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Autore: Swan Song    11/02/2024    9 recensioni
Steve e Susan Sheppard, in vacanza a New Orleans per assistere al Carnevale, finiranno per indagare sull'omicidio di una ragazza avvenuto durante la festa di Perla O' Neill, una vera e propria icona vivente della città.
Perla è convinta che chiunque abbia ucciso la ragazza, in realtà volesse uccidere lei.
[Mini indagine degli Sheppard, introdotti nel racconto "The Windsor Chalet"]
Genere: Comico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'THE 1950s'
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Terzo Tempo








«La piuma rinvenuta sulla scena appartiene ad un cappello.»
Così esordì Chuck Solo quel soleggiato mattino, mentre passeggiava per le strade di New Orleans in compagnia degli Sheppard.
Coloratissime ghirlande rubavano la scena, le persone scorrazzavano da un negozio all’altro per acquistare maschere, costumi ed altri accessori. Nei negozi si potevano sentire voci allegre e suoni di festa, gli abiti più stravaganti ed appariscenti andavano a ruba.
Nei vicoli stretti del Quartiere Francese, che il trio stava percorrendo in quel momento, gruppi di musicisti stavano suonando brani jazz festosi, accompagnati dalle danzatrici intente ad esibirsi in spettacoli di danza del ventre.
Dalle finestre con le tende scostate, si potevano ammirare famiglie intere che preparavano dolci tradizionali e piatti tipici da condividere con amici e parenti il martedì grasso.
L’atmosfera generale era vivace, e c’era un senso di attesa ed eccitazione nell’aria.
«Un cappello?» ripeté Steve Sheppard a bocca a piena, masticando sgraziatamente un bombolone alla crema.
Chuck annuì «Perla l’ha regalato a ciascuno di noi, me compreso. Su duecento invitati, almeno in cento lo indossavano, quella sera. Signore comprese, naturalmente.»
Steve gli scoccò un’occhiataccia, scansando un tizio vestito da scheletro messicano «E perché non ce l’hai detto prima?»
Il ragazzo ammiccò «Volevo creare l’effetto suspense. È così che si fa in queste situazioni, no?»
«Sei irrecuperabile. E comunque, hai fallito. Io ho qualcosa di meglio.»
Per qualche attimo, i due si guardarono negli occhi in cagnesco, tanto che Susan alzò i propri al cielo dalla disperazione «Cos’è, una gara? Una ragazza è morta, portate un po’ di rispetto!»
Interruppero il gioco “chi sbatte prima le palpebre” e la fissarono. Dunque ripresero il cammino.
«Le telecamere della villa.» proseguì il marine «Ancora con quel libro?!» starnazzò quando vide che l’oggetto in questione fuoriusciva dalla pregiata borsa a tracolla del signorino.
«Ormai ho iniziato a leggerlo! Lo sapevate che s’intitola “Kiss Kiss”, come il bacio della buonanotte che dà Perla?»
«Interessante.» Susan era al limite, non ne poteva più di ascoltare spezzoni della vita di quella donna: Chuck, infatti, se ne usciva spesso con “Lo sapevate che...” fino a che non arrivava Steve a farlo smettere.
«Comunque, dai filmati della videosorveglianza, si vede chiaramente la vittima uscire fuori dalla villa e discutere con un ragazzo.» riallacciò proprio Steve «Il che mi ha fatto dedurre che a quella festa non erano tutti vecchi.»
Chuck lo squadrò da capo a piedi, indignato di non essere stato preso in considerazione.
«Sai di chi si tratta?» domandò Susan, ma il padre scosse la testa negativamente.
«Io sì!» trillò Chuck, tirando fuori il libro in mezzo alla strada e cominciando a sfogliarlo «Non c’erano molti giovani a quella festa, quindi provo ad indovinare...ma dov’è, dannazione?! Ecco! Lucas Bird, di anni ventitré.»
«E per caso, papà, Lucas portava un cappello con le piume, nel filmato?»
L’espressione di Steve rispose al posto suo.

