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Autore: Coso96    12/01/2024    2 recensioni
[Hazbin Hotel]
[Hazbin Hotel]
[Helluva Boss]
Frank è un semplice ragazzo di campagna, ma ha sempre vissuto con un senso di insoddisfazione inspiegabile.
Un giorno, però, delle creature di nostra conoscenza attentano alla sua vita, facendo sorgere finalmente un interesse da tempo perduto.
Cosa dovrà scoprire? Chi lo vuole morto ovviamente. Preparatevi a scoprire l'avventura del primo umano che decise di entrare negli inferi per pura noia.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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“Ok, ricapitoliamo: una donna di luce ti è apparsa in sogno e ti ha dato questo pugnale, che sarebbe lo stesso pugnale che Caino usò per ammazzare suo fratello Abele, ho capito bene?” Sibilò scettica la donna radioattiva esaminando il pugnale.
“Già.” Confermò Frank con una faccia di bronzo mentre guidava la Camaro verso Miami.
“Roba da pazzi.”
“Ha detto che è l'unico modo per eliminare Morte.”
“Dubito che sia l'unico modo, ma è confortante sapere che abbiamo anche degli alleati lassù.”
“Accendi la radio, voglio sapere cosa succede nel resto del mondo.”
“Non credo sia una buona idea, bion...”
La principessa interruppe il mortale premendo il pulsante per accendere la radio, ma l'unica cosa che sentì fu un suono statico.
“Cambia canale.” Ordinò.
Il mortale sospirò e iniziò a cercare un canale che non fosse letteralmente morto, quando una voce femminile e stanca attirò la sua attenzione.
“Ormai è più di una settimana che il mondo è andato a puttane. So che molti di voi hanno perso qualcuno a causa di quei mostri, ma vi invito a non perdere la speranza. Noi sopravvivremo. Noi non cederemo. Chiunque senta questo podcast, vi prego, non fate gesti estremi. Ho visto delle persone, dei miei amici, suicidarsi pur di non farsi divorare da quelle cose, ma io non l'ho fatto.
Chiudetevi in casa, non fate rumore e non cercate di combatterle: le nostre armi non possono ucciderle, ma solo rallentarle.”
Dei ringhi inumani si sentirono dalla radio e sembravano farsi più vicini a ogni frase della donna.
“Sono Anna Stone e questo sarà il mio ultimo messaggio, mi hanno trovato. Dite a mia madre che le voglio bene.”
Si sentì un'esplosione e poi tornò di nuovo quel suono statico.
“Cambia canale...” Sussurrò la principessa.
“Così ti deprimerai solamente, Charlie.” Disse Frank spegnendo la radio.
“Non ti interessa neanche un po'? I miei sudditi stanno divorando la tua gente e i cavalieri chissà quali atrocità staranno facendo.”
“Sai cosa mi raccontò mio nonno?” Replicò il mortale.
“Cosa c'entra?”
“Zitta e ascoltami: mi disse che l'essere umano è come uno scarafaggio. Non importa quanti ne uccidi, non importa quanti ne intrappoli, ce ne saranno sempre altri.”
“Una visione un po' denigrante della nostra specie.” Commentò Mihaela
“Lo pensavo anche io, ma poi, pensandoci, è l'insetto perfetto per descrivere la volontà del genere umano, la sua capacità di adattarsi.”
“Non... Capisco.” Fece Charlie.
“Tranquilla, non sei umana, non puoi capire, ma sei la creatura più empatica che abbia mai conosciuto, quindi sono certo che ci arriverai.”
La principessa arrossì.
“Lascia che ti dica che poni troppa fiducia in me.” Borbottò imbarazzata.
“Ti ho già affidato la mia anima, non hai solo la mia fiducia, ma anche il mio rispetto.”
“Frena!!” Gridò all'improvviso Charlie dal sedile posteriore, facendo fermare l'auto.
“Charlie, che diavolo fai? Non puoi urlare all'autista di fermarsi così all'impro...?!?!”
Il mortale si rese presto conto del perché Charlie aveva agito in quel modo: un'enorme pila di cadaveri bloccava l'autostrada per Miami, ma c'era un particolare che non sfuggì al suo occhio. Ogni cadavere aveva un buco di proiettile in testa o nel petto e la pelle verdognola insieme a diverse pustole infette.
“Non sono stati i demoni a fare questo massacro.” Sussurrò Charlie.
“Non capisco, perché ammassare un mucchio di cadaveri per bloccare la strada?”
Il mortale si accinse a scendere dall'auto, ma Mihaela gli afferrò il polso per fermarlo.
“E se fosse una trappola?”
I “cadaveri” si alzarono tutti di colpo e iniziarono a ridere, al che Frank tornò dentro e chiuse le portiere dell'auto.
“Frank Callahan e la sua combriccola, coloro che hanno ucciso Guerra.” Pronunciò uno dei “corpi”.
“Siete venuti ad uccidere me e mio fratello, non ho ragione? Ma vi dirò... Ciò che vi aspetta è solo una morte lenta e dolorosa.”
“Frank, vai a tavoletta, ho una brutta sensazione.” Ringhiò Mihaela mentre un brivido le attraversava la schiena.
“Fateli passare.” Ordinò il cadavere.
I corpi si scostarono dalla strada.
“Beh... non sembra vogliano darci problemi.” Sussurrò la principessa.
Il mortale iniziò ad andare avanti con l'auto molto lentamente, anche se tatticamente parlando sarebbe stato meglio andare a tutta velocità per evitare di essere circondati, ma fortunatamente i corpi non sembravano intenzionati ad attaccarli... Non ancora, almeno.
“Sono... Morti?” Chiese Charlie incerta.
“Non ne ho idea, so solo che nessun umano può sopravvivere a un colpo di arma da fuoco in testa o nel petto. La cosa non mi piace.”
Una volta raggiunta Miami, quello che trovarono fu una città fantasma insieme a migliaia di cadaveri, anche loro con ferite di arma da fuoco.
“Bene, ci siamo. Ricordate: non abbiamo idea di che aspetto abbia il cavaliere, quindi sospettate di tutti.”
Un puntatore laser comparì sul cranio del mortale.
“Cecchino!!!” Gridò Mihaela spingendo il mortale fuori dall'auto.
Un proiettile fece praticamente esplodere il sedile dove si trovava Frank.
“Oh, ti ha mancato, questa mi è nuova.”
Una bambina dai capelli verdi e dagli occhi giallastri comparsa dal nulla si poggiò sull'auto del trio, chiaramente divertita dalla loro confusione. Aveva una strana bilancia con gli stessi simboli runici del martello di Guerra e un sorriso di scherno le dipingeva il volto. Indossava un un pigiama verde a righe e delle pantofole del medesimo colore.
Frank si alzò da terra e incrociò gli occhi con quelli della bambina.
Un solo sguardo alla sua bilancia e capì con chi aveva a che fare.
“Carestia?” Ringhiò incredulo.
“Cosa? Carestia sarebbe una ragazzina?” Fece Charlie confusa scendendo dall'auto.
“Bada a come parli, principessa! Ho decisamente più anni di tutti voi messi insieme!”
I simboli runici sulla bilancia di Carestia iniziarono a brillare, paralizzando sul posto tutti e tre.
