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Autore: Milly_Sunshine    28/01/2024    3 recensioni
Anni '50 // Dopo avere lasciato l'Inghilterra per motivi di lavoro ed essersi trasferita a Chicago, Miss Crystal rimpiange il paese natale, i bisbetici Lord inglesi che minacciano di diseredare parenti e i relativi casi di omicidio in cui Scotland Yard non sa nemmeno da dove iniziare le indagini. Anche a Chicago, tuttavia, c'è posto per qualche tè al cianuro ed ecco che Miss Crystal si ritrova molto brevemente a risolvere brillantemente un caso di omicidio avvenuto durante una festa di carnevale. // Una brevissima indagine di Miss Crystal, già comparsa in precedenza ma questo è un racconto a sé stante.
Genere: Mistero, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo ammetto, era da un po' che pensavo a una breve trama carnevalesca con Miss Crystal e un delitto, ma ho iniziato a lavorarci solo ieri. Sarà una storia breve, in totale quattro capitoli, con l'intenzione di pubblicare indicativamente un giorno sì e un giorno no e finire la pubblicazione nel prossimo fine settimana. Spero che possa appassionarvi e... in Jacob Roberts we trust!


Spettabile Ispettore Jacob Roberts,
ho tentato in innumerevoli occasioni di scrivervi questa lettera, arrivando spesso al punto di appallottolare il foglio e di gettarlo da parte, qui, nella fioca luce del piccolo ramo del pianterreno della casa di Miss Jones, che mi è stato da lei assegnato quando ho preso servizio come sua segretaria qui a Chicago.
La vecchia Inghilterra mi manca e non penso si possa paragonare la tristezza della vita di questa città all'allegria che si respirava nei villoni dei Lord, dove era tutto un brulicare di cameriere venute dalle campagne che parlavano di giovani ortolani e di grossi cetrioli, nonché di parenti nullafacenti che tremavano all'udire locuzioni quali "dovrò cambiare il testamento" o "ho già telefonato al notaio". Non mi fraintendete, la vita con Miss Jones non è così disastrosa, ma ho a disposizione un paio di stanze e non mi aggiro per il resto della dimora, se non per recarmi nel suo studio durante le ore di lavoro, né il personale di servizio è vasto come nelle dimore presso le quali ho lavorato nel vecchio mondo.
Miss Jones ha solo una cuoca e una cameriera, più un'altra donna che viene ad aiutare nelle pulizie due giorni alla settimana. Ha un piccolo giardino, ma non ha personale che lo curi quotidianamente, quanto piuttosto si rivolge a una ditta specializzata che manda un addetto due volte al mese. È la cameriera che si occupa della spesa e vi si reca con una piccola automobile, la quale viene guidata occasionalmente anche dalla stessa Miss Jones. In alternativa, quando non intende guidare, fa utilizzo del servizio di taxi. In sintesi, in questa casa non c'è nemmeno un autista.
Alla cuoca è dato l'incarico di portarmi una porzione di cibo sia per pranzo sia per cena, ma consumo i pasti da sola, anziché con Miss Jones nelle occasioni speciali o con il personale di servizio in altri momenti. In più, anche al di fuori delle mura domestiche, non ho molte frequentazioni: sembra che le zitelle tra i trenta e i quaranta siano più intenzionate a trovarsi un marito, piuttosto che accettare la superiorità della loro condizione e dedicare la propria vita a questioni ben più interessanti della vita coniugale, quali sperare ardentemente che venga commesso un delitto e potere aiutare nelle indagini.
A volte, oltre a pensare alle mie amiche zitelle rimaste nella Vecchia Inghilterra, mi sono ritrovata a pensare anche a voi; chissà se in questi ultimi mesi avete assistito allo sbarco di qualche navicella spaziale, oppure se avete incontrato alieni che nascondevano le proprie antenne sotto una bombetta. E ancora, a voi e ai vostri cari extraterrestri, stavo pensando proprio lo scorso febbraio, quando capitò l'avventura di cui intendo raccontarvi.
Miss Jones era partita per un viaggio nei Caraibi e non mi aveva portata con sé. La cuoca e la cameriera avevano lasciato la casa per recarsi in visita ai rispettivi parenti, mentre io, che ho parenti solo dall'altro lato dell'oceano, non potei approfittare della sua breve vacanza bimestrale per tornare a casa. Rimasi a Chicago, occupandomi dell'archiviazione di alcuni documenti appartenenti a Miss Jones, mentre nel tempo libero mi ero convinta a uscire occasionalmente con alcune delle zitelle del posto.
Furono proprio due di queste zitelle, tali Miss Phoebe e Miss Marjory, a convincermi a recarmi insieme a loro a una festa di carnevale. Personalmente non amo molto queste feste americane, non ricordano per niente quelle a cui mi recavo di tanto in tanto in Inghilterra, feste dove si beveva tè o si giocava a bridge. Miss Phoebe e Miss Marjory, piuttosto, mi portarono in un locale in cui gli avventori tracannavano whisky e, trattandosi di una festa di carnevale, tutti erano obbligati a presentarsi in maschera. Mentre Miss Phoebe e Miss Marjory si erano travestite da spose, indossando abiti bianchi con lunghi strascichi e veli in tinta, io non mi sarei mai abbassata a calarmi in una parte totalmente estranea al mio modo di pensare. Quindi, invece di travestirmi da sposa, pensai a voi e, dopo avere comprato una bombetta, vi applicai due piccole antenne verdi, mascherandomi da extraterrestre appena sbarcato sulla Terra. Siccome non mi convinceva, misi anche una coda sporgente da un paio di pantaloni di tweed e, siccome interpretavo la parte di un alieno maschio, indossai una cravatta al collo.
