Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: Milly_Sunshine    12/01/2024    2 recensioni
Oliver Fischer, professione giornalista divenuto ghost writer, si è rifugiato in un piccolo paesino dove non succede mai nulla, per stare lontano dal caos che in passato ha fatto parte della sua vita professionale. Subito dopo avergli fatto una proposta di lavoro, tuttavia, un suo passato collega viene assassinato. Il delitto è circondato da un alone di mistero più totale, gli unici elementi su cui indagare sono una canzone trap cantata da un'artista sconosciuta, il risultato di una gara automobilistica e un caso di pornografia non consensuale. Oliver si vede costretto a investigare in proposito, affiancato da due donne ugualmente affascinanti: Dalila Colombari, fotografa con la quale ha collaborato in passato, e Tina Menezes, stella dell'automobilismo a ruote scoperte. // I PERSONAGGI DI OLIVER E TINA SONO COMPARSI IN ALTRI MIEI LAVORI, MA "MISS VEGAS" È UNA VICENDA A SÉ STANTE.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era già venerdì, il che significava che quella sera sarebbero passate due settimane da quando "Miss Vegas" era risuonata su incarico di Dalila nella discoteca in cui Oliver si trovava insieme a lei. Erano solo due settimane, ma sembrava fosse passata un'intera vita e che un'intera vita potesse passare ancora che arrivasse di nuovo la sera.
Messo di fronte alle nuove rivelazioni di Tina, Oliver aveva trascorso le ultime ore della giornata precedente alle prese con un assurdo gioco a incastri, per poi arrendersi alla realtà dei fatti: non si incastrava ancora niente. Infine Dalila gli aveva telefonato e, all'improvviso, la chiamata si era interrotta, con la Colombari irraggiungibile da allora con il proprio numero consueto. Il telefono che usava da quando era iniziata la loro indagine parallela, invece, squillava a vuoto.
Oliver aveva scoperto solo quella mattina cosa fosse accaduto - aveva creduto che Dalila avesse la batteria scarica e che non avesse l'altro numero con sé - e si trovava nella difficile posizione di dovere raccontare tutto a Selena senza essere preso per pazzo.
Per ragioni di riservatezza, si erano incontrati nel luogo in cui Oliver era stato portato dalla Menezes la sera in cui l'aveva inseguito per strada. Selena lo stava esortando a raccontargli tutto e non dava segno di volere attendere oltre.
«Dalila è stata scippata, è caduta a terra e ha battuto la testa» le confidò, quindi. «Ho cercato tra le ultime notizie, è successo davvero.»
«Dove?»
«Poco lontano da casa sua.»
La risposta non era esauriente, ma Selena non chiese spiegazioni.
«La cosa strana» continuò Oliver, «È che stamattina ho ricevuto un'e-mail da parte di una persona che mi scriveva un numero di telefono e mi pregava di mettermi in contatto con lei.»
«L'hai chiamata?»
«Sì. Ho messo il numero anonimo, perché non mi fidavo, ma la storia che mi ha raccontato mi sembra credibile.»
«Chi era?»
«Era una suora della provincia di Mantova. Gestisce un campo estivo parrocchiale e mi ha raccontato di come ieri una donna sui trentacinque anni si sia presentata là chiedendo di parlare con un'animatrice, alla quale ha riferito di chiamarsi Dalila Colombari e a cui ha iniziato a fare domande a proposito di Mirko De Rossi e Tina Menezes.»
Selena obiettò: «Perché quella suora avrebbe dovuto contattarti? Come ti ha trovato? Chi è l'animatrice?»
Oliver la pregò: «Un po' di pazienza, arriverò a spiegarti tutto. Iniziamo dall'animatrice: si chiama Elena Piazzi.»
«Baby Dumbaby?»
«Proprio la ragazza che potrebbe essere Baby Dumbaby.»
«Cosa voleva la tua amica fotografa da lei?» obiettò Selena. «Come l'ha trovata?»
«Penso allo stesso modo in cui l'abbiamo trovata noi» rispose Oliver. «Pare sia andata da lei e l'abbia tartassata di domande. Stamattina, prima di andare al campo estivo dove fa la volontaria, Elena ha fatto delle ricerche, scoprendo dello scippo e del ricovero in ospedale. Allora ha deciso di raccontare tutto alla responsabile, Suor Giuliana, che, pensando ci fosse dietro qualcosa di poco chiaro, ha fatto a sua volta delle ricerche. Ha trovato me tramite i social di Tina e ha scoperto anche che ho lavorato con De Rossi. Quindi mi ha contattato, chiedendomi di vederci.»
«Oggi?»
«Non lo so. Non ho un'auto e sarebbero un nel po' di chilometri.»
Selena puntualizzò: «Ce l'ho io la macchina. Solo venuta qui proprio per scoprire qualcosa su questa storia e non ho intenzione di rimanere tutto il giorno a fare poco e niente.»
Oliver la guardò storto.
«Non me la racconti giusta.»
«Su cosa?»
«Sulla tua presenza qui. Come ti è venuto in mente, di punto in bianco, di metterti a fare indagini?»
«È semplice desiderio di vedere la verità venire alla luce» rispose Selena, in tono innocente. «Ti sembra strano?»
«Sì, molto» ammise Oliver, «Ma sei libera di non rispondermi, se preferisci evitarlo. Me ne farò una ragione.»
«Bene, è proprio quello che mi aspetto da te. Quando partiamo?»
«Quando vuoi.»
«Tra un'ora? Vado al B&B a prendermi quello che mi serve. Lo stesso tempo dovrebbe bastare anche a te.» Selena guardò l'orologio. «Non so quanto tempo possa volerci, ad andare là, ma non più di due o tre ore, immagino. Ti ha detto la località precisa?»
«Sì, me l'ha detta» rispose Oliver, «Ma adesso devo correre a casa a preparare tutto. Ti aspetto tra un'ora, se riesci anche prima.»
Selena non parve particolarmente sorpresa, nel sentirlo accettare senza fare domande, né gliene fece a propria volta. Se ne andò dandogli appuntamento a poco più tardi, ben decisa a non lasciarsi scappare l'occasione.
Rimasero entro le tempistiche ipotizzate e, ad attenderli, trovarono Suor Giuliana e Baby Dumbaby, che si faceva chiamare con il proprio vero nome, Elena Piazzi. Riferirono per filo e per segno quanto accaduto con Dalila il giorno precedente, compreso il contenuto della conversazione e il ruolo di Nicholas Piazzi. Fu un incontro molto illuminante e, quando nel corso del pomeriggio Oliver tornò a salire sull'auto di Selena, la Bernard azzardò: «Dovremmo andare anche da Nicholas, dato che siamo in giro.»
«Ci vorrà almeno un'ora» obiettò Oliver. «Sei sicura di volerlo fare?»
«Certo che ne sono sicura» ammise Selena. «Abbiamo una missione da compiere. Dalila sarebbe felice di saperlo. A proposito, sei riuscito a metterti in contatto con qualcuno? Hai scoperto come sta?»
