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Autore: Dioni    31/01/2024    2 recensioni
Secondo capitolo del crossover Inuyasha/Assassin's creed.
Sesshomaru,Ezio e Toran sono diretti Nella regione dell'Hokkaido,cuore gelido del nord del Giappone per investigare su Otsune,signora degli Ainu e degli yokai del nord che stranamente sembrano collaborare con gli umani e hanyou di quella zona.Ma altri motivi spingono il giovane cane a incamminarsi verso nord dove misteri e scoperte di vite passate lo trascineranno verso un passato misterioso che coinvolge le origini della sua razza e forse della sua famiglia. Ma nel presente un altra ombra si innalza sull'esistenza di Sesshomaru,già minacciata dalle mire dei templari. Il feroce signore della guerra Oda Nobunaga e sulle sue tracce in attesa di porre fine alla sua vita per motivi che solo lui conosce e che aspira a sottomettere l'intera isola del Giappone sotto il vessillo della sua casata,mentre il mondo si apre ad una nuova era di apertura agli stranieri e di industriosa modernità. Sesshomaru questa volta dovrà prepararsi al meglio per affrontare prove alla quale non era pronto ed affrontare un destino più grande di quanto potesse mai immaginare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Confusione,rabbia,senso di smarrimento e infine quello che odiava più di tutto. Debolezza. Non la sopportava quella sensazione,la debolezza. La debolezza è qualcosa che ti fa sentire piccolo,inerme,inutile,la debolezza e la pesante consapevolezza di non poter far nulla di fronte agli eventi che ti stanno attorno e non poter far nulla per intervenire. La debolezza è quella cosa che non ti permette di ergerti con sicurezza sul tuo avversario e anche se tenti il tutto per tutto,alla fine vieni schiacciato,come niente,perché non possiedi la forza e la forza e sicurezza e consapevolezza di se e del potere che ti permette di dominare il prossimo,sapendo che nessuno potrà colpirti,nessuno potrà schiacciarti e nessuno potrà mai ergersi al di sopra di te. Sesshomaru credeva in questo e purtroppo per lui,la debolezza,la sentiva tutta. Aprì gli occhi e si trovò in un luogo che non capiva minimamente. Il tutto restava nero come la più oscura delle ombre eppure poteva ben definire i margini e i contorni del luogo in cui si trovava. Era una stanza vuota,un perfetto rettangolo spoglio di qualsiasi cosa,si alzò lentamente,come se molta dell'energia che avesse in corpo fosse stata sottratta da qualcuno...o qualcosa. Si guardò attorno nel tentativo di cercare una porta,un varco,un qualche tipo di uscita da quel luogo privo di senso,ma niente. Provò quindi ad avvicinarsi ad un muro,ma non accadde nulla e tastò la parete e quando la toccò gli parve strana,innaturale,come tastare l'aria e sentirla tangibile.

Diamo inizio alla prima fase dell'intervento.”

Akira,o meglio,la sua voce,si girò in cerca dell'origine di quella voce e quando lo fece,la strada divenne un lungo corridoio,la stanza,come viva,aveva cambiato il suo aspetto e adesso si era modificata, tal punto da divenire completamente un altra cosa. Possibile che non se ne fosse accorto? Nessun suono,nessuna vibrazione,nessuna aura negativa. Niente. Assolutamente niente. Non sapendo cosa fare decise di percorrere il corridoio,ma restando attento ad altri sviluppi improvvisi. Qualunque posto fosse,Sesshomaru comprese che fosse all'interno della sua mente e in teoria,essendo sua la testa,avrebbe dovuto sapere cosa ci fosse dentro. Invece, ogni volta che capitava una cosa simile scopriva che c'era sempre qualcosa di nuovo da vedere,da osservare,da comprendere e cosa più difficile,da accettare. Non era certo della natura di quell'ambiente ma in qualche modo,forse per intuizione o per istinto,immaginava che essendo un luogo del pensiero non poteva essere reale,o meglio,non poteva essere un luogo della realtà come la conosceva, poiché ogni volta che succedeva gli eventi che vi scopriva all'interno era sempre nuovi e misteriosi,rivelazioni incomprensibili dal messaggio occulto e indecifrabile. La spiaggia,la scala,ed ora quel corridoio,pareva tutto così mutevole imprevedibile,se ci fosse una logica esatta nella quale questa sequenza di eventi prendeva vita lui non lo sapeva,poteva immaginarlo,ma non aveva prove a riguardo.

Bene,prima fase avviata,controlliamo che tutto stia procedendo come dovuto.”

Di nuovo la voce di Akira e insieme ad essa un luce rossa,improvvisa,come un fulmine a ciel sereno,ma abbastanza potente da illuminare tutto lo spazio nero a lui visibile e nella luce,si accorse che il nero copriva quella pareva essere in realtà un luogo reale,non sapeva descriverlo né tanto meno riconoscerlo nei particolari,ma gli parve di capire che il corridoio,fosse realmente un corridoio. Poi fu tutto nero e non gli restava altro,se non fare quello che faceva sempre nella vita. Avanzare.