“Cosa succede? Non riesco a muovermi!” Disse Mihaela.
“La bilancia del comando.” Sibilò il cavaliere. “Un'arma che permette al possessore di controllare chiunque, a patto che la mia anima sia più potente della vostra. Mi aspettavo un po' di resistenza da coloro che hanno ucciso nostro fratello, ma forse ho sbagliato ad aspettarmi qualcosa da un mortale, una peccatrice e una principessa ingenua.”
La ragazzina si avvicinò al mortale e cominciò a esaminarlo.
“Hm, sinceramente mi aspettavo un bestione come nostro fratello, ma non fa niente. Che ne dite di fare un gioco con me?”
I tre provarono a muoversi, fallendo nel tentativo.
“Dubito che abbiamo scelta.” Sibilò il mortale.
“Le regole sono semplici: ora libererò la principessa e la donna radioattiva, mentre tu, caro Frank, cercherai di ucciderle.”
“Cosa?!?!” Fecero all'unisono Charlie e Mihaela.
Il bagliore emanato dalle rune della bilancia si affievolì leggermente e la principessa e la donna radioattiva poterono di nuovo muoversi liberamente.
“Biondina, prendi quella bilancia!!” Ordinò improvvisamente Mihaela.
“Ci sono!”
Charlie si buttò sulla ragazzina, ma un pugno di Frank la colpì così forte da proiettarla in un negozio abbandonato.
“Che diavolo?” Ringhiò Charlie poco prima che il piede del mortale le schiacciasse la cassa toracica.
“Frank... mi fai male!”
“Scusa Charlie, non riesco... a controllarmi.”
Frank afferrò la principessa per i capelli e la lanciò addosso alla donna radioattiva, facendole schiantare entrambe sulla Camaro.
“Ottimo lavoro, Frank. Ora uccidile.” Sibilò la ragazzina.
Il mortale guardò il cavaliere con enorme disprezzo e si accinse a eliminare le sue compagne, le quali si rialzarono dai resti dell'auto ferite più nello spirito che nel fisico.
“Dobbiamo trovare un modo per prendere quella bilancia...” Sibilò Mihaela, pulendosi un rivolo di sangue che le usciva dalla bocca e recuperando il pugnale di Caino dal cruscotto dell'auto.
“Sangue...”
“Hai detto qualcosa?” Chiese Mihaela.
“Non è il momento di allucinare. Spero che tu abbia un piano, perché Frank si sta avvicinando.”
Un ghigno sicuro comparì tra le labbra della donna.
“Per tua fortuna... Ce l'ho.”
“Cosa state confabulando, ragazzine?” Chiese il cavaliere con fare strafottente poco prima di sorridere. “Qualsiasi cosa stiate pensando di fare, vi consiglio di farla in fretta: pochi minuti e il controllo della mia bilancia sarà permanente.”
Charlie sussultò.
“Oh, col cazzo che lo permetterò!”
La principessa creò le sue ali di fiamme senza dare neanche il tempo a Mihaela di spiegarle il piano, spiccò il volo e provò nuovamente ad attaccare il cavaliere, ma il corpo di Frank le si parò davanti e bloccò la sua picchiata mettendola in una stretta letale.
“Mi spiace, Frank, ma lo faccio per il tuo bene.” Ringhiò Charlie poco prima di rivestire il suo cranio di fiamme e colpire con una capocciata la testa del mortale, liberandosi dalla sua stretta.
Un rivolo di sangue le scese lungo la guancia, mentre Frank si riprese quasi istantaneamente.
“Bel colpo, Charlie, ma sai che non basterà per fermarmi, dovrai...”
“Non provare neanche a finire la frase, io non ti ucciderò, Frank.” Lo interruppe Charlie.
La principessa osservò il cavaliere, che in tutto ciò continuava ad avere un sorriso di scherno, come se vedere due amici che tentano di uccidersi la divertisse.
Si pentì di non aver ascoltato il piano di Mihaela, ma era tardi per pentirsi.
“Hm, mi sto annoiando, rendiamo le cose più interessanti. Addormentati, Frank.”
Come avesse appena premuto un interruttore invisibile, il mortale si addormentò di colpo dopo l'ordine del cavaliere.
“Frank!!”
“Non disperare, principessa, è ancora sotto il mio controllo, ma voglio sperimentare di persona il potere di colei che ha sconfitto nostro fratello.”
Charlie notò un dettaglio strano.
“Hm, perché parli al plurale? Qui ci siamo solo noi.”
“Mio fratello Pestilenza si trova in uno di questi edifici e vi tiene sotto tiro. Non vi ha ancora uccise solo perché voglio divertirmi un po' con voi.”
La principessa sudò freddo: a malapena erano riusciti ad eliminare Guerra e ora si trovavano contro due cavalieri insieme.
Carestia poggiò la sua bilancia a terra e invitò la principessa a prenderla con un gesto provocatorio.
“L'unico modo per liberare il tuo amico è distruggere la bilancia o uccidere me, quindi ti darò una scelta: puoi provare ad attaccare me oppure scegliere la bilancia e rendermi inoffensiva.”
Charlie creò una spada di fiamme nella mano sinistra e provò a decapitare Carestia, ma la sua lama venne bloccata dall'indice e il medio del cavaliere.
“Hm, una scelta azzardata, ma giusta.”
Charlie non si diede per vinta, rivestì il suo pugno di fiamme e colpì il muso del cavaliere, producendo un'esplosione delle dimensioni di una piccola isola, ma quando le fiamme si dispersero notò con orrore che la sua avversaria non aveva neanche un graffio e che la sua mano si era frantumata completamente.
“Come è possibi...?”
Un calcio di Carestia la scaraventò nuovamente nel negozio abbandonato, ma stavolta il rumore di un pianto inondò le sue orecchie.
La principessa si accorse che il pianto veniva da una specie di magazzino situato nella cantina del negozio.
Aprì la porta e sussultò: una donna stringeva il suo bambino di cinque anni a sé, troppo impaurita per aprire gli occhi, però non fu quello a preoccuparla... La donna era incinta, probabilmente al nono mese a giudicare dalle dimensioni del pancione.
Provò a rassicurarli, ma la frase che disse Carestia la fece ribollire di rabbia.
“Oh, guarda, dei sopravvissuti. Mettiamo in pausa il nostro scontro, mi occupo di loro e poi tornerò da te.”
Charlie si posizionò davanti alla donna e i suoi figli con fare protettivo.
“Non toccarli.” Ringhiò con le fiamme che le uscivano dalla bocca.
“Oh, mi piace quello sguardo. Va bene. Ti prometto che non li toccherò.” Replicò il cavaliere in modo noncurante.
Lo sguardo della donna era incerto sul da farsi: non sapeva se fidarsi o meno, si domandava chi fosse la figura davanti a lei che la stava proteggendo.
“Vattene via e subito.” Ordinò la principessa in modo calmo ma risoluto.
La donna sembrò titubante, ma la ringraziò con un lieve cenno della testa, anche se la principessa era di spalle.
Attraversò il buco che c'era al posto dell'entrata e cominciò a correre.
Ci furono tre secondi di assoluto silenzio e poi... si sentì uno sparo, un urlo straziante, poi un altro sparo e tutto tacque
Un silenzio di tomba.
