-
Harry: -No, mai!-
"Il sangue fresco delle ferite misto ai sudori freddi mi bruciavano dappertutto mentre la cicatrice aveva ripreso a pulsare come nei miei peggiori incubi, rendendomi difficile anche solo provare a pensare. Tentai di scappare ma l'uomo dai due volti lanciò una magia che bloccò l'unica via d'uscita con un muro di fiamme: l'intera stanza, prima terribilmente buia, ora era circondata da un inferno di fuoco altrettanto terribile."
Voldemort: -Uccidi il ragazzo!-
"Su ordine del suo superiore, Lord Voldemort, Raptor iniziò a lanciarmi contro le sue saette verdi a mitraglia una dietro l'altra. Un altro dei suoi attacchi era in grado di richiamare delle radici dal terreno per cercare di stritolarmi. Ovviamente non c'era nessun incantesimo che conoscessi in grado di scalfire quello che probabilmente era uno dei maghi più potenti al mondo. Notai però delle enormi colonne di pietra intorno alla stanza e decisi di provare a colpirle con un Flipendo molto caricato per provocarne il crollo ogni qualvolta Raptor ci passasse vicino. Ottenni il risultato ferendolo ma non riuscendo comunque a fermarlo."
Voldemort: -Idiota, non perdere tempo! Prendigli la pietra!-
Raptor: -C-ci sto provando, mio signore!-
"Capito il trucco che stavo usando, Raptor distrusse le restanti colonne e mostrò incantesimi ancora più potenti: uno era più lento ma capace di inseguire autonomamente il bersaglio per qualche secondo mentre l'altro era incredibilmente rapido e sparato come una sorta di enorme proiettile. Continuai a scappare in cerchio da una parte all'altra della stanza per prendere tempo e pensare ad un modo per cavarmela. Ma cosa potevo realmente sperare di fare contro uno stregone del calibro di Voldemort? Quando cominciai a pensare seriamente di arrendermi, diedi un'occhiata allo Specchio delle Brame e vidi i miei genitori riflessi assieme alle fiamme di cui era circondata la stanza: essi non sembravano affatto spaventati e mi fecero cenno di avvicinarmi."
"Toccando lo specchio mi accorsi che poteva ruotare su se stesso. E se avessi potuto usarlo come scudo? Al successivo attacco di Raptor, mi posizionai dietro di esso, puntandone il riflesso contro di lui. Lo specchio rifletté il suo incantesimo rispedendolo al mittente e provocandogli gran dolore, a giudicare dalla reazione. Controllando lo specchio in tal modo e nascondendomi dietro di esso, riuscii a mettere al tappeto Voldemort con i suoi stessi colpi, essendo i miei totalmente inefficaci. Ma non era finita."
Voldemort: -Dovrai piegarti al mio volere come tutti quelli prima di te!-
"Raptor si rimise ancora una volta in piedi e con un balzo disumano mi raggiunse afferrandomi per il collo e schiacciandomi contro gli scalini. Nel violento contrasto persi anche la bacchetta mentre alle mie spalle bruciava il fuoco che lui stesso aveva generato: non avevo più vie di fuga."
Voldemort: -Molto bene. Adesso voglio sentirti implorare pietà come i tuoi miserabili genitori in punto di morte mentre ti toglierò a poco a poco la vita.-
"Mentre Raptor mi soffocava con le sue mani vidi un'aura verde circondarmi: la cicatrice bruciava talmente tanto che caddi in uno stato di semi-inconscienza mentre sentivo le forze abbandonare gradualmente il mio corpo. Tutto si muoveva in modo sfocato e confuso intorno a me, ma ebbi ancora la forza di alzare le mani per sbatterle in faccia a Raptor nel disperato tentativo di liberarmi. La cosa funzionò meglio del previsto: il viso di Raptor infatti rimase per qualche motivo ustionato."
Raptor: -Aaaaah, ma che magia è questa!?-
Voldemort: -Muoviti, imbecille! Finiscilo in fretta!-
"Trovato il punto debole, senza più nemmeno una chiara percezione di ciò che accadeva, mi limitai a premere con le mani contro il viso di Raptor fino a farlo bruciare del tutto. Gli occhi evaporarono, il naso gli si sciolse e le orecchie gli si staccarono dalla testa. Dopo aver urlato per il dolore, il professore provò per l'ultima volta a strozzarmi ma non riuscì neanche più ad avvicinarsi che il suo corpo andò completamente a sgretolarsi: di lui restarono i vestiti ed un mucchietto di polvere."
