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Autore: Aru_chan98    10/03/2024    0 recensioni
La storia di quattro nazioni e del rapporto col loro istinto da nazione, sulla cornice della storia mondiale
Raccolta di Song-fic su Epic - The musical
Genere: Song-fic, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alright, my brothers, listen closely
Tonight we make the Trojans pay
Ten years of war, they've killed us slowly
But now we'll be the ones who slay
Think of your wives and your children
Your families wonder where you've been
They're growing old and yet you're still here
Do what I say and you'll see them again
Yes, sir


Diomedes will lead the charge
Agamemnon will flank the guards
Menelaus will let our men through the gates
To take the whole city at large
Teucer will shoot any ambush attack
And Little Ajax will stay back
Nestor, secure Helen and protect her
Neo, avenge your father, kill the brothers of Hector
Yes, sir


Find that inner strength now
Use that well of pride
Fight through every pain now
Ask yourself inside
What do you live for?
What do you try for?
What do you wish for?
What do you fight for?


Penelope
Penelope
And Telemachus
I fight for us
I fight for us
(What do you live for?)
Penelope
(What do you try for?)
Telemachus
(What do you wish for?)
I am on my way
(What do you fight for?)

Attack
 

La guerra andava avanti da qualche anno. Impero Britannico ne sentiva il peso: il suo impero era provato dalle tasse e da quel costante bisogno di risorse per quel conflitto. Non si sarebbe mai aspettato di entrare in guerra contro una delle sue colonie, non contro Tredici Colonie o Stati Uniti d’America, come voleva farsi chiamare. Rispetto a tutti gli altri suoi possedimenti aveva dato ogni libertà possibile a quel ragazzino, lo aveva messo sotto protezione della sua marina, gli aveva concesso di godere della merce prodotta, favoreggiando il commercio all’interno del suo vasto monopolio. Nonostante questo, alla fine lui lo aveva pugnalato alle spalle, trascinandolo in quella lotta che per lui non aveva senso. Gli sarebbe stato bene se fosse rimasta una questione tra di loro. Alla fine non era il primo che tentava di ribellarsi al suo dominio, ma no, Francia e Spagna avevano dovuto metterci il becco.

“Soldati! Questo sarà lo scontro decisivo. Lo so che in questi otto anni le battaglie sono state difficili e le perdite dure, che la guerra sembra persa ma non è così! Abbiamo combattuto in situazioni più pericolose con meno risorse. Lo so che in tutti questi anni alcuni di voi hanno combattuto contro i propri amici, i propri cari, è dura e lo comprendo. Ma tutti qui abbiamo una famiglia da cui vogliamo tornare, che prega per la nostra sicurezza ogni notte. Non deludiamole! Insegniamo a questi ribelli a non intralciare il nostro impero, a non sottovalutarci! Che nascondersi dietro altre nazioni è inutile, perché questa terra è nostra! Se mi seguirete tornerete a casa da eroi!”

“YES SIR!” Impero Britannico si era abituato a fare quei discorsi per incitare le truppe ma quelle parole le sentiva particolarmente sue. Era stanco di quella guerra senza senso, non voleva combattere contro uno dei membri più cari della sua famiglia ma doveva fargliela pagare per quell’affronto. Lo trovava un modo per educare Tredici Colonie, non vedeva nulla di male nel modo in cui lo aveva cresciuto. Gli aveva concesso molto più di tutti gli altri, più di India, più di Canada ma tra tutti proprio Tredici Colonie voleva ribellarsi. Era da quando le lotte in Europa erano finite che Impero Britannico considerava quella colonia nulla più che un bambino viziato, che protestava per le tasse e il monopolio. Come se gli fosse dovuto un trattamento diverso da quello riservato alle altre colonie.

Impero Britannico diede ordini a tutti i suoi generali, stabilendo i loro compiti, come si sarebbero mossi, a chi avrebbero risposto e chi avrebbero condotto. Era serio quando aveva detto loro che quella sarebbe stata l’ultima battaglia. Puntava a vincere, non gli importava altro.

