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Autore: Swan Song    08/01/2024    9 recensioni
Il vecchio Edmund Windsor ha invitato amici e parenti per festeggiare il suo centesimo compleanno al Windsor Chalet, una baita isolata tra le montagne.
In un giallo che si rispetti, tale riunione non può presagire nulla di buono.
Intrighi, segreti sepolti ed oscuri colpi di scena saranno dietro l'angolo: prepararsi ad immergersi in un'atmosfera misteriosa, dove la montagna nasconde più di quanto si possa immaginare.
Genere: Comico, Mistero, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'THE 1950s'
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Sipario






28 Dicembre.
Ciascun giallo che si fa rispettare termina con i sospettati accomodati in una stanza comune e il detective piazzato davanti a loro, rigorosamente in piedi, pronto a dimostrare quanto è bravo a risolvere casi.
In altre parole, quel caso avrebbe mai potuto concludersi in una maniera differente?
La sala dei pasti, dove avrebbero dovuto festeggiare il compleanno di Edmund Windsor, era parecchio silenziosa. Steve aveva scelto quella stanza di proposito.
Sua figlia era accanto a lui, Adam Windsor apriva la fila. A differenza di tutti gli altri, sembrava sollevato.
«Prima muore mio padre e poi muore mia madre.» disse Harper, indignata «E in mezzo, una povera cameriera e mio fratello Liam. Signor Sheppard, mi vuole dire che cosa sta succedendo? Ha davvero risolto il caso?»
Steve piazzò le braccia dietro la schiena e li analizzò uno ad uno. Adam sussurrò a sua sorella «Sta per fare il monologo come fanno tutti i detective egocentrici!»
Fu proprio così.
«Un vecchio miliardario invita parenti e amici al suo centesimo compleanno, la sera del 24 di dicembre. Ha intenzione di fare una comunicazione quella sera stessa, proprio alla festa, eccome se ne ha intenzione. Intende comunicare a tutti loro che Liam Windsor, suo primogenito, erediterà l’hotel.»
«Come ne è sicuro?» proruppe Odette.
«La prego di tacere e di lasciarmi procedere.»
«Io...oh, bè. D’accordo.»
«Ma il vecchio miliardario non fa la sua comparsa dalle scale come è solito fare ogni anno.» disse Steve «L’ora è già passata, gli ospiti sono preoccupati.»
L’ansia stava aumentando sempre di più.
«Dopo aver chiamato Aisha, la segretaria personale di Edmund, si dirigono di corsa all’ufficio del vecchio. Precisamente, i primi ad aprire la porta e a trovare il cadavere sono Aisha stessa e Nathan Solo, l’uomo di cui è innamorata.»
«Cosa vuole insinuare?»
Steve evitò la signorina Lopez, stufo di gente che cercava in tutti i modi di difendersi; non avrebbe più risposto a nessuno, salvo in caso di domande intelligenti «Edmund Windsor è stato colpito con il suo pregiato e pesante posacenere, precisamente alla nuca. Il suo omicidio, per nulla premeditato come avevo intuito io da un certo momento in poi, ha dato inizio alla catena di delitti che sono avvenuti successivamente, come le tessere di un domino. Secondo mia figlia, studentessa di medicina, Windsor è morto tra le cinque e le sei, orario che – in seguito – avrebbe fatto impazzire chiunque. Tuttavia, mi ha ricordato che avrebbe potuto sforare di dieci minuti. Dieci minuti, non di più. Mi sono quindi focalizzato sulle sei e dieci, ma...se invece Edmund fosse morto a dieci alle cinque?»
«Cosa?»
«Dio santissimo. È vero?»
Si chiedevano gli ospiti.
«Porta e finestra aperte, Billy che esce alle quattro e mezza, Aisha che di nascosto lo vede, Maggie che arriva successivamente e si piazza davanti alla porta, anche se non sapremo mai a che ora precisa.» Steve non prendeva fiato «Ma a questo punto, non ci importa. Maggie è stata messa a tacere su altro, non sull’aver origliato qualcosa di importante. Conosceva un segreto, un segreto profondo ed inquietante che riguarda l’intero chalet.»
