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Autore: Milly_Sunshine    17/01/2024    2 recensioni
Oliver Fischer, professione giornalista divenuto ghost writer, si è rifugiato in un piccolo paesino dove non succede mai nulla, per stare lontano dal caos che in passato ha fatto parte della sua vita professionale. Subito dopo avergli fatto una proposta di lavoro, tuttavia, un suo passato collega viene assassinato. Il delitto è circondato da un alone di mistero più totale, gli unici elementi su cui indagare sono una canzone trap cantata da un'artista sconosciuta, il risultato di una gara automobilistica e un caso di pornografia non consensuale. Oliver si vede costretto a investigare in proposito, affiancato da due donne ugualmente affascinanti: Dalila Colombari, fotografa con la quale ha collaborato in passato, e Tina Menezes, stella dell'automobilismo a ruote scoperte. // I PERSONAGGI DI OLIVER E TINA SONO COMPARSI IN ALTRI MIEI LAVORI, MA "MISS VEGAS" È UNA VICENDA A SÉ STANTE.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Era difficile stare seduto di fronte a Dalila senza rievocare la conversazione con Tina. Avevano elencato una serie di potenziali colpevoli e la Menezes aveva fatto proprio il nome della Colombari. A primo impatto, Oliver era inorridito di fronte a un simile sospetto, ma aveva preferito non darlo a vedere. La stessa Tina non doveva avere apprezzato come tante persone che le stavano vicine fossero state prese in esame, prima di passare a discutere della fotografa. Fosse stato per lei, applicare l’etichetta di colpevoli a Ryan Harvey e Amber Thompson sarebbe stata di gran lunga l’opzione migliore, ma stava iniziando a tornare alla realtà: perfino la vicenda di Singapore, per la quale era sempre andata diretta, dando la colpa al marito della sua avversaria, iniziava a diventare oggetto di dubbi.
«Allora, Fischer» lo esortò Dalila, guardandola con quei suoi occhi che attiravano come calamite, «Come mai sei così silenzioso, stasera? Da quando è tornata Tina Menezes, non ti riconosco più.»
Oliver minimizzò: «Sono sempre lo stesso.»
Dalila scosse la testa.
«No, per niente. Quando Tina era in Brasile, tu ti ricordavi di essere un uomo e di avere degli istinti da sfogare.»
Oliver mise in chiaro: «Non ti ho chiamato a casa mia per fare sesso.»
«Però hai accennato al fatto che la Menezes ti ha invitato a casa sua, qualche sera fa» gli ricordò Dalila. «Non mi hai spiegato quello che è successo.»
«Non te l’ho spiegato perché non c’è niente da spiegare. Abbiamo bevuto qualcosa insieme, tutto qui.» Oliver non intendeva raccontare a Dalila i dettagli, sia perché non la riguardavano, sia perché non era sicuro che avrebbe capito. Tina si era limitata a baciarlo - l’aveva fatto di nuovo - ma si era sentito più vicino a lei in quel momento di quanto non si fosse mai sentito con Dalila. «Dovrebbe esserti ormai chiaro che stiamo facendo un’indagine.»
«State facendo un’indagine, eh?» borbottò Dalila. «A me pare che siamo io e te, quelli che facciamo l’indagine. Poi, lo ammetto, mi sembra che un po’ di gente voglia mettersi in mezzo, ma tutto è partito da me e te.»
«Tutto è partito da Tina.»
«Ti ho contattato prima che venisse a cercarti.»
«Era pur sempre lei che si era messa in contatto con Mirko. Tu venivi per conto suo, ma era comunque Tina la mente pensante.»
«Mente pensante, adesso non esageriamo. Ricordati che sono stata io a chiedere a DJ Perla di suonare “Miss Vegas” e ad assicurarmi che tu fossi all’ascolto nel momento preciso in cui l’ha fatto. Non puoi negare che ascoltare Baby Dumbaby sia stato ciò che ha fatto scattare la molla. Senza quella non-canzone, probabilmente avresti liquidato Tina Menezes come una stalker e le avresti consigliato di girare al largo.»
Oliver fu costretto ad ammettere che Dalila aveva ragione. Provò, tuttavia, la terribile sensazione dettata dai dubbi che Tina gli aveva messo in testa.
«Come sapevi di quella canzone?»
«Lo sapevo e basta.»
«È una canzone che ascoltano soltanto i ragazzini. Non hai né figli né fratelli o sorelle minori.»
Dalila ammise: «Me ne aveva parlato Mirko, esattamente come ti ho detto. Ci aveva scritto degli articoli in proposito, su incarico di un produttore musicale.»
«E tu non avevi idea di chi fosse, questo produttore musicale?»
«Cosa credi, che sia andata a litigare con una suora e a fare domande a una ragazzina, se avessi già saputo chi era questo produttore? Sono certa che Mirko non avesse mai fatto il nome di Nicholas Piazzi.»
«Quindi non l’hai mai conosciuto?»
«No.»
«Nemmeno un incontro fugace?»
Dalila gli ricordò: «Per lavoro, scatto fotografie durante competizioni automobilistiche. Perché mai avrei dovuto conoscere un produttore di musica trap?»
Oliver non rispose. Le chiese, piuttosto: «Hai idea di come si conoscessero, lui e Mirko?»
Dalila negò: «No, non ne ho assolutamente idea. Potevi chiederlo a Nicholas, quando l’hai incontrato.»
«Ha menzionato delle conoscenze comuni» le spiegò Oliver. «Solo, mi piacerebbe avere qualcuno che possa confermare la sua versione dei fatti. Finora, per molte cose, ho dovuto fidarmi soltanto delle parole di chi me le ha dette. Chiunque, però, può inventarsi quello che vuole, se sa di non potere essere smentito.»
«Se sa di non potere essere smentito, appunto» precisò Dalila. «Tu stesso hai creduto a Ryan Harvey, sull’episodio di Singapore, proprio perché eri convinto che non fosse nella posizione di inventarsi una spiegazione che non potesse essere smentita. C’era Edward Roberts, che consideri una persona di fiducia, e Harvey sapeva che avresti creduto a Edward, piuttosto che a lui. Di conseguenza, non poteva inventarsi niente che Roberts potesse facilmente contestare.»
Oliver aggrottò la fronte.
«Seriamente, Dalila, non capisco dove vuoi arrivare.»
«Voglio arrivare a quello che hai detto: “se sa di non potere essere smentito”. Nicholas Piazzi non aveva alcuna ragione per raccontarti per filo e per segno in che rapporti fosse con Mirko, non poteva sentirsi obbligato.»
«Quindi» realizzò Oliver, «Mi stai suggerendo che avesse più interesse a dire il vero, in modo che, se avessi cercato conferma altrove, nessuno potesse smentirlo?»
«Proprio così» confermò Dalila. «Chi si sente messo alle strette e viene interpellato a proposito di faccende che non può spiegare mente, chi non ha nulla da nascondere non inventa storie che, se ribaltate, potrebbero metterlo in cattiva luce. Piazzi avrebbe tranquillamente potuto evitare di incontrarti. Invece è venuto e ti ha raccontato com’è nata “Miss Vegas”, ammettendo di conoscere Mirko al punto tale da potere considerare pubblicabile un testo che aveva ricevuto da lui via e-mail e da incaricarlo di scrivere articoli che potessero promuoverla.»