Pressione stabile,temperatura regolare,battito accelerato,tutto nella norma. Non si preoccupi signora,questo bambino nascerà sano.”

Ancora Akira,ancora quella luce rossa,ma questa volta pareva ripetersi,più e più volte emanando lampi,lenti,ma continui. Di cosa stava parlando? Termini e parole che Sesshomaru non comprendeva usate in un contesto confuso. La nascita di un bambino? Cosa c'entrava una partoriente adesso? E mentre pensava a questo vide che sui muri attorno a lui iniziavano a formarsi delle immagini. All'inizio parevano puntini,singole chiazze luminose isolate l'una dall'altra,ma che poco alla volta si allungavano gli uni verso gli altri come a formare delle linee,poi le linee divennero insiemi di forme e le forme insieme diedero vita ad una scena non molto chiara,sia per lo stile,simili a quelle delle incisioni nella città dentro la montagna,vicino al villaggio degli assassini,sia per il significato,poiché le immagini,seppur chiare non contenevo alcuna scrittura né segno riconoscibile. La figura più importante,una donna,reggeva tra le braccia un piccolo fagotto,mentre sedeva su quello che sembrava un trono mentre poco più avanti, una lunga serie di figure maschili,pareva essere in fila l'uno d'avanti all'altro,in un sorta di successione,prima uno,seguito da un altro,poi da un altro,poi da un latro ancora e così via,una lunga sequenza di omini che l'uno dietro l'altro,come una rappresentare una continuità di qualche tipo,via via,sempre più in là,sempre più lungo,fino a quando la linea non si interrompe e li si vede un omini,esattamente come altri,ma sopra la sua testa spicca un segno che Sesshomaru riconosce con incredulità. Una mezzaluna viola,esattamente come la sua sulla fronte. Non sapeva cosa volesse dire,non né sapeva il significato,ma attirava la sua attenzione.

Va bene,adesso spinga più forte che può e continui a respirare,così,bravissima. Non si lasci ingannare dal fatto che sia un uomo signora,le garantisco che lei è in buone mani. Si dia inizio alla seconda fase e controlliamo la reazione del frammento del paradiso. Questo evento e di vitale importanza,per tutti noi.”