Ancora, gli ospiti sussultarono «Ma che dice?»
«Cosa intende?»
«Così mi fa preoccupare, Sheppard.»
«Gli orari in un delitto sono tutto. Sono il pane quotidiano dei detective, basta un minuto in più o in meno per cambiare un dettaglio. Ed è proprio ciò che è accaduto in questo caso.»
«Vada al dunque, Sheppard, non ci tenga sulle spine!»
«Edmund Windsor è morto alle quatto e cinquanta, ci posso mettere la mano sul fuoco sebbene nemmeno questo lo sapremo mai con certezza. Allora com’è possibile che l’assassino abbia colpito in quell’arco di tempo, vi chiederete voi, se Billy è uscito alle quattro e mezza e alla stessa ora Aisha è entrata nella camera di Evelyn Windsor per concedersi un bagno caldo? Stiamo parlando di venti minuti. Venti minuti per entrare, uccidere Edmund Windsor ed uscire. Vedete, la frase di mia figlia “Ho letto di omicidi avvenuti in dieci minuti” ha contribuito alla risoluzione di questo caso. Ebbene sì, l’assassino ci ha messo venti minuti. Venti minuti soli per agire indisturbato. Ma chi e come? Come ha fatto ad entrare nello studio di Edmund senza essere visto?» Steve gettò un’occhiata complice ad Adam «Investigando, proprio ieri, Adam Windsor si è appoggiato per sbaglio ad un candelabro posto sul camino della sala da biliardo, aprendo così un passaggio segreto che ci ha condotti in stanze segrete, compresa la principale. La stanza dei campanelli, la base operativa dell’hotel.»
Harper si portò una mano sul cuore «Sta farneticando.»
«Evelyn si era chiusa a chiave, quindi come avremmo potuto essere dentro la sua stanza, io, mia figlia ed Adam, quando abbiamo trovato il suo corpo nella vasca?»
«Sono stati loro ad aprirci la porta.» rammentò James «Questo hotel ha dei passaggi segreti?»
«Questo hotel è stato fondato anni ed anni fa da un maniaco del controllo, da una persona che godeva nello spiare gli altri. Non essendo avanzata la tecnologia, si è servito di campanelli che indicassero precisamente quando una delle porte delle stanze visibili veniva aperta. Che sia stato per un esperimento sociale o per pura noia, il vostro antenato ha fatto creare tutto questo.»
Price spalancò gli occhi «Io e mia moglie abbiamo discusso parecchio riguardo la scelta di piazzare lo chalet in un luogo isolato!»
Tutto combaciava alla perfezione.
«Questo segreto è stato tramandato di padre in figlio.»
Guardarono Susan, che aveva parlato.
«Cosa insinua? Che l’assassino si è servito dei passaggi segreti?» chiese Chuck con timore.
Steve puntò lo sguardo su di lui. Era maledettamente serio «Oh, eccome. Dalle quattro e mezza a dieci alle cinque è un lasso di tempo breve per agire. Bisogna darsi una mossa, è quasi impossibile, ma non se si utilizzano i passaggi segreti. Passaggi segreti che si conoscono a memoria!»
Cominciarono a guardarsi tutti con sospetto.
«No.» disse Odette, preoccupata «No, non possiamo essere stati noi. Eravamo alle funivie.»
Steve fece schioccare le dita «Ed è proprio questo, il punto. Un alibi di ferro, vero? Tutti noi eravamo alle funivie. Siamo stati visti, cosa c’è di meglio? Ma, vedete, è da una frase di Adam Windsor che mi sono illuminato. Mi ha detto “Io sono arrivato per ultimo. Avrei potuto uccidere il vecchio e correre alle funivie, utilizzando i passaggi segreti”. Signori, è proprio ciò che è accaduto.»