«Non capisco perché abbia scelto proprio lui.»
«Credo sia molto semplice: gli serviva qualcuno che fosse in grado di scrivere e di far conoscere quella canzone anche a chi non l’avrebbe mai considerata. Pensando che fosse stato Mirko a scriverne il testo, sarà stato ancora più incentivato.»
«Chi ha scritto il testo di quella canzone, voleva che Tina lo sentisse. Come poteva esserne certo?»
«Credo che tu stia facendo il passo più lungo della gamba, Fischer.»
«Non capisco.»
Dalila spiegò: «Far arrivare quella canzone alle orecchie di Tina era un lavoro senza dubbio complicato. Allo stesso modo, era difficile ipotizzare che leggesse gli articoli che la screditavano. Lascia perdere il fatto che lo facesse comunque: chi ha scritto gli articoli non poteva saperlo. Però li scriveva ugualmente: non voleva arrivare alla Menezes, voleva arrivare a un grande pubblico. Allo stesso modo, “Miss Vegas” doveva arrivare al grande pubblico. Prima o poi qualcuno avrebbe ipotizzato che potesse essere una canzone sulla Menezes. Magari, inavvertitamente, qualche sconclusionato che si autoproclama “content creator” avrebbe potuto addirittura sceglierla come colonna sonora per un video celebrativo della sua vittoria di Las Vegas. Tra un paio di mesi il campionato tornerà su quel circuito, quale occasione migliore?»
Oliver osservò: «Questo implicherebbe dovere aspettare mesi e mesi. La canzone è uscita diverso tempo fa.»
«Al nostro uomo - o alla nostra donna - la pazienza non sembra mancare» rimarcò Dalila. «Se ha iniziato a perseguitare Tina addirittura tre anni fa, significa che non ha alcuna fretta di colpirla in maniera definitiva. Forse un giorno lo farà, ma prima vuole divertirsi a tormentarla e farlo il più a lungo possibile. Dal suo punto di vista, non deve essere molto importante che “Miss Vegas” venga associata a lei adesso o in futuro. Se non escono pettegolezzi su “Miss Vegas”, c’è sicuramente spazio per qualcos’altro. Infatti, come ben sai, è venuto fuori il finto stralcio di autobiografia... e verrà fuori qualcos’altro, se a poco a poco gli attacchi si fanno più diretti.»
«Deve esserci una mente molto contorta, dietro.»
«Assolutamente. Una mente disposta a uccidere, peraltro, visto la fine che ha fatto Mirko.»
Oliver abbassò lo sguardo. Le parole di Tina gli riecheggiarono in testa.
«E se fossero due faccende del tutto separate?»
«Non siamo in un giallo in cui ci sono sottotrame messe per confondere le idee del lettore» ribatté Dalila. «Dobbiamo essere realisti.»
«Io sono realista» chiarì Oliver. «Cerco tutte le soluzioni possibili, nella speranza di arrivare a qualcosa di sensato.»
«Non ho dubbi che ce la farai» rispose Dalila, «Ma ti consiglio, appunto, di focalizzarti sulle idee di buonsenso. Ammetto che non c’è molto che tu possa fare, dalla cucina/ studio di casa tua, ma forse Tina riuscirà a farti incontrare di nuovo qualcuno dei vostri “amici”.»
Oliver puntualizzò: «Sto già facendo molto anche dalla mia cucina/ studio. Ho parlato con qualcuno, anche se non di persona, e chissà, magari mi hanno anche detto qualcosa di utile. Al momento, però, sono ancora in alto mare.»
«Vuoi riferirmi qualcosa?» suggerì Dalila. «Forse, parlandone in due, potremmo arrivare a un ragionamento sensato.»
«Preferirei parlarne con la Menezes.»
«La Menezes è troppo coinvolta. Immagino che tu abbia dei sospetti su persone alle quali è legata, o delle quali si fida.»
«Effettivamente Veronica Young e suo marito non sono potenziali colpevoli che accetterebbe molto di buon grado» ammise Oliver, «Ma devo ammettere che non c’è molto che io abbia contro di loro, al momento.»
«Dato che non puoi averli incontrati nella cucina/ studio di casa tua - mi rifiuto di credere che siano venuti da te - devi avere fatto qualche altro tipo di ricerca» osservò Dalila. «Ti va di parlarmi delle tue fonti?»
«Nessuna ricerca e nessuna fonte» chiarì Oliver. «Solo una videochiamata.»

***

Tina doveva essersi impegnata parecchio, per essere riuscita a convincere i coniugi Young a presentarsi all’orario e al link stabilito. Veronica non appariva nemmeno troppo inferocita, né desiderosa di rivolgere a Oliver parole poco gentili. Soltanto Scott si lamentò a proposito della necessità di fare presto, perché c’era una partita di rugby alla televisione, di lì a poco, ma venne prontamente silenziato dalla moglie.
«Buongiorno Fischer» disse Veronica, scandendo bene le parole. «È davvero un piacere incontrarti, anche se sarebbe stato di gran lunga molto meglio farlo a tu per tu. A cosa devo l’onore di questo appuntamento? Dal momento che ho già un marito e che è anche qui presente, dubito che tu voglia farmi una proposta di matrimonio.»
Nessuna parola poco gentile, questo no, ma senz’altro era un’ironia molto pungente. Oliver non volle darle peso e la informò: «Come ben saprai, su incarico di Tina, sto investigando su certe questioni che la riguardano.»
«L’avevo intuito» ribatté Veronica. «Non saprei dire se Tina abbia fatto bene o male a rivolgersi a te, ma sarà senz’altro un’esperienza che si ricorderà per tutta la vita. Io stessa non mi dimenticherò mai di te, lo sai bene.»
Scott intervenne: «Io non c’entro nulla, con Tina Menezes. L’ho incontrata qualche volta, ma non faccio più parte di quel mondo.»
«Lo so perfettamente, Young» mise in chiaro Oliver, «Infatti non ti chiederò di analizzare i risultati di Tina Menezes al volante di una monoposto della Pink Venus, né di fare un confronto con quelli di Amber Thompson. Stai tranquillo, sei in una botte di ferro, anche se probabilmente preferiresti essere in una botte di vino, in modo da avere qualcosa da bere durante la partita.» Se Veronica Young poteva permettersi di essere sarcastica, non vedeva perché gli fosse precluso il fare altrettanto. «Non voglio dilungarmi troppo, perché la stessa Tina non ha piacere che tutto venga alla luce per filo e per segno. Vorrei parlarvi, piuttosto, della festa avvenuta dopo il Gran Premio di Singapore di tre anni fa.»
Veronica puntualizzò: «Ero contraria, non ero affatto convinta che fosse una buona idea. Sono stati gli organizzatori del gran premio, però, che hanno insistito tanto. Non potevamo rifiutare. Scott, ovviamente, non c’era, era chiuso qui, in casa.»
«Confermo» disse Scott. «Ho sempre preso l’emergenza sanitaria molto sul serio.»
«Buon per voi, ma non vi ho convocati per chiedervi questo» ribatté Oliver. «Il punto su cui vorrei soffermarmi è, piuttosto, quello che è successo dopo quella festa. Tina sospetta che qualcuno le abbia messo della droga nel bicchiere.»