Charlie dilatò gli occhi, spostò leggermente lo sguardo verso l'uscita e vide chiaramente sotto il sole cocente il corpo esanime della giovane madre con gli occhi serrati su di lei, come se la stesse fissando.
“Io ho soltanto detto che non li avrei toccati, non che sarebbero stati al sicuro.” Disse il cavaliere senza far trasparire alcuna emozione.
La principessa strinse i denti fino a farsi sanguinare le gengive, rivoli di sangue fuoriuscivano dalla sua bocca e iniziarono a prendere fuoco, mentre il suo battito cardiaco iniziava ad accelerare.
Mosse lo sguardo lentamente verso il cavaliere e la sua espressione impassibile la fece ancora più infuriare.
“Come puoi essere così cinica? Non provi niente di fronte a una madre appena uccisa a sangue freddo?”
Il cavaliere inclinò la testa, come se non avesse compreso ciò che aveva appena udito.
“E' il nostro lavoro. Siamo nati per sterminare la razza uma...”
Carestia non riuscì a terminare la sua frase che Charlie scattò in avanti ad una velocità inumana e in un battito di ciglia si ritrovò il suo pugno infuocato dritto in faccia, talmente forte che la scaraventò contro un muro, creando una breccia nell'altra stanza.
“Non giocare con le vite umane, bastarda!!” Ringhiò iraconda.
Dal buco formatosi nel muro uscì una risata sprezzante e poi ne uscì fuori il cavaliere con un rivolo di sangue che le usciva dalla bocca. Aveva l'aria quasi soddisfatta, uno sguardo innaturale dopo un attacco del genere. Se fosse stato Guerra, un attacco così violento l'avrebbe solamente fatto arrabbiare, ma con questa... cosa era totalmente anomalo... e poco rassicurante.
“Devo ammetterlo.” Disse con tono sarcastico. “Mi hai fatto male. Ma puoi fare molto di più. Su, mettimi alla prova.”
Carestia fece un inchino per provocarla.
“Mi concedi l'onore di questo ballo?”
Charlie digrignò i denti e partì all'attacco, ma stavolta il cavaliere deviò il suo pugno e la colpì con un calcio nello stomaco, per poi afferrarla per i capelli e ficcarle letteralmente due dita negli occhi, accecandola permanentemente.
La principessa cadde sulle ginocchia e urlò in preda all'agonia.
“Oh no, tesoro, non morirai così facilmente.” Sibilò il cavaliere.
“Svegliati, Frank.”
Il mortale si svegliò di colpo e si avvicinò a Carestia con lo sguardo vuoto.
“Ai suoi ordini, mia signora.”
Un sorriso soddisfatto decorò il suo volto.
“Sembra che la bilancia ti abbia soggiogato completamente. Ottimo. Uccidila e assicurati che soffra, e quando hai finito... Ammazzati.”
“Come desideri.”
Il mortale si poggiò sulla principessa e cominciò a percuoterla, a ogni pugno i suoi sensi rispondevano meno, sembrava che un carro armato le stesse lentamente schiacciando la testa.
“Frank...” Sussurrò con il poco fiato che aveva. “Piuttosto che ucciderti... Preferisco morire.”
Un'aura dorata coprì il pugno del mortale e si preparò a darle il colpo di grazia.
“Ti perdono...”
Un piede colpì la tempia del mortale abbastanza forte da spostarlo di diversi metri e metterlo a nanna.
“Tutto bene, biondina?” Chiese una donna che Charlie riconobbe solo grazie alla voce.
“Mary...” Sussurrò poco prima di svenire.
“E tu chi saresti?” Chiese Carestia.
La donna ghignò e si indicò con il pollice fiera.
“Io? Sono Mary Callahan, tu devi essere uno dei quattro cavalieri dato che mio fratello e i suoi amici ti stavano affrontando... Ti dirò, sembri meno minacciosa di Guerra, ma sono la prova che l'aspetto inganna, quindi ti tratterò di conseguenza.”
“Trattare? Callahan?” Il cavaliere sogghignò. “Hm, capisco, devi essere la sorella di Frank, quindi una mortale, mi chiedo come tu abbia fatto ad arrivare qui senza beccarti un proiettile in testa, ma meglio così: farò guardare tuo fratello mentre ti ucci...?!?!”
La donna sparì dalla visuale del cavaliere e in pochi attimi si ritrovò a torreggiare su di lei col suo metro e novanta di altezza.
“Sei veloce, ma rimani una mortale. So che hai passato la vita ad esorcizzare demoni, ma io non sono come loro, io faccio parte di una specie superiore, non puoi...?!?!”
Mary la zittì con un calcio nella mascella abbastanza forte da dislocargliela completamente.
Il cavaliere trattenne un urlo di dolore.
Come aveva fatto una mortale a farle tutti quei danni?
“Confusa, ragazzina?” Chiese Mary con una smorfia presuntuosa. “Scommetto che ti stai chiedendo come mai sono riuscita a dislocarti la mascella.”
Carestia spalancò gli occhi. Cos'è, leggeva pure il pensiero adesso?
Mary sospirò.
“Ho passato la vita a esorcizzare demoni, sono quasi morta innumerevoli volte, ma ho compreso una cosa: ogni essere vivente, mortale, demone o qualunque cosa tu sia, possiede energia, e l'energia, come ogni cosa, si può manipolare. Quindi, con gli anni, ho sviluppato una tecnica che mi permette di controllare l'energia del mio avversario e usarla per danneggiarlo. Purtroppo questa tecnica funziona solo se c'è un contatto diretto, quindi con Guerra e la sua armatura sarebbe stata inutile, ma con te...” Un ghigno sadico affiorò tra le sue labbra. “Posso sbizzarrirmi.”
Il cavaliere si aggiustò la mascella e si avventò sulla donna, ma questa fece una spaccata per evitarla e la colpì sul fianco. Il colpo in sé non fu particolarmente forte, ma il dolore che provava era decisamente fuori scala. Era come se un verme con i denti aguzzi si stesse lentamente scavando la tana nelle sue viscere. Si inginocchiò nella speranza di lenire il dolore, ma un secondo pugno, stavolta in pieno viso, non le diede il tempo.
Il dolore stavolta lo sentiva nella sua testa, come se una sega le stesse comodamente aprendo il cranio.
Iniziò a strisciare fuori dal negozio: aveva ancora una speranza, ovvero suo fratello. Non aveva idea di come mai non l'avesse vista prima, ma se avesse visto lei in quelle condizioni, non avrebbe esitato a ficcarle un proiettile in testa. Quando raggiunse l'uscita, usò le poche forze che aveva per fare un segno con la mano, ma non sentì alcuno sparo e la cosa la allarmò. Fu in quel momento che vide la sua bilancia a portata di mano.
Ciò che non sapeva è che suo fratello, un uomo dai capelli rossi marcescenti e armato di fucile da cecchino fatto di ossa umane, in quel momento aveva le mani legate, troppo impegnato a cercare Mihaela. Aveva riconosciuto il pugnale che aveva preso dalla Camaro, avrebbe dovuto ucciderla quando ce l'aveva sotto tiro, ma come al solito aveva deciso di far divertire sua sorella. Ora si trovava lì, sulla Panorama Tower, alla disperata ricerca del suo bersaglio, ma sembrava sparita, come se fosse entrata... nell'edificio.