Cadde un silenzio surreale.
«Zio!» tuonò Nathan «Sei stato tu?!»
«No, signorino Nate, non è stato Adam Windsor.» riprese Steve «A dire il vero, l’ho trovato il più sensato tra voi. Ammetto di averle pensate davvero tutte, ciascuno di voi aveva un ottimo motivo per sbarazzarsi di Edmund Windsor, e credo sia stato chiarito nelle mie varie accuse. Quindi, su questo punto non mi ripeto.» una pausa «Ruota tutto intorno al testamento, è sempre stato così. Abbiamo intuito che Edmund avesse modificato il testamento, ma perché? Cosa c’era scritto in quello precedente? Nominava erede dell’hotel un’altra persona, forse? E’ stato costretto a cambiare le sue volontà sotto minaccia? O forse...forse l’assassino si è arrabbiato perché Edmund gli ha comunicato, scioccamente, che aveva deciso di cambiare le proprie volontà, quindi di sua sponte? Oh, è proprio così che è andata. Un delitto impetuoso, per nulla premeditato, che ha dato origine a tutti gli altri. Allora chi? Chi tra voi, oltre Edmund e Maggie, era a conoscenza dei segreti dello chalet?»
Gli occhi di Sheppard erano ovunque.
«L’assassino è cresciuto qui, ha sempre vissuto qui, considera lo chalet come la sua vita. Da bambino, tutti i passaggi segreti gli saranno sembrati un divertimento, un parco giochi a tema favoloso. E man mano che cresceva, con lui cresceva anche il desiderio ossessivo di ereditare l’hotel. Con tutto quello che ha sempre fatto per l’hotel, era il minimo volerlo ereditare. Ci ha sempre messo l’anima per far funzionare le cose, ma c’è dell’altro. L’assassino mi ha mentito affermando di non aver mai conosciuto suo padre. Bugie! Bugie a me, un marine! Conosceva benissimo suo padre e suo padre sapeva della sua esistenza, sebbene figlio illegittimo!»
«Figlio illegittimo?» chiese Odette, sempre più confusa «Edmund aveva un altro figlio?»
«Un figlio avuto in tarda età, un figlio a cui “gentilmente” e per pietà ha permesso di lavorare nell’hotel. In poche parole, Billy Windsor
«L-lei è un pazzo!» strillò il ragazzo, cominciando ad agitarsi.
«“E’ come un padre per me”, questo ha affermato. No. Edmund Windsor non era come un padre per lei, era esattamente suo padre. Un figlio avuto con una cameriera: non è un segreto che il caro Edmund avesse avuto una quantità notevole di amanti, anche se questo punto non è mai stato discusso in questa sede. Sono suo amico, a qualche cena è venuto fuori. La madre di Billy è la cameriera che ora lavora a Londra, costretta ad andarsene proprio per non vedere più in faccia il signor Windsor. Presumo abbia abusato di lei o che l’abbia sedotta e poi abbandonata.»
«Non può essere stato Billy!» disse Aisha «E’ un bravo ragazzo!»
«Non lo sa che gli assassini salutano sempre?» controbatté Sheppard, focalizzando ora lo sguardo sul tuttofare «Billy era l’erede principale dello chalet: nel momento della sua vita in cui Edmund ha scritto il primo testamento, presumo anni fa, ha deciso di eleggere Billy suo erede principale. Avere un figlio con handicap lo ripugnava, ma doveva odiare tutti voi, in quel periodo. Quindi, in preda ad un attacco di bontà, ha scritto il testamento specificando che lo chalet sarebbe passato a Billy.»
«Ma cosa...come si è permesso?!» tuonò Harper.