«Ho trovato un contatto di sua madre» la informò Oliver. «Mi ha scritto che Dalila è stordita e non sa con esattezza cosa sia successo.»
«Speriamo si riprenda presto.»
«Già, speriamo.»
Selena accese il motore, si misero di nuovo in viaggio. Nel mentre, Oliver riuscì a mettersi in contatto con la segretaria del produttore musicale, di cui Elena aveva lungamente parlato. La storia legata alla nascita del testo di "Miss Vegas" aveva il suo senso, ma poteva essere un racconto di facciata che Nicholas Piazzi aveva propinato alla cugina. Se avesse avuto qualcosa da nascondere, di certo non l'avrebbe raccontato a una ragazzina.
La segretaria fu piuttosto titubante, quando Oliver chiese di vedere Piazzi nel tardo pomeriggio, ma bastò menzionarle l'incontro con Baby Dumbaby e la necessità di avere chiarimenti a proposito di Mirko De Rossi, affinché decidesse di metterlo in linea con il proprio capo, con il palese desiderio di non essere coinvolta. Oliver parlò al telefono con il cugino di Elena per qualche minuto, infine riattacco.
«Allora?» volle sapere Selena. «Com'è andata?»
«Benissimo» rispose Oliver. «Mi ha dato appuntamento per oggi alle diciotto. Semplicemente non vuole né riceverci sul posto di lavoro, né che la sua segretaria ne sappia qualcosa. Probabilmente le farà credere che sia stato uno scherzo telefonico.»
«Dove vuole incontrarci?»
«In un bar con i tavoli esterni. Mi ha assicurato che sarà facile trovare il posto.»
Lo fu, arrivarono qualche minuto prima delle diciotto. Si sedettero ad aspettare e infine Nicholas Piazzi giunse sul luogo dell'incontro. Lo videro guardarsi intorno e, obiettivamente, non c'era molto che potesse fare per riconoscerli. Oliver attirò la sua attenzione con un cenno della mano.
Nicholas si avvicinò e si sedette di fronte a loro.
«Fischer?»
«Proprio io.»
«E lei, signora...» Piazzi parve spiazzato. «Per caso ci siamo già visti da qualche parte?»
Selena non sembrava molto propensa a rispondere, quindi Oliver intervenne in suo aiuto, distogliendo da lei l'attenzione del producer.
«Scusi se l'ho disturbata, signor Piazzi, ma c'è una questione piuttosto seria di cui le devo parlare.»
«Me lo auguro» replicò Piazzi. «Spero di non essere venuto fino qui per incontrarmi con due mitomani.»
«Non siamo due mitomani» puntualizzò Selena. «Abbiamo appena parlato con sua cugina, Baby Dumbaby. O meglio, l'abbiamo incontrata come Elena.»
«Molto interessante» osservò Piazzi. «Va bene, una mia cugina che ha quindici anni meno di me ha interpretato la parte di una cantante trap. È forse un crimine?»
Oliver precisò: «Non sono qui per accusarla di avere commesso qualche crimine.» Decise di usare la solita copertura. «Sono il fidanzato di Tina Menezes. Voglio sapere, per conto suo, com'è nata l'ispirazione su "Miss Vegas". Non voglio farle perdere tempo, sua cugina Elena mi ha già raccontato qualcosa. Quello che le chiedo è se ci sia qualcos'altro.»
Nicholas Piazzi sospirò.
«Ho sempre saputo che quella canzone sarebbe stata un casino.»
«Eppure ha scritto il testo.»
Inaspettatamente, Piazzi scosse la testa.
«No, non l'ho scritto io.»
«È quello che ha raccontato a Elena, però» gli ricordò Oliver.
«Elena è ancora una bambina con la bocca sporca di latte» replicò Piazzi. «Il testo di "Miss Vegas" me l'ha passato Mirko De Rossi.»
Oliver spalancò gli occhi.
«De Rossi ha scritto quel testo?»
«Sembra strano anche a me, eppure un po' di tempo fa me l'ha mandato via e-mail e mi ha sfidato a pubblicarlo» riferì Piazzi. «Gli ho risposto, chiedendogli cosa gli passasse per la testa. Mi ha scritto, sempre via e-mail, che Tina Menezes gli faceva pensare a una certa pornostar, una certa Venus Manny o qualcosa del genere. Mi criticava sempre per il mio lavoro, sostenendo che le canzoni del mio genere abbiano testi insensati e senza un filo logico, mi ha scritto che, se volevo dimostrare di essere pronto a pubblicare qualsiasi cosa, dovevo mettere quel testo su una base e trovare qualcuno che lo cantasse.»
«E lei l'ha fatto.»
«Perché no?»
«Cos'è successo dopo?» chiese Oliver. «Mirko De Rossi le ha per caso fatto i complimenti, una volta che la canzone è stata pubblicata?»
Piazzi scosse la testa.
«Vede, è questa la cosa strana: quando ho contattato De Rossi per informarlo, un po' di tempo fa, si è comportato come se non ne sapesse niente e mi ha liquidato in fretta sostenendo di essere impegnato e di non avere tempo da perdere. Solo quando gli ho chiesto la cortesia di scrivere sotto falso nome dei post che pubblicizzassero la canzone ha accettato. Però ha continuato a dire, testualmente, che non era stato lui a darmi quello "spunto". Usava proprio questa parola, come se pensasse che parlassi di una semplice ispirazione.»
«Conosceva bene De Rossi?»
«Non benissimo. Conoscevo alcuni suoi amici e mi è capitato di prendere parte a qualche serata a cui c'era anche lui. Era da settimane, però, che non lo vedevo.»
«Tornando al nostro discorso, ho ben capito? Non ha alcuna prova che sia stato lui a contattarla per suggerirle il testo di "Miss Vegas"?»
«Mi sta chiedendo di mostrarle le e-mail? Ne ricevo a centinaia. Le avrò sicuramente cancellate, come tutto quello che non mi serve più.»
Oliver mise in chiaro: «Non le sto chiedendo di mostrarmi le e-mail. Le sto chiedendo se esiste la possibilità che non sia stato De Rossi a scrivergliele, ma qualcuno che poteva accedere alla sua posta elettronica, e che fosse quella la ragione per cui Mirko parlava di un semplice spunto.»
Piazzi ammise: «Non ci ho mai pensato ma, in linea teorica, è assolutamente plausibile.»

***

Dalila aveva la mente confusa e la vista annebbiata. Non avrebbe saputo dire se ricordasse di avere ricevuto un colpo alla testa, oppure se fosse il dolore che sentiva a farle immaginare la scena.
Intravide sua madre, che dopo averla salutata stava andando via.
«Aspetta» sussurrò.
Sua madre si voltò.
«Riposati, Dalila. Sei stanca, non sforzarti.»
Dalila si lasciò andare a un sospiro.
«Ho un telefono, a casa, un cellulare. Non quello solito, che mi hanno rubato. È bianco, con una crepa sul display. Portamelo. Devo chiamare Oliver.»
«Oliver Fischer?» le chiese sua madre. «Mi ha scritto, ha chiesto di te. Gli ho detto come stai.»
