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Autore: Milly_Sunshine    19/01/2024    2 recensioni
Oliver Fischer, professione giornalista divenuto ghost writer, si è rifugiato in un piccolo paesino dove non succede mai nulla, per stare lontano dal caos che in passato ha fatto parte della sua vita professionale. Subito dopo avergli fatto una proposta di lavoro, tuttavia, un suo passato collega viene assassinato. Il delitto è circondato da un alone di mistero più totale, gli unici elementi su cui indagare sono una canzone trap cantata da un'artista sconosciuta, il risultato di una gara automobilistica e un caso di pornografia non consensuale. Oliver si vede costretto a investigare in proposito, affiancato da due donne ugualmente affascinanti: Dalila Colombari, fotografa con la quale ha collaborato in passato, e Tina Menezes, stella dell'automobilismo a ruote scoperte. // I PERSONAGGI DI OLIVER E TINA SONO COMPARSI IN ALTRI MIEI LAVORI, MA "MISS VEGAS" È UNA VICENDA A SÉ STANTE.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Buongiorno a Swan, a Nerve, agli altri lettori che stanno nell'ombra e soprattutto a tutti i notai. Sarà un lungo viaggio arrivare a fine capitolo, ma alla fine sentirete menzionare finalmente il testamento. Stavolta le note le scrivo qui, all'inizio, per non distogliervi dal finale di capitolo quando sarà il momento! Ipotesi e congetture sono ben accette!


I giorni si susseguivano, ma non sembravano esserci grossi progressi: Oliver era riuscito addirittura a estorcere una sorta di deposizione ad Amber Thompson, il che era di più di quanto Tina potesse aspettarsi, ma le aveva assicurato che non c'era nulla di nuovo, lasciandola combattuta, a domandarsi se fosse davvero così, o se Fischer, per il momento, preferisse non esporsi.
La loro vicinanza, frattanto, le dava la possibilità di pubblicare occasionali foto insieme. Sarebbe stato triste cancellarle, un giorno. Chissà, forse alla fine di tutto avrebbe potuto annunciare che lei e Oliver si erano lasciati di comune accordo e di avere preso la decisione rimanere amici, in tale modo non sarebbe stata costretta a rimuovere tutto.
In fondo al cuore aveva la speranza che un giorno la finzione si trasformasse in realtà, ma non osava essere così ottimista. Anche farsi avanti, in maniera totalmente esplicita, era al di fuori delle sue capacità. I momenti di vicinanza, con Fischer, c'erano stati, ma Tina non se la sentiva di essere più esplicita. Ogni coinvolgimento rischiava di minare la buona riuscita del loro piano, così come di stravolgere il loro equilibrio.
Si faceva bastare il tempo trascorso insieme, o almeno quegli istanti in cui non discutevano di chi potesse o non potesse avere ucciso Mirko De Rossi. Nel frattempo, Oliver continuava a scrivere senza mai firmare gli articoli, ma Tina era certa che le distrazioni non mancassero. Come lei, che vagava con la mente mentre faceva jogging, anche il giornalista doveva perdersi a chiedersi cosa ne sarebbe stato di loro e di ciò che avevano intorno.
Tina si fermò, non tanto per i pensieri, quanto per il caldo torrido. Dovevano esserci almeno trentacinque gradi, forse anche quaranta, sotto al sole. Le strade erano quasi deserte, perfino i ragazzini perdigiorno che facevano schiamazzi nelle ore serali non erano in giro in quelle ore bollenti.
Nonostante tutto, non era sola. Avvertì una presenza alle sue spalle e poi, come aveva già intuito, udì una voce: «Ti ho cercata a casa, ma non ti ho trovata.»
Tina si girò lentamente.
«Perché sei qui? Non dovevamo vederci, oggi.»
«Ogni giorno è buono per vederti» sentenziò Claudia, con quel suo tono dolce e comprensivo. «Mi dispiace per essere stata lontana da te a lungo, il mese scorso, e mi sembra opportuno venire a controllare che sia tutto a posto.»
«È tutto a posto, o almeno nella media» rispose Tina. «Quando ci saranno novità, ti informerò.»
«Ti vedo molto provata» insisté Claudia. «Mi viene da pensare che Fischer sia una presenza dannosa per la tua vita. Ti vedevo molto più calma e rilassata, quando non c'era lui.»
Tina abbassò lo sguardo.
«Oliver non c'entra nulla. Purtroppo sono successe tante cose, era inevitabile che andasse a finire così. Comunque te l'ho detto, da quando sono stata in Brasile va tutto molto meglio.»
«Lasciarti andare non è stato un errore, infatti» ribatté Claudia. «Lo sai, non ero convinta che fosse un bene stare lontane così a lungo, ma almeno, in quel caso, era una decisione tua. Se eri convinta di potertela cavare anche senza di me, allora è stato giusto così.»
«Va tutto bene.»
«Allora perché non mi guardi negli occhi? Perché non me lo dici, che ora va tutto bene anche grazie a me?»
Tina alzò lo sguardo.
«Dobbiamo parlare.»
«No, non importa» mormorò Claudia. «Si sistemerà tutto e Fischer presto non farà più parte della tua vita. Hai visto com'è andata bene, con Harvey? Certo, è solo una piccolissima parte di quello che si merita, ma ormai gli è preclusa la vita pubblica. Tu puoi tutto, anche da sola. Basta solo che prendi le decisioni giuste.»
Tina rabbrividì.
«Non mi piace quando parli così.»
«Solo perché ti ricordo che devi credere in te stessa?»
«No, non è questo.»
Claudia sospirò.
«Non lasciarti sempre turbare. Sei sempre stata di più di quello che ti credevano. Lascia che ti abbandonino, se non riconoscono il tuo valore. Io, per te, ci sarò per tutta la vita.»
Tina sbuffò.
«Basta con queste frasi motivazionali. Credo sia giusto parlarsi chiaro. Penso che tu te ne sia accorta: in tanti pensano che io e te stiamo insieme.»
«Quindi hai paura che si facciano delle domande, quando ti vedranno con me nonostante tu stia facendo credere di essere fidanzata con Fischer?» azzardò Claudia. «Lascia che parlino, lascia che credano che io e te ci amiamo.»
Tina fu piuttosto diretta: «Ho bisogno di sapere se è così. Mi sei stata accanto per tutti questi anni perché provi dei sentimenti per me?»
Claudia la fissò per qualche istante in silenzio, poi si lasciò andare a una risata.
«Pensi questo di me?»
«Non so più cosa pensare e non capisco che cosa ci sia di così divertente.»
«È divertente come anche una persona intelligente come te cada nel cliché. Solo perché non mi hai mai vista insieme a degli uomini, allora mi devono piacere le donne? E soprattutto, tra tante proprio tu? Apri gli occhi, Tina: nella vita non esistono solo l'amore romantico e il sesso, non esiste la sola attrazione. Ho altre priorità e altri interessi. Quindi no, non voglio fidanzarmi con te, né voglio fare sesso con te. Quello che ci unisce è un altro tipo di legame: tu sei al centro dei miei pensieri perché il mio successo passa attraverso il tuo. Sei la persona più importante della mia vita per tutto quello che abbiamo costruito insieme, ma non ti amo in quel senso, né sono sessualmente attratta da te. Nessuno ha il bisogno vitale di un partner per esistere e ciò che mi piace è come entrambe siamo arrivate a questa conclusione.»