«Tutto filava liscio, il ragazzo aveva ottenuto ciò che voleva, il che era ben di più che fare il receptionist.» spiegò Steve «Ma poi, qualcosa nella mente di Edmund deve essere mutato. Proprio il 24 di dicembre, proprio ore prima del delitto, modifica il testamento. Oh, doveva fare un annuncio importante a cena, giusto? Non avrebbe mai rivelato di averlo modificato, né chi aveva scelto prima come erede, ma avrebbe rivelato che Liam ne era l’erede. Ci pensava da giorni, tanto da anticipare questa chicca al telefono alla sua adorata nipote Odette.»
«E’ vero.» rammentò lei.
«Il suo errore è stato rivelarlo anche a Billy. I due sono chiusi nell’ufficio e, poco prima che Edmund spedisse il ragazzo alle funivie, scatta la confessione. Ha deciso di cambiare erede, ha deciso che a Billy andrà solo una somma di denaro. Billy subito resiste, Edmund lo spedisce alle funivie. Sono le quattro e mezza.»
Chuck abbassò lo sguardo, riflettendo. Iniziava a capire.
«Billy esce dalla porta, lo vedono sia Aisha che Roger alla reception.» disse Steve.
«E’ vero, l’ho proprio visto uscire.» confermò il maggiordomo.
«Billy è tormentato, pensa a ciò che è appena accaduto, pensa che il suo amato hotel, la sua casa, non sarà più suo. D’impulso, fa il giro dietro lo chalet, dove sa che non sarà visto da nessuno. Utilizza i passaggi segreti fino a giungere a quello che conduce dritto allo studio di Edmund Windsor. Li conosce tutti a memoria. La porta segreta si apre, ancora una volta, accanto al camino. Ho controllato questa mattina. Ma deve sbrigarsi, sono già passati dieci minuti buoni. Attraverso i vari passaggi segreti, giunge allo studio, esce dalla porticina, afferra il posacenere e lo tira in testa ad Edmund, il quale muore sul colpo.» un’altra pausa «Indossa i guanti perché era già uscito per dirigersi alle funivie, e questa è stata la sua fortuna. In preda al panico, presumibilmente sconvolto da ciò che ha fatto, getta il posacenere a terra, apre la finestra per depistare le indagini e rientra nel passaggio segreto.»
Il maggiore Price si portò entrambe le mani alla bocca dallo stupore.
«Percorre il sentiero all’incontrario, corre alle funivie in tempo record. Alle cinque in punto, è già arrivato. Tutti lo hanno visto, creandogli l’alibi perfetto.» concluse Sheppard «Accoglie prima Evelyn Windsor e poi noi. Oh, ma la storia non è ancora terminata, vero, Susan?»
«Come ha detto mio padre, l’omicidio di Edmund Windsor ha scatenato le tessere del domino.» proseguì la ragazza «Billy si è accorto di aver fatto una grandissima cavolata. Uccidendo suo padre, ha fatto sì che Liam Windsor, suo erede dello chalet secondo il nuovo testamento, ereditasse. Tutto ciò che avrebbe dovuto fare, quindi, sarebbe stato toglierlo di mezzo. Ma prima c’era Maggie da far tacere. Sapeva ogni cosa dei passaggi segreti, sapeva che li avrebbe tirati fuori all’interrogatorio, sapeva che – in questo modo – io e mio padre lo avremmo smascherato. Quindi ha mietuto la sua seconda vittima. Poi si è occupato di Liam Windsor, passando attraverso la porta nascosta dietro il tavolo da biliardo. La telefonata a cui ha accennato Roger, era vera: ha chiamato dalla stanza segreta, ha sospirato pesantemente, poi ha buttato giù, ha percorso il corridoio e ha ucciso Liam. Dunque è tornato indietro, sparendo nel nulla.»
Harper ripensò alle parole del ragazzo «L’hai detto.» disse, sconvolta «Maledetto bastardo, l’hai detto! Hai confessato indirettamente!» alzò lo sguardo su Steve «Dopo la lettura del testamento, Billy ha detto: “L’assassino non si aspettava di uccidere il signor Windsor. Quindi, per rimediare all’errore, ha dovuto mettere a tacere anche Maggie”. Figlio di...»