«Devo chiamarlo» rispose Dalila. «Devo farlo da quel telefono.»

***

Sulla via del ritorno, Oliver e Selena si fermarono per cena in una trattoria di passaggio. Erano entrambi piuttosto silenziosi, ciascuno perso nelle proprie riflessioni. Fu solo dopo avere consumato il pasto che iniziarono a discutere seriamente di quello che era accaduto nel corso del pomeriggio.
Fu Selena a rompere il ghiaccio: «Cosa ne pensi di Nicholas Piazzi?»
«Non penso niente» ammise Oliver. «La sua storia potrebbe apparire totalmente campata in aria e, lo devo ammettere, quella che ha riferito a sua cugina pare di gran lunga più sensata.»
«Quindi non gli credi?»
«Sì, gli credo.»
«Pensi davvero che Mirko De Rossi abbia scritto quel testo?»
Oliver scosse la testa.
«No, con tutta probabilità c'è qualcuno che ha avuto accesso ai suoi profili, almeno in passato. La persona che ha pubblicato il post su Ryan Harvey spacciandolo per uno stralcio di autobiografia di Tina Menezes potrebbe anche avere mandato delle e-mail a Piazzi per proporgli il testo.»
«A che scopo?»
«È proprio questa la domanda che dobbiamo farci: a che scopo?»
«L'ho fatta a te» ribatté Selena. «Che idea ti sei fatto?»
«L'idea che mi sono fatto è sempre quella originale» rispose Oliver. «Qualcuno ce l'ha a morte con Tina e vuole farle del male. È riuscito a riprenderla mentre faceva sesso con l'uomo che frequentava un anno fa, dopodiché ha pensato bene di trovare un modo per fare uscire una canzone trap nella quale venisse insultata e denigrata. Poi, non contento, ha anche fatto uscire quel post su Harvey.»
«Quel post, però» osservò Selena, «Mi sembra più infamante per Harvey, che non per Tina.»
«Mi ha raccontato un fatto terribile che lo riguarda e che, per il momento, preferirei non condividere» la informò Oliver. «Mi viene il dubbio che quel racconto pubblicato sul blog di De Rossi avesse lo scopo di minare la credibilità di Tina. Se non avesse pubblicato un video per spiegare che non ne sapeva niente, prima ancora che quel post facesse il giro del mondo, avrebbe potuto rischiare di fare la figura della visionaria. A causa di quel post, poteva rischiare di non essere presa sul serio nemmeno se avesse deciso di rivelare la verità su Harvey.»
«Mi hai fatto capire che non posso chiederti quale sia la verità su Harvey» replicò Selena, «Ma una domanda te la devo fare. Se è un segreto di Tina, questa persona come fa a conoscerlo?»
«È un segreto di Tina, ma qualcuno potrebbe avere visto qualcosa e sospettare la verità» le spiegò Oliver. «Se questo qualcuno odia Tina, potrebbe tranquillamente avere taciuto proprio per non intervenire in sua difesa.»
Selena azzardò: «Amber Thompson?»
«Me lo sono chiesto anch'io» ammise Oliver. «Sarebbe una soluzione perfetta: ha preso il posto di Tina, che a volte si è mostrata ben poco cortese nei suoi confronti. In più, da molto tempo, il loro scontro viene fomentato in tutti i modi, potrebbe essersi montata la testa e avere deciso di fare qualcosa contro di lei. Tuttavia, per quanto riguarda il segreto di Tina e Harvey, non saprei come inquadrarla. Non è qualcosa che si condividerebbe con una fidanzata. Anzi, è qualcosa che le si terrebbe nascosto.»
«Tutto dipende se Amber è davvero innamorata di Harvey come dice e se il loro fidanzamento è vero.»
«Si sposeranno la prossima settimana.»
«Così hanno detto.»
Oliver rifletté qualche istante, infine domandò: «Perché questo improvviso interesse nei confronti di Amber?»
Selena alzò le spalle, con indifferenza.
«Non dobbiamo escludere alcuna pista.»
«No, non dobbiamo escludere nulla» convenne Oliver, «Ma ci stiamo soffermando su una potenziale colpevole ben poco probabile.»
Selena gli ricordò: «A un certo punto, hai sospettato anche di me e di mio marito.»
Oliver avvampò.
«Io non...»
Selena rise.
«Stai tranquillo, non mi sono offesa. Anzi, è normale che tu ti sia posto qualche domanda, specie dopo avere saputo dove ci trovavamo io e Edward quando De Rossi è stato ucciso.»
«Quindi» dedusse Oliver, «Dovrei iniziare a preoccuparmi anche di dove fosse Amber.»
«Di dove fossero Amber e Ryan» precisò Selena. «Quei due sono una coppia, potrebbero agire insieme.»
Oliver fu scosso da un brivido.
«Cazzo, hai ragione!»
Selena parve spiazzata, mentre gli chiedeva: «Su Amber e Ryan coppia criminale?»
Oliver cercò di tornare in sé, mentre affermava: «Sul fatto che certi crimini si possano condividere con la persona amata. Certo, deve esserci un bel po' di perversione, ma non possiamo escludere questa ipotesi.»
«Se lo dici tu.»
«Sei convinta che sia fuori strada?»
«No.»
«Invece sì» la accusò Oliver. «Sei venuta in Italia perché hai dei sospetti ben precisi e vuoi che ti aiuti a scoprire se quello che pensi è vero. Però non vuoi esporti, preferisci non farlo. È così?»
Selena abbassò lo sguardo.
«Quello che pensavo non ha importanza. Credi che la tua amica Dalila sia stata aggredita da qualcuno che ha a che fare con questa storia e che ha camuffato il tutto facendolo passare per uno scippo?»
«Domanda interessante» fu costretto ad ammettere Oliver. «Se così fosse, significherebbe che nessuna delle persone che si trovano a Silverstone in questo momento può essere colpevole. Veronica, Amber, Ryan Harvey, tutto il loro entourage...»
«Proprio così» convenne Selena. «Nessuna pista può essere esclusa, ma qualcuna diventa davvero poco credibile.»
«A meno che non salti fuori il discorso coppia» suggerì Oliver. «Se ci pensi, non abbiamo idea di dove sia Scott Young in questo momento. Veronica dice che, da quando si è tirato fuori dal mondo delle corse, trascorre il proprio tempo seduto sul divano a guardare partite di sport vari accomunati dal solo necessitare di una palla. Però non possiamo saperlo per certo, nessuno andrà mai a casa sua a controllare.»
«Perdonami, ma non vedo Veronica e Scott Young capaci di qualcosa di simile» obiettò Selena. «Va bene, il nostro è un discorso fatto così, tanto per parlare, ma non danno quell'impressione. Non sono una di quelle coppie travolte da una passione travolgente, sembra che tutto, tra loro due, sia molto razionale.»
«E quindi?»
«Quindi, se uno dei due chiedesse all'altro di tormentare Tina Menezes e di ammazzare una persona in corso d'opera, riceverebbe l'invito ad andarsene a cagare.»