Sentì il rumore dell'ascensore che si attivava e puntò il suo cecchino in attesa del suo arrivo. Era sul tetto, quindi ci avrebbe messo un po'.
Attese per diversi minuti e quando vide le porte dell'ascensore aprirsi, non esitò a sparare tutto il caricatore al suo interno, creando una cortina di fumo, che, una volta diradato, rivelò al cavaliere che nell'ascensore non c'era nessuno.
Pestilenza mise mano nel suo giubbotto militare per prendere un caricatore, ma l'udire della porta antincendio che si apriva gli fece estrarre la pistola.
“Esci fuori con le mani in alto e consegnami quel pugnale.” Ordinò il cavaliere.
Mihaela uscì dalla porta lentamente, era chiaro che avesse il fiatone, ma dopo 85 piani di scale era comprensibile.
“Che aspetti, non spari?” Chiese la donna conoscendo già la risposta. Sapeva che le avrebbe chiesto dove aveva preso il pugnale, doveva solo prendere tempo e attendere l'occasione giusta per attaccare.
“Sangue...”
Mihaela scosse la testa: non era il momento di allucinare voci, era sotto tiro.
“Come mi hai trovato?” Chiese il cavaliere.
“Di solito i cecchini si posizionano in punti alti, e questo era l'edificio più alto in vista.”
“Dove hai preso quel pugnale?”
“Prima rispondi alla mia domanda, giusto per essere certa. Sei un cavaliere?”
“Sai benissimo chi sono...”
“Vero, ero tipo sicura al novanta per cento che fossi un cavaliere, per questo dovevo chiedere.”
Il cavaliere fece un passo avanti.
“Mollalo e passamelo col piede.”
Mihaela roteò gli occhi al cielo. Il fatto che fosse ancora viva voleva dire che l'unica cosa che impediva al cavaliere di ficcarle un proiettile in testa era il pugnale.
“No.. non credo che lo farò.”
Pestilenza esitò.
“Stai scherzando col fuoco, donna, dammi quel pugnale.”
“Lo vuoi?”
Mihaela si incupì e con un movimento rapidissimo lanciò il pugnale nella spalla del cavaliere, che provò a lanciare un grido di dolore, ma la donna aveva già provveduto a tappargli la bocca tirandogli una ginocchiata incandescente.
Fu in quel momento che si rese conto di essere circondata da centinaia di fucili fluttuanti, tutti puntati su di lei.
La sua reazione fu immediata: prese il cavaliere per il collo, estrasse il coltello dalla sua spalla e lo puntò alla sua gola.
“Sei una tipa sveglia, un attimo di esitazione e i miei fucili ti avrebbero ridotto a brandelli.”
La donna radioattiva sbuffò e tagliò la gola del cavaliere, uccidendolo sul posto.
“Sei davvero crudele, non mi hai neanche fatto dire le ultime parole.”
Mihaela sussultò quando vide che il cadavere di pestilenza si era dissolto in una nube tossica in pochi attimi, mentre i fucili erano ancora puntati su di lei.
Indietreggiò allarmata.
Il corpo di pestilenza si formò sopra un fucile, la sua espressione era decisamente irritata, ma gioiva nel vedere la confusione nello sguardo della donna.
“Non mi ripeterò: dammi quel pugnale.”
Mihaela sorrise.
“Vieni a prenderlo, troia.”
Detto ciò, scattò verso l'uscita antincendio e iniziò a correre, ma il cavaliere fece esplodere un colpo non appena mise piede sul primo scalino, facendola ruzzolare per le scale.
La donna radioattiva finì di rotolare all'ottantaquattresimo piano, provò a rialzarsi, ma una fitta alla gamba la fece desistere. Notò il buco di proiettile nella coscia e sperò di trovare un foro di uscita, ma la fortuna non era dalla sua parte, soprattutto perché diverse pustole infette stavano iniziando a comparire su tutta la gamba.
Prese il pugnale e cominciò a scavare nella ferita.
“Cartilagine, cartilagine...” La donna trattenne un urlo non appena toccò il nervo. “Nervo...”
Scavò un altro po' e finalmente beccò il proiettile, spinse il pugnale nella ferita e lo estrasse, e insieme ad esso sparirono pure le pustole.
“Ohi, sei viva?” Chiese Pestilenza dal tetto.
Mihaela si alzò dolorante e zoppicò verso il piano terra, mentre Pestilenza scendeva le scale seguito da una decina di fucili di ossa fluttuanti.
La donna arrivò al trentesimo piano, ma si dovette fermare per riprendere fiato. Camminare con un buco nella coscia non era il massimo, ma udire i passi di Pestilenza che rimbombavano nel silenzio dell'edificio era un'ottima spinta. Gli aveva tagliato la gola e sembrava più vivo di prima, c'era sicuramente un modo, doveva solo... all'improvviso si ricordò di come il suo corpo si era formato da uno di quegli strani fucili e capì. O almeno, sperava di aver capito.
“Ti prometto che se mi dai il pugnale la tua morte sarà veloce e indolore!” Urlò il cavaliere mentre cercava qualche indizio sulla presenza della donna.
Non gli ci volle molto per trovare delle piccole fiamme verdi che portavano in una delle stanze dell'edificio.
“Beccata...”
Pestilenza si fermò davanti alla porta della stanza, puntò i suoi fucili e iniziò a sparare una pioggia di proiettile fino a scaricarli completamente.
Fu quando sentì le armi scariche che Mihaela uscì dalla stanza accanto e rifilò una cinquina incandescente sul viso del cavaliere, lasciandogli un ustione di quarto grado bella croccante sulla guancia.
Il cavaliere non ebbe neanche il tempo di urlare di dolore, perché Mihaela gli infilzò il cranio col pugnale un attimo dopo.
Il cadavere del cavaliere sparì nuovamente in una nube tossica, mentre il suo nuovo corpo si formava al posto di uno di quei fucili fluttuanti.
La donna radioattiva sbuffò e zoppicò verso il piano terra.
“Penso che tu ormai ci sia arrivata.” Sibilò Pestilenza raggiungendo il piano terra e incontrando la sua vittima nella sala della reception.
Tutti i fucili che erano sul tetto si posizionarono sui lati dell'edificio, tutti puntati solo su un bersaglio.
Mihaela sorrise.
“Che i tuoi fucili ti permettono di non morire... Si, ci sono arrivata.”
“Bene, ora di morire.”
“Pensa te, stavo per dire la stessa cosa.”
La donna radioattiva iniziò ad emanare un calore così insopportabile che costrinse il cavaliere ad indietreggiare, provò a spararle addosso, ma il calore era così intenso da sciogliere i proiettili ancor prima che arrivassero sul suo corpo.
“Che cosa succede?”
“Sei stato sfortunato ad affrontare me, cavaliere, farò in modo che tu non possa più resuscitare!!”
Un enorme fungo radioattivo sostituì la Panorama Tower, distruggendo tutti i fucili di Pestilenza.
Il corpo di Mihaela si ritrovò nella desolazione più assoluta, o almeno... Così sembrava. Dalle macerie emerse una mano completamente nera a causa delle ustioni. Pestilenza era sopravvissuto.
“Brutta troia!!!” Ringhiò zoppicando verso il corpo privo di sensi della donna.