Un altro lampo di luce rossa,ma questa volta sentì qualcosa esplodergli nella testa,come un botta improvvisa si fosse manifestata da dentro il suo essere. Ammesso che lui fosse dentro il suo essere o il suo essere fosse intorno a lui,non lo capiva,era da qualche tempo che ormai aveva smesso di capire. Si dovette poggiare al suolo con un ginocchio per non crollare,mentre teneva le mani sulle tempie,sperando di sopprimere il dolore. Poi il dolore scomparve,come se non fosse mai arrivato e si rialzò e quando tornò ad osservare il muro l'immagine precedente scomparve e al suo posto comparì una parola,una parola che avrebbe preferito non leggere nuovamente. Mostro. Di nuovo quei caratteri,la stessa identica parola che aveva letto sulla scala e quando la vide decise di avanzare senza voltarsi indietro. Di nuovo scuro,di nuovo tenebra,eppure ci vedeva benissimo,o meglio,vedeva i contorni e distingueva le forme,le dimensioni e la profondità del campo visivo,ma tutto era nuovamente nero,come se i colori in quel luogo fossero scomparsi di colpo,eppure,se quel luogo era dentro la sua mente allora com'era possibile che non sapesse vedere tutti gli altri colori,a parte il rosso,che pareva essere l'unico colore che riusciva a distinguere chiaramente. Com'era da abitudine ormai si poneva le domande e non trovava le risposte è la cosa era stancante. Un passo dopo l'altro ed era di nuovo in cammino,non sapeva dove stesse andando e non sapeva da dove era giunto. Ricordava solo di essersi coricato per dormire e poi si era trovato in mano quella tavoletta,quella maledetta tavoletta senza senso e senza spiegazione. Ma perché a lui? Perché mai era successo a lui? Era già la seconda volta che l'inuyokai si era ritrovato con quell'affare in mano e per la seconda volta era stato vittima del suo potere,qualunque esso fosse. Non era un oggetto comune questo era certo,non emetteva alcuna aura,nessuna traccia di energia yokai,nessuna traccia di energia spirituale,all'apparenza era un semplice sasso senza valore,con degli scarabocchi senza senso incisi sopra. Ma allora perché era caduto sotto l'influsso del suo potere? Che razza di oggetto poteva essere così potente e tuttavia possedere un aspetto così insignificante? Non lo sapeva,non ci capiva nulla. Eppure doveva esserci una spiegazione,un motivo,un effetto scatenante se quella tavoletta si attivava come voleva e quando voleva,a tratti pensava che quella cosa gli paresse viva,o almeno che contenesse qualcosa che la faceva comportare come tale,come le sue zanne,che non parevano essere li in quel momento,Tenseiga e Bakusaiga,non semplici armi agli occhi di un qualunque ignorante,ma vere e proprie essenze di potere,vibranti e piene di potere,vive...in un certo senso,non come lui,con carne e ossa,ma comunque coscienti e reattive,con le loro differenze e diverse reazioni agli stimoli del mondo esterno,come Tenseiga,la spada la cui lama fu forgiata da una lama precedente,Tessaiga,un pezzo di scarto commissionato e progettato per ridare la vita,non toglierla e come se non bastasse in grado di danneggiare tutto quello che non aveva una forma materiale,arma che per molto tempo lui,aveva rinnegato,eredità odiata perché non in grado di colpire nulla che fosse di questo mondo,ricevuta da un padre che cercava di insegnargli una lezione che giunse molto dopo averla ricevuta. E poi c'era Bakusaiga...già Bakusaiga, La sua nuova spada,sua in tutto e per tutto,uscita dal suo corpo insieme ad un nuovo braccio,quando più ne aveva bisogno, a pensarci bene era stato il vecchio Totosai a dirgli che il nome della nuova arma era Bakusaiga dandogli quell'informazione prima ancora che gli chiedesse informazioni su di essa,accettando quel dono inaspettato come se fosse una cosa normale. Al tempo credeva che la creazione di Bakusaiga fosse avvenuta a causa di una maggior raggiungimento di potere personale, eppure,prima che glielo chiedesse Toran non si era mai posto il problema,strano a pensarci adesso,potere,quello che bramava,quello che cercava,ciò che riteneva importante per definire e affermare se stesso in un mondo dove uccidi o vieni ucciso,mangi o vieni mangiato,nulla di più e nulla di meno che il basilare istinto di sopravvivenza che tiene in vita,il potere e qualcosa che da peso su di te sul mondo che ti circonda. Ma allora perché da un mese a questa parte era lui ad essere in balia del potere altrui? Che non fosse abbastanza forte per affrontare questa nuova sfida? O era forse il senso di inadeguatezza di fronte alla sua vulnerabilità di fronte a ciò che non capiva e non conosceva a farlo sentire debole? Questi oggetti misteriosi,queste vicende di un passato dimenticato e Akira, questo nuovo nemico così imprevedibile,inscrutabile,illeggibile e pericoloso,lo aveva affrontato la prima volta senza limitarsi a sconfiggerlo,no,lo aveva umiliato,ogni colpo subito era stato un segno della sua debolezza di fronte a lui,era stato debole nell'attaccarlo quanto nel sapersi difendere,era stato come un bambino di fronte ad un adulto,era stato il tenue vento di una brezza estiva,al pari di una montagna inamovibile. La scintilla che si sente incendio,spenta senza pietà da una pioggia torrenziale. Ed ora si sentiva così in quel corridoio,debole,debole ed inerme di fronte ad aventi su cui non aveva il controllo.

Si direi che ci siamo,il bambino sta nascendo. Bene,il frammento reagisce al parto nella maniera che mi aspettavo. Prepararsi alla terza fase e tenersi pronti per eventuali rischi. Ottimo,si intravede la testa.”