Scott azzardò: «Come fanno certi stupratori?»
«Proprio così.»
«Tina è stata violentata?»
«No.»
«Quindi» chiese conferma Scott, «Qualcuno l’ha drogata come se volesse violentarla, però non l’ha violentata?»
«Più o meno» rispose Oliver. «Naturalmente mi sono chiesto, fin da quando ne sono venuto al corrente, come mai qualcuno avrebbe dovuto commettere una simile azione, quale fosse il suo scopo. Secondo Tina, il colpevole avrebbe deciso, all’ultimo, di tirarsi indietro, dopo avere avuto un ripensamento.»
Scott sbuffò.
«Come se i maniaci avessero dei ripensamenti!»
«Appunto» convenne Oliver. «L’idea che mi sono fatto, di conseguenza, è che non ci fosse dietro un violentatore, ma qualcuno che voleva semplicemente spaventare Tina. Le ha messo qualcosa nel bicchiere, più tardi si è introdotto nella sua stanza e ha fatto in modo - non scenderò nel dettaglio - che Tina si convincesse di essere scampata in extremis a un tentativo di stupro.»
Per la prima volta da quando Oliver aveva introdotto l’argomento, Veronica disse: «Lo so, Tina me ne ha parlato.»
«Tre anni fa?»
«No, di recente.»
Scott osservò: «Non ne sapevo niente.»
«Certo che non ne sapevi niente!» esclamò Veronica. «Cosa credi, che venga a riferirti le confidenze della Menezes?»
«Ti avrà detto anche di chi sospettava» osservò Oliver. «Ryan Harvey era presente, quella notte, ma non si è mai avvicinato al bicchiere di Tina. Anzi, quando Tina e Harvey si trovavano mediamente l’una vicina all’altro, non c’erano bicchieri in giro.»
«So anche questo.»
«Come lo sai?»
«Ne ho parlato con Edward. Mi sono ricordato che era presente allo stesso tavolo di Ryan e Amber.»
«Quindi hai parlato con Roberts del presunto tentativo di stupro?»
«No, sono stata piuttosto vaga» chiarì Veronica, «Ma non mi stupirebbe che Edward lo sia venuto a sapere, in un modo o nell’altro. Mi ha confidato di avere parlato con Ryan di quella festa, di recente, e non posso fare altro che pensare che, nel tentativo di pararsi il fondoschiena, Ryan abbia cercato qualcuno che potesse aiutarlo.»
Oliver volle sapere: «Pensi che Edward stia mentendo per proteggerlo?»
«Non penso proprio» ribatté Veronica, «Anche se mi è venuto il dubbio che Ryan, approfittando del tanto tempo passato da allora, l’abbia influenzato al punto da spingerlo a ricordare le cose a modo suo.»
«Mhm...»
«Non sei convinto, Fischer?»
«Potrei anche convincermi della colpevolezza di Ryan Harvey» ammise Oliver, «Se non ci fosse Edward Roberts ad affermare che è totalmente impossibile che sia stato lui a mettere qualcosa nel bicchiere di Tina. Per fortuna di Harvey, Roberts mi sembra una persona credibile e non avrebbe alcuna ragione logica per coprirlo, se sapesse che ha commesso un’azione simile.»
«È più o meno la conclusione a cui sono arrivata io.»
«Quindi chi pensi ci sia dietro?»
«Non penso. Sono una team principal, non una detective. Credo che Tina abbia sbagliato a non sporgere denuncia e che, se davvero esporrà Harvey alla pubblica indignazione sui social, potrebbe rischiare di farsi molto male. Tutti le daranno ragione, in un primo momento, e chiederanno la testa di Ryan. Solo che, se riuscisse a dimostrare che la sua colpevolezza è impossibile, poi anche Tina perderebbe di credibilità. Non fraintendermi: sui social anche gli innocenti continuano a rimanere colpevoli, indipendentemente dall’essere stati scagionati, ma ci sarà pur sempre chi farà notare le accuse fasulle. Se Ryan non è colpevole, ne usciranno distrutti entrambi.»
Oliver affermò: «La penso come te.»
Veronica gli strizzò un occhio.
«Questo è un mezzo miracolo, ne sei consapevole?»
«Eccome, se ne sono consapevole» ribatté Oliver. «Adesso, però, metterei un attimo da parte questa storia, perché avrei delle altre domande da farti. Per esempio, ti ricordi un’intervista per la TV spagnola a cui hanno preso parte Tina e Amber nella stagione successiva?»

***

Veronica non ricordava perfettamente l’intervista a cui Oliver si stava riferendo, anche perché, per sua ammissione, c’erano state tante interviste doppie con la Menezes e la Thompson protagoniste. Le aveva chiesto se avesse mai accompagnato Tina in uno studio televisivo, in quel periodo, ma la Young aveva negato con fermezza.
«Mi ha detto che Tina andava sempre da sola a quel genere di eventi» spiegò Oliver a Dalila, «E al massimo portava con sé Claudia Leonardo.»
«La personal trainer?»
«Proprio lei.»
Dalila ridacchiò.
«Ti sei cacciato in un bel guaio, Fischer. Credo che ti converrebbe ripensarci, allontanarti da Tina. Non sarete mai in due, ci sarà sempre la sua preparatrice atletica a farvi da chaperon. Non è questo che vuoi, ne sono sicura.»
«Quello che voglio non ti riguarda» la mise a tacere Oliver, «E non è di questo che stavamo parlando. Di fatto, se quello che mi ha riferito Veronica corrisponde a verità, non potrebbe avere imbrattato quello specchio con il rossetto. Né esiste la possibilità che sia stato suo marito.»
Dalila ribatté: «Mi sembra scontato. Non credo che Scott Young se ne vada in giro con il rossetto in tasca.»
«Tutt’altro che scontato, invece» replicò Oliver. «Se pensi al rossetto, ti viene da fare due più due e a concentrare i tuoi sospetti non solo su una donna, ma su una donna che si trucca e che ne fa uso. Invece credo non ci sia niente di più semplice che entrare in un negozio che vende cosmetici e comprare un rossetto passando inosservato. Oppure potrebbe essere altrettanto semplice rubarne uno: non è uno di quegli effetti personali che si custodisce come se fosse il bene più prezioso al mondo. Sono certo che, se venissi a casa tua e ti chiedessi di usare il bagno, potrei trovarne uno e portarmelo via senza che tu te ne accorga, quantomeno nell’immediato.»
«Giusta osservazione» si arrese Dalila. «Di cos’altro hai parlato con i coniugi Young?»
«Degli articoli.»
«Cosa ne pensa?»
«Che, chiunque sia stato a scriverli, Tina non avrebbe dovuto perdere tempo a leggerli» rispose Oliver. «Non mi aspettavo niente di diverso, da parte sua. A sua volta le è capitato molto spesso che venissero pubblicati dei pezzi poco lusinghieri sul suo conto. Veronica se ne frega, di queste cose, è molto probabile che fosse sincera.»
«Del pezzo uscito sul blog di Mirko, invece, cosa ne pensa?»
«Pensa a qualcosa che io e te non abbiamo notato.»
«Ovvero?»