Tina chiarì: «Io non metto il nostro legame professionale davanti all'amore e al sesso.»
«Lo so bene» ribatté Claudia, in tono accomodante. «Mi ricordo il periodo che hai trascorso correndo dietro ai boxer di Axel. Per fortuna è finito.»
«Non è stato un brutto periodo» replicò Tina. «Stavo ancora insieme a lui, a Las Vegas. Dopo la gara, abbiamo trascorso la nostra ultima notte insieme.»
«Axel non aveva capito il tuo valore.»
«Ero io che non avevo capito il valore che la sua famiglia aveva per lui.»
«Comunque sia andata, alla fine è tornato dalla moglie e ti ha lasciata sola. Io non sono come Axel, ma non ti avrei mai abbandonata. Avrei rinunciato a tutto, ma non al nostro binomio vincente.»
Tina non voleva giudicare il modo in cui Claudia viveva i propri sentimenti, né voleva rischiare di offenderla, ma sapeva di doverle fare un'importante confidenza.
«Mi sta succedendo di nuovo.»
«Cosa?»
«Legarmi a una persona.»
«Un uomo?»
«Sì.»
«Quel tipo di legame?» Il tono di Claudia era più freddo che in precedenza e non faceva presagire nulla di buono. «Non sono sicura che sia la cosa giusta per te, specie considerando che si tratta senz'altro di Oliver Fischer.»
Tina sussultò.
«Come l'hai capito?»
«Non vedo altre spiegazioni» sibilò Claudia, «E ammetto di essere delusa da te. Il fatto che tu non sia in grado di stare vicina a un uomo senza che gli ormoni prendano il sopravvento non mi piace per niente. Non ho fatto altro che ripeterti per anni e anni che vali più di Amber Thompson, poi fai esattamente la stessa fine di quella puttanella.»
«Non è giusto quello che dici» replicò Tina. «Non avrei voluto che succedesse, ma è così. Oliver mi piace. Mi piace molto e, da quando c'è lui, sto iniziando a superare la fine della mia storia con Axel.»
«Cos'avete fatto insieme?»
«Niente.»
«Non ti credo.»
«Davvero, Claudia, non ci sono stata a letto. Ci siamo baciati, più di una volta, ma non siamo mai andati oltre.»
«E fai bene a non andare oltre» puntualizzò la personal trainer. «Devo ricordarti che Fischer lavorava con Mirko De Rossi, in passato?»
«Lo so che lavorava con lui.»
«Quel De Rossi è stato ucciso. Sei sicura che Fischer non c'entri niente? Non ti sarai messa tra le mani della persona sbagliata?»
Tina spalancò gli occhi.
«Che cazzo stai dicendo?!»
«Non usare quelle parole con me, Tina» la sgridò Claudia. «Non voglio dire che il tuo amico abbia ucciso De Rossi - del resto si trovava insieme a te quando quel poveretto è stato ammazzato - ma solo che non puoi sapere con esattezza se sia sincero e spontaneo come credi o se abbia dei secondi fini. Cosa sai di una certa Dalila Colombari?»
Quella domanda colse Tina del tutto impreparata.
«Cosa dovrei sapere?»
«Sbaglio o è un'amica di Fischer?»
«È una fotografa. Lavorava con De Rossi, in passato.»
«E ha i capelli decolorati.»
Tina ridacchiò.
«Ce l'hai proprio con le ossigenate, eh?»
«Con quelle che aprono le gambe con facilità come lei di sicuro» dichiarò Claudia. «E tu non dovresti ridere, ma prendermi sul serio, una volta tanto. Non hai visto gli ultimi rumour?»
«Quali rumour?» obiettò Tina. «Non so di che cosa tu stia parlando.»
«Vedo, vedo bene che non lo sai» ribatté Claudia, «Altrimenti non ti saresti lasciata andare a sognare Oliver Fischer a occhi aperti, o almeno avresti avuto la decenza di non farlo in mia presenza. Ti consiglio di fare un po' di ricerche, di scoprire qual è l'argomento del giorno. Non sono sicura che sarai molto contenta di venirlo a sapere. Nel frattempo, ne sono sicura, il tuo caro Fischer sarà del tutto indifferente, magari proprio in compagnia di quella escort prestata alla fotografia.»
«Non riesco a capirti. Qual è il problema con Dalila, adesso?»
«Andiamo a casa tua, così possiamo parlarne in tranquillità.»

***

Il primo articolo, se così lo si poteva definire, era stato firmato con il nome di Cinzia Rossi, una delle tre identità fittizie accertate. Purtroppo anche la spazzatura aveva dimostrato di potere girare piuttosto velocemente ed era quello che stava succedendo: Dalila avrebbe fatto volentieri a meno di ritrovarsi trascinata nel bel mezzo dei pettegolezzi online, ma l’unica speranza che le restava era che si spegnessero in fretta.
Certo, prima sarebbe stato un massacro: tutto era iniziato con la fantomatica Cinzia che mostrava al mondo immagini di Oliver Fischer in compagnia di una “misteriosa bionda”, con le fotografie poi riprese da decine di pagine web e social. Tra l’orario in cui il primo articolo era stato condiviso sui social e quello in cui l’identità di Dalila era stata rivelata era intercorsa appena un’ora e cinquantasette minuti. Aveva decine di notifiche, la maggior parte insulti da parte di fanboy accaniti della Menezes. Una parte minoritaria, dagli insulti passava direttamente alle minacce di morte.
Dalila avrebbe fatto volentieri a meno di mettersi in contatto con Oliver, in quel momento, ma aveva bisogno di sentirlo, di sapere se fosse al corrente dell’ennesimo polverone che si era sollevato.
Per fortuna Fischer le rispose subito e comprese al volo perché lo stesse chiamando.
«Ho visto tutto anch’io, se è quello che stai per chiedermi.»
«L’hai letto, quello che ha scritto Cinzia Rossi, quindi. “Oliver Fischer, appassionato fidanzato di Tina Menezes, è stato recentemente avvistato in compagnia di una misteriosa bionda, con la quale sembra piuttosto affiatato. Giornalista dalla già pessima reputazione, protagonista di uno scandalo con la moglie di Edward Roberts, non esita a mostrare al mondo la propria infedeltà all’attuale compagna.” Devo continuare?»
«No, non importa, ho letto anch’io quella spazzatura» replicò Oliver. «Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto che ci sia andata di mezzo anche tu.»
«Non potevo aspettarmi niente di diverso» ribatté Dalila, «Ormai c’è chi vive solo di sensazionalismo. Dimmi tu che cosa sta succedendo di tanto altisonante in quelle fotografie? Stiamo semplicemente camminando per strada, girati l’uno verso l’altra, e sembriamo immersi in una conversazione.»
«Non c’è nulla di altisonante» rispose Oliver, «Ma non importa più che cosa sia vero e cosa non lo sia. Cinzia Rossi voleva che si pensasse a una relazione tra di noi, quindi ha scritto che abbiamo una relazione e che io tradisco Tina. Ci ha messo delle foto che non costituiscono la benché minima prova di quello che sta affermando, ma prima che qualcuno arrivi a questa sensata conclusione passeranno ore e ore, se non giorni. Fino a quel momento le nostre foto faranno il giro dei social network e del mondo. Purtroppo non c’è niente che possiamo fare. Al massimo posso sentire da Tina, se secondo lei è bene smentire la notizia oppure fare finta di niente.»