Notò con sgomento che il pugnale era sopravvissuto all'esplosione nella mano della donna, ma quando provò a raccoglierlo il braccio di Mihaela si mosse da solo e lo decapitò, riuscì a udire una sola parola prima che i suoi occhi si spegnessero.
“Sangue...”
Charlie si sveglio a causa del boato che aveva sentito, ma l'unica cosa che vide fu oscurità. I suoi occhi erano andati, ma l'unico pensiero che aveva in quel momento erano le condizioni di Frank.
Cominciò a tastare il terreno per trovarlo, ci mise pochi secondi a trovare il suo corpo svenuto.
Gli afferrò la testa e lo supplicò di svegliarsi, sperando che sarebbe tornato in sé, ma quando il mortale aprì gli occhi non esitò ad afferrarle la gola e iniziare a strozzarla.
“Frank... ti prego, sei più forte di una stupida bilancia!”
La principessa gli poggiò una mano sulla guancia, non per cercare di liberarsi, solo per accarezzarlo.
“Mi hai promesso che saresti venuto al mio matrimonio.”
Il mortale iniziò ad allentare la presa, mentre la luce nei suoi occhi tornava lentamente.
“Charlie?”
“Bentornato, amico.”
Frank poggiò delicatamente la principessa a terra.
“Charlie, che ti è successo agli occhi?”
“Niente, vai ad aiutare tua sorella, sta affrontando Carestia tutta da sola!”
“Va bene, va bene, tu non muoverti.”
“Sono cieca, dubito di poter andare da qualche parte.” Rispose sarcastica la principessa.
Il mortale iniziò a guardarsi intorno alla ricerca della sorella, finché non intravide una figura in piedi, riconoscendola.
Si avvicinò lentamente.
“Mary?”
Le toccò la spalla, ma non ebbe alcuna risposta.
“Come ti sei liberato?!” Chiese all'improvviso Carestia con la sua fidata bilancia tra le mani.
Il mortale la guardò confuso: era ridotta parecchio male, sua sorella doveva averle dato filo da torcere.
“Al diavolo, l'esplosione di prima deve aver ucciso mio fratello, vi ho sottovalutato mollando la mia bilancia, ma è un errore che non intendo ripetere.”
Detto ciò, aprì la bocca e divorò la bilancia in pochi morsi.
I simboli runici che erano sulla bilancia si formarono sulla pelle del cavaliere e le ferite provocate da Mary guarirono in pochi istanti.
“Ora... uccidilo, Mary.”
Mary si girò di scatto e colpì con una tallonata il cranio del fratello, frastornandolo momentaneamente, per poi approfittare del suo momento di vulnerabilità, mettere le dita a uncino e provare a cavargli gli occhi, ma Frank la intercettò con la mano destra e la colpì nello stomaco con un pugno abbastanza forte da scaraventarla in aria.
Il mortale la seguì con un balzo felino, rivestì la sua mano di energia dorata e la colpì con un ceffone che la impiantò nel muro di un edificio.
Atterrò vicino al cavaliere, ma il suo sguardo era fisso sulla sorella.
Conosceva la tecnica della sorella, già sentiva il sapore ferroso del sangue nella bocca. Quel calcio aveva fatto parecchi danni e se era sotto il controllo del cavaliere non poteva permettersi di andarci piano, anche se, in fondo, si era trattenuto parecchio.
“Non importa quante ossa le rompi, lei continuerà ad attaccarti finché non sarai morto, o finché non morirò io.”
Il mortale rivestì il suo pugno di tutta l'energia dorata che aveva in corpo e lo sferrò sul viso del cavaliere, ma Mary fu più veloce e si mise davanti alla sua padrona per incassare il colpo al posto suo.
Il braccio del mortale attraversò il torace della sorella.
La donna sputò sangue, mentre il volto di Frank traspariva puro orrore.
“Mary, no!!!”
Frank ritrasse il braccio terrorizzato, ma ormai al posto del cuore di sua sorella c'era un buco sanguinolento.
Gli occhi di Mary si spensero in pochi attimi.
“Oh, già morta? Che delusione...”
Il mortale non ebbe neanche il tempo di piangere la perdita che si ritrovò paralizzato.
I simboli runici sulla pelle del cavaliere stavano brillando intensamente.
“Ora ti farò guardare mentre uccido quella puttanella di una principessa e poi... Ti ordinerò di ammazzarti.” Disse soddisfatta.
Intanto Charlie era seduta per terra, quando il pianto di un infante attirò la sua attenzione.
Cominciò a tastare il terreno alla ricerca della fonte di quel rumore, non le ci volle molto per arrivare vicino alla donna che aveva tentato di proteggere.
Le toccò il volto.
Era ancora calda.
Una piccola mano le afferrò le dita e lei capì: c'era ancora speranza.
“Guarda guarda, hai trovato un bebè.”
La voce di Carestia preoccupò la principessa, che, nonostante la cecità, si mise sopra al neonato nella speranza di proteggerlo col suo corpo.
Il cavaliere si avvicinò alla principessa e iniziò a prenderla a calci.
“Cosa speri di fare, principessa? La madre del bambino è morta, suo fratello è morto, sei disposta a prenderlo con te? Fammelo ammazzare, è solo un umano dopotutto.”
“Non ti permetterò di fargli del male.” Ringhiò lei mentre i calci le rompevano le costole una ad una.
Carestia si fermò per riprendere fiato.
“Proteggere un bambino ancora sporco di placenta, sei disgustosa.”
Frank osservava impotente, troppo debole per resistere al potere del cavaliere, ma la rabbia che covava dentro il suo cuore non era affatto debole.


“New York, nella zona dove era atterrata la capsula di Frank.”


I pochi sopravvissuti al massacro dei demoni si accatastarono vicino alla capsula. I demoni se ne erano andati alla ricerca di altre vittime giorni addietro, mentre il resto degli umani aveva iniziato a saccheggiare, alcuni per avarizia, altri per sopravvivere.
“Quindi.. è vero quello che si dice? Questa capsula veniva dal cielo?” Chiese un uomo sulla cinquantina di anni, perplesso.
“Non credere a tutto quello che senti, vecchio, io credo sia una specie di sonda mandata nello spazio, sarebbe più credibile.” Replicò una donna dalla chioma castana con scetticismo.
“Non dovremmo cercare qualcosa di utile? Non sappiamo se ci sono ancora mostri in giro.” Disse una ragazzina tremante armata di fucile.
“Tranquilla, piccoletta, ti proteggerò io.” Ribatté un ragazzo poco più che adolescente mostrando i muscoli in diverse pose.
La capsula iniziò improvvisamente a parlare.
“Attivazione seconda benedizione: preveggenza. Attivazione terza benedizione: immunità.”
Il gruppo di sopravvissuti si guardò confuso.
“Ehm... meglio se ci allontaniamo, non vorrei che esplodesse da un momento all'altro.”
Non sapevano... Che quelle poche frasi avrebbero salvato il genere umano.


“Miami, pochi secondi dopo.”


“Frank, aiutami a sollevare questa principessa, così che possa eliminare l'infante.”
Frank sentì di potersi muovere nuovamente liberamente, i suoi occhi emanavano una luce dorata, ma non gli importava, perché non esitò a colpire il cavaliere con un pugno talmente potente da staccarle la testa dal corpo.