«Oppure, proprio perché sono una coppia razionale, potrebbero avere architettato tutto.»
Selena ridacchiò.
«Non ti è proprio passata, la tua avversione per Veronica.»
Oliver scosse la testa.
«Non provo avversione nei suoi confronti. Anzi, non sono mai stato particolarmente esagerato contro di lei nemmeno nel mio libro.»
«Hai fatto bene» ribatté Selena. «È proprio quello che Patrick avrebbe voluto.»
Oliver fu scosso da un fremito.
«Non lo metto in dubbio, e penso che tu sappia il perché.»
Selena lo ignorò.
«Se la persona con cui Tina ha a che fare ha usato l'account di Mirko, Mirko potrebbe averlo scoperto. Potrebbe avere fatto qualche domanda, avere dato segno di sospettare qualcosa...»
Si interruppe, ma Oliver sapeva bene dove volesse andare a parare.
«Alla fine, possiamo girare la frittata come vogliamo, ma torniamo allo stesso punto di partenza: Mirko è stato ucciso a causa di quello che sta succedendo a Tina.»
«Quindi» puntualizzò Selena, «Se scopriamo chi ha ripreso Tina e il suo ex, allora scopriamo anche chi ha ucciso Mirko De Rossi.»
«E questo spiegherebbe perché tu voglia scoprire chi ha ucciso Mirko.»
«Non solo per Tina. Voglio dire, l'hanno ammazzato, per lui non c'è più niente da fare. Almeno Tina un giorno si libererà di questa persecuzione e potrà vivere una vita normale.»
Oliver annuì.
«Hai ragione, la penso come te. Sono due lati diversi della stessa medaglia. Entrambi devono motivarci. O almeno, dovrebbero motivare me. Sei proprio sicura di non avere altro da raccontarmi?»
Selena abbassò lo sguardo.
«No, non ho nulla da raccontarti. Non intendo mettermi a vaneggiare su cose vaghe che esistono solo nella mia testa.»
«Quindi» dedusse Oliver, «Stai ammettendo di avere dei sospetti.»
«Non sto ammettendo nulla» replicò Selena. «Devo pensarci su, devo trovare una spiegazione logica e devo farlo da sola.»

***

La giornata poteva sembrare terminata, ma per Edward non lo era ancora. C'era ancora qualcosa di importante da fare, per lui, quindi prese il cellulare e fece partire la chiamata che doveva mettere fine a quel venerdì.
Selena rispose subito, un po' come se fosse in paziente attesa.
«Allora?» volle sapere. «Cosa succede?»
«Lo chiedi tu a me?» obiettò Edward. «Non dovresti essere tu quella che ha delle novità da raccontare?»
Selena ignorò quel commento.
«Come sta la Menezes?»
«Non bene.»
«Le hai parlato?»
«Ci ho provato, ma non è servito a molto» ammise Edward. «Quel post uscito ieri è stato il colpo di grazia. Non so cosa sia successo, con esattezza, ma mi sembra evidente che, fino a ieri, Tina teneva tutto sotto controllo. Adesso non è più così.»
«Ho visto il suo video, quello in cui parla di Ryan Harvey» lo informò Selena. «Sembra molto convinta di quello che dice, anche se, di fatto, non dice nulla.»
«Che idea ti sei fatta?»
«Dovresti essere stata tu a farti un'idea» puntualizzò Edward. «Non mi dire che Oliver non ti ha riferito niente. Se c'è qualcuno che può sapere cosa sia accaduto tra Ryan e Tina, quello è lui.»
«Non credere che non ci abbia provato a farmi dire tutto» ribatté Selena, «Ma Oliver ha voluto mantenere il riserbo più assoluto. Non c'è riuscito al cento per cento, ma almeno ho scoperto qualcosa di più su luogo e data dei fatti: Marina Bay, la notte dopo il Gran Premio di Singapore di tre anni fa.»
«Ah.»
«Gli è scappato detto mentre tornavano a casa, dopo avere parlato con...» Selena si interruppe. «Dovrei raccontarti tutto dall'inizio. Dalila Colombari, la fotografa che lavorava per De Rossi e che ha una mezza relazione con Oliver, adesso si trova in ospedale. Ha battuto la testa durante uno scippo, ieri sera. Era stata a parlare con Baby Dumbaby.»
«Eh sì, hai molto da raccontare, vedo» asserì Edward. «Non sei stata la sola a scoprire chi è davvero Baby Dumbaby.»
«Le ho anche parlato, io e Oliver le abbiamo parlato» gli comunicò Selena. «Non era previsto che andassi anch'io, ma ne ho approfittato per farmi un'idea più precisa.»
«Mi raccomando, fai attenzione.»
«Sto facendo attenzione.»
«Stai andando in giro per il Nord Italia cercando l'assassino di Mirko De Rossi» precisò Edward. «Ti sei presa una responsabilità troppo grande.»
«Dovevo, visto quello che sospetto» rispose Selena. «Tu, da parte tua, tieni gli occhi aperti.»
«Non preoccuparti per me. Parliamo di Singapore, piuttosto.»
«Non ho finito. Io e Oliver siamo andati anche a parlare con il producer, Nicholas Piazzi. Ci ha raccontato una storia strana, a proposito di come sia nato il testo di "Miss Vegas".»
Quella era una novità che Edward non si aspettava. Era un testo trap, dopotutto, e dava l'impressione di essere un'accozzaglia di frasi messe a caso, buttate giù assicurandosi che contenessero un numero sufficientemente elevato di termini volgari. Chiese a Selena di riferirgli il tutto e, in effetti, c'era qualcosa di sorprendente dietro quel testo assurdo.
«Quindi Mirko De Rossi, o più probabilmente qualcuno che di spacciava per lui, voleva davvero che uscisse una canzone in cui si alludeva a un video erotico che ha per protagonista Tina Menezes» dedusse Edward. «La persona che ha scritto il testo potrebbe essere la stessa che c'è dietro al video.»
«E potrebbe avere hackerato l'e-mail di Mirko» suggerì Selena, «Anche se c'è una soluzione molto più probabile.»
«Ovvero?»
«Lo conosceva bene e poteva avere accesso ai suoi dispositivi. Perché usare stratagemmi degni di un pirata informatico, quando puoi semplicemente usare il computer di una persona? Dove magari ha installato un programma per la posta elettronica nel quale non deve inserire la password ogni volta?»
Edward confermò: «Ha senso.»
«Molto» convenne Selena.
«Però serve qualcuno che al contempo fosse vicino a De Rossi e avesse la possibilità di registrare il video di Tina.»
«Ci ho pensato, ma la soluzione non si incastra con tutto il resto. Di Singapore, invece, cosa dicevi?»
Edward raccontò: «Mi ricordo quella notte. Non vedevo l'ora di andare a dormire, ma ho rivisto Shin Jung. C'era Tina insieme a lui, ma è venuto comunque a parlare con me, con Amber e Ryan. Quando parla, è come un vulcano, non c'è modo di fermarlo. Tina ci ha provato, ma non ne ha voluto sapere finché non è andato via. A quel punto ho scambiato qualche parola con Tina, finché non ha detto che era stanca e che se ne sarebbe andata. L'ho vista un po' più tardi bere qualcosa, lontano da noi. Era già andata via, quando io e Amber ce ne siamo andati a nostra volta. Ryan stava parlando con un tizio importante, quindi ha detto alla Thompson che l'avrebbe raggiunta più tardi.»
