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Autore: GoldenRing    06/02/2024    1 recensioni
Quasi cinque anni dopo essersi trasferito in America, Izuku Midoriya ritorna in Giappone con un unico obiettivo, ritrovare Eri. Tuttavia, le loro vite sono cambiate: Eri è stata salvata dagli eroi e adottata dai pro-hero Eraserhead e Present Mic; Izuku, invece, è diventato una popstar famosa in tutto il mondo dopo che la morte di Inko lo ha costretto a trasferirsi in America da suo padre.
Entrambi combattono ogni giorno per superare il loro traumatico passato e quando pensano di essere al sicuro, Izuku ed Eri saranno assaliti dalle ombre del passato. Un passato che vede il segreto di All For One e Overhaul legati in qualche modo, tutto a causa di appunti scritti in un quaderno Campos e legami di sangue.
[AU][Quirkless!Midoriya][Future Fic]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eri, Izuku Midoriya, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stranamente a quanto credevo, questo è stato uno dei capitoli più difficili da scrivere. La scena del loro incontro girava nella mia testa da ancora prima che scrivessi il primo capitolo. Spero abbia saputo mantenere e rispettare le vostre aspettative. Buona lettura e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate! GR!

 

Vanessa non è pagata abbastanza per questa merda. Stamattina lo aveva sentito nella pancia che sarebbe successo qualcosa di brutto ma non gli aveva dato peso. 

 

“Ascolta sempre ciò che ti dice la pancia” le ripeteva sua nonna dandole un bacio sulla fronte quando era piccola. Vanessa le rispondeva sempre con un sorriso teso pensando a quanto fosse uscita di brocca ed ora, invece, è costretta ad affrontare le conseguenze di non aver ascoltato il suo consiglio.

 

Stava passeggiando con Izuku sul red carpet, ricordandogli cosa avrebbe dovuto fare nelle prossime due ore quando la folla davanti all’entrata del cinema iniziò a chiamarlo a gran voce. 

 

Normalmente non sarebbe stato qualcosa fuori dall’ordinario, non è la prima volta che Izuku affronta folle di fan inferociti che esigono di ricevere la sua attenzione. Tuttavia, è il nome, o meglio, i nomi con cui lo chiamano che fanno appassire velocemente il sorriso sul suo volto. Centinaia di "Onii-chan" e “Izu-nii” sono urlati a pieni polmoni. 

 

Vanessa fa una smorfia disgustata alla scena davanti ai suoi occhi. È letteralmente un caos. La folla dietro le transenne di velluto spinge e salta per avvicinarsi a lei e ad Izuku. Le voci si alzano in un coro incessante, attirando l’attenzione di molti sul red carpet. Alcuni fan sventolano cartelli, bandiere con il coniglietto logo del primo album di Izuku e indossano magliette con scritte oscene cercando di ottenere lo sguardo del suo migliore amico.

 

Alcune voci sovrastano altre, Izuku le tira la manica del blazer e la guarda chiedendole con lo sguardo cosa fare. Tra la folla, alcuni si arrampicano sulle spalle dei compagni, agitando le braccia e scattando foto con i cellulari i cui flash le infastidiscono la vista.

 

Tuttavia, è una ragazza insieme ad alcune sue compagne ad attirare l’attenzione di entrambi. È asiatica, ha i capelli rosa con la frangia che le copre gli occhi. Indossa una giacca di pelle e dei jeans strappati con delle calze a rete e degli stivali alti. Geme incessantemente il nome di Izuku intervallando con alcuni “onii-san” davvero disgustosi e parole giapponesi che Vanessa non capisce.

 

Vorrebbe vomitare, non capisce perché per gli Asiatici è così eccitante farlo con i propri fratelli. Fa cenno a due ragazzi della sicurezza aggiuntiva che ha chiamato per l’occasione mentre rassicura gli altri sul red carpet. Quando decide di guardare Izuku, lo trova a fissare incessantemente la ragazza dai capelli rosa che nel frattempo gli ha lanciato dei baci nel tentativo di scatenare una sua reazione. Non sa cosa continua a dire ma vede Izuku indurire i lineamenti del volto e chiudere la bocca in una linea tesa. È chiaramente arrabbiato. 

 

“Bisogno di aiuto?” 

 

Vanessa si volta alla voce dietro di lei. Un’attraente giovane donna si avvicina con un sorriso amichevole. Indossa un lungo abito monospalla di seta nera con un generoso spacco. Sul corpetto una linea di brillanti a forma di foglie le cinge tutto il busto. “Sono un’eroina giapponese. Mi chiamo Creaty” continua in un perfetto inglese.

 

No, grazie” Vanessa gesticola le braccia in segno di diniego. “È routine. Non è nulla a cui non siamo preparati” dice Vanessa con un tono di voce troppo alto. Izuku si limita ad alzare un sopracciglio scettico ed annuire distratto.

 

Davver-”

 

“Signora” la interrompe una guardia che le fa segno di avvicinarsi. Vanessa si gira verso di lui. “Le transenne non reggeranno ancora per molto. Ci sarà un'orda di persone pronta a scavalcare se non si interviene ” le comunica indicando le corde di velluto rosso. 