«Signor Bird, perché mai la contessa avrebbe dovuto regalarle un cappello, se è un dipendente?» riprese Steve, girando il cucchiaino nella tazza da tè offerto gentilmente dalla madre del sospettato.
«Che strano, è già venuto un detective ad interrogarci. Non capisco tutto questo pullulare di investigatori, ultimamente...» sussurrò la donna tra sé e sé, poggiata allo stipite della porta della cucina.
«Semplice, lo aveva regalato a Kate, in realtà! Era la sua pupilla, tzè. Lei poi lo ha dato a me.» rispose Lucas con indignazione.
Susan prese un sorso di tè, sperando non fosse mischiato con arsenico «E discutevate perché…?»
«Tutti noi camerieri eravamo stufi che lei fosse lodata come una principessina...a noi Perla fa sgobbare!»
«Lo sa che la stessa piuma è stata trovata sulla scena, vero?» lo minacciò Sheppard.
«Cosa? No, non lo sapevo. Del mio cappello?»
«Di quale specifico cappello non possiamo saperlo. Forse un giorno le automobili voleranno, ma questi sono gli anni cinquanta, ragazzo. La scienza farà miracoli, anche se sono convinto che servirà sempre un investigatore. Del resto, se le macchine fossero in grado di pensare, noi che ci staremmo a fare?» le sagge parole di Steve fecero rimanere Chuck di stucco.
Susan, invece, non perse tempo e domandò diretta «L’ha uccisa perché lei lavorava di meno? E’ così, signor Bird?»
«Era esattamente ciò che siamo noi! Una cameriera! Ma no, doveva essere lodata, era ovvio che fossimo gelosi.»
«E’ un movente.»
Lucas divenne rosso, poi viola, poi verde, infine bianco lenzuolo «No, no, aspettate…io non l’ho uccisa!» era terrorizzato «Quella sera, fuori, le dissi le cose come stavano, e cioè che era una di noi, non una duchessa. Tutto qui.»
«E non l’ha più vista dopo?» domandò Chuck.
«No…sentite, ci sono mille cappelli come il mio.»
Susan concluse «Uno di quelli è il cappello dell’assassino.»

Il cielo, quella sera, aveva assunto una colorazione rosa da togliere il fiato.
«Chissà se il nostro amico pittore è lì a contemplarlo.» disse Susan, poggiata alla ringhiera della terrazza dell’hotel «O se è ancora alle prese con il quadro rubato.»
Chuck, che ormai sembrava vivere lì a spese degli Sheppard, girò la pagina di giornale dopo essersi inumidito l’indice «Quale pittore?»
«Niente, lascia perdere.»
Steve fece per aprire bocca, quando una voce fin troppo conosciuta lo batté brillantemente sul tempo: «Spazio, per favore, spazio!» la contessa entrò con un immenso vassoio di ottimo cibo, accompagnata da dieci camerieri.
«Contessa O’ Neill?» si sbalordì Susan «Che ci fa qui?»
«Cari, ma vi porto da magiare, ovviamente! Lavorando al mio caso, avrete fame…portate qui il vassoio!» comandò la donna.
«Cosa?»
«Mmh, c’è il caviale?» chiese Chuck, avvicinandosi con una certa curiosità.
«Chuck!» lo riprese Susan.
«Dai, ho fame!»
«Contessa, è davvero gentile, ma non possiamo accettare.» tuonò Susan, piazzandolesi davanti.
«E’ così faticoso il lavoro che fate! Voi lavorate così tanto per aiutarmi...» insistette lei.
La ragazza inarcò le sopracciglia «Per aiutarla?»
«Certo, cercate il mio assassino, no? Colui che mi vuole morta…» si avvicinò a Chuck «Ma per fortuna io non ero nella stanza, quella tremenda notte!»
«Già…c’era la sua adorata cameriera.» controbatté lui.
«Povera Kate, le volevo davvero bene…dai, mangiate!»
Perfino Susan cedette, lo stomaco chiedeva pietà, dunque fece per addentare insieme a Chuck, ma Steve li bloccò entrambi.
«Contessa Perla, perché non porta tutto questo ben di Dio a chi ne ha davvero bisogno? Per esempio alla casa dei barboni di New Orleans?»
«Ma…»
«Lo porti via!» tuonò Steve «Io non mi faccio comprare.»
«Oh…se proprio insisti, caro…» e, sculettando, Perla si avviò alla porta «Io volevo aiutarvi! Stai leggendo il mio libro, pasticcino?»
Chuck infilò le mani nelle tasche del completo e gongolò «Certo, signora!»
Insieme alla contessa c’era anche la sua migliore amica, una vecchietta eccentrica ottantenne.
«Ehi, giovanotto.» disse a Steve «Tu assomigli molto al mio primo amore.»
Steve sospirò «Ne sono lieto, signora.»
Era quasi stufo di vecchie riccone che facevano il filo a chiunque come passatempo perché probabilmente odiavano l’uncinetto.
«Ne sono lieto, signora?» ripeté Susan, sempre più allibita «Sul serio, papà?»
«Che dovevo fare, insultarla?»
La giovane raggiunse l’arzilla anziana, imprecando «Perché non se ne torna a spolverare i suoi anelli da 5000 carati, che voi vecchie viziate non fate altro tutto il giorno?!»
«Scusi signorina, sono un po’ sorda, cos’ha detto?» gridò l’anziana.
«Lasci stare! Arrivederci!»
La contessa e tutta la banda uscirono.
«Che squadra!» commentò Chuck, divertito.
E mentre Susan continuava a fare il verso alle due vecchiette, a Steve venne un’idea.
«Aspettate. La contessa è convinta che chiunque abbia ucciso Kate, in realtà volesse uccidere lei. Lo ha detto anche adesso, perché pensa che la proteggiamo.»
«Ha, ha.» confermò Chuck.
«Noi stiamo seguendo un’altra pista, che forse è sbagliata.»
Susan prese posto sulle sedie che circondavano il solito tavolino, che sembrava diventato la base operativa del tiro «Cioè puntiamo a scoprire chi ce l’avesse con Kate, quando in realtà dobbiamo scoprire chi ce l’ha con Perla, perché Kate è stata solo uno sbaglio. Lei non doveva trovarsi lì. E’ questo che stai dicendo?»
«Perché devi sempre finire tu i miei momenti di gloria?!» s’irritò il marine.
«Perché sono tua figlia.»
«Questa non è una giustificazione valida!»
«D’accordo, chi ci guadagna dalla morte di Perla, dato che abbiamo solo una piuma proveniente da chissà quale cappello come prova?» domandò la ragazza.
Steve puntò lo sguardo sull’orizzonte «Bè, tra tutti una persona c’è di sicuro.»