Un altro lampo,anzi due,di fila,velocissimi e la testa che gli pulsò ancora una volta,ma adesso la luce rossa andava e tornava per conto proprio,comparendo e scomparendo ad ritmo preciso,calmo e continuo...come il battito di un cuore. Tu tum...tu Tum...tu tum...tu tum. Si era il battito di un cuore,o meglio,la velocità nella quale luce rossa andava e veniva era paragonabile a quella di un battito cardiaco. Decise di accelerare il passo,camminando ancora più forte,andando ancora più veloce nella sua marcia,ora decisamente più svelta. La vide di nuovo, a terra, la stessa parola, mostro,distolse lo sguardo non volendo vedere nuovamente quella scritta,si sentiva schiacciare il petto,quasi gli mancava il fiato,non voleva ammetterlo,ma aveva paura,una paura primordiale e ancestrale,la paura dell'ignoto,del sconosciuto,del diverso,di quello che non si comprende e di quello che non si vuole comprendere. Un ambiente alieno alla sua concezione della realtà,un mondo che proiettava forme di geometrie perfette,disegnate e installate da una mano ferma e precisa fino all'ossessione. Non capiva niente di quello che stava succedendo,non capiva niente di quello che stava ascoltando,la voce di Akira e un...parto? Cosa mai poteva centrare con lui? Perché mai avrebbe dovuto interessarsi di una nascita? Cosa aveva a che fare con lui? Non trovava un senso alla cosa,però,se c'entrava Akira una cosa era chiara, non era nulla di buono. Più ci pensava e più il tutto sembrava ancora più assurdo di quello che già era è per quello che gli stava succedendo in quel momento, la cosa era già assurda di suo,molto assurda. Continuò a camminare,non seppe bene per quanto,una manciata di minuti,un ora,due,aveva perso la cognizione del tempo è più andava avanti più si rendeva conto che il corridoio pareva non andare da nessuna parte,andava dritto,ma aveva la sensazione che non stesse andando da nessuna parte,i piedi si muovevano,ma il luogo in qualche modo restava sempre se stesso. Allora Sesshomaru si fermò e si girò e notò che il corridoio era cambiato,pur restando la stessa struttura,il suo aspetto era completamente cambiato. Ora pareva un vero e proprio corridoio,con mura e soffitto di solida materia e la sensazione che fosse tornato nel mondo reale,tanto vero pareva quel luogo adesso. Se non fosse stato ancora per quella pulsante luce rossa in lontananza,come una luce infernale che invitava un dannato ad oltrepassare un proibito ingresso per gli inferi. Ad ogni battito la luce si rafforzava e poi si indeboliva,più e più volte,imitando nuovamente la velocità di un cuore che batteva ad un velocità moderata. Si,l'intuizione di Sesshomaru era corretta,quel luogo all'interno della sua mente non solo pareva essere reale,in un certo senso del termine, ma anche vivo e pulsante,non inerte materia con la quale interagire come farebbe nel mondo esterno,ma era dotato di una propria intelligenza e di propria vita,come un sogno fatto durante il sonno,ma con una sua struttura e forse,anche con delle sue regole. Ecco il perché degli ambienti strani come la spiaggia,la scala e adesso quel corridoio. Non ci capiva ancora molto di come funzionava quella misterioso ambiente che era la sua coscienza,ma ciò non spiegava perché lui fosse costretto a subire quella saltuaria tortura che lo costringeva a fare questi assurdi viaggi ai limiti della follia,perché solo un individuo dalla mente e lo spirito contorti potevano scegliere volontariamente di esplorare un posto dalla natura così caotica e imprevedibile. Anche qui decise di avanzare e di vedere se riusciva a trovare un uscita da quel sogno fin troppo vivido.

Va bene signora,adesso spinga,spinga,così da brava,respiri profondamente e poi spinga. Il frammento da segni di attività,ma per ora nulla di anomalo. Ecco signora,ci siamo quasi,ancora un un ultimo sforzo.”

