Dopo la pioggia. Gli alberi parlano con il vento. E le pozzanghere, sfacciate, fanno provviste di cielo.
(Fabrizio Caramagna)
(Fabrizio Caramagna)
I bambini sono capaci di vedere l'avventura in una comune pozzanghera di acqua sporca.
(Robert Baden-Powell)
(Robert Baden-Powell)
Il temporale si è alfine quietato.
Un iridescente arcobaleno è apparso
dopo il nubifragio che ha inondato la città.
Tantissime sono le pozze d’acqua disseminate in ogni dove.
Qualcuno potrebbe scorgervi dentro il vuoto, il nulla, il buio totale
pronto ad inghiottire ogni cosa.
Io, curiosa, mi specchio in una di quelle chiazze acquose.
La memoria torna indietro nel tempo
quando, bambina, giocavo,
schizzando l’acqua,
fantasticando fossero laghi da attraversare.
Intanto il mio sguardo gira tutto intorno.
C’è una piccola pozzanghera a ridosso di un muretto.
È rimasta sola dopo che le sue sorelle sono state prosciugate dal sole.
Sembra voglia riempirsi della meraviglia che nelle sue acque si riflette.
E allora,
inizierà afferrando un brandello di colore dal cielo azzurro.
Subito dopo ingoierà le nuvole in transito,
trasportate dal vento mentre disegnano astratte strutture.
Tenterà di fare suoi i riflessi della vita
che si muove persino in quell’acqua stagnante.
Poi permetterà agli uccellini di dissetarsi presso di lei.
Infine traghetterà da una sponda all’altra la fogliolina caduta dall’albero,
affinché possa ricongiungersi con le sue compagne nel vicino prato.
In fondo,
ovunque si posano gli occhi è un pulsare di vita.
Quindi,
prima che anche lei abbandoni questo mondo,
evaporando al calore,
vuole portarsene dietro una parte,
non essendo certa di ritrovarlo,
così pieno e vivo,
la prossima volta,
che farà mostra di sé in seguito all’ennesimo acquazzone.
Un iridescente arcobaleno è apparso
dopo il nubifragio che ha inondato la città.
Tantissime sono le pozze d’acqua disseminate in ogni dove.
Qualcuno potrebbe scorgervi dentro il vuoto, il nulla, il buio totale
pronto ad inghiottire ogni cosa.
Io, curiosa, mi specchio in una di quelle chiazze acquose.
La memoria torna indietro nel tempo
quando, bambina, giocavo,
schizzando l’acqua,
fantasticando fossero laghi da attraversare.
Intanto il mio sguardo gira tutto intorno.
C’è una piccola pozzanghera a ridosso di un muretto.
È rimasta sola dopo che le sue sorelle sono state prosciugate dal sole.
Sembra voglia riempirsi della meraviglia che nelle sue acque si riflette.
E allora,
inizierà afferrando un brandello di colore dal cielo azzurro.
Subito dopo ingoierà le nuvole in transito,
trasportate dal vento mentre disegnano astratte strutture.
Tenterà di fare suoi i riflessi della vita
che si muove persino in quell’acqua stagnante.
Poi permetterà agli uccellini di dissetarsi presso di lei.
Infine traghetterà da una sponda all’altra la fogliolina caduta dall’albero,
affinché possa ricongiungersi con le sue compagne nel vicino prato.
In fondo,
ovunque si posano gli occhi è un pulsare di vita.
Quindi,
prima che anche lei abbandoni questo mondo,
evaporando al calore,
vuole portarsene dietro una parte,
non essendo certa di ritrovarlo,
così pieno e vivo,
la prossima volta,
che farà mostra di sé in seguito all’ennesimo acquazzone.