“Uomini, non dimenticate mai che voi siete l’orgoglio del nostro glorioso impero. Combattete con coraggio così che la storia narri le vostre gesta, così da vendicare i caduti e le offese di questi traditori. Ricordate perché state combattendo e tenetelo a mente, rendetelo il vostro motivo per vincere!”

“YES SIR!” Mentre parlava vedeva gli occhi dei suoi soldati accendersi di determinazione. Nonostante la leva obbligatoria ognuno di loro aveva un altro motivo per essere lì. Chi per denaro, chi per gloria o patriottismo. Erano pronti a combattere fino all’ultimo respiro per la sua causa. Ma quando toccò l’argomento degli obiettivi personali, la mente di Impero Britannico andò altrove. Mentre i suoi soldati si preparavano alla battaglia, al rumore, alla terra sollevata, Impero Britannico pensava alla sua famiglia. Pensava alle giornate passate con Tredici Colonie, a quando gli aveva insegnato a cacciare, a curare il giardino, alle passeggiate a cavallo, alle giornate di sole trascorse insieme. Impero Britannico si chiedeva se avrebbe mai più rivisto Tredici Colonie ricambiare il suo sorriso con gioia, se lo avrebbe mai più riaccolto a braccia aperte dopo un lungo viaggio. Se lo avrebbe mai perdonato per quel suo desiderio egoista di tenerlo vicino a sé nonostante tutto, il loro popolo, il suo parlamento, i loro ruoli di impero e colonia. Avrebbe combattuto per stringere ancora la sua mano.
 
 
   
 
Who was that?

A vision
Of what is to come, cannot be outrun
Can only be dealt with right here and now


Tell me how

I don’t think you’re ready
A mission
To kill someone’s son
A foe who won’t run
Unlike anyone you have faced before


Say no more, I know that I’m ready

I don’t think you’re ready
 
 
La battaglia si dimostrò più dura del previsto. Sarebbe dovuta durare al massimo qualche ora, invece le ostilità si erano protratte fine a sera. Nubi minacciose stavano oscurando il cielo, sopra quei soldati che si massacravano a vicenda. Impero Britannico era sceso in battaglia insieme agli altri, desideroso di porre fine a quello scontro il prima possibile. L’odore della polvere da sparo, del sangue, le urla delle persone non era altro che un miscuglio indistinto, uno dei tanti a cui Impero Britannico aveva assistito e preso parte. La guerra era un concetto fin troppo familiare per una nazione, come il proprio istinto di sopravvivenza. Quell’istinto era sempre stato un prezioso collaboratore, molto più che una necessità sullo stesso piano di sete e fame. Quell’istinto era il suo compagno più fidato e parte integrante di chi era. Senza, non sarebbe diventato un impero così grande da superare quello di Roma. E per sopravvivere, in quel momento doveva caricare il fucile e sparare, senza pensare troppo.

Improvvisamente, un dolore al volto e la sensazione di qualcosa di caldo che colava: una pallottola lo aveva mancato per poco, tagliandogli la guancia sinistra. Quel dolore lo risvegliò da quella specie di trance, in cui l’unica cosa che contava era uccidere. Cercò di capire da che parte fosse partito lo sparo, credendo provenisse da un gruppo di soldati in blu, adesso impegnati a respingere un assalto dei suoi soldati.

“Chi diavolo è stato?” pensò, pulendosi dal sangue col dorso della mano opposta.

 [Sei certo di volerlo sapere?].

Quella voce astratta risuonò nella testa di Impero Britannico: il suo istinto come nazione. Ogni nazione nasceva con quell’istinto ma solo Impero Britannico riusciva a vederlo, oltre che sentirlo. Era una voce indefinibile che lo avvertiva ogni volta che la sua vita era in pericolo, nonché consigliarlo nei momenti in cui doveva prendere decisioni per garantire la propria espansione, che ai suoi occhi appariva come un’ombra nera alle sue spalle. Per quanto ne sapesse, era l’unico a percepire così chiaramente quella specie di entità. Forse era un prodotto del suo desiderio di essere forte, così da sottomettere i fratelli che lo odiavano, forse era per il desiderio di trovare una famiglia tutta sua, Impero Britannico non ne era sicuro. Sapeva che c’era e basta, anche se a volte la temeva. Quell’istinto non aveva empatia, non teneva conto delle sue emozioni, dei suoi desideri, esponeva sempre la strada migliore per il successo e basta. Fin da bambino aveva dovuto trovare un modo per conciliare la propria natura con il dover dimostrare a quell’entità che era degno della sua guida.