Stavolta la luce si fece fortissima e con essa anche il dolore alla testa si fece sentire più forte,un attimo appena,ma tale fu la pena che per un attimo Sesshomaru non rischiò di cadere al suolo. Era come se qualcosa per quello che durò meno di un secondo,ma gli parve che qualcosa si fosse espanso all'interno del cranio come un parassita che gli fosse entrato nel cervello avesse iniziato a bucare l'encefalo da dentro e avesse iniziato la sua opera di distruzione. Era stata una delle sensazioni più brutte che avesse mai provato i tutta la sua vita. Si rialzò, a fatica,lentamente,ma si rialzò,non poteva restare li,non poteva,non voleva,non si arrendeva,era più forte di lui,era più forte del dolore e del senso di inquietudine che provava per quel posto,se mai di posto si poteva parlare. Riprese a camminare,non sapendo che altro fare e andò avanti. Dopo qualche minuto,o quello che gli parve tale frangente di tempo passato a camminare, notò che il pavimento gli parve umido e al contempo viscido,guardò sotto e vide nella lampeggiante luce rossa quel liquido che riconobbe immediatamente. Sangue,alzò nuovamente la testa e all'improvviso la rivide,li,davanti a lui,e in quel momento provò quella paura atavica e basilare,con tutti i suoi sensi animali che lo mettevano allerta sulla pericolosità di quella cosa. La porta nera. Ancora una volta il suo istinto gli disse di scappare. Si girò e il corridoio era nuovamente cambiato e stavolta era persino peggio. Il sangue che aveva trovato per terra era presente su ogni superficie e insieme ad esso sul terreno erano presenti i corpi di molti yokai in forma umana,distesi sul terreno. Non diede alcuna attenzione a quella nuova e inquietante sorpresa e si mise a correre,evitando i numerosi corpi che gli ostruivano la strada. Provò a scattare facendo ricorso ai suoi poteri,ma le sue gambe non aumentarono la velocità della corsa,allora provò ad alleggerire il suo passo facendo uso delle sue capacità di librarsi in aria,ma tutto quello che ottenne furono dei semplici balzi abbastanza forti da evitare i mucchi di corpi più grossi e ingombranti. Non riusciva ad usare i suoi poteri da dayokai in quel luogo,esattamente come vicino alla città nascosta dentro la montagna,la stessa identica perdita di poteri,perché? Non seppe darsi una ragione a tale fenomeno e non sapeva cosa stesse succedendo. L'unica cosa certa e che per qualche motivo,nel profondo della sua coscienza,sapeva che doveva scappare,sapeva che quella specie di ingresso dall'aspetto sinistro,non doveva avvicinarsi a lui,non sapeva perché e non sapeva nulla sulla porta. Non sapeva cosa fosse,non sapeva cosa voleva da lui, sapeva solo che doveva stargli lontano il più possibile,non sapeva perché lo sapeva,ma lo sapeva,come una bestia sa per istinto che il fuoco e pericoloso,pur non sapendo cosa fosse,pur non sapendo su come si manifestasse il fuoco era qualcosa di sconosciuto,per tanto era nocivo e per tanto era letale. Sesshomaru era la bestia e la porta era il fuoco. Sesshomaru corse più forte che poteva nella speranza che la porta si facesse più lontana da lui,ma per quanto si sforzasse,per quanto energia ci stesse mettendo,la porta era li,alle sue spalle,intento a seguirlo come un ombra,distante,ma pur sempre presente. La porta non era veloce,ma non era limitata dalla presenza dei corpi per terra,poiché appena un corpo entrava a contatto con lei,esso si smaterializzava,come il resto del corridoio dietro di essa,non restava nulla,se non un vuoto nero e imperscrutabile,sconosciuto e insondabile abisso che sfuggiva ad ogni logica e comprensione. Non gli ci volle molto per notare che il corridoio,fino a quel momento era rimasto dritto,come un solo ed unico monotono sentiero, a parte per la voce di Akira,la luce rossa e l'improvvisa comparsa della porta nera, ora cambiava direzione in uno svicolo laterale,rallentandolo per breve tempo nella sua corsa,poi continuò a correre e ancora un altro cambio di direzione,poi un altro e un altro ancora. Sesshomaru aveva il sospetto che qualcosa non quadrasse nella forma del corridoio,prima dritto per infinite misure,ed ora, si trovava a girare,cambiare e svoltare quasi in continuazione nella speranza di trovare una via d'uscita da li,ma non trovava niente,nessuna porta,nessuna uscita,nessuna via di fuga da quell'incubo,poteva solo scappare. Normalmente avrebbe combattuto come nel mondo reale,non temeva niente e nessuno e non esitava mai di fronte ad uno scontro,anche contro qualcosa di sconosciuto e imprevisto. Ma allora perché correva via da quella cosa che gli stava alle calcagna,cos'era mai quell'oscuro ingresso che gli impediva di ragionare con lucidità. Non lo sapeva,ma il suo istinto di yokai lo avvertiva in tutti i modi e gli mandava un solo ed unico messaggio. Scappa. Superato l'ennesimo angolo i piedi non toccarono più il suolo non accorgendosi in tempo della presenza di un vuoto improvviso,una voragine buia e profonda,nella quale cadde senza alcuna possibilità di salvezza,non fece in tempo ad arrestare la sua corsa, e per quanto riguardava il volo,in quel momento, non fu in grado di librarsi e attutire la caduta e cadde,come un qualunque umano sul fondo dell'abisso. Il pianto di un bambino,o meglio,il vagito di un neonato,forte e carico di vita.

Complimenti signora è un maschietto,forte e in salute e che polmoni,urla come un vero guerriero. Terza fase stabile e attività del frammento in aumento,curioso,l'energia emanata dall'oggetto sembra accumularsi a velocità inusuale.”

Sesshomaru si rialzò con fatica,senza capire da che altezza cadde,forse dieci o venti metri,eppure non provava alcun dolore,nessun senso di compressione e nessun osso rotto anche senza la manifestazione di poteri il che era strano dato che proprio i suoi poteri avrebbero dovuto aiutarlo ad attutire la caduta o evitarla completamente,eppure,era privo di essi,come un qualunque comune umano. La cosa per lui era inaccettabile,tanto forte era il suo orgoglio ora,tanto fragile e insicura pareva il suo animo ed ora per la seconda volta nuovamente a terra,ma subito dopo,nuovamente spinto a rialzarsi,questo era Sesshomaru,questo era lui. Appena poté riconoscere il nuovo livello dell'abisso si guardò attorno e non vide molto nonostante l'ottima vista,poiché la luce pareva un misto tra l'oscurità che prima si spandeva per tutto il corridoio e la luce rossa,ora scura come il sangue misto alla terra del campo di battaglia e farne fango,delineava le forme di una grande camera,non era certo di quello che stava guardando poiché la luce,paradossalmente,era molto scura e le forme degli oggetti li presenti,come il mobilio e gli accessori al suo interno avevano forme strane e dalle dimensioni esagerata. Nel mezzo della stanza c'era una specie di panca molto spessa,con un solo grosso sostegno posto di sotto,perfettamente al centro e conficcato nel pavimento,con una coperta e un cuscino posto ad un estremità. Da un altra parte invece era presente un tavolo,alto e lungo un paio di metri,dove vi erano posizionato una piccola sfera rotonda,un oggetto rettangolare e vicino ad essi diversi strumenti,alcuni parevano piccole lame affilate altri invece sembravano delle piccole pinze,altre ancora delle forbici e molti altri non aveva idea di cosa fossero e di ogni oggetto li presente non conosceva ne lo scopo né il metodo d'utilizzo. Vicino al tavolo era presente una specie di gabbia trasparente,con un piccolo futon al suo interno,delle dimensioni giuste per un neonato,con una coperta voluminosa. Sia il futon che la coperta parevano adatte al figlio di un nobile, o di un uomo facoltoso a giudicare dalla qualità del materiale.