«Aspetta un attimo, prima di fare qualsiasi cosa» lo fermò Dalila. «Oltre a leggere l’articolo, hai visto anche le foto?»
«Sì.»
«Quindi te ne se accorto anche tu?»
«Che sono state scattate non più tardi di dieci giorni fa?»
«Nel periodo in cui Tina era in Brasile.»
«Qualcuno voleva “incastrarci” a tutti i costi. Ci ha seguiti e...»
Dalila lo interruppe: «Forse non ti rendi conto della portata di tutto ciò, Fischer. Queste foto non sono state scattate in pubblico, né in una grande città dove tanti potessero vederci e riconoscerti. No, sono state scattate nel tuo paesino in mezzo al nulla, dove la gente neanche sa chi sei. Questo significa una cosa sola: qualcuno ci sta tenendo d’occhio.»
«E soprattutto» concluse Oliver, «Non è stata un’azione contro di noi. Noi eravamo solo al posto sbagliato nel momento sbagliato.»
«Se per posto sbagliato al momento sbagliato intendi dire che avevamo a che fare con la Menezes quando si avvicinava il momento in cui la Menezes doveva essere attaccata pubblicamente per l’ennesima volta, allora posso darti ragione.»
«Vedo che la pensiamo allo stesso modo.»
«Certo che la pensiamo allo stesso modo. È la Menezes l’origine di tutto, l’inizio dei nostri mali. Noi siamo solo quelli che dovrebbero fermare tutto questo, ma inizio a dubitare che sia un compito alla nostra portata. Peraltro adesso sto anche ricevendo un sacco di insulti personali. Tina avrà anche chi la odia, ma ti assicuro che è pieno di ragazzini e di ragazzine che si strappano le mutande per lei. Per fortuna non metto mai cose troppo personali, sui social, ma sarebbero anche capaci di scoprire il mio indirizzo di casa.»
Oliver borbottò, con amarezza: «Penso non sia un problema così insormontabile, se un esercito di ragazzini che magari vive dall’altra parte del mondo viene a scoprire il tuo indirizzo di casa. È molto probabile che l’assassino di Mirko De Rossi già lo conosca e, devi ammetterlo, questo è di gran lunga più inquietante.»
«Non conosce solo il mio, ma sicuramente anche il tuo.»
«Lo so.»
«Questo significa che, in linea teorica, potrebbe venire ad ammazzarci quando più lo desidera, come ha fatto con Mirko» sbottò Dalila. «Ecco in che bella merda ci siamo ritrovati, grazie alla tua amica Tina Menezes. Sei pronto ad ammettere che sarebbe stato meglio se non l’avessi mai incontrata, o i tempi non sono ancora maturi?»
«Per quanto ti possa sembrare strano» ribadì Oliver, «Io sono ancora del parere che aiutare Tina a risolvere questo mistero sia la soluzione migliore per tutti. Come hai detto tu, i nostri problemi sono iniziati quando la sua strada si è intrecciata alla nostra. Risolto il caso per lei, sarà risolto anche per noi due.»
Dalila sospirò.
«E allora vivremo felici e contenti, come il principe e la principessa alla fine della fiaba.»
«Peccato che la vita non sia una fiaba» ribatté Oliver. «Però possiamo fare ciascuno del nostro meglio.»
«Già, la vita non è una fiaba e va a finire che il principe si mette insieme a Tina Menezes. Ormai mi sembra chiaro, sarà solo difficile, per voi, spiegare ai fanboy come mai siate rimasti insieme nonostante la mia presenza tra di voi.»
«Quando tutto sarà risolto, cercheremo di sistemare tutto, anche se non ti assicuro niente. Cinzia Rossi ha scritto che sono stato protagonista di uno scandalo con la moglie di Edward Roberts e tutti la applaudono come se avesse detto una cosa sensata. Combattere contro i mulini a vento è troppo anche per me.»
«Lo posso immaginare.»
«Potrai anche immaginare che, a questo punto, io debba lasciarti. Devo mettermi in contatto con la Menezes. Prima ho provato a chiamarla, ma non mi rispondeva. Forse è andata a correre senza portare con sé il cellulare.»
«Quindi» dedusse Dalila, «Non c’è alcuna fretta, in realtà, perché non sarà lì pronta a risponderti. Puoi rimanere ancora qualche istante al telefono con me. C’è altro di cui dobbiamo parlare. Cosa devo fare?»
«In che senso?»
«Te l’ho detto, mi stanno tartassando sui social.»
«Ne abbiamo dedotto che è normale.»
«Sì, ma non so se tenere il profilo pubblico o metterlo privato. Un sacco di gente mi ha trovata e ha iniziato a seguirmi, altri mi scrivono cose indecenti...»
Oliver le suggerì: «Lascia tutto com’è. Non scrivere niente o, se proprio lo ritieni doveroso, lascia semplicemente qualche messaggio non troppo esplicito, qualcosa sul fatto che ci sia chi giudica la vita privata altrui senza saperne niente, o qualcosa del genere. Non fare nomi, per nessun motivo. Penseremo più tardi ad altre azioni, se necessarie. Prima preferisco parlarne con Tina, vedere se ha qualche idea.»
Dalila azzardò: «Tina non avrà alcuna idea. Se ne avesse avute, fin dall’inizio, non ti avrebbe chiamato in suo soccorso. Si è atteggiata a damigella in pericolo fin dal primo momento e non cambierà adesso. Sono successe cose peggiori, anzi, cosa vuoi che le importi, alla fine, se il suo finto fidanzato viene accusato pubblicamente di avere un’altra relazione?»
«Tina non si è mai atteggiata a damigella in pericolo» replicò Oliver, «Anche se, lo ammetto, sarebbe stato un modo più normale per tentare un approccio con me, piuttosto che trasferirsi di fronte a casa mia e fare la figura della stalker.»
«A proposito, a questo non ci avevo pensato» osservò Dalila. «Il nostro “amico” potrebbe non sapere che Tina si è trasferita lì proprio per te, ma dubito fortemente che non sappia dove abita. Credo sia giusto farglielo notare. Io non sarei molto tranquilla, se fossi al posto suo. In realtà non lo sono nemmeno per me stessa, ma almeno so di non essere la sua vittima prescelta.»
«Non possiamo sapere chi siano le sue vittime prescelte» obiettò Oliver. «Finché non avremo chiaro perché il nostro “amico”, come lo chiami tu, stia agendo, non sapremo nemmeno qual è il suo obiettivo finale.»
«Già, perché c’è sicuramente un obiettivo finale, anche se non abbiamo idea di quanto tempo manchi alla fine.»
«Sembra avere agito per anni, senza mai spingersi tanto in là quanto con l’omicidio di De Rossi. Forse un tempo non progettava di ammazzare qualcuno, ma è palese che adesso le cose siano cambiate. Ha già ucciso una volta e potrebbe farlo di nuovo, questo non dobbiamo dimenticarlo. Credo dovremo fare molta attenzione, tutti quanti.»