Era di prima mattina quando Susan e Chuck spuntarono alla villa della contessa, diretti al giardino.
«Allora, dei figli li vorresti?» le chiese Solo con uno dei suoi sorrisetti diabolici.
«Cosa?»
«Bella Susan, la domanda è facile.»
«Non lo so! Ma che domande sono, di punto in bianco?!» rispose la ragazza, impreparata.
«Vero. Dobbiamo decidere insieme.»
«Ah, ecco dove volevi arrivare. E ovviamente saresti tu il padre.»
«Ovviamente. E chi, sennò?»
«Ma chi ti ha detto che voglio figli con te?» domandò prontamente Susan, credendo di trovalo impreparato, cosa che invece non accadde «L’ha detto Odette.» s’inventò sul momento.
Susan si mise a ridere «E lei come farebbe a saperlo, dato che io non ho detto nulla?»
«Allora è vero, eh?» la smascherò il ragazzo.
A Susan non restò che arrampicarsi sugli specchi «Io e te? Dei figli? Ma per favore.»
Lui sorrise «Dai, ormai ti ho scoperta.» e lei sbuffò «Sei proprio un idiota. Signor Jerard?»
Jerard, il guardiano di villa O’ Neill, si girò «Ah, detective! A cosa devo il piacere della visita?»
«Ce lo dica lei.» iniziò Susan.
«Ma...sono sospettato?»
Chuck sorrise «La domanda è: è anche colpevole?»
«Sediamoci, per favore.» disse la detective improvvisata.
«Abbiamo fatto delle ricerche sul suo conto.» proseguì Chuck Solo «Anzi, in realtà lo ha fatto Steve, ma…»
«Chuck!» lo riprese Susan.
«Sì, scusa. Abbiamo scoperto che la contessa ha intenzione di lasciarle una considerevole somma di denaro in eredità, quindi lei ci guadagnerebbe dalla sua morte, eccome se ci guadagnerebbe. Più di quanto non guadagni ogni mese.»
«Smetterebbe di lavorare e farebbe la bella vita.» continuò Susan.
L’uomo sembrò parecchio sorpreso «E secondo voi io ucciderei Perla per il suo patrimonio?»
Chuck sussurrò alla compagna «Questo è più scemo di quanto pensassi. I soldi sono il primo movente d’omicidio!»
«Ma Perla non è morta.» proseguì Jerard «Lo è la ragazza. Io non capisco.»
«Ma non era lei obbiettivo.» ribatté Susan.
«Mi dispiace, detective, ma la vostra teoria non regge.» spiegò Perla, in arrivo «Jerard non mi vuole morta. Non può essere stato lui, perché sapeva che Kate dormiva nella mia stanza, gliel’ho detto io! Per cui, come può essere? Inoltre, è stato con me tutta la sera, gli ho anche detto di cambiare il sapone che mancava al bagno di sotto.»
«E io ho trovato il corpo.» ricordò l’uomo.
«Se ero io l’obbiettivo e Jerard sapeva dov’ero…perché è morta una ragazza innocente? Io sono ancora qui.»
Chuck e Susan si fissarono; di certo il ragionamento di Perla non era da mettere in discussione per un semplice motivo: era giusto.








Angolo Autrice:

Carissimi, buona domenica! ^^
Ringrazio tutti voi per essere arrivati fin qui, e se siete qui perché avete letto anche lo Chalet, vi ringrazio mille volte e mille altre ancora! <3
Sono contenta di vedere che questi gialli sono abbastanza seguiti! Forse è perché il rating non è rosso e - di conseguenza - la storia è accessibile a tutti, o forse c'è ancora qualcuno che ama i gialli. E non posso che esserne felice.

Sto lavorando al prossimo (sempre con protagonisti Steve e Susan) e se tutto va bene e non mi blocco, lo pubblicherò nel periodo pasquale, forse addirittura dai primi di marzo, vediamo. ^^
Ormai è tradizione che questi due seguano le festività! xD
E' nato tutto per caso, ma ormai è Canon!

Il finale di questa mini storia lo pubblicherò martedì! ^^
Grazie ancora per l'attenzione e l'affetto! <3

SwanXSong



 
  
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