«Ovvero che è ben articolato e sembra scritto da una persona che con la scrittura ci sa fare. Obiettivamente ha ragione. L’ho riletto e non sembra essere molto differente dallo stile di Mirko.»
Dalila spalancò gli occhi.
«Quindi sarebbe stato proprio lui a scriverlo?»
«Non lo posso escludere.»
«Perché avrebbe dovuto farlo? E perché tirare in mezzo proprio Ryan?»
«È una bellissima domanda, la tua» ammise Oliver, «Ma per il momento non ho risposta. I coniugi Young non hanno saputo dirmi altro e mi sono dovuto accontentare, passando oltre. Allora mi sono concentrato su Shin Jung.»
«Shin Jung?!»
«Ex pilota asiatico, grande amico di Tina ai tempi della Formula 3 Brasiliana.»
Dalila azzardò: «Non possiamo saltare da un discorso all’altro. Stavamo parlando di Ryan Harvey, poco fa.»
«E ci torneremo, a Ryan Harvey» la rassicurò Oliver. «Prima, però, ti devo raccontare molto altro. Abbiamo parlato a lungo, io e Shin. Mi ha detto un sacco di cose interessanti.»
«Non lo metto in dubbio, ma non vorrei che corressimo il rischio di perdere di vista quello che conta davvero.»
«Non sappiamo che cosa conti davvero. Quello che è certo è che sia a Singapore sia con il messaggio sullo specchio è venuto fuori il nome di Manuel Serrano. Veronica Young non poteva illuminarmi sulle vicende della Formula 3 Brasiliana, Shin Jung sì, quindi credo sia stato un bene ascoltare quello che aveva da dirmi.»
Dalila annuì.
«Sì, forse hai ragione. Raccontami com’è andata, ti ascolto.»

***

Shin Jung aveva l'aria molto più sobria che in gioventù e sembrava avere staccato totalmente dalla vita di un tempo. Nonostante ciò, aveva accettato un "incontro virtuale" con Oliver senza fare troppe domande. Appariva piuttosto disteso, con la sua immagine lievemente deformata dalla webcam.
«Così tu sei il nuovo fidanzato di Tina» esordì. «Mi fa piacere che finalmente abbia trovato qualcuno con cui si trova bene. Sei il primo fidanzato che mi presenta.»
«Il secondo?» azzardò Oliver. «Manuel Serrano l'hai conosciuto, che io sappia.»
«Manuel Serrano lo conoscevo già, ben prima che si mettesse insieme a Tina» puntualizzò Shin. «Se tu non ti fossi messo con lei, non ti avrei conosciuto mai.»
Oliver lo informò: «Non ti ho chiamato semplicemente perché, preso dalla curiosità, volessi conoscerti. So che tu e Tina eravate grandi amici e che siete sempre rimasti in contatto, ma ti ho chiamato per un altro motivo. Tina è stata vittima di certi attacchi piuttosto sgradevoli e sto cercando di scoprire chi ci sia dietro, specie considerato che un giornalista mio collega al quale si era rivolta tempo fa in cerca di aiuto è stato assassinato. La farò breve: temiamo che possa esserci un punto di contatto e, per questo motivo, ho bisogno di chiederti alcune cose.»
«Un giornalista assassinato?» ripeté Shin. «Brutta storia, ma sei sicuro che abbia a che vedere con Tina?»
«Non al cento per cento, ma entrambi lo sospettiamo fortemente.»
«E io? Come posso aiutarti? Non so niente di questo giornalista.»
«No, certo, ovvio che non puoi saperne niente. Però hai conosciuto Tina molti anni fa e ci sono alcuni aspetti su cui potresti illuminarmi. Naturalmente mi sono già fatto raccontare da lei come siano andate le cose, ma un paio d'occhi in più non guasta. A Tina potrebbe essere sfuggito qualcosa che invece tu hai notato.»
Shin affermò: «Sarei molto lieto di darti una mano.»
«Ottimo, allora» rispose Oliver. «Tu e Tina vi siete incontrati tre anni fa, in occasione del Gran Premio di Singapore. Puoi parlarmi di quel vostro incontro? Cos'è successo?»
«In realtà, Tina voleva vedermi ed è riuscita a convocarmi con un escamotage dentro un locale in cui si svolgeva una festa privata, a cui non avrei mai dovuto andare» gli confidò Shin. «Mi rendo conto che ciò non fa di me una persona saggia e non sono fiero di avere violato le leggi anti-coronavirus, ma non vedevo Tina da anni e, se non avessi approfittato di quell'occasione, probabilmente non ce ne sarebbero state altre.»
«Non ti sto giudicando» gli assicurò Oliver. «Sto dando la caccia a un possibile assassino, non a chi si è introdotto di soppiatto a un evento privato. Parlami di Tina, piuttosto. Come stava? Era sobria? Avete bevuto?»
Shin rievocò: «Tina stava bene, era al settimo cielo dopo avere conquistato i primi punti per la Pink Venus in seguito all'unificazione dei due campionati. Le squadre che venivano dalla Diamond Formula erano tutte in difficoltà, alcune erano già fallite e il solo ottenere un decimo posto sembrava quasi una vittoria, a quei tempi.»
«Vi siete visti dentro al locale» insisté Oliver. «Avete bevuto qualcosa insieme?»
«Tina non voleva che passassimo dei guai se qualcuno mi avesse scoperto là dentro» chiarì Shin. «Siamo andati fuori, ci siamo messi a parlare. Non abbiamo bevuto niente. Non avevamo nulla da bere. Non ci siamo nemmeno tolti le mascherine, non le ho nemmeno visto la bocca, figurarsi se potevo vederla portarsi alle labbra un bicchiere, o una cannuccia.»
«E poi?»
«Poi è tornata dentro.»
«Sobria?»
«Sobria.»
«Sei completamente sicuro che non fosse sotto l'effetto di alcolici?» volle sapere Oliver. «Né ti ha dato l'idea di avere consumato droghe?»
«Droghe?» A Shin sfuggì una risata. «Che domanda è? Certo che no, non aveva fatto uso di droghe, né era ubriaca. Non posso assicurare che non avesse consumato nemmeno una goccia d'alcool prima, ma di certo non mostrava la minima alterazione.»
«Ti ringrazio per la spiegazione. Scusami se le mie domande ti sembrano assurde, ma ti assicuro che c'è un motivo se te le sto rivolgendo.»
«Non l'ho mai messo in dubbio. Mi dispiace solo non poterti dire altro.»
Oliver obiettò: «Invece potresti dirmi molto di più. Tina ti ha parlato di un uomo che si fa chiamare Axel?»
«Mi ha accennato a una sua relazione ormai finita, ma non mi ha detto molto» rispose Shin. «So solo che era separato dalla moglie e che intendeva divorziare, poi ha cambiato idea ed è tornato insieme a lei. Tina non l'ha presa male, se lo aspettava.»
«Chi altro sapeva della loro relazione?»
«Qualcuno lo sapeva, ma nessuno sapeva chi fosse.»
«Nemmeno tu?»
«L'avevo capito. Sapevo che a Tina questo "Axel" piaceva e, da come me l'ha descritto, non ho mai avuto dubbi.»
«Veronica Young sapeva di loro?»
«Ne dubito. Tina non aveva l'abitudine di parlarle della sua vita privata.»