«E poi?»
«E poi niente. Se non ricordo male, qualche tempo dopo Veronica ha litigato furiosamente con quel tale, che aveva tacciato Tina di essere una tossica, sostenendo che lui e Harvey l'avevano trovata quella sera che vaneggiava fuori dal locale, palesemente sotto l'effetto di qualche sostanza.»
«È successo davvero?»
«Veronica diceva di no, che volesse solo screditarla.»
«Chi era quel tipo?»
«Il CEO di un'azienda petrolifera, un potenziale grosso sponsor, per chi se lo fosse tenuto buono. Veronica non ha colto l'occasione.»
Selena osservò: «Tu hai visto Tina, prima che se ne andasse. Era davvero sotto l'effetto di droghe?»
«Non mi sembrava» ammise Edward, «Ma quel tale potrebbe davvero averla voluta screditare. Veronica ha fatto bene a non starlo a sentire, in fondo.»
«E Ryan Harvey?»
«Cosa vuoi sapere?»
«C'era anche lui, hai detto» rispose Selena. «Anche lui deve avere visto Tina, quella notte. Ha mai detto che fosse drogata?»
«Non ho mai parlato con Ryan di questo» replicò Edward. «Non ne ho parlato con nessuno, nemmeno con la stessa Tina.»
Selena suggerì: «Parlane con Ryan.»
«Non mi pare il caso» obiettò Edward. «Veronica gli ha detto di non farsi vedere per il resto del fine settimana. Non è più persona gradita, fintanto che non c'è la certezza che non abbia fatto nulla di male.»
«Fammi capire, Edward, Ryan Harvey non è persona gradita, quindi vige il divieto assoluto di rivolgergli la parola per qualsiasi ragione?» sbottò Selena. «E questo perché? Perché correresti il rischio di fare indignare uno stuolo di bimbiminchia nati non prima del 2008, qualora qualcuno rivelasse di averti visto mentre parlavi con Harvey invece di correre via a gambe levate come se fosse un appestato?»
«Non faccio io le regole» puntualizzò Edward. «Sono un personaggio pubblico e, in quanto tale, non posso permettermi di rovinarmi la reputazione per niente.»
Selena gli ricordò: «Vogliamo aiutare Tina a fermare la persona che l'ha filmata e, al contempo, vogliamo scoprire cosa sia successo a De Rossi. Non so se ti è chiaro, ma abbiamo davanti un caso di pornografia senza consenso e uno di omicidio. Vietato indagare perché si rischia di avvicinarsi più del dovuto a gente non gradita dall'opinione pubblica? Se il mondo funzionasse così, nessun colpevole verrebbe smascherato e nessun innocente potrebbe dimostrarsi tale. Non possiamo lasciare il mondo nelle mani di gente che sa solo fare rumore sui social e non ha la più pallida idea di come funzioni la vita vera. Poi può darsi che Ryan Harvey da bambino tirasse la coda ai gatti e da adulto prenda a spintoni i vecchietti in fila alla cassa del supermercato, ma come possiamo scoprirlo, se abbiamo paura di parlare con lui perché l'utente Robottino Nerd Con Gli Occhi Fucsia potrebbe decidere che se lo facciamo siamo colpevoli di crimini contro il buon costume? Mi dispiace, ma Robottino Nerd è solo un moralista che si spaccia per progressista e probabilmente sarebbe il primo a denigrare Tina Menezes, se il suo video venisse alla luce. Dobbiamo scegliere da che parte stare, se da quella della verità o da quella di chi sta a pontificare credendo di conoscerla.»
«Ti sento molto agguerrita. Pare di sentire parlare Oliver Fischer.»
«Beh, né io né lui abbiamo avuto paura di parlare con Baby Dumbaby.»
«Non è forse una banale studentessa universitaria di vent'anni, quando si toglie la parrucca e indossa una maglia? Non mi stai chiedendo di fare la stessa cosa.»
Selena precisò: «Ti sto chiedendo solo di fare una telefonata a Ryan e di chiedergli se si ricorda di quella notte a Singapore, tutto qui. Non devi necessariamente vederlo e, se capita, non devi farlo in pubblico. Sono certa che tu ne sia in grado, senza fare indignare Robottino Nerd Con Gli Occhi Turchesi.»
«Non erano fucsia?»
«Magari cambiano colore, quando vedono cose disdicevoli. Però, appunto, non cambieranno colore stavolta.»
Edward si arrese: «Come vuoi. Cercherò di scoprire qualcosa. Tu che programmi hai per domani?»
«Ammetto di non avere programmi» rispose Selena. «Forse cercherò di scoprire qualcosa di più su Dalila Colombari. Oliver mi ha detto dove abita.»
Edward ridacchiò.
«Gliene hai estorte, di informazioni.»
«Non potevo fare altrimenti» replicò Selena. «Non potevo metterlo al corrente dei miei sospetti, ma allo stesso tempo c'erano molti pezzi che mi mancavano. Diciamo che, se tutto va bene, le nostre strade dovrebbero tornare a incrociarsi, più avanti. Se così non fosse, significa che uno dei due sta seguendo quella sbagliata... uno dei due, oppure entrambi.»

***

Dalila non riusciva a ricordare nulla, o almeno fu quello che confidò a Oliver nel corso del sabato pomeriggio, quando gli telefonò sul numero che gli aveva fornito lei tempo prima. Sosteneva, tuttavia, di avere paura che quando le era accaduto non fosse stato un semplice scippo, quanto piuttosto un'aggressione mirata.
«Qualcuno sa» mise in chiaro. «Ero andata a parlare con Baby Dumbaby.»
«Lo so» rispose Oliver, «Ieri ci sono andato anch'io.» Non menzionò la presenza di Selena Roberts, né andò oltre, spingendosi a raccontare dettagli che non necessitavano un approfondimento in quella circostanza. «Ho parlato anche con suo cugino, il produttore della canzone. "Miss Vegas" è un testo scritto davvero contro Tina Menezes, con tutta probabilità. Solo che nemmeno Nicholas Piazzi sa con esattezza chi l'abbia scritto. Quando l'ha ricevuto, credeva che glielo avesse mandato Mirko. Pensava potesse funzionare e così è nata la non-canzone, come la chiamiamo noi.»
«Wow, buon lavoro, Fischer» borbottò Dalila. «Alla fine sei più sveglio di me. Io sono solo riuscita a fare polemica con una suora e a prendermi una botta in testa.»
«Suor Giuliana mi ha detto di salutarti da parte sua e di farti tanti auguri di pronta guarigione» la informò Oliver. «C'era anche lei, ieri, insieme a Baby Dumbaby. Mi ha suggerito vivamente di non mettermi nei guai.»
