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Autore: Cladzky    12/01/2024    1 recensioni
Una collezione di sogni di una persona che ha paura di dimenticarli svelano la sua personalità.
Genere: Angst, Commedia, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che sogno soddisfacente ho fatto.

Mi sono aggregato a un ritrovo di fascisti che somigliavano più a una banda di ultras vestiti di nero, quindi il mio inconscio ci è andato molto vicino. L’unico motivo per cui mi univo a loro era perché si erano organizzati per la proiezione di un film che mi interessava e, ovviamente, essendo tutti dei nostalgici del duce, anche il film era vecchiotto ed era l‘unica proiezione che avevo trovato. Ci siamo tutti ritrovati in un molo che dava sul mare e alle spalle avevamo la collinetta, la cui sommità era recintata, in cui intendevamo radunarci per la proiezione. La località sembrava un po’ i dintorni di Trieste. Eravamo due centinaia e molti erano venuti in pullman come una trasferta. Sui pullman avevano stampato i faccioni di robottoni come Mazinga, Grande Mazinga e pure Mazinkaiser, quindi oltre che fascisti erano pure girellari.

La polizia aveva circondato l’area per controllare la manifestazione. Dentro il recinto ci stava, accanto il telone per e proiezioni, una sorta di supermercato all’aperto, con scaffali e pavimento piastrellato ma senza muri. Non ho idea di come si aspettassero che quegli scalmanati pagassero ordinatamente senza depredare tutto essendo privo di controllo ma tant'è. Io sono andato a vedere nel reparto dolci se avevano della cioccolata al latte e purtroppo l’avevano solo fondente. Senza sapere perché ne ho preso un barattolo (non una barretta, proprio un barattolo) e me ne sono andato al reparto frigo e resomi conto del fatto che non lo volevo ho deciso di lasciarlo lì, piuttosto che fare la persona civile e riportarlo al reparto giusto ed ebbi molto paura che qualcuno mi richiamasse per farmelo pagare. Avevo in tasca una barretta di cioccolato al latte, quindi non ho idea del perché avessi necessità di comprarne un’altra.

Vidi poi uno scalmanato, un tizio grassoccio, coi capelli rasati, che picchiava uno dei poliziotti. Decisi, consapevole che tutti gli altri tizi che lo incitavano mi avrebbero fatto la pelle, di intervenire: gli andai alle spalle, mentre era a terra sopra il poliziotto e gli misi un braccio di fronte al collo e l’altro a bloccarlo in una tecnica di strangolamento da manuale. Dopo poco sono riuscito a farlo svenire e finalmente altri due della folla han detto “Infame pezzo di merda” o qualcosa di simile e mi sono venuti addosso. Il primo che mi ha raggiunto mi ha placcato e siamo finiti a terra. Sono riuscito a mettergli il braccio sotto l’ascella e fargli leva per ribaltarlo di lato, finendogli sopra, dove gli ho immediatamente strizzato i coglioni.

Quest’ultima parte, che tecnicamente finisce il sogno, il mio cervello l’ha analizzata talmente tanto che l’ho rivista esternamente altre volte e ogni volta il tizio era vestito diverso. Prima era normale, in abbigliamento con jeans neri e maglietta uguale; poi cambiò e aveva indosso un’uniforme scolastica inglese femminile, con gonna a quadrettoni verde e mutandine rosa.

Il sogno finì lì, e ne partì un altro molto breve prima che mi svegliassi. Era ambientato sulla stessa collinetta, eccetto che l’area recintata ora era un parco giochi formato da una sola attrazione ovvero una montagna russa dedicata al Godzilla di Roland Emmerich. Questa era una montagna russa normalissima, eccetto che la prima carrozza era fatta a forma di faccione dell’iguana gigante e quando la giostra partiva la bocca si apriva e sparava fuori un raggio atomico verde che rischiava di annichilire tutto quello che aveva davanti. Il cielo era giallo.

 Mi sono teletrasportato in un posto più lontano, in un’altra collinetta in mezzo a un bosco di abeti e con un bel panorama su delle montagne. Ero ai piedi di una statua. Mia mamma mi ha chiesto se andava tutto bene.

Alla fine ho picchiato non uno ma ben due fascisti, quindi son soddisfatto.

 
   
 
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