“Charlie, prendi la mia mano!!”
“Ma... il bambino.”
“Starà bene, ma mi serve il tuo aiuto, ho visto qualcosa che non mi piace!”
Charlie afferrò la mano del mortale e si trasformò in una mazza chiodata scarlatta.
Frank ghignò: era proprio quello che voleva.
Puntò la mazza sul corpo privo di testa del cavaliere, ma questi lo ignorò e cominciò a correre nella direzione dove era volata la sua testa, prenderla da terra e attaccarsela come se non fosse successo nulla.
“Hm, quindi ti sei liberato di nuovo...” Sibilò Carestia. “E dubito che se provassi a impossessarmi di nuovo di te funzionerebbe.”
Il cavaliere osservò l'arma del mortale.
“E vedo che hai trasformato la principessa per impedirmi di prendere possesso di lei. Furbo.”
Frank ringhiò: non era stato furbo, l'aveva semplicemente visto succedere. Non sapeva perché, ma sapeva che avrebbe tentato di impossessarsi di Charlie una volta scoperto che non poteva controllarlo e sapeva che a breve il cavaliere avrebbe rigurgitato la sua arma.
Carestia spalancò la bocca e si ficcò l'avambraccio in gola, da cui uscì una lama fatta dello stesso materiale della bilancia.
“Se non posso farvi ammazzare fra di voi...”
Il mortale vide la sua testa cadere per terra, al che reagì abbassando il capo un attimo prima che la lama del cavaliere lo decapitasse.
“Hm, hai visto arrivare il mio attacco, quindi è questo che riesce a fare un mortale con delle benedizioni. Non mi sorprende che mio fratello sia caduto.”
“Pronta, Charlie?”
La mazza chiodata venne coperta da fiamme infernali.
“Pronta!”
Il mortale affilò lo sguardo, piegando appena le ginocchia in avanti, pronto a scattare, mentre il cavaliere mosse un paio di passi verso sinistra., scrutandolo con uno sguardo pieno di disprezzo e disgusto.
Si lanciò sul mortale, stavolta con l'intenzione di tagliargli un braccio, vide i suoi occhi dorati a pochi centimetri dai suoi quando si rese conto che aveva di nuovo fallito.
L'impatto seguente generò un'assordante rumore di metallo contro metallo, creando un'esplosione di scintille così intensa da poter dare fuoco a una foresta. Lo stallo, però, durò pochissimi millisecondi: il mortale usò quei pochi attimi per colpire la tempia del cavaliere con un gancio che la scaraventò nei resti della Panorama Tower, atterrando esattamente dove erano Mihaela e il cadavere di suo fratello.
Carestia si rialzò piuttosto scombussolata, ci mise qualche secondo a mettere a fuoco quello che aveva di fronte, ma quando vide Mihaela vicino al corpo decapitato del fratello, un sorriso decorò il suo volto.
Frank raggiunse il posto deve era atterrato il cavaliere con un balzo, man mano che si avvicinava a quel che rimaneva della Panorama Tower vide sempre più fiamme verdi, il che voleva dire solo una cosa.
Accelerò il passo.
“Non muoverti.”
Frank si fermò quando notò il cavaliere con la sua lama pericolosamente vicina alla gola del corpo privo di sensi della donna radioattiva.
“Un solo passo e la ammazzo.”
Il mortale fece un'espressione contrariata.
“Sai che non te lo permetterò.”
“Non ho idea di come abbia fatto, ma questa stronzetta ha ammazzato mio fratello, però, se ti fai ammazzare insieme alla principessa, lei vivrà.”
Gli occhi dorati del mortale cominciarono a brillare ancora più intensamente. Stava mentendo. L'avrebbe uccisa subito dopo aver ucciso loro, gli serviva un piano. Fu in quel momento che la voce di Charlie lo ridestò dai suoi pensieri.
“Lanciami ai suoi piedi.” Ordinò la principessa.
Il mortale sorrise: grazie al collegamento telepatico che avevano, sapeva cosa aveva in mente la sua amica, quindi stette al gioco.
“Va bene, mi arrendo. Ecco, tieni.”
Frank lanciò la sua mazza ai piedi del cavaliere, la quale reagì con un balzo in avanti, tirando un fendente verticale che il mortale schivò solo grazie alla sua preveggenza.
“Sei davvero un idiota, ora che sei disarmato, sei un bersaglio facile.”
“Oh, fidati, piccoletta... non sono un bersaglio facile.”
Nello stesso istante Charlie si ritrasformò nella sua forma originale e iniziò a tastare il terreno alla ricerca del corpo di Pestilenza. Ci vollero pochi secondi per trovarlo, ma la cecità non le impedì di infilare la mano nel cadavere del cavaliere ed estrarre il suo cuore pulsante.
Sentire la reliquia nelle mani le fece perdere un po' di bava dalla bocca, quindi non esitò a divorare il secondo cuore.
Esattamente come la prima volta, le ferite guarirono, gli occhi si rigenerarono, le costole tornarono al loro posto, ma la sua coscienza... Si perse di nuovo.
Stavolta la principessa si ritrovò in una sorta di poligono di tiro, dove un ragazzino dai capelli scarlatti stava scaricando il caricatore del suo fucile su dei bersagli.
Charlie non capiva il significato di tutto ciò, con Guerra aveva empatizzato un pochino, ma lui non aveva eliminato innocenti davanti ai suoi occhi, mentre Pestilenza... Il pensiero della donna brutalmente fucilata le fece stringere i pugni.
“Come va l'addestramento, Pestilenza?” Chiese Gabriele comparendo alle spalle del ragazzino.
Il cavaliere sospirò rassegnato.
“Tutto perfetto, a parte che certe volte il proiettile devia a destra e non capisco perché.”
“Capisco, hai calcolato la forza del vento nei tuoi spari?”
“No... Dovrei?”
“Quando sarà il momento i tuoi bersagli fuggiranno e si ripareranno, quindi la tua mira deve essere impeccabile. Ricorda: non deve sopravvivere nessuno.”
“D'accordo, zio.”
Charlie strinse i denti: traviare dei ragazzini per fargli fare il lavoro sporco, ecco cosa faceva Gabriele. Se l'avesse incontrato, gliela avrebbe fatta pagare... Per tutto.
In pochi attimi si ritrovò nello stesso luogo dove aveva affrontato Guerra, la fiamma blu che rappresentava la sua coscienza era più brillante che mai.
“Quindi hai consumato il mio cuore. Complimenti, ragazzina.” Disse Pestilenza seduto vicino alla fiamma di Charlie, come se la stesse ammirando, incantato dalla sua bellezza.
La principessa si avvicinò minacciosa al cavaliere e lo afferrò per il colletto.
“Era necessario?!?!” Chiese furente.
“Parli di quella donna incinta? Sì, lo era, tutti gli umani devono perire, ma a te che importa? Sei solo un mostro travestito da brava ragazza.”
“Io non sono un mo...”
“Sai cosa fa la tromba di nostro zio?” La interruppe Pestilenza. “ Rivela la vera natura dei demoni, la loro malvagità, noi la stiamo solo utilizzando per pulire il pianeta il prima possi...?!?!”