«Edward Roberts, invece?»
«Non penso che Tina gli avesse rivelato l'identità di "Axel", se anche sapeva.»
Non c'era altro che valesse la pena di chiedere a proposito di sull'argomento, quindi Oliver passò oltre.
«Hai conosciuto bene Dalma Hernandez?»
«Dalma Hernandez» ripeté Shin. «Non mi aspettavo questa domanda. Mi era parso di capire che stessimo parlando di fatti molto più recenti.»
«A volte i fatti recenti hanno fondamento nel passato» sentenziò Oliver. «Non è bene, quindi, lasciare da parte quello che succedeva molti anni fa. Conoscevi bene la Hernandez?»
«La conoscevo, ma non così bene» rispose Shin. «Non sono sicuro di poterti aiutare in qualche modo.»
«La Hernandez gestiva la squadra di famiglia, quando Tina e Manuel Serrano erano i suoi piloti» ricordò Oliver. «Tina ti parlava mai di tensioni interne tra di loro?»
«Io ero un avversario, Tina non veniva certo a raccontarmi per filo e per segno che cosa capitasse tra di loro» precisò Shin. «Il massimo a cui si spingeva era qualche confidenza sulla sua vita privata. Stava insieme a Manuel, a quei tempi, ma la loro rivalità in pista stava deteriorando la loro relazione.»
«Tina voleva lasciarlo?»
«Non me l'ha mai detto.»
«Manuel, invece, voleva lasciare Tina?»
«Tina non mi ha mai raccontato nemmeno questo.»
«La Hernandez come si inseriva in tutto ciò? Era schierata dalla parte di Serrano, oppure da quella della Menezes?»
«Dalma Hernandez era una team principal e voleva la vittoria finale. Suo zio aveva fatto delle valutazioni e, quando aveva dovuto lasciarle il proprio ruolo per gravi problemi di salute, Dalma aveva tenuto conto di quelle valutazioni. Non c'erano complotti, semplicemente Serrano era considerato, ai tempi, il pilota che, tra i due, avrebbe avuto più possibilità di vittoria.»
«I due, però, erano entrambi convinti che la Hernandez favorisse l'altro, se non ho capito male.»
«Sai, Fischer, a quei tempi anch'io ero convinto di essere uno dei migliori piloti al mondo e che tutto mi fosse dovuto. Poi sono tornato alla realtà: per quanto fosse vero che i ragazzi più ricchi e sponsorizzati di me andavano avanti molto più facilmente, è altrettanto vero che i potenziali sponsor che non mi consideravano si stavano perdendo solo uno qualsiasi. Ho cambiato strada, più avanti, ma non penso che il mondo dell'automobilismo abbia perso il suo migliore rappresentante. Ero uno dei tanti, anche se c'è stato un periodo in cui la pensavo diversamente.»
Oliver valutò per qualche istante il significato di quelle parole, infine chiese: «Cosa vuoi dire?»
Shin sorrise.
«Te lo spiego più facilmente: eravamo tutti convinti delle nostre capacità e sempre pronti a screditare compagni di squadra o avversari. Hai parlato del rapporto tra Tina e Manuel. Per spiegartelo in termini semplici, ciascuno dei due era assolutamente convinto della propria superiorità nei confronti dell'altro. Manuel pensava che battere Tina gli fosse dovuto e, se non succedeva, ci fosse qualcosa sotto. Tina invece pensava che, se Manuel vinceva, non fosse per merito suo, ma perché era il favorito degli Hernandez. Questo non significa necessariamente che le loro convinzioni personali fossero vere.»
«E dopo la morte di Manuel?» chiese Oliver. «Hai avuto l'impressione che Tina fosse particolarmente turbata?»
«No, turbata non è la parola giusta.»
«Non era turbata dalla morte di Serrano?»
«Tutti eravamo turbati, ma non Tina» chiarì Shin. «Lei era devastata, letteralmente. Con l'incidente di Serrano qualcosa, in lei, è cambiato per sempre, nonostante si sforzasse di nasconderlo. Poteva riuscirci con tutti, perfino con quell'uomo che pendeva dalle sue labbra, ma non con me.»
«Un uomo che pendeva dalle sue labbra?» chiese Oliver. «Di chi parli?»
«Era l'assistente della Hernandez, non so che funzioni avesse esattamente» rispose Shin. «Era un italiano, credo, non ricordo il suo nome.»
«Donato Franzoni?»
«Sì, Donato, si chiamava così. Era convinto che Tina avesse più talento di Serrano e, con il fatto che Dalma lo tenesse molto in considerazione, Manuel doveva temere per la propria posizione. Credo che anche lui sia rimasto piuttosto sconvolto dalla morte di Serrano: dopo poco tempo ha lasciato il team.»
«Come mai?»
«Non lo so, forse dissapori con Dalma Hernandez. Entrambi erano certi di potere vincere il campionato, ma la morte di Serrano ha cambiato tutto. Lo so, può apparire un po' squallido pensare a tutto il resto, ma c'erano comunque degli interessi economici belli grossi. C'erano sponsor che non volevano essere associati alla morte, nell'immaginario collettivo, quindi hanno abbandonato il team. Sai come funziona: quando la nave affonda, ciascuno cerca di salvarsi, fregandosene degli altri. Deve essere successo qualcosa del genere. Mi dispiace sia per Dalma sia per l'assistente italiano. Erano un'ottima squadra e avrebbero potuto ottenere molto. Invece, a causa della morte di Manuel, è finito tutto. Tina è stata molto fortunata a non affondare. Credo che a Donato sia dispiaciuto doversi separare da lei, credo la vedesse un po' come la figlia che non aveva mai avuto. Però, ne sono certo, avrà senz'altro festeggiato i suoi successi, anche quelli degli ultimi anni.»
«E tu?» buttò lì Oliver. «Tu cosa ne pensi dei successi di Tina?»
«Non si è mai arresa di fronte alle difficoltà, non ha mai scelto di cambiare strada» disse Shin. «Apprezzo molto il fatto che sia riuscita non solo a inseguire sempre le sue passioni, ma anche a ottenere dei risultati concreti.»
«Diversamente da te?»
«Non fraintendermi, non mi sono mai pentito di avere lasciato le competizioni. Avrei potuto accontentarmi di gareggiare a livello più basso, costruirmi comunque una carriera di successo. Invece ho preferito dedicarmi ad altro. Non sono invidioso di chi è andato avanti e ha ottenuto risultati. Non mi chiedo mai come sarebbe stata la mia vita, se avessi continuato a fare il pilota. Chissà, magari avrei fatto io stesso la fine di Manuel Serrano.»
Oliver puntualizzò: «Tina, però, è sopravvissuta.»
Shin annuì.
«Sì, certo, è sopravvissuta, ma se l'è vista molto brutta, una decina d'anni fa, in quell'incidente durante un test di Indycar.»
«Sì, ne so qualcosa.»
«Te ne ha parlato?»
«Conosco la sua carriera passata: sono un giornalista sportivo e scrivo di corse automobilistiche. Preferisco conoscere ciò di cui parlo anche se, devo ammetterlo, non tutti i miei colleghi la pensano allo stesso modo.»