Un attimo,lo sentite anche voi? Sembra un ronzio...no...pare più una vibrazione. Che sia il frammento?”

Di nuovo la voce di Akira,ma questa volta non fu seguita da un mal di testa,ma da un fischio alle orecchie,alla quale Sesshomaru scosse la testa infastidito.

No non può essere,la reazione è anomala e non era nulla che fosse presente nei miei calcoli. Il bambino,piange ancora più forte. Calmatelo. Va tutto bene signora,questione di attimi e potrà abbracciarlo.”

Il fischio si fece più forte,tanto che adesso non solo il suo udito era compromesso,ma sentì un brivido lungo tutta la spina dorsale che si diffuse verso il resto del corpo. Prima prese la pelle e i nervi sottostanti,poi verso i muscoli che iniziarono a vibrare tutti insieme,con forza selvaggia e devastante,come se un terremoto proveniente dall'interno del suo io più profondo si stesse scatenando ,non sapeva cosa fosse poiché era la prima volta che sentiva una cosa simile. Era come quando il suo corpo mutava dalla forma umana a quella animale,ma la sensazione era diversa,non come se stesse cambiando volontariamente nella sua vera forma da yokai,ma come se qualcosa si fosse svegliato dentro di lui e adesso pretendeva di uscire con violenza esplosiva.

Il bambino non si calma e il frammento sta aumentando esponenzialmente il proprio potere. Non è possibile e come...e come...se l'uno amplificasse l'altro. Di questo passo entrambi diverrebbero incontenibili. Fermate l'esperimento. Annullare,annullare ogni operazione e passare alla fase di contenimento. ADESSO.”

La voce di Akira pareva essere divenuta molto più nervosa ed emotiva,al contrario dell'immagine che si era fatto del maestro templare,calmo,moderato e sicuro delle proprie capacità,mentre a sentirlo in quel momento,pareva in preda al panico,nonostante il modo in cui parlava e in termini tecnici usate nelle frasi fossero qualcosa di incomprensibile per Sesshomaru, ora, si immaginava un Akira nervoso e per nulla padrone delle sue emozioni. Non aveva sentito nessuno parlare a quel modo e il significato dei termini usati, Fase? Di che stava parlando quel maledetto di Akira e cosa aveva a che fare la nascita di un bambino in tutto questo? Non ci capiva più nulla e nel mentre di tutto questo la vibrazione che pervadeva tutto il suo corpo si fece peggiore,tanto,che ora pareva che la stanza stessa,stesse tremando. Non aveva più controllo sul suo corpo,ogni spasmo si fece sempre più mentre la stanza,per quanto tremasse violentemente non si scompose per niente,persino gli oggetti presenti sul tavolano sembravano essere fusi con lo stesso,tanto erano immobili. Doveva fare qualcosa,reagire in qualche modo e tornare ad essere padrone di se stesso e per prima cosa tentò di controllare il tremore sforzando i muscoli a restare immobili. Niente da fare,per quanto facesse forza su se stesso l'effetto durava per poco tempo e con ben pochi cambiamenti,se non diminuendo i tremori,ma nulla di efficace. Provò allora a muoversi,ma l'unico effetto che ottenne fu quello di cadere a terra e restare vittima della sua stessa incapacità di fare qualunque cosa. Doveva lottare,voleva lottare,ma qualunque cosa avesse scatenato questa reazione era più forte della sua volontà e non poteva far nulla per resistere ai suoi effetti. In quel momento si sentì debole come non mai e la cosa, lo fece sentire malissimo.

FASE DI CONTENIMENTO ANNULLATA,PASSARE ALLA FASE CRITICA. ELIMINARE IL SOGGETTO INSTABILE. MI SPIACE SIGNORA,MA FACCIO CIO' CHE FACCIO PER IL BENE DI TUTTI NOI.”

