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Autore: Gatto1967    31/01/2024    2 recensioni
Un giorno Candy incontra un bellissimo principe... Chi sarà mai?
Subito dopo un maggiordomo di una ricca e nobile famiglia le fa una proposta...
E invece NO!!!
Come sarebbe a dire "NO"? Questo è l'inizio della storia di Candy Candy come la conosciamo tutti. Che razza di storia sarebbe senza questi due eventi fondamentali che danno il "La" a tutte le sfighe della nostra bionda eroina?
Semplice: è la storia di Miss Candy, la direttrice della Casa di Pony.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per il terzo giorno consecutivo Candy entrava nella sala colloqui del carcere di Chicago. Davanti a lei c’erano due persone: una era Patty, con la quale ebbe un commosso abbraccio, e l’altra…
-Candy, questo ragazzo è Archibald Cornwell, il fratello del mio povero Stear.-
-Sì, mi hai parlato di lui. Molto lieta signor Cornwell. Io sono Candy White.-
-Il piacere è tutto mio Miss White. E spero ardentemente che presto potremo parlare e presentarci fuori da questo luogo.-
-Non me ne parli… ma lei crede alla mia innocenza?-
-Ci credono sia Patty che lo zio William, e questo basta e avanza per me.-
-La ringrazio.-
-Mi ascolti Miss White. Dando per buono che qualcuno le abbia messo in tasca quel veleno, dobbiamo capire chi. È importante ricostruire con chi ha avuto contatti nelle ore precedenti al ricevimento.-
-Da quando il signor William mi  ha regalato quel vestito sono rientrata subito alla pensione e da lì non mi sono mossa se non per andare a quel ricevimento.-
-Quindi teoricamente solo Patty e sua nonna avrebbero potuto mettere quel veleno nella sua tasca, il che mi sembra assurdo solo pensarlo.-
-Vorrei ben vedere Archie!- disse una stizzita Patty.
-Quindi signorina è importante che lei faccia mente locale su ogni cosa che le è successa dal momento in cui ha indossato quel vestito. Sia prima che durante il ricevimento. Ogni persona che ha incontrato in quelle poche ore può essere colui o colei che l’ha incastrata.-
-Beh, al ricevimento ho ballato sia con William Andrew che con Terence Graham, ma mi sembrano persone al di sopra di ogni sospetto.-
-Ha ballato con Terence? Spero si sia disinfettata dopo!-
-Smettila Archie!- si arrabbiò Patty -Ti sembra il momento di riesumare i tuoi vecchi rancori con Terence?-
-Già. Parliamo di cose serie: adesso noi dobbiamo andare Miss White…- 
-Oh la prego, mi chiami Candy.-
-Va bene Candy. Noi dobbiamo andare, ma cerca veramente di ricordare ogni particolare di quella giornata. Patty tornerà a farti visita la prossima settimana ma se ti dovessi ricordare qualcosa prima…-
-Ci penseremo noi a farvelo sapere signor Cornwell.- intervenne una delle due donne in divisa dietro a Candy
-Conosciamo Candy da poco e l’idea che possa essere un’assassina ci sembra assurda. Contate pure su di noi.-
Archie fece un cenno di assenso.

-Così Johnson e Dickart vogliono affrettare i tempi.- disse Iriza dopo aver sentito il resoconto del fratello su quanto avvenuto nel suo ufficio.
-Vogliono farci uccidere lo zio William, ti rendi conto?-
-È quello che avremmo fatto anche noi prima o poi, no?!?-
-Noi parlavamo di scalzare gli Andrew dalla presidenza della Banca di Chicago, non di uccidere una persona.-
-Abbiamo forse altra scelta?-
Seguì un lunghissimo istante di silenzio
-A volte mi fai paura Iriza.-
-Non farmi la morale tu! Non siamo diversi noi due. Entrambi vogliamo la stessa cosa, e non badiamo certo ai mezzi da usare. Dai a me quelle bustine che ti hanno dato, penserò io a somministrarle all’adorato zietto.-