«Davvero strano» osservò Shin. «Quell'incidente è stato un grande punto di rottura, per lei. È curioso che non ne abbia parlato proprio con te, che sei - cito testualmente le sue parole - l'uomo della sua vita.»
«So che ha rischiato molto.»
«Moltissimo, direi. Non mi piace parlare di miracoli, ma se è mai accaduto un miracolo, allora è il fatto che non sia morta, quel giorno.»
«So che ha riportato un trauma cranico.»
«Un enorme trauma cranico. Si è ripresa molto bene, ma non era per niente scontato.»
Oliver rabbrividì.
«Sì, posso capire.»
«No, non puoi» replicò Shin. «Non perché tu abbia qualcosa di meno di me, nemmeno io posso capire a pieno.»
Oliver insisté: «Invece credo di essere proprio la persona che meglio può capirla. Da ragazzino sono caduto da una scala e ho battuto violentemente la testa. Ero stato dato per spacciato, ma sono sopravvissuto.»
«Oh, mi dispiace.»
«Non fa niente. Anche per me è stato un grande punto di rottura, quello.»
«Vorrei dirti che posso immaginare, ma penso che avresti tutto il diritto di dirmi che non posso.»
Oliver lo rassicurò: «Non fa niente, davvero, non potevi sapere. Non mi sono offeso e, anche se tu avessi saputo, non mi sarei offeso comunque. Ogni storia è a sé. Cosa intendi dire, quando sostieni che per Tina sia stato un punto di rottura? Io l'ho vissuta a modo mio, ma per lei sarà stato diverso, immagino.»
«È cambiata» rispose Shin, «È cambiata molto.»
«Come se avessi a che fare con un'altra persona?» chiese Oliver.
«Oh, no, non a quel punto» specificò Shin. «Si vedeva che era sempre Tina, ma ho avuto l'impressione che il suo modo di vivere fosse cambiato. Prima dell'incidente la vedevo molto malinconica, come se avesse dei tormenti interiori. Posso immaginare che il tutto dipendesse dalla tragica morte di Serrano.»
«E dopo?»
«Dopo sembrava che si fosse finalmente convinta ad andare avanti, un po' come se sopravvivere all'incidente fosse stato una seconda opportunità e non dovesse lasciarla svanire.»
«Quindi» concluse Oliver, «Dopo il suo incidente, invece di abbattersi, ha deciso di vivere la vita in modo più positivo.»
«Sia la vita, sia le corse in generale» rispose Shin. «Credo sia stato proprio per questo, se è riuscita a prendere le decisioni giuste e ha accettato l'ingaggio da parte della Pink Venus. È stata la sua fortuna ed è un vero peccato che quell'avventura si sia conclusa.»
«Inizialmente c'era chi non era molto convinto.»
«Oh, sì, dopo l'unificazione dei due campionati si parlava molto del fatto che i piloti venuti dalla Diamond Formula non fossero abbastanza meritevoli. Sono tutte assurdità, a mio parere, ma io non sono nessuno per affermare il contrario degli addetti ai lavori. Tina era considerata più per la sua immagine che per i suoi risultati, c'era chi affermava che la Pink Venus volesse solo utilizzarla per la sua popolarità e non certo per le performance. Trovo che Roberts sia stato un ottimo pilota, ma sono felice che sia stata Tina a ottenere quel primo punto, a Singapore. Fare tacere i critici rimane un'impresa molto difficile, ma è un piacere, per me, sapere che c'è riuscita.»
«Qualcuno, però, continuava a criticarla.»
«Anche se vinci quattro mondiali di fila, c'è sempre chi ti critica. Figuriamoci chi, come Tina, ha ottenuto solo una vittoria.»
Oliver puntualizzò: «È stata una vittoria storica, soprattutto ottenuta con una squadra che, sulla carta, non poteva puntare alla vittoria.»
«In quei casi» ribatté Shin, «Ci sono due possibilità.»
Oliver non faticò a comprendere dove volesse andare a parare.
«Essere idolatrato, oppure essere tacciato di avere rubato la vittoria a piloti o squadre più meritevoli.»
Shin ridacchiò.
«Vedo che capisci perfettamente come funziona il mondo, Fischer.»
«Sì, non ho grosse difficoltà a immaginarmelo. Peraltro Tina aveva avuto un incidente nella prima sessione di prove libere, quello stesso fine settimana, e c'era già chi invocava il suo licenziamento a stagione in corso.»
«La cosa non mi sorprende e, devo ammetterlo, le cose sono addirittura peggiorate, rispetto ai miei tempi. Quando ero un pilota io, almeno i media e i telecronisti televisivi avevano la decenza di non screditarci gratuitamente, lasciavano che ci pensassero i tifosi che guardavano le gare al bar. Adesso le cose sono cambiate: articoli e servizi televisivi sembrano spesso fatti su misura proprio per i tifosi da bar.»
Oliver ammise: «È proprio quello che intendevo, a proposito dei miei colleghi.»
Inaspettatamente, Shin cambiò argomento: «Mi stupisce che Tina non si sia tagliata i capelli, dopo la vittoria, ho sempre pensato che l'avrebbe fatto.»
Era una considerazione del tutto slegata al discorso che avevano fatto fino a quel momento e Oliver non ne comprese il significato.
«Cosa vuoi dire?»
«Glieli avevano rasati per operarla alla testa.»
«Quando ha avuto l'incidente in Indycar?»
«Proprio quella volta. Ha deciso che non li avrebbe più tagliati, a parte per pareggiarli quando le punte diventavano indecenti.»
Oliver osservò: «Questo è un retroscena molto interessante.»
«Eccome se lo è» ammise Shin, «E mi stupisce che non te l'abbia raccontato. Sei sicuro di essere l'uomo giusto per lei?»
«Non lo so, solo il tempo ce lo dirà.»
«Scusami, non volevo essere scortese, però mi sorprende davvero che non abbia condiviso con te qualcosa di così importante, per lei.»
Oliver cercò di minimizzare, limitandosi a chiedere: «Perché credevi che si sarebbe tagliata i capelli?»
«Perché quella vittoria simboleggiava la rinascita, per lei, a mio parere» rispose Shin. «Diceva che la sua personal trainer le aveva consigliato di tagliarli, per dimenticarsi di quell'incidente, di non tenere fede a quella promessa che aveva fatto a se stessa in un momento difficile. Tina, per metterla a tacere, le aveva detto, una volta, che si sarebbe tagliata i capelli se avesse conquistato una vittoria importante. O almeno, così mi ha riferito. Ammetto che non sembrava molto convinta, quando me ne ha parlato, ma so che la sua personal trainer, che lavora per lei da moltissimi anni, ha sempre avuto una certa influenza su di lei.»
«Un'influenza positiva?»
«Diciamo.»
«Non troppo positiva?» azzardò Oliver, dato che Shin non pareva convinto.
«Ho sempre pensato che fosse un po' troppo invadente» gli confidò Shin. «Mi raccomando, non riferirlo a Tina, che andrebbe subito a parlarne con Claudia. Non è vecchia abbastanza per essere sua madre, ma mi è sempre sembrata una di quelle donne che, vantandosi di essere aperte di vedute, si atteggiano a confidenti delle figlie, e in questo modo tengono indirettamente sotto controllo ogni dettaglio della loro vita privata. So che non è un modo molto positivo di vedere quella donna, ma rimango del parere che, sotto questo punto di vista, Tina avrebbe fatto meglio a staccarsi da lei. Si capisce che Claudia le è affezionata, ma rischia di diventare una presenza asfissiante, magari non per Tina, ma per chi le sta intorno. Immagino che te ne sia accorto anche tu: la privacy esiste, ma solo quando la personal trainer non è nei paraggi.»