Il tremore a quel punto divenne pari ad un terremoto tanto da sentire scuotere a tal punto il pavimento che una grossa crepa si formò sul fondo della stanza e da essa,lentamente sbucò qualcosa. La porta nera, era comparsa ancora una volta. La vide per la seconda volta e anche in quel momento provò a fuggire,ma i muscoli non rispondevano ad alcuno stimolo,per quante provasse a muoversi,a scattare nuovamente lontano da quella cosa,lui non riusciva a muoversi. La stanza ancora in preda al tremore iniziò a spostarsi in avanti,come risucchiata all'interno dell'oscuro varco presente all'interno del bordo nero di quel piccolo Toori dall'aspetto tanto maligno,quanto potente. Uno ad uno,il letto,il tavolo,la gabbia, tutto ciò che c'era all'interno della stanza veniva lentamente assorbito al suo interno e lui inevitabilmente non poté far nulla per impedire che ciò accadesse e nel mentre diverse linee comparvero su qualunque superficie,sui muri,sui tetti,sul pavimento e anche sul soffitto. Potè solo ruotare lo sguardo dove poteva vedere,non potendo nemmeno girare la testa,ma vide che le linee si mossero da sole come dotate di vita propria,unendosi,fondendosi formando la stessa identica parola più e più volte ripetuta allo stesso modo. Mostro,scritto dovunque li dentro,quasi che ogni punto disponibile potesse divenire la base per poter scrivere quella parola,quella maledetta parola,ancora,ancora,ancora,ancora,ancora e ancora,come scritta dalla mano di un essere ossessivo e crudele e in mezzo ad esse,un altra parola,diversa,ma scritta più grande e più luminosa delle altre,che emanava quella sinistra luce rossa che aveva visto prima. Conosci te stesso. Conosci te stesso,temet nosce,ancora quella frase,perché? Perché li? Perché in quel momento? In quel momento non gli importava molto giacché stava finendo per essere trascinato all'intero del piccolo spazio nero,che stava risucchiando l'intera stanza al suo interno e con lui dentro e più si avvicinava più il suo istinto gli diceva di allontanarsi,di alzarsi e di scappare via,ma il suo corpo non rispondeva ad alcuno stimolo e non un muscolo in tutto il suo essere aveva intenzione di muoversi,come condannato ad un destino infausto e invincibile e quindi si era arreso mentre la sua mente,il suo lato più animalesco,intendeva fuggire,correre via da quella cosa che tanto lo destabilizzava e lo faceva sentire vulnerabile,inerme,di fronte ad essa. Non sapeva cosa fosse,non né conosceva la natura né tanto meno lo scopo,sapeva solo che non voleva averci niente a che fare e per il resto avrebbe preferito non rivederla mai più,anzi,non avrebbe voluto sapere niente di tutto questa follia nella quale era intrappolato e non sapeva più cosa fare.

E tutto qui quello che sai fare? La paura dell'ignoto ti schiaccia a tal punto da non riuscire più a muovere un muscolo?”

Una voce di donna echeggiò per tutta la stanza e di colpo,come in una reazione ad essa,la stanza smise di svanire e tutto ad un tratto la porta smise di avanzare verso di lui,come bloccata da qualcosa.

Sesshomaru provò a parlare,ma era completamente paralizzato,bloccato a terra completamente inerte a ciò che gli stava succedendo. Ad un tratto,come comparsa dal nulla, comparve lentamente una luce bianca, un brillio improvviso in mezzo alla stanza,proprio tra lui e la porta e da quel brillio nacque lentamente una figura misteriosa. Pareva una donna,dall'aspetto pareva umana ma era molto alta,almeno tre metri. Aveva la pelle candida e una lunga chioma rossa a cadergli sulle spalle. Sulla testa portava uno copricapo tondeggiante dall'aspetto metallico,aveva occhi marroni e indossava una lunga veste bianca quasi trasparente che gli arrivava alle caviglie,ma che al contempo pareva coprirla decentemente,senza rivelare nulla della sua femminilità. Pareva una donna di nobili origini dal modo in cui si presentava e si guardava attorno con un aria mista tra la curiosità e la noia.

Mi aspettavo una disposizione più adeguata ai tuoi pensieri,viaggiatore. Questa mente è un completo disastro. Ti consiglio di organizzare meglio quello che ti passa per la testa.”

Sesshomaru osservò la donna e la vide tranquilla e indifferente al caos che vigeva li dentro,come se fosse una semplice passante che ha assistito ad un fatto curioso,ma per nulla significativo,qualcosa che rientrava nella normalità.

Non parli viaggiatore? Non importa,ciò che conta ora e che tu mi stia a sentire. Ascolta attentamente le mie parole, tutto ciò che ti sta accadendo,sia dentro che fuori te stesso è una sequenza di eventi nella quale tu,sei il centro di tutto. Si lo so, tu non comprendi il significato di tutto ciò e forse non lo capirai mai,ma anche questo è una cosa puramente marginale,non c'è bisogno che tu capisca,ma agisca...e in fretta.”

Lo yokai osservò la donna dal basso verso l'alto,sdraiato a terra,ma per la prima volta da quando aveva rimesso piede in quello strano luogo si sentiva di essere al sicuro,non sapeva perché,ma era così.