Billy il tuttofare mutò espressione. E ne mise su una che solo Edmund Windsor aveva visto «H-ho confessato. E’ l-lei che n-non è stata a s-sentire, signora H-Harper.»
«Sei un diavolo!!»
Price, invece, si ricordò delle parole del ragazzo la sera che erano andati a trovarlo nella casupola: “Siamo arrivati esattamente dove voleva lui”. L’assassino.
«C-chi s-sospetterebbe d-di un povero b-balbuziente?»
Aisha e Nathan, che al ragazzo erano parecchio affezionati, lo guardavano sconvolti.
«A-avete s-sempre d-detto che sono intelligente. Bè...»
«Hai seguito la linea di sangue.» disse Steve piazzandoglisi davanti «Una volta iniziato, dovevi togliere di mezzo tutti i parenti, uno ad uno, fino a rimanere l’unico erede in vita.»
«E’ c-così.» non negò.
Aveva uno sguardo freddo, ora, inumano.
«La prossima dopo Evelyn sarebbe stata Harper.»
Billy annuì, Harper scattò in piedi, terrorizzata «Cristo! Cristo!» aveva bisogno di calmanti, subito.
«Lo chalet sarebbe stato finalmente tuo.» disse Susan con un certo dispiacere «Vittima di un destino crudele, carnefice di qualcosa di più grande di te.»
Billy le ringhiò in faccia «L-lo c-chalet è mio! E’ mio!!»
Cercò di aggredirla, ma Steve lo bloccò. In seguito, giunse anche Price in soccorso.
«Dalle cinque alle sei non significa niente. Capito che ci interrogavamo sovente su quell’orario, hai deciso di continuare, ove possibile, ad uccidere in quell’arco di tempo. Ce l’hai fatta in tre casi su quattro. Evelyn Windsor è morta verso le otto di sera.» disse Steve in conclusione «Signor Roger, ho sentito che le linee telefoniche sono nuovamente in funzione.»
«Sissignore.»
«Avvisi la polizia, le dica finalmente di salire.» guardò Billy negli occhi, ma sembrava di osservare il Nulla più assoluto, le profondità degli abissi «Posso improvvisarmi detective, ma non ho ancora la facoltà di arrestarlo.»
In quel preciso momento, sbucò il sole.

«Ispettore Cassetti.»
A quella presentazione, Susan spalancò gli occhi e restò a fissarlo per un tempo indefinito «Cassetti??» esclamò poi, sorpresa «Come in “Assassinio sull’Orient Express”!»
L’uomo, basso, grassoccio e di mezza età, sollevò le sopracciglia, mentre Steve – per giungere in soccorso di sua figlia – tossicchiò «Non ci faccia caso, è una patita di gialli.»
«Ah.» tuonò il bizzarro omino, guardandosi intorno «I cadaveri?» con un banale gesto della mano fece entrare i propri uomini allo chalet.
«Sono...» Steve tossì ancora, come se il catarro gli infastidisse la gola «Sono nella stanza dei prosciutti.»
«Uhm. Potrebbe gentilmente indicarmela, per favore?»
Sheppard, stufo di sentire tutti quei versi, richiamò l’attenzione del maggiordomo «Roger, le dispiacerebbe...»
Roger fece un inchino «Certo che no. Mi segua, ispettore, mi segua. Per di qua.»
«Ma sono lì dentro tutti e quattro?? Lei al telefono ha parlato di quattro cadaveri.»
Quando fu sufficientemente lontano, padre e figlia si scambiarono un’occhiata, respirando a fondo.
«Sai cosa penso? Che siamo migliori noi di quel Cassetti.» disse lui.
«Già...il suo nome, in questo caso, non è un garanzia.»
«Sheppard! Eccola qui.» Adam sbucò dietro le sue spalle e portò le mani dietro la schiena «Volevo chiederle una cosa.»
«Ha contribuito alla risoluzione del caso, signor Windsor. Sarò lieto di rispondere a tutte le sue curiosità.»