“Certo che sì!”

[Non penso ti piacerebbe la risposta. Si tratta di qualcuno in grado di abbatterti. Non basteranno la tua reputazione, le tue minacce o il modo in cui stai combattendo: chi ha sparato non scapperà né si arrenderà. Se non lo ucciderai per primo, ti porterà alla rovina].

“Dimmi chi è. Sparerò senza esitare”. Quella voce rise senza emozioni, anche se a Impero Britannico sembrò una risata di scherno.

[Ti accontento subito Albione: a sparare è stato il ragazzo dietro quel gruppo di soldati. Se guardi bene puoi vederlo ricaricare il fucile in questo preciso istante. Intorno a lui si stanno massacrando ma lui ha i suoi occhi esclusivamente su di te]. Impero Britannico cercò nella confusione della battaglia la persona che il suo istinto aveva indicato con la sua eterea mano d’ombra, bloccandosi non appena lo identificò.
 
 



 
It's just an infant
It's just a boy
What sort of imminent threat does he pose, that I cannot avoid?


This is the son of none other than Troy's very own Prince Hector
Know that he will grow from a boy to an avenger
One fueled with rage as you're consumed by age
If you don't end him now, you'll have no one left to save
You can say goodbye to
(Penelope)
You can say goodbye to
(Penelope)
 
  
Tredici Colonie. Tredici Colonie stava caricando il moschetto, coperto da due soldati vestiti dello stesso suo blu. Aveva il viso sporco di sudore e polvere da sparo e non si era accorto che il suo bersaglio lo stava fissando nel mezzo di tutto quel trambusto. Con i capelli biondi spettinati, così impegnato, ad Impero Britannico ricordò Tredici Colonie quando non era altro che un bambino intento a piantare un albero di mele. Lo stesso bambino che aveva preso in braccio nelle notti di pioggia, per cui aveva cantato dolci ninnananne, a cui aveva insegnato a parlare, leggere e scrivere nella propria lingua. Lo stesso bambino a cui aveva insegnato a combattere e che ora stava impiegando i suoi insegnamenti contro di lui. Fu come se la battaglia non ci fosse più, come se in quel campo fangoso fossero rimasti solo loro due, uno impegnato a preparare la sua arma, l’altro bloccato per il dolore.

“Tredici Colonie? È stato Tredici Colonie? No, non ci credo! Non mi farebbe mai del male”.

[Non esserne così certo, Albione. Questa non è una guerra come le altre, gli occhi della storia sono puntati su di voi. Davanti a te non c’è una colonia, ma un individuo della tua stessa pasta, una nazione disposta a tutto pur di nascere e conquistare]

“È solo un ragazzo!”

[No, Albione, è una nazione. Se non lo fermi, userà tutto quello che gli hai insegnato contro di te. L’hai cresciuto personalmente, credevi davvero non avrebbe ereditato anche la tua stessa necessità di dominare il mondo? Tu sei un ostacolo alla sua sopravvivenza, anche se tu lo battessi, troverà il modo per eliminarti in futuro. Abbattilo o puoi dire addio al tuo stesso impero, Albione!] Impero Britannico si sentiva scoppiare la testa, non voleva ascoltare quella voce.
 
 



 
I could raise him as my own (he will burn your house and throne)
Or send him far away from home (he'll find you wherever you go)
Make sure his past is never known (the gods will make him know)
I'd rather bleed for you (they're bringing you)
I'm on my knees for you (down on your knees for you)
I'm begging, please (oh, this is the will of the gods)

Please don't make me do this, don't make me do this

The blood on your hands is something you won't lose
All you can choose is whose
 
 
Avrebbe dovuto seguire il suo istinto? Sparare in testa a Tredici Colonie e strappargli il cuore? Era davvero l’unica cosa che poteva fare? Non voleva fare dal male alla sua colonia, ma aveva paura di quella premonizione da parte del suo istinto. Da quando lo aveva sentito parlare la prima volta, svariati secoli prima, non aveva mai sbagliato una previsione o un consiglio.

