La corte della principessa Paloma era un susseguirsi di lusso esagerato, così giunse il momento in cui la giovane Altezza Reale finì per avere troppo di tutto.
Nessun giorno poteva più ritenersi speciale per lei, perché i suoi genitori e gli alti funzionari organizzavano in continuazione eventi spettacolari e banchetti sontuosi.
Ogni pretesto era buono: una festa per il trecentoquattordicesimillesimo paio di scarpe di Sua Maestà, una festa per il cinquecentosessantamiliardesimo paio di orecchini di Sua Maestà, una festa per il primo bagnetto dell'ultimo cagnolino della cucciolata di Sua Maestà...
Così venivano allestiti sale e padiglioni per festeggiare l'evento di turno.
Giocolieri e acrobati venivano da ogni dove per esibirsi, musicisti e cantanti tenevano grandi concerti e i cuochi preparavano montagne di cibo in grado di sfamare interi eserciti per diverse settimane.
Solo Paloma era indifferente a tutto ciò.
Il giorno del suo compleanno, dopo che il gran ciambellano aveva elencato la lista degli intrattenimenti per celebrare degnamente l'occasione, Paloma aspettò che gli ospiti fossero concentrati sullo spettacolo pirotecnico per sgattaiolare non vista fuori dalla sala del ricevimento.
Quando passò vicino alle scale che conducevano agli alloggi della servitù, sentì una risata.
Incuriosita, la principessa scese le scale fino in cantina e vide che qualcuno aveva appeso un lacero pezzo di stoffa colorata al sostegno di una delle torce che illuminavano la stanza.
La trappola per topi era aperta e i piccoli roditori squittivano allegramente attorno a una pietra ovale su cui stavano dei bocconcini di formaggio.
Lì accanto un giovane sguattero con la faccia sporca e i vestiti consunti rideva felice perché, in compagnia di quei topolini, non avrebbe dovuto passare il suo compleanno in solitudine.
Paloma prese per mano il ragazzo, tornò con lui al salone dei ricevimenti e chiese un grosso favore ai genitori.
Il re e la regina erano sorpresi, ma permisero alla figlia di emettere ad alta voce un nuovo importante editto: ogni anno anche gli abitanti più umili del regno avrebbero potuto partecipare ai festeggiamenti per il suo compleanno.
Così la principessa Paloma imparò che, condividendo i suoi doni e privilegi con chi non se li poteva permettere, poteva trasformare un giorno qualunque in una festa speciale.