«Concordo» convenne Dalila, «E forse sarebbe ora di mettere al corrente la preparatrice atletica di Tina di che cosa stia accadendo davvero.»
Oliver precisò: «Almeno una grossa parte la conosce già. Tina le parla di tutto, anche se forse sarebbe stato meglio tacere certi dettagli.»
Dalila lo smentì: «No, affatto, tacere non è la soluzione migliore, non adesso, almeno. Quella donna deve sapere che Tina è in pericolo e, di conseguenza, se le sta vicino, potrebbe rischiare anche lei. Convinci Tina a metterla in guardia, oppure fallo tu stesso, se lo ritieni necessario.»

***

Tina aprì il portone, seguita da Claudia. La sua presenza, di solito rassicurante, le sembrava quasi opprimente. La personal trainer aveva l’abitudine di tenersi informata su ogni aspetto della sua vita, ma era difficile che si spingesse a giudicarla come aveva fatto quel giorno.
“Me la sono cercata” si disse, ricordandosi di come le avesse chiesto se fosse innamorata di lei. Se avesse potuto tornare indietro nel tempo, ne avrebbe fatto volentieri a meno, mentre sarebbe stata sincera su ciò che provava nei confronti di Oliver Fischer.
Non aveva portato con sé lo smartphone, quindi non aveva potuto informarsi tramite il proprio, su che cosa stesse accadendo. Era stata Claudia a mostrarle, sul proprio cellulare, l’articolo scritto da Cinzia Rossi. A quel punto si erano dirette verso casa in silenzio e, ancora in silenzio, Tina stava salendo le scale, seguita dall’altra donna.
Videro Fischer nello stesso momento: non appena entrò nel campo visivo di Tina, Claudia pronunciò parole rivolte a lui.
«È fantastico incontrarti, Oliver.»
Il giornalista accennò un sorriso.
«Buongiorno, Claudia.»
«Come mai sei qui?» chiese Tina.
«Ti devo parlare» rispose Oliver, «Da soli. Ho provato a chiamarti, ma...»
Non riuscì a finire la frase, dal momento che Claudia lo interruppe: «No, voi due non parlate da soli. Sono stanca delle tue azioni da irresponsabile, Fischer. Non fraintendermi, sei libero di scoparti tutte le puttane biondo platino che vuoi, ma faresti meglio a stare lontano da Tina. Non capisci che, a causa tua, ci sarà un gran parlare su di lei? Fa di tutto per proteggere la propria privacy, poi arrivi tu che, all’improvviso, arrivi come un tornato nella sua vita e gliela stravolgi. Dovresti starle lontano, lasciarla in pace una volta per tutte!»
Tina intervenne: «Non mi sembra il caso di parlarne qui sul pianerottolo. Forse è meglio se entriamo in casa.»
«Quest’uomo non dovrebbe nemmeno entrarci, in casa tua» mise in chiaro Claudia. «Certo, io non sono nessuno per dirti chi devi o non devi frequentare, quindi non ho la pretesa che mi ascolti, ma faresti meglio a...»
Oliver non la lasciò finire: «Se vuoi delle spiegazioni da parte mia, le avrai. Non dovrebbero essere necessarie, per come la penso io, ma ritengo giusto accontentarti, se per te è importante che io mi giustifichi.» Si rivolse a Tina: «Per cortesia, apri la porta, così possiamo entrare.»
Tina inserì la chiave nella toppa. Una volta aperto, si introdusse dentro l’appartamento, seguita da Claudia e Oliver, con quest’ultimo a richiudere l’uscio.
«Scusate, casa mia fa un po’ schifo.»
«Perché ti ostini a vivere qui, di fronte a questo fallito» rimarcò Claudia, con freddezza. «Forza, giornalista da quattro soldi, vieni a sederti con noi, che ne parliamo.» Presero tutti posto, senza che la personal trainer smettesse di parlare. «Mi sono fidata di te, ho pensato che potessi essere una presenza positiva nella vita di Tina, invece mi sbagliavo di grosso. Se fosse stato per me, Tina non si sarebbe mai inventata una storia assurda come quella della vostra relazione fittizia, ma purtroppo è successo e posso dare la colpa solo a me stessa, che non ero accanto a lei a controllarla. Adesso, ormai, il danno è fatto, quindi possiamo provare a rimediare. Non che ci sia molto rimedio: come ti è venuto in mente di andartene in giro alla luce del sole con quella troia?»
«Piano con le parole» la pregò Oliver. «Dalila è una mia cara amica e, mi permetto di farlo notare, in nessuna di quelle foto siamo in atteggiamenti intimi.»
«Ma andate comunque a letto insieme?»
«Non vedo come questo abbia importanza.»
Claudia insisté: «Ti ho fatto una domanda, Fischer, e ti chiedo di darmi una risposta. Vai a letto con quella fotografa ossigenata?»
Oliver annuì.
«Sì, mi è capitato di andare a letto con la “fotografa ossigenata”.»
Tina se lo aspettava, ma si sentì comunque come se fosse stata trafitta da una lama. A peggiorare la situazione, Claudia la guardò con un’espressione di trionfo stampata sul volto: «Vedi, Tina? Te l’avevo detto: Fischer non è l’uomo giusto per te. Se lo fosse, non avrebbe l’abitudine di fare sesso con delle donnette che non valgono nemmeno la metà di te.»
Oliver puntualizzò: «Io e Tina non stiamo insieme veramente, quindi non capisco perché la mia vita privata abbia qualche rilevanza. Inoltre, lo ribadisco, non ritengo appropriato parlare a questo modo di Dalila.»
«Tu sei l’ultima persona al mondo che possa decidere cos’è appropriato e cosa non lo è» lo mise a tacere Claudia. «Sai cosa mi ha detto Tina, oggi stesso?»
Il cuore di Tina perse un battito. Che intenzioni aveva Claudia? Non ci volle molto per scoprirlo, dato che la personal trainer ebbe la pessima idea di mettere Oliver al corrente delle sue confidenze: «Poco fa mi ha detto che le piaci, che prova dei sentimenti nei tuoi confronti e che spera che, quando questa storia sarà finita, vi metterete insieme davvero. Mi ha detto di averti baciato, mi ha raccontato di come ti sei approfittato di lei...»
«Claudia, basta!» la supplicò Tina.
«No, è giusto che lo sappia» la contraddisse Claudia. «Tu hai messo questo stronzo in cima alle tue priorità e tutto quello che sa fare è non prendere una posizione netta. Lascia che tu ti avvicini a lui, ma al contempo se la intende con quella Dalila dai capelli decolorati. Di per sé, non ho nulla contro gli uomini che hanno pessimo gusto in fatto di donne, ma dovrebbero avere la decenza di girare al largo da quelle come te. Rifletti, Tina, pensi che tu e quella puttana dai capelli tinti possiate essere messe sullo stesso piano?»
«Un giorno, forse, mi spiegherai perché ce l’hai così tanto con le donne dai capelli tinti, decolorati in particolare» ribatté Oliver. «Davvero, non riesco a spiegarmi un tale astio.»
Claudia alzò le spalle, con indifferenza.
«Non ne ho incontrata una sola intelligente.»
Non era il momento, ma a Tina venne spontaneo affermare: «Luz.»