Charlie lo zittì girandogli il collo di centottanta gradi, spezzandoglielo.
Il corpo del cavaliere iniziò a dissolversi.
“I mostri siete voi...” Sussurrò la principessa poco prima di tornare in sé.
La prima cosa che fece non appena finì la sua lotta interiore fu andare da Mihaela e controllare il suo battito, facendo un sonoro sospiro di sollievo quando si accorse che stava solo dormendo.
“Charlie!!” Gridò Frank schivando un fendente che tagliò a metà il grattacielo alle sue spalle.
“Non distrarti, mortale!” Sibilò Carestia poco prima di dargli un pugno nello stomaco che lo proiettò in un muro di cemento.
“Frank!!”
“Non ti preoccupare, principessa, adesso tocca a...?!!?”
Il cavaliere sentì una piccola mano afferrarle la caviglia e ghigno quando, abbassando lo sguardo, vide l'infante appena nato ai suoi piedi.
“Già imparato a gattonare, piccoletto?”
Non ci fu esitazione né rimorso in quello che fece dopo: decapitò l'infante davanti agli occhi di Charlie.
La principessa strinse i pugni fino a farsi sanguinare i palmi, lo sguardo si svuotò completamente. L'ottimismo che la caratterizzava sparì completamente, lasciando spazio solo alla rabbia.
L'aria intorno a lei iniziò a distorcersi, diversi sprizzi di fiamme nere cominciarono a spuntare dal terreno, gli occhi, prima rossi come il sangue, si spensero lasciando una colorazione nera pece.
“Ormai non mi interessa più.” Sussurrò con una voce che riverberava più volte nelle orecchie della sua avversaria.
Diverse crepe si formarono sul viso della principessa, sembrava che da un momento all'altro sarebbe andata in frantumi.
“Questa volta... Darò tutta me stessa.”
Il cavaliere assisteva a tutto ciò con uno sguardo preoccupato: che cazzo stava succedendo? Un effetto collaterale dovuto all'ingerimento del cuore di suo fratello? Oppure era semplicemente la rabbia ad averla trasformata?
“Ti ucciderò!”
Carestia si ritrovò il viso crepato della principessa a pochi centimetri dal suo in un attimo e provò a colpirla con un pugno, ma la sua avversaria sputò una fiammata nera dalla bocca che le ustionò completamente il viso.
Iniziò a rotolare per terra per spegnere le fiamme, ma sembrava non aver alcun effetto: le fiamme continuavano a bruciarla, quindi intuì che l'unico modo per spegnerle era eliminare la fonte.
Tirò un fendente su Charlie, ma la sua lama si frantumo come il vetro sul cemento, quindi provò a prendere possesso del suo corpo.
Non funzionò.
Un'espressione di terrore sostituì la sicurezza.
Provò a indietreggiare, ma Charlie le afferrò le spalle per impedirle di allontanarsi.
I denti della principessa divennero simili a quelli di uno squalo.
“Cosa vuoi fare?” Bisbigliò il cavaliere con il terrore negli occhi, paralizzata dalla stessa emozione che aveva fatto provare a migliaia di persone.
“Uccido mostri...” Sussurrò la principessa poco prima di aprire la mascella e staccare la parte superiore del corpo di Carestia con un singolo morso, ingerendola in pochi secondi insieme al terzo cuore.
Sentì la coscienza del cavaliere che cercava di uscire, ma la fermò sul nascere: non le avrebbe permesso di fare del male, mai più, a nessuno.
Frank si alzò dolorante e si massaggiò la testa, si guardò intorno e vide Charlie in ginocchio vicino alle gambe del cavaliere, Tra le mani aveva la testa dell'infante che avevano tentato di proteggere.
Stava piangendo.
“Charlie...” Sussurrò inginocchiandosi accanto a lei.
Le accarezzò il capo, sperando di poterla consolare.
“Mary come sta?” Chiese con la voce rotta dalle lacrime.
Una lacrima impercettibile scese lungo la guancia del mortale.
“Non ce l'ha fatta...”
La principessa si morse il labbro, incerta sul cosa dire.
“Mi... Dispiace tanto.”
Il mortale abbracciò Charlie come se fosse l'unica cosa che lo attaccava alla vita.
“Già... Dispiace anche a me...” Mormorò poco prima di iniziare a piangere insieme a lei.
Passarono le ore, Charlie e Frank avevano gli occhi arrossati dal pianto, ma sapevano che c'era ancora qualcosa da fare.
“Possiamo seppellire tua sorella vicino alla madre e i suoi bambini?” Chiese Charlie trattenendo le lacrime.
“Va bene...” La assecondò Frank.
Charlie prese le pale dal cofano della Camaro, mentre Frank prendeva in spalla i corpi.
“Dovrebbe esserci un cimitero a nord da qui, il Miami City Cemetery, portiamoli lì.”
Ci misero un'ora ad arrivare al cimitero e un'altra mezz'ora per trovare un posto dove seppellire i corpi.
Frank iniziò a scavare, mentre Charlie accarezzava il volto di Mary. Sembrava così... Serena.
“Non dimenticherò la promessa che ti ho fatto...” Disse come ultimo saluto.
“Sei pronta?” Chiese Frank finendo di scavare le fosse.
Charlie lo guardò e gli sorrise.
“Vuoi raccontarmi qualcosa su tua sorella?”
“Beh, ci sarebbe una cosa, ma... No, è stupido.”
La principessa gli poggiò una mano sulla spalla.
“I ricordi dei tuoi cari... Non sono mai stupidi.”
Il mortale tirò su col naso.
“Beh, una volta rubammo tutte le munizioni del nonno e le usammo tutte in giardino, il nonno ci inseguì con la cintura per due kilometri prima di arrendersi e prepararci la cena. Non avevo mai riso tanto e lei rideva con me. Fu solo una delle bravate che facemmo insieme, ma... Mi rende felice.”
“Io non ho fratelli o sorelle, l'unica famiglia che ho sono mio padre, mia madre e Vaggie, ma da quando ho incontrato te, sento che la mia famiglia si è allargata un po'.”
“Quindi saresti mia sorella minore?”
Charlie sbuffò.
“In realtà pensavo più a una sorella maggiore, ho tipo 175 anni più di te.”
Frank iniziò a ridere.
“Vero, me lo ero scordato, ma hai la maturità di una diciottenne.”
“Questo non è carino!”
Il mortale si asciugò una lacrima.
“Eheh, forse no, ma sono felice che mi consideri parte della tua famiglia, sappi che io ti considero parte della mia.”
Frank prese i corpi in spalla, li mise nelle fosse e cominciò a coprirli di terra.
“Vuoi che ti lasci da solo con tua sorella?”
Il mortale prese la mano di Charlie.
“Puoi restare un altro po'? Poi andremo a prendere Mihaela insieme.”
“Va bene, mi siederò qui allora.” Mormorò la principessa sedendosi sull'erba umida e poggiando il mento sulle ginocchia.
Frank fece lo stesso.
Stettero seduti per quasi dieci ore a parlare di Mary, anche se per lo più era Frank a parlare, Charlie lo ascoltava solamente e lui non poteva esserne più grato.
Non si accorsero neanche che era arrivata la notte.
“Dovremmo andare...” Disse Charlie prendendo la mano del mortale e invitandolo ad alzarsi.