«Vogliate scusarmi.» disse intanto Susan, notata la presenza di Chuck e Nathan, accompagnati da Aisha.
Adam tolse gli occhiali da sole da cinquecento dollari, che aveva già messo in camera, con fare seducente, per imitare un attore di Hollywood «Lei ha detto che la prossima vittima sarebbe stata Harper.»
«L’ho detto.» confermò il detective dilettante.
Adam scosse la testa «Sono confuso. Io sono il secondogenito della famiglia, non mia sorella. Ha detto che Billy stava seguendo la linea di sangue.»
«Ormai non le sfugge più nulla, eh?» disse Steve con un sorriso.
«Ebbene?»
«Sapevo che non era sua intenzione ereditare questo folle posto, e deve averlo saputo anche Billy. Quindi avrei agito esattamente come avrebbe fatto lui, ovvero eliminando colei che, al contrario, avrebbe accettato il fardello. Odette, legittima erede di Liam, non avrebbe mai voluto lo Chalet. Mi sbaglio?»
Adam scoppiò a ridere e lo guardò con una certa ammirazione «Lei è fenomenale, Sheppard. Ha proprio ragione. Lasciamolo ad Harper.»
Steve allargò le braccia «Visto? Tutto è bene quel che finisce bene.»
«Sì...non voglio mettere piede qui dentro mai più. Credo che andrò a sfondare ad Hollywood.»
Harper, intanto, stava proprio chiedendo dei vari passaggi segreti, sembrava parecchio indaffarata «D’accordo, ma c’è una mappa completa che comprende anche questi passaggi? Devo saperlo. Ma certo che non ne sapevo nulla! E fate venire subito il notaio. La mia prima proposta è quella di togliere quei dannati campanelli da quella… base operativa o cosa diavolo è. Che incubo.»
Steve guardò Adam e sorrise «Sì, non credo siano affari per lei.»
Adam gli diede una pacca sulla spalla e, valigia alla mano, si diresse all’uscita «Viva la libertà, amico mio. Viva la libertà.»
A poco a poco, uscirono tutti.
«Allora?» stava dicendo Chuck Solo a Susan «Accetterai di cenare con me?»
Lei sorrise, ma finse di guardarlo con occhi assottigliati e sospettosi «Non so se mi conviene “entrare” a far parte di questa famiglia dannata.»
Anche lui sorrise. Poi si sporse verso di lei per sussurrarle all’orecchio «Ma io non sono un Windsor...sono un Solo.» ricordò.
Susan parve illuminarsi e, dopo aver ricambiato con una pacca sulla spalla, controbatté «Allora potrei accettare.»
«Davvero? Eccellente!»
«Spero usciremo anche a quattro, qualche volta.» disse Nathan.
Susan e Chuck lo guardarono confusi. Lui guardò Aisha e lei sollevò la mano destra, mostrando l’anello di fidanzamento.
«Oh, cielo!» esclamò Susan, portando le mani sulle labbra «Promessi sposi?»
«Sì!»
«Tante, tante congratulazioni!»
«Posto orrendo, posto orrendo!» diceva nel mentre Odette «Signor Roger, non intendo più portare il cognome Windsor. Faccia in modo che venga immediatamente cambiato in Price!»
Si girò. Roger non c’era.
«Ma dove si è cacciato?!»
«Non è stato assassinato, vero?» fece la battuta Price.
«E’ con l’ispettore Cassetti.» chiarì Sheppard. Poi allungò la mano verso il suo caro amico «Jonathan...grazie dell’aiuto.»
«Figurati, Steven, è stato un vero piacere. Ci rivediamo, eh! Ci conto. Senza omicidio, questa volta.»
«Ci rivediamo.» confermò il marine.
Vide Price e mogliettina dirigersi verso le funivie, nuovamente in funzione.
«Steve!» esclamò poi Jonathan, girandosi un’ultima volta.