Le parve che Claudia avesse un sussulto, nell’udire quel nome, ma doveva essersi sbagliata, dato che la personal trainer non dava segno di sapere di chi stesse parlando.
«Chi sarebbe questa Luz?»
«Luz Franzoni» rispose Tina, «La moglie di Donato. Aveva i capelli biondi ossigenati.»
«Luz Franzoni» ripeté Claudia. «Il nome mi dice qualcosa, adesso che ci penso, ma proprio non riesco a ricordarmi come fosse.»
«Strano che non ti ricordi di lei» osservò Tina. «L’abbiamo vista spesso insieme a Donato, a quei tempi.»
Claudia la liquidò in fretta: «Quei tempi sono passati da molti anni, non puoi pretendere che mi ricordi di una donna insignificante solo perché era sposata con un uomo importante. Anzi, è davvero triste che molte donne siano ricordate solo per l’identità dei loro mariti o dei loro fidanzati. È molto sgradevole sentire parole simili da te.»
Tina obiettò: «Ma ho conosciuto Luz solo perché era la moglie di Donato! È chiaro che faceva anche altro, nella vita, ma io me la ricordo per quello! Non voglio certo sminuirla.»
Claudia la ignorò.
«Fischer, cosa ci fai ancora qui? La tua presenza in questa casa non è gradita, vedi di sloggiare e di non farti più vedere.»
Oliver precisò: «Questa non è casa tua e, dato che non sei tu che ci vivi, preferirei sentirmelo dire da Tina.»
Claudia le ordinò: «Tina, digli di andare via.»
«No» si impose Tina. «Gli devo parlare anch’io, da soli.»
«Da soli?!» ripeté Claudia. «Non se ne parla! Ti rendi conto che, fino a poche settimane fa, per te era un perfetto sconosciuto? E se ci fosse lui, dietro quel video? Mi permetto di parlarne ad alta voce solo perché sei stata talmente avventata da andargli a spiattellare tutto. Te l’ho detto mille volte che, quando hai qualche problema, devi venire da me, non andare da dei perfetti sconosciuti che potrebbero avere una doppia faccia.»
«Certo che, devi ammetterlo, sarebbe davvero un caso molto fortuito se, per scoprire chi ha registrato quel video, finissi per rivolgermi per pura coincidenza proprio a colui che l’ha filmato» ribatté Tina. «Capisco che tu sia preoccupata per me, ma stai esagerando.»
«Dopo quello che mi hai detto prima...»
«Sai una cosa, Claudia? Se quello che ti ho detto prima l’avessi detto a mia madre quando avevo la metà degli anni che ho adesso, si sarebbe limitata a pregarmi di non tornare a casa incinta.»
«Infatti non sono tua madre. Le madri sono aperte al pensiero che un giorno le loro figlie o i loro figli possano innamorarsi di qualcuno. Tu, per me, sei sempre stata la metà di un duo vincente. Se tu volessi al tuo fianco una persona che ti merita davvero, potrei capire la tua decisione. Non puoi chiedermi, però, di comprenderti se mi dici che ti piace Oliver Fischer. E, se potevo sforzarmi prima, non posso certo farlo adesso, dopo che si è mostrato per quello che è.»
Oliver si alzò in piedi.
«Me ne vado. Ci sentiamo dopo, Tina.»
«Non osare chiamarla!» gli intimò Claudia, mentre si allontanava. «E tu, Tina, non essere così stupida da rispondergli.» Non appena rimasero sole, la fissò negli occhi. «Ti prego, non lasciare che ti rovini.»
«Non mi rovinerà» rispose Tina. «Davvero, non riesco a capire la tua reazione.» Si assicurò di sentire la porta richiudersi, prima di aggiungere: «Non capisco nemmeno perché tu abbia sentito il bisogno di dirgli tutto! Mi guarderà sempre in modo strano, da adesso in poi. Non è giusto che tu ti sia intromessa. Nemmeno quando mi sono messa con Axel hai reagito così. Cos’ha Oliver Fischer che non va?»
«Ti prego, Tina, apri gli occhi» la pregò Claudia. «Da quando sono arrivati lui e Dalila, non c’è più stato un attimo di tranquillità. Va bene, Oliver era con te, quando è stato ucciso Mirko De Rossi, ma dov’era la Colombari? Il fatto che quei due abbiano una storia - e Fischer l’ha confermato qui, in tua presenza - cambia tutto. Le persone fanno cose assurde, per amore. Dalila poteva suonare il campanello di casa De Rossi, aspettare che Mirko la aprisse, poi colpirlo alla testa non appena le avesse voltato le spalle. Oliver era qui, lontano entrambi, impossibile considerarlo colpevole.»

***

Dalila fermò il carrello accanto allo scaffale e si mise alla ricerca del telefono che le vibrava dentro la borsa. Non aveva più avuto notizie di Oliver, dopo averlo sentito qualche ora prima, e dava per scontato che si trattasse di lui. Il numero, non presente in rubrica, non le era familiare, iniziò a ritenerlo improbabile, ma decise di darvi comunque una chance. Fu un grave errore: «Buon pomeriggio, sono Katia, la chiamo per chiederle le sue abitudini in merito al consumo di...»
Non scoprì mai di cosa si trattasse, dal momento che riattaccò in faccia alla centralinista senza darle nemmeno il tempo di menzionare il prodotto incriminato. Gettò nuovamente il telefono dentro la borsa, sbuffando, poi abbassò gli occhi sulla lista della spesa.
A distrarla di nuovo non fu un'altra telefonata, ma qualcuno alle sue spalle.
«La signorina Colombari?»
Dalila si girò, ritrovandosi faccia a faccia con un uomo sui sessant'anni che non aveva mai visto prima di quel momento. Il suo aspetto, tuttavia, le era in qualche modo familiare.
«Ci conosciamo?» gli chiese, prima di confermare la propria identità.
«Mi scusi se la disturbo adesso, mentre fa la spesa...»
«Effettivamente» ammise Dalila, «Non vedevo l'ora di finire e di andarmene a casa. Se ha qualcosa di importante da dirmi, però, la ascolto. A proposito, non mi ha ancora detto se ci conosciamo.»
«La conosco di fama.»
«Oh.»
«La cosa la sorprende?»
Dalila rispose, secca: «Dipende da cosa intende per fama.»
«So che è una fotografa» le disse lo sconosciuto. «Mi piacciono i suoi scatti.»
Dalila azzardò: «È un appassionato di automobilismo e, in particolare, di categorie minori?»
«Ci ho anche lavorato. Mi permetta di presentarmi, mi chiamo Donato Franzoni. Ho lavorato per una squadra di Formula 3 in Brasile.»
«Il mondo è piccolo!» esclamò Dalila. «Ora vuole dirmi che ci siamo incontrati qui per puro caso e che mi ha riconosciuta?»
Donato scosse la testa.
«No, signorina Colombari, non sarei credibile, quindi preferisco attribuire al caso soltanto la metà del nostro incontro. È vero, la conosco per fama e ho sentito dire che non abitiamo tanto lontani, ma non mi sarei mai spinto a venire a importunarla per questo.»
«Quindi mi ha seguita al supermercato?»
«Ma no, si figuri! Semplicemente ci siamo ritrovati nello stesso posto nello stesso momento. Non è così improbabile incontrare qualcuno al supermercato, dopotutto. Però, come le ho detto, non mi sarei mai permesso di venire a disturbarla, senza averle mai parlato prima, se non fosse accaduto qualcosa, di recente.»