 

In fondo, servivano solo come segnapercorso e non per contenere la calca di fanatici che minuto per minuto si avvicinano sempre di più. Vanessa sbuffa il suo fastidio e annuisce ringraziando l'uomo.

 

“Dobbiamo mettere in atto il nostro piano B” dice girandosi verso Izuku.

 

“Oh, va bene” gli risponde l'altro schiarendosi la gola. Vanessa gli rivolge un’occhiata veloce: vorrebbe chiedergli cosa ha detto quella ragazza da turbarlo così tanto ma si rende conto che non è né il luogo e soprattutto né il momento per farlo.

 

Bene” mormora invece, poi si gira di nuovo verso l’eroina. “Forse avremmo bisogno di quell’aiuto, dopotutto? Può distrarli il più possibile mentre ci allontaneremo?”

 

“Certo” risponde Creaty spostandosi leggermente sui suoi vertiginosi sandali. Crea alcuni oggetti che fa uscire dalle braccia che si illuminano brevemente di una luce luminosa. Entrambi la guardano meravigliati. Ad un urlo particolarmente forte entrambi si riprendono.

 

“Devi entrare da quella porta lì” sussurra Vanessa ad Izuku. Nota la sua confusione e maledice la testardaggine del suo migliore amico nel non voler indossare gli occhiali. Quindi, lo spinge nella direzione opposta a quella che stavano percorrendo cercando di farlo entrare da una delle uscite di emergenza del grande cinema.

 

Aveva già visto le planimetrie della struttura. Non si sarebbe fatta trovare impreparata, soprattutto non dopo l’ultima volta, a Houston dove ha potuto salvare Izuku dalle grinfie dei fan solo grazie all'intervento di alcuni eroi locali.

 

Si mettono in cammino a passo svelto. Vanessa non lo guarda ma controlla spesso dietro di loro, sperando che l’eroina giapponese riesca in qualche modo a gestire la situazione. Non che nessuno si aspettasse un episodio del genere. Sente alcuni giornalisti gridare nella loro direzione ma non permette ad Izuku di fermarsi, non che l'altro voglia rimanere lì un minuto di più anche se il quirk di Creaty sembra illuminare gli occhi per l'interesse.

 

Fortunatamente riescono a raggiungere una certa privacy, proprio accanto la porta di servizio. Vanessa afferra la maniglia ma anche se la serratura scatta, questa non si apre. 

 

“Lascia fare a me” le dice Izuku spingendola da parte. Vanessa ha solo il tempo di annuire e guardarsi intorno spostando il peso sui suoi tacchi quando la vede, proprio dietro le loro spalle.

 

Una bambina alta poco più di un metro con i capelli bianchi, gli occhi rossi ed un piccolo corno sulla fronte. Si bloccano entrambe, guardandosi impietrite.

 

La bambina ha un leggero affanno mentre alcune grosse lacrime le cadono dal volto pallido. Vanessa sbarra gli occhi e spalanca la bocca, cercando invano di colpire l’amico al suo fianco.

 

Dal rumore sembra che la porta si sia aperta. Izuku esulta mettendo un piede nel corridoio semi illuminato del cinema quando Vanessa lo afferra per la giacca.

 

“Izuku” lo chiama con così tanto shock nella voce che l’altro si volta verso di lei completamente confuso. “Cosa c’è?” 

 

Vanessa alza un dito proprio dietro le sue spalle. Segue la direzione dell’indice per poi girarsi completamente. È l’ultima persona che penserebbe di trovarsi davanti.

 

“Eri!?!”

 


***

 

“Eri! Eri! Dove sei?”

 

Tutto precipita in un istante e Shouta vorrebbe urlare. Ha perso la presa sulla mano di Eri per un solo istante ed ora non riesce più a trovarla. Sembra scomparsa tra la folla. Si guarda intorno più volte ma c’è confusione, le persone sono ammassate le une sulle altre. Non ha ancora capito cosa è successo ma la situazione deve essere sfuggita di mano perché nota alcuni ragazzi a terra ed altri urlare in lontananza. 

 

“Eri! Dove sei?” ripete senza fiato. Guarda in basso, ad altezza di bambino ma non vede nulla. Si fa spazio, spintonando qualsiasi persona che gli si pari davanti, non gli importa se è  troppo duro nello spingerle via, sente solo la preoccupazione inondargli le vene e impossessarsi del suo corpo.

 

Nessuno lo aiuta mentre grida il nome di Eri, nessuno lo degna di una seconda occhiata non interessandosi minimamente ad un padre che ha perso la propria figlia. Non lo farebbero normalmente, di sicuro non stasera su un red carpet.

 

Shouta non riesce a respirare, a concentrarsi e a pensare lucidamente. Sente il cuore battere forte tra le costole, il respiro affannoso e il viso sudato. Non gli passa neanche per la testa di star avendo un attacco di panico. La mente è bloccata solo ed incessantemente al pensiero di Eri da sola e alla minaccia di un ricco e potente fratello che approfittando della situazione, può prenderla e portarla via da lui per sempre. 

 

Si guarda intorno freneticamente, respirando aria a singhiozzi. Sono due forti braccia ed una voce familiare che lo riportano alla realtà.