Dalila obiettò: «Non c'è modo, ormai siamo stati travolti. Stai attento, Fischer. Non posso permettermi di perderti.»
«Nemmeno io. Collaborare con te è sempre emozionante.»
«Non dico per questo. È che vorrei passare tutto il resto della mia vita con te, che tu diventassi il padre dei miei figli.»
Nel caldo torrido di quel pomeriggio di luglio, Oliver rabbrividì.
«È una proposta di matrimonio?»
«Non ho parlato di matrimonio» replicò Dalila, «Ma non avrei niente in contrario. Per me non è fondamentale sposarmi, però non mi opporrei.»
Oliver minimizzò: «Quando ti sarai ripresa, non avrai in mente più niente di tutto ciò.»
«Chi può saperlo» obiettò Dalila. «Non lo so, ci sono momenti in cui tutta la vita cambia all'improvviso. Penso sia quello che ci sta succecendo.»
«Ci sta succedendo? Non solo a te?»
«Vale per entrambi.»
«Non sono io, quello che si trova in ospedale.»
Dalila insisté: «Però anche tu ti sei ritrovato dentro qualcosa di più grande di te. Niente sarà mai più come prima.»
«Non è la prima volta che mi trovo ad avere a che fare con un omicidio e con tutto quello che gli gira intorno» le ricordò Oliver. «Alla fine, se me la sono cavata una volta, la vita può andare avanti di nuovo.»
«Se ne esci vivo.»
«Se non ne esco vivo, non posso comunque passare i prossimi decenni insieme a te.»
«Giusta osservazione» si arrese Dalila. «Va bene, come vuoi tu. Ti lascio con i tuoi casini, non ti obbligo a pensare a me.»
«Ci vedremo presto.»
«Lo spero.»
Si salutarono con quelle parole e Oliver rimase a chiedersi se facesse sul serio. Doveva scherzare, oppure doveva essere frutto della botta in testa. Si erano ritrovati soltanto quindici giorni prima e mai, tra di loro, nemmeno in passato, c'era mai stato il vago sentore di una relazione impegnata.
Mise da parte quei pensieri nel rendersi conto di avere, ancora una volta, lasciato indietro del lavoro. Si sedette quindi davanti al computer e, finalmente, riuscì a concentrarsi su ciò che doveva fare, sforzandosi di tenere fuori tutto il resto.
Era arrivato ormai a una fase di stallo, avrebbe avuto bisogno di schiarirsi le idee parlando con Tina, ma non solo la Menezes non gli rispondeva al telefono, addirittura quella sera fu Claudia Leonardo a contattarlo, per rivelargli che, testualmente, Tina aveva bisogno di allontanarsi da tutti e che l'indomani, lasciata l'Inghilterra, sarebbe partita per una località che preferiva tenere segreta. Oliver cercò di non mostrarsi troppo spiazzato, nel chiedere a Claudia quanto tempo sarebbe rimasta lontana. La risposta lo lasciò agghiacciato: dieci giorni, al massimo due settimane.
Di colpo era solo, senza avere alcuna idea di come comportarsi. L'articolo uscito sul blog di Mirko De Rossi e tutto quello che ne era conseguito era stato sicuramente devastante e non gli sembrava giusto intromettersi negli affari privati di Tina, ma al contempo avrebbe gradito sapere se era ancora sul suo libro paga oppure se il suo impegno non era più richiesto.
Claudia non lo illuminò in proposito, si limitò ad affermare che Tina, per il momento, non aveva bisogno di lui. Quelle parole colpirono Oliver più di quanto avrebbe voluto, ma dentro di sé sapeva di non potere lasciare un lavoro a metà.
Tutto era iniziato con "Miss Vegas", che risuonava in discoteca per opera di DJ Perla, su commissione di Dalila. In quel momento Oliver non aveva la più pallida idea che la donna che se ne andava in giro mezza nuda alla finestra di fronte fosse la Menezes.
"Tutto è iniziato senza di lei, tutto può finire anche senza di lei."
La domenica avrebbe voluto chiamarla, almeno per augurarle buon viaggio, ovunque andasse, ma preferì evitare di essere di troppo. Era passata una sola settimana dal giorno in cui Tina si era spinta a raccontargli dettagli della sua vita sessuale, ma di colpo sembrava essersi sollevato un muro tra di loro.
Le mandò un messaggio, per sintetizzarle in breve ciò che avrebbe voluto dirle a voce, ricevendo un semplice "grazie" come risposta di lì a molte ore. Nel frattempo il Gran Premio di Gran Bretagna era terminato, Veronica Young si era rifiutata di rispondere alle domande che riguardassero Ryan Harvey, sui social media in molti spettegolavano su di lui e non in pochi si chiedevano se Amber l'avesse lasciato. Quello che era certo, era che non l'aveva rimosso dai profili seguiti su nessun social e ciò non era stato apprezzato anche da alcuni suoi sostenitori, che sostenevano di non volere sapere più nulla di lei.

***

Edward aprì la porta e fece entrare Ryan Harvey: quest'ultimo aveva accettato di vederlo e di fare in modo che nessuno lo scoprisse. Non disse nulla, si limitò a richiedere l'uscio alle proprie spalle e a fissarlo con aria interrogativa.
«Ti chiederai» esordì Edward, «Perché abbia voluto incontrarti.»
«E tu ti chiederai» replicò Ryan, «Come mai abbia lasciato passare quasi due giorni, prima di dirti di sì.»
Edward azzardò: «Posso immaginare che non sia un bel periodo, per te.»
«Il tutto grazie a una finta autobiografia della Menezes di cui è uscito un frammento» rispose Ryan, con amarezza. «È sempre bello svegliarsi un giorno e scoprire di essere diventato un mostro agli occhi di tutti.»
«Sono sicuro che nessuno ti consideri tale» obiettò Edward, nonostante non ne fosse tanto sicuro. Non era nemmeno convinto che Ryan fosse così innocente come si atteggiava, ma non poteva lanciare accuse, non sapendo che cosa gli contestasse la Menezes. «Non devi stare a sentire quello che dice la gente che non sa niente di te.»
«La gente che non sa niente di me, però, ha il potere di rovinarmi» mise in chiaro Ryan. «Non c'è nulla che io possa fare. Il video di Tina è molto chiaro: non sono quello che sembro, secondo lei, ed ecco che tutti pendono dalle sue labbra. Non ha detto niente, di fatto, eppure sono già condannato. C'è chi dice che siamo stati insieme e l'ho lasciata.» Rise, sprezzante. «Ti rendi conto? C'è gente che pensa intendesse solo questo, però al contempo mi vuole vedere scomparire dalla faccia della Terra.»
Edward lo fissò con fermezza.
«Cosa intendeva la Menezes?»
«Non lo so, o almeno non lo so per certo. Una volta mi ha accusato di qualcosa di totalmente fuori dal mondo, ma era strafatta e non poteva certo capire.»
Edward spalancò gli occhi.
«Cosa vuoi dire?!»
«Voglio dire che Tina era fuori di sé» rispose Ryan. «Non era lucida, per niente, e non penso fosse solo alcool.»