Dalila non aveva dubbi, stava alludendo a Oliver e alla fantomatica Cinzia Rossi. Decise di facilitargli le cose: «Ha letto i pettegolezzi su di me, che sostengono che io abbia una relazione con Fischer, giusto?»
Donato Franzoni parve imbarazzato.
«So che non sono fatti miei, ma...»
Dalila ipotizzò: «Visto il suo legame con Tina Menezes, non le piace l'idea che un'altra donna ronzi intorno a Oliver Fischer. È questo che vuole dirmi, vero?»
«Lei è fin troppo diretta, signorina Colombari» ribatté Donato. «Vede, ho conosciuto Fischer e mi sembra un uomo con la testa sulle spalle. Tina mi sembrava felice insieme a lui e mi dispiacerebbe che la sua felicità possa essere minata dai gossip su Fischer. Mi rivolgo a lei, quindi. Cerchi di convincere Fischer a lasciare Tina, se non ricambia quello che prova per lei. È davvero squallido che debba finire su siti che si occupano di automobilismo, non per notizie che abbiano a che vedere con i motori, ma perché frequenta lei mentre è già fidanzato con Tina.»
A Dalila non sarebbe dispiaciuto intimargli di badare agli affari propri, ma cercò di essere accomodante.
«Mi dispiace per quello che è stato scritto su me e Fischer. Purtroppo non posso controllare quello che scrivono certi siti orientati al sensazionalismo. Anzi, le faccio notare che quelli che sono usciti sono scatti rubati. Conosco Fischer e mi trovavo per strada insieme a lui. Qualcuno ha ritenuto sensato scattarci delle fotografie, inventarsi che abbiamo una relazione e scrivere che Fischer tradisce la Menezes.»
«Cerchi di mettersi nei panni di Tina. È vero, non mi sono permesso di chiamarla per chiederle come stia, dopo quello che è successo, ma non posso fare a meno di pensare a lei.»
«Posso mettermi nei panni di Tina, ma lei cerchi di mettersi nei miei. Stavo camminando per strada insieme a un conoscente, nonché ex collega. Siccome Fischer è fidanzato con una donna famosa, qualcuno ha ritenuto opportuno invadere la mia sfera privata, scattare delle foto senza il mio consenso e pubblicarle, sostenendo che ho una relazione clandestina con l'ex collega in questione. Le mie foto hanno fatto il giro dei social, sono stata riconosciuta e la mia identità è stata sbandierata ai quattro venti. La prego, esca dall'ottica secondo cui Tina è una vittima, mentre io e Oliver siamo colpevoli. Siamo tutti vittime.»
«Non volevo accusarla» mise in chiaro Donato Franzoni. «Volevo solo farle notare che, se sta avvenendo qualcosa alle spalle di Tina, è meglio che ne venga messa al corrente e che possa chiudere con Fischer una volta per tutte.»
«Fischer chiarirà quello che è successo» gli assicurò Dalila. «Lo farà con Tina e, se necessario, anche pubblicamente. Sappia, però, che nel mondo ideale non dovrebbe esserci la necessità di scuse pubbliche a causa di una passeggiata tra ex colleghi.»
Donato ribatté: «Non siamo nel mondo ideale. Bisogna essere molto accorti, quando si ha qualcosa da nascondere. Sono certo che lei sia limpida e pulita, signorina Colombari, ma è meglio non generare equivoci.»
«Le ribadisco» rimarcò Dalila, «Che non sono stata io a generare equivoci, quanto piuttosto chi ha usato la mia immagine per i propri scopi. Il rispetto vale molto meno di un click, per certe persone.»
«Sono d'accordo con quello che dice» le assicurò Donato, «Ma purtroppo non c'è molto che possiamo fare. Glielo ripeto, bisogna essere accorti, altrimenti si rischia di fare del male a qualcuno.»
«Non era mia intenzione fare del male a Tina Menezes» mise in chiaro Dalila. «Penso che ciascuno debba essere in grado di gestire la propria vita privata e, personalmente, ho sempre saputo badare a me stessa. Se Tina sceglierà di stare a sentire gente che neanche la conosce piuttosto che Oliver Fischer, purtroppo non posso farci niente. Sono convinta, però, che Tina preferirà credere al proprio fidanzato, che non a dei pettegolezzi senza fondamento.»
«Tenga presente, però, che Tina viene da un momento molto complicato. Immagino che sia al corrente di quello che è successo con Ryan Harvey.»
«So semplicemente che è passato dall'essere il rispettato fidanzato di Amber Thompson al non potere nemmeno essere nominato, da quanto Tina ha riferito in un video che ha fatto qualcosa di estremamente spiacevole.»
Donato Franzoni annuì.
«Mi riferivo proprio a questo. Naturalmente non so cos'abbia combinato Harvey, ma sono contento che, se Tina sapeva qualcosa di poco piacevole su di lui, sia venuto alla luce.»
Dalila ribatté: «In realtà non è venuto alla luce proprio nulla. Tina ha lanciato il sasso nascondendo la mano, ma è stato più che sufficiente per sollevare un enorme polverone.»
«Tina ne è rimasta abbastanza sconvolta, anche se non ha nulla di cui recriminare. Non crede che le persone siano responsabili delle loro azioni?»
«Lo credo pienamente. Credo anche, tuttavia, che un vago sospetto dovrebbe essere considerato come tale. Non è mia intenzione difendere Harvey, qualora abbia commesso azioni infamanti, ma le faccio notare che, per ora, nessuna azione infamante è stata messa nero su bianco. Quell'uomo, però, è già stato condannato e tagliato fuori. Sulla base di cosa?»
Donato annuì ancora una volta.
«Ottima considerazione, signorina Colombari. Per quanto io sia convinto che, se Tina dice che Harvey non è una brava persona, allora Harvey non sia una brava persona, devo ammettere che non gli è stato nemmeno lasciato il beneficio del dubbio. Immagino che possa fare due più due.»
Dalila rifletté, ma non riuscì a comprendere che cosa intendesse.
«Non ho abbastanza immaginazione. Prego, mi illumini, signor Franzoni.»
Donato le fece notare: «In qualità di personaggio pubblico, Tina ha un potere enorme. Si immagina cosa potrebbe succedere se facesse un altro video in cui, stavolta, affermasse che Oliver Fischer non è una brava persona? Oppure potrebbe fare il suo nome. Rifletta, signorina Colombari, ne vale la pena? Una relazione clandestina, con il rischio di essere costretta a vivere nell'anonimato e a rinunciare al proprio lavoro?»
«Io scatto foto» precisò Dalila, «E Oliver lavora nell'ombra da anni.»
«Lo so, dovrei badare ai fatti miei, e le chiedo scusa per le mie insinuazioni sgradevoli. Le assicuro che mi auguro di cuore che lo scenario che ho ipotizzato non succeda. Lei, però, può ancora fare molto per aggiustare la situazione. Inviti Fischer a lasciare Tina, se ha le idee confuse. È la cosa migliore per tutti, non le pare?»
Dalila fece per parlare, ma Donato Franzoni interruppe ogni replica sul nascere. La salutò e si allontanò, lasciandola sola in compagnia del proprio carrello ancora quasi vuoto, a chiedersi il significato di quella conversazione.