Miss Phoebe e Miss Marjory mi fecero brevemente i complimenti per il mio innovativo travestimento e mi sentii una donna realizzata. Le due, tuttavia, si misero subito a contemplare gli uomini presenti, bramose di essere invitate a bere whisky da uno di essi. Anch'io, lo ammetto, mi misi a guardare con attenzione i presenti, ma non certo per simili ragioni, quanto piuttosto per studiare la fantasia collettiva e i miei occhi caddero subito su un individuo che indossava una tuta attillata rossa e blu, che faceva tutt'uno con un passamontagna rosso indossato sulla testa.
Non avevo idea di che cosa rappresentasse quel costume e mi misi a spettegolare in proposito con Miss Marjory. Miss Phoebe, invece, contemplava un'arma da fuoco in mano a un individuo travestito da cowboy, che ero abbastanza convinta potesse essere vera e carica. Non si rendeva conto che non ci trovavamo nel Texas? Ero davvero allibita e, proprio perché infastidita da questo fatto, finii per perdere di vista le cose veramente importanti, come l'uomo dal volto coperto.
Miss Marjory mi disse che l'aveva visto allontanarsi in una specifica direzione e che, poco prima, in quella stessa direzione si era allontanata anche una donna travestita da damigella del Settecento. Incuriosita, mi alzai in piedi, pronta per andare a verificare dove portasse quel corridoio. Miss Marjory cercò di trattenermi, affermando che in quel locale c'erano sale private nelle quali le coppie si appartavano. Io inorridii. Contenti loro! Non avevo idea di come la maggior parte delle persone provassero interesse per la vita di coppia e per l'intimità, quando avrebbero potuto dedicarsi a faccende di gran lunga più emozionanti, quali l'investigazione.
Mi fermai soltanto quando Miss Phoebe venne a raggiungermi e mi supplicò di recarmi insieme a lei a un tavolo a bere superalcolici insieme anche a Miss Marjory e al cowboy. Non ne ero molto entusiasta, ma dovevo essere grata a Miss Phoebe per l'invito, quindi mi rassegnai, sperando che l'arma non venisse utilizzata per sparare: non mi tiro mai indietro di fronte a un delitto, ma le armi da fuoco sono davvero sgradevoli. Non giustifico mai gli assassini, ma provo una vaga ammirazione per chi riesce a inventarsi metodi geniali per uccidere. Chi si limita a un banale colpo di pistola o di fucile, invece, non merita assolutamente il mio rispetto, non ha inventiva e l'unica ragione per cui non mi auguro mai di vedere questi individui sulla sedia elettrica, come costuma qui negli Stati Uniti, è semplicemente per la mia contrarietà alla pena capitale, paragonabile quasi alla mia contrarietà al fidanzamento e al matrimonio.
Mi rendo conto che mi sto perdendo in chiacchiere di poca importanza, che sto tergiversando per non venire al dunque, ma è difficile raccontare quello che successe dopo. Ci ho provato tante volte, in tutte quelle lettere mai terminate e appallottolate prima di essere gettate a terra per la frustrazione. Proverò a farvi una breve sintesi, iniziando dal cowboy: non era un vero cowboy, ma era il figlio di un ricco imprenditore, titolare di un'industria di caffè. Anche il padre di costui si trovava alla festa, così come una sorella minore, la quale era innamorata di un individuo che, secondo il tale travestito da cowboy, era in realtà un arrampicatore sociale, di cui si sospettava che volesse macchiarsi del reato di bigamia. Non vi erano prove che fosse davvero sposato, ma costui ne era fortemente convinto.
Ero ovviamente sconcertata da quanto stavo udendo, l'idea di essere già sposato e di sposarsi nuovamente era davvero malsana... non so se mi spiego, io non solo non lo farei mai due volte, ma addirittura una sarebbe improponibile! Ma sto di nuovo tergiversando, quindi credo sia meglio concentrarci su qualcosa di importante. Ricordate la damigella del Settecento? Ritornò di colpo nella sala principale, urlando che era stato commesso un delitto e che lei stessa vi aveva assistito in prima persona. Ovviamente anche lei non era una vera damigella del Settecento: non mostrava alcun segno di essere sul punto di svenire e, anzi, non sembrava neanche tanto disturbata dall'avere assistito a un omicidio come diceva.
In un primo momento in molti la ignorarono. La damigella, tuttavia, continuava a ripetere che l'Uomo Ragno era stato ucciso e che doveva essere chiamata immediatamente la polizia. Io pensai a voi, ma eravate a un oceano di distanza e, anche se foste stato presente, sicuramente avreste inseguito una delle vostre teorie bislacche. In attesa dell'arrivo della polizia, tuttavia, la damigella chiedeva se, per cortesia, qualcuno potesse fare qualcosa, in modo che poi tutto fosse più facile.
Io ero titubante, ma Miss Marjory mi ricordò che avevo già contribuito brillantemente a risolvere un caso di omicidio. Così, timidamente, mi alzai in piedi e mi avvicinai alla damigella del Settecento, presentandomi come investigatrice dilettante. Quello che venne dopo fu imprevedibile. [...]

   
 
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