«Singapore, tre anni fa.»
Era incredibile come non fosse nemmeno stato necessario chiedere.
«Singapore, tre anni fa. Come lo sai? Cosa ti ha raccontato Tina?»
«Tina non mi ha raccontato niente» mise in chiaro Edward. «Un petroliere o qualcosa del genere l'ha tacciata di fare uso di droghe, perché l'aveva vista in stato confusionale.»
«C'ero anch'io» confermò Ryan. «Avevo passato come minimo mezz'ora, se non tre quarti d'ora, a parlare con lui. Amber se n'era già andata, e anche tu quando era andata via lei. Quando finalmente anch'io sono uscito dal locale, abbiamo trovato Tina in quello stato. Non volevo che qualcuno che non la conosceva la vedesse in quello stato, quindi l'ho accompagnata via da là.»
«E poi?»
«Poi niente. L'ho portata fino al letto e, quando si è sdraiata, sono andato via. Sono andato a dormire e, dopo essermi alzato, sono andato a vedere come fosse messa. Per qualche assurdo motivo, si è messa a vaneggiare a proposito di Manuel Serrano, poi mi ha accusato di averle messo della droga nel bicchiere, la notte precedente, e di avere tentato di violentarla.»
Edward esclamò: «Chi, tu?»
Ryan confermò: «Ha detto proprio così e, per anni, mi è sempre stata lontana. Pensavo fosse perché era imbarazzata, dopo le sue accuse, invece mi viene il dubbio che creda davvero che le abbia fatto quello che diceva.»
Edward osservò: «Il fatto che tu l'abbia accompagnata a dormire non depone a tuo favore.»
«Infatti da allora in poi mi sono sempre guardato bene dall'aiutare persone in difficoltà» chiarì Ryan. «Se il ringraziamento è essere tacciato di essere un criminale, tanto vale girarsi dall'altra parte.»
«Non ti sembra di essere un po' drastico?» obiettò Edward. «Avresti potuto spiegarle che eri con me, Amber e il petroliere, quella notte, che era totalmente lucida nell'unico momento in cui l'hai vista prima di uscire dal locale e che non aveva un bicchiere in mano, in quel momento.»
Ryan scosse la testa.
«Io non le devo niente. È lei, piuttosto, che mi deve delle scuse, possibilmente pubbliche. Mi ha rovinato senza dire quasi nulla, figuriamoci cosa potrebbe succedere se raccontasse quella storia assurda!»
Edward insisté: «Non può essersela inventata.»
«Non ho mai detto che di sia inventata di essere stata drogata, né che non sia capitato altro, né che non sia giusto provare empatia nei suoi confronti» replicò Ryan. «So solo che io non c'entro un cazzo e che certe accuse dovrebbero essere rivolte al vero colpevole, non a me!»

***

Guardandosi intorno, come se temesse di essere ascoltato, Ryan Harvey concluse il proprio racconto: «Allora sono andato via, pensando che Tina sarebbe rinsavita e si sarebbe dimenticata quello che mi aveva detto. Non ho mai pensato che ne fosse convinta anche una volta tornata in sé.»
Oliver lo fissò a lungo, pensando a qualcosa di sensato da dire. Infine replicò: «Perché dovrei crederti?»
Harvey sostenne il suo sguardo.
«Non so perché dovresti credermi, ma non so nemmeno perché dovresti credere il contrario. Se avessi qualcosa da nascondere, secondo te sarei venuto qui a incontrarti?»
In effetti non vi erano ragioni per cui Ryan avesse dovuto sentirsi costretto ad accettare di vederlo. Si trovava a Venezia in viaggio di nozze e avevano convenuto di trovarsi a metà strada; la loro conversazione in un bar del centro, dove potevano sembrare due persone come tutte le altre.
«Non lo so, Harvey, non so più cosa credere.»
«Chiedi a Edward Roberts» lo pregò Ryan. «Quella sera c'era anche lui, con me e Amber. Tina è venuta a salutarlo, poi si è allontanata. Non l'ho mai vista con un bicchiere in mano, non avrei mai potuto drogarla.»
«Però sei entrato nella sua stanza» rimarcò Oliver. «Tina ha detto che qualcuno le ha strappato il vestito, che doveva avere intenzioni precise, ma che poi ha desistito. Magari avevi preso qualcosa anche tu, hai avuto una brutta tentazione...»
Ryan lo interruppe: «L'unica tentazione che ho in questo momento è mandarti a fanculo.»
«Eppure Tina ne è convinta.»
«Non so di cosa sia convinta Tina, ma sono stanco di ripeterlo: io non le ho fatto niente. Non mi sarebbe nemmeno venuto in mente un simile pensiero e, per quanto possa accettare di avere sentito la stessa accusa dalla Menezes, quando si è svegliata in quelle condizioni, non lo posso accettare da te. Ti conosco per fama, so che vai oltre le apparenze.»
«Quindi» dedusse Oliver, «Stai affermando che le apparenze sono contro di te.»
«Per "apparenze" intendi accuse infondate e campate in aria?» replicò Ryan. «In questo caso, assolutamente sì. Purtroppo non posso fare molto. Perfino tu, che in altre occasioni ti sei spinto a cercare la verità a tutti i costi, mi hai già condannato a priori. Se Tina mi accusasse pubblicamente, nessuno metterebbe in dubbio la sua parola.»
«Quindi, secondo te, le accuse di stupro o tentato stupro sono infondate e le vittime sono delle mitomani?»
«No, Fischer, le accuse contro chi ha davvero stuprato e chi ha tentato di farlo sono vere. Non lo sono, tuttavia, quelle che la Menezes mi ha rivolto, per quanto sono certo che ne sia sinceramente convinta. Il fatto che altri uomini abbiano violentato altre donne non significa che io abbia cercato di fare la stessa cosa con lei. Forse non te ne sei accorto, ma siamo tutti individui senzienti e ciascuno di noi decide da sé come comportarsi. Non c'è un copione preciso in cui io devo interpretare la parte dell'aspirante stupratore.»
«Eppure Tina aveva il vestito strappato, quando si è svegliata. È certa che fosse intatto, finché era lucida.»
«Forse ti sfugge un dettaglio: non sono l'unica persona al mondo e non sono l'unico che potrebbe averlo fatto. L'ho lasciata sul letto, poi sono andato via, in un primo momento pensavo fosse soltanto ubriaca. La porta non è mai stata chiusa a chiave, non avevo modo di farlo dall'esterno. Non ho pensato che qualcuno potesse introdursi là dentro e fare quello che ha fatto.»
Oliver sintetizzò: «Quindi, se ho ben capito, a tuo parere qualcuno l'avrebbe drogata, avrebbe atteso pazientemente che un altro la soccorresse e se ne andasse, poi si sarebbe recato nella sua stanza per violentarla. Dopo averle strappato l'abito che portava, tuttavia, avrebbe avuto un ripensamento e sarebbe andato via, non portando a termine ciò che si era messo in testa di fare. Non mi pare abbia molto senso.»
«Infatti non ne ha.»
«Questo riporta i sospetti su di te.»