"A poco a poco riuscii a riprendere i sensi giusto in tempo per guardare allo specchio e vedere mamma e papà sorridere sereni. Volsi lo sguardo da parte a me e vidi la Pietra Filosofale, caduta nella collutazione con Voldemort. Non appena sollevai di nuovo gli occhi verso il riflesso dello specchio però vidi i miei genitori spaventati indicare qualcosa alla loro destra: lo spirito di Voldemort aveva in qualche modo lasciato il corpo disintegrato di Raptor e mi aveva puntato. Esso mi si lanciò contro trapassandomi e stavolta facendomi svenire per davvero, dopodiché con una risata si allontanò volando fuori dalla stanza."
 
* * * * * * * * * * *
 
"L'ira funesta dei miei cari doveva avermi abbandonato proprio in quel momento. Non mi spiegavo in quale altro modo, io da solo avessi potuto tenere testa al Signore Oscuro. Sentivo la Pietra Filosofale ancora fra le mie mani, ma quando piegai le dita per afferrarla saldamente, come ogni desiderio, essa era svanita. Riaprii gli occhi e vidi l'infermeria di Hogwarts: ero di nuovo steso sul lettino con la fronte fasciata e tutta una serie di cerotti e di medicamenti sul corpo. Ma stavolta di fronte a me c'era una tavolata piena di Cioccorane, Gelatine, Calderotti e ogni sorta di dolcetti. E, seduto di fianco al mio letto, il professor Silente sorrideva sornione."
Silente: -Quel che è accaduto la scorsa notte tra te e il professor Raptor nel Corridoio Proibito è stato incredibile, Harry, e per questo tutti dovevano saperlo.-
Harry: -Verrò espulso per essere uscito oltre l'orario, aver violato la restrizione del Terzo Piano ed essere stato responsabile della morte di un professore?-
Silente: -Raptor era già morto nel momento in cui conobbe Voldemort e, per il resto, è una vera fortuna che qualcuno infranga le regole di tanto in tanto, no?-
Harry: -La pietra... che fine ha fatto?-
Silente: -E' stata distrutta. Alla fine io e il mio amico Nicholas Flamel abbiamo convenuto che un oggetto del genere fosse troppo potente e che non esisteva luogo in cui Voldemort non l'avrebbe cercata.-
Harry: -Ciò significa che Nicholas Flamel...-
Silente: -Sì, è morto. Ahimé, avrebbe presto compiuto 666 anni ma si è reso conto che prolungare la sua vita per mettere a repentaglio quella di altri più giovani non l'avrebbe certo portato in paradiso.-
Harry: -Mi scusi se mi sono messo nei guai... trovando di nuovo quello specchio...-
Silente: -L'hai trovato ma non lo stavi cercando. E lo stesso vale per la Pietra Filosofale. Tu volevi solo impedire il ritorno di Voldemort: le tue intenzioni erano pure, Harry. Per questo la pietra ti è giunta fra le mani e sei riuscito a battere Tu-sai-chi.-
Harry: -Lei pensa che Voldemort possa reincarnarsi comunque?-
Silente: -Temo di sì ma chissà... se siamo stati così fortunati da riuscire a ritardarne il ritorno, non è impossibile sperare che non ritorni mai più.-
"Il semplice fatto che il ritorno di Voldemort fosse possibile, bastava a mandarmi il cervello in panne. Avrei davvero dovuto passare il resto della mia vita con la costante inquietudine al pensiero che si verificasse una simile eventualità? Ancora una volta sentii sulle spalle il peso del destino, del caso che mi aveva strappato all'oblio dell'inesistenza, solo per portarci i miei genitori e del fatto che, tutto sommato, non avevo risolto niente."
Harry: -Sento di aver sbagliato, professore, di aver ancora una volta tradito i miei genitori...-
Silente: -Harry, noi non dobbiamo nulla a nessuno per il dono che ci viene fatto della vita e quello che sentiamo non è l'orizzonte degli eventi. Se c'è qualcosa che questa storia dello Specchio delle Brame può insegnarci è che nel mondo c'è sempre di più, molto di più, di ciò che vediamo o che sappiamo. Ricorda, Harry, il nostro cuore desidera molte cose... ma non ci dà né la conoscenza né la verità.-
"Ripensando all'ultimo dialogo con il preside, ai miei cari nello specchio... mi veniva ancora da piangere, ma non volevo che Silente mi ricordasse come il bambino sopravvissuto che piangeva sempre, quindi mi trattenni e ne uscì una sorta di smorfia sghemba con gli occhi lucidi ed un orribile mezzo sorriso."