“Ci dev’essere un altro modo! È vero, l’ho cresciuto io. Magari potrei farlo prigioniero. Da piccolo si lamentava sempre che non c’ero. Se lo tengo con me per qualche tempo cambierà idea”

[Si libererà e darà vita a una guerra civile. Brucerà il parlamento, distruggerà Londra e massacrerà il re e la sua famiglia]

“Allora posso mandarlo in esilio da Provincia del Canada per qualche anno. Provincia del Canada è sempre stato bravo a trattare con lui. Sicuramente riuscirà a farlo ragionare”

[Lo vedrebbe come un nemico manipolato da te. Cercherebbe di convincerlo della sua causa per poi scappare e darti la caccia]

“Allora posso provare con la diplomazia, abbassare le tasse, nominarlo la mia colonia maggiore e fare più affari con lui. Ricordargli che sono la sua famiglia, che gli voglio bene”

[Non è più una questione di tasse e parlamento. Il suo stesso istinto come nazione gli impone di calpestarti. Non si fermerà finché non verrà riconosciuto come nazione autonoma, che tu sia il suo migliore amico o lo stesso che lo ha generato non conta nulla per lui. Lo dovresti sapere bene, Albione: lui è come te]. Impero Britannico non sapeva più cosa inventarsi, disperato nel desiderio di evitare quel fato, il cuore che gli pulsava forte nel petto per la sensazione opprimente di pericolo che sentiva provenire da quel ragazzo in uniforme blu.

“Ti prego, dev’esserci qualche altro modo. Non farmelo fare, non voglio fargli del male. È la mia famiglia, gli voglio bene. È il primo simile a me ad aver chiamato il mio nome con tanto affetto. I suoi sono solo i capricci di un bambino”

[Albione, anche se le mie risposte non ti piacciono la realtà dei fatti non cambierà. Può aver detto e fatto tutto quello che dici in passato, ora è disposto a calpestare tutto per i suoi obiettivi, proprio come tu hai calpestato i tuoi fratelli. O te o lui, Albione, non esiste altro modo. Scegli, e fallo in fretta, prima che possa premere il grilletto una seconda volta]
 
 
 

 
I look into your eyes and I
Think back to the son of mine
You're as old as he was when I left for war

Will these actions haunt my days
Every man I've slain?
Is the price I pay endless pain?
Close your eyes and spare yourself the view
How could I hurt you?
 
 
Le orecchie di Impero Britannico non percepivano più il rumore della lotta intorno a sé, così come non sentiva la pioggia che aveva cominciato a cadere dal cielo. Era preso dai suoi ricordi, dal pensiero di dover porre fine alla vita della sua colonia più amata. Nel mentre di questa “trance”, i suoi occhi verdi incrociarono quelli azzurri di Tredici Colonie, che stava prendendo la mira. Sembrava esitante, come combattuto sul da farsi. Ad Impero Britannico ricordò la stessa espressione che aveva quando i suoi primi popoli gli avevano insegnato a tirare d’arco. Il suo stesso dilemma se prendere una vita o meno. Ripensò alle parole del suo istinto e a quanto era giovane quando aveva alzato le armi contro i suoi fratelli per la prima volta. Era molto più giovane di Tredici Colonie ma per Impero Britannico poteva essere la stessa età. Alla fine, per lui Tredici Colonie era ancora un ragazzino che si era affacciato da poco alla vita. Poteva sembrare adulto ma restava molto giovane. Istintivamente, come guidato da quell’entità, Impero Britannico alzò il proprio moschetto contro la colonia. I soldati intorno a loro erano per terra in pozze di sangue, gli altri erano lontani: su quel campo di battaglia, battuto dalla pioggia, restavano in piedi solo i due veri protagonisti di quella guerra. Impero Britannico si chiedeva se quello era il risultato delle sue azioni o uno scherzo del fato. Aveva fatto di tutto per sopravvivere e diventare potente per poter, un giorno, appartenere a una famiglia e riuscire a proteggerla. Come era arrivato a quella guerra? Si chiese se il prezzo per ogni guerra che aveva condotto, per ogni lotta contro Francia, Spagna, contro chiunque avesse provato a fermarlo fosse quello, la vita di Tredici Colonie. Aveva il moschetto in mano, Tredici Colonie sotto tiro, così come lui era nel mirino dell’altro, ma le mani gli tremavano. Chiuse gli occhi per un attimo: gli sembrava assurdo. Come poteva far del male a qualcuno che amava così tanto, qualcuno che avrebbe potuto capirlo essendo così simile a lui?
 