Il giorno dopo Archie si recò presso la stazione di Polizia che indagava sull’attentato a William Andrew. Attraversò la strada diretto all’ingresso della stazione di Polizia, e quando fu davanti agli scalini che introducevano all’edificio si trovò davanti qualcuno che sembrava emergere direttamente dal suo passato.
-E tu che diavolo ci fai qui Graham?-
-Potrei farti la stessa domanda Cornwell. Comunque non sono qui per litigare.-
-Neanch’io. Ho qualcosa di più importante da fare.-
-Guarda caso anch’io…-
-Non dirmi che sei qui per Candy White.-
-E tu che ne sai? Non c’eri l’altra sera a quello stupido ricevimento.-
-No, ero fuori città per lavoro. Ma lo zio William mi ha chiesto di verificare la situazione. Così sono appena stato al carcere a parlare con lei.-
-E cosa ne pensi Cornwell? Credi che quella ragazza sia innocente?-
-Lo zio William ne è convinto, e anch’io.-
-È stata tutta la sera a ballare con me. E poi non ce la vedo a uccidere una persona che l’aveva aiutata.-
-Ascolta Graham: seppelliamo l’ascia di guerra e collaboriamo. La salvezza di una ragazza innocente può dipendere da noi.-
-Senti senti…- disse una voce femminile di fianco a loro.
-…i due eterni rivali che si coalizzano per salvare la fanciulla in pericolo… deve proprio avervi colpito quella bionda…-
-Annie Brighton!- dissero ad una voce i due giovani uomini.
-Annie…- riprese Terence -…tu… conosci Candy.-
-Sì la conosco. Ma non è il caso di parlarne qui.-
-No certo…- disse Archie -Qui vicino c’è un ristorante di cui conosco il gestore. Sarà ben lieto di darci una sala riservata.-
-Dovrete pagare voi. I miei mi hanno tagliato i viveri.-
-Una volta non parlavi così… sciolta.- ironizzò Terence alla sua maniera
-Una volta era tutto diverso Terence, ma non sono qui per parlare di me. C’è una ragazza innocente che rischia di passare la vita in prigione.-

Poco dopo i tre giovani sedevano nella saletta riservata di un lussuoso ristorante di Chicago. Archie non aveva esitato a pagare un extra al gestore affinché non venissero disturbati.
Così dopo che una giovane cameriera ebbe portato loro il meglio che quel ristorante potesse fornire, la porta della saletta venne chiusa.
-Credo di dovervi delle spiegazioni.- esordì Annie -Io non sono la figlia naturale dei Brighton, ma vengo dalla Casa di Pony, lo stesso orfanotrofio da cui viene Candy. Io e lei siamo cresciute insieme, come sorelle, e giurammo di non farci mai adottare per non essere separate. Ma io mancai al mio giuramento e dopo che Candy aveva detto di no alla proposta di adozione dei Brighton, io dissi di sì. Sono sempre stata una seconda scelta io.-
-Annie, ti garantisco che ti fai torto- disse Archie. -Adesso capisco perché vuoi salvare quella ragazza, ma devo chiederti: hai in mano qualcosa che possa esserci utile?-
Senza rispondere Annie estrasse qualcosa dalla sua tasca e la mise sul tavolo. Si trattava di un fazzoletto piegato che lei aprì rivelando una bustina di carta rotta in tutto e per tutto uguale a quella trovata addosso a Candy. E all’interno di quella bustina c’erano anche tracce di arsenico.
I due uomini ex rivali della Royal Saint Paul School, sgranarono gli occhi.
-Dove hai preso quella bustina Annie?- chiese Terence con voce strozzata.
-C’ero anch’io a quel dannato ricevimento Terence, e quando hanno arrestato Candy ho trovato in terra questa bustina, e l’ho raccolta mettendomi un guanto per non cancellare le impronte. Se l’avessero trovata i poliziotti l’avrebbero fatta sparire.-
-Come fai a esserne così sicura?- chiese Archie
-Perché Barnaby è un corrotto! Ecco perché! È al soldo delle gang malavitose di Chicago.-
-Anche se fosse, che cavolo c’entra la malavita di Chicago con l’attentato allo zio William?-
Annie sembrò prendere fiato prima di continuare.
-Ascoltami bene Archie. Sicuramente tu e tutti gli altri mi avete sempre giudicata una ragazzetta priva di nerbo e completamente succube della madre, inutile a se stessa e agli altri…-
-Andiamo Annie! Non mi sembra il caso di…-
-Lasciala continuare Cornwell. Sono curioso di sentire i suoi argomenti.-
-…e avevate ragione. Fin da piccola io non valevo niente rispetto a Candy. Tutti preferivano lei a me, e anche loro avevano ragione. Credo di essere stata sempre un po’ gelosa di lei. Alla Royal Saint Paul School poi mi innamorai di te, in modo infantile, puerile, e infatti la nostra storia non durò molto. Quando ci lasciammo, io cambiai. Decisi di non essere più la ragazzina timida e frignona di una volta, e cominciai anche a usare quei soldi che i miei vollero intestarmi, in modo diverso dal comprarmi cappellini e foulard. Cominciai a muovermi nel bel mondo di Chicago, a frequentare salotti e circoli di beneficenza e a informarmi sulle cose di questa città.
Credetemi, in confronto a me Iriza Legan è una persona trasparente.-
-Non dire sciocchezze Annie, e arriva al sodo per favore.- la incalzò Terence
-Fra le varie informazioni di cui venni a conoscenza c’è anche questa: un gruppo di speculatori sta cercando di scalzare la famiglia Andrew dai vertici della Banca di Chicago.-
-Sai che novità.- disse Archie -Non è la prima volta che circolano queste voci.-
-Ma stavolta hanno puntato davvero dritto al cuore.-
-Cioè, tu stai dicendo che l’attentato allo zio William è opera di questi speculatori?-
-Esatto, un piano volto a sostituire William Andrew al vertice della Banca di Chicago con una persona sicuramente più malleabile di lui. La stessa persona che ha lasciato cadere questa bustina vicino al camino dopo averne versato il contenuto in un bicchiere porto poi al signor Andrew.-
-E… chi sarebbe questa persona?-
-Non lo indovini Archie?-
-No che non lo indovino Annie, vieni al sodo per favore!-
-Come sei nervoso Archie! La mia sorellina ti ha proprio colpito, eh?-
-Insomma: chi è colui che…-
-Neal Legan!-