Silente: -La vita è breve ma il cuore è forte. Ci sono illusioni a cui tutti noi speriamo di poter credere un giorno e, se c'è riuscito un vecchio cinico come me, non vedo perché tu non possa trovare quel giorno qualcosa di vero e di reale a cui aggrapparti.-
"Mi limitai ad annuire, pur con tutta la mia frustrata incredulità di fronte alle parole di Silente, come quella di chi non può vedere ciò che gli viene mostrato: una colpa che si aggiunge ad una già lunga lista. Silente mi batté qualche colpetto sulla mano prima di cambiare radicalmente tono ed argomento."
Silente: -Allora, Harry, non vuoi approfittare di tutto questo ben di Dio?-
Harry: -Cosa sono?-
Silente: -Sono i regali di pronta guarigione degli studenti. Ron ed Hermione, in particolare.-
Harry: -Loro come stanno?-
Silente: -Hermione aveva solo qualche graffietto mentre Ron devo dire che si è ripreso piuttosto in fretta. Sai perché? Perché lui mangia, a differenza tua! Eh-eh!-
Harry: -Non ho molto appetito ora... ma apprezzo il gesto ovviamente.-
Silente: -Ah, non sei un goloso, Harry? Anch'io che ho una certa età sono sempre stato scettico nei confronti di tutti questi dolciumi ma forse la mia vita sarebbe stata un po' più dolce se avessi ceduto. So che vanno forte tra voi giovani. Eh-eh... tutto sommato penso di poter andare sul sicuro con questa eccentrica caramella mou.-
"Il modo di fare goffo, nel suo volersi negare la prudenza, di Silente mi strappò un sorriso vero. Egli, con la mano tremante per un ingenuo imbarazzo, prese una Gelatina da quelle assortite nel pacchetto e se la portò alla bocca."
Harry: -Com'è?-
Silente: -Ahimé... cerume!-
 
* * * * * * * * * * *
 
"Dopo che Silente se ne fu andato, mi addormentai di nuovo. Non so quante ore passarono: era quasi come se avessi perso ogni nozione del tempo. Dopo essermi svegliato ancora, potei cambiarmi il pigiama con l'uniforme e abbandonare il lettino dell'infermeria su cui avevo dormito così a lungo. Pur non avendo nulla di rotto, mi tenni addosso le fasce e i cerotti che coprivano le ferite più brutte. Fuori faceva già buio. Significava forse che, a parte la breve parentesi della chiacchierata con il preside, avevo dormito per l'intero giorno? Mentre scendevo lungo le scale mi chiesi come mai la scuola fosse così vuota: non c'era anima viva nell'intera scalinata. Ma ce n'era una morta."
Nick: -Ciao, Harry, finalmente ti sei ripreso!-
Harry: -Nick, dove sono tutti quanti?-
Nick: -Come sarebbe 'dove sono'!? Alla cerimonia di consegna della Coppa delle Case nella Sala Grande naturalmente!-
"Mi misi la mano sulla fronte. Avevo dormito troppo anche stavolta, pensai."
Nick: -Eh-eh! Presto, Cenerentola, manchi solo tu!-
"Ringraziai Nick e corsi verso la Sala Grande cercando di non farmi ulteriormente male, anche se tutti quegli scalini mi misero a dura prova. Trovai il portone chiuso: segno che la cerimonia era già entrata nel vivo. Mi ci volle un grande sforzo per aprirlo, debole com'ero. Silente era nel pieno del suo discorso di fine anno e, non appena si accorse del mio arrivo, a causa del rumore del portone spalancato, si fermò per qualche istante. Di fianco all'ingresso c'erano Gazza e Mrs Purr, come al solito a fare la guardia."
Gazza: -Bene, il signorino è arrivato... faccia pure con comodo.-
"Pur con evidente imbarazzo, cercai di ignorare il sarcasmo di Gazza, assieme agli sguardi curiosi e inquisitori degli studenti della scuola. Malfoy mi scrutava mentre mormorava qualcosa ai suoi compagni di Serpeverde, Tiger e Goyle, i quali sghignazzavano come sempre. Nonostante, o forse proprio perché, fossero presenti centinaia di persone nella Sala Grande, il silenzio che si era creato aveva del surreale. Cercai il mio posto al tavolo di Grifondoro, vicino a Ron, fasciato persino più di me, e a Hermione."
Hermione: -Tutto bene, Harry?-
Ron: -Bentornato fra noi.-
"Solo quando mi fui seduto, Silente riprese a parlare. Incrociai brevemente altri sguardi al tavolo degli insegnanti tra cui quello soddisfatto di Hagrid e quello penetrante di Piton."
Silente: -Per i motivi che vi dicevo, quest'anno non è stato un anno qualunque ma... bando alle ciance, ora possiamo finalmente guardare ai punti accumulati da ciascuna Casa.-
"I punti, rappresentati da granelli di polvere di diverso colore all'interno di quattro diverse clessidre, cominciarono a scendere fino a creare dei mucchietti: ovviamente quello più alto avrebbe vinto la Coppa."