«Sì?»
«Dovresti fare il detective.»
Steve sorrise, ma non disse più nulla.
«E ora? Dove passeremo il capodanno?» si stava chiedendo James Solo, ovviamente in attesa del suo amato elicottero. Parola sua, non avrebbe messo piede in una funivia mai più.
Inutili furono i tentativi dei suoi figli di ricordargli quanto fosse molto più pericoloso lo chalet della funivia.
Quando tutti furono scesi a “valle”, davanti all’hotel restarono gli Sheppard e l’ispettore Cassetti.
«Ho detto a quella donna, Harper, di chiudere bene a chiave. Non si sa mai, magari qualche pazzo amante degli omicidi torna prima che lo faccia lei.»
«Ha fatto bene, ispettore.»
Il bizzarro omino si girò verso Steve «E’ stato lei a risolvere questo intricato mistero?» domandò sorpreso.
«Io e mia figlia. Insieme. E il maggiore Price ha dato una mano. Oh, e Adam Windsor ha scoperto i passaggi segreti.»
«Per Giove, alla fine è stato un gran lavoro di squadra!»
«Se così vuole definirlo...» Steve guardò sua figlia e sorrise «E mi creda, non è stato nulla di intricato, alla fine. Niente che non si fosse già visto nei gialli classici. Passaggi segreti? Non sono di certo una novità!»
«Quella stanza dei campanelli la è eccome, per me. Ah, ecco la nostra funivia. Scendete con me?»
Gli Sheppard annuirono.
«Lo sa cosa dice sempre Agatha Christie, no?» disse Susan con un sorriso «“Non è tanto il delitto in sé che interessa, quanto ciò che si nasconde dietro”.»
Ma naturalmente Cassetti, vero detective dilettante, nemmeno l’ascoltò «Devo ultimare le compere di Capodanno.»




 
FINE.







Ringraziamenti:

Cari lettori, ci siamo. La storia è completa. Essendo una delle mie più brevi mi fa strano essere già all'epilogo, ma credo che un giallo non si possa tirare troppo per le lunghe.
Questa storia è partita come più "seria", ma man mano che scrivevo mi sono accorta che si stava trasformando in una parodia dei gialli classici, quindi...è venuto quel che è venuto, al tal punto che gli stessi personaggi affermano che "Si è già visto" xD

Che il colpevole fosse Billy era ormai chiaro e lo avete riportato tutti, o magari pensavate fosse troppo banale e lo avete escluso.
In ogni caso, sono contenta di avervi avuto come lettori, come ho già detto questa è tra le mie storie più seguite, quindi non posso che esserne veramente felice. <3

E allora grazie, grazie a tutti: a Milly, che mi tiene compagnia con le sue congetture e le battute riferite alla Christie.
A Fiore, che entra nella mente dell'assassino, si fa delle liste fantastiche e mi fa fare delle grandi risate. 
Ad _Alcor, che si è fatta addirittura lo schema sulle parentele e sugli orari, e non sa quanto apprezzo.
Ad Orny, che secondo me è la nuova Sherlock Holmes perché - davvero - è geniale. 
A Jessica, che è entrata in ogni singola scena commentando con passione ed ironia.
Ad Abby, le cui recensioni sono tra le mie preferite, perché credo che tutti vorremmo recensioni come le sue.
Ad Eleonora, che mi ha fatto un regalo immenso ad arrivare come nuova lettrice tanto che ha superato la gioia dei regali di Natale!

Ringrazio anche strapelot e Greenleaf, che hanno aggiunto la storia tra le seguite, il resto dei lettori fantasmini <3 vi adoro lo stesso, e chi troverà questa storia dopo :)
Io spero davvero di non aver dimenticato nessuno, perché sono contenta di aver trovato amici autori/lettori con i quali condividere questa passione.

Che dire, alla prossima, e viva la sacra scrittura. Sempre.

SwanXSong



 

  
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