Oliver preferì non dire nulla che potesse smascherarlo: sarebbe stato meglio se Shin avesse continuato a crederlo il fidanzato di Tina. Decise di cambiare argomento, domandandogli: «Tu conosci Ryan Harvey o sbaglio?»
«Lo conosco» confermò Shin. «Ci ho avuto a che fare, in passato. Ai tempi non era ancora fidanzato con Amber. Non ho capito che cosa sia successo tra lui e Tina.»
«Tina ti ha mai parlato di lui, in questi anni?»
«No.»
«La cosa non ti ha stupito?»
«Perché avrebbe dovuto? Era solo una conoscenza comune, né io né Tina l'abbiamo mai frequentato.»
«Quindi» volle sapere Oliver, «Non sapresti dirmi se è una persona di cui ci si può fidare?»
«Non ne ho la più pallida idea, tutto ciò che posso dire è che non ho mai sentito parlare male di lui» rispose Shin. «Per intenderci: non ci ho mai avuto a che fare perché non pensavo avessimo interessi in comune e, probabilmente, per lui valeva la stessa cosa. Non è che non lo frequentassi perché lo ritenessi uno da cui è meglio stare lontano.»
«La tua impressione, invece, qual è stata? Così, a pelle.»
«Di solito non mi faccio prime impressioni, su persone con cui non ho a che fare. Non so dirti se Harvey sia un tipo simpatico o meno: non ho mai avuto un particolare interesse per lui, quindi non ho mai sentito il bisogno di accertarmene.»

***

Dalila osservò: «Sembra interessante questo Shin Jung, aveva voglia di parlare.»
«Tina mi ha detto che era una specie di ciclone, in gioventù» confermò Oliver. «Mi sembra più calmo, adesso, ma non si è fatto pregare, prima di parlare.»
«Uno che non ha niente da nascondere» ribatté Dalila, «Anche se, materialmente, potrebbe esserci lui dietro ai fatti di Singapore.»
«Lo ritengo improbabile.»
«Improbabile, ma non impossibile, visto che era presente sul posto.»
«Però dubito fosse a Madrid a imbrattare specchi, o che conosca l'italiano: non può avere scritto né gli articoli, né "Miss Vegas", né il fantomatico post uscito sul blog di De Rossi. In più dubito che sia venuto in Italia per uccidere Mirko o per mettere in scena lo scippo nei tuoi confronti.»
«Me ne rendo conto» ammise Dalila, «Ma mi rifiuto di accettare l'idea che tutto quello che ti ha raccontato sia inutile.»
«Non credo che lo sia» le assicurò Oliver. «Certo, al momento mi sembra di essere in alto mare e di non avere appigli, ma sono convinto che tutto quello che ho fatto finora possa rivelarsi utile.»
«Sei ancora convinto che, tra le persone con cui hai a che fare, si nasconda il colpevole?»
«Dire che ne sono convinto è una parola molto grossa, non me la sento di spingermi così in là. Però non lo posso escludere, così come non posso escludere che la stessa Tina possa avere ancora qualcosa da nascondere.»
Dalila ridacchiò.
«Non sarà stata lei ad ammazzare Mirko e a montare un caso con tutto il resto?»
Oliver spalancò gli occhi.
«Che cazzo di idea è questa?»
«Rifletti, Fischer. Ti ha mai fatto vedere qualche scena di quel video erotico?»
«Certo che no!»
«Eppure sostiene di averne ricevute, inviate sui social. Ti ha mai mostrato qualcuno dei messaggi?»
«L'ultimo, quello in cui la persona che la contattava sosteneva di essere Mirko.»
Dalila puntualizzò: «Potrebbe esserselo mandato da sola, dato che non c'è alcuna denuncia. Gli articoli potrebbe averli scritti lei stessa perché anche la pubblicità negativa è comunque pubblicità. Lo stesso si può dire per il testo della non-canzone.»
«Singapore come te lo spieghi? Lo stesso Ryan ha confermato che è successo qualcosa.»
«Potrebbe essere un fatto slegato dal delitto, così come la scritta sullo specchio.»
«Mi dispiace deluderti, ma è impossibile che abbia commesso il delitto: ti ricordo che Tina si trovava insieme a me, la sera dell'omicidio.»
Dalila sbuffò.
«Questo, in effetti, è un grosso problema.»
«Più che un problema, lo vedo come una solida certezza» ribatté Oliver. «Sarebbe tutto molto più facile, se potessimo escluderne anche altri.»
«Invece non possiamo escludere la tua cara Selena.» Dalila ridacchiò. «Ci pensi che, al momento attuale, è una dei candidati più probabili?»
Oliver la fissò con freddezza.
«E tu non ci pensi a qualcos'altro?»
«Cosa intendi?»
«Che con Mirko ci lavoravi e addirittura te lo scopavi. Adesso sei qui che ridi e scherzi tacciando Selena di averlo ammazzato.»
Dalila sospirò.
«Non prendertela, Fischer. Se penso seriamente a quello che è successo, finisce che impazzisco. Non sono insensibile, sono semplicemente sconvolta da tutto. Vorrei tanto che tu riuscissi a risolvere il caso, sarebbe anche fantastico se la Young invitasse la Menezes nell'hospitality della Pink Venus il prossimo fine settimana e se Tina ti portasse con sé.»
«Il Gran Premio del Belgio è ormai imminente e Tina non ha ricevuto alcun invito» puntualizzò Oliver. «Veronica deve averne avuto abbastanza qualche settimana fa, in Gran Bretagna.»
«Quindi niente weekend di investigazioni a Spa Francorchamps?»
«No.»
«Peccato.»
«Perché?»
«Perché, in uno dei romanzi meno popolari di Agatha Christie, Spa è citata come città natale di Hercule Poirot. Magari portava bene per la tua indagine parallela.»
«Non credo che basti essere nella città natale di Hercule Poirot per risolvere un caso» ribatté Oliver. «Mi dispiace, Mademoiselle, ma non ce l'avrei fatta comunque.»
«Avresti potuto parlare con Amber Thompson, però» osservò Dalila. «Mi sembra che, al momento, sia quella che è riuscita a evitarti più di ogni altro.»
«Non mi dispiacerebbe avere una conversazione più approfondita con lei» ammise Oliver, «Ma per il momento non è possibile. Purtroppo non ho una libertà di azione infinita.»
«Potresti chiedere a Tina di fare da intermediaria, come è successo con Shin.»
«Non mi sembra il caso.»
«In effetti Amber potrebbe non essere molto ben disposta nei confronti di Tina, né nei tuoi.»
«Vedo che hai centrato il problema. Non mi sarebbe dispiaciuto provare a contattarla, chiederle se fosse disposta a una videochiamata, o almeno a una chat, ma ho paura che non funzioni.»