Silente: -Al quarto posto abbiamo Tassorosso... mentre al terzo c'è Corvonero.-
"Alcuni brusii di sottofondo si levarono dai tavoli delle case nominate dal preside."
Silente: -Al secondo posto si colloca Grifondoro mentre in testa alla classifica sembra esserci, per il settimo anno consecutivo, Serpeverde.-
"Piton se la rideva sotto i baffi: non voleva dare l'impressione di essere troppo allegro, per carità. Malfoy e tutto il resto della cricca di Serpeverde invece si levarono in piedi per urlare ed applaudire, ma Silente smorzò in fretta i toni entusiastici per riprendere il discorso."
Silente: -Tuttavia ritengo che, alla luce degli ultimi avvenimenti, ci siano delle precisazioni da fare. Grazie a Ronald Weasley e alla migliore partita di scacchi che Hogwarts ricordi, aggiungo a Grifondoro 15 punti.-
"Dopo aver appena sfiorato il primo posto, quella del preside suonava come la pernacchia finale ma Ron cercò comunque di dimostrarsi lusingato."
Silente: -Inoltre, per lo zelo, l'intelligenza e lo straordinario senso del dovere dimostrati da Hermione Granger, assegno a Grifondoro altri 15 punti.-
"Hermione parve decisamente compiaciuta dall'elogio di Silente, anche se ciò non sarebbe comunque bastato per raggiungere Serpeverde."
Silente: -Per aver saputo mantenere il sangue freddo di fronte a nemici mortali e per l'eccezionale coraggio dimostrati da Harry Potter, a Grifondoro vanno altri 15 punti.-
Hermione: -Siamo alla pari con Serpeverde!-
"Malfoy e Piton cominciarono a guardarsi intorno nervosamente come se fossero alla ricerca di spiegazioni a quanto stava accadendo."
Silente: -Infine, per l'inaspettata difesa della propria casa contro l'impudenza di alcuni suoi compagni messa in campo da Neville Paciock, assegno a Grifondoro ancora 15 punti!-
Ron: -C-ciò significa che...-
Silente: -Grifondoro vince la Coppa delle Case di quest'anno!-
Neville: -C-cosa?!-
"Neville scuoteva la testa fissando il vuoto come se qualcosa non gli tornasse, ma intanto dal tavolo di Grifondoro erano già partite grida e battimani scroscianti. Fred e George stapparono una bottiglia di spumante il cui tappo, che sospetto fosse in qualche incantato per farlo, andò a colpire in fronte un seccatissimo Malfoy."
George: -Ehi, Harry, vuoi gradire? No, lascia perdere, sei troppo piccolo!-
Fred: -Magari l'anno prossimo... quando avremo anche la Coppa del Quidditch!-
Baston: -Vi avevo chiesto di non parlarne per tutta la serata!-
Lee Jordan: -E da Hogwarts per oggi è tutto dal vostro amato Lee Jordan che si prepara a prendersi una sbronza come mai prima d'ora!-
Percy: -Ehi, andateci piano, domattina dovete essere svegli per prendere il treno di ritorno!-
Ron: -Percy, credimi, è meglio se ti rilassi e festeggi anche tu, altrimenti Fred e George ti faranno passare una brutta nottata.-
"Dal tavolo degli insegnanti partirono gli applausi di rito: da quello più sentito della McGranitt a quello di Piton che si limitò a battere fiaccamente il dorso di una mano con l'altra mentre fissava il nostro tavolo con risentimento. Hagrid mi fece l'occhiolino e alzò leggermente un pugno in segno di vittoria."
Hermione: -Harry, non è grandioso? Non dirmi che non sei contento!-
Harry: -Lo sono, lo sono...-
"Per una volta cercai di non essere indulgente con il mio disfattismo e provai a non pensare all'estate che mi aspettava con i Dursley a Privet Drive. La festa sarebbe finita e io ed Hogwarts ci saremmo separati. E, non appena lasciata la festa, la musica sarebbe arrivata da lontano come l'eco di un ricordo sfuggito per sempre ma che continuava a tormentarti con il timore di non averlo goduto abbastanza appieno. Mentre applaudivo seguendo l'esempio dei miei compagni di casa, incrociai lo sguardo con quello di Silente: il preside alzò il calice e mi guardò da sopra gli occhiali a mezzaluna come a mimare il gesto di un brindisi. Sul suo volto c'era un sorriso malinconico ma soddisfatto."
"E lo condividevamo entrambi."
   
 
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