Nel tardo pomeriggio di quello stesso giorno Iriza Legan sedeva nel suo salottino privato sorseggiando un tè, quando una cameriera si affacciò nel salottino.
-Chiedo scusa del disturbo signorina, ma c’è una visita per lei.-
-Di chi si tratta Rachel?-
-Una certa signorina Molly Jackson.-
-La faccia entrare e poi badi bene che nessuno ci disturbi.-
-Certo signorina.-
Poco dopo una donna sui trenta - trentacinque anni circa entrava nel salottino di Iriza.
-Prego Molly, si accomodi pure. Gradisce una tazza di tè?-
-No grazie signorina Legan. Possiamo arrivare al dunque?-
-Certamente, anch’io odio perdere tempo. Ha delle novità?-
-Ieri suo cugino Archie si è recato a trovare Candy White.-
-E come mai? La conosce per caso?-
-Glie lo ha chiesto il signor William Andrew.-
-Già… ovvio.- disse Iriza a mezza bocca rimuginando nella propria mente che doveva affrettare i tempi.
-Non so se a torto o ragione sia suo cugino che quell’attore… Terence Graham, sono convinti dell’innocenza di Candy, e credono che qualcuno l’abbia incastrata. Quando il signor Archie se n’è andato io mi sono offerta di fare da tramite fra Candy e lui, e di riferirle qualsiasi cosa Candy avesse ricordato di quel giorno.-
-Mio cugino dev’essersi preso una bella cotta per quella direttrice di orfanotrofi… comunque quella bionda ha ricordato qualcosa?-
-Sì signorina… ha ricordato… LEI.-
-ME?!?!?- disse Iriza sforzandosi di apparire impassibile
-Sì signorina. Ha detto che poco prima che il signor Andrew si sentisse male lei signorina, l’ha urtata mentre ballava con Terence Graham.-
-E questo che vuol dire?-
-Che, teoricamente lei potrebbe aver rapidamente messo nella tasca di Candy quella bustina di veleno.-
Iriza rise a bocca stretta.
-Quella bionda è pazza! Abbiamo avuto qualche screzio prima di quel ricevimento, e lei se l’è legata al dito.-
-Questo non mi interessa signorina. Lei mi ha detto di riferirle qualsiasi cosa Candy dicesse ad eventuali visitatori esterni, e io l’ho accontentata. Adesso mi aspetto che lei tenga fede alla sua parola.-
-Ma certamente.- disse Iriza alzandosi e dirigendosi verso una credenza dalla quale estrasse un cospicuo mazzo di banconote.
-Questo è per lei, mi raccomando: continui a tener d’occhio quella ragazza.-
-Cosa devo fare con il signor Archie?-
-Prenda tempo. Fra qualche giorno potrà anche riferire quello che ha appena detto a me. Tanto prima o poi verrà a saperlo comunque dei vaneggiamenti di quella pazza.-
-Va bene… allora io vado.-
-Aspetti. Non esca dalla porta principale, venga con me: la faccio passare da un’uscita di servizio.-
-No signorina. Esco da dove sono entrata, alla luce del sole. E quella “Derringer” che ha preso insieme ai soldi credendo di non essere vista, non le dico dove può mettersela.-
Iriza rimase di sasso: decisamente aveva sottovalutato quella guardia carceraria.
-Mi creda signorina: sarà stata anche abile ad avvelenare suo zio e a incastrare Candy White, ma come criminale non vale niente. Davvero pensava di potermi eliminare nel vicolo dietro casa sua? Come avrebbe giustificato lo sparo? E la presenza di un cadavere proprio dietro casa sua?-
Iriza era imperturbabile. Quella ragazza aveva ragione: come criminale aveva molto da imparare.
-Mi dia retta signorina: io posso esserle molto più utile da viva che non da morta. I suoi parenti verranno comunque a sapere dei sospetti di Candy, la prossima settimana quella ragazza… Patricia O’Brien, verrà di nuovo in visita a Candy e non posso certo evitarlo.-
-Potrebbe uccidere Candy!- disse impulsivamente Iriza.
-E come? Le sparo? O la avveleno? E lei si fida ad affidarmi un compito simile? Un conto è fare la spia, ben altro conto è uccidere una persona, soprattutto in un posto sorvegliato come un carcere.
Comunque adesso me ne vado, e in futuro saremo entrambe molto più prudenti nei nostri contatti signorina.-
Ciò detto Molly se ne andò lasciando Iriza sconvolta dalla propria pochezza: pensava di avere il controllo degli eventi e invece…
All’improvviso si rese conto di essere una pedina in un gioco molto più grande di lei. 