 
 


 
I’m just a man who’s trying to go home
Even after all the years away from what I’ve known
I’m just a man who’s fighting for his life
Deep down I would trade the world to see my son and wife
I’m just a man
 

Impero Britannico sentiva la pressione del proprio istinto, che gli urlava di premere il grilletto e lo avrebbe fatto, se non avesse notato il dolore dietro gli occhi azzurri di Tredici Colonie. La nazione sperò con tutto il cuore fosse un buon segno. Sperava di avere le parole giuste per convincere Tredici Colonie ad abbassare il fucile e abbracciarlo, chiudendo le ostilità. Voleva tornare a com’erano le cose in passato, benché facesse fatica a ricordarsele: era passato davvero tanto tempo da quei giorni di pace in cui Tredici Colonie chiamava con affetto il suo nome. “È davvero un crimine così grave volere a tutti i costi qualcuno? Non avevo mai provato un senso di possessione simile, perché proprio lui?” si chiese Impero Britannico, una guerra di emozioni nei suoi occhi di smeraldo. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di abbracciare quel ragazzo e sentirsi chiamare per nome ancora una volta, ma sapeva che non sarebbe accaduto, non senza cedere una parte del suo impero e quello non poteva permetterlo. Essere sconfitto in quel momento equivaleva a mostrarsi vulnerabile ai suoi nemici, rischiando di perdere tutto. In quel momento, si rese conto che in ballo c’era molto di più che il rispetto e la sua reputazione.

Stava combattendo per la sua famiglia, per il suo potere, per il suo impero.

Per sé stesso.

Notò che anche le mani di Tredici Colonie stavano tremando. Molto probabilmente, i suoi dilemmi erano gli stessi. Per la prima volta dopo secoli Impero Britannico si ricordò di non essere il re del mondo, né di essere il successore di Impero Romano: era una semplice nazione e come tale bastava un passo falso per essere cancellato dalla mappa. A quella realizzazione il tremolio delle sue mani si estese al suo animo, facendogli provare una sensazione che sembrava perduta nei meandri della sua infanzia. Era solo una nazione, che combatteva per la propria vita, così come stava facendo Tredici Colonie.
 
 
 


 
But when does a comet become a meteor?
When does a candle become a blaze?
When does a man become a monster?
When does a ripple become a tidal wave?
When does the reason become the blame?
When does a man become a monster?


When does a comet become a meteor?
When does a candle become a blaze? Forgive me
When does a man become a monster? Forgive me
When does a man become a monster?
Forgive me
I'm just a man
 
 
Impero Britannico si chiese come erano arrivati a quel punto. Aveva vinto contro Francia, perché Tredici Colonie non era stato felice per lui? Gli aveva chiesto aiuto e lui l’aveva definito strozzinaggio. Quando Tredici Colonie aveva cominciato a odiarlo? Da quando aveva lanciato il suo tè nella baia? O molto prima? Impero Britannico si chiese se, involontariamente, insieme al suo amore non avesse mostrato a Tredici Colonie anche quell’altra parte di sé stesso, la parte mostruosa e avida del suo essere nazione. Quella che avrebbe fatto di tutto pur di sopravvivere e prosperare.