“Si... dovremmo.”
I due raggiunsero Mihaela, che stava ancora a terra tra il dormiente e lo svenuto.
Charlie si accovacciò accanto a lei e le punzecchiò la guancia col dito.
“Mihaela, dobbiamo andare.” Disse con un tono dolce, come se non stesse svegliando una fonte di radiazioni ambulante.
La donna radioattiva spalancò gli occhi, ma una fitta alla gamba la fece irrigidire tutta.
“Carestia?” Chiese, anche se loro erano vivi voleva dire già molto.
“Morta.” Replicò Frank.
“Pestilenza?”
“Bruciato e senza testa, hai fatto proprio un bel lavoro.” Si complimentò la principessa. “Riesci ad alzarti?”
La donna si alzò a fatica, zoppicò verso Frank e gli passò il pugnale.
“Ne manca solo uno e la tua mogliettina ha detto che è il più pericoloso, quindi, ti prego, dimmi che hai un piano.”
Il mortale sospirò e iniziò a pensare intensamente al nome di Morte
“Avremo tempo per pensarci durante il viaggio.”
“Oh, porca troia, un altro viaggio? Dove si trova il quarto cavaliere?”
“Antartide...”
“Io non salgo su un altro aereo con voi, vi ricordate cosa è successo l'ultima volta?”
“Ci servirebbe un modo per raggiungere il posto in modo istantaneo.”
“Potremmo tornare all'inferno e cercare un portale per l'Antartide.” Propose la donna radioattiva.
Il mortale scosse la testa.
“No, più aspettiamo, più innocenti muoiono, dobbiamo essere veloci.”
“Allora chiedi alla principessa qui presente di aprire un portale per l'Antartide.”
“Purtroppo non posso aprire portali per posti che non conosco.” Disse Charlie con un po' di rammarico.
“Posti che non conosci, hmmmmm.”
Un pezzo di carta guidato dal vento impattò sulla faccia del mortale: era una cartolina con diverse immagini dell'Antartide.
“E se vedessi delle immagini del posto?” Chiese Frank con una punta di eccitazione.
L'espressione della principessa si illuminò.
“Credo... Che potrebbe funzionare.”
“Ottimo, io e Mihaela cercheremo altre cartoline, tu resta qui.”
“Io avrei un'idea migliore, piuttosto che cercare cartoline.”
La donna radioattiva zoppicò vicino a uno dei tanti cadaveri e iniziò a perquisirlo, finché non estrasse un cellulare dalle sue tasche.
“Ecco, principessa.” Disse passandoglielo con nonchalance. “Melanie mi ha spiegato che questi affari possono trovare qualsiasi cosa, comprese immagini su una cosa che voi chiamate... internet.”
“Ha ragione, non ci ho pensato, cerca Antartide su immagini.” Disse Frank.
Charlie fece come le era stato istruito e esaminò tutte le immagini di Antartide presenti su internet, per poi dire con sicurezza una sola frase:
“Ok, posso farcela, prossima fermata: Antartide!”


“Nel frattempo, in paradiso, nell'ufficio di Adam.”

Adam batté il pugno sulla scrivania talmente forte da spaccarla in due.
“Che cazzo vuol dire che Carestia e Pestilenza sono morti?!?! Avete idea dei problemi che avremo se fermano l'apocalisse?!?!”
“Si calmi, Adam, signore, non c'è speranza che sconfiggano Morte.” Disse una sterminatrice dall'aureola nera.
“Lute, pensavamo lo stesso degli altri tre e ora sono morti. E poi, dove cazzo sei stata fino ad ora? Dov'eri quando quello stronzo mi ha rotto il braccio? Hai idea di quanto sia difficile suonare la chitarra con un braccio solo?!!?” Si lamentò il capo degli sterminatori indicandosi il gesso col braccio buono.
“Ero a fare commissioni per Michael, signore!”
“Michael, quello stronzetto che si sente chissà chi solo perché è il braccio destro di Dio, lo odio.”
La porta dell'ufficio di Adam si aprì improvvisamente, mostrando la figura di Emma. Le ferite causate da Mihaela erano guarite, ma il suo rancore era ancora vivido.
“Oh, Emma, finalmente ti sei liberata, che piacere!”
“Mi avete abbandonata.” Sibilò con la voce carica d'odio.
“Su, su, non dire così, mai sentito parlare di ritirata strategica?”
Emma afferrò Adam per il collo e lo strattonò per cinque minuti buoni.
“Ok, ok, mi arrendo, mi dispiace, ok?”
Emma sospirò.
“Va bene, ti perdono, qual è il piano per impedire a Frank e i suoi amici demoni di fermare l'apocalisse?”
“Abbiamo già provato ad attaccarli, abbiamo provato a convincerli, non ho più idee.”
“Siete davvero degli idioti.”
“Oh, no, è arrivato.” Bofonchiò Adam scocciato poco prima che Gabriele apparisse nel suo ufficio in un lampo di luce dorata. “E dimmi, qual è il tuo piano, riccioli d'oro?”
“Il vostro errore è stato attaccarli mentre viaggiavano verso i cavalieri, per questo stavolta li attaccheremo mentre affrontano Morte. A malapena sono sopravvissuti contro Guerra, quindi, se uniamo le forze con Morte, non potranno fare altro che perire!”
Il capo degli sterminatori annuì con un'espressione poco convinta.
“Un piano niente male, peccato che catturare Lilith abbia ridotto le mie truppe all'osso.”
“A quello ci ho pensato io.” Sibilò Gabriel mostrando un pezzo di carta dorato ad Adam.
“Quello è...” Fece con gli occhi sbarrati.
“Un permesso per utilizzare i serafini e io sarò a capo dell'operazione, mentre il restante dei tuoi angeli mi faranno da supporto.” Gabriele si accarezzò la fasciatura che aveva sul naso. “Pagherà per quello che mi ha fatto!”
Emma uscì dall'ufficio e si diresse verso la stanza di Arthur. Era attaccato a diverse macchine di natura angelica che lo aiutavano a respirare, ma era cosciente.
“Emma, come stai, cara?”
Il volto dell'angelo si indurì.
“Questo dovrei chiederlo io a te, la spada di Gabriele ti ha ridotto proprio male.”
“Ne è valsa la pena...” Sussurrò Arthur.
“Gabriele ha trovato un modo per utilizzare i serafini, è finita per tuo nipote.”
“Tu dici?”
Emma serrò gli occhi.
“Non sembra che la cosa ti preoccupi.”
“No, perché sono sicuro che se la caverà. Tu sei stata sposata con lui, dovresti saperlo.”
Per un singolo attimo, l'angelo si abbandonò ai ricordi del suo matrimonio felice con Frank, ma poi i ricordi di Mihaela che la torturava e lui che non faceva niente per fermarla presero il sopravvento.
“Ha fatto la sua scelta, ha scelto i demoni. Non potrò mai perdonarlo per questo.”
“Le sue scelte possono essere poco felici, ma non sono mai sbagliate. Forse dovresti rivalutare le tue.”
“E tradire il paradiso come hai fatto tu? Scordatelo. Ora riposa, il tuo processo è tra pochi giorni.”
Sibilò Emma poco prima di uscire dalla stanza.
   
 
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