Al Santa Johanna Hospital, William Andrew era stato trasferito dalla stanza numero zero ad una delle stanze private a pagamento. Stava decisamente meglio, aveva anche ricominciato a mangiare con una certa regolarità, ma i medici, forse perché preoccupati del suo stato di salute, o forse per far prendere all’ospedale qualche giorno in più della generosa retta che i pazienti delle stanze private pagavano, erano favorevoli a trattenerlo più a lungo sotto osservazione.
-Ciao Flanny!- disse il giovane magnate rivolto alla fredda, ma non troppo, infermiera appena entrata nella sua stanza.
-Albert…- Infine la ragazza si era decisa a dare del tu al suo paziente.
-… devo prenderti la temperatura Albert.-
-Ormai non ho più febbre. Sono ancora un po’ debole è vero, ma nel complesso sto bene. Vorrei che i medici mi dimettessero già domani.-
-Non essere precipitoso Albert! È vero, stai meglio, ma hai avuto una brutta botta, e i medici vogliono essere sicuri che non siano rimaste lesioni interne significative.-
-Senti, posso chiederti una cosa?-
-Dimmi.-
-Ci sono notizie su quella ragazza… accusata di avermi avvelenato?-
-Quella Candy White? È ancora in prigione, il processo dovrebbe iniziare fra una decina di giorni.-
-Io non credo sia stata lei.-
-La polizia ipotizza che si sia sbagliata, che volesse avvelenare Neal Legan e che abbia erroneamente avvelenato te.-
-È assurdo! Non aveva nessun motivo di farlo! Neal era stato costretto a rinegoziare il contratto che quella ragazza aveva con la banca, perché volerlo uccidere? Credo piuttosto che l’attentato fosse proprio contro di me e che quella ragazza sia stata incastrata. Ecco perché devo uscire subito di qui! Devo recarmi in banca e verificare che…-
Nei suoi occhi apparve un lampo, come se avesse capito qualcosa.
-Devo parlare subito con Archie e con la Polizia!-
-Tu devi calmarti! Se esci di qui rischi brutto. Vuoi capirlo dannato testone?-
-Quella ragazza rischia di essere condannata! E l’attentato contro di me potrebbe ripetersi!-
-Facciamo così: fra poco io smetto il turno, e ti prometto che andrò io da tuo nipote a riferirgli quello che tu mi dirai. Ma adesso calmati!-
Albert fece cenno di sì: Flanny aveva ragione. 
 
   
 
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