«Però vale la stessa cosa» ribatté Ryan. «Se non ha senso che un altro tizio random l'abbia drogata per violentarla, poi si sia fermato all'ultimo, perché dovrebbe avere senso se il colpevole fossi io?»
Oliver sbuffò.
«Non distogliere l'attenzione dal punto principale. Tu hai portato Tina in quella stanza e sempre tu eri là dentro quando si è svegliata.»
«Si dà il caso che sia stato io a trovare Tina davanti al locale» puntualizzò Ryan. «Per quanto la cosa ti stia sfuggendo, non è un reato. Quando qualcuno ha bisogno d'aiuto, di solito non ti chiedi: e se poi fosse vittima di un crimine e ci andassi di mezzo per sbaglio?»
Oliver gli strizzò un occhio.
«Infatti non ci sei andato di mezzo per sbaglio.»
Ryan spinse indietro la sedia, accennando ad alzarsi.
«Meglio che vada, altrimenti rischio anche un'accusa per tentato omicidio, stavolta fondata.»
«Aspetta» lo pregò Oliver. «Non penso che tu sia un violentatore, semplicemente che volessi farle uno scherzo di pessimo gusto. Amber era vista da molti come la nemesi di Tina. Hai voluto spaventarla. Forse nessuno l'ha drogata, ma era davvero ubriaca. Allora l'hai accompagnata e, quando è crollata, le hai strappato il vestito perché credesse a un tentativo di stupro. Poi sei tornato, nella speranza di apparire come il soccorritore senza macchia. Non pensavi di potere sortire l'effetto contrario.»
«Stai vaneggiando» obiettò Ryan Harvey, di fronte a quelle parole. «Amber non aveva niente a che vedere con la Pink Venus, a quei tempi. La rivalità devastante tra lei e Tina è sempre stata una montatura pubblicitaria che nessuna delle due voleva. Non escludo che qualcuno abbia voluto spaventare Tina... del resto, poi, l'anno successivo, è accaduta la faccenda dello specchio.»
Oliver fece mente locale. Era certo di non avere sentito parlare di specchi.
«Quale faccenda?»
«Amber e Tina sono state invitate a partecipare a un'intervista televisiva. Nel camerino in cui sono andate a prepararsi, Amber ha trovato una scritta, fatta con il rossetto. Era una scritta in una lingua che non conosceva, così ha trascritto quella frase su un traduttore online. C'era scritto "Manuel Serrano è morto per colpa tua", in portoghese. Non era un messaggio rivolto ad Amber che, tuttavia, ritenendolo di pessimo gusto, l'ha cancellato prima che arrivasse la Menezes, che in quel momento si trovava ancora a bordo di un taxi nel bel mezzo di un ingorgo stradale.»
«Chi sa di questo fatto?»
«Io e Amber.»
«Tina non l'ha mai saputo?»
«Amber ha preferito non dirglielo» spiegò Ryan. «Del resto, sapeva che alla Menezes non piaceva parlare di Serrano. Amber temeva che, se avesse visto quello specchio imbrattato, avrebbe potuto dare la colpa a lei. Voleva evitare tensioni, visto quello che si diceva dei rapporti tra di loro.»
«Quindi tua moglie ha assistito a una sorta di attacco contro Tina, ma non può dimostrare che sia accaduto davvero» borbottò Oliver. «Molto interessante, devo ammetterlo.»
«Cosa stai insinuando?»
«Per quanto possa sorprenderti, niente. Ti assicuro che crederei a Tina a occhi chiusi, se non fosse per dei particolari che non mi convincono.»
«Per esempio?»
«Per esempio che sai perfettamente che conosco Edward Roberts e che, non appena ci saremo salutati, lo chiamerò per chiedergli se davvero eri con lui nel momento in cui, con tutta probabilità, qualcuno ha drogato la bibita o il drink di Tina. Saresti un perfetto idiota, se non fosse vero e te lo fossi inventato.»
Ryan confermò: «Esatto, so perfettamente che Edward ti dirà per filo e per segno che ha trascorso quella serata insieme a me. Certo, non può testimoniare a mio favore per dopo, ma di certo può assicurarti che, se anche avessi voluto drogare Tina, non ne avrei avuto la possibilità. E, prima che tu mi dica che potrei averlo fatto dopo, ti informo che quel CEO dell'industria petrolifera di cui ti ho parlato ha litigato con Veronica Young per avere accusato Tina di assumere droghe, avendola vista in quelle condizioni non appena è uscito, insieme a me, dal locale. Quindi ti basterebbe parlare con Veronica, per farti confermare che, se è stata drogata, è successo in un momento in cui non ero presente.»
«Ciò non basta, ovviamente, per scagionarti dalle accuse di Tina» gli ricordò Oliver. «Magari potresti averne approfittato proprio per agire contro di lei e spaventarla.»
«Oppure potrebbe essere stato qualcun altro ad agire contro Tina per spaventarla» insisté Ryan. «Magari la stessa persona che poi ha scritto quell'accusa con il rossetto sullo specchio.»
Oliver sapeva che quell'evento poteva anche non essere mai accaduto, ma perché Harvey avrebbe dovuto inventarsi proprio una frase simile? Non aveva mai avuto nulla a che vedere con Manuel Serrano, perché tirare in ballo proprio lui?
«Ti ringrazio per quanto mi hai riferito, Harvey» disse, quindi. «Sia chiaro, non mi hai convinto della tua innocenza, ma sono pronto a concederti il beneficio del dubbio. Sappi, però, che se hai fatto del male a Tina ti distruggerò.»
«Sarà qualcun altro a uscirne distrutto» replicò Ryan, «A meno che Tina non decida di gettarmi in pasto al tribunale dei social. Tienila a bada.»
Oliver gli scoccò un'occhiata di fuoco.
«Fai attenzione a come parli. E soprattutto ringrazia la mia volontà di cercare la verità a ogni costo. Se fossi pronto al giudizio sommario, in questo momento saresti un uomo finito.»




Un saluto ai miei lettori Swan Song e Nerve con l'ultimo capitolo pubblicato questa settimana. Il prossimo sarà lunedì prossimo. Specifico inoltre che anche nelle prossime due settimane dovrebbero esserci tre capitoli alla settimana, con il finale (capitolo 17) che uscirebbe esattamente tra due settimane.
Ci ho provato ad andare più lentamente, ma pubblicare una volta alla settimana non fa per me. Era quanto avevo pianificato inizialmente perché ai tempi ero in alto mare con il racconto e in una settimana riuscivo a scrivere poco più di un capitolo, ma adesso che sono arrivata alla conclusione già dal 6 gennaio, credo sia giusto andare a passo più spedito.
In questo capitolo è uscito il fatto dello specchio - da appurare ovviamente se sia vero o meno - mentre nei prossimi usciranno altre novità, tra cui un paio di personaggi finora visti in storyline passate apparire anche nel presente. Personaggi totalmente nuovi non se ne vedranno, ma come avrete intuito c'è ancora molto da svelare.

Buon fine settimana! <3
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: Milly_Sunshine