Raccattò il telefono, aveva bisogno di chiamare Oliver. Sperò che non la facesse aspettare troppo e fu relativamente fortunata.
«Finalmente, Fischer!»
«Hai bisogno di me?»
«Sì, cazzo, ho bisogno di te. Dove sei?»
«Da Tina. Adesso è un attimo in bagno, quindi possiamo parlare, ma ho a disposizione solo un paio di minuti, non di più.»
Dalila sbuffò.
«E ti pareva che non eri dalla Menezes? Hai deciso, almeno, come risolvere questa faccenda? La tua amica intende assolverti pubblicamente o cosa?»
«La mia amica, in questo momento, ha dei problemi molto più grossi» replicò Oliver. «La sua personal trainer, di punto in bianco, ha deciso di licenziarsi.»
«E a me cosa importa?» ribatté Dalila. «Che se la sbrighi da sola.»
Oliver mise in chiaro: «Claudia Leonardo non apprezza la nostra vicinanza. Le ha chiesto, di fatto, di scegliere tra me e lei.»
Dalila concluse: «E Tina ha scelto te. Una mossa assolutamente perdente, quella di Claudia. Io non ti chiederei mai di scegliere tra me e la Menezes. Tutto quello che ti chiedo è di vederci tutti e tre, domani. Credo sia giunto il momento di fare un briefing tutti insieme.»

***

Faceva uno strano effetto essere in tre, eppure Dalila Colombari sembrava parte integrante del tutto. Erano nello stesso posto della prima sera, con Oliver di fronte a Tina, ma la fotografa alla sua sinistra, che tentava di spiegare come fosse entrata a far parte di quella storia. Non che ci fosse bisogno di sentire quelle parole, per farsi un'idea, ma Tina aveva deciso di ascoltarla.
«...Allora Mirko mi ha fatto notare che non aveva troppe possibilità di convincere Oliver, quindi mi ha chiesto di intervenire. Mi ha parlato di "Miss Vegas" e mi ha detto che, se Oliver avesse sentito quella canzone, forse saremmo riusciti a risvegliarlo dalla sua apatia.»
«Apatia?» cercò di protestare Oliver. «Volevo solo una vita tranquilla, anche se, a ripensarci oggi, forse era solo un'illusione.»
Dalila lo ignorò.
«Mirko non mi ha parlato di "Miss Vegas", mi ha solo detto che il testo sembrava alludere a te», si rivolse a Tina, «Ma non penso che avesse idea del casino nel quale si stava cacciando. Del resto, non poteva essere al corrente né del video, né di...»
Oliver la interruppe: «A meno che non avesse a che vedere con il video lui stesso. Non dico che sia stato lui a filmarlo, ma potrebbe averne sentito parlare.»
Tina obiettò: «Si era detto che l'ipotesi di Mirko autore del testo non era supportata da alcuna prova. Nicholas Piazzi ha riferito che qualcuno gli ha inviato il testo spacciandosi per Mirko. Non possiamo provare né che sia stato lo stesso Mirko a scriverlo, né che Piazzi l'abbia davvero ricevuto via e-mail.»
«Osservazioni corrette, in più vorrei ricordare - a Fischer, perché tu, Tina, non lo puoi sapere - che ho trovato degli appunti di Mirko che citavano anche il nome di un'attrice pornografica, Venus Manny» intervenne Dalila. «Questo mi lascia intuire che, a un certo punto, Mirko abbia iniziato a farsi delle domande, a cercare un senso, nel testo di quella canzone. Allora - ma qui è una mia semplice deduzione - potrebbe avere chiesto spiegazioni proprio alla persona che ha composto il testo. Lo so, è un'idea un po' campata in aria, ma provate a immaginare: Piazzi parla con Mirko della canzone, gli chiede addirittura di scrivere degli articoli in proposito, il tutto pensando che sia stato De Rossi a scriverla. Mirko, però, non ne sa niente. Magari non dà peso alle parole di Piazzi, però cerca di capire che senso abbia "Miss Vegas". Fa il collegamento tra Tina Menezes e la canzone e allora, forse accidentalmente, chiede spiegazioni alla persona che ha scritto il testo.»
«Perché?» chiese Tina. «Come fa a sapere che quella persona ha scritto il testo? Se anche ha mandato l'e-mail dalla posta di Mirko, l'avrà cancellata ormai da molto tempo.»
«Non lo sa» azzardò Oliver. «Molto semplicemente quella persona ha a che fare con te, quindi Mirko la interpella in proposito.»
«Esatto, è proprio quello che pensavo» confermò Dalila, «Dato che, non dobbiamo dimenticarlo, c'è quel post su Ryan Harvey che è uscito postumo sul blog di Mirko. L'ho letto e riletto. Lo stile di scrittura potrebbe essere proprio il suo. Certo è che non si sarebbe mai inventato nulla del genere. Sarebbe diverso se qualcuno l'avesse avvicinato, sostenendo di avere delle rivelazioni importanti da parte di Tina Menezes, e chiedendogli aiuto semplicemente per la stesura. Mi viene da pensare che Mirko credesse di lavorare, tramite un intermediario, per conto suo.» Si rivolse a Tina: «A quel punto, a sorpresa, sei entrata in scena tu. Mirko deve avere capito che non c'eri tu, dietro quello stralcio di autobiografia, ma qualcun altro, che probabilmente quel pezzo che aveva nelle bozze - non so se datato volutamente più avanti di qualche settimana perché pensava di avere il tempo di lavorarci - era un fake e che la persona che l'aveva contattato intendeva far uscire allo scoperto una storia totalmente falsa.»
Tina annuì.
«Può avere senso, eppure...»
Avrebbe avuto tante domande da fare, ma non riusciva a formularne nemmeno una, in quel momento.
Dalila le chiese: «Sei sicura di non avere nulla da riferirci che potrebbe aiutarci?»
Tina rifletté, ma non le venne in mente nulla.
«Credo di avervi detto tutto.»
«Non ci hai parlato del tuo rapporto con Claudia Leonardo» osservò Dalila, a quel punto. «Ci sono persone convinte che stiate insieme. Amber Thompson ha affermato che, prima che tu ti mettessi insieme a Oliver - almeno per quanto ne sa lei - non aveva mai pensato che tu fossi attratta dagli uomini. Hai mai avuto una relazione con una donna?»
Tina scosse la testa.
«No, solo uomini. Le donne non mi interessano.»
«Le donne non ti interessano, eppure anche Veronica Young credeva avessi una storia con Claudia» precisò Oliver. «Com'è nato questo equivoco?»
«L'hai visto anche tu, ieri. Claudia è sempre stata una presenza un po' ingombrante.»
«Anche troppo.»
«Ti assicuro che non è mai stata così asfissiante come ieri.»
«Vorrei sperarlo.»
«Vorrei sperarlo anch'io» convenne Dalila, «Perché mi è sembrato di intravedere qualcosa di tossico nel vostro legame. Mi viene da pensare che starai molto meglio senza di lei.»