Chi sei tu?”Disse Sesshomaru incerto, come se non riconoscesse quella sensazione che adesso lo aveva quasi liberato dal senso di oppressione che provava per la porta, ancora presente nella stanza.

La donna girò lo sguardo su di lui piegando la testa leggermente di lato,come se stesse cercando qualcosa di specifico nella figura del ragazzo che aveva per terra.

Curioso,oserei dire interessante. E incredibile come tu gli assomigli così tanto e allo stesso tempo,sembri così diverso. Che sia l'unicità del tuo essere a renderti così speciale?”

Ti ho chiesto chi sei. Parla donna.”, disse lui nervoso.

La donna gli sorrise,quasi divertita da quella reazione così diretta.

Mi hanno chiamato in molti modi in molti luoghi diversi,per te,come altri,sarò solo Minerva.”

Che cosa vuoi da me?”

Come ho detto,voglio che tu agisca. Hai un compito e devi svolgerlo e per il bene di tutti,devi riuscire,viaggiatore. Sai cosa fare,sei già sulla strada giusta.”

Non capisco una sola parola di quello che dici.”

Non ha importanza, non ti servirebbe a niente.”

Non sono il tuo burattino,umana.”

Minerva si fece scappare una piccola risatina divertita a sentire quell'ultima affermazione mentre lo yokai continuava a fissare la donna con fare indignato. Lui,il burattino di quella? Giammai, Sesshomaru era libero e orgoglioso di esserlo,nessuno poteva dirgli cosa fare,tanto meno lei,l'ultima arrivata.

Umana? No ti sbagli,io sono venuta molto prima della specie con la quale mi confondi,ma capisco l'errore. La mia razza esisteva già quando loro erano appena all'inizio e la tua invece...era giunta al suo declino. Ma basta con queste inutile chiacchiere,siamo qui per te. Avanza per la tua strada viaggiatore,la tua missione è appena iniziata.”

Quando Minerva finì di parlare Sesshomaru non fece in tempo a ribattere che il terreno della stanza iniziò a dissolversi lentamente,prima divenendo un sottile pulviscolo che si alzò lentamente da terra e poi,il corpo dello yokai iniziò ad essere assorbito dal terreno,come se stesse affondando in una palude.

No,aspetta donna,ho delle domande.”

Chi non né ha nella vita?”

Cos'è questo posto?”

Una struttura mutevole creata dal tuo inconscio,una vivida immaginazione che imita la realtà.”

Che cos'è la porta nera?”

Una verità che non sei pronto ad affrontare.”

Perché mi sta succedendo tutto questo?”

Perché il tempo per cogliere i frutti e giunto...ma non sei ancora pronto ad assaggiarli e quando avrai dato il primo morso,sarà a quel punto che deciderai,se essere più bestia o uomo. Ora devo andare,la natura del tuo essere inizia a cacciarmi via. Al prossimo incontro,viaggiatore.”

E infine Sesshomaru affondò nel suolo,inghiottito,come un sasso che affonda nell'acqua e tutto diviene nero. Tutto si fa scuro,tutto si fa silenzio,mentre la sua coscienza si annebbia,si offusca,cede alla incoscienza,a non sentirsi,senza pensare a nulla,senza avere paura di nulla.


Un tuffo al cuore,una spinta di nuova vitalità,si rialza da terra a velocità fulminea ed è di nuovo buio,ma non il buio pesto delle tenebre più oscure,no,più come il buio della notte,l'aria frizzante tipica delle notte invernali e due volti conosciuti,Toran ed Ezio che lo guardano preoccupati.

Sesshomaru...”

La ragazza gli si avvicina rapidamente appena si accorge che l'inuyokai è rinvenuto,stringendogli il viso tra le mani e aiutandolo a sollevarsi con il busto.

Che ti è successo?”

Sesshomaru non seppe cosa dire a riguardo. Vide Toran seriamente preoccupata per le sue condizioni,quasi rischiava di esplodere per l'accumulo di emozioni che gli si mescolavano in petto,tanto grandi e forti che quasi gli bloccavano il respiro.

Credimi Toran,non mi crederesti.”,disse Sesshomaru confuso.

Dimostracelo,siamo tutto orecchi.”,disse Ezio serio,mentre teneva le mani lungo i fianchi.

Quella notte il vento soffiava più forte del solito. Bene,si disse Sesshomaru, da che aveva memoria la sensazione dell'aria fresca era una delle cose che gli piaceva di più,come gli spazi aperti e gli ambienti isolati, ma negli ultimi tempi il bisogno di aria fresca si era fatto opprimente,dopo ogni immersione dentro se stesso fosse un tuffo fatto da troppo in alto e che ogni volta lo portasse sempre più a fondo e ogni volta che emergeva sentiva il bisogno di riprendere aria. Soffocava e nessuno poteva aiutarlo. Si,odiava la debolezza e da molto tempo,lui, si sentiva debole. Che orrenda sensazione.

  
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