In quella situazione di stallo era come se entrambi stessero ripercorrendo i passi che li avevano condotti in quella situazione, a puntarsi i fucili addosso, ad aspettare il coraggio di sparare quel colpo decisivo. Impero Britannico voleva dire qualcosa ma le parole non gli venivano, schiacciato più che mai da quel terrore di essere annientato e instillato dalle parole del suo istinto. Non si rese nemmeno conto di aver cominciato a piangere, sotto lo sguardo sorpreso di Tredici Colonie. Per il ragazzo, quella nazione che aveva tanto amato non era che un mostro fatto solo di avidità, ma adesso lo vedeva piangere davanti a sé, facendo vacillare la sua risoluzione. Ricordandogli il loro primo incontro.

“Quando sono diventato così? Come ho anche solo potuto pensare di sparare a Tredici Colonie? A che serve tutta la mia forza se invece che proteggere la mia famiglia non faccio che distruggerla? Non è cambiato niente dall’invasione di Romolo” realizzò la nazione, cadendo in ginocchio nel fango. Tutti quei secoli, tutte quelle lotte, aveva perso sé stesso nel fuoco della conquista. Capiva perché Tredici Colonie lo odiasse tanto: non lo aveva sempre visto come una proprietà benché lo chiamasse fratello davanti a lui? Lo aveva mai davvero trattato come tale? Anche in quella guerra, invece che pensare a lui come un individuo, lo aveva visto come un ostacolo alla sua supremazia. Cosa lo distingueva dall’essere un mostro, come Tredici Colonie lo aveva definito in una delle sue lettere? Forse agli inizi, quando era piccolo, aveva cominciato a pensare a lui come un fratello ma si chiese se il suo essere così protettivo alla fine non fosse altro che possessività. Se non avesse sempre rifiutato di ascoltare la natura amorevole e generosa di quella piccola colonia perché in fondo il suo istinto lo aveva portato a chiudere il suo cuore. Impero Britannico si chiese se anche il dolore che provava in quel momento alla fine non fosse altro che il suo orgoglio ferito per avere un suo possedimento ribellarsi contro di lui.

“Forgive me…” disse tra le lacrime, una mano stretta al petto. Il suo istinto sembrava piombo nel suo animo ma nonostante quel dolore non riusciva a seguirlo. Era una nazione ma i suoi sentimenti erano quelli di un uomo. Un uomo che stava perdendo la cosa più preziosa che aveva.

“Eri così grande una volta…” mormorò Tredici Colonie, abbassando il moschetto. Nessuno di loro era in grado di sparare all’altro. I loro istinti di nazioni urlavano nei loro animi “uccidi o sii ucciso”, ma i loro cuori umani dettavano una legge diversa. Impero Britannico non s’illudeva che con quel gesto, Tredici Colonie sarebbe tornato da lui tanto facilmente e quelle parole, quelle parole gli sembrarono coltelli.

Avrebbe trovato un altro modo per scongiurare quella premonizione del suo istinto. Sarebbe riuscito a far ragionare Tredici Colonie prima o poi, avrebbe tentato ogni cosa pur di tenerlo con sé. Altrimenti, lo avrebbe fatto pentire di quella decisione. Dopotutto, era sempre stato bravo nel trovare metodi alternativi per soddisfare il proprio istinto, c’era riuscito quando era diventato provincia di Impero Romano, poteva riuscirci ancora.










Piccolo Angolo dell'Autore:
Ciao a tuttiiii

Grazie per aver letto questo racconto e spero vi sia piaciuto. Ammetto che è da qui che è partito il progetto di Epictalia, anche se all'inizio doveva essere esclusivamente una one shot qualunque. Chi immaginava sarebbe evoluta in una serie così pensate ahah

Ho deciso di ripristinare l'ordine delle canzoni del musical, a favore del mio gusto personale sopra una linearità temporale

Detto questo, questa è una song fic ispirata a ben due canzoni di Jorge Rivera-Herrans, ovvero The horse and the infant ( https://open.spotify.com/intl-it/track/6j1q7ElADm3WkRLTO5wbtN?si=52fd37569c954bc3
) e Just a man ( https://open.spotify.com/intl-it/track/2nwmt5R9QX7iyobL1PSyJl?si=1ebcdc7b9e724c21 ), cge vi consiglio vivamente di ascoltare prima o mentre leggete

Alla prossima!


 
   
 
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