«Non nego che Claudia sia stata troppo appiccicosa, in certe situazioni» ammise Tina, «Ma il modo in cui si è comportata ieri era esagerato anche per i suoi standard. Comunque, se proprio lo vuoi sapere - parlo con te, Dalila, dato che Fischer sa già anche troppo - anch'io ho avuto il sospetto che fosse attratta da me, che ci vedesse come una sorta di coppia. L'ha negato e, anzi, ha negato di provare attrazione per qualcuno, ha detto che l'amore e il sesso sono sopravvalutati.»
«Sapevi che Veronica avesse sospettato una relazione tra te e Claudia?»
«No.»
«Hai idea del perché potesse sospettarlo?»
«Come ho già detto, Claudia mi stava spesso intorno e, se devo dire la verità, negli ultimi due o tre anni ha iniziato a succedere sempre di più. Una volta non era così.»
Oliver azzardò: «Non hai dato una spiegazione nemmeno a questo?»
«Come ho appena detto, avevo l'impressione che Claudia potesse essere sentimentalmente coinvolta da me» rispose Tina. «Pensavo fosse perché il tempo passava e non avevo mai un partner che durasse a lungo, oppure che prima fosse stata innamorata di un'altra persona e che solo di recente avesse iniziato a provare qualcosa per me.»
«Dormite mai nella stessa stanza?»
La domanda di Oliver fece sussultare Tina.
«Perché lo vuoi sapere?»
«Rispondimi, per favore» la supplicò Oliver. «Tu e Claudia dormite mai nella stessa stanza?»
«Quasi mai» disse Tina, «A meno che, qualche volta è capitato, non ci fossero stanze disponibili per entrambe. Però erano camere doppie, non camere matrimoniali.»
«Quindi» dedusse Oliver, «Se Veronica mi ha detto che pensava che avessi una relazione con Claudia, perché una volta l'ha vista entrare nella tua stanza di notte, significa che ci vedeva qualcosa di inconsueto.»
Tina aggrottò la fronte.
«Davvero Veronica ti ha detto questo?»
«Proprio così» confermò Oliver. «Quando è successo?»
«Mai.»
«Mhm, interessante» si intromise Dalila. «Quindi Veronica ha mentito a Oliver, davvero curioso.»
«Perché, Veronica Young non può mentire?» ribatté Tina. «Per caso è al di sopra di ogni sospetto?»
Dalila non le rispose. Aveva preso fuori lo smartphone e stava digitando qualcosa, dando segno di non essere più interessata a lei. Poi, di colpo, glielo mise davanti agli occhi. Era aperto su un programma di note, la Colombari aveva appena scritto: "se hai portato il tuo telefono con te, spegnilo".
Tina non capì.
«Perché dovrei?»
«Fallo e basta» scandì Dalila, a voce bassissima.
Tina guardò Oliver, nella speranza che venisse in suo aiuto. Fischer si limitò ad annuire, convincendola a eseguire l'ordine. Prese fuori il cellulare che teneva in tasca e lo appoggiò, spegnendolo, sul tavolo.
Dalila attese qualche istante, prima di informarla: «L'hai fatto per il tuo bene. Non si sa mai, potresti essere spiata.»
«Spiata?» ripeté Tina. «E da chi? Nessuno ha accesso al mio telefono.»
«Vedi, Tina, è proprio questo il problema» intervenne Oliver. «Nessuno può sapere questo, nessuno può sapere quello, nessuno può avere preso in mano il tuo smartphone... Ma non è così, in realtà. Quando dici "nessuno", intendi "nessuno a parte Claudia". Da anni e anni controlla la tua vita senza che tu faccia nulla per sottrarti. Non nego che per lungo tempo possa averlo fatto per affetto, ma ti prego di riflettere.»
Tina raggelò.
«No, non è possibile.»
«Eppure Veronica l'ha vista entrare nella tua stanza una notte. Una notte. Ti dice niente? Non pensi che possa essere successo tre anni fa a Singapore?» Oliver sembrava un fiume in piena, non ci sarebbe stato modo di fermarlo. «Immagino anche che fosse con te a Madrid, quella volta dello specchio. In più, sapeva tutto di te e Serrano. Mi hai detto tu stessa che avevi raccontato a una sola persona cosa fosse successo esattamente... e non ho dubbi che fosse proprio lei.»
«Non è possibile» ribadì Tina. «Non può essere stata lei. Perché avrebbe dovuto? Che scopo poteva avere?»
Oliver non rispose, ma piuttosto aggiunse: «Sapeva anche di te e Axel. Magari le hai detto tu stessa dove vi sareste incontrati. Per non parlare del fatto che potrebbe essere stata proprio lei a scattare le foto a me e a Dalila, mentre tu eri in Brasile.»
Dalila osservò: «Era con te in Inghilterra, quando sono stata scippata, quindi lo scippo non aveva nulla a che fare con te e con Mirko.»
«E va bene» si arrese Tina. «Claudia potrebbe avere fatto quello che dite, ma De Rossi? Che cosa c'entra con lui? Mi rifiuto di credere che l'abbia ammazzato. Claudia non può avere...»
Oliver le assicurò: «Arriveremo a tutto, passo dopo passo. Il fatto che abbia deciso di licenziarsi può essere d'aiuto, almeno potrai rifiutarti di incontrarla o di farla entrare in casa. Tieni spento il telefono.»
«Come faccio senza?» obiettò Tina. «Non ne ho altri.»
Dalila le mise in mano quello che le aveva mostrato poco prima.
«Era di un mio parente che adesso si trova in un posto dove non gli serve un cellulare. L'ho usato in questi ultimi tempi per stare in contatto con Oliver senza correre rischi. È più utile a te che a me, adesso. Però devi assicurarci che non riferirai a Claudia quello che è successo stasera. E che, se ci hai taciuto qualcosa, anche inavvertitamente, te lo fai venire in mente.»
Tina scosse la testa con decisione.
«No, non ho taciuto niente.»
«Nemmeno un testamento?» azzardò Dalila. «Sei sempre stata esposta al pericolo, non hai mai pensato che, se tu non ci fossi stata più, avresti voluto lasciare i tuoi averi a qualcuno nello specifico?»
Oliver ridacchiò.
«Dalila, non siamo in un romanzo poliziesco degli anni Trenta.»
«Se fossimo negli anni Trenta, visto il suo mestiere, Tina non sarebbe vissuta così a lungo; probabilmente sarebbe andata a fuoco dentro i rottami di un'auto molto tempo fa» ribatté Dalila. «Allora, Menezes? Per caso esiste un testamento?»
Tina sospirò. Era assurdo, quello che la Colombari la stava spingendo a condividere non aveva alcun senso, eppure si incastrava perfettamente.
«È stato dopo l'incidente nel test di Indycar. Ho valutato che avevo ancora davanti circa un decennio di carriera e ho scritto un testamento nel quale, se fossi morta entro dieci anni da quella data, una certa cifra sarebbe andata a Claudia. Volevo che avesse una sorta di "liquidazione", se io non ci fossi stata più prima del tempo.»
«Wow!» esclamò Dalila. «Posso chiederti se ti ricordi la data in cui quel testamento è stato redatto?»
«Era il 14 agosto di dieci anni fa, sarà valido fino al 14 agosto di quest'anno» rispose Tina.
Oliver concluse: «Ovvero per una settimana e mezzo a partire da ora. Abbiamo ancora un po' di tempo, ma non tanto.»

   
 
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