Dalila obiettò: «Questo non è il modo migliore di guardare le cose. Non ci hai neanche provato. Perché non provi a mandarle un messaggio diretto?»
Oliver preferì non esporsi troppo, si limitò a un semplice: «Ci penserò.»
Non fu necessario rifletterci a lungo, non appena Dalila lo salutò e lo lasciò solo, si fiondò a cercare il profilo della moglie di Ryan Harvey. Il suo username era @AThompsonOfficial e come immagine del profilo c'era una sua fotografia con indosso la tuta con i colori della Pink Venus.
Oliver le scrisse, cercando di essere il più elegante possibile: "Buonasera Amber, ti ricordi di me? Sono il giornalista fidanzato con Tina Menezes. Innanzi tutto ti volevo chiedere scusa per come si è comportata Tina nei confronti tuoi e di tuo marito, poi volevo chiederti se posso farti qualche domanda su un fatto che riguarda Tina, accaduto diversi anni fa. Fammi sapere tu se possiamo sentirci in altro modo o se posso scriverti qui."
Sperò che la Thompson gli rispondesse, anche se temeva di essere bloccato, ma per molto tempo non successe nulla. Erano passate quasi tre ore, quando Amber diede segni di vita.
@AThompsonOfficial: "Salve Oliver, certo che mi ricordo di te. Ti sei anche incontrato con Ryan per discutere di qualcosa che aveva a vedere con Tina. Non ha voluto dirmi nello specifico di cosa si trattasse, ma ho capito che ha a che vedere con il video che ha pubblicato Tina poco tempo fa. Puoi scrivermi qui."
Oliver tirò un sospiro di sollievo. Stava andando meglio del previsto, e doveva ringraziare solo Dalila, senza di lei non avrebbe mai avuto il coraggio di contattarla. Doveva scriverle subito e sperare che Amber fosse rimasta in linea.
@Oliver19_Fischer86: "Harvey mi ha raccontato, e Tina me ne ha accennato, di un fatto strano che ti è capitato due anni fa a Madrid nel camerino di uno studio televisivo. Riguarda uno specchio su cui era stata fatta una scritta con il rossetto, qualcosa su Manuel Serrano."
@AThompsonOfficial: "Mi sono trovata davanti quella scritta fatta con il rossetto. Non avevo idea di cosa significasse, ma il nome di Serrano mi è subito saltato agli occhi. Allora ho preso il cellulare e sono andata a cercare la traduzione. Mi sono spaventata, anche se sapevo che non poteva essere un messaggio contro di me."
@Oliver19_Fischer86: "L'hai cancellato tu?"
@AThompsonOfficial: "Sì. Non sapevo quale sarebbe stata la reazione di Tina e non volevo scoprirlo. Sapevo che non le piaceva parlare di Serrano e che doveva essere successo qualcosa di spiacevole tra di loro."
La versione dei fatti di Amber era del tutto identica a quella di Ryan, nonché compatibile con quella data da Tina. Restava solo un piccolo dettaglio di cui accertarsi.
@Oliver19_Fischer86: "È vero che hai lasciato dei segni di rossetto sullo specchio e che poi Tina ha commentato con te la cosa?"
@AThompsonOfficial: "Mi pare di sì, ma non ricordo con esattezza cosa ci siamo dette. Ricordo solo che con la salvietta ero riuscita a spargere il rossetto per far sparire quelle parole, ma non avevo modo di pulire bene."
Tutto tornava, tanto che Oliver avrebbe potuto ringraziarla e salutarla, ma era desideroso di soddisfare un'altra curiosità.
@Oliver19_Fischer86: "Cosa ne pensi del video che ha pubblicato Tina a proposito di tuo marito?"
@AThompsonOfficial: "Non so cosa le passi per la testa. Ryan non le ha mai fatto niente di male, questo te lo posso garantire."
@Oliver19_Fischer86: "Non voglio apparire scortese, né offenderti, ma dici questo solo perché è tuo marito, oppure perché ne sei davvero convinta?"
@AThompsonOfficial: "Voglio essere sincera con te. È possibile che qualcuno sia stato danneggiato dalle azioni di mio marito, del resto lavora per il mio interesse, quindi anche a discapito di altri, all'occorrenza. Non escludo che sia anche responsabilità sua, se la Pink Venus ha scaricato Tina e mi ha offerto il suo posto, per questa stagione, però stiamo parlando di lavoro. Basta poco per affondare e Ryan, come mio manager, fa tutto il possibile affinché io rimanga a galla. Non so se Tina ce l'abbia con lui perché lo ritiene responsabile della decisione della squadra di puntare su di me, ma non si è trattato di un attacco personale. Se al posto della Menezes ci fosse stato un altro pilota, non avrebbe fatto niente di diverso."
Oliver si disse che Amber doveva essere o molto ingenua, oppure totalmente convinta che Harvey non potesse nuocere a nessuno.
@Oliver19_Fischer86: "Sai qualcosa a proposito di un fatto accaduto tre anni fa la notte dopo il GP di Singapore? Riguarda tuo marito e Tina sotto l'effetto di alcool o droghe."
@AThompsonOfficial: "Credo che tu ti stia riferendo a una serata in cui Ryan è rimasto a parlare fino a notte inoltrata con un indonesiano che lavorava nel settore del petrolio. Speravo potessimo andarcene, ma non poteva farlo. Così sono andata via da sola, o meglio, con Edward Roberts, che ha voluto accompagnarmi in albergo. Quando Ryan è tornato, mi ero già addormentata. So che alla mattina è uscito e, in seguito, mi ha raccontato che era andato ad accertarsi che Tina stesse bene, perché dopo la serata l'aveva trovata ubriaca fradicia e l'aveva accompagnata in camera."
@Oliver19_Fischer86: "Ti ha mai raccontato nel dettaglio cosa sia successo?"
@AThompsonOfficial: "Non penso dovesse raccontarmi niente. Non doveva certo giustificarsi per avere aiutato una mia avversaria che non stava bene. Non avrei nemmeno avuto motivo di essere gelosa. All'epoca non sapevo che a Tina piacessero anche gli uomini."
@Oliver19_Fischer86: "Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e ti auguro una buona seconda parte di stagione."
@AThompsonOfficial: "Grazie a te. E, dato che mi sembra di capire che tu stia cercando delle risposte che non so darti, spero che tu possa trovarle da qualcun altro."
Furono quelle le ultime parole della loro chat. Secondo Amber, in sintesi, Ryan era l'uomo perfetto che tanti avevano creduto, almeno fino al momento del post apparso sul blog di Mirko De Rossi e del video di Tina. Oliver non era particolarmente sorpreso, dopotutto Amber l'aveva sposato, ma aveva sperato in qualche dettaglio in più. Ce n'era comunque uno piuttosto importante, che la Thompson gli aveva rivelato senza rendersene nemmeno conto. Nonostante la Menezes gli avesse parlato solo di uomini, quando aveva ripercorso la sua vita sentimentale e sessuale passata, non era la prima volta che qualcuno si stupiva della sua attrazione per il genere maschile.




Grazie di cuore Swan Song e Nerve, per esserci sempre! <3 Leggere le vostre recensioni è stupendo. Appuntamento a venerdì/ sabato, con il primo accenno a un testamento! XD Poi, la prossima settimana, finiremo con il botto!
   
 
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