 

“Aizawa, calmati, respira. Dentro e fuori” gli sussurra la voce. Shouta si concentra sulla figura alta davanti a lui. Riconosce inconsciamente che è Hitoshi, vede sempre più chiaramente i suoi occhi viola nonostante la familiare sensazione di offuscamento.

 

Hitoshi lo guarda con preoccupazione. Tra di sé pensa di non aver mai visto il suo insegnante avere un attacco di panico. Non dovrebbe essere così sorpreso come lo è soprattutto con il lavoro che fanno. Tuttavia, è stata una doccia fredda assistere al suo mentore scendere inesorabilmente in un gelido panico.

 

“Sensei, ascoltami” Hitoshi stringe le spalle del suo ex-insegnante sperando che il nome possa essere utile per riportarlo alla realtà. “È un evento privato. Una premiere di un film di un eroe. Tutte le persone qui sono state già ispezionate da cima a fondo. Conosciamo tutto: i nomi, i quirk e fedine penali di ogni persona presente sul tappeto e accanto". 

 

"Non c'è nessuno che non conosciamo o a cui non potremmo risalire con una ricerca" gli dice con voce calma sentendo l’altro rilassarsi nella presa. "È un evento blindato. Nessuno può uscire o entrare senza essere visto".

 

Shouta sente le parole di Hitoshi penetrare nella sua mente annebbiata. Sente la logica e la ragione tornare a farsi strada tra le sue paure. Il suo respiro torna ad essere regolare e il suo cuore tornare a battere normalmente. Fa un respiro profondo prima di sentire il quirk di Hitoshi lasciare completamente la sua mente.

 

“Hai ragione, grazie” gracchia mentre Hitoshi annuisce. Si passa una mano tra i capelli che nella fretta aveva sciolto. Li porta all’indietro quando il suo ex-allievo gli dice cosa fare.

 

“Io andrò ad Ovest tu ad Est, chi la trova per prima chiama l’altro. Va bene?”



 

****

“Eri!?!”


La sensazione di mille aghi che gli pungono il corpo rende Izuku incapace di qualsiasi movimento. “Oh mio Dio, Eri? Sei davvero tu?” dice avvicinandosi timoroso per poi rimane fermo, immobile con la paura persino di sbattere le palpebre. È come se nella sua testa Eri potesse scomparire al minimo gesto, alla minima esitazione, portando via con sé cinque anni di ricerche e di dolore.

 

“Nii-san” gli risponde Eri con un tono acquoso. Ansima leggermente, gli occhi le lacrimano copiosamente, il viso è leggermente arrossato e la corona che ha sulla testa pende leggermente verso sinistra. Sembra completamente distrutta mentre cerca di pulirsi il moccio con il dorso di una mano e di asciugarsi le lacrime con il palmo dell’altra.

 

Non ha mai visto Eri provare così tante emozioni come quelle che legge ora sul suo viso.

 

C'è sollievo, un pizzico di dolore che ancora la tormenta ma c’è anche e soprattutto gioia che le illuminano quegli occhi rossi che Izuku ricorda spenti e infossati. Le guance sono morbide e rotonde e non più scavate: c’è quel leggero grasso infantile che le rende molto più piene, vissute. Il corpo non è più denutrito ma molto più simile a quello di una ragazza in salute.  E anche le cicatrici sulle braccia sono solo dei segni quasi invisibili.

Izuku espira tutta l’aria che aveva trattenuto in quegli anni, sente le spalle rilassarsi e il suo cuore alleggerirsi. Non è più la piccola bambina che ricorda, spaventata e fragile e nonostante il rimpianto di non averla potuta vedere crescere e diventare quella ragazzina forte e coraggiosa che ora è, il sollievo di vederla così in salute è più forte di ogni altra cosa.

 

Ha immaginato tante volte questo momento che ora che sembra accadere, non gli sembra vero. Si schiarisce la gola, cercando le parole che aveva desiderato dirle dall’ultima volta che si sono visti. 

 

“nii-san” ripete Eri quasi in un urlo, le gambe le tremano leggermente mentre un singhiozzo le squarcia il corpo. Izuku le si fa vicino afferrandola all’istante, sorprendendo entrambi per la sua velocità. Cade sulle ginocchia mentre la circonda con le sue braccia in uno caldo scudo. Si abbracciano, forte, ognuno desideroso di sentire l’altro nelle proprie braccia dopo troppi anni lontani. 

 

A nessuno dei due interessano i fiori che cadono dalla corona, entrambi si soffermano solo ed esclusivamente sull’altro, respirando, per la prima volta dopo cinque anni, la stessa aria.

 

Izuku può sentire il caldo respiro di Eri pizzicargli l'orecchio mentre la tiene stretta per le spalle. Sente la frenesia di chiederle tutto della sua nuova vita, della sua sicurezza, dei suoi nuovi tutori ma decide di godersi la sensazione di avere finalmente il suo corpo al sicuro tra le sue braccia. I lunghi capelli bianchi gli solleticano il naso tanto da poterne sentire il dolce profumo di albicocca. Le accarezza la testa con la guancia nascondendola nell’incavo del suo collo. 

 

Una parte di lui sembra essere finalmente completa.

Dall’altra parte, Eri si stringe ad Izuku, sentendo il suo petto sollevarsi e abbassarsi. Si lascia cullare dal battito del suo cuore come se fosse una ninna nanna. È una sensazione che conosce bene, non è la prima volta che condividono questa posizione ed è così familiare che Eri inizia a calmare il suo pianto, rilassandosi al mormorio inconsapevole dell’altro. Non sono parole, solo una leggera melodia che deriva dal suo corpo, un fruscio delicato come un fiume che scorre o un piacevole vento freddo in un giorno di sole. 

 

Solo anni dopo, attraverso lo studio del proprio quirk, Eri ha scoperto che quello che percepisce è la vitalità di ogni persona che abbraccia. È letteralmente la vita di Izuku che ascolta, la prima che abbia mai sentito.

 

“Mi dispiace così tanto, mio piccolo fiocco di neve” sente dire mentre Izuku le massaggia i capelli e le spalle. Scuote leggermente la testa mentre riapre gli occhi. Si allontana sufficientemente per vedere quelli di suo fratello, notando con sollievo infantile che sono sempre della stessa tonalità di verde. Passa la mano sopra le stesse lentiggini sulle guance e ricambia quello stesso sorriso a cui cerca di ispirarsi ogni giorno. 


“Non scusarti” gli risponde mentre raccoglie una lacrima vagante dalla sua guancia. “Non hai bisogno di scusarti. È grazie a te che sono libera, quindi non dovrai mai scusarti con me” continua mentre osserva gli occhi di suo fratello prima allargarsi scioccati e poi riempirsi di lacrime. “Mai scusarti, nii-san. Per tutta la vita del mondo” conclude con tono infantile mentre le forti braccia di Izuku la circondano ancora una volta.

 

Izuku sorride alla frase sorpreso dalla giocosità della bambina. “Mi sei mancata Eri… così tanto” 

 

“Anche tu, nii-san”.

 

“Sei al sicuro?” sussurra, abbassando la voce e guardandola di nuovo negli occhi. Le mette una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre le pulisce una lacrima impigliata tra le ciglia bianche.

 

“Sì” annuisce stringendosi nelle spalle “Nessuno è più cattivo con me”.

 

“Sono contento”.

 

Le piazza un bacio sulla testa, le aggiusta la corona stringendo il fiocco per poi riabbracciarla ancora una volta. 

 

“Ma non pos-” Eri viene interrotta da alcuni passi e flash in lontananza. I tre si girano verso la fonte di rumore e Vanessa corre a controllare.

 

“Izuku, non voglio intromettermi ma sono i fotografi e i fan ad avvicinarsi. Perché non entrate mentre cerco di mandarli via?” Vanessa torna verso di loro, accovacciandosi sulle sue lunghe gambe. Ha gli occhi leggermenti rossi. Izuku condivide uno sguardo d’intesa e annuisce.

 

Sì, hai ragione” Si alza sulle proprie gambe e prende per mano Eri.


“Eri questa è Vanessa Anderson” dice passando il pollice sulle nocche di Eri in un gesto rassicurante. La bambina gira la testa tra i due adulti. “È la mia migliore amica nonché una delle persone migliori che abbia mai conosciuto”.

 

“Ciao Eri” Vanessa si abbassa alla stessa altezza della bambina e saluta con la mano. “Sono davvero felice di conoscerti finalmente. Izuku mi ha parlato tanto di te” continua regalandole il sorriso più luminoso che ha. 

 

Izuku le fissa non smettendo di sorridere. Vanessa non parla fluentemente giapponese, anzi quasi nulla ma ha sempre insistito a voler imparare quella frase, sempre convinta che avrebbe incontrato Eri.


“Anche io sono felice di conoscerti” le risponde timida Eri. “Grazie per esserti presa cura di Izuku” aggiunge poi, inchinandosi veloce sotto gli occhi sorpresi di Izuku.

“È stato un piacere.” le confessa condividendo un sorriso che sembrava dire molto di più. “Ora andate, veloci”.

 

Vanessa li spinge con forza attraverso la porta di emergenza del cinema e la chiude con un tonfo. 

 

Izuku guida Eri per mano e per tutto il corridoio del cinema. L’ambiente è di un rosso soffuso, illuminato leggermente da delle lampadine bianche sulla parte bassa dei muri laterali. È sufficiente per camminare senza cadere. Attraversano i poster incorniciati di alcuni dei film più famosi di tutti i tempi tra cui quello di Present Mic che ritrae l’attore principale in primo piano, intento a guardare fisso nell'obbiettivo. Indossa un bomber americano bianco e blu, un berretto al contrario, dal quale esce una lunga ciocca di capelli biondi. Indossa un espressione soffice, i tipici occhiali gialli dell’eroe e alcuni adesivi a forma di stella sul volto ideali per racchiudere lo spirito giapponese. Eri si ferma a guardarlo per un pochi istanti. Ha un’espressione indecifrabile mentre Izuku la guida verso la hall del cinema. È ancora chiusa al pubblico e solo alcuni addetti girovagano all’interno intenti negli ultimi preparativi. 

 

Sente subito una strana sensazione di disagio nello stomaco. La felicità di aver incontrato Izuku si scontra con il dovere di tenere Izuku nascosto dai suoi genitori. Non si sente ancora pronta a scegliere. Si fa più vicino alla gamba di suo fratello, ed Izuku non si fa trovare impreparato. Le passa una mano sulle spalle trasmettendole quella sicurezza e tranquillità che Eri sembra aver perso in un istante.
 

Si guarda intorno perdendosi nello spazio enorme. Un imponente lampadario pende dal soffitto. È composto da più livelli di piccole luci e sostenuto da una catena dorata. Dona all’ambiente un’atmosfera accogliente ma lussuosa. Si trovano al centro, racchiusi da grandi colonne di marmo e un pavimento a scacchi bianco e nero. È così grande che ha a malapena il tempo di osservare il secondo piano dove c’è un balcone che affaccia su di loro prima che Izuku la spinga accanto a delle poltrone marroni e inizi a parlare. 

 

“Eri, va tutto bene?” le chiede stringendole le mani tra le sue. “C’è qualcosa che ti turba?”

 

Eri getta un’ultima occhiata al poster del film di suo padre per poi abbassare lo sguardo, non notando come Izuku registri i suoi movimenti come un falco.

 

“C’è qualcosa che vuoi dirmi?” Eri aggrotta la fronte. “Vuoi dirmi che i tuoi nuovi tutori sono eroi?”

 

“No” urla irrigidendosi. Izuku la guarda con leggera sorpresa. “Come fai a saperlo?” continua poi con voce più bassa.

 

“Ho solo pensato che fosse così” Izuku le passa una mano sui capelli, Eri sente la tensione lasciare leggermente il suo stomaco sotto le sue carezze. “Sono bravi con te?”

 

“I migliori, ma non posso permetterti di conoscerli” Eri non smette di guardare le sue scarpe.

 

“Perchè?” 

 

“Sono eroi, nii-san. Non sanno di te”.

 

“Non sanno di me?” ripete Izuku. Sente una stretta al cuore, come se qualcuno glielo stesse schiacciando con una mano. Cerca di controllare il suo tono di voce, di non mostrare nessuna emozione ma qualcosa deve essergli sfuggito: ora due occhi rossi lo guardano colpevoli. 

 

“No, volevo proteggerti” 

 

Addolcisce lo sguardo mentre nota le lacrime scenderle di nuovo sul volto. “Eri, non spetta a te farlo. Sono io che avrei dovuto proteggerti” dice.

 

“No, non è così. Siamo una squadra, me lo hai detto tu” Eri lo guarda con gli occhi lucidi e con voce tremante. Izuku percepisce una certa urgenza nella sua voce. Soffre nel vederla così devastata. “Quindi io proteggo te e tu proteggi me, ricordi?”. 

 

“Certo che ricordo Eri, ma-” 

 

“Nii-san, per favore" lo interrompe “Potrebbero non farci incontrare mai più. Non capirebbero, mi porterebbero via”.

 

“Perché dici questo?” Eri osserva una ruga formarsi sulla fronte di Izuku “Quello che è successo è nel passato, lo sai vero?”

 

“Certo che lo so, nii-san ma…” lo rassicura cercando di eliminare quell’espressione di dolore dal suo viso. Non aveva intenzione di dire questo, sa che non è più come prima. Ha solo paura, perché non riesce a capirlo? 

 

Izuku la fissa per alcuni secondi in silenzio. Cerca di leggere tra le righe, in quel loro modo di comunicare fatto di silenzi e di sguardi. “Hai paura Eri? Hai paura di loro?” 

 

Izuku non riceve risposta e inizia ad agitarsi. La sua mente va in overdrive pensando alle numerose possibilità, ma ha bisogno almeno di domandarle questo. “Eri hanno mai sfruttano il tuo quirk?”. Non vuole metterla con le spalle al muro, ma inconsciamente e fisicamente lo fa, sopraffatto da una paura che lo accompagna da troppi anni.

 

“Cosa? No!” La presa si allenta mentre Izuku aggrotta le sopracciglia. Si ferma a pensare prima di continuare a parlare.

 

“Quindi non hai mai usato il tuo quirk perché te lo hanno chiesto?”

 

“No!” Eri sembra rifletterci un secondo in più, prima di contraddirsi "Sì, ma solo perché lo volevo anche io”.

 

“Eri” il tono di suo fratello si affila, cerca di alzarsi sulle proprie gambe ma Eri lo trattiene ed Izuku si lascia cullare dalle sue piccole braccia.

 

“Fidati di me, Izuku” lo prega “Lascia che prima parli con loro. Forse capiranno che non sei più come prima, che non sei mai stato come Chisaki”.

 

“Eri non devi preoccuparti di quello, ok? Ho risolto tutto. Hey, guardami, he-” Izuku cerca di sorridere ma invano, sua sorella non lo degna d'uno sguardo, ma anzi scuote la testa con insistenza. Entrambi si bloccano quando sentono una voce interrompere.

 

“Eri!” 

 

Izuku alza lo sguardo girandosi alle sue spalle. Dal balcone del secondo piano della hall intravede una figura alta con i capelli viola. “Non muoverti, scendo a prenderti” dice prima di appendersi al lampadario con una lunga corda bianca. Izuku lo scruta a distanza cercando di mettere a fuoco i dettagli che non vede. La corda che utilizza l’uomo sembra una versione più scadente e sicuramente meno tecnologica dell’arma di cattura di Leevi.

 

Accanto a lui Eri gli afferra la giacca verde tra le mani, tirandola per attirare la sua attenzione. “Fidati di me e non dire niente”.

 

“Perc-?”

 

Non ha il tempo di formulare la domanda quando si ritrova petto a petto con l’uomo. La sua espressione è acida, serra le labbra, aggrotta le sopracciglia e stringe la mascella. Si avvicina ancora di più ed Izuku sente l’esigenza di nascondere Eri dietro al suo corpo. Ha il tempo di leggere una certa sorpresa sul volto dell’uomo prima che questo gli faccia una domanda che non riesce a capire.

 

“Cosa?”

 

Una sensazione di offuscamento e nebbia gli pervade la mente.

 

****

 

Hitoshi aveva girovagato per tutto il red carpet ma non aveva trovato Eri da nessuna parte. Una folla di giornalisti gli aveva sbarrato la strada costringendolo a fare dietro front e ripercorrere i propri passi all’indietro per ritrovarsi poi di fronte ad un vicolo cieco.

Quindi, aveva deciso di arrampicarsi sul tetto e di entrare dall’altro. Due uomini della sicurezza gli si erano parati di fronte chiedendogli di identificarsi ma non hanno fatto ulteriori storie quando ha mostrato loro la sua licenza d’eroe. Entrato, aveva percorso alcuni corridoi deserti e poco illuminati fino a ritrovarsi al piano superiore della hall del cinema.

Nota Eri insieme al famoso cantante Izuku Midoriya, l’uomo del momento. Sbuffa silenzioso decidendo di scendere le scale quando nota qualcosa di strano: i due stanno parlando fitto, Eri sembra agitata con lo sguardo pieno di paura mentre il cantante le passa le mani sul volto. È di spalle, quindi Hitoshi non riesce a vederlo di faccia, sa solo che l’angoscia di Eri lo mette in agitazione.

 

“Eri!” urla cogliendo i due di sorpresa. Incrocia leggermente gli occhi spalancati di Eri prima di concentrare la sua attenzione su quelli di Midoriya. È certamente sorpreso ma corruga la fronte scrutandolo da testa a piedi. Hitoshi gonfia il petto non affatto intimorito dalla figura dell’altro.

 

“Non muoverti, scendo a prenderti” comunica non staccando gli occhi dal cantante che ha deciso di alzarsi all'impiedi. Si arrampica velocemente sull’immenso lampadario e in un baleno si ritrova davanti a lui.

Una furia di rabbia si accende nel suo petto quando nota il viso rosso di pianto di Eri. Spera solo che questo coglione non le abbia negato un autografo o sia stato minimamente deficiente con Eri. Decide quindi, per quanto stupido possa essere un gesto del genere, di attivare il suo quirk farfugliando qualcosa.

 

“Cosa?”

 

L’espressione di Midoriya cade all’istante, i suoi occhi vacui si annebbiano e la bocca si chiude in una linea tesa. Eri esce dalle gambe del cantante e si avvicina ad Hitoshi afferrando la sua giacca. “Hitoshi, no!” gli urla, ma l’eroe non le dà ascolto.

 

“Cosa ci facevi con mia sorella?”

 

Il corpo del cantante si tende, cerca di rispondere prima che un filo di elettricità blu gli percorre tutto il corpo. C’è un piccolo boato prima che una serie di imprecazioni escano dalla sua bocca.

Cazzo, cazzo, cazzo! Fanculo, porca puttana. Ha fatto male, cazzo!”  Inveisce mentre si gira su se stesso, scrolla le braccia cercando di eliminare i residui di elettricità dalle spalle. Hitoshi lo guarda con una certa sorpresa, con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati, ma la sensazione dura poco. Indurisce la mascella e aggrotta la fronte mentre allontana Eri dal cantante. Non sa cosa sia appena successo ma sicuramente la scossa è stata abbastanza forte da sottrarlo al suo controllo mentale.

Il cantante si gira velocemente per guardarlo negli occhi. “Hai appena cercato di controllare la mia mente?” dice puntandogli un dito contro. Non sembra arrabbiato, nota l’eroe, semmai leggermente sconcertato.

 

“Come hai fatto a liberarti?”

 

“Sei impazzito!?!”

 

Hitoshi riattiva il suo quirk, ridendo mentalmente dell’ingenuità di Midoriya. Tuttavia, un altro filo blu percorre tutto il corpo del cantante facendolo rabbrividire.Quindi non era un caso pensa Hitoshi. 

“Cazzo, smettila. È davvero fastidioso” dice fissandolo, ricadendo ancora una volta sotto il controllo del suo quirk.

 

Alla terza scossa, Izuku decide di non dire niente guardando con sospetto l’altro. “Hitoshi, smettila” Eri urla cercando di inserirsi tra i corpi possenti dei due adulti, trattenendo con più forza quello dell’eroe. Il cantante apre e chiude la bocca un paio di volte prima di cacciare il cellulare dalla tasca. Apre l’app delle note e digita qualcosa mentre Hitoshi lo fissa con impazienza e agitazione. Sente il suo cuore battere forte nel petto, nessun civile aveva mai capito così in fretta come si attivasse il suo quirk. Hitoshi percepisce qualcosa di insolito che mette in allerta il suo sesto senso da eroe.

 

Non cadrò ancora sotto il tuo controllo” recita il messaggio sul cellulare Indosso un sistema di sicurezza che mi protegge”.

 

Hitoshi guarda il volto insistente del cantante prima di continuare a leggere. Potremmo continuare all’infinito ma io finirò per essere fritto e tu arrestato per uso illegale del quirk”.

 

“Sono un eroe” dice Hitoshi con una certa sfida nel tono di voce. Incrocia le braccia al petto mentre il cantante lo guarda sconcertato, corruga la fronte in una domanda silenziosa che sembra tanto un “Tu?!” Poi riprende il cellulare e scrive qualcos'altro prima di mostrarlo di nuovo ad Hitoshi.

 

Quindi mi lascerei parlare normalmente o devo segnalarti per abuso di potere?

 

La domanda coglie Hitoshi contropiede. Izuku lo guarda annuire prima di scuotere la testa e parlare per la prima volta. “Avresti potuto anche solo chiedere, ti avrei risposto dicendoti la verità” confessa, guardando tra lui ed Eri.

 

“Eri-chan si è persa e la stavo aiutando a ritrovare la sua famiglia quando siamo stati travolti dai giornalisti. Avevo intenzione di calmarla prima e poi continuare ancora con le ricerche” continua disinvolto e regalando ad entrambi un sorriso smagliante, un sorriso da copertina.
 

Hitoshi lo fissa senza sbattere le palpebre. Ha la sensazione che non sia tutto ma non ha niente da ribattere. Osserva Midoriya accarezzare dolcemente la testa di Eri e rivolgersi di nuovo a lui.

 

“Tu saresti suo fratello, giusto?” 

 

“Sì, esatto” 

 

“Ottimo, ottimo davvero. Tutto è bene quello che finisce bene” Midoriya applaude con un entusiasmo che non gli arriva agli occhi. Non ha mai smesso di sorridere ed Hitoshi ha la netta impressione che sia un po’ finto. 

 

“Grazie per esserti preso cura di Eri” dice, decidendo di fare un cenno con la testa un’ultima volta prima di voltarsi e andarsene. Eri è muta al suo fianco, gli stringe la mano senza opporsi. 

 

“Prima che tu vada” Midoriya li ferma “qual è il tuo nome da eroe?”
 

Eri alza la testa così velocemente che sembra abbia avuto un colpo di frusta. Guarda il cantante, rigida sul posto.

 

“Perché vuoi saperlo?”

 

“Considerami un fan del vostro lavoro”

 

“Psyche” 

 

“Bene, Psyche” Midoriya fa un passo solo in avanti, avvicinadosi. È un po’ più basso di Hitoshi ma i suoi occhi gli mandano un brivido gelato sulla schiena. È così vicino da percepirne il respiro quindi si costringe ad arretrare di un passo.  “Lo ricorderò”.


Hitoshi fa un cenno rigido per poi voltarsi verso Eri. I suoi lineamenti si addolciscono ed Eri sembra rilassarsi finalmente. “È stato un piacere incontrarti, fiocco di neve” la saluta il cantante. Eri fa un inchino ringraziandolo e i due condividono uno sguardo particolare.

Tuttavia, Hitoshi è troppo preso dal sorriso che Midoriya gli ha rivolto e dal suo essere stranamente familiare.

 

È solo quando è alla porta che capisce: il suo sorriso assomiglia stranamente a quello di All Might. 

 

Si gira indietro per guardarlo un’ ultima volta ma il cantante non c’è più.
 



 

****

 

“Stanco?”

Izuku non è sorpreso di trovare Elijah sulla sua poltrona preferita con un sorriso malizioso e gli occhi blu che brillano al buio. Izuku non si sorprende più di trovarlo lì, né si spaventa come le prime volte in cui il felino gli faceva degli scherzi aspettandolo nell’oscurità. 

 

“Sì” gli risponde sommesso mentre si toglie le scarpe e per poi lasciarsi cadere sul letto, sfinito. Per sua fortuna, l’hotel dove avrebbe passato la notte ha un’entrata secondaria, così è riuscito ad evitare la folla di fan e giornalisti che lo assediava da quando era arrivato.

 

“Stavo per venire da te” ammette dopo un lungo gemito girandosi a guardare l’uomo sulla poltrona. Odia dover chiedere aiuto soprattutto quando non c'è Shouto al suo fianco ma sa che può fidarsi di Elijah. Elijah è stato uno dei primi a conoscerlo quando è entrato a far parte della Light Society, ed è anche uno dei pochi che non lo giudica per il fatto che Izuku sia quirkless. 

 

Non che Izuku abbia bisogno di un quirk, visto che ha un’intelligenza fuori dal comune e delle capacità di analisi paragonabili a quelle di un esperto. (Almeno questo è quello che si ripete da anni).

 
“Ah sì?” ride Elijah sbuffando dal naso. Incrocia le gambe in un modo così distinto ed elegante che Izuku quasi dimentica che è di origini cinesi ma cresciuto in Inghilterra, raffinando così l’eleganza di quelle terre.


Izuku si alza dal letto per appendere la giacca sullo schienale della poltrona di fronte a quella di Elijah.

 

“Si, devo chiederti un favore” dice, sedendosi sul cuscino come se non avesse più forze. Guarda il soffitto, sentendo la tensione sciogliersi dalle sue spalle per la prima volta da quella sera, mentre Elijah lo guarda con leggera curiosità.

Gira la testa verso di lui e incontra i suoi occhi blu. “Ho bisogno di alcune informazioni su un eroe giapponese” dice, portandosi una mano a sistemarsi il ciuffo di ricci sulla fronte.

 

Elijah alza un sopracciglio, pizzicato da un nuovo interesse. “Immagino che sia qualcosa di importante se lo chiedi a me ma, soprattutto, che richieda un livello di accesso molto più alto di quello che tu attualmente possiedi” riflette.

 

“Si, ha un quirk di controllo mentale. Può prendere il controllo attraverso una domanda o semplicemente con una risposta ad una sua parola. Non ho avuto modo di capire come funzioni, ma penso che basti sapere il suo nome per avere più informazioni. Si chiama Psyche”.

 

Izuku sa che gli stati che non fanno parte della Light Society, come il Giappone, tendono a nascondere le identità di persone e soprattutto di eroi con quirk pericolosi nei loro database più segreti. Per questo motivo, Izuku ha bisogno dell’aiuto di Elijah: essendo un eroe di rango superiore, può ottenere quelle informazioni più facilmente.

 

Izuku si gratta il mento. Elijah lo osserva senza dire niente, sembra che stia riflettendo su qualcosa in particolare. “È giovane” aggiunge “Penso che abbia la mia stessa età e soprattutto, dal modo in cui muoveva, penso sia un eroe sotterraneo”. 

 

C’è una pausa abbastanza lunga. “So di chiederti molto, davvero, ma ho questo dubbio che Eri potrebbe essere ancora in pericolo senza che nemmeno se ne rendi conto. È suo fratello, o almeno così dice, e potrebbe averla convinta con il suo quirk? Vorrei più informazioni e lo farei da solo ma essendo un eroe sotterraneo…" balbetta a tutta velocità “impiegherei troppo tempo per avere delle notizie ed io…normalmente chiederei a Shouto ma… non sapere mi sta logorando. Ho solo bisogno di saperla al sicuro”.

 

Si accorge troppo tardi di aver detto troppo. Lo nota dalle sopracciglie alzate di Elijah e dal suo irrigidirsi sulla poltrona. Ripercorre brevemente quello che ha sputato fuori durante il suo mormorio e cerca inutilmente di riparare all’errore ma questo sembra solo far ridere l'altro.

 

“Midoriya” dice Elijah portandosi una mano al petto “Davvero lascia perdere. Tutti qui sanno che Shouto è debole per te. Sbatti quei tuoi begli occhioni verdi e potrebbe avvicinare la luna alla terra se lo volessi”. 

 

Le guance di Izuku si accendono dall’imbarazzo. È leggermente infastidito da quella frase ma sa che Elijah non lo intende negativamente. Lo spera, almeno.  “Non è affatto vero” protesta debolmente.

 

“Sai che non farò rapporto ma non lasciartelo sfuggire davanti a Denise. È ancora arrabbiata con Shouto da quando le ha rubato la promozione”.

 

“Va bene, grazie” dice Izuku portandosi le mani sulle guance e scuotendo la testa di lato. Cerca di far rifluire tutto il sangue che gli è andato alla testa ma la risata di Elijah non aiuta.

 

“Ma” chiede il felino molto più serio. Aspetta che Izuku sia sulla sua stessa lunghezza d’onda prima di continuare a parlare “Cosa c’entra questo Psyche con Eri?”


“Stasera alla Premiere ho incontrato Eri. Lei… deve essersi allontanata dal suo tutore e dopo poco il nostro incontro è arrivato quest’uomo. Si è avvicinato e ha usato il suo quirk su di me, dicendo che era suo fratello. Eri mi ha chiesto di non dire niente ma non posso… semplicemente non posso lasciare le cose così come sono”.

 

Izuku si spinge più avanti sulla poltrona, cercando di avvicinarsi ad Elijah. “C’è qualcosa che non va. Sembrava spaventata”. Si muove ancora sulla poltrona.

 

Si perdono nel silenzio dei loro pensieri fino a quando Izuku riprende nuovamente a parlare.  

 

“Tu” Elijah alza lo sguardo. “Non sei affatto sorpreso dal fatto che stasera abbia rivisto Eri”.

Izuku osserva l’eroe sollevare le spalle per sistemarsi meglio sulla poltrona. Non gli toglie gli occhi di dosso cercando di capire il motivo per cui non ha sbattuto una palpebra neanche mezza volta alla sua dichiarazione. Anche lui stenta a crederci, ha ancora la sensazione di aver immaginato tutto.

 

“Attento come sempre, vedo” Elijah mostra le sue zanne affilate in un sorriso storto. “È vero, non sono affatto sorpreso. Ti stavo aspettando perché ho indagato sulla lista dell'informatore”.

 

Izuku vede l’eroe passarsi la lingua sulle zanne “Cosa hai scoperto?”

 

“Eri è sotto la protezione dell’UA Academy, la migliore scuola di eroi del